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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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miracolo

Caiazzo. Sant’Anna e san Pantaleone. Processione e apprensione per il miracolo (scioglimento del sangue)

La comunità ecclesiastica caiatina guidata da don Antonio Di Lorenzo si appresta a celebrare i  festeggiamenti liturgici in onore di sant’Anna che nella serata di venerdì 26 luglio culmineranno con la solenne processssione per le strade e vicoli del centro, nel rispetto del tradizionale itinerario, e la suppa alla santa, dopo il novenario celebrato nella cattedrale.

É però innegabile che l’apprensione dei fedeli sia concentrata sul successivo ricordo di san Pantaleone, ricordato dalla chiesa il 27 luglio, giorno del trapasso del santo (risalente all’anno 305 d C.), ricordato dal fedeli in particolare per lo scioglimento del sangue, comprovato, anche se in tempi non recentissimi, ed ovviamente invocato anche quest’anno.

Ricordiamo che nella stessa cattedrale è custodita una preziosa ampolla contenente alcune gocce del sangue di san Pantaleone e una storica bolla episcopale atta a comprovarne l’autenticità; analoghe ampolle sono custodite in altre chiese, italiane (in particolare nel duomo di Ravello, in provincia di Salerno) e mondiali.

A prescindere dall’esito, sabato 27 luglio l’ampolla sarà esposta al culto dei fedeli nel corso ed al termine della santa messa vespertina.

(News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Napoli. ‘Miracolo a Bagnoli’, Gianni Lepre: ‘Polo Tecnlogocio Ambientale: concept che punta a ricerca e innovazione’

La Bagnoli dei miracoli sembrava destinata ad essere solo un ricordo, considerato il flop bonifica dell’ex Italsider, e la rimozione fantasma della colmata a mare che tante polemiche politiche e istituzionali ha generato negli ultimi 20 anni. 

Nonostante ciò, quasi in sordina, proprio nel quartiere di Bagnoli si verificherà un mezzo miracolo.

Ovviamente “miracoli” per modo di dire, anche in considerazione del fatto che per decenni si sono realizzate operazioni di bonifica e impiantate alcune strutture, come il Parco dello Sport, rimaste poi di fatto inutilizzate.

Ora, invece, apre il cantiere di un piano imprenditoriale che risale al primo decennio del secolo: il Polo Tecnologico Ambientale.

L’idea era vincente, tanto da resistere a distanza di più di tre lustri” – commenta Gianni Lepre, economista e presidente della Commissione Reti e Distretti Produttivi di ODCEC Napoli. 

Il Green – ha poi continuato Lepre –  è ancora una strada maestra per l’impresa moderna e i promotori del Polo hanno contribuito a modernizzarne il concept, puntando sulla ricerca nei settori dell’energia e della sostenibilità. In questo però, e in attesa di approfondire i contenuti, l’auspicio di tutti è che l’investimento privato per la nuova Bagnoli parta col piede giusto”. 

Il noto economista che tra l’altro è consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano ha poi concluso: “È fondamentale che la progettualità e le iniziative che troveranno attuazione negli spazi finalmente liberati per la riconversione dell’area, siano di qualità e produttivi in termini economici e occupazionali, e questa è l’unica base solida sulla quale poter costruire la promozione e l’innovazione dell’intera area”.

(Rosario Lavorgna– Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Regno Unito: il caso di baby Elsa. La sua sopravvivenza è stata un vero miracolo

Televisione, radio e giornali hanno parlato per giorni della triste storia dei tre neonati abbandonati, in tempi diversi, dagli stessi genitori, a Londra. Baby Elsa, baby Harry e baby Roman sono stati lasciati, piccolissimi, per strada, affidati alla carità dei passanti. Elsa, che aveva meno di un’ora di vita e il cordone ombelicale ancora attaccato, è stata ritrovata a Newham, sobborgo del settore est della capitale britannica, al freddo, da una persona che portava a spasso il cane.

La sua sopravvivenza è stata un vero miracolo.

Era avvolta, infatti, in un asciugamano, dentro una borsa, benché il termometro segnasse 5 gradi sotto lo zero. Harry e Roman, invece, i fratellini, sono stati abbandonati nel 2017 e nel 2019, rispettivamente, e poi dati in adozione. Ad Elsa, invece, è toccato l’affido. La loro storia ha scioccato il Regno Unito, dove è piuttosto raro che bambini così piccoli vengano lasciati per strada dai genitori, perché l’assistenza sociale e le associazioni caritatevoli funzionano abbastanza bene ed esiste una rete sociale alla quale i genitori possono ricorrere se proprio non ce la fanno. Non è quello, però, che è capitato in questo caso. “Il caso di questi tre fratellini è davvero straordinario”, ha dichiarato Lorraine Sherr, professoressa dell’University College a Londra, che studia il fenomeno dell’abbandono di minori. “Non mi sono mai trovata a fare i conti con un fatto del genere. Direi che, in questo caso, la mamma dei tre bambini aveva, quasi sicuramente, problemi mentali”. Benché sull’inchiesta, che è stata aperta sui tre bambini, venga mantenuto il massimo riserbo, la giudice Carol Atkinson, della East London Family Court, la sezione famiglia del Tribunale londinese della parte orientale della capitale britannica, ha deciso di autorizzare la “Bbc” e l’agenzia “Press Association” a rendere pubblico l’accaduto. Certo il caso è protetto dalle norme a tutela della privacy delle persone coinvolte ma, secondo la giudice, si tratta di una storia di “grande interesse collettivo” che può portare a una riflessione sui problemi familiari e su quelli legati alle disuguaglianze che affliggono il Paese e la capitale. Insomma con il suo appello la giudice spera di facilitare il ritrovamento dei genitori anche se questi ultimi, fino ad oggi, non si sono fatti vivi.

