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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Messina. L’Istituto del Nastro Azzurro intitolato al Capitano di Corvetta Salvatore Todaro, Medaglia d’oro V. M.

La sede della Federazione di Messina dell’Istituto del Nastro Azzurro è stata intitolata al capitano di Corvetta Salvatore Todaro, Medaglia d’Oro al Valor Militare, nell’82esimo anniversario della sua scomparsa.

Due i momenti celebrativi promossi dal comandante del Nucleo Supporto Logistico della Marina Militare, Capitano di Vascello Alessandro Lardizzone e dal presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro, Federazione di Messina, prof. Biagio Ricciardi.

In apertura, alla presenza del Picchetto armato schierato, di una rappresentanza di ufficiali e sottufficiali di Marisuplog Messina che hanno reso gli onori, e dell’assessore Massimiliano Minutoli in rappresentanza del Sindaco, la deposizione della corona di alloro, benedetta dal cappellano militare, don Simone Marani, al monumento dell’eroe situato all’esterno della Base Navale, mentre il trombettiere della Brigata Aosta suonava il tradizionale “Silenzio”.

Subito dopo il dono da parte del presidente Ricciardi al Comandante Lardizzone di una Bandiera italiana ultracentenaria, di terza grandezza, della Regia Marina da custodire nel museo Todaro.

Altro momento significativo è stato quello dello svelamento della targa di intitolazione all’eroe della sede della Federazione di viale Europa, benedetta da don Marani, introdotto dai saluti del presidente dell’Unuci di Messina, gen. di Brigata Giuseppe Briguglio e dell’Ammiraglio Santi Giacomo Legrottaglie, in rappresentanza della prefetta Cosima Di Stani. Presente il vice sindaco Salvatore Mondello con il gonfalone della città di Messina, decorato di Medaglia d’oro al Valore Militare.

La lettura della nota della presidenza Nazionale del Nastro Azzurro è stata curata dalla dott. Maria Eleonora Salvo, consigliera nazionale.

Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, i consiglieri provinciali della Federazione: il tenente colonnello gf Letterio Sciliberto e il tenente del corpo Militare della Cri David Truscello, responsabile NaaPro.

Presenti, inoltre, il tenente Colonnello della Brigata Aosta Arturo Sciarrone, il comandante della Polizia municipale Giovanni Giardina, l’ispettore dipartimentale delle Foreste Giovanni Cavallaro e molte altre autorità civili e militari insieme ai rappresentanti di associazioni combattentistiche e d’Arma: associazione Bersaglieri di Messina, Pasfa, Unuci, associazione del Fante, associazione nazionale Marinai d’Italia (Anmi) e l’associazione Acismom.

Presenti anche la dirigente dell’Istituto Nautico “Caio Duilio”, Daniela Pistorino, con una rappresentanza di studenti e la direttrice della Biblioteca “Giacomo Longo”, Tommasa Siragusa.

In tale contesto il Presidente Ricciardi ha tenuto a consegnare le Pergamene della Presidenza Nazionale, in ricordo della partecipazione alla Cerimonia del Centenario tenutasi l’anno scorso all’Altare della Patria, sia al Vicesindaco Mondello che ai Vigili Urbani di Scorta al Gonfalone, oltre che alla Consigliera Nazionale Dr.ssa Eleonora Salvo ed ai Consiglieri di Federazione Sciliberto e Truscello.

Il prof. Ricciardi, che nel corso dell’incontro ha annunciato la prossima pubblicazione della nuova edizione del volume “Le medaglie d’oro al Valor Militare siciliane”, ha tratteggiato la figura di Todaro, esempio fulgidissimo di intelligente coraggio e di assoluta dedizione, noto non solo per le imprese ma anche per etica e per la straordinaria umanità che lo spingeva, contro le consuetudini di guerra, a salvare i naufraghi delle navi nemiche che affondava, sempre convinto che “hostes, dum vulnerati, fratres”.

Nato nel 1908, l’eroe messinese, condusse missioni di particolare rilevanza bellica.

Nel dicembre del 1942, a soli 34 anni, fu vittima di un mitragliamento aereo mentre si trovava sulla nave Cefalo, nelle acque tunisine.

A conclusione della cerimonia il giovane Giovanni Cessèl, in rappresentanza della famiglia Lenzi, ha consegnato al Comandante Lardizzone la riproduzione di una carta nautica della Crimea firmata dal Todaro oltre che dal Comandante Aldo Lenzi, suo Comandante in seconda, che arricchirà la sala intitolata all’eroe.

Nel messaggio pervenuto dalla famiglia Todaro si esprimeva profonda gratitudine alla Marina Militare e alla Federazione del Nastro Azzurro per il cortese invito alla cerimonia di commemorazione dell’82° anniversario della scomparsa del caro Salvatore e di intitolazione della Federazione Messinese.

Assente, per impegni concomitanti nella sede di Livorno, la famiglia ha rivolto un caro e deferente saluto alle Autorità civili e militari presenti.

Il Presidente ha, infine, consegnato la Medaglia del Centenario del Nastro Azzurro al Comandante Lardizzone, e il Crest dell’Istituto al Luogotenente Giovanni Bonfiglio ed al Segretario del Comando di Marisuplog Messina, Giuseppe Marchese.

L’iniziativa si inserisce nel quadro degli obiettivi istituzionali della Federazione Provinciale di Messina dell’Istituto del Nastro Azzurro, che continua a promuovere i valori di coraggio e dedizione rappresentati da illustri decorati, armonizzando momenti celebrativi e riflessioni storiche.

(Anna Maria Crisafulli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Al Monumento ai caduti di Massa San Giorgio cerimonia in onore dei Caduti in guerra, Unità Nazionale e Forze Armate

Con una toccante cerimonia, la città ha ricordato i caduti di tutte le guerre nella ricorrenza nazionale delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia.

Oltre ai nostri compaesani, sempre attenti a queste importanti tematiche, erano presenti e corre l’obbligo ringraziare:

Il Comandante della stazione Carabinieri di Castanea Giovanni Di Stefano, i Carabinieri scelti Ivan Raineri e Davide Grasso, il Sergente Roberto Vaccalluzzo con il Graduato Aiutante Davide Previti del VI° Reparto Comando e supporti Tattici brigata Aosta, il Tenente Colonnello Letterio Sciliberto dell’Associazione “Nastro Azzurro”, l’avvocato della Presidenza del Consiglio dei Ministri Giuseppe Balzano, il Prete della comunità Don Giuseppe Giunti e l’insegnante Maestra Caterina Cantante dell’I.C. Saponara insieme ai nostri piccoli bambini e ragazzi accompagnati da genitori.

La cerimonia ha avuto inizio con la collocazione in loco del nostro tricolore da parte del Graduato Aiutante Davide Previti, seguita dagli onori musicati dal Trombettiere Sergente Roberto Vaccalluzzo della Brigata Aosta.

E’quindi proseguita con la deposizione della Corona d’Alloro per mano del Tenente Letterio Sciliberto e del Presidente della Sesta Circoscrizione Francesco Pagano, coniugata dal suono del silenzio eseguito dal trombettiere.

