Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

interventi

Approvate le graduatorie finali della procedura di selezione esperti tecnici per gli interventi a valere sui fondi PNRR, PNC, Fondo sostegni PNRR e gli altri fondi ad essi affini

Approvate le graduatorie finali relative all’Avviso pubblico per la costituzione di un elenco di professionisti per il conferimento di incarichi di collaborazione (per supporto tecnico) con contratto di lavoro autonomo, ai sensi dell’art. 1 co.5 lett. A del D.L. n. 80 del 2021, convertito con modificazioni in legge n. 113 del 2021, per l’attuazione degli interventi a valere sulle risorse del PNRR, del PNC, del fondo sostegni PNRR e di altri fondi ad essi affini.
(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

INTERVENTI INFRASTRUTTURALI CON MODIFICHE ALLA CIRCOLAZIONE SULLA LINEA ROMA – NAPOLI, VIA CASSINO

Per interventi infrastrutturali riguardo la nuova linea, Napoli-Bari, nei fine settimana 12-14, 19-21, 26-28 luglio, 30 agosto- 1° settembre e 7-9 settembre, dal 14 luglio al 1° settembre, sarà soppressa la fermata di Maddaloni Inferiore.  Per consentire a Rete Ferroviaria Italiana (Società Capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane) di realizzare i lavori connessi alla nuova tratta Cancello – Frasso, la circolazione dei treni sulla linea Napoli – Roma via Cassino sarà interrotta tra Caserta e Cancello nei fine settimana 12-14, 19-21, 26-28 luglio, 30 agosto-1° settembre e 7-9 settembre. Gli interventi sulla linea sono propedeutici all’installazione del sistema ACC-M, l’Apparato Centrale Computerizzato Multistazione, il più avanzato sistema di controllo e monitoraggio della circolazione ferroviaria che permetterà ai treni di percorrere la nuova tratta in piena sicurezza. Inoltre, nell’ambito dei lavori di potenziamento infrastrutturale, RFI proseguirà gli interventi di restyling al sottopasso della stazione di Maddaloni Inferiore che renderanno lo scalo campano ancora più accessibile anche alle persone a ridotta mobilità entro la fine del 2024. Pertanto, per consentire l’operatività dei cantieri, i treni della relazione Roma – Napoli, via Cassino non fermeranno nella stazione di Maddaloni Inferiore nel periodo dal 14 luglio al 1° settembre. Complessivamente per i lavori sulla linea Cancello – Frasso e al sottopasso di Maddaloni Inferiori saranno impiegate oltre 50 persone tra tecnici di RFI e ditte appaltate, per un investimento economico totale di oltre 30 milioni di euro. Ulteriori informazioni sul programma completo della circolazione dei treni saranno disponibili nelle stazioni, sul sito di RFI e sui siti web delle imprese ferroviarie.

L’articolo INTERVENTI INFRASTRUTTURALI CON MODIFICHE ALLA CIRCOLAZIONE SULLA LINEA ROMA – NAPOLI, VIA CASSINO proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. Verde incolto, Parco degli Aranci, avanza il degrado: Del Rosso: ‘Avevamo chiesto tempi e elenco interventi’

La protesta dei proprietari di cani: “I nostri animali non possono nemmeno passeggiare per via dei forasacchi. Insostenibili le spese veterinarie, chi ci rimborsa?“.
I cittadini continuano a segnalare il pessimo stato in cui versano i quartieri del territorio, aree urbane in cui il verde selvaggio ha davvero raggiunto livelli di invivibilità, vedi Viale Beneduce, Rione Tescione, Rione Acquaviva, Parco degli Aranci e buona parte della città tutta, a causa della crescita incontrollata di vegetazione dovuta alla omessa manutenzione e pulizia del verde pubblico cittadino.
I forasacchi sono una vera piaga estiva, una insidia per animali randagi e padronali, procurano agli animali danni anche molto gravi che richiedono veri e propri interventi chirurgici.
Questo tipo di pianta essiccata al sole rilascia delle piccole spighette che penetrano il sottocute procurando serie infezioni.
Non è un piccolo problema – spiega l’avvocato Maurizio Del Rosso – purtroppo il verde ormai secco della nostra città ne produce in enormi quantità e queste piante sono altamente invasive e volatili, tanto da raggiungere anche luoghi lontani dai manti erbosi. Impossibile passeggiare senza incontrarne.
Gli animali che fortuitamente entrano in contatto con la pianta, molto spesso finiscono in una clinica veterinaria con serie problematiche che possono essere risolte solo chirurgicamente, con costi anche di una certa entità“.
Sono un consigliere comunale – ricorda l’avvocato – un riferimento diretto per i cittadini che mi chiedono, tra le tante altre cose, chi dovrebbe rimborsare questi ingenti costi.
Il Comune ci ha informato che le operazioni di diserbo sono in corso, e questo dal 13 maggio scorso. Avevamo chiesto tempistiche e elenco interventi, ci erano stati promessi tempi brevi e siamo in queste condizioni da quasi tre mesi.
(Salvatore Candalino – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Castel Volturno. Comune: via libera per gli interventi di messa in sicurezza in dieci strade cittadine

Nella riunione di giunta che si è tenuta nella giornata di giovedì scorso in Comune a Castel Volturno, è stata approvata la delibera che prevede interventi di messa in sicurezza e riammagliamento di numerose strade cittadine.

Il provvedimento, voluto dall’assessorato ai Lavori pubblici diretto da Pasquale Santagata (nella foto), prevede opere in dieci arterie di Castel Volturno, per un totale di oltre 2 milioni e 300mila euro.

Le strade interessate dagli interventi sono: via Adige Primo Tratto, via Adige Secondo Tratto, via di Cambio, via Domiziana, via Fiume, via Mezzagni (Ponte), via Mezzagni (strada), via Portella, via Postiglione e via Tagliamento.

