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nicola santacroce

Caiazzo. Le precisazioni di Ida Sorbo, ex pro sindaco, su quanto lamentato dallo storico Santacroce

Nicola Santacroce ha un tempismo strumentale alla sua cattiva fede per parlare oggi di una vicenda
che si è conclusa già tempo fa, almeno dal punto di vista giudiziario, con l’archiviazione della
querela per diffamazione sporta da me e dal sindaco Giaquinto.

I miei rapporti con l’attuale amministrazione comunale sono conclusi da quasi ormai due anni e risponderò solo a nome mio senza farmi portavoce di altri.

Mi appare chiara la sua totale mancanza di lucidità nel raffazzonare frettolosamente più elementi pur di dare sfogo al suo livore ma io risponderò solo in merito alla vicenda della denuncia che mi vede coinvolta. Sul resto risponderà chi direttamente accusato, se lo riterrà opportuno.

Nicola Santacroce, nel presentare i fatti, ha dimenticato o forse intenzionalmente omesso, alcuni
dettagli nella ricostruzione di quanto accaduto ma sono qui per aiutarlo a mettere ordine tra le sue
idee confuse e annebbiate da cieca rabbia. Andiamo per ordine:

– Nel dicembre 2018- ricordiamo che erano trascorsi cinque mesi dal nostro insediamento in consiglio comunale- l’Associazione Storica del Caiatino (ASC) rappresentata da Ilaria Cervo, inviò al Sindaco di Caiazzo richiesta di una scaffalatura- o eventualmente un contributo per l’acquisto della stessa- per arricchire di circa 100 volumi il fondo di proprietà della suddetta associazione presso la biblioteca civica “G. Faraone”.

– In data 2 giugno 2022 (quattro anni dopo) sono venuta a conoscenza di una donazione di libri del Santacroce all’Associazione storica del Medio Volturno (ASMV), all’epoca presieduta dal sig. Pasquale Simonelli, accompagnata da una lettera, poi pubblicata nell’annuario dell’Associazione stessa (presentato il 5 marzo dello stesso anno), in cui comunicava la volontà di donare la propria personale biblioteca all’ASMV, adducendo tra i motivi la poca sensibilità mostrata dalla città di Caiazzo verso la cultura e citando un dialogo mai avvenuto nelle modalità e nei contenuti da lui riportati, tra me e la presidente
dell’Associazione storica del Caiatino, Ilaria Cervo.

In sostanza, stando a quanto riportato dallo stesso Santacroce, alla richiesta della presidente Cervo di una scaffalatura (immagino quella del 2018) il sindaco avrebbe detto, per il mio tramite, che il Comune di Caiazzo non disponeva di fondi sufficienti e che probabilmente l’Ente avrebbe potuto mettere a
disposizione della richiedente “un vecchio […] inutilizzato […] e di certo non a norma” scaffale che si trovava in un deposito, risposta ritenuta dal Santacroce “incresciosa”, come ha sottolineato proprio nella sua lettera.

– In data 3 giugno io e il sindaco abbiamo proceduto a sporgere denuncia di diffamazione, essendo chiaro, al di là degli esiti, l’intento diffamatorio aggravato dalla diffusione a mezzo stampa della sua lettera nell’annuario della ASMV.

– In data 6 giugno la stessa presidente Cervo ha protocollato all’Ente per conoscenza una lettera indirizzata proprio al Santacroce in cui prendeva le distanze da quanto riportato dallo stesso e affermando testualmente che il dialogo tra l’Amministrazione e l’associazione nel 2018 era avvenuto “in forme civili e lontanissime da quella adottata nella sua (di Santacroce) personale versione”.

Il mio presunto diniego verbale o il riferimento a qualche vecchio arredo rotto non corrisponde al
vero (io, questi fantomatici depositi del comune non li ho neanche mai visitati!) eppure il sig. Santacroce, così scrupoloso nel suo lavoro di ricerca storica, ha commesso un grave errore riportando i fatti per come, si presume, gli erano stati raccontati o li aveva interpretati e non per come erano avvenuti, dimostrando sfacciata tracotanza e totale mancanza di obiettività.

La querela è stata una conseguenza e un atto dovuto per difendere l’onorabilità non mia o del sindaco, ma dell’Ente innanzitutto. E per affermare la verità, se è ancora consentito.

