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morti

Incidenti sul lavoro. Anmil: “Cinque nuove vittime vanno ad allungare l’inaccettabile lista di morti”

In tragico incidente sul lavoro avvenuto a Casteldaccia, nel Palermitano, sono purtroppo cinque gli operai che hanno perso la vita. Un sesto è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Policlinico di Palermo, dopo essere stato intubato. Uno è illeso. Stavano effettuando lavori fognari per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo. I sette operai erano impegnati nella manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie per conto dell’Amap. Durante l’attività, alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, probabilmente a causa di un’intossicazione da idrogeno solforato, che può provocare irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento. Uno dei lavoratori è riuscito a dare l’allarme; gli altri sei sono rimasti intrappolati e sono svenuti a causa delle esalazioni. I soccorsi sono stati immediati grazie all’intervento dei Vigili del fuoco e dei sanitari del 118, che hanno cercato di rianimare i lavoratori sul posto. Purtroppo, per cinque di loro non c’è stato nulla da fare. Secondo notizie raccolte dall’Anmil, sei operai, dei sette coinvolti, erano dipendenti della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico (Palermo). La ditta lavorava su mandato della municipalizzata palermitana Amap che si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia. Un settimo operaio sarebbe un interinale dell’Amap.

“Non sappiamo come sia effettivamente accaduto, ma è un fatto che oggi cinque famiglie, inaspettatamente, non potranno più abbracciare un proprio caro il cui cuore si è fermato per esalazioni che sono state letali e per l’ennesima volta ci si chiede come sia potuto accadere”, dichiara il presidente nazionale dell’Anmil, Zoello Forni. “Ma quanto vale la vita di un lavoratore e quanto siamo disposti ad accettare che intere famiglie piangano e si trovino in gravi difficoltà a causa della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, quella che dovrebbe essere costituzionalmente garantita”, si chiede il presidente dell’Anmil. “La nostra Associazione si stringe alle famiglie dei cinque operai che oggi hanno perso la vita a Casteldaccia, l’ennesima tragedia che poteva essere evitata e che va ad allungare l’inaccettabile lista di morti sul lavoro e siamo pienamente partecipi al dolore dei loro familiari, ai quali già da ora l’Anmil offre la sua vicinanza e disponibilità – prosegue Forni – affinché siano loro riconosciute tutte le prestazioni a cui hanno diritto da parte dell’Inail, anche se nulla potrà mai compensare tale perdita”. Forni evidenzia: “Come Associazione di persone che hanno subìto direttamente o indirettamente le conseguenze di un incidente sul lavoro e di una malattia professionale, ben conosciamo la sofferenza di questi momenti, essendo invalidi del lavoro, orfani e vedove di vittime del lavoro e questo ennesimo triste evento ci dà modo di ricordare la gravità degli infortuni lavorativi, spesso neanche citati dalla stampa perché non così clamorosi, un fenomeno che non accenna a diminuire come confermano gli ultimi Open Data dell’Inail”.

(Foto ANSA/SIR)

In piena sintonia con il presidente nazionale Forni, il presidente dell’Anmil di Palermo, Salvatore Malaponti: “L’Anmil si stringe alle famiglie degli operai che hanno perso la vita nell’incidente. In questo momento c’è un disastro in cinque famiglie, è venuto meno il pilastro della famiglia, il sostegno economico, è come un sisma che ha raso al suolo una casa, ma dico di più: che ha lacerato la comunità intera.

Queste cinque nuove vittime vanno ad allungare l’inaccettabile lista di morti sul lavoro, dato incomprensibile: anziché mitigare, ridurre gli incidenti, ogni giorno contiamo nuovi infortuni e nuove vittime.

Quando vediamo un cantiere che non è in regola e non lo denunciamo stiamo ferendo una famiglia e tutto un territorio”.

Malaponti snocciola al Sir alcuni dati: “Nei primi tre mesi del 2024 in Sicilia sono stati denunciati 6.635 incidenti, con un aumento dello 0,8% rispetto al 2023. E 10 di questi infortuni sono stati mortali, un bilancio nei primi tre mesi dell’anno già molto pesante. L’Anmil si batte per la sicurezza nei luoghi di lavoro e crede molto nell’impatto che possono avere le testimonianze. Anche oggi sono appena tornato da Messina dove abbiamo organizzato una giornata sulla prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro, dove ho portato la mia testimonianza per far sì che i circa 80 ragazzi delle terze classi dell’istituto tecnico nautico Caio Duilio di Messina capissero l’importanza della prevenzione, che non deve interessare solo gli ambienti di lavoro: la cultura della prevenzione deve riguardare ogni nostra azione, ogni luogo, ogni momento della nostra vita. Infatti, sia la nostra vita sia il nostro corpo devono essere salvaguardati da qualsiasi rischio possa esserci sul territorio”.

Su quanto è successo a Casteldaccia, Malaponti non si sbilancia: “Le indagini riveleranno cosa è successo esattamente, ma è prematuro dire cosa è successo. Solo una cosa è evidente: anche se non sappiamo ancora di cosa si tratta, qualcosa non ha funzionato, se è successa l’immane tragedia di oggi. Noi abbiamo norme sulla sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro che partono dal 1956. Ci sono sempre state normative in Italia sulla sicurezza e siamo arrivati al testo unico del 2008, malgrado questo aumentano sempre i morti sul lavoro, significa che probabilmente i modelli di previsione contenute in queste normative non sono adeguati alle circostanze che possono accadere. Per questo le testimonianze, già nelle scuole, non solo superiori, ma anche elementari e medie, sono importanti perché possiamo insegnare la cultura della prevenzione nei lavoratori di domani in modo più incisivo rispetto all’oggi”.

Il presidente dell’Anmil di Palermo non ha dubbi: “Di fronte all’interminabile lista di morti, ci dobbiamo fermare a riflettere tutti, dalle aziende ai lavoratori, per capire come migliorare l’approccio al lavoro e fermare questa strage o anche infortuni che facciano perdere una parte del corpo al lavoratore. Morti e gravi infortunati incidono pesantemente sulle famiglie e sulla comunità.