(Annabella Pavia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Lotta contro gli imenotteri aculeati ed interventi a tutela della salute pubblica: stipula della convenzione tra VVF e ASL

Il 21 Giugno – alle ore 11:00 – a Caserta presso il Comando Vigili del Fuoco in via Falcone, piano primo sala conferenze (aula magna), si terrà la cerimonia di stipula della convenzione con la ASL di Caserta “Lotta contro gli imenotteri aculeati ed interventi a tutela della salute pubblica: potenziamento delle attività di soccorso condotte dai Vigili del Fuoco del Comando di Caserta.”.
La convenzione, stipulata tra i Vigili del Fuoco, rappresentati dal Comandante Dirigente Superiore Ing. Paolo Massimi e la ASL di Caserta rappresentata dal Direttore Generale Dott. Amedeo Blasotti, alla presenza di S.E. il Prefetto di Caserta Dott. Giuseppe Castaldo, sarà resa nota la convenzione che ha lo scopo di offrire alle persone un valido strumento di intervento per il soccorso atteso il rischio elevato per la salute delle persone in quanto la puntura degli insetti aculeati che, oltre ad essere dolorosa può provocare reazioni allergiche anche gravi.
Nel contempo saranno poste in essere tutte le iniziative tese alla salvaguardia degli insetti aculeati come le API che, pur rientranti tra gli imenotteri aculeati, rappresentano gli insetti pronubi per eccellenza risultando pertanto vitali per la sopravvivenza delle piante angiosperme e in ultima analisi per la sopravvivenza della vita umana. Esse devono inoltre essere considerate animali destinati alle produzioni alimentari (DPA) alla stregua degli altri animali domestici (ruminanti, volatili, lagomorfi, etc) e pertanto è compito precipuo dei Servizi Veterinari vigilare sullo stato sanitario degli apiari e degli sciami di api garantendo in tal modo anche la loro sopravvivenza;
in sintesi, laddove dall’intervento di soccorso, dovesse emergere che sono coinvolti nidi di API, le stesse saranno salvaguardate, mettendo in atto tutte le misure di tutela delle persone e di salvaguardia delle API.
Qualora dovessero esserci, invece, presenza di altri insetti aculeati, dannosi per la salute umana e che purtroppo sono in costante aumento, saranno attuati gli interventi di soccorso.
L’aumento degli insetti aculeati è da attribuire non solo alla comparsa delle cosiddette “specie aliene” (soprattutto Vespa Orientalis e Vespa Velutina) ma anche allo sviluppo crescente di una edilizia di tipo orizzontale ed al cambiamento climatico che consente lo sviluppo di colonie di grandi dimensioni e che permette la presenza degli imenotteri in periodi dell’anno nettamente dilatati rispetto al passato.
Nel periodo da luglio a novembre nel corso degli ultimi anni c’è stato un incremento degli interventi che si è attestato anche su un numero di 10 al giorno.
Purtroppo le sole risorse ordinarie dei vigili del fuoco non permettono di offrire alla popolazione un intervento risolutivo e sempre tempestivo ed il più delle volte esso è limitato ai soli casi urgenti e di impatto diretto con le abitazioni.
La convenzione tra VVF e ASL permette di impiegare risorse aggiuntive sia umane e sia di mezzi per il contrasto del fenomeno, con l’impegno economico da parte della ASL di Caserta. La convenzione è da ritenersi assolutamente innovativa e vantaggiosa sia sotto il profilo dei costi/benefici, sia sotto il profilo etico e del rispetto della mission di tutela della salute del cittadino.
Sara’ impiegata ogni giorno una squadra composta da 3 unità, con attrezzature e sostanze adeguate atte a intervenire sugli insetti, nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, per 153 giorni nel periodo Giugno – Ottobre e con orario dalle ore 16 alle 22 circa. Tale orario è stato individuato su base statistica e per l’efficacia massima per l’intervento, atteso che gli insetti sciamano nelle ore calde e rientrando nelle ore serali/notturne.
Le squadre dei Vigili del fuoco saranno adeguatamente formate dal Servizio Veterinario dell’ASL Caserta per fronteggiare le situazioni inerenti le problematiche in oggetto, e saranno dotate degli automezzi e delle attrezzature di base e specialistiche necessarie per lo svolgimento della specifica attività con efficacia e sicurezza, soprattutto per il riconoscimento delle specie di imenotteri. Il Servizio Veterinario sarà contattato nei casi in cui si tratti di specie appartenente al Genere Apis, per la salvaguardia di queste Specie.
La convenzione ASL-VVF è possibile grazie ai disposti normativi dei DL 139-2006 ed a norma dell’articolo 11 della legge 29 luglio 2003, n. 229 nel quale vengono evidenziati i compiti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
La convenzione avrà durata annuale e potrà essere rinnovata. L’onere per l’ASL, che è calcolato in maniera forfettaria per l’impiego di uomini e mezzi, determinato sulla base del D.M. 02/03/2012, sarà corrisposto in favore del Ministero dell’Interno per le attività svolte dal Comando VVF di Caserta e sarà pari all’importo massimo di € 74.358,00.

L’articolo Lotta contro gli imenotteri aculeati ed interventi a tutela della salute pubblica: stipula della convenzione tra VVF e ASL proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Derattizzazione, disinfestazioni e deblattizzazione. Il calendario degli interventi

Maddaloni – Sono stati programmati ed è stato appena reso noto il calendario a firma dei dirigenti responsabili Arturo Cerreto e Ciro Materazzo di tutti gli interventi di disinfestazione che interesseranno il comune di Maddaloni a partire dal mese di luglio. Il calendario viene riportato a margine di questo articolo. Come si legge la programmazione è fitta ed intensa: ratti, blatte, larve. Il ventaglio delle disinfestazioni è completo. Inoltre già è nota la data disinfestazione degli edifici scolastici prima dell’ apertura di settembre. La data stabilita è il 23 agosto. I cittadini hanno così il promemoria degli interventi che verranno effettuati. Gli interventi partiranno a luglio e si concluderanno a dicembre.