All’epoca, parliamo di pochi mesi dopo il mio insediamento come Presidente del Consiglio Comunale, risposi che avremmo dovuto fare verifiche rispetto agli arredi e che anche la stessa biblioteca comunale ne necessitava di nuovi, motivo per il quale gli uffici stavano provvedendo ad indagini di mercato
finalizzate all’acquisto di nuovi scaffali in linea con le prescrizioni vigenti per l’arredo biblioteche.

Quanto da me annunciato ha trovato poi riscontro nei fatti perché in quegli anni abbiamo potuto
acquistare non solo nuovi volumi per arricchire il catalogo della nostra biblioteca, ma anche quattro
nuovi armadi scaffali.

Falso è anche quanto riportato nell’articolo in riferimento a quanto da me dichiarato nella denuncia di cui ho copia e non avrò alcun problema a permetterne la visione come ulteriore dimostrazione della sua cattiva fede e delle idiozie che ha scritto.

A quanto pare la donazione di Santacroce all’Associazione storica del Caiatino era in effetti vincolata ad un contributo economico da parte del comune di Caiazzo, in assenza del quale (momentaneamente), lo
studioso caiatino ha stabilito di indirizzarla addirittura ad un’altra associazione in un altro comune.

Mi preme concludere con alcune considerazioni personali: la prima riguarda una terza persona citata dal Santacroce, una sorta di eminenza grigia che lo stesso definisce un “intoccabile disturbato mentale” colpevole di avermi fatto giungere notizia di quanto era stato diffuso nella lettera che accompagnava la donazione e di aver addirittura convinto me e il sindaco ad adire le vie legali.

Perché dunque non fare il nome di questa persona? Ha forse paura Santacroce, così spavaldo con
me e così timoroso nel fare i nomi di altri? Chi parla con convinzione, non teme di dire la verità.

Nicola Santacroce non lo ha fatto e non lo sa fare. Ha piuttosto spesso dimostrato le proprie riserve
mentali su altre vicende.

Vorrei specificare altresì, a lui e a chi leggerà questa lettera, che nell’archiviare la querela per diffamazione, il giudice ha ritenuto non vi fossero gli estremi di un reato, ma certamente non ha stabilito che quanto affermato dal sig. Santacroce rispondesse al vero.

È dal 2018 che, a fasi alterne, devo sostenere il peso delle altrui illazioni. Spesso mi sono interrogata
sui motivi e spesso, come in questo caso, non è stato difficile coglierli.

O Nicola Santacroce ha un tempismo misurabile con la datazione a carbonio 14 oppure, molto più probabilmente, parla non quando sente sinceramente di farlo ma quando pensa sia il momento più giusto per colpire, mascherando di millantata giustizia la propria disperazione.

Dopo due anni dall’archiviazione è forse un caso che avverta lo spasmodico bisogno di parlare della vicenda solo ora che io mi sono ritrovata a scontrarmi con l’amministrazione comunale?

La sua lettera è stata ben titolata dal giornalista che ha scritto “Santacroce a testa bassa”: in effetti mi sembra di vederlo così convinto della propria verità mentre scrive ma altrettanto sgomento per le vie della città mentre affretta il passo a testa bassa quando mi incontra.

Sappia, il Santacroce, che se ritiene che io sia meschina e vigliacca (come ha affermato) e se ci tiene così tanto, in chiusura, a rinnovarmi il suo disprezzo, io invece lo apprezzerò molto di più se sarà capace, almeno una volta, di apostrofarmi con queste parole de visu, con il coraggio e la convinzione che certi “complimenti” richiedono per essere pronunciati.

Se ciò avverrà, sarò ben lieta di dialogare con lui, senza alcun rammarico e senza disprezzo ma con la serenità che, in questa vicenda, solo io posso avere.