Oggi è facile esprimere il cordoglio, bisogna invece impegnarsi per la salvaguardia della vita umana e delle famiglie. Altrimenti abbiamo perso una battaglia”.

Malaponti porta la sua testimonianza diretta: “Sono infortunato da 42 anni: ho perduto l’arte superiore destro a livello di scapolo-omerale nel 1982, avevo 17 anni e oggi ne ho 59. Facevo l’escavatorista: sono stato seppellito sotto sei metri di terra mentre stavo scavando un pozzo e nelle operazioni di recupero ho perso l’arto destro. Sono stato 70 giorni in ospedale, di cui 30 in prognosi riservato per una cancrena avanzata. Io vivo le difficoltà ogni giorno, come la mia famiglia di origine. Quando sento di morti o di incidenti gravissimi, rivivo quel momento tragico. Questa mia storia e la mia dimensione personale le metto a disposizione della comunità. Agli studenti di stamattina ho raccontato la mia storia, mettendoli in guardia dal pensiero dell’infallibilità. È pericoloso pensare che a noi non accadrà mai niente: quando a 17 anni mi sono calato in quel pozzo e non ho valutato il rischio a cui andavo incontro, ho avuto l’incidente, che è stato una strada di non ritorno, ha lasciato un segno indelebile. Ecco, ho detto ai ragazzi di non pensare di essere i Superman di turno, di sentirsi sempre sicuri di sì, perché ci sono variabili che non possiamo prevedere. Dobbiamo avere rispetto del nostro corpo, amarci un po’ di più”.

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Dal ‘Titanic’ al ‘Titan’ storia di una maledizione che almeno stavlta si sarebbe potuta evitare

Il sommergibile Titan è imploso a causa di «una catastrofica perdita di pressione». I suoi rottami sono stati localizzati sul fondo dell’oceano. I cinque passeggeri sono tutti morti.

Cinque uomini accomunati dal desiderio di vedere il Titanic.

Per i cinque passeggeri a bordo del Titan, su cui domenica scorsa si erano accesi i riflettori, non c’è stato nulla da fare.

Il sommergibile è imploso e l’oceano li ha inghiottiti al largo del continente americano. E’ così finita in tragedia l’esperienza dell’uomo d’affari pachistano Shahzada Dawood e di suo figlio Suleman, morti insieme al miliardario britannico Hamish Harding, al numero uno dell’azienda proprietaria dell’imbarcazione – la OceanGate Expeditions – Stockton Rush, e al pilota di sommergibili francese Paul-Henry Nargeolet.

L’imprenditore Shahzada Dawood aveva 48 anni e aveva voluto condividere questa esperienza con il figlio Suleman di 19.

Shazada Dawood era anche un cittadino maltese. Aveva infatti acquisito il passaporto nel 2016 grazie al controverso programma di vendita della cittadinanza introdotto nel 2014 dal governo della Valletta guidato da Joseph Muscat.

L’uomo era amministratore del Seti Institute, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla ricerca sulla vita e l’intelligenza nell’universo.

Il terzo passeggero a bordo del Titan era il milionario britannico Hamish Harding 58 anni.

Sono molte le curiosità circolate in questi giorni su di lui. Già presidente di Action Aviation, società specializzata nella compravendita di aeromobili, era stato anche un esploratore, con esperienza al Polo Sud. Un personaggio singolare non nuovo nel vivere esperienze al limite del possibile. Era infatti rinomato a livello mondiale per le sue imprese, come quella del 2021 quando si era recato nel punto più profondo della Fossa delle Marianne, ovviamente con un sottomarino. Lo scorso anno era andato nello spazio a bordo del quinto volo commerciale di Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos.

A bordo del Titan c’era anche l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet, 77 anni, nato a Chamonix.

Per un ventennio è stato nella Marina francese, fino al suo pensionamento, periodo in cui ha ricevuto il grado di comandante. Successivamente è entrato a far parte dell’Istituto francese per la ricerca e lo sfruttamento del mare. Era anche conosciuto come Mister Titanic perché aveva partecipato alla prima spedizione dopo il ritrovamento del transatlantico affondato nel 1912.

Il quinto passeggero era Stockton Rush, 61 anni, il patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del mezzo di cui ora rimangono solo i rottami nelle profondità dell’oceano.

Si era laureato alla Princeton University in ingegneria aerospaziale e aveva fondato la società di esplorazioni marittime nel 2009 proprio con l’obiettivo di far progredire la tecnologia dei sommergibil.

LA MALEDIZIONE  DEL TITANIC

La tentazione è invocare uno stereotipo: la “maledizione” del Titanic. Ma non esistono oscuri sortilegi, né in mare né in terra: dietro ogni disastro ci sono quasi sempre errori umani, guasti meccanici, disattenzioni. Allora bisogna parlare di un amaro destino che bussa due volte alla stessa porta. O di un’ossessione che, nata da una tragedia, finisce per ripeterla. Di certo è una straordinaria coincidenza: la moglie di uno dei cinque passeggeri a bordo del Titan è la pronipote di due dei passeggeri inabissatisi un secolo fa insieme al transatlantico. E non di due passeggeri qualunque del Titanic: due entrati nel mito, anche grazie al cinema, perché il film cult di James Cameron, quello che lanciò Leonardo DiCaprio e Kate Winslet nel ruolo dei protagonisti, riserva una delle scene più drammatiche proprio a questa coppia. Morta per avere rifiutato di salire sulle scialuppe di salvataggio.