L’articolo Derattizzazione, disinfestazioni e deblattizzazione. Il calendario degli interventi proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

S.Maria C. Vetere. Carcere, personale carente: i sindacati sollecitano interventi e minacciano agitazioni

Dopo oltre due settimane dalla precedente richiesta, tornano alla carica le organizzazioni sindacali della “Triplice” casertana, dichiarando lo stato di agitazione del personale e rinnovando la richiesta di un incontro urgente.
Carenza di personale C.C. di S. Maria C.V. Prot. Pec del 21/05/2024.
Le scriventi Organizzazioni sindacali di CGIL FP, CISL FP e UIL FPL provinciali di Caserta, facendo seguito alla precedente nota pari oggetto, chiedono con urgenza un incontro di merito sulla gravissima carenza di personale sanitario, in special modo infermieristico e medico.
Carenza, che si è acuita di recente anche per le innumerevoli limitazioni alle mansioni dalle attività espletate in Casa Circondariale.
Il personale residuo è stremato, deve andare in ferie e allo stesso tempo si devono garantire i LEA.
Pertanto, rinnoviamo la richiesta di un incontro urgente per trovare soluzioni alla questione, anche attraverso l’utilizzo della graduatoria dell’avviso pubblico di mobilità per Infermieri.
Della quale graduatoria, prendemmo precisi impegni ad ottobre 2023, sulla sua utilizzazione anche per i Carceri e il 118.
Impegni, sottoscritti con il precedente direttore sanitario aziendale dr. Iodice.
Nell’attesa, si dichiara lo stato di agitazione del personale dipendente degli Istituti Penitenziari della ASL Caserta.
Qualora non si riscontri la richiesta in tempi celeri, saremmo costretti ad attivare tavoli istituzionali in altre sedi.
Caserta, 07/06/2024 Firmato: CGIL FP. CISL FP. UIL FPL – C. VETTONE N. CRISTIANI M. FALC.
(Salvatore Candalino – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Toti e le aree protette: dal piano casa 2015 allo sviluppo della Palmaria, storia di un decennio di interventi trasformati in speculazione






AMBIENTE & VELENI

Toti e le aree protette: dal piano casa 2015 allo sviluppo della Palmaria, storia di un decennio di interventi trasformati in speculazione

Toti e le aree protette: dal piano casa 2015 allo sviluppo della Palmaria, storia di un decennio di interventi trasformati in speculazione

 
I casi della ricerca del titanio nel geoparco Unesco del Beigua o del ritorno alla caccia con arco e freccia, sono solo la punta dell’iceberg. Che Giovanni Toti non fosse esattamente un ambientalista, lo si era capito fin dai tempi del piano casa approvato dalla sua giunta neanche quattro mesi dopo l’insediamento, a ottobre del 2015. Il provvedimento tra le varie cose autorizzava l’ampliamento degli edifici esistenti nei Parchi protetti della Liguria, per di più togliendo ai Comuni il presidio di controllo e verifica sugli interventi.

“Saranno mantenuti tutti gli strumenti di controllo ambientale, la difesa del suolo e del paesaggio”, aveva però garantito Toti, iniziando tuttavia a mettere le mani avanti sul tema delle aree protette. “I Parchi sono troppi, provvederemo in seguito a ridefinirne i confini e a variare le normative specifiche. Ma non si dica che daremo via libera alla cementificazione. Certo se un tedesco vuole ristrutturare un casale in territorio di parco lo potrà fare”, aveva detto. Non solo. “I Parchi hanno bisogno di una nuova governance, di manager che sappiano mettere a profitto le bellezze naturali e attirare investimenti”, preannunciava il neo governatore, dicendosi “particolarmente orgoglioso” di un piano che, “eliminando fonti di confusione e di freno agli investimenti privati”, avrebbe reso la Liguria “all’avanguardia per la riqualificazione dell’esistente e per gli interventi legati a nuovi investimenti nell’edilizia”.

Troppo anche per il governo di Matteo Renzi, che impugnò il piano per fare marcia indietro solo a seguito di alcune modifiche in tema di giurisdizione delle eccezioni sulle aree protette. Nei fatti, però, la Regione guidata da Toti ha continuato per la sua strada. Anzi, è andata ben oltre le dichiarazioni di intenti iniziali, di quando l’ex giornalista viareggino diceva che il piano casa “non prevede piscine né piste per gli elicotteri, ma solo una riqualificazione dell’esistente e una legislazione urbanistica più chiara e con meno burocrazia che darà una vera scossa al settore dell’edilizia”.

Nove anni dopo si può dire senza tema di smentita che la scossa c’è effettivamente stata, ma ha portato anche elicotteri e piscine. Esemplare il caso della Palmaria, da cui è partita l’inchiesta giudiziaria che ha travolto la Liguria. Sull’isola patrimonio dell’Unesco che si trova di fronte a PortovenereMatteo Cozzani – il braccio destro del governatore finito anche lui ai domiciliari – con il placet dello stesso Toti ha cavalcato con ogni mezzo il progetto di trasformazione (il Masterplan con protocollo d’intesa del 2016) da zona militare a resort di lusso per un turismo d’elite, con sottostante dismissione del patrimonio immobiliare della Marina. In questo contesto Cozzani, che giocava con la doppia veste di sindaco di Portovenere e di capo di gabinetto di Toti, ha agevolato in ogni modo gli affari sull’isola dei fratelli Paletti, imprenditori immobiliari milanesi e proprietari del Grand Hotel di Portovenere, che sulla Palmaria hanno rilevato un’area, la ex Cava Carlo Alberto, per farne uno stabilimento balneare con ristorante, solarium e, appunto, piscine.