Elsa – il nome è stato scelto dagli infermieri dell’ospedale di Newham che l’hanno curata, in omaggio alla protagonista del film “Frozen” – gode, per il momento, di buona salute ed è già stata affidata ad una coppia di genitori. Secondo i media britannici si sa molto poco delle ragioni che portano dei genitori ad abbandonare i figli. Secondo uno degli ultimi studi su questi casi, che risale al 2009, meno di un terzo delle madri che decidono di affidare i figli alla strada vengono ritrovate. Nel caso di baby Elsa, baby Harry e baby Roman, la famiglia e il loro caso non erano conosciuto dai servizi sociali, prova che dovevano trovarsi in condizioni davvero difficili.

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Benevento. Noto pregiudicato scarcerato dopo soli due giorni: altro ‘miracolo’ di Fucci?

Scarcerato il noto pregiudicato Sergio Altivalle a soli due giorni dall’arresto!

Si è tenuta davanti al Gip Dottoressa Maria Di Carlo l’udienza di convalida per Sergio Altivalle, 33 anni di Benvento, difeso dagli avvocati Vittorio Fucci (nella foto) e Daniela Martino.

Il Gip, accogliendo le tesi dell’avvocato Vittorio Fucci e dell’avvocato Daniela Martino, ha rimesso in libertà Sergio Altivalle, ritenendo l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Come si ricorderà l’Altivalle era stato arrestato mercoledì dalla Guardia di Finanza del Comando di Benevento e posto agli arresti domiciliari, perché trovato in possesso di 54 grammi di sostanza stupefacente addosso e 1,5 grammi di sostanza stupefacente in casa a seguito della perquisizione della sua abitazione.

La Procura della Repubblica di Benevento aveva chiesto l’applicazione della misura cautelare, ritenendo la sussistenza dei gravi indizi di spaccio di droga.

Il Gip, invece, accogliendo le tesi della difesa, è stata di diverso avviso ed ha rimesso in libertà Sergio Altivalle.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Il “miracolo” della statua della Madonna rimasta in piedi sotto l’esplosione di un ordigno in Ucraina

Li chiamano “i miracoli” della guerra. L’ultimo è successo a Kherson, città meridionale dell’Ucraina, a pochissimi chilometri dal fronte. A partire dal Mercoledì delle Ceneri, la città è stata di nuovo presa di mira con pesanti bombardamenti. Sabato 17 febbraio, un ordigno si è abbattuto sul territorio della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Ha provocato danni ma per fortuna al momento dell’esplosione non c’era nessuno nella chiesa e tra i calcinacci, la statua bianca della Madonnina è rimasta miracolosamente in piedi. Nessuno si è fatto male. Poteva essere una tragedia. “Tuttavia, ancora una volta, il Signore ha mostrato la sua cura e ha salvato la parrocchia”. A raccontare questa storia sul sito della conferenza episcopale ucraina, è padre Maksym Padlevskyi, il parroco. Fu costretto a lasciare la città il secondo giorno di guerra, ma si rese conto che il suo posto era accanto ai suoi parrocchiani, e così nell’agosto del 2022, nonostante l’occupazione, è tornato a Kherson continuando il suo ministero tra la sua gente. Una presenza preziosa in una situazione difficile.

“La settimana scorsa – racconta padre Maksym – pesanti bombardamenti sono iniziati dal Mercoledì delle Ceneri e sono durati diversi giorni. Ci sono stati molti danni. Sabato 17 febbraio si sono verificati diversi colpi nella zona della parrocchia. Anche una persona vicino a noi è morta. Davanti alla porta d’ingresso della chiesa è esploso un ordigno. Abbiamo una statua della Vergine in quel punto.

Kherson, danni alla del Sacro Cuore di Gesù

L’ordigno è esploso ma è stato distrutto solo il cordolo. La statua della Vergine è rimasta quasi illesa mentre tutto intorno si possono ancora vedere i danni causati dalle schegge”. Il sacerdote spiega lo stato della chiesa a seguito del bombardamento. “Sopra la porta d’ingresso abbiamo una grande vetrata della Divina Misericordia. Il vetro protettivo è stato completamente frantumato dall’onda d’urto e il vetro colorato sotto si è rotto in diversi punti. Ma non è crollato. Sarebbe potuta andare molto peggio”. I danni sono visibili in tutta la città. Sabato inoltre è il giorno in cui i fedeli della parrocchia vanno in chiesa per le pulizie e per preparare la liturgia della domenica. Il bombardamento è avvenuto nel pomeriggio, dopo le 14 quando solitamente le persone si danno appuntamento per pulire. “Sarebbe potuto succedere una tragedia ma grazie a Dio tutti siamo tutti sani e salvi”.

Kherson, padre Maksym (foto rkc.org.ua)

Poco più di un anno fa, quando la città fu liberata, una bomba colpì la chiesa prima di Natale. La Chiesa si salvò grazia ad una recinzione che prese su di sé l’intera ondata esplosiva. “Il Signore ci protegge sempre. Siamo abituati”, commenta il sacerdote. A causa dei bombardamenti, in città non c’è molta gente in città. Molte persone hanno lasciato Kherson dopo l’occupazione. Alcuni ritornano perché avendo lasciato tutto, vengono a vedere lo stato delle loro proprietà e poi ripartono. Alla funzione della messa domenicale partecipano fino a 25 persone, se non ci sono pesanti bombardamenti. La gente raggiunge la parrocchia nonostante debbano percorrere una lunga strada per arrivarci.