Partiamo da Stockton Rush, il 61enne fondatore e amministratore delegato della OceanGate Expeditions, la compagnia che ha organizzato il viaggio nelle acque dell’Atlantico. Grande appassionato delle esplorazioni sotto i mari, in questa spedizione Rush fa da pilota, mettendosi al comando del Titan. Ebbene, ora si scopre che la sua consorte, Wendy Rush, anche lei appassionata del Titanic (ha partecipatoa tre spedizioni precedenti), direttrice delle comunicazioni della OceanGate, è una pro-pronipote, ossia figlia di un pronipote, di Isidor e Ida Straus, due passeggeri di prima classe che erano a bordo delTitanic quando la nave da crociera affondò, nel 1912, dopo avere colpito un iceberg. Gli Straus erano tra i più ricchi passeggeri a bordo del transatlantico. Isidor, insieme al fratello Nathan, aveva la proprietà dei famosi grandi magazzini Macy’s di New York, quelli che organizzano la grande parata annuale per Thanksgiving, la Festa del Ringraziamento. Alcuni dei sopravvissuti alla sciagura raccontarono di avere notato Isidor, perché rinunciava a salire su una scialuppa per lasciare posto a donne e bambini. Avrebbe lasciato il proprio posto anche alla moglie Ida, ma quest’ultima rifiutò a sua volta: «Non me ne vado senza di te». Testimoni li videro abbracciati, mentre la nave si inabissava.

Una storia che pare inventata, invece è vera e non poteva non finire in Titanic , il film kolossal del 1997 che vinse 11 Oscar. Per cui la storia di Isidor e Ida, i due ricchi vecchietti che rinunciano a salvarsi per fare posto a donne e bambini e vanno a fondo abbracciati, la conoscono quasi tutti. Certamente deve essere rimasta impressa nella mente della loro discendente Wendy, la quale ora si ritroverà a pensare che il Titanic le ha portato via il marito, oltre ai trisavoli. Ma vale anche l’opposto: che sia stata la perdita dei trisnonni a spingere di nuovo lei e il marito sulle tracce del transatlantico. La storia a volte si ripete. La prima volta in tragedia. E la seconda, in questo caso, pure.

(Enrico Franceschini – la Repubblica – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Sul lago Maggiore un battello pieno di turisti si è ribaltato ed è affondato, 2 morti e almeno 2 dispersi. Una ventina di persone ha raggiunto la riva a nuoto • Il Tar di Trento ha sospeso l’uccisione degli orsi Jj4 e Mj5 fino al 27 giugno





 

LUNEDì 29 MAGGIO 2023
Clamoroso
I genitori italiani postano sui social ogni anno, in media, trecento foto dei loro bambini. Quando questi bambini hanno raggiunto i dieci anni, le foto di ciascuno di loro, spesso con nomi e cognomi, messe a disposizione di pedofili, sequestratori, truffatori e malintenzionati in genere sono all’incirca mille [Giulio Isola, Foglio].In prima pagina
• Recep Tayyip Erdoğan è stato riconfermato per la terza volta presidente della Turchia. Ieri ha vinto le elezioni presidenziali in Turchia, con il 53,41% delle preferenze. Il suo avversario Kemal Kılıçdaroğlu s’è fermato al 46,59%
• Stati Uniti, il default è stato scongiurato. Sabato notte il presidente Joe Biden e lo speaker della Camera Kevin McCarthy hanno trovato un’intesa per evitare la bancarotta.
• Venezia s’è svegliata ieri con le acque del Canal Grande verde fluo. Il colore sarebbe dovuto a un tracciante che si usa nell’idraulica. Nessuna rivendicazione
• A Conselice la gigantesca chiazza d’acqua stagnate attorno allo stabilimento Unigrà è diventata quasi nera. Gli esperti dicono che non c’è pericolo
• Oggi l’allerta passerà da arancione a gialla. Riaprono le tratte ferroviarie Bologna-Ravenna e Bologna-Rimini. Restano chiuse 476 strade. Scende a 1.329 il numero delle persone sfollate
• Rai, dopo l’addio di Fazio e della Annunziata arriva il caso Barbareschi. Polemiche anche per la diretta di RaiNews comizio dei leader di centrodestra in sostegno al candidato sindaco di Catania. Per la prima volta un Papa è entrato in uno studio televisivo, quello di A sua immagine
• Ancora oggi si vota per i ballottaggi in 41 comuni, affluenza al 37,1%. Primo turno in Sicilia e Sardegna
• Ieri, giorno dell’anniversario della fondazione di Kiev, i russi hanno cercato di colpire la città con 54 droni, la contraerea ucraina dice di averne abbattuti 52. Bombe anche nell’oblast di Dnepropetrovsk, a Kharkiv e a Belgorod
• Lukašėnko sta male? Il presidente bielorusso è sparito dalla circolazione. Secondo l’opposizione sarebbe stato ricoverato in un ospedale di Mosca dopo un vertice a porte chiuse con Putin

• Sul lago Maggiore un battello pieno di turisti si è ribaltato ed è affondato, 2 morti e almeno 2 dispersi. Una ventina di persone ha raggiunto la riva a nuoto

• Il Tar di Trento ha sospeso l’uccisione degli orsi Jj4 e Mj5 fino al 27 giugno

• In Spagna s’è votato per rinnovare le assemblee di 12 dei 17 governi regionali, o Comunità autonome, 38 province e tutti i consigli comunali. Si profila una dura battuta d’arresto per il centrosinistra
• Cannes, per Rapito di Marco Bellocchio, Il Sol dell’avvenire di Nanni Moretti e La Chimera di Alice Rohrwacher nessun riconoscimento
• La Lazio ha sconfitto la Cremonese 3 a 2 e scavalca l’Inter in classifica, a Torino il Milan ha battuto la Juve, il Lecce ha battuto il Monza 1 a 0, vince, ed è salvo. Verona Empoli è finita 1 a 1, Bologna Napoli 2 a 2.
• Il 106° Giro d’Italia è stato vinto dallo sloveno Primoz Roglic. Ad aggiudicarsi la 21ª tappa, il britannico Mark Cavendish. L’italiano Jonathan Milan ha conquistato la maglia ciclamino
• Formula 1, Max Verstappen ha vinto il Gp di Monaco davanti ad Alonso e Ocon. Male le Ferrari