Le carte del filone spezzino dell’inchiesta raccontano dettagliatamente il percorso accidentato con cui il sindaco di Portovenere spiana la strada al progetto dei due Paletti, che per l’operazione sono assistiti da un esercito di consulenti del calibro dell’avvocato Ada Lucia De Cesaris, l’ex vicesindaco di Milano della giunta Pisapia, dove era assessore tecnico con delega all’urbanistica. Se non fosse che di mezzo c’è lo sfruttamento di un’isola protetta dall’Unesco e che i due imprenditori sono finiti ai domiciliari, mentre la proprietà è stata posta sotto sequestro, le avventure di Cozzani all’assalto della Palmaria sarebbero degne di un film di Totò, tra commedie al telefono con la Sovrintendenza, errori boomerang nelle delibere comunali che vengono approvate per gli amici e perfino la suspance per lo stato di salute del venditore della ex Cava ai Paletti. Capita infatti che quando l’operazione ha le carte in regola per partire e cade l’ultima condizione che sospendeva la conclusione della compravendita, l‘anziano Emilio Moreschi proprietario della ex Cava “sta male”, quindi “le cose peggiorano”, come riferisce Raffaele Paletti a Cozzani: potrebbe non essere più in grado di sedersi davanti a un notaio per il rogito e nemmeno di rilasciare una procura. Il momento è da panico, ma poi l’operazione, non si sa come, va avanti e il progetto parte, salvo arenarsi ai giorni nostri, come invece sappiamo.

Ma l’isola di fronte a Portovenere è solo uno dei tanti episodi della saga in cui Cozzani, a sua volta, riceve dai Paletti favori a getto continuo, come gli ordini per l’acqua in brick distribuita dal fratello Filippo (anche lui indagato e messo ai domiciliari), che sarà poi coinvolto nell’affare Palmaria. Ma anche i biglietti per il Gran Premio di Monza o per le finali di Champions con suite incorporata e ospitalità di lusso, tanta, per i suoi “invitati”, ma anche per se stesso, suo padre Carlo e la sua compagna (e addetta stampa della Regione, non indagata) Elisa Mangini.

Toti non sembra aver nulla da eccepire, anzi, quando nel 2023 il cantiere dei Paletti viene temporaneamente sequestrato salta sulla seggiola e si lambicca per capire su chi potrebbe intervenire per sbloccare la cosa. Del resto lui era un grande fan del Masterplan. Nel 2020 a un dibattito pubblico lo ha definito “un disegno che si integra nella storia e nel futuro di questo territorio” e ha rivendicato come “l’isola Palmaria non sarebbe potuta cambiare se non avessimo cambiato il suo assetto amministrativo ponendo dei prerequisiti, reinserendolo in una vita civile ovvero sotto un’autorità comunale che decidesse le destinazioni d’uso con tutti i vincoli”. Il tutto per “creare valore, che vuol dire creare posti di lavoro e futuro, questo passando per la valorizzazione del territorio, non per la cementificazione. Recuperiamo con il coraggio di innovare e di utilizzare la nostra storia per il bene dei nostri figli”.

Però poi rispunta il tandem piscine ed elicotteri. Come quelli per cui vengono richieste continuamente delle piazzole nei Parchi o quelli utilizzati per portare i materiali ai cantieri dove la viabilità è inadeguata. Esemplare il cantiere sui ruderi della collina di fronte alla Palmaria, dietro Portovenere, un’area vincolata dove la famiglia dell’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, ha progettato di costruire un resort dove non ci sono strade. Resta da capire come proseguirà la costruzione, non tanto per la viabilità che non c’è, quanto perché a febbraio di quest’anno, il cantiere si è fermato in seguito ai rilievi delle autorità che hanno chiesto il ripristino di alcune parti dei manufatti originari.

Ma, per quanto si tratti di luoghi di rara bellezza, in Liguria non ci sono solo la Palmaria e Portovenere. Per esempio il Parco Nazionale di Portofino sembra essere stata una vera e propria ossessione per il governatore della Liguria che in questi anni ha cercato in ogni modo di ridurne i confini a suon di carte bollate. E ce l’ha fatta, dato che la montagna alla fine ha partorito quello che le associazioni per la tutela dell’ambiente hanno battezzato il “parco francobollo”. Salvo il buon esito dei ricorsi pendenti o altri fatti al momento imprevedibili, il Parco sarà il più piccolo d’Italia, con una superficie di un migliaio di ettari, vale a dire un quinto di quanto inizialmente previsto dal ministero per la Transizione ecologica con una già notevole riduzione rispetto alla proposta originaria dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, mentre sarà pari a un terzo dell’attuale più piccolo, il contiguo Parco delle Cinque Terre. Per la gioia dei cacciatori che dall’estate scorsa, grazie a una nuova norma regionale, sono liberi di cacciare con arco e freccia, oltre che di costruttori e proprietari di immobili o attività.

A scansare ogni dubbio sulle intenzioni, è arrivato poche settimane fa lo studio di fattibilità per la costruzione di un tunnel per collegare Paraggi a Portofino. “Un sogno”, secondo Toti che a fine aprile è intervenuto alla presentazione dichiarando di credere che “in questi anni la Liguria abbia dimostrato di saper dare concretezza ai progetti in cui crede: dalla diga del porto di Genova al Terzo valico, dal tunnel sotto il porto al tunnel della Fontanabuona. Credo che questa sia la strada giusta per rendere il Tigullio sempre più fruibile per tutti, senza chiuderlo a nessuno e far aumentare ancora il nostro turismo”. Già, il turismo, come quello che fa esplodere il Parco delle Cinque Terre, dove Toti ha appena imposto un rialzo esponenziale delle tariffe del Cinque Terre Express per l’alta stagione, bollando come “tafazziano” l’atteggiamento di chi pensa di risolvere il problema del sovraffollamento con il numero chiuso chiesto da alcuni Comuni. Fatto sta che a Genova i non turisti sono furibondi e parlano di “tassa 5 terre”, mentre i primi dati sul traffico con le nuove tariffe parlano di un sensibile calo dei viaggi tra Spezia e Levanto e degli acquisti delle Cinque Terre Card. Rispetto al 2023, mentre il confronto con il 2022 è ancora positivo, sicché l’ottimismo serpeggia ancora in Regione. Nonostante tutto.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

AVERSA UNA 75ENNE SOLA IN CASA CON IL MARITO DISABILE CHIEDE AIUTO AI CARABINIERI. ALTRI INTERVENTI DEGLI UOMINI DELLA FEDELISSIMA A S.PRISCO, SAN CIPRIANO D’AVERSA E CASAL DI PRINCIPE






 

AVERSA (CE). 75ENNE SOLA IN CASA CON IL MARITO DISABILE CHIEDE AIUTO AI CARABINIERI.