 

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Israele e Hamas: suor Nabila, “pregate per Gaza, abbiamo bisogno di un miracolo!”

“Se la guerra non finirà presto a Gaza moriremo tutti di fame e di stenti. Siamo stanchi di vivere continuamente sotto le bombe. Quando le condizioni di sicurezza ce lo permettono usciamo dalla parrocchia per reperire del cibo e il necessario per vivere.

Davanti a noi abbiamo solo macerie, palazzi distrutti, morte.

Non vediamo altro”. Con la voce rotta dall’emozione, suor Nabila Saleh, prova a descrivere al Sir quanto è sotto i suoi occhi a Gaza, in piena crisi umanitaria. Nelle strade di Gaza City, dove è situata la parrocchia della Sacra Famiglia, nel quartiere orientale di Al Zeitoun, è fissa la presenza dei carri armati israeliani:

Scuola cattolica Gaza bombardata (Foto N. Saleh)

“muoversi è rischioso. In questi giorni la pioggia ha reso la vita ancora più difficile, soprattutto a quelli che vivono nelle tende, nella zona sud della Striscia. Ci sono migliaia di bambini in queste condizioni e moltissimi sono rimasti orfani”.

“Chi si prenderà cura di loro? A Gaza oggi non esiste un luogo sicuro. Di notte sentiamo il fragore dei bombardamenti. Di giorno sono gli spari a scandire il trascorrere del tempo”. Suor Nabila, prima della guerra, dirigeva la scuola cattolica delle Suore del Rosario, circa 1300 alunni, praticamente tutti musulmani. “La scuola non esiste più – dice – è stata bombardata e distrutta. Siamo tornati pochi giorni fa a visionare la situazione e abbiamo notato che nel frattempo è stata saccheggiata, hanno rubato anche i nostri vestiti di religiose. Chi ha compiuto tali atti credo che abbia poi rivenduto tutto perché oggi a Gaza si sopravvive anche così”.

La storia di Nicola e di Hani. Nella parrocchia latina, l’unica cattolica di Gaza, vivono da tre mesi almeno, circa 600 sfollati cristiani. Tutti hanno deciso di restare e di non spostarsi al Sud della Striscia, come intimato dall’esercito israeliano. A dare un po’ di speranza alla comunità cristiana è stato, l’altro ieri, un battesimo, celebrato dal vicario parrocchiale padre Youssef Asaad.

Gaza, latin parish

Battesimo a Gaza (Foto Parrocchia latina)

Il nome di battesimo imposto al bambino è Nicola e, particolare significativo, rivela suor Nabila, è “l’acqua usata per battezzarlo, benedetta nella parrocchia ortodossa di san Porfirio poco prima che venisse colpita dai raid dell’aviazione israeliana con decine di vittime e feriti”. A gioire da Gerusalemme è stato anche il parroco, padre Gabriel Romanelli, che allo scoppio della guerra era fuori della Striscia e che non è riuscito ancora a rientrare tra i suoi fedeli ma con i quali è in contatto quotidiano. “Il bambino – dice al Sir padre Romanelli – è il secondo figlio di un fedele, Ramzi Hamash, che lavora come tecnico nella nostra parrocchia. Il battesimo doveva essere celebrato dal Patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, ma a causa della guerra non è stato possibile”. Alla gioia del battesimo, purtroppo, si è aggiunto anche il dolore per la morte di un altro cristiano, afferma il parroco. “Un giovane fedele ortodosso, Hani Abu Daoud, padre di 4 figli, uno appena di pochi mesi, è morto vicino a Rafah. Le sue condizioni di salute erano gravi. Era in lista per un trapianto di rene e bisognoso di dialisi, per questo motivo da Nord era andato a Sud, verso Khan Yunis, per cercare un ospedale dove fare le terapie. Gli ospedali a Gaza – sottolinea padre Romanelli – non sono più in grado di fornire queste terapie. Ha cercato allora di tornare nel nord per ricongiungersi con la sua famiglia. Ma a nessuno che ha lasciato il nord di Gaza è permesso tornare. Così è morto da solo, lontano dai suoi parenti, senza una sepoltura degna. Non sappiamo se il suo corpo potrà mai essere riportato nella sua parrocchia”.

 

 

Preghiera a gaza

(foto parrocchia latina Gaza)

Preghiera incessante. Dolore, sofferenza e pochissime gioie, quanto accade riassume bene l’immagine di questa guerra vissuta da dentro le mura della piccola parrocchia della sacra Famiglia. C’è anche chi prova a tornare alla propria abitazione nella speranza di ritrovare un “briciolo di normalità” come racconta suor Nabila: “Quattro famiglie, le cui abitazioni erano state danneggiate ma non del tutto distrutte dai bombardamenti israeliani, nei giorni scorsi avevano cercato di farvi rientro, ma dopo pochi giorni sono tornate da noi. Troppo grande la paura e la solitudine in mezzo alle macerie e a tanta morte”. Le notizie di un accordo per una tregua più o meno lunga, tra Hamas e Israele, alimentano nei gazawi la speranza della fine della guerra ma, rimarca la religiosa, “non credo che avverrà presto. A riguardo sono piuttosto pessimista ma noi non cessiamo mai di pregare per la pace e di chiedere preghiere per la fine immediata e permanente della guerra. In questo non siamo soli. Pochi giorni fa ho avuto la gioia di parlare di nuovo al telefono con Papa Francesco. Mi ha detto che conosce le nostre sofferenze e che prega per noi. Al mondo dico pregate per Gaza perché abbiamo bisogno di un miracolo!”.