Titoli
Corriere della Sera: Lite sul Pnrr, l’Europa apre
la Repubblica: «Giù le mani dai giudici»
La Stampa: Corte dei Conti, meno poteri / «Un attacco alla democrazia»
Il Sole 24 Ore: Festival dell’Economia. A Siena, Ravenna e Trento benessere al top per fasce d’età
Il Messaggero: La Turchia riparte con Erdogan presidente
Il Giornale: Smentiti i gufi del Pnrr
Leggo: Ospedali, mancano 30 mila medici
Qn: I primi sei miliardi contro il dissesto
Il Fatto: «6 mila euro al mese alla lobbista per parlare con il ministro Urso»
Libero: Beffa sulle pensioni / Conti da rifare
La Verità: All’estero li arrestano, qui li chiamano attivisti
Il Mattino: Pnrr, alta tensione con la Ue
il Quotidiano del Sud: Le egemonie nazionali cancellano l’Europa
Domani: Non ci stiamo preparando alla prossima alluvione

IN TERZA PAGINA

La vera partita sono le Europee (M. Sorgi)
Le balle più spaziali della settimana (Travaglio)
La volta che intervistai un albero (Severgnini)
Erik Satie mangiava solo cibi bianchi (Cesari)
ChatGPT si inventa le cose di sana pianta (Gaggi)

IN QUARTA PAGINA

CONTRO LA DEMOCRAZIA
Lo storico Cardini dice la sua
di Francesco Rigatelli 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Maltempo: 9 morti, 13mila sfollati, 21 fiumi esondati, 35 comuni allagati, 250 frane, 300 millimetri di pioggia in 48 ore





GIOVEDì 18 MAGGIO 2023
Clamoroso
Nel primo trimestre del 2023 il consumo di maccheroni si è contratto del 10,7 per cento.In prima pagina

• Maltempo: 9 morti, 13mila sfollati, 21 fiumi esondati, 35 comuni allagati, 250 frane, 300 millimetri di pioggia in 48 ore

Maltempo, 9 morti e 13 mila sfollati

Il bilancio del maltempo si fa di ora in ora più tragico. In Emilia-Romagna si contano 9 morti, 13 mila sfollati, 21 fiumi esondati, 35 comuni allagati, 250 frane, 300 millimetri di pioggia in 48 ore. Una quantità di pioggia, dicono gli scienziati, mai vista da due secoli. Tutti i numeri sembrano destinati a salire. Alcune vittime sono rimaste intrappolate nei piani bassi delle case e nelle automobili. Altre sono state travolte da frane e da piene. Una donna di Ronta di Cesena è stata ritrovata sulla spiaggia di Cesenatico, il Savio in piena ha trascinato il cadavere per venti chilometri in poche ore. In diverse città alcune zone sono raggiungibili solo con la barca. Sono finiti sott’acqua Faenza, una parte di Cesena, una parte di Forlì e molti altri centri abitati. Nel bolognese il ponte della Motta è crollato. Alcuni tratti della A14 sono stati chiusi perché allagati. Treni praticamente fuori uso. L’emergenza non è finita: anche per oggi sarà in vigore su tutta l’area l’allerta rossa. Nel fine settimana sono previste piogge deboli, ma da lunedì potrebbero intensificarsi di nuovo. Intanto per decisione degli organizzatori è stato annullato il Gran premio di Imola di F1. Si dovrebbe invece svolgere regolarmente a Ferrara il concerto di Bruce Springsteen.

Scrive l’Ansa: «Sono complessivamente impegnate nell’emergenza maltempo circa 750 vigili del fuoco (di cui quasi 300 nella provincia di Forlì), fra le quali si contano circa 55 unità per il coordinamento degli interventi, 240 soccorritori acquatici, 20 unità specialistiche speleo-alpino fluviali, 65 esperti nelle unità di pompaggio e 15 sommozzatori. Sono 64 i moduli operativi arrivati da fuori regione (tutte tranne le isole), per un totale di 400 unità. Dei 250 mezzi al momento impiegati nei luoghi colpiti, sono presenti 25 piccoli natanti e 4 anfibi, nonché 10 mezzi di pompaggio. Ci sono poi 5 elicotteri con 25 unità specialistiche e 10 droni attivi in Emilia Romagna da stasera, con 15 unità specialistiche. Il maltempo non ne aveva consentito finora l’utilizzo».

 

 

 

• Emergenza maltempo, Giorgia Meloni, in volo dall’Islanda al Giappone, approfitta di uno scalo in Alaska per collegarsi con la riunione della Protezione civile
• Al G7 di Hiroshima la Meloni e Biden parleranno della Via della Seta (l’America ci concede più tempo, per evitare ritorsioni cinesi, ma l’abbandono del memorandum d’intesa è giudicato «non-negoziabile»);
• I ben informati non escludono che Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele dal 5 aprile, possa essere dimesso domani o nel fine settimana
• La madonnina di Trevignano piange in diretta da Barbara D’Urso. La foto divenuta virale
• Il piccolo Enea ha trovato una famiglia. D’ora in avanti avrà un altro nome, una nuova data di nascita, generalità diverse dalle sue
• Sommossa nel carcere di Avellino, detenuti in rivolta, armati di mazze e olio bollente
• Per rifornire l’Ucraina di F-16, come proposto da Gran Bretagna e Olanda, serve l’approvazione degli americani
• Ieri l’inviato cinese Li Hui è arrivato a Kiev per trovare «una soluzione politica alla crisi». Il ministro degli Esteri Kuleba ha ribadito che la sovranità territoriale dell’Ucraina deve essere garantita
• A New York, Harry e Megan sono stati braccati dai paparazzi, due ore di inseguimento. Nessun ferito
• Sarkozy, ex presidente francese, è stato condannato in appello a 3 anni per corruzione e traffico d’influenze. Pronto il ricorso
• I golpisti tedeschi alla sbarra a Coblenza. Volevano istaurare il IV Reich
• Sciopero del comparto aereo, 200 voli cancellati
• Almodóvar porta a Cannes la storia di due cowboy gay
• La finale di Champions sarà Inter – Manchester City. Gli inglesi di Guardiola hanno battuto il Real 4 a 0
• Il tedesco Pascal Ackermann ha vinto in volata la decima tappa del Giro d’Italia battendo al fotofinish Jonathan Milan. Il britannico Geraint Thomas conserva la maglia rosa
• Internazionali di Tennis a Roma, Djokovic eliminato
• L’Itas Trento ha vinto lo scudetto di pallavolo