L’evento è stato accompagnato dalla benedizione di Padre Giunti e nel corso della celebrazione è stata, inoltre, data lettura della preghiera del soldato, per voce del militare Davide Previti.

A seguire, dopo aver celebrato gli onori ai caduti con il ricordo dei nomi c’è stato l’intervento dell’Avvocato dei Ministri Giuseppe Balzano e del Tenente Colonnello Letterio Sciliberto, la cerimonia si è conclusa con la Santa Messa, officiata nella chiesa di San Giorgio Martire di Massa San Giorgio.

Così, nel nostro piccolo, abbiamo ricordato tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra Italia, con la semplicità e la viva partecipazione che contraddistingue gli abitanti di questo Borgo; caratteristiche visibilmente apprezzate dalle autorità civili e militari presenti.

Ma la strada di sensibilizzazione verso queste importanti fondamenti è molto lunga; l’auspicio è che anche la scuola vicinioria ricadente nel territorio partecipi attivamente con i loro discenti, affinchè questi argomenti di estremo valore trovino riscontro nella concretezza e non siano solo trattati, seppur magistralmente, ma sempre astrattamente in dei banchi di scuola.

(Dott.Vincenzo Palana – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Toccante cerimonia in onore dei Caduti di Massa S. Lucia nella ricorrenza del 4 novembre

La cerimonia in ricordo dei caduti di Massa Santa Lucia del 4 novembre è stata un evento solenne e significativo, tenutosi davanti al monumento dedicato alle diciotto vittime dei conflitti mondiali “figli” del villaggio.

La manifestazione promossa ogni anno a partire dal 2007 dal Cav. Antonino Berenato, ha visto la comunità riunirsi per riflettere sul sacrificio dei caduti e sull’importanza della memoria storica.

La cerimonia, infatti, non è stata solo un momento di commemorazione, ma anche un richiamo all’unità e al senso di appartenenza da trasmettere alle giovani generazioni.

Erano presenti rappresentanti del Consiglio della VI Municipalità, autorità civili e militari. Per l’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare – Federazione di Messina, il Col. Letterio Sciliberto, appositamente delegato dal Presidente. l’Associazione Combattenti e reduci era rappresentata dal presidente, Maggiore Vincenzo Randazzo. Dinanzi ad una nutrita rappresentanza della cittadinanza, il Sacerdote Don Giuseppe Giunti della Parrocchia delle Masse ha recitato una preghiera in suffragio dei caduti ed ha impartito la benedizione.

La corona d’alloro dell’Amministrazione Comunale è stata deposta dinanzi al monumento ai caduti.

Il Consigliere Sciliberto della Federazione di Messina ha parlato dei caduti di tutte le guerre che rappresentano un sacrificio immenso, un costo umano che rimane impresso nella memoria collettiva di un paese.

Ha poi aggiunto: “La memoria dei caduti ci ricorda il prezzo della guerra e l’inestimabile valore della pace.

Questo monumento onora i soldati caduti in battaglia, ma anche i civili che hanno sofferto a causa della guerra.

Il sacrificio di questi 18 ‘figli’ del villaggio collinare è un monito, un richiamo eterno al valore della pace e alla tragedia della guerra, un ricordo che va custodito con rispetto e devozione.

Oggi, ricordiamo quei caduti non come numeri, ma come persone con famiglie, sogni e speranze.

Celebriamo la loro memoria con cerimonie commemorative, e continuiamo a sperare in un mondo di pace, dove tali sacrifici non siano più necessari”.

(Anna Maria Crisafulli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Compie 30 anni il Movimento ‘Giogio La Pira’ fondato e sempre retto da Calogeco Centofanti

Sono trascorsi sei lustri da quando, su iniziativa di Calogero Centofanti e di altri volontari, veniva fondato il Movimento “Nuova Presenza Giorgio La Pira”, come modesto segmento della Società Civile, aperto al pluralismo delle idee, legato saldamente alla intangibile Carta Costituzionale, proteso non solo alla cooperazione con virtuose espressioni dialettiche, ma anche alla valorizzazione delle attualissime encicliche come la “Populorum Progressio” di San Paolo VI e la “Laborem Exercens” di San Giovanni Paolo II, nonché al contenuto dello storico libro sul Sindaco Santo, scritto dal Prof. Giuseppe Miligi, presentato nell’aula Magna dell’Università di Messina dal Presidente del Senato On. Amintore Fanfani nel Febbraio 1978.

Tali preziosi riferimenti unitamente alla missione di Fioretta Mazzei costituiscono la fresca sorgente, cui il Movimento attinge energie morali, onde continuare il cammino di speranza e di pace.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Arrestato il n.1 Federanziani: “Matteo vuole solo me, punto” INCHIESTA ROMA – Messina è accusato di associazione a delinquere e riciclaggio. Dal ‘22 gestisce il dipartimento “Politiche della Terza Età” del Carroccio LEGA






LEGA

Arrestato il n.1 Federanziani: “Matteo vuole solo me, punto”

INCHIESTA ROMA – Messina è accusato di associazione a delinquere e riciclaggio. Dal ‘22 gestisce il dipartimento “Politiche della Terza Età” del Carroccio

DI VINCENZO BISBIGLIA E VALERIA PACELLI 
13 GIUGNO 2024
“Prendo io il Dipartimento della Lega delle Politiche della Terza Età… perché Matteo vuole solo me…”. È il 4 febbraio 2022 e Roberto Messina, presidente di Senior Italia Federanziani, sa che di lì a poco arriverà la nomina leghista. E ha ragione. Perché il 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione russa in Ucraina, Salvini è con lui a presentare proprio quel Dipartimento. Passa un anno: il 14 gennaio 2023 Il Fatto scrive di un’indagine della Procura di Roma a carico di Messina. Che resta al proprio posto. “È tutto chiarito”, spiegava Messina al Fatto, aggiungendo anche di aver avvisato il partito. Ieri la brutta notizia: il dirigente è finito ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere e riciclaggio.Le indagini del 6° Nucleo Operativo Metropolitano della Finanza partono da una denuncia sulla gestione del Village, lo stabilimento balneare del litorale romano confiscato a esponenti del clan Fasciani. Negli anni scorsi il Village era stato dato in gestione alla Senior Italia Foundation Onlus, “fondazione senza scopo di lucro”, il cui ramo di azienda era stato poi preso in affitto dalla Senior Italia Service, Srl costituita, secondo i pm, proprio da Messina. Partendo da questo gli investigatori scoprono però che, “attraverso la costituzione di altre fondazioni, associazioni senza scopo di lucro e società”, alcuni degli indagati “ricevevano cospicui introiti a fronte di sponsorizzazioni e donazioni da gruppi multinazionali del settore farmaceutico”. Introiti che venivano poi “riversati ad altre entità”, riconducibili ai medesimi, “servendosi di fatture per operazioni inesistenti relative a consulenze e progetti fittizi”.