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Croazia, ‘miracolo’ di Capodanno: gemelle si, ma nate in due differenti anni: strano, ma vero!

Uno straordinario miracolo di Capodanno ha stupito la città costiera della Croazia meridionale di Spalato, dove due sorelle gemelle appena nate, ma concepite a soli due minuti di distanza l’una dall’altra, festeggeranno i compleanni in anni diversi.

I certificati di nascita delle sorelle, infatti, rivelano un dettaglio notevole: la prima femmina è nata il 31 dicembre 2023 alle 23:59, mentre la sorella minore è nata il 1 gennaio 2024 alle 00:01.

Una circostanza curiosa che ha stupito il personale dell’ospedale di Spalato.

“Questa è una situazione davvero insolita”, ha detto ai media locali Damir Roje, capo del dipartimento di maternità dell’ospedale responsabile.

Roje, che ha già accompagnato un numero considerevole di nascite gemellari, ha sottolineato di non aver mai sperimentato una costellazione del genere.

Sebbene le nascite gemellari in due giorni diversi non siano insolite, una nascita in due anni diversi è la prima volta.

Le nascite gemellari sono speciali di per sé. In Italia, ad esempio, un neonato ogni 42 è un gemello. Ma la probabilità che i gemelli nascano in giorni o addirittura anni diversi è estremamente bassa.

Ciò rende il caso delle suore croate ancora più notevole. La nascita delle due bambine ha suscitato scalpore a Spalato.

Ma nonostante le strane circostanze, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Dirittimadre e figli stanno bene e godono di ottima salute.

Ora possono aspettarsi una vita di festeggiamenti di compleanno unici, con solo due minuti ma un anno intero di differenza.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Miracolo a Massafra? Lacrime sul volto della Madonna

Un “miracolo” nel Sud Italia? Il 28 ottobre, intorno alle ore 22, un bambino notò che delle gocce scorrevano sul volto della Vergine Maria, in particolare dall’occhio destro. La madre corse subito in sagrestia a chiamare il Parroco. Un altro fedele tolse con un fazzoletto di carta le gocce che scorrevano lungo il mento e il viso della statua che collocata di fronte alla Chiesa, rappresenta la Madonna di Medjugorje. Con l’ausilio dello smartphone della madre, i due hanno documentato tutto facendo divenire la foto subito virale. Subito una folla di passanti si è radunata su corso Roma, a Massafra, nei pressi della chiesa del Sacro Cuore. Tutti sono stati attirati da uno strano fenomeno che ha generato stupore tra i tanti fedeli e curiosi che si sono radunati spontaneamente per osservarlo. Don Michele Bianco, Parroco della Chiesa, si è rapidamente recato sul posto per verificare la situazione e osservare l’accaduto. Le opinioni sulla natura di queste lacrime sono state varie. Alcuni si sono subito convinti che si trattasse di un “segno divino” e di un “miracolo” che dovrebbe essere interpretato come un messaggio. Altri, invece, rimangono scettici e sospettano che qualcuno possa aver creato artificialmente questa reazione. Il Parroco locale Don Michele Bianco ha detto alla televisione RAI che quella notte non c’era abbastanza umidità per attribuire le gocce alle condizioni atmosferiche. “Lo abbiamo guardato increduli”, ha detto. “Ci sono momenti di confusione in cui non sappiamo più a chi rivolgerci”. Don Michele Bianco ha annunciato che la Diocesi ha aperto un’indagine, ma ha invitato alla calma. Ha consegnato al cancelliere della diocesi il fazzoletto di carta in cui erano raccolte le lacrime. Anche il Vescovo di Castellaneta, Sabino Iannuzzi, ha annunciato che sul fenomeno sono in corso indagini approfondite. “Abbiamo bisogno di controllo, non di spettacolo”, ha detto, invitando alla cautela. Verranno esaminate in particolare le immagini delle telecamere di sorveglianza. Il Parroco ha annunciato che nei prossimi giorni verranno esaminate le registrazioni dalle telecamere di sicurezza posizionate nei pressi della Chiesa, al fine di capire se qualcuno abbia manomesso la statua o abbia provocato volontariamente l’accaduto. Nel frattempo Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita tutti alla necessaria ed opportuna cautela in vista del discernimento della vera natura del fenomeno descritto.

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Napoli. ‘O’ Miracolo’: focus sullo ‘abbetiello’ venerdì al ‘finissage’ della mostra su ‘santini e oggetti miracolosi’

Nel pomeriggio di venerdì 22, nella Fondazione Banco di Napoli, finissage della mostra “O’ Miracolo”, che ha visto esposti al pubblico, per la prima volta, tessuti sacri nel regno di Napoli dal XVI al XIX secolo e oggetti miracolosi.

Partecipano la curatrice Bianca Stranieri, Giulio Sodano, direttore del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali
dell’Università Luigi Vanvitelli DiLBeC, Orazio Abbamonte Presidente della Fondazione, Gianmaria Lembo, studioso e collezionista.

Finissage mostra «O’ Miracolo», tessuti sacri, oggetti miracolosi e figurine sante

Venerdì 22 settembre alle 17, nella sede della Fondazione Banco di Napoli è in programma il finissage della mostra itinerante *O’ Miracolo *curata da Bianca Stranieri, che ha visto esposte al pubblico, per la prima volta, tessuti sacri nel regno di Napoli dal XVI al XIX secolo e oggetti miracolosi come le “reliquie teatine”: il giglio del piviale di San Gaetano da Thiene e i tessuti sacri di San Giuseppe Maria Tomasi, del beato Paolo Burali d’Arezzo e del venerabile Francesco Olimpio.