(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

 

Caiazzo. Querelato per diffamazione e assolto, va giù ‘a testa bassa’ lo storico Nicola Santacroce

Riportiamo di seguito, su espressa richiesta, e quindi responsabilità, del mittente, la versione integrale, cioè non epurata di alcune parole ritenute “sgradevoli” dal nostro corretture automaticonota con la quale il noto scrittore e storico caiatino

 Nicola Santacroce rende noto, non senza livore, di essere stato prima querelato (per diffamazione) e poi scagionato, a quanto è dato intendere, per aver esternato il desiderio di donare la propria biblioteca…

CAIAZZO DEVE SAPERE

Il 26 luglio 2022, giorno della festività di Sant’Anna, fui contattato dai Carabinieri di Ruviano, i quali mi comunicarono che era stata presentata alla Procura della Repubblica una querela contro di me.

Accompagnato dal mio avvocato, mi presentai subito in Caserma e appresi con grande sconcerto i motivi della querela.

Il reato imputatomi era di aver diffamato Ida Sorbo e Stefano Giaquinto nel momento in cui dichiaravo nella lettera del 24 settembre 2021, indirizzata al Presidente dell’Associazione Storica del Medio Volturno, la mia volontà a donare i libri della mia biblioteca a quel sodalizio.

Nella lettera io avrei riportato di aver chiesto al Comune di Caiazzo una libreria e mi sarei rivolto personalmente a Giaquinto per tale richiesta. Niente di più falso! Tutto inventato ad arte per farmi del male.

In detta missiva avevo semplicemente scritto che la libreria era stata richiesta dall’Associazione Storica del Caiatino e che, alla stessa, Stefano Giaquinto aveva fatto rispondere, tramite la delegata alla cultura, Ida Sorbo, figlia dell’ex sindaco che aveva fondato la Biblioteca comunale, che il Comune non disponeva di fondi.

Tengo a precisare che non avevo alcun titolo per chiedere personalmente l’acquisto di una libreria, in quanto non ero più socio dell’Associazione, ed anche se lo fossi stato, non mi sarei mai permesso di scavalcare la Presidenza, comportamento corretto che ho sempre mantenuto per oltre un quarto di secolo, quando ho ricoperto la doppia carica di tesoriere e bibliotecario.

Invece avevo semplicemente sollecitato oralmente la Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino a chiedere al Comune l’acquisto di una libreria.

La cosa avvenne poi con lettera del 18 dicembre 2018. La richiesta era motivata dal fatto che la biblioteca dell’Associazione Storica era stata data in gestione al Comune all’atto della fondazione della Biblioteca comunale.

La richiesta di una libreria era dovuta ad una precisa necessità: in sede erano arrivati nel frattempo numerosi volumi da me procurati che meritavano una giusta collocazione, che ne avrebbe consentito la fruizione.

Mi sarei aspettato che da parte di Ida Sorbo ci sarebbe stato un minimo di sensibilità nel portare avanti l’istanza, non solo perché delegata alla cultura, ma anche perché figlia di chi aveva istituito la Biblioteca comunale e prima ancora era stato tra i fondatori dell’Associazione Storica del Caiatino, oltre a ricoprirne la carica di presidente.

Invece si preferì fare due murales, che pare siano costati a noi cittadini ben 8.000 euro.

Ed ora vengo alle considerazioni.

Dietro questa brutta storia c’è stata la regia dell’Intoccabile, il quale accecato da odio verso di me, di cui ignoro le motivazioni, e dal sadico piacere di farmi del male, si è affrettato a sollecitare Ida Sorbo e Stefano Giaquinto affinché mi querelassero.

Questi non aspettava altra occasione per farmela pagare, perché evidentemente dichiarato non suo elettore. Così entrambi sono corsi a Ruviano per querelarmi, manifestando tutta la loro MESCHINITÀ.

Mai un sindaco è arrivato a tanto!

Quarant’anni di impegno civile mi sono stati ripagati nel modo più VILE. Non ho mai preteso premi o attestati, come quando mi recai più volte a Roma a mie spese per recuperare i libri appartenuti al prof. Michelangelo de Pertis per la Biblioteca comunale, oltre quelli raccolti e selezionati nella Casina de Pertis.

E poi recuperai libri in un garage di Caserta appartenuti alla illustre famiglia Iadone di Dragoni, che hanno incrementato la biblioteca dell’Associazione Storica, ma depositati nella Biblioteca Comunale, come tutti i libri del sodalizio, e per questo fruibili da tutti.

Questi IGNOBILI “signori” avessero avuto almeno un minimo di accortezza e di rispetto per chi ha faticato volontariamente e tanto per Caiazzo!