Per un periodo dunque Messina e altri sono stati intercettati. Ed è allora che i pm raccolgono anche le sue considerazioni sulla nomina che di lì a poco la Lega (estranea alle indagini, come pure Salvini) gli avrebbe conferito. Nei dialoghi in questione non c’è nulla di penalmente rilevante, ma raccontano come si muoveva Messina. Quando il dirigente parla delle sue dimissioni da Federanziani, a causa dell’imminente nomina nel Dipartimento leghista, il 4 febbraio 2022 dice: “Vedi, (incomprensibile) do le dimissioni! ma da Federanziani però eh! (…) sono dimissioni finte, cioè no vere, nel senso formalmente vere finte perché comando sempre io”. Quello stesso giorno, alcune ore dopo, in un’altra intercettazione dice: “Questa cosa è organizzata tra me e Matteo (Salvini. ndr), ok? (…) Quindi io oggi annuncerò le dimissioni da Federanziani e ho bisogno di… poi Miryam, che è il vicario, non accetterà l’incarico e potremo come Presidente protempore Eleonora S. Ok? (…) Perché io esco da Federaziani che c’è quell’articolo che non posso (…). E poi dopo di che prendo io il Dipartimento della Lega delle Politiche della Terza Età (…) Perché Matteo vuole solo a me, punto, quindi…”

Quando a gennaio 2023 Il Fatto contatta Messina per chiarire la circostanza delle dimissioni lui spiegava: “Eravamo convinti che un incarico politico potesse essere incompatibile, invece i legali hanno spiegato che riguardava solo assessori, consiglieri e così via”. E infatti era ritornato presidente di Federanziani nel giugno 2022. E che lui si muova da capo lo ribadisce anche in una intercettazione del 15 febbraio 2022. Parla con un altro soggetto che gli chiede aiuto, dice: “Ma non te preoccupà, ma scusa se io, se te dico io che dovete lavorà pe’ me, per E memory e per il sindacato, che ca**o ve devo di de più (…) Co Salvini, che divento il capo dipartimento (…) Della terza età della Lega, po da capo mi muovo”.

Per i pm romani “Messina – è scritto nell’ordinanza – utilizza la propria posizione per incrementare il proprio clientelismo, mediante comportamenti e intrattenendo relazioni tra persone con l’interesse di scambi di favori, creando un danno alla collettività …”. Salvini di certo non sapeva quanto fosse citato da Messina. Ora fonti leghiste fanno sapere che si occuperanno del caso, studieranno il dossier, leggeranno le carte e capiranno cosa fare.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Messina. Florilegio inaugurale con scomparsa della storica intestazione a Moro, non sfuggita al prof. Centofanti

Sul recente florilegio inaugurale nel contesto della villa Dante, riportiamo di seguito le argute riflessioni del professor Calogero Centofanti: 

Al termine di un intenso florilegio inaugurale di ville e parchi, desidero adempiere un semplice bisogno morale con qualche modesta annotazione.

Nella fantasmagorica atmosfera, creata nell’ameno giardino-arena di Villa Dante, sembra affiorare qualche disattenzione, rappresentata dal fatto che una palestra adibita alla pratica sportiva del tennis da tavolo appare un po’ disadorna, nel senso che manca forse di una manutenzione che consenta una decorosa funzionalità.

Non a caso da tempo si parla di adeguamento della struttura sportiva ma finora purtroppo non è avvenuto nulla.

L’intitolazione simbolica del parco “Aldo Moro” risale al 9 maggio 1988 allorquando, un cittadino residente in un complesso antistante l’oasi, aveva donato una targa di marmo con la scritta “PARCO ALDO MORO STATISTA”, collocandola sul cancello d’ingresso.

Poiché la stessa sembra scomparsa in questi giorni, qualora risultasse non compatibile con l’elegante stile del rettangolo verde, sarebbe opportuno che venisse restituita al legittimo proprietario per ricordo.

(Calogero Centofanti – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Alla festa di San Giorgio il Principe don Flavio Borghese, Presidente ‘SMOC’

Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, entusiasta per la visita a Messina del Presidente della Real Commissione per l’Italia.

In occasione della festa di San Giorgio Martire, patrono e protettore del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Principe Don Flavio Borghese dei Principi di Sulmona e Montecompatri, Cavaliere Gran Croce di Giustizia, ha presenziato alle ore 11.30 di domenica 28 aprile 2024 alla celebrazione della solenne Santa Messa nella chiesa di San Giuseppe al Palazzo di Messina, insieme al Delegato per la Sicilia Orientale, Nob. Avv. Ferdinando Testoni Blasco, Cavaliere Gran Croce di Giustizia.

Hanno partecipato inoltre, il Vice Delegato per la Sicilia Orientale, Nob. Avv. Gian Francesco Galletti, Barone di Santa Rosalia e Cancimino, Cavaliere di Giustizia; il Segretario Generale, Dott. Michele Lauro, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; i Tesorieri, Dott. Salvatore Dejean, Cavaliere de Jure Sanguinis, e Matteo Santoro, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; il Responsabile della Comunicazione, Antonino Lauro, Cavaliere di Merito; i Responsabili delle Attività Culturali, Dott. Attilio Borda Bossana, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, e Avv. Antonio Rapisardi, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; il Responsabile delle Attività Caritatevoli, Dott.ssa Francesca Rizzuti, Dama di Merito; il Cerimoniere Laico, Dott. Luigi Lauriola, Cavaliere di Merito; i Referenti per la Provincia di Catania. Dott. Santino Adriano Matarazzo, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento, e Marcello Catalano, Cavaliere di Merito; il Referente per la Provincia di Messina, Dott. Giuseppe Tortorici, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; i Referenti per la Provincia di Enna, Dott.ssa Salvatrice Lucia Giunta, Dama di Merito con Placca d’Argento e Dott. Filippo Cuda, Cavaliere di Merito; Confratelli delle Sezioni di Messina, di Catania, di Ragusa, di Siracusa e di Enna.

La Santa Messa, iniziata dopo la processione a cui hanno preso parte i Cavalieri e le Dame Costantiniano, dietro al Cristo, verso il Padre, è stata officiata dal Rettore Mons. Santi Musicò, Cappellano di Merito con Placca d’Argento, assistito dal Cerimoniere Religioso della Delegazione, Mons. Carmelo Salvatore Asero, Vicario Giudiziale dell’Arcidiocesi di Catania, Cappellano di Merito con Placca d’Argento. L’animazione musicale del Sacro Rito è stata curata dal Maestro d’organo Mario Casablanca e dal Maestro di violino Mihaela Oggiano.

La Prima lettura è stata letta da Filippo Cuda, Cavaliere di Merito; il Salmo responsoriale da Francesca Rizzuti, Dama di Merito; la Seconda lettura: da Antonio Rapisardi, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento; e il Vangelo è stato proclamato da Mons. Santi Musicò.

La preghiera dei fedeli è stata recitata da Giuseppe Tortorici, Cavaliere di Merito con Placca d’Argento.

Nella sua omelia, Mons. Santo Musicò ha commentato i brani della Liturgia della Parola (At 9,26-31; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8), che hanno messo in risalto la vocazione del cristiano.