Titoli
Corriere della Sera: Morti e sfollati, come un terremoto
la Repubblica: Sott’acqua
La Stampa: Romagna Nostra
Il Sole 24 Ore: Brevetti, Milano perde il tribunale
Avvenire: Emilia Romagna travolta da pioggia e straripamenti
Il Messaggero: Affogati nel fango
Il Giornale: Romagna nostra
Leggo: Travolti dall’acqua
Il Fatto: Il Partito del Cemento uccide
Libero: Sott’acqua il modello Pd
Il Mattino: Sepolti dall’acqua
il Quotidiano del Sud: Falsa autonomia, crescita vera
il manifesto: Tempo scaduto
Domani: L’Italia di nuovo sott’acqua / Fra siccità, alluvioni e la prevenzione che non c’è

IN TERZA PAGINA

Contro l’indignazione a vanvera (Travaglio)
Gli americani indebitati come non mai (Longo)
Il potere di Putin scricchiola (Fubini)
Sono andato a vedere il derby (Cazzullo)
Il segreto che John Ford confidò a Steven Spielberg (Grasso)

IN QUARTA PAGINA

LA VITA (ANZI, LE VITE) DI
EDWIGE FENECH
Da profuga a modella; dai film erotici ai film d’autore; divorziata a 17 anni e ragazza madre a 19; signora della Roma bene quando è stata compagna di Luca di Montezemolo; «esule» in Portogallo dal 2015 e ora di nuovo al cinema con Pupi Avati
di Candida Morvillo

 

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R.D. Congo, 400 morti e 4.300 dispersi nelle alluvioni. Caritas: “Popolazione abbandonata e senza aiuti, manca tutto”

Dove prima c’era la vita ora si vede solo una distesa di sabbia e pietre che ha sepolto interi villaggi. Ed enormi fosse comuni dove vengono accatastati i corpi delle vittime, in sacchi mortuari grigi o azzurri. Intorno una popolazione traumatizzata e attonita. Le vittime finora accertate sono 400 ma nelle ultime ore, secondo alcune stime della società civile locale, si parla di almeno 4300 dispersi. C’è pochissima speranza di riuscire a recuperarli. Intere famiglie sono morte, quasi tutti i sopravvissuti hanno perso qualche familiare. Per loro la sopravvivenza sarà durissima. Solo la Croce Rossa è arrivata sul posto ma manca tutto: cibo, farmaci, acqua potabile. E’ questa la situazione nei villaggi di Bushushu e Nyamukubi (zona di Kalehe), nella travagliata regione del Sud Kivu, nella Repubblica democratica del Congo. Nel tardo pomeriggio di giovedì 4 maggio ha iniziato a piovere come accade in questa stagione. Ma le piogge torrenziali erano più forti del solito e hanno causato lo straripamento dei tre fiumi della zona, oltre a frane e smottamenti. Il territorio dove è accaduto il disastro è sulle rive del lago Kivu, dove si erano rifugiati nel 2004 civili in fuga dai massacri delle milizie paramilitari Interahamwe. Sono state costruite abitazioni precarie in zone a rischio, sul fianco di una collina. Il villaggio di Bushushu è a 70 km a nord di Bukavu, sulla Route nationale n.2 che collega Bukavu a Goma. Ieri, 8 luglio, in tutto il Paese è stata proclamata una giornata di lutto nazionale.


“Caritas Bukavu è già sul campo e sta facendo una prima evacuazione degli sfollati e cercando di portare i primi soccorsi”, racconta al Sir Boniface Nakwagelewi ata-Deagbo, direttore di Caritas R.D. Congo, che conferma le stime ufficiali ma avverte: “Il bilancio finale sarà sicuramente di migliaia di persone morte.

Anche le parrocchie della zona sono vittime delle inondazioni. Ci saranno morti tra preti, catechisti, insegnanti, preti”.


“La gente nei villaggi è traumatizzata – racconta -. La maggior parte ha perso familiari, figli, ci sono bambini senza genitori. Le case sono tutte sepolte, le persone non possiedono più nulla. Abbiamo chiesto di coordinarci con altre realtà sul campo per una evacuazione coordinata”.

La tragedia nella tragedia è che, a parte la Croce Rossa e Medici senza frontiere, non sono presenti corpi di soccorso e aiuti umanitari organizzati. Msf ha accolto nell’ospedale 16 feriti gravi provenienti dal villaggio di Nyamakubi in battello e donato sacchi mortuari al centro di salute di Bushushu.

foto dai social (J.Kabumba)

“La popolazione è abbandonata alla propria sorte.

Manca tutto: cibo, farmaci, acqua, fino a ieri non era ancora arrivato niente”,

denuncia il direttore di Caritas R.D. Congo, pronta a lanciare un appello ai partner per sostenere Caritas Bukavu nel suo lavoro. “Bisogna aiutare i sopravvissuti e fare in modo che non muoiano a causa della mancanza di aiuti”, rincara il responsabile della Caritas nazionale. “Non sarà facile perché ci sono molti problemi nel nostro Paese, tra cui la guerra con il movimento M23 nel Sud Kivu e inondazioni in altri territori. Sarà una grande sfida”.



Non è la prima volta che accadono eventi di questo tipo. Nel 2014 e anche due anni fa c’è stato un disastro simile in quelle zone. “Anche se già accaduto, il fenomeno è aggravato dal cambiamento climatico e dalla presenza di costruzioni abusive in zone dove non si potrebbe costruire”, conclude.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Castellucci, chiesti 10 anni per i morti del viadotto





Castellucci, chiesti 10 anni per i morti del viadotto

DI VINCENZO IURILLO
5 MAGGIO 2023

Dieci anni di condanna per l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci: è una delle richieste della Procura Generale di Napoli formulate nella requisitoria del processo d’Appello per i 40 morti del viadotto Acqualonga (Avellino). Era il 28 luglio 2013: un bus turistico ruppe i freni e precipitò nel vuoto dopo aver abbattuto barriere dai tirafondi marciti.