La giustizia, in barba ai querelanti, il 24 gennaio 2023 ha disposto l’archiviazione del procedimento. I fatti si commentano da soli.

Ma non posso esimermi dal proseguire nelle considerazioni.

Caiazzo nella sua lunga storia amministrativa ha vantato sindaci dalle più disparate professioni (medici, veterinari, avvocati, la più frequente professione, notai, magistrati, agronomi), mai un geometra, anche se di questa categoria ci sono e ci sono stati dei professionisti caiatini di grande e non comune rispetto professionale e culturale.

Caiazzo ha avuto sindaci dello spessore di un Giuseppe Covelli, di un Ferdinando Foschi, di un Pietro Maturi (fondatore della Banca Mutua Popolare con sette filiali), di un Gioacchino Cautela (promotore assoluto della Ferrovia Alifana), di un Alfonso de Angelis (tra le altre cose istituì il premio scolastico e il mendicicomio per i poveri), di un Andrea de Angelis (diede corpo ai valori del Risorgimento con più manifestazioni ed atti concreti), di Bernardino e Stefano Bolognese (rispettivamente padre e figlio, quest’ultimo scienziato con importanti scoperte in fatto di medicina, oltre ad essere poliglotta), e di un Loreto Severino (magistrato, giurista, poeta e storico; che in qualità di presidente dell’INA CASA fece avere le case popolari), solo per citare i nomi più significativi.

Uomini che hanno profuso, come la storia personale di ognuno di essi ci ha dimostrato, tutte le loro energie finalizzate al bene e al progresso della nostra Caiazzo. Uomini istruiti e in alcuni casi colti, tanto da non aver bisogno che altri scrivessero per loro. Mai un familiare di questi illustri SINDACI ha preteso una strada o un largo con il proprio nome o un’epigrafe. Noblesse oblige!

Invece l’eccessiva autostima e il delirio di onnipotenza che ha Giaquinto di se stesso lo portarono anni orsono, ad affiggere due lapidi riportanti il suo nome: una per aver semplicemente cambiato Piazza Verdi in Piazza Santo Stefano e l’altra per aver realizzato la piazza a Cesarano. È arrivato finanche a richiedere una biografia per immagini: Gli anni di Stefano Giaquinto Sindaco, libro del quale non si conosce la tipografia che lo stampò e chi sostenne la spesa. Di questo Caiazzo aspetta spiegazioni.

Mai nella storia amministrativa caiatina un sindaco si è abbassato a querelare un cittadino e per di più per un motivo inesistente.

Conoscendo la sua indole, la meschinità non gli peserà sulla coscienza.

Stefano Giaquinto ancora una volta ha dimostrato di non essere un politico, perché i politici tentano in ogni modo di non inimicarsi i cittadini, anche quelli che gli stanno contro, trovando, all’occorrenza, sempre parole e modi concilianti. Lui invece ha fatto suo l’adagio di un vecchio signore che sosteneva il principio “chi non è con me è contro di me”.

Per non parlare della perdita della caserma dei Carabinieri. Istituita a Caiazzo nel 1807, grazie alle riforme napoleoniche come Gendarmeria, rimase con questo nome fino all’Unità d’Italia, quando cambiò in “Stazione dei Carabinieri di Caiazzo”.

Altre spiegazioni si attendono sulla infelice sorte del DECÓ.

Giaquinto deve il suo potere a chi lo sostiene e soprattutto a chi ha perso la memoria storica della propria famiglia.

Ed ora vengo al Giaquinto vendicatore.

Nella recente stesura del Piano Urbano Comunale, il cosiddetto PUC, una volta detto Piano Regolatore, lui ha fatto classificare “centro storico” via Cattabeni e il lato sinistro di via Latina, come mai era avvenuto negli anni passati. Per quanto riguarda quest’ultima strada non esiste una sola costruzione degna di essere considerata storica. Ovvero c’era in essa una volta l’antica caserma dei Carabinieri, ma sappiamo tutti la fine che ha fatto questo storico edificio.

In via Cattabeni, fatta eccezione per palazzo Ponsillo (già Faraone) e palazzo Maturi, le restanti abitazioni non sono minimamente classificabili storiche. La spiegazione di questo provvedimento sta nel fatto che in dette strade Giaquinto sembra non raccogliere voti.