Sono stati esposti anche alcuni documenti dell’Archivio Storico del Banco di Napoli relativi alle opere e ai miracoli legati alla Basilica teatina.

All’incontro partecipa Giulio Sodano, direttore del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università Luigi Vanvitelli DiLBeC, con il suo volume “Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d’Italia dell’età moderna”, la curatrice Stranieri, saluti di Orazio Abbamonte presidente Fondazione Banco di Napoli e chiusura con la presentazione de “L’abetiello. Salus in periculis, signum salutis”, a cura di Gianmaria Lembo, studioso e
collezionista.

«La mostra ha suscitato grande interesse – commenta Stranieri – è stata visitata da migliaia di persone desiderose di riscoprire le radici religiose identitarie. Il finissage in particolare, è dedicato all’uso dello scapolare, molto diffuso tra i devoti napoletani, detto anche abitino, in dialetto “abbetiello”.

Si tratta di una reliquia o figurina di un santo o della Madonna, cucita o ricamata su una stoffa, sospesa al collo
con nastri o fermata con una spilla sulla biancheria del fedele.

Il più noto è senza dubbio quello della Madonna del Carmine, veneratissima dai napoletani e dispensatrice di grazie e miracoli».

In mostra dunque, i simboli della fede religiosa, che continuamente sconfinano nel feticismo oggettuale, e che non possono fare a meno di concreti momenti di attrazione, in cui il metafisico, lo spirituale, il sacro, si uniscono.

«Si tratta di un circuito complesso fatto di reciproci rimandi – ribadisce Sodano – che è l’effetto di molteplici elementi, come del resto avviene per ogni fenomeno culturale.

Taluni provenienti dal basso, dalla rete dei
credenti che attribuisce valore al simbolo riconoscendone l’efficacia, taluni dall’alto delle organizzazioni istituzionali, soprattutto dagli ordini religiosi e dalla stessa Chiesa cattolica, che operano per far sì che il proprio appartenente acquisisca fama di santo».

(Federica Riccio – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Miracolo a Napoli’: opera d’arte realizzata per ricordare la distrutta ‘Venere degli Stracci’

«Quasi non ho mai visto un quadro così bello. Un delitto contro l’arte, lo hai trasformato in un brillare di gioia, di mondi futuri pieni di luce per tutti» (Paola Pariset).

Un’opera transrealista-visionaria-umanitaria di Francesco Guadagnuolo, ambientata a Napoli, mette in corrispondenza “La Venere degli stracci” con l’attuale incendio che l’ha distrutta.

Guadagnuolo è un artista siciliano noto un po’ in tutto il mondo, è il maggiore rappresentante del Transrealismo italiano, lavora tra Roma, Parigi e New York per cui la sua attività di pittore, scultore e incisore lo porta spesso fuori dall’Italia.

L’Opera per la quale è maggiormente conosciuto è Il debito estero – verso una nuova solidarietà che si trova, dal 1999, permanentemente esposta nella sede dell’ECOSOC all’ONU – New York.

Napoli è un territorio antico, pieno di storia, memorie e narrazioni tradizionali, ricche di attrattive e misteri che avvolgono gli ambienti e le strutture.

L’opera pittorica del Maestro Guadagnuolo che ha voluto intitolare: “Miracolo a Napolirivela la presenza di una notte metafisica, di un profondo disagio che avvolge lo spazio della piazza del Municipio dominata dall’edificio simbolo: il Castel Nuovo, detto Maschio Angioino.

Sono tre gli elementi racchiusi nel dipinto di Guadagnuolo, in uno spazio-tempo transreale, che ferma la città nell’attimo dell’incendio.

Il primo elemento è dato dalla storia dell’arte: si tratta de “La Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto realizzata nel 1967 che immortala un tempo passato.

Il secondo elemento è l’opera di Guadagnuolo data dagli stracci che volano verso mondi migliori, in una notte dall’atmosfera particolarmente inquietante.

Il terzo elemento è preso dalla cronaca, riguarda la piaga di Napoli dei tanti poveri senza tetto che hanno difficoltà a sbarcare il lunario.

Guadagnuolo, con quest’opera, esprime una profondità poetica, trovando un’eco di bellezza dentro le visioni della rovina dell’incendio, che ha distrutto l’installazione. Una realtà sensibile ed una realtà immaginativa s’incontrano, dando origine ad un’inquieta notte che sembra più appartenere al mondo onirico.

Potremmo dire un’arena di strada, dove popolano i poveri attorno alla loro presenza–assenza in una Napoli che da sempre ha sofferto il disagio degli invisibili straccioni da cui si possono generare leggende metropolitane di ogni tipo.

Abbiamo chiesto all’artista come le è venuta in mente la progettazione dell’opera: «Conoscendo la condizione in cui vive Napoli e avendo visitato questo straordinario luogo, molto caratteristico, impulsivo, impenetrabile, si è formata nella mia mente un’immagine metafisica sconsolante per chi osserva l’opera.

Ho pensato che gli stracci dei poveri non possono bruciare perché appartengono all’indigenza degli invisibili dove nessuno ha mai dato importanza agli stracci consumati che indossano. Nel dipinto, in basso, sembrano formarsi due colonne di stracci al posto della Venere che non rappresentano le magnificenze greche o romane, ma i poveri come se fossero aggrovigliati nell’attesa che qualcuno possa accorgersi di loro. Guarda caso, come dicono i media, pare che un presunto clochard abbia appiccato il fuoco all’installazione!