Le Letture appaiono unite e dominate da un tema ecclesiale: la Lettera di Giovanni tenta di scoprire lo stato interno, la dignità ultima dei membri della comunità. La conversione e l’attività missionaria di Paolo ha immediate ripercussioni nella chiesa; essa provoca subbuglio nelle comunità, ma si tratta di un «subbuglio» di vita, perché serve da stimolo.

La carità, l’amore verso il prossimo non è una virtù facile, commenta Giovanni, ma è egualmente il distintivo del credente. Se manca, tutto il resto è inutile: non si è sulla strada del Vangelo, né costruttori del Regno di Dio.

Il tralcio non può separarsi dalla vite e pretendere di continuare a riceverne la linfa. Tale è la condizione e quindi la sorte di chi ha scelto Cristo. Dalla Prima lettura si apprende che Barnaba raccontò agli Apostoli, come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore (At 9,27). Il racconto della conversione di Saulo appare ormai un racconto di vocazione. Anche a lui ha parlato il Signore. Anch’egli l’ha visto e ha ricevuto da Lui il “mandato”. L’aiuto nelle difficoltà viene da Dio ma egli si serve il più delle volte di intermediari umani. In quest’occasione, Barnaba, futuro amico e ammiratore di Paolo, garantisce davanti alla comunità per lui. Paolo deve dire tutto a tutti; le sue capacità, le sue convinzioni non sono comuni, per questo i suoi “discorsi” e le sue “discussioni” dovevano mettere in crisi ogni catechesi e catechista. Faceva forse troppi proseliti tra i giudei di lingua greca, così alcuni di loro arrivavano alla decisione di ucciderlo. La piccola comunità cristiana di Gerusalemme era anch’essa in pericolo e inviando Paolo a Tarso voleva salvare anche se stessa. Non per nulla subito dopo “la Chiesa era (da allora) in pace per tutta la Giudea”.

La Seconda lettura “Non amiamo a parole” (1Gv 3,18) ha una caratteristica: il credente è la carità verso Dio e verso il prossimo; solo quando questa pervade gli animi e le azioni di tutti si può parlare, con diritto, di comunità cristiana. La carità è la nota propria di Dio, di Cristo, deve essere per questo anche la virtù irrinunciabile del cristiano.

Anche le buone parole possono avere un peso, un valore perché sostituiscono la villania e l’offesa, ma se non partono dal cuore e dalla comprensione, dalla volontà di bene, sono suoni vuoti. I gesti della carità possono essere anche piccoli, minimi, ma debbono provenire dalla stessa apertura e prontezza d’animo.

L’amore “nella verità” è quello senza menzogna e senza inganno. La verità è per Giovanni la realtà. Essa coincide, in ultima analisi, con Dio e con Cristo: la verità in persona, la verità incarnata. Nascere dalla verità è per questo nascere da Dio; essere nella verità è essere in Dio, per questo comporta anche serenità e pace.

Mons. Musicò ha spiegato la misericordia del Buon Pastore portando l’esempio di due Parabole il figliol prodigo e l’adultera. Agli occhi di Dio Padre abbiamo tutti uguali diritti, uguale valore, e che il Suo amore avvolgerà e consolerà in modo particolare chi ha sbagliato, chi si è perduto, e poi è tornato a casa.

Chi rappresenta il figlio maggiore nella parabola del figliol prodigo? Il figlio maggiore rappresenta il Vecchio Testamento che rimane nella casa del Padre, ed il vitello grasso che viene citato è lo stesso Gesù che viene sacrificato per la salvezza del mondo.

Nella seconda parabola, Gesù propone di essere misericordiosi come Dio, verso la peccatrice pubblica, colei che si è macchiata dello stesso peccato dei loro padri, “Gesù si alzò e disse loro: chi è senza peccato scagli la prima pietra contro di lei” (Gv. 8,7). Gesù col suo mimo, si piega e scrive a terra, gli anziani leggono e lasciano cadere la pietra dalle mani, così Gesù con quelle scritte, fa capire la misericordia e il perdono di Dio. Ad uno ad uno gli anziani accusatori se vanno, perché sanno in cuor loro di aver peccato di adulterio verso Dio almeno una volta nella vita: “Va e non peccare più” (Gv. 8,11). Grazie a questa donna, di cui non si ricorda il nome e che dice solo due parole “Nessuno m’ha condannata Signore (non lo chiama Gesù, ma col nome di Dio), Gesù riscrive la Torah col proprio dito. È una Torah di misericordia, di perdono e non di giudizio o condanna: “Neanch’io ti condanno” (Gv. 8,11).

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il Presidente della Real Commissione per l’Italia, S.E. il Principe Don Flavio Borghese ha rivolto un saluto ai presenti:

Monsignore, Delegato, Confratelli e Consorelle e Amici dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, ho il grande privilegio, in veste di Presidente della Real Commissione per l’Italia, di rivolgere il più sentito saluto a quanti presenti oggi per la celebrazione di questa Santa Messa che succede il Pontificale in onore di San Giorgio Martire, la cui solenne liturgia eucaristica è stata presieduta dall’Eminentissimo Cardinale Dominique Mamberti, a cui rinnovo i sentimenti della mia più profonda devozione. Ringrazio il nostro Cappellano di Merito con Placca d’Argento, Mons. Santi Musicò, per la sua illuminante omelia e per il ruolo di guida che tutti i Cappellani dell’Ordine svolgono a beneficio dei Cavalieri e le Dame.

Al nostro beneamato Gran Maestro, Sua Altezza Reale il Serenissimo Principe Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Calabria, esprimo viva gratitudine per la sua augusta presenza al Pontificale di Napoli, nella certezza che voglia continuare a seguire con affettuosa premura e vicinanza la vita di questa Real Commissione.
Manifesto altresì viva riconoscenza a quanti operano per l’Ordine nella Delegazione della Sicilia Orientale e in primis al Nob. Ferdinando Testoni Blasco, Delegato, e ai Referenti delle diverse Sezioni, per l’entusiasmo e la determinazione nell’organizzazione degli eventi religiosi, in primis, e culturali e caritatevoli.

Sono certo che con l’istituzione delle tre Luogotenenze, e la stretta collaborazione con le rispettive Delegazioni, si affermerà e si estenderà sempre di più il carisma Costantiniano sull’esempio del mio predecessore, Sua Eccellenza il Duca Don Diego de Vargas Machuca, di cui tutti serbiamo grata memoria.

Infine, ricordo che ci apprestiamo all’Anno Santo 2025 dal quale, Cari Confratelli e Consorelle, noi Costantiniani, trarremmo ispirazione per approfondire e riaffermare la nostra Fede in Dio e nella Santa Chiesa Apostolica e Romana.

A seguire, prima della benedizione finale, il Delegato per la Sicilia Orientale, Nob. Avv. Ferdinando Testoni Blasco ha recitato la Preghiera del Cavaliere Costantiniano.

Alla Celebrazione Eucaristica è seguita un’agape fraterna presso il Circolo della Borsa di Messina, che ha favorito il dialogo, la riflessione e il piacere della socialità tra i Confratelli Costantiniani.

A conclusione della giornata, prima dei saluti finali, nel ringraziare della partecipazione S.E. il Principe Don Flavio Borghese, gli sono stati consegnati alcuni omaggi da parte dei Cavalieri e Dame della Delegazione, tra i quali, una riproduzione a scala ridotta del quadro raffigurante San Giorgio in bassorilievo del Maestro Salvatore Denaro, che si trova nella chiesa di San Giuseppe al Palazzo di Messina [QUI]; un’opera artistica prodotta in Albania, raffigurante il Presidente e alcune pubblicazioni di interesse araldico, genealogico e cavalleresco quali Nobiltà e Il Mondo del Cavaliere, con degli articoli curati da Cavalieri e Dame della Delegazione della Sicilia Orientale.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Inaugurati i locali ristrutturati della Caserma ‘Cutugno’: eroe morto per salvare un ragaazzino

Si è svolta la cerimonia di inaugurazione di alcuni locali ristrutturati della caserma “Stefano Cutugno”, Medaglia oro  al valor di Marina, sede dei Comandi Provinciale, Gruppo Aero-Navale, Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria, Gruppo della Guardia di Finanza peloritana.

La Caserma è intitolata all’eroe Cutugno per il generoso slancio col quale, il 26 agosto 1908, noncurante del rischio cui si esponeva, sebbene poco abile al nuoto, tentava di salvare, col mare agitato, il quattordicenne Rosario Arcuri, in grave pericolo di annegamento, nella rada di San Ferdinando di Rosarno (Reggio Calabria), rimanendo vittima del suo filantropico gesto.

Alla presenza del Sig. Francesco Cutugno pro-nipote dell’eroe, dell’Autorità di Governo di Messina, Cosima Di Stani, del vicesindaco Salvatore Mondello in rappresentanza del il primo cittadino, del Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, comandante interregionale carabinieri “Culqualber”, organismo di vertice dell’Arma territoriale per la Sicilia e la Calabria, del comandante regionale Sicilia della Guardia di Finanza, Generale di Divisione Cosimo Di Gesù, del comandante provinciale colonnello Gerardo Mastrodomenico, l’Arcivescovo di Messina Lipari, Santa Lucia del Mela, Mons. Giovanni Accolla, ha benedetto i nuovi locali.

Schierato anche il labaro della Federazione di Messina del Nastro Azzurro, decorato di 32 Medaglie d’Oro al Valor Militare, scortato dal Luogotenente Mare Giuseppe Caristi, Medaglia d’Argento al valor Militare della Guardia di Finanza, con il Presidente della Federazione, Prof. Biagio Ricciardi.

L’inaugurazione dei nuovi locali è un importante traguardo per le Fiamme Gialle di Messina. Le rinnovate aree interne della caserma saranno destinate a migliorare sempre più i luoghi di lavoro del personale e renderle sempre più accoglienti anche per l’utenza.

Una giornata intensa, rientrante nell’ambito delle celebrazioni per il 250° anniversario della fondazione del Corpo (nell’anno 1774), che segue al riconoscimento della cittadinanza onoraria, celebrato il giorno precedente nell’aula consiliare del comune.

Il vicesindaco Mondello ha espresso a margine della cerimonia grande soddisfazione per la riuscita degli eventi ed ha dichiarato: “Sono davvero orgoglioso del percorso che l’Amministrazione ha voluto e saputo creare con la Guardia di Finanza, giustamente celebrata in occasione di un importante Anniversario, ma più in generale con tutte le Forze dell’Ordine e Armate.

Oggi abbiamo ancora una volta dimostrato come e quanto la ‘Squadra Stato’ sia presente sul territorio e come la collaborazione interistituzionale continui ad arricchirsi di contenuti di alto valore morale ed etico.

Lavorare al servizio della città è obiettivo prioritario e nobile, così come affrontare le criticità in un clima di assoluta partecipazione e condivisione con le Forze dell’Ordine e Armate, mettendo in primo piano gli interessi della nostra Messina, nel rispetto dei valori della legalità e della sicurezza”.

(Anna Maria Crisafulli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Da Napoli a Messina: morto di epatite C dopo una trasfusione: mega risarcimento per i familiari

1.000.000 € di risarcimento ai familiari di un paziente morto di epatite C dopo una trasfusione: famiglia napoletana risarcita per il riconoscimento dei danneggiati per malasanità.

In una sentenza epocale, l’Ospedale Piemonte e Regina Margherita di Messina è stato condannato al risarcimento dei danni per una grave patologia epatica evoluta a seguito di un intervento chirurgico.

Questa decisione storica ha riconosciuto il diritto al risarcimento per gli eredi di una vittima di malasanità, aprendo nuove prospettive nel campo della giustizia sanitaria. Il paziente, durante la sua degenza presso l’ospedale, è stato sottoposto a un intervento chirurgico di emicolectomia destra e ha ricevuto una emotrasfusione, per poi contrarre il virus HCV, che successivamente si è evoluto in cirrosi epatica.

Nonostante le precedenti decisioni sfavorevoli del Tribunale di Palermo e della Corte d’Appello, ritenendo prescritto il diritto al risarcimento, la Corte di Cassazione ha ribaltato tali sentenze, riconoscendo la non prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.

Secondo la Corte di Cassazione, nella presenza di danni lungolatenti come quello in questione, la prescrizione non decorre dal momento del fatto lesivo, ma dal momento in cui si manifesta la patologia, collegata a un fatto illecito portatore di responsabilità.

Nel caso del paziente, i sintomi clinici dell’infezione da HCV si sono manifestati solo dopo circa vent’anni dalla degenza, con un progressivo aggravamento della patologia che ha portato al decesso.

Dopo il riconoscimento dell’indennità prevista dalla legge per i soggetti colpiti da sangue infetto (Legge 210/1992), il danneggiato e successivamente i suoi eredi hanno combattuto con determinazione per ottenere giustizia contro il Ministero della Salute e l’Ospedale Siciliano.

Lo studio Associati Maior – Studio Legale e Medico Legale, composto dagli Avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, insieme al medico-legale Dott. Marcello Lorello e allo studio legale Carrara, dell’Avv. Francescopaolo Carrara, hanno rappresentato con impegno e dedizione gli interessi dei familiari della vittima, ottenendo un risarcimento di oltre un milione di euro.

Questa sentenza non solo porta giustizia alla vittima e alla sua famiglia, ma rappresenta anche un importante precedente per la tutela dei diritti dei pazienti e per la responsabilizzazione delle strutture sanitarie nel garantire un trattamento sicuro e conforme agli standard medici più elevati.

(Nicola Arpaia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Il Movimento ‘Nuova Presenza Giorgio La Pira’ non dimentica il massacro di via Fani

Sempre in difesa della libertà, contro la violenza terroristica: parole dettate da ragazzi della Scuola Media Giuseppe Mazzini di Messina.

Il Movimento “Nuova Presenza Giorgio La Pira” annualmente promuove nella città peloritana la commemorazione della strage di via Fani, in cui furono trucidati il Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato dei Carabinieri Domenico Ricci, il vice brigadiere di Pubblica Sicurezza Francesco Zizzi, l’agente di Pubblica Sicurezza Giulio Rivera e l’agente di Pubblica Sicurezza Raffaele Iozzino, componenti la scorta dell’insigne statista, On. Prof. Aldo Moro, poi rapito.