Quindi la punizione sarebbe consistita nel far ricorrere ognuno ad una opposizione che solo un tecnico avrebbe potuto redigere.

Giaquinto postò non troppo tempo fa, con enorme soddisfazione, fotografie con Berlusconi e con Salvini. Il primo, in una intervista di poco precedente la guerra in Ucraina, definì Putin una persona “rispettosa degli altri”, “profondamente liberale”, “veramente democratico” e altre baggianate, cui era abituato l’ex cavaliere, tanto da renderlo fiero dell’amicizia che lo legava al sanguinario dittatore (il governo attuale, memore anche di queste dichiarazioni, gli sta dedicando un aeroporto di Milano e un francobollo).

Il secondo, invece, orgogliosamente indossò una T-shirt con impresso il volto di Putin, cosa che gli fu rinfacciata pubblicamente da un sindaco polacco in diretta televisiva.

Quindi Giaquinto si è identificato con questi soggetti, espressione della mala politica italiana.

Tra i due partiti ha scelto quello più conveniente per lui, la Lega, di cui Zinzi l’ha nominato vice-commissario provinciale, il partito che va contro il Meridione in tutti i modi.

Il partito che, tra l’altro, ha voluto l’autonomia differenziata e per questo va contro le Regioni del Sud.

A Giaquinto tutto questo non interessa pur di raggiungere i suoi scopi.

Il Comune di Caiazzo avrebbe debiti per milioni di euro, che hanno causato un aumento vertiginoso delle utenze. Caiazzo aspetta di sapere sempre da Giaquinto come sia stato possibile arrivare a debiti di tali proporzioni, che impoverisce i redditi familiari.

Tuttavia lui continua ad ostentare eleganza e benessere economico, guidando Mercedes di grosse cilindrate.

Oltre all’impoverimento economico, Caiazzo si è immiserita anche sotto l’aspetto sociale e culturale nel ventennio giaquintiano, basti vedere a chi sono state intestate alcune strade. Un paese abbandonato a se stesso, è giusto che sia stato candidato a “Capitale della cultura 2027”? Giaquinto ha idea di quali requisiti debba avere un Comune per pretendere una candidatura del genere? È mai stato in una delle città che se lo sono visto attribuire? Una autentica pagliacciata!

L’avete sentito sabato 9 novembre nel TG 3 nel presentare la candidatura di Caiazzo? Il tono era quello di aver imparato a memoria l’intervento, senza alcun riferimento alla città e al suo passato, al contrario degli altri SINDACI delle città candidate.

Richiamo alla vostra attenzione che il cameraman non ha fatto vedere quasi niente della nostra città. Le poche immagini riprendevano qualche edificio in alto. Chiedetevi il perché.

Poi la risposta è arrivata: Caiazzo non è tra le dieci finaliste. Una messa in scena per dimostrare che lui ha a cuore Caiazzo, tralasciando i problemi seri.

Non aggiungo altro, scusatemi se sono stato prolisso, oltretutto non potevo tacere su tanta VIGLIACCHERIA nei miei confronti.

Per ovvi motivi non ho potuto fare i nomi di tutti gli autori della MESCHINITÀ, tra cui quello del disturbato mentale che ha fatto pervenire a Caiazzo la notizia della mia donazione di libri.

Come pure, per ovvi motivi, non ho potuto soffermarmi su tutta la mala gestione comunale di Giaquinto, sulla quale sto raccogliendo da anni notizie, non escluse le esternazioni scritte non molto tempo fa all’indirizzo di una signora, in cui si evidenzia tutta la sua approssimazione scolastica.

Notizie che riporterò in un memoriale, allo scopo di evitare che qualche futuro, scellerato e poco istruito amministratore (ormai la strada è stata spianata) ignaro di tante nefandezze, proponga una via e magari un mezzo busto di marmo o di bronzo alla memoria di tanta INIQUITÀ.

Concludo esprimendo ai tre “compagni di merenda” tutto il mio disprezzo. Il resto non lo scrivo ma lo penso.

Chiedo scusa ai miei concittadini per il ritardo, che non è dipeso solo dalla mia volontà.

Caiazzo, 25 febbraio 2025 – Nicola Santacroce.

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