Il sostituto Pg Stefania Buda ha chiesto le condanne per Castellucci e per tutti i dirigenti Aspi assolti in primo grado, rinnovando senza modifiche le richieste di condanna della procura di Avellino risalenti all’ottobre del 2018. Il processo si concluse nel gennaio successivo con una sentenza articolata che sancì la responsabilità penale del proprietario del bus e di chi falsamente ne attestò la revisione, nonché di sei dirigenti Aspi del Sesto Tronco Autostradale, che ha in gestione quel viadotto, e l’assoluzione, oltre a quella di Castellucci, dell’ex condirettore di Aspi Mollo e dei dirigenti Fornaci, Sorrentino, Maietta e Perna.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Sudan: centinaia di morti. Tra fuochi incrociati la “grande fuga” degli occidentali

Decimo giorno di terrore, bombe e morte in Sudan. Mentre i civili sudanesi attendono il rispetto di un “cessate il fuoco” asserragliati in casa, si allunga la lista dei Paesi che stanno evacuando i propri connazionali dalla capitale in fiamme.

Gli occidentali se ne vanno. Stati Uniti e Regno Unito hanno annunciato di avere già portato fuori dal Paese i loro diplomatici: le autorità americane hanno messo in salvo poco meno di 100 connazionali facendoli salire a bordo di tre elicotteri Chinook, come riferisce la Bbc. Francia, Germania, Italia e Spagna hanno in parte già evacuato molti funzionari propri e delle Nazioni Unite, cooperanti e altri connazionali che lavorano nel Paese africano, dal 15 aprile improvvisamente sotto le bombe dei due generali rivali. La Svizzera ha chiuso la propria ambasciata a Khartoum. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha definito con un tweet le evacuazioni “complesse ma rapide”.

Chi parte e chi rimane. La guerra in corso resta, secondo gli analisti, una “power struggle”, ossia una lotta per il potere tra due leader rivali: il popolo è fuori dagli schieramenti, intrappolato tra le bombe, ostaggio di una drammatica lotta per la conquista della supremazia e della leadership militare. L’evacuazione di massa degli “expat”, ossia tutti coloro che lavorano e vivono in Sudan (e non hanno avuto modo di anticipare lo scoppio del conflitto), sta avvenendo tramite le aviazioni militari dei diversi Paesi di provenienza, e prosegue anche in queste ore, sebbene il pericolo sia molto elevato. La Farnesina ha fatto sapere di essere impegnata nel mettere in salvo su aerei militari tutti quegli italiani che “hanno accettato” di lasciare il Sudan. Tra di loro c’è anche un missionario comboniano molto anziano, ma gli altri padri comboniani hanno deciso di non lasciare il Paese.

Una bomba sulla chiesa. Fonti vicine ai missionari fanno sapere che ieri una bomba ha colpito la chiesa parrocchiale del quartiere di Bhari, sempre nella capitale, dove sorge l’abitazione dei comboniani, e i missionari hanno deciso di abbandonare Khartoum, ma di non lasciare il Sudan. Questa circostanza drammatica “li ha convinti a trasferirsi in un’altra località del Paese”, ha detto la fonte di Popoli e Missione. Questo luogo di rifugio sembra per ora fuori dall’epicentro della guerra. Il conflitto a fuoco tra il generale Abdel Burhan, e i paramilitari delle Rapid Support Forces, guidati dal generale Degalo, detto Hemedti, ha già provocato centinaia di morti e migliaia di feriti tra i civili. Ogni cessate il fuoco è stato violato.

Popolazione allo stremo. Il problema maggiore adesso è per chi resta: impossibili gli approvvigionamenti di cibo e acqua per i sudanesi da nove giorni chiusi in casa, con temperature record che raggiungono anche i 40 gradi. Due giorni fa le immagini satellitari hanno mostrato il mercato di un campo profughi del Darfur andato in fiamme. Le cifre relative ai morti sono però discordanti: Margareth Harris, portavoce dell’Oms, organizzazione mondiale della sanità, ha dichiarato che le vittime sono 413, ma nei giorni scorsi si parlava già di oltre 600 morti. Per i civili sudanesi non è stato predisposto al momento alcun ponte aereo: a rischiare sono soprattutto coloro che abitano a Khartoum ma l’intero Paese è in guerra, poiché le regioni del Darfur e del Kordofan sono colpite dal fuoco incrociato. Il dramma più grande è per quanti vivono nei campi profughi del Darfur, già vulnerabili e senza protezione.

*redazione Popoli e Missione

 

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Lunedì dell’Angelo: l’oscurità è frantumata

Al mattino si legge nel Vangelo di Luca. Non è un mattino qualsiasi quello che si sta aprendo dinanzi alle donne.

Tre donne all’alba che si dirigono verso una tomba. Quale il loro stato d’animo?

Boris Pasternak, che vede tutto con gli occhi del poeta credente, ne coglie il dolore, lo sgomento forse anche l’inquietudine:

Quanta oscurità notturna, ovunque.
C’è una tale luce antelucana sulla terra
che dal crocicchio fino all’ultimo cantuccio
la piazzetta si è distesa chi sa per quanto tempo,
alle prime luci, ai primi tepori
ancora ci vuole un millennio.

Oscurità di fuori, nel creato, oscurità di dentro, nel profondo sentire di Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo e anche le altre.

L’esperienza terribile vissuta ben poche ore prima si è incisa in loro. Se portano gli aromi che avevano preparato, è ben chiaro che si attendevano di trovare un cadavere cui dare degna sepoltura. Un cadavere. Non portavano una veste nuova, abbagliante, per Colui che attendevano Risorto.