Alla semplice cerimonia svoltasi in Piazza Unione Europea era presente una folta delegazione di studenti della scuola media Mazzini, accompagnata da alcuni genitori e dalle insegnanti prof.sse Tiziana Marchese e Lilla eCampanella.

Dopo un breve intervento di Calogero Centofanti, lo studente Arrigo, dopo aver letto un pensiero sul triste doloroso evento insieme al suo compagno di classe Carletti, ha deposto un serto di fiori alla base del monumento ai caduti.

Alla cerimonia hanno presenziato il Primo Cittadino Dott. Federico Basile, nonché i Magistrati dott.ssa Alessia Smedile e Lia Silipigni, il Maggiore Marcello Savastano in rappresentanza del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Messina, il Luogotenente Comandante della locale Stazione dei Carabinieri Arcivescovado, Gaetano Ilacqua, il Tenente della Guardia di Finanza Sabatino Battaglia in rappresentanza del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, In rappresentanza dell’Associazione Nazionale Cavalieri di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana il Cavaliere di Gran Croce Avv. Giorgio Mirti della Valle, rappresentanze, con il proprio Labaro, dell’A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) con il proprio Presidente Dott. Prof. Renato Milazzo e numerosi soci, la Federazione di Messina dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valor Militare con il proprio medagliere di 32 Medaglie d’Oro al Valor Militare con il Ten. Col. GdF (Ris) Letterio Sciliberto, appositamente delegato dal Presidente e l’alfiere Valentino Mento.

Al termine è stato rilasciato ai meritevoli studenti presenti un attestato di partecipazione come ringraziamento per la loro sensibile attenzione dimostrata in questa circostanza rievocativa.

Calogero Centofanti,– Coordinatore “Movimento Nuova Presenza Giorgio La Pira”.

(Letterio Sciliberto – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Precetto pasquale delle Forze Armate nella Cattedrale con autorità religiose, militari e civili

Si è celebrato nella Basilica Cattedrale “Santa Maria Assunta” di Messina, gremita di uomini e donne in uniforme, il Precetto Pasquale Interforze presieduto da Mons. Giovanni Accolla – Arcivescovo di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela, coadiuvato da Parroci, Diaconi, e cappellani Militari della XV Zona Pastorale – provincia di Messina.

Presenti il Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, le rappresentanze delle Forze Armate e di Polizia, del Comparto Sicurezza, della Magistratura, delle Autorità Civili Peloritane (il Sindaco era rappresentato dall’assessore Massimiliano Minutoli), delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma con il PASFA, l’Unuci con il Generale Giuseppe Briguglio, la Federazione provinciale di Messina dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare con il labaro decorato di 32 medaglie d’Oro al Valor Militare, con la vicePresidente, Professoressa Anna Maria Crisafulli Sartori, il Tenente Colonnello Gdf (Ris) Letterio Sciliberto, l’azzurro Paolo Scarcella e gli alfieri Valentino Mento ed Emanuele Castrianni. Presenti rappresentanze di militari di ogni ordine e grado, in servizio e in congedo.

Il Presule, all’omelia, ha evidenziato la centralità del mistero pasquale nella vita del credente e della comunità ecclesiale, declinando la riflessione alla luce della Parola di Dio nel peculiare servizio che il mondo militare espleta a favore del bene comune, della salvaguardia dell’ambiente e della pace.

Al termine della celebrazione, il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, Comandante del Comando Interregionale Carabinieri “Culqualber”, è intervenuto rivolgendo al Presule il ringraziamento per la sua vicinanza pastorale e per la sua costante presenza.

La celebrazione è stata animata dal coro del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina.

(Anna Maria Crisafulli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Messina. Tricolore: nella giornata celebrativa, sagace descrizione ad opera dell’Istituto ‘Nastro Azzurro’

Il Tricolore narrato dalla federazione di Messina dell’istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare.

In occasione della Giornata del Tricolore del 7 gennaio 2024, celebrato a Messina il 10 Gennaio, presso il Palacultura cittadino per permettere la presenza di giovani studenti di Scuole Superiori della città, è stato dato ampio spazio ad un interessante incontro, al quale hanno partecipato le massime autorità civili e militari della provincia di Messina, rappresentanti dei Comandi Militari regionali e provinciali dell’Esercito, Carabinieri e Guardia di Finanza, nonché ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della Croce Rossa, con la Banda della Brigata Aosta, che ha scandito i vari momenti previsti in scaletta.

Tra i relatori oltre il Prof. Biagio Ricciardi (nella foto), Presidente della Federazione di Messina del Nastro Azzurro, il Tenente Sebastiano Castorina del 24° Rgt Artiglieria “Peloritani”, che ha parlato di “Patria e Nazione per un nuovo Risorgimento Italiano. Il significato della Bandiera per le Forze Armate” e il Prof Luigi D’Andrea Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina che ha parlato del “Tricolore simbolo dell’Unità Nazionale”.

Tale momento celebrativo ha dato spunto alla Federazione di Messina di approfondire in questa sede la tematica del “Tricolore” dalle sue origini, ricordando giustamente che

Il momento celebrativo Nazionale è previsto a Reggio Emilia e alla presenza del Presidente della Repubblica

Secondo quanto stabilito per La “Giornata Nazionale del Tricolore” istituita dalla L. 31 Dicembre 1996 n.671, con ricorrenza il 7 Gennaio di ogni anno”, per commemorare la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera di uno Stato italiano sovrano, la Repubblica Cispadana e che avvenne a Reggio Emilia il 7 Gennaio 1797, sulla scorta degli eventi della rivoluzione francese (1789-1799).

A Reggio Emilia, il 27 Dicembre 1796, in un’assemblea tenutasi in un salone del Municipio della città (in seguito ribattezzato Sala del Tricolore) 10 delegati presieduti da Carlo Facci, approvarono la carta costituzionale della Repubblica Cispadana, comprendenti i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. In successive riunioni furono decretati e ufficializzati diversi provvedimenti, tra i quali la scelta dell’emblema della neonata repubblica.
Ad avanzare la proposta di adozione di una bandiera nazionale verde, bianca e rossa fu, un’assemblea avvenuta il 7 Gennaio che vede Giuseppe Compagnoni ricordato come il “padre del tricolore”.

Ma ci si chiede: Perché proprio questi tre colori?

Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche d’ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti, adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790. Ed anche i reparti militari italiani, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombardia presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione.

Il bianco e il rosso, comparivano, infatti, nell’antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia Civica milanese.

Gli stessi colori poi furono adottati anche negli stendardi della Legione italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna, e fu questo che probabilmente spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera.

Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenete quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.

Nelle prime coccarde tricolori italiane il verde simboleggiava l’uguaglianza e la libertà, valori portati avanti per raggiungere l’Unità d’Italia. Durante il periodo napoleonico, invece, i tre colori acquisirono per la popolazione un significato più idealistico: il verde la speranza, il bianco la fede, il rosso l’amore.

Nel 1860 il Tricolore italiano venne scelto come bandiera nazionale del Regno delle Due Sicilie, mentre il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, la bandiera verde, bianca e rossa diventò il vessillo nazionale.

L’art. 12 della Costituzione ne stabilisce le caratteristiche “verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni”.

Dopo la data del 7 Gennaio 1797, la considerazione popolare per la bandiera d’Italia crebbe costantemente, fino a farla diventare uno dei simboli più importanti del Risorgimento. Insieme all’inno nazionale e al Capo dello Stato, oggi la bandiera è uno dei tre simboli dello Stato repubblicano.

L’art. 12 della Costituzione ne stabilisce le caratteristiche “verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni”.

La bandiera italiana enuncia una vicenda storica la cui origine si colloca prima della definizione della Costituzione Repubblicana.

L’art. 12 della Carta Costituzionale riconosce tale vicenda ed assume la disciplina del tricolore tra i principi fondamentali della Repubblica e quindi anche lo Stato e la Nazione italiana.

Il tricolore è il simbolo costituzionale dell’Italia Repubblicana. Sul piano del diritto internazionale, la bandiera tricolore rappresenta in simbolo la continuità della personalità giuridica dello Stato italiano e corrisponde ad una libera scelta di ogni Stato sovrano

È il caso di ricordare come nello Statuto Albertino, l’art 77 conteneva una disciplina della bandiera che rimandava semplicemente al vessillo dello stato piemontese, poi sostituito quasi subito dal tricolore con lo stemma sabaudo in omaggio al riconoscimento da parte di Carlo Alberto delle “ragioni politiche” del Rinascimento.

Il prof. Biagio Ricciardi, nella sua relazione, oltre a presentare il contenuto del Calendario Azzurro del Centenario, illustrando la vita dell’Istituto e le iniziative in atto per il 2024, ha sinteticamente commentato i contenuti della pregiata illustrazione storica, dedicata al centesimo anniversario di fondazione dell’Istituto, al fine di evidenziare e condividere il grande valore dimostrato dalla nostra popolazione nelle condizioni più estreme, e difficili, che sono quelle vissute sul campo di battaglia continuando poi “a braccio”, visibilmente commosso, quanto trascriviamo:

Sig. Sindaco, Ecc. Sig. Prefetto, Assessore Caruso, Autorità Civili e Militari cari ragazzi, Avevo 25 anni, giovanissimo Ufficiale Medico della Marina Militare Italiana, imbarcato sulla Fregata portaelicotteri antisommergibile Virginio Fasan, appena promosso Guardiamarina quando, una mattina di un giorno imprecisato dell’inverno del 1980, in navigazione in un punto imprecisato del Mediterraneo sudorientale, venni chiamato dal mio Comandante in Seconda Capitano di Corvetta P.S., esattamente quello che viene conosciuto e descritto da Oriana Fallaci nel libro Insciallah, che mi disse di indossare l’Ordinaria e di trovarmi in quadrato Ufficiali alle 10,30 per prestare il mio giuramento da Ufficiale. E così feci, all’orario fissato mi recai in quadrato, e lo trovai completamente trasformato dalla presenza di grande Bandiera Italiana che copriva il lungo tavolo su cui eravamo usi pranzare, cenare eccetera.

La semplice presenza di quella grande Bandiera aveva trasformato il quadrato, luogo tradizionalmente dedicato al relax o al massimo a riunioni, in un luogo assolutamente solenne, ben adatto alla cerimonia che si stava per compiere. Da un lato il Comandante Capitano di Fregata G. G., il Comandante in seconda, e l’allora Tenente di Vascello anziano Sig. S. che rividi anni dopo da Ammiraglio, e dall’altra il ragazzo che allora io ero.

Ricordo ancora, e ricorderò sempre, con commozione le parole che il Comandante ebbe la bontà di rivolgermi: …non ho necessità di spiegarti e di rimarcare il valore di ciò che stai per compiere, ti ho osservato in questi mesi di navigazione passati assieme, so che questi Valori li porti dentro e ti riconosci in essi..” iniziando immediatamente dopo il rituale del Giuramento…

In questa giornata solenne che la Città Metropolitana di Messina sta dedicando al Tricolore non potevo non ricordare questa parte non di poco conto della mia vita, in cui giurando fedeltà alla Bandiera mi riconoscevo parte di essa insieme a tutti coloro che si riconoscevano e si riconoscono in quel concetto di Patria che, in Italia, ha radici culturali lontanissime nel tempo e costituisce un patrimonio immenso in un continuo divenire durato secoli costato sudore, fatica ed un altissimo prezzo di sangue e che è simboleggiato dal Tricolore.

Da Presidente pro tempore della Federazione di Messina del Nastro Azzurro Istituto che ha appena compiuto 100 anni celebrando all’Altare della Patria nel Marzo del 23’ questo traguardo, mi sento in obbligo di ricordare a tutti, particolarmente additando ai ragazzi presenti in platea, il significato del Labaro che si vede solennemente esposto sul palco, decorato di ben 32 MOVM che insieme alle MAVM, MBVM, Croci di Guerra al Valor Militare, costituisce un patrimonio di onore di oltre 2000 decorati MESSINESI.

E sento il bisogno di indicare proprio a loro una lapide presente al piano terra del Rettorato della nostra Università, subito entrando nella parete di sinistra, dedicato agli studenti che per la Guerra 15/18 “partirono pronti per non tornare mai più”, a questa lapide spesso sia mio padre che mio nonno da ragazzo mi portavano, indicandomi tra loro Antonino Ricciardi, fratello di mio nonno, MAVM Sottotenente mitraglieri che offrì la sua giovane vita durante la X Battaglia sull’Isonzo nel maggio del 17.

Oggi è assolutamente necessario rinverdire continuamente il ricordo del nostro passato, quando correnti di pensiero assolutamente fuorvianti quali la “Cancel Culture” cioè Cultura della Cancellazione pretendono di cancellare la Storia, cancellare, badate bene, non di interpretare ma di cancellarla completamente in nome di non si sa cosa. Cancel Culture, che in alcune Università Americane sta portando ad esempio alla cancellazione dei corsi di Storia dell’Arte sul Rinascimento Italiano solo per citare un esempio.

Come possiamo noi Italiani pensare di cancellare la nostra Cultura, la nostra identità, la nostra Storia, cancellare geni Italiani quali Dante, Michelangelo, Raffaello scienziati quali Galileo, Volta, Galvani solo per citare a braccio alcuni nomi. Cancellazione… non si può cancellare il passato! Ognuno di noi è, in quanto è stato, e può guardare al futuro solo guardando il passato secondo il mito di Giano bifronte che fu una delle prime cose che mi insegnarono della cultura Romana; oggi ci si vuole alberi senza radici, ma un albero senza radici è destinato a morte sicura.

E noi come Nastro Azzurro in generale, Messinese in particolare, abbiamo il dovere di opporci a qualunque forma di cancellazione della nostra Storia ricordando e tramandando il ricordo dei nostri Decorati, e tra le MOVM del ns Labaro ricordiamo le due dedicate a Luigi Rizzo Conte di Grado e di Premuda che affondò la corazzata Wien e la Santo Stefano mettendo di fatto la parola fine alla Grande Guerra, quella del Sacerdote del Mare CC Salvatore Todaro nato a Messina 4 mesi prima del terremoto del 1908 che si prodigava nel salvataggio dei naufraghi delle navi che il suo dovere di Ufficiale in guerra doveva affondare, e li rimorchiava per migliaia di miglia marine sempre in zona di guerra mettendo a rischio la sua stessa unità ed il suo equipaggio e di cui hanno appena fatto un film.

Come non ricordare le 4 MOVM di altrettanti carabinieri messinesi Antonio Alessi, Fortunato Arena, Orazio Costantino, e Giovanni Calabrò, o il Maggiore Attilio Gasparro cui è stata appena dedicata la sezione UNUCI di Messina che malamente fucilato da guerriglieri Greci pur ferito, dileggiava i suoi carnefici preferendo la morte ad una pseudograzia!

Cari ragazzi mi potrete dire che sono cose del passato, ma devo subito ribadire che non lo sono, pensando al graduato della Brigata Aosta Caporal maggiore scelto Andrea Adorno che in Afghanistan nel 2010 pur ferito seriamente ad una gamba si interponeva tra il suo reparto e gli insorti permettendo la riorganizzazione della sua unità e di cui mi sento in obbligo di riportare alcune sue parole “ non si può descrivere davvero ciò che si prova in combattimento o ciò che non si prova e che la mente cerca a fatica di recuperare nella memoria, paura coraggio determinazione stoicismo “Virtù Militari”.

Come non ricordare il Barcellonese Maggiore Giuseppe La Rosa che nel 2013 sempre in Afghanistan al comando di un Lince veniva fatto oggetto da parte di un ragazzino di lancio di ordigno che entrava dai finestrini del mezzo e su cui il La Rosa si gettava assorbendo con il proprio corpo l’esplosione e morendo salvava i suoi uomini, “non vi è amore più grande di questo, dare la vita per i propri amici” (Gv 15 – 13).

Devo concludere, ma concludendo mi è impossibile non ricordare una MAVM presente in questa sala il LGT GdF Giuseppe Caristi che 50 anni or sono andava letteralmente all’arrembaggio di una nave contrabbandiera salvando un suo collega ferito che stava per essere gettato in mare e pur ferito a sua volta contribuiva in maniera determinante all’arresto dei 9 membri dell’equipaggio contrabbandiere ed al recupero della nave e del suo carico.

Ho voluto ricordare alcuni episodi del passato e del presente, in questa era di videogiochi, influencer vari, e colossali fatuità, nel tentativo di darvi degli esempi soprattutto “Assolutamente VERI” di eroismo e realtà su cui riflettere, ribadendo che tutti gli avvenimenti di cui ho sentito il bisogno di parlarvi e che sono sgorgati di getto dal mio animo, sono stati sempre all’ombra del Tricolore, del nostro Tricolore che abbiamo l’obbligo di ONORARE RISPETTARE e DIFENDERE ed i cui Valori dobbiamo tramandare di generazione in generazione,
Grazie”. Prof Biagio Ricciardi, Presidente Federazione di Messina del Nastro Azzurro.

(Ufficio Stampa Federazione di Messina Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)  

Messina. Medicina Legale: il colonnello Badalamenti nuovo capo del Dipartimento Militare

Il colonnello medico Alfonso Zizza ha ceduto la direzione del dipartimento di medicina legale al colonnello medico Antonio Badalamenti.

Nella splendida cornice della Sala “Laudamo” del Teatro Vittorio Emanuele, In data 15 dicembre 2023 si è svolto il passaggio di consegne tra il colonnello, Alfonso Zizza, e il colonnello Antonio Badalamenti, nuovo direttore del dipartimento di medicina legale di Messina.

La cerimonia celebrativa è stata ufficializzata dinanzi alla bandiera, al gonfalone della città, della città Metropolitana, dei labari e dei medaglieri delle associazioni combattentistiche e d’Arma, alla presenza della massima autorità della Sanità e veterinaria dell’Esercito, tenente generale Massimo Barozzi, autorità civili, militari, religiose, comandanti di Reparti dell’Esercito di stanza in Sicilia e Calabria, Carabinieri e Guardia di Finanza, rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, personalità del mondo accademico, della vita culturale ed economica.

La Federazione di Messina dell’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valor militare con il labaro, decorato di 33 medaglie d’Oro al valor militare, è stata rappresentata dal consigliere provinciale ten. col. (rs) Letterio Sciliberto appositamente delegato dal presidente prof. Ricciardi, assente per motivi Istituzionali, e dall’alfiere azzurro dott. Marco Sciliberto.

Il tenente generale Barozzi, durante il suo intervento ha voluto evidenziare il fattivo contributo da parte del colonnello Zizza per rendere efficiente ed efficace il concorso degli Enti della Difesa fornito nell’ambito dell’emergenza pandemica, sia per l’ampliamento delle collaborazioni con le aziende sanitarie e il mondo accademico della Sicilia e della Calabria e augurato buon lavoro al Colonnello Badalamenti.

Durante il discorso di commiato, il colonnello Zizza, ha espresso la sua profonda gratitudine agli uomini e alle donne del dipartimento militare di medicina legale per il diuturno impegno e la straordinaria professionalità dimostrata durante il periodo di comando, manifestando al contempo il proprio orgoglio.

Tanti i momenti di vera emozione esternati, in cui ha ricordato gli innumerevoli sforzi profusi e i sacrifici compiuti nei quattro anni di mandato, ma anche le enormi soddisfazioni vissute durante la sua direzione, con l’augurio che il suo successore possa conseguire sempre maggiori successi.

Infatti, in questa sede, non poteva non essere ricordato il grande impegno profuso dall’ufficiale superiore cedente durante i difficili anni del “Covid-19”, periodo in cui ha guidato con solerzia e dedizione l’organo sanitario preposto all’espletamento delle funzioni medico-legali e il supporto ai vari enti della difesa insistenti nella Sicilia e in Calabria, contribuendo con la sua mirabile azione al raggiungimento di lusinghieri risultati volti alla tutela sanitaria dei lavoratori esposti ad agenti nocivi e una elevata percentuale di immunizzati in città.

Tale ultima attività ha permesso di guadagnare la stima indiscussa e meritata dei messinesi nei confronti del dipartimento militare cittadino di medicina legale, tale da far determinare l’Amministrazione comunale per il conferimento della cittadinanza onoraria con la seguente motivazione: “In segno di riconoscenza per lo spirito di sacrificio e l’impegno profuso del personale sanitario militare e civile per far fronte all’emergenza sanitaria e contenere il diffondersi dei contagi da Covid-19 attraverso una mirabile azione che ha contribuito il raggiunto di una elevata percentuale di immunizzati in Città, in virtù della sua collaudata sinergia interistituzionale al fine di assicurare il legame solidaristico che unisce alla comunità”.

Il subentrante colonnello Badalamenti, proveniente dall’area operativa dell’Esercito, nel suo discorso di presentazione ha espresso la propria personale soddisfazione ed orgoglio per il prestigioso incarico ricevuto.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)