Erano da poco passate le 21.00 di ieri sera quando la 75enne, in casa con il marito disabile, ha chiesto aiuto ai Carabinieri.

L’anziana donna, stremata dagli inutili tentativi di aiutare il marito, anch’egli 75enne, a spostarsi dalla sedia a rotelle per trovare sollievo in una seduta più comoda, sulla poltrona di casa, si è sentita sopraffatta dallo sconforto quando in più occasioni l’uomo è caduto sul pavimento.

Trovatasi nell’impossibilità di chiamare parenti e vicini, e nella considerazione che il loro unico figlio si trova al momento in Svizzera per lavoro, ha deciso di comporre il numero di emergenza “112” e di chiedere aiuto ai carabinieri.

La richiesta di assistenza dell’anziana è stata subito accolta dall’operatore della Centrale Operativa della Compagnia di Aversa che, in pochi minuti, ha fatto sopraggiungere presso l’abitazione della coppia una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile.

I militari dell’Arma, dopo essersi accertati che gli anziani non avevano bisogno di cure mediche, hanno subito fornito l’aiuto necessario e tenuto loro compagnia, compiendo così un piccolo gesto di grande importanza e confermando la vicinanza dell’Arma dei Carabinieri ai cittadini, nei momenti sia di piccola che di grande difficoltà.

 

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA (CE). EVADE DAI DOMICILIARI E TENTA DI SCAPPARE IN TRENO. 35ENNE BLOCCATO DAI CARABINIERI ALLA STAZIONE FERROVIARIA.

Non ha resistito alla tentazione e così è evaso dagli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto nel pomeriggio di ieri. Il 35enne romeno era stato arrestato dai carabinieri della locale Stazione insieme ad un suo connazionale, mentre, in via Circumvallazione a San Cipriano d’Aversa, stavano incendiando rifiuti plastici e di lavorazione industriale nei pressi del locale Liceo Scientifico Statale “Gino Segre”.

I militari dell’Arma, nel corso del controllo eseguito nella tarda serata di ieri presso l’abitazione in cui l’uomo era stato ristretto, si sono accorti della sua fuga, avviando, nell’immediato, le sue ricerche.

Il fuggitivo, che aveva tutta l’intenzione di far perdere le proprie tracce lasciando il territorio in treno, è stato rintracciato e bloccato nella mattinata odierna presso lo scalo ferroviario di Villa Literno.

Accompagnato in caserma è stato arrestato e posto a disposizione della competente autorità giudiziaria che, nel convalidare l’arresto, ne ha disposto la detenzione in carcere.

Il 35enne è stato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

 

CASAL DI PRINCIPE (CE). UN GUASTO TECNICO PROVOCA L’INCENDIO DI UN’AUTO IN PIENO CENTRO. FIAMME DOMATE DAI CARABINIERI.

 

L’improvviso incendio di un’autovettura che ha coinvolto altri due mezzi in sosta lungo la strada, si è sviluppato questo pomeriggio in corso Umberto I a Casal di Principe, all’altezza degli uffici della locale sede della ASL.

Il conducente della Fiat Punto in panne, accortosi che la macchina stava inspiegabilmente rallentando, e che dal vano motore si stavano propagando delle fiamme, è riuscito appena in tempo a scendere e a mettersi in salvo.

In pochi minuti le fiamme hanno coinvolto anche altre due auto parcheggiate nelle vicinanze e solo grazie all’immediato intervento dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia è stato possibile scongiurare il peggio e domare l’incendio.

I militari dell’Arma, attraverso l’impiego della vicina manichetta antincendio della vicina sede della ASL sono riusciti a spegnere il rogo e a mettere in sicurezza i presenti.

Successivamente è intervenuta sul posto anche una squadra dei Vigli del Fuoco del Distaccamento di Marcianise che ha constatato la natura accidentale dell’incendio.

SAN PRISCO (CE). DROGA CONFEZIONATA IN CASA. 40ENNE SORPRESO CON OLTRE MEZZO CHILO DI COCAINA E UNA PISTOLA. ARRESTATO DAI CARABINIERI

Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e possesso di arma clandestina, il 40enne di San Prisco, nel casertano, che nella tarda mattinata odierna è stato arrestato dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, durante un servizio antidroga.

I militari dell’Arma, insospettiti dall’atteggiamento nervoso e intollerante tenuto dell’uomo nel corso del controllo avvenuto sulla pubblica via, hanno proceduto alla perquisizione personale che ha consentito di rinvenire, occultate in una tasca del giubotto, alcune dosi di cocaina.

La successiva perquisizione domiciliare, estesa alla mansarda in uso al 40enne, ha permesso di rinvenire, all’interno di una cassaforte, 340,08 grammi di marijuana, ulteriori 532,60 grammi di cocaina, una pistola scenica cal. 8mm completa di 12 munizioni, strutturalmente modificata e pronta a fare fuoco, ⁠bilancini di precisione e vario materiale per il confezionamento delle dosi. Nella circostanza è stata sottoposta a sequestro anche la somma in contanti di euro 295,00, quale provento dell’attività illecita.

Inoltre i carabinieri, avuta contezza del confezionamento dello stupefacente all’interno del locale mansardato, hanno proceduto, altresì, al sequestro penale della struttura.

Il 40enne è stato arrestato e accompgnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della competente autorità giudiziaria.

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

ROMA, ACCORDO PER INTERVENTI SOCIO SANITARI IN FAVORE DEI SENZA DIMORA

ASL Roma 1 e Roma Capitale hanno sottoscrittoun’importante procedura operativa per la gestione degli interventi a favore delle persone senza dimora o con fragilità mentale e psicopatologica presenti nel territorio del Primo Municipio.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Cei. Comitato interventi caritativi per sviluppo popoli: stanziati 12.295.703 euro in formazione, inclusione e sanità

Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della Cei, nella riunione del 9 e del 10 febbraio, ha approvato 73 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati 12.295.703 euro così suddivisi: 6.855.679 euro per 36 progetti in Africa, 3.324.648 euro per 18 progetti in America Latina; 1.978.675 euro per 18 progetti in Asia; 136.701 euro per 1 progetto in Medio Oriente.