Ci siamo domandati perché è successo questo? I poveri non interessano a nessuno, si sentono abbandonati, vivono di quel poco che riescono a racimolare per strada, ma sembra che questo non riguardi nessuno. Per rendere quest’aspetto, avevo bisogno di qualche cosa di particolare, un soggetto che andasse oltre la realtà, mi sono ricordato del film “Miracolo a Milano”.

Un racconto di benevoli emozioni, come quelli che nel 2020 abbiamo sentito all’origine del Covid-19: “andrà tutto bene, e diventeremo più buoni”. Non è andata così, avremmo voluto una realtà diversa».

Se oggi pensiamo come si vive in certe baraccopoli napoletane, persiste una barriera per quella separata città ricca e opulenta. Disgraziatamente esistono avversità destinate a permanere anonime, come le loro sussistenze. Esistenze andate in fumo, aspirazioni che nessuno rincorre più, sofferenze quotidiane che hanno finito di lottare perché sono battaglie già perse. Davanti ad una materialità indegna in cui le lacrime hanno finito di scorrere nella rassegnazione insopportabile, rimane quel tunnel d’inferno con tutti i suoi vuoti che si persevera, a fare finta di niente ed a non rivelare.

L’arte ha anche la competenza di esortare le coscienze e le avversità della nostra realtà. L’arte genera richiami consistenti, emozionali: come in questo caso “Miracolo a Napoli”, l’informazione contro gli orrori della classe umile, povera, che nessuno vuole pensare perché i poveri disturbano, disturbano a Milano come disturbano a Napoli.

I clochard di Napoli come “Miracolo a Milano”, che con la loro irrilevante vita da emarginati manifestano lo schieramento immorale e ipocrita della ‘Napoli bene’. Malgrado ciò vive ancora l’attesa, quasi ad invocarlo quel viaggio tra le nuvole del Duomo di Milano, come volo liberatorio degli stracci in “Miracolo a Napoli”. Scusate il disturbo

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

I BAMBINI DEL MIRACOLO PER QUARANTA GIORNI SOLI NELLA GIUNGLA





 

 

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LUNEDì 12 GIUGNO 2023
Clamoroso
Tempo in cui l’Universo s’è espanso da dieci metri a mille miliardi di chilometri: cento secondi [Massimo Capaccioli, Lampi di genio. Nuove storie di uomini e stelle Carocci].In prima pagina
• Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Mark Rutte in missione congiunta in Tunisia. Obiettivo: soldi in cambio di tenersi i migranti. Ma il dittatore tunisino Saied sta cercando di ricattarci
• Tajani è volato negli Stati Uniti. La visita durerà fino a mercoledì
• Dopo sei anni Articolo 1 s’è sciolto e torna nel Pd. Schlein: «Oggi è il giorno di un ricongiungimento familiare»
• Silvio Berlusconi è di nuovo al San Raffaele, alla terza notte. Questa volta per dei controlli. Resterà in ospedale ancora qualche giorno
• Ieri a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, i funerali in forma privata di Giulia Tramontano
• Delitto di Sant’Antimo, il suocero che ha ammazzato genero e nuora aveva perso la testa per lei
• A Firenze è sparita una bimba di 5 anni. L’ultima volta che è stata vista giocava in cortile
• La controffensiva ucraina va avanti. Kiev libera tre villaggi, ma i russi resistono
• A cinque giorni dall’esplosione della diga di Nova Kakhovka, i cadaveri dei morti nell’alluvione arrivano a Odessa
• Sono stati trovati vivi i 4 bambini dispersi nella giungla da 40 giorni. La più grande ha 13 anni, il piccolo uno. Erano spariti dopo un incidente aereo
• Trump, incriminato per aver nascosto documenti Top secret nella sua casa di Mar-a-Lago, ha fatto sapere che si ricandiderà anche se incriminato
• George Soros cede il suo impero al figlio per combattere contro un ritorno di Donald Trump alla casa bianca
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• Roland Garros, Djokovic si conferma per la terza volta re di Parigi e conquista lo Slam numero 23. È record
• La Ferrari ha vinto la centesima 24 Ore di Le Mans. Era dal 1965 che non accadeva
• Al Mugello ha trionfato Pecco Bagnaia. Sul podio anche le Ducati di Jorge Martin e Johan Zarco. Quarto, sempre su Ducati, Luca Marin

Titoli
Corriere della Sera: Migranti, intesa a metà con Tunisi
la Repubblica: Tunisi, schiaffo alla Ue
La Stampa: La Tunisia gela la Meloni / No al baratto soldi-migranti
Il Sole 24 Ore: Focus sui tribunali. Cause civili più veloci: Aosta e Ferrara al top, al Sud tempo lenti
Il Messaggero: Migranti, aiuti alla Tunisia / Crosetto: in gioco il futuro Ue
Il Giornale: Sinistra sfascia-metropoli
Leggo: Migranti, intesa Ue-Tunisia
Qn: Migranti, prima intesa con la Tunisia
Il Fatto: Tunisi respinge Meloni e Ursula / Il tiranno dà lezioni di umanità
Libero: Scipiona l’Africana
La Verità: Torna il sesso, sono inglesi / Uomo e donna diversi per legge
Il Mattino: Migranti, primi aiuti a Tunisi
il Quotidiano del Sud: Non lasciate solo Fitto
Domani: Scuola di polizia

IN TERZA PAGINA

La produzione industriale cala del 7% (Orlando)
I conti correnti perdono 61 miliardi (Goria)
Sud, con le culle vuote, il pil cala (Cifoni)
Giorgia dico no al MES e pensa al 2024 (Fubini)