Ma il libro della vita è giunto alla pagina
più preziosa d’ogni cosa sacra;
Ora deve compiersi ciò che fu scritto,
lascia dunque che si compia. Amen.

Eppure Gesù, il Nazareno, lo avevano seguito, in Lui aveva creduto e prestato fiducia.

Non possiamo negare che il loro stato d’animo non sia stato o sia ancora oggi il nostro. Ci abbandoniamo ad una realtà indiscutibile, fin che si vuole, ma di cui abbiamo smarrito il nocciolo profondo, quello trascendentale che muta la storia.

Ancora il poeta:

Il corso dei secoli, lo vedi, è come una parabola
e può prendere fuoco in piena corsa.
In nome della sua terribile grandezza
scenderò nella bara fra volontari tormenti.

Sceso certamente, volontari i tormenti. E allora

Chiuso e sigillato in un sepolcro. Certo ma non barricato:

La morte si potrà sconfiggere
Con lo sforzo della resurrezione.

Lo ricordavano le donne almeno come un remoto e silente richiamo? Quegli aromi non ci confermano che non ricordavano e stavano per andare incontro ad un cadavere?

La paura le scuote dal torpore della memoria, inchiodata dai chiodi sanguinanti del Morente. Immobilizzate, paralizzate.

La parola che irrompe, risveglia il ricordo delle parole: è una molla, uno scatto che fa riconoscere.Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno.

L’annuncio di Gesù era stato nitido:

Scenderò nella bara

Il dolore lancinante, la sconfitta, la relazione distrutta per sempre dal potere assoluto della morte, gettava fango nel loro animo e sommergeva tutto e soprattutto sommergeva Lui, Gesù.

Eppure aveva detto anche:

e il terzo giorno risorgerò.

L’interrogativo e le parole degli uomini in vesti sfolgoranti ridanno vita e coraggio

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

Ora le donne rivivono, gli aromi non contano più, non servono ad un Vivo, a Colui che è Risorto.

È il momento in cui la storia del cosmo, del nostro pianeta, dell’universo intero, muta di segno, tutto esce dalle tenebre:

Scenderò nella bara e il terzo giorno risorgerò
e, come le zattere discendono i fiumi,
in giudizio da me, come chiatte in carovana,
affluiranno i secoli dall’oscurità.

L’oscurità è frantumata, trapassata dalla Luce, dall’energia che emana dal Risorto. Qui la chiave di volta di ogni esistenza: la delusione di un progetto fallito e su cui è sceso un masso che rifiuta di ricordare, di riportare in vita le Sue Parole.

Siamo così, noi umani. Il masso grava e siamo incapaci di vedere, di riconoscere. Abbiamo bisogno di uscire dall’oscurità, risvegliati dall’annuncio: Ed esse si ricordarono delle sue parole.

Gioia vera che dimostra la sua autenticità perché non si crogiola e gode nel proprio microcosmo ma si scopre investita da uno slancio dapprima inesistente e, probabilmente, mai creduto possibile: tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.

Queste donne hanno smosso i secoli, stanno guidando le carovane, stanno al nostro fianco e sorreggono i nostri passi che, forse, si stanno dirigendo ancora al sepolcro mentre dovrebbe avere ai piedi le ali infuocate dell’annuncio:

Egli è il Risorto.

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LA SPREMUTA DEI GIORNALI DI GIORGIO DELL’ARTI

Clamoroso
Numero di referendum su cui gli Stati Uniti sono chiamati a votare oggi: 124.
Oltre al voto sulla presidenza, sulla Camera, su un terzo del Senato, su undici governatori e su cinquemila seggi relativi ai parlamenti locali.

In prima pagina
• Il presidente degli Stati Uniti ancora non c’è: alle 6 di stamattina (ora italiana) né Trump né Biden avevano conquistato 270 grandi elettori. Gli stati chiave sono Michigan, Wisconsin e Pennsylvania che spoglieranno i voti posta forse addirittura fino a venerdì.
• Il Dpcm che entrerà in vigore da domani imporrà il coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5, la didattica a distanza al 100% per le superiori, la chiusura dei centri commerciali nel weekend. Il decreto prevede regole diverse per aree, denominate rosse, arancioni e verdi
• Ieri in Italia 28.244 nuovi casi con 182.287 tamponi. Il tasso di positività scende al 15,5% dal 16,4 di lunedì. I morti sono 353, (mai così tanti dal 6 maggio), un terzo in Lombardia
• Con i 207 ricoverati in più di ieri, è stata superata la soglia critica delle terapie intensive: il 31% dei posti sono occupati
• Il cardinale Bassetti, presidente della Cei, è in terapia intensiva
• Allarme dal Gemelli: «Stiamo per fallire»
• L’Europa ha superato gli 11 milioni di contagi. La Francia torna a trasferire i malati in Germania. In Corea del Nord 10.462 test e zero positivi
• L’attacco terroristico di Vienna sarebbe stato opera di una sola persona. L’ha detto il ministro dell’Interno austriaco. L’attentatore ucciso dalla polizia si chiama Fejzulai Kujtim, ha 20 anni, origini macedoni, cresciuto in Austria. L’Isis ha rivendicato l’azione. L’Italia ha deciso di intensificare i controlli alle frontiere
• La Cassazione conferma la condanna a sei anni e mezzo per Denis Verdini. L’ex senatore si è costituito ed è stato rinchiuso nel carcere di Rebibbia
• Una rapina in banca a Milano è finita con i ladri in fuga con il bottino
dalle fogne
• Ieri era il primo giorno in cui si poteva fare richiesta per il bonus mobilità. E ci sono stati enormi problemi, il sito è andato in tilt
• Il vicario del vescovo di Macerata, don Andrea Leonesi, durante un’omelia ha detto che «l’aborto è più grave di un atto di pedofilia»
• Il gruppo ultranazionalista turco dei Lupi grigi diventerà illegale in Francia
• Alassane Ouattara è stato eletto presidente della Costa d’Avorio per la terza volta
• Maradona rimane ricoverato ma sta meglio e non è in pericolo di vita, assicura il suo medico personale, che parla di un forte «stress emotivo»
• L’ex stella del Manchester United Ryan Giggs è stato arrestato per violenza domestica (botte alla compagna)
• La Procura della Figc ha aperto un’inchiesta sulla Lazio per eventuali violazioni al protocollo Covid nella gestione dei tamponi ai giocatori