Tra gli interventi che saranno realizzati nel Continente africano, grande attenzione sarà data alla formazione: a Nsimalen, in Cameroun, l’Associazione Volontari per lo sviluppo dei popoli onlus (Avaz) realizzerà un Centro di formazione professionale d’arte e dei mestieri; in Madagascar, le suore di Cristo (Unione Mysterium Christi) allestiranno un laboratorio informatico e uno audiovisivo nella scuola “Sainte Therese” di Ampasimbe Manantsatrana, mentre in Ciad la Fondazione Acra promuoverà una vasta opera educativa, con un focus sulle pari opportunità e l’uguaglianza di genere, a favore della popolazione di tre diocesi e specialmente delle donne (la cui alfabetizzazione, nell’area del progetto, è pari al 14%). Nella Repubblica Democratica del Congo, la Congregazione dei Servi del Sacro Cuore dell’arcidiocesi di Mbandaka-Bikoro costruirà e allestirà un Centro di recupero scolastico per bambini di etnia pigmea e giovani emarginati. In Tanzania, la diocesi di Singida realizzerà un Centro sociale a Makiungu per favorire l’empowerment socio-economico, lo sviluppo delle competenze e la formazione socio culturale così da combattere l’analfabetismo, la povertà, le malattie e la disoccupazione. Sul piano sanitario, in Burkina Faso, le suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli costruiranno ed equipaggeranno il reparto di radiologia del “Centre Medical Bethanie”, un ospedale con chirurgia, pediatria, ostetricia a servizio della popolazione della regione est del Paese. Particolare rilevanza assume l’intervento promosso dalla diocesi di Dassa-Zoume che, in Benin, costruirà un pozzo con relativa cisterna e rete idrica per assicurare acqua potabile ad almeno 3.000 abitanti del villaggio di Okonta-Ossè, dove l’approvvigionamento idrico è attualmente molto difficile.

Tra i progetti più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: in Bolivia, gli Scalabriniani contribuiranno all’integrazione socioeconomica e culturale dei migranti e rifugiati, mentre in Cile verrà favorita, nella regione dell’Araucania, l’inclusione dell’etnia Mapuche che costituisce il 26% della popolazione, attraverso iniziative di conoscenza e dialogo. In Brasile, la diocesi di Juina aumenterà la capacità dell’impianto attuale di riciclaggio dei rifiuti (da 300 a 600 tonnellate all’anno) e, di conseguenza, il numero dei lavoratori coinvolti, oltre a creare nuove strutture e infrastrutture a favore della popolazione locale. Ad Haiti la Congregazione di Santa Croce istituirà un laboratorio medico e una farmacia nel quartiere Bizoton 53. In Venezuela, infine, il Vicariato apostolico di Caroní ristrutturerà ed amplierà il Centro sociale femminile “Santa Teresita del Niño Jesús2 per la promozione delle donne.

La solidarietà giunge anche nel Continente asiatico: in India, verrà ristrutturata la Scuola superiore “Bala Jyoti Remedial” che offre istruzione e alloggio a titolo gratuito a studenti di famiglie povere, mentre, in Myanmar, il Myanmar Jesuit Region potenzierà la struttura di coordinamento e assistenza dei college presenti sul territorio. La rete è fondamentale soprattutto dopo la chiusura dell’università e l’interruzione dell’insegnamento secondario.

In Medio Oriente, in Libano, l’Avsi sosterrà le scuole locali nel fornire un’istruzione di qualità per tutti, concentrandosi sullo sviluppo delle competenze degli insegnanti e sull’inclusione sociale degli studenti con difficoltà di apprendimento e disabilità. L’intervento riguarderà quattro scuole private che ospitano diverse comunità religiose e accolgono alunni provenienti anche dagli insediamenti di rifugiati siriani del distretto di Marjayoun.

The post Cei. Comitato interventi caritativi per sviluppo popoli: stanziati 12.295.703 euro in formazione, inclusione e sanità first appeared on AgenSIR.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

S.Maria C.Vetere. Interventi estetici anche letali: clinica tirata in ballo per il risarcimento danni

Processo Angela Iannotta e Francesco Di Vilio: il Giudice chiama in causa la Clinica “Villa del Sole” di Caserta per il risarcimento dei danni.

Dopo la prima fase dell’udienza preliminare nei confronti del chirurgo bariatrico Stefano Cristiano dinanzi al Gup per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ssnts Maria Capua Vetere dottoressa Daniela Vecchiarelli, tenuta il 12 gennaio, arriva la notizia che il Giudice ha accolto la richiesta dei legali di parte civile, avvocati Crisileo, e ha autorizzato la chiamato in causa della Clinica Villa del Sole SpA quale responsabile civile per il risarcimento dei danni ad Angela Iannotta e ai familiari del Di Vilio.

La prossima udienza preliminare per la costituzione in giudizio della Clinica del Sole è  programmata per il 5 aprile.

La richiesta di rinvio a giudizio reca la firma del Procuratore Capo della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere dott. Pierpaolo Bruni e del Pubblico Ministero delegato dottoressa Valentina Santoro.

All’udienza scorsa c’è stata la costituzione di parte civile di Angela Iannotta  con l’avvocato Raffaele G. Crisileo (nella foto in alto con Angela Iannotta), e dei familiari del defunto Francesco Di Vilio (con l’avvocato Gaetano Crisileo) e quella dell’associazione “Codici Salute“ con l’avvocato Ivano Giacomelli (foto in basso).

La novità è l’ammissione del Giudice della chiamata in giudizio – come responsabile civile – della clinica Villa del Sole SpA di Caserta, nella persona del direttore sanitario della struttura, dottor Nicolino Rosato, e del suo legale rappresentante, dottor Americo Porfidia, da parte degli avvocati Crisileo secondo i quali è la clinica a dover risarcire i danni ad Angela Iannotta e agli eredi Di Vilio per le accuse contestate al dott. Cristiano, nel caso venisse condannato.

Le accuse mosse al sanitario sono quella di lesioni colpose gravissime e falso ai danni di Angela Iannotta, ed omicidio colposo per il decesso di Francesco Di Vilio.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Interventi a sostegno a persone colpite da Alzheimer o sindromi dementigene correlate e alle loro famiglie

Il Comune di Napoli ha affidato, alla Cooperativa sociale
Medihospes
, le attività progettuali relative agli interventi a
sostegno a persone colpite da Alzheimer o sindromi dementigene
correlate e alle loro famiglie
. Il progetto intende costruire di
un percorso che possa rispondere ai bisogni delle persone affette
da demenze e dei loro familiari/caregivers attraverso:
• azioni di informazione e sensibilizzazione sul tema delle
demenze;
• azioni di supporto ai caregivers, per creare spazi di sollievo e
supporto psicologico, momenti di socializzazione e confronto tra
familiari;
• laboratori e attività di risveglio muscolare e di riattivazione
cognitiva e manuale ad opera di terapisti occupazionali ed
educatori, giornate dedicate alla cura della persona, laboratorio
della creta, spettacoli teatrali, Caffè Alzheimer, Giardino/Orto
sensoriale presso il Centro Ricreativo situato in Napoli alla Via
Colli Aminei, 94.

Tutte le attività sono elencate e descritte nella proposta
progettuale.

Destinatari:
• persone affette da Alzheimer o demenza, le quali possono trovare
uno spazio ricreativo e di socializzazione volto alla prevenzione
della patologia;
• famiglie e i caregiver, le quali possono trovare uno spazio di
condivisione con altre famiglie che affrontano situazioni analoghe
e con professionisti che si adoperano in attività di contrasto
alla solitudine e all’isolamento sociale sia dei caregiver che
delle persone affette da demenza.

Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero 331
6575179 il lunedì dalle 15,00 alle 16,30 e il martedì dalle 15,00
alle 16,00. Al numero sarà sempre possibile inviare un messaggio
WhatsApp a cui seguirà una risposta automatica di riscontro.

E mail: inclusione.sociale@comune.napoli.it

L’istanza di partecipazione deve essere presentata presso i Centri
di Servizi Sociali territoriali.

Le attività progettuali non prevedono quote di compartecipazione
economica da parte degli utenti.

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Forum economico di Davos. Beccegato (Servizio Cei per interventi caritativi): “I potenti ascoltino i più poveri”

“Ricostruire la fiducia” è stato il tema dell’edizione 2024 del World economic forum di Davos, che ha riunito dal 15 al 19 gennaio decine di capi di Stato e di governo e migliaia di imprenditori, ministri delle finanze e governatori delle banche centrali. Anche quest’anno le élite finanziarie ed economiche hanno fatto il punto sulla situazione globale. Per Paolo Beccegato, responsabile del coordinamento amministrativo del Servizio Cei per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, incontri di questo tipo, ad alto livello, sono importanti perché luoghi di scambio per una governance globale del fenomeno. Rimane l’amarezza di una scarsa volontà nel far fronte alle disuguaglianze sociali, ai conflitti e alla lotta alla povertà nel mondo.

Paolo Beccegato – foto: Caritas italiana

Come è stato il Forum economico di Davos quest’anno? 

Noto negli ultimi anni una grandissima volatilità, con fenomeni improvvisi e imprevedibili come la pandemia e le due ultime terribili guerre, con una grande polarizzazione del mondo e blocchi che si allontanano tra loro. Questo rende il

contesto geopolitico internazionale frammentato e imprevedibile, tanto da lasciare una sensazione di grandissima incertezza.

Anche a Davos difficilmente riescono a fare proiezioni nel lungo periodo. Siamo tutti nella stessa barca.

Secondo l’ultimo report di Oxfam – presentato sempre in occasione del Wef – i 5 miliardari più ricchi del mondo hanno raddoppiato le ricchezze mentre più della metà del mondo (5 miliardi di persone) rimangono povere. Come ogni anno Oxfam lancia al Forum una serie di proposte per una più equa distribuzione delle risorse, ad esempio aumentando le imposte sulle ricchezze. Proposte finora mai ascoltate.

Le disuguaglianze sono una con-causa di guerra e di violenza armata e organizzata, anche nelle megalopoli. Sono un problema economico ma anche sociale. È vero che aumentano all’interno delle singole nazioni e la cosa più grave è che c’è una crescita molto forte del lato alto della forbice (i più ricchi), mentre l’altro lato della forbice non cresce o diminuisce. Perché se i poveri nel contempo migliorassero la loro situazione, almeno ad un livello di dignità umana, questo scandalo sarebbe meno grave. Purtroppo invece succede il contrario.

Temo che difficilmente a Davos saranno prese in considerazione le proposte di una azione sul reddito. La distanza tra questo tipo di lettura del mondo e quella che noi vediamo è abissale. Non mi aspetto una volontà decisa di far fronte a questo fenomeno.

Hanno ancora senso questi Forum visto l’aumento delle disuguaglianze, dei conflitti, della povertà?

I luoghi di incontro sono importanti perché sarebbe necessaria una governance globale dei fenomeni. Il fatto che ci siano luoghi di scambio è positivo, perché chiudersi nei propri orticelli sarebbe anche peggio. Il multilateralismo dall’alto e dal basso è la via maestra per affrontare queste situazioni con la partecipazione di tutti.

L’auspicio è che anche questo luogo di ricchi e potenti apra gli occhi e le orecchie all’ascolto dei più poveri.

In alternativa a questi luoghi sono sorti altri eventi, come il Forum sociale mondiale o il Forum teologico mondiale per guardare il mondo dal basso. A Davos la prospettiva è dall’alto, ossia quella dei ricchi e dei potenti, però il fatto che si confrontino, che ascoltino voci anche discordanti è positivo.

Tra le analisi presentate a Davos c’è un’allerta molto preoccupante sul clima: entro il 2050 si rischiano 14,5 milioni di morti e 12,5 trilioni di dollari di perdite economiche.

Questo dimostra che anche ai livelli più alti non si parla più di cambiamento climatico ma di emergenza climatica e occorre fare qualcosa. Si rendono conto che i costi colpiscono tutti. Sono specchio di un problema globale. Noi ce ne rendiamo conto dal punto di vista dei poveri, degli operatori umanitari. Il nostro ufficio, ad esempio, riceve sempre più richieste di supporto dalle Chiese di tutto il mondo per progetti che mirano a far fronte alle conseguenze dirette di questi disastri. Ovviamente la prospettiva dall’alto è per far fronte ai costi, la prospettiva dal basso è far fronte alla perdita di vite umane, di fertilità dei suoli, all’impatto dei fenomeni meteorologici estremi per chi vive in zone a rischio idrogeologico e in agricoltura.

Finora abbiamo visto 28 COP sul clima, eppure i passi in avanti sono stati molto pochi: c’è da parte delle élite e dei governi la volontà di agire concretamente?

Penso sia oramai interesse di tutti, ricchi e poveri, che questi temi siano ai primi posti nell’agenda dei poveri. Da anni le compagnie assicurative sono costrette a prendere atto delle conseguenze dei cambiamenti climatici e purtroppo devono alzare i premi e prendere contromisure. Ovviamente loro tutelano i loro interessi, ma la percezione che ci sia una urgenza è arrivata anche ai piani alti.

Sono i governi ad allontanare le scelte più difficili e controverse.

Altro tema toccato a Davos è l’Intelligenza artificiale. Rischia di aumentare ancora di più il divario tra ricchi e poveri?

Per la prima volta il tema è stato anche oggetto del Messaggio del Papa per la pace. È il tema dell’anno, estremamente controverso, e una priorità per ricchi e poveri. Ancora una volta c’è una grandissima disuguaglianza nell’accesso alle nuove tecnologie. Per i più poveri è davvero fantascienza poter accedere a queste possibilità. Poi c’è l’aspetto etico: anche all’interno dell’Intelligenza artificiale ci deve essere un primato dell’etica e della tutela della vita umana. Chi lavora a questo software così sofisticato intrinsecamente fa delle scelte; ma non possiamo mai mettere alcun tipo di tecnica al di sopra dell’etica. Perché se così non è abbiamo creato un mostro che si ritorcerà contro di noi. Siamo ancora in tempo perché siamo agli albori di una nuova era ma occorre porre rimedio perché non sia una valanga che ci travolge.

Israele-Hamas, Ucraina, Houthi nel Mar Rosso: siamo in una spirale di conflitti e violenza molto pericolosa. Alcuni protagonisti di queste guerre erano a Davos. Da qui possono uscire spiragli positivi o di pace?

Le ultime due guerre oltre all’impatto economico e finanziario hanno avuto un grandissimo impatto umanitario sui civili. È passato tra le pieghe di Davos il fatto che il costo delle guerre consiste in spesa pubblica crescente, ad esempio per finanziare la difesa degli ucraini dall’aggressione russa. E questi costi aumentano il debito pubblico di tutti i Paesi, anche quelli occidentali. Quindi lasciamo alle generazioni future anche il debito. La corsa al riarmo è in costante crescita e molti Stati dichiarano default, come l’Etiopia perché non ha pagato l’ultima rata del debito alle istituzioni finanziarie internazionali. Nel fare le guerre ci sono interessi politici, di consenso e visibilità che prevalgono anche sugli interessi economici dei Paesi, quanto meno nel medio e lungo periodo. Nel breve periodo un settore industriale può andar bene ma in tutta la nazione le cose vanno male. A lungo termine per mantenere l’industria bellica o farla fiorire significa che si sta tagliando in altri settori vitali come istruzione e sanità oppure si aumenta il debito pubblico, con una conseguenza per le generazioni future.

Complessivamente le guerre non sono solo un danno ma anche un costo.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Pagani. Mostra in memoria di Marcello Torre inaugurata con interventi di Gennaro Oliviero e Tonino Palmese

Presso la sede della Fondazione Polis c’è stata l’ Inaugurazione della mostra in memoria di Marcello Torre. Interventi di Gennaro Oliviero e Tonino Palmese.

Si è svolta l’altro giorno  l’inaugurazione della mostra dedicata a Marcello Torre, sindaco di Pagani, vittima innocente di camorra, ucciso l’11 dicembre 1980, allestita presso la Biblioteca “Raffaele Delcogliano” del Consiglio Regionale della Campania, organizzata dalla Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, il Consiglio Regionale, l’Associazione “Marcello Torre” e il Presidio Libera di Pagani. La mostra rimarrà nella Biblioteca sino al 15 dicembre prossimo.

La figura di Marcello Torre declina due aspetti importanti“, ha affermato don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s., “innanzitutto un approccio alla vita e alle persone molto elegante e molto gentile. L’altro aspetto è il senso forte di responsabilità che Marcello Torre ha avuto nei confronti della sua comunità, una responsabilità che l’ha portato anche a pronunciare parole di commiato perché evidentemente aveva capito che la sua onestà avrebbe provocato una reazione della camorra. Si sono fermati davanti al suo corpo e lo hanno ucciso, credo che oggi Marcello Torre possa diventare anche per gli altri sindaci non solo un monito nel restare onesti e nel restare gentili ed eleganti nei confronti della cittadinanza, ma anche nel poter recuperare quegli spazi di democrazia che oggi vengono garantiti dalla legge.

All’interno del nostro Consiglio Regionale promuoviamo diverse iniziative in favore della memoria, oggi ricordiamo la figura dell’avvocato Torre, che è stato un amministratore locale, che ha donato la vita per far rispettare la legge e sancire il rispetto delle persone. In questa fase difficile è necessario trasmettere determinate storie alle giovani generazioni affinché rimanga viva la memoria non solo di Torre ma di quanti hanno dato la vita per raggiungere i livelli di democrazia che attualmente abbiamo“, così il presidente del Consiglio Regionale Gennaro Oliviero

Questa mostra fu inaugurata l’anno scorso a Pagani, e quest’anno