IN QUARTA PAGINA

I BAMBINI DEL MIRACOLO
PER QUARANTA GIORNI SOLI NELLA GIUNGLA
I demoni della foresta ce li hanno restituiti (Manzo)
Le donne indigene sono bellicose (Cuomo)
Intervista al capo dei soccorritori (Mastrogiacomo)

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Un miracolo. Quattro bambini sono stati ritrovati vivi dopo 40 giorni da soli nella giungla

La storia ha dell’incredibile e al suo interno c’è anche un giallo. Ma per ora si sa che Lesly Jacobombaire Mucutuy, di 13 anni, Soleiny Jacobombaire Mucutuy, di 9, Tien Noriel Ronoque Mucutuy, di 4, e Cristin Neriman Ranoque Mucutuy, di 11 mesi si trovano su un elicottero di soccorso Blackhawk. Come abbiano fatto a sopravvivere da soli è un mistero prima di un miracolo. Ma soprattutto, il 18 maggio scorso il Presidente della Colombia Gustavo Petro aveva fatto lo stesso annuncio. Ma senza pubblicare foto dei bambini. Successivamente la notizia era stata smentita da una ONLUS che si occupava del caso.
Il primo annuncio del ritrovamento dei bambini è arrivato dal quotidiano colombiano El Tiempo. L’incidente aereo era avvenuto il 1° maggio scorso nella selva del Guaviare del dipartimento di Caquetà. I quattro fratellini – di 13, 9, 4 anni e di 11 mesi – sono sopravvissuti ad un incidente aereo nel quale sono morte tre persone (due piloti e una donna, mamma dei bambini). I soccorritori avevano trovato degli indizi dei bambini nella selva, tra cui tracce di una capanna di foglie e impronte recenti di scarpe. Ma anche un paio di forbici e un pannolino usato. Nelle ricerche sono stati impegnati 200 uomini, tra cui le Forze Armate colombiane. Proprio l’esercito ha poi confermato ufficialmente il ritrovamento dei bambini. Dando meriti anche alle popolazioni indigene che hanno collaborato alle ricerche.
Successivamente è arrivata anche la conferma del Presidente colombiano Gustavo Petro.
Che era stato criticato a maggio per l’annuncio frettoloso sul salvataggio che ancora oggi rimane un giallo. Anche il nonno dei bambini Fidencio Valencia ha confermato con AFP il salvataggio: «Sì, sono stati ritrovati. Ma ora sto cercando un volo per andarli a prendere urgentemente». Ora sono nel posto di comando unificato della più vicina San Jose Guaviare, per le valutazioni mediche, prima del trasferimento nella capitale Bogotà. Nelle foto i piccoli, indigeni della comunità Huitoto, appaiono piuttosto scarni, ed il Presidente Petro ha fatto sapere che le loro condizioni di salute sono «debilitate». Dopo la smentita del primo ritrovamento nuove tracce del passaggio dei bambini, nel corso delle settimane, hanno incoraggiato le ricerche. Erano stati anche lanciati anche oltre 100 kit di sopravvivenza contenenti acqua e cibo, per aiutare i quattro bambini nei loro sforzi.
I bambini erano originari del gruppo indigeno Uitoto. Il velivolo era stato ritrovato il 16 maggio, in una zona boscosa del municipio di Solano, nel dipartimento di Caquetà, nel sud del Paese. Sul posto erano stati rinvenuti i tre adulti morti nello schianto, ma nessuna traccia dei piccoli. Il ritrovamento di resti di frutta con tracce di morsi aveva acceso la speranza di ritrovarli in vita. Per questo era scattata una massiccia operazione di ricerca guidata dai militari. Il Ministro della Difesa Ivan Velasquez ha parlato di miracolo: «Dall’Operazione Speranza all’Operazione Miracolo. Tantissimi complimenti alle forze militari e a chi non ha perso la speranza e ha lavorato giorno e notte per rendere possibile il Miracolo».

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Giornata Mondiale della Bicicletta, tra sport e sostenibilità si spera in un miracolo per il piccolo investito da un’auto

Oggi, 3 giugno, nel mondo, si celebra la Giornata della Bicicletta.

Simbolo del trasporto sostenibile, semplice, economico, pulito ed ecologico; l’uso della bici occupa uno spazio sempre maggiore nelle politiche e nei programmi di sviluppo internazionali, regionali e nazionali.
Una strada che va perseguita dalle politiche territoriali sulla base delle riflessioni che hanno portato all’istituzione di questa giornata il 12 aprile 2018:
– La bicicletta è un mezzo di trasporto economico, sicuro, ecologico;
– È uno strumento di sviluppo: può essere l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e allo sport;
– L’andare in bicicletta rende la persona più consapevole dell’ambiente e della città in cui si muove;
– La bicicletta è un simbolo di trasporto sostenibile e ha un impatto positivo sul clima.
In quest’ottica, la pianificazione e progettazione della mobilità sostenibile e delle infrastrutture di trasporto richiede di mettere in atto iniziative per sviluppare sistemi innovativi sicuri e convenienti.
L’invito a favorire iniziative quali gite in bici a livello nazionale e locale, è un modo efficace per rafforzare la salute e il benessere fisico e mentale e diffondere la cultura del ciclismo nella società.

Un’infrastruttura sicura per camminare e andare in bicicletta è anche un percorso per raggiungere una maggiore equità sanitaria secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) : una forma di trasporto attivo riduce, infatti, il rischio di malattie cardiache, ictus, alcuni tipi di cancro, diabete e persino la morte.
Fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, la Giornata Mondiale della Bicicletta vuole sottolineare quanto siano da accogliere con favore le iniziative che ne incentivano l’uso quale mezzo non solo salutare ma anche amico dell’ambiente, equo e conveniente.

Una giornata all’insegna della sostenibilità e dello sport praticato in bici non ha distolto neanche per un attimo il pensiero dal bambino, di 12 anni, investito da una Lancia Y in via Da Vinci, a San Nicola la Strada (CE), nel pomeriggio di ieri.
In sella alla sua bici è stato colpito in pieno dall’autovettura guidata da un 19enne, successivamente trasportato all’Ospedale di Caserta in evidente stato di shock.
Finito sul parabrezza dove ha battuto la testa, il bambino, rianimato all’arrivo dei soccorsi, è stato poi trasferito all’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta dove è ricoverato in prognosi riservata.
Sul grave incidente dalla dinamica ancora da chiarire, dopo i primi rilievi, indaga la Polizia Municipale di San Nicola la Strada.
Segue la nota dell’Amministrazione Comunale, le cui parole esprimono un sentimento condiviso che abbraccia la famiglia del piccolo:
“Siamo in sofferenza e in apprensione per la notizia di ieri di un grave incidente in un comune limitrofo alla nostra città, che ha visto un’auto colpire una bicicletta alla cui guida c’era un bambino e la cui dinamica del sinistro è in fase di accertamento. Preghiamo affinchè il piccolo che sta lottando nel nostro Ospedale e al quale ci stringiamo forte, possa tornare tra le braccia dei suoi genitori, nella speranza che i medici possano al più presto darci notizie confortanti”.

L’articolo Giornata Mondiale della Bicicletta, tra sport e sostenibilità si spera in un miracolo per il piccolo investito da un’auto proviene da BelvedereNews.

Salerno. ‘Ruggi-D’Aragona’, ospedale fra i peggiori italiani, Azione’: ‘Altro che miracolo De Luca’

L’ospedale “Ruggi d’Aragona” tra i peggiori dodici ospedali d’Italia, tra l’altro con indicatori che confermano l’incapacità della Regione di andare oltre il criterio delle nomine di parte e di strategie che portano indietro nel tempo confermando i primariati, le convenzioni e l’intero sistema sanitario campano tra i principali strumenti di consenso elettorale di chi gestisce il potere regionale. 
Così mentre il presidente della Giunta regionale accelera per il bando di costruzione del nuovo ospedale di Salerno con i primi 368 milioni di euro, si segnala la totale assenza di intervento e programmazione della Regione per la sanità territoriale e, allo stesso “Ruggi d’Aragona”, si registra l’esodo delle migliori eccellenze come accaduto a Cardiochirugia con il professore Severino Iesu e la sua qualificata equipe. 
Altro che “miracolo di De Luca” con la l’uscita dal commissariamento della sanità campana nel 2019: in quattro anni solo proclami e le mille ombre della gestione Covid sulla quale attendiamo ancora che la magistratura faccia piena chiarezza.
Noi faremo la nostra parte con proposte che sappiano cogliere le criticità e spingano la Regione oltre la propaganda.     
(Gigi Casciello, segretario provinciale Azione – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Piana M.Verna. ‘Rosario del Miracolo’ domenica 21 per la Festa della Madonna Immacolata

Fervono i preparativi per domenica 21 maggio, quando la comunità di Piana di Monte Verna ricorderà il miracolo avvenuto nella notte tra il 21 e 22 maggio 1860, cioè 163 anni fa.

La festa in onore dell’Immacolata è anticipata dal cammino di preghiera del Novenario, animato dai gruppi parrocchiali e non parrocchiali, essendo la Solennità espressione della tradizione religiosa della comunità tutta.

Domenica 21 saranno celebrate due sante messe al mattino, ore 8.00 e 11.00; mentre alle 17.30 sarà celebrata la Messa Solenne, con la consacrazione degli ultimi bambini nati, anche quelli ancora non battezzati, al cuore dell”Immacolata.

In seguito, la suggestiva calata della statua della Vergine Immacolata e, a seguire, la taumaturgica icona della Vergine Immacolata verrà calata dalla sua dimora e accompagnata in processione.

Durante il cammino penitenziale sarà recitato per la prima volta il Rosario all’Immacolata del Miracolo e i cittadini pianesi potranno esporre lumini al passaggio del simulacro, in ricordo dei due incendi che causarono la distruzione della statua.

In merito all’elevazione della chiesa a Santuario mariano e sull’approvazione della giaculatoria sono in cantiere studi, ricerche e altre attività.

La storia del Miracolo

Era il 21 maggio del 1860; sin dal tardo pomeriggio di quel giorno, Piana fu flagellata da una violenta tempesta, che raggiunse la massima criticità in serata.

Il popolo cercò riparo e conforto in chiesa e decise di esporre la statua dell’ Immacolata Concezione alla pubblica venerazione, ma gli uomini che calavano l’immagine si accorsero che era bagnata, pur essendo la nicchia in cui era custodita completamente asciutta.

Il parroco vide chiaramente che sul capo della Vergine era comparso un foro (tuttora visibile) dal quale sgorgava una sostanza acquosa che le bagnava testa e manto; tale fenomeno si protrasse fino alle ore 24.

Quella stessa notte giunse da Caiazzo il Vescovo Luigi Riccio insieme a due canonici, che, constatato il fenomeno prodigioso, affermò di trovarsi dinanzi ad un vero miracolo.

Poco prima dell’alba, intorno alle 4 del mattino, la Madonna cessò di “sudare” ed il cielo tornò sereno.

(Nunzia Cecere – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)