Titoli
Corriere della Sera: Battaglia negli Stati in bilico
la Repubblica: Referendum sull’America
La Stampa: Coprifuoco dalle 22 alle 5 Il Nord Ovest è zona rossa
Il Sole 24 Ore: Covid, chiusure e 1,5 miliardi di aiuti
Avvenire: Il lockdown si fa a strati
Il Messaggero: Chiusure e coprifuoco alle 22
Leggo: Zone rosse in lockdown
Il Giornale: Un virus, tre Italie
Qn: La lista delle regioni rosse (di rabbia)
Il Fatto: Regioni sediziose: “Potere di veto”
Libero: Abolita la libertà
La Verità: A letto alle 22. E senza cena
Il Mattino: Campania i ristoranti e i bar verso lo stop
il Quotidiano del Sud: Doppiogiochisti
il manifesto: La sottile linea rossa
Domani: Trincee, chat e carcere Così l’Isis ha formato i soldati anche in Italia

RUBRICA ACI A CURA DEL DIR. M. PERRETTA: GLI INCIDENTI IN ITALIA NEL 2019

Roma, 8 ottobre 2020 – ACI: GLI INCIDENTI STRADALI 2019

NELLE 106 PROVINCE ITALIANE

vittime della strada

male: VENEZIA (+20), MODENA E FORLI-CESENA (+18)

bene: GENOVA (-45) ROMA e FIRENZE (-22), SONDRIO (-16) e SUD SARDEGNA (-15)

obiettivo europeo 2020 raggiunto in 5 PROVINCE: AOSTA, BARLETTA-ANDRIA-TRANI, GROSSETO, PORDENONE E SONDRIO

indice mortalit� pi� alto:

CAMPOBASSO, CROTONE, VIBO VALENTIA, NUORO, CASERTA, VERCELLI, CATANZARO E COSENZA

indice mortalit� pi� basso:

GENOVA, MILANO, FIRENZE, MONZA, SAVONA E LA SPEZIA

costi sociali:

male: ROMA (1.326 mln �) e MILANO (1.073 mln �)

bene: ISERNIA, ENNA, ORISTANO, VIBO VALENTIA E AOSTA (inferiori a 30 mln �)

Nel 2019, sulle strade italiane, si sono registrati 172.183 incidenti con lesioni a persone, che hanno causato 3.173 decessi e 241.384 feriti. In media, rispettivamente, 472 incidenti, 9 morti e 661 feriti ogni giorno.

Le statistiche provinciali, elaborate da ACI e Istat, mostrano una situazione molto diversa a livello territoriale con 43 province nelle quali il numero di decessi � aumentato rispetto allo scorso anno. Venezia (+20), Modena e Forl�-Cesena (+18) quelle con gli incrementi maggiori, di conseguenza anche le regioni Emilia-Romagna (+36) e Veneto (+25), seguite dalla Campania (+17).

Risultati di gran lunga migliori a Genova (-45 decessi), seguono Roma e Firenze (-22),Sondrio (-16) e Sud Sardegna (-15). Sette le Regioni che hanno totalizzato un decremento apprezzabile: Liguria (-60), Lombardia (-45), Lazio (-43), Sardegna (-34), Toscana (-30), Calabria (-23) e Piemonte (-19).

Cinque province hanno raggiunto l’obiettivo EU 2020

Mentre nel nostro Paese, nel decennio che sta per concludersi, il numero dei decessi per incidente stradale � diminuito – in media – ‘solo’ del 23%, 5 province hanno gi� raggiunto l’obiettivo 2020, (Aosta, Barletta-Andria-Trani, Grosseto, Pordenone e Sondrio), mentre 11 hanno fatto registrare una diminuzione di mortalit� superiore al 40%.

Il periodo di lockdown imposto nel 2020 ha visto un crollo dell’incidentalit� per alcuni mesi con punte fino a -80% che, sulla base dei primi dati provvisori della Polizia Stradale, si riflette alla fine del mese di settembre in una diminuzione di incidentalit� e mortalit� pari a circa il 30%.

Dal 2010 al 2019, complessivamente, si sono verificati 6.035 decessi in meno a causa di incidente stradale, distribuiti diversamente sul territorio nazionale. Venti le province, per�, nelle quali il numero dei morti � aumentato rispetto al 2010: Chieti, Cosenza, Avellino, Piacenza, Gorizia, Imperia, Savona, Brescia, Como, Lodi, Macerata, Isernia, Asti, Bari, Enna, Ragusa, Trapani, Bolzano, Trento, Belluno.

Indice di mortalit�

luca vestini In 8 province, quasi tutte al Sud, l’indice di mortalit� – morti per 100 incidenti – � risultato pi� che doppio rispetto al valore medio nazionale (pari a 1,84): Campobasso (5,56), Crotone (4,98), Vibo Valentia (4,62), Nuoro (4,57), Caserta (4,43), Vercelli (4,30), Catanzaro (4,18), Cosenza (4,12), Benevento (3,78) e Isernia (3,77).

Genova, Milano, Firenze, Monza, Savona e La Spezia, viceversa, sono le province in cui gli incidenti risultano meno gravi. L’indice di mortalit�, infatti, � inferiore ad 1 morto ogni 100 incidenti.

Costi sociali

I costi sociali sono proporzionali alla dimensione ed alla gravit� del fenomeno: Roma e Milano le province che incidono maggiormente sui costi sociali – rispettivamente 1.326 e 1.073 mln di euro, seguite da Torino e Napoli con 548 e 510 mln. Isernia, Enna, Oristano, Vibo Valentia e Aosta, quelle che pesano di meno sul totale nazionale, tutte con cifre inferiori ai 30 mln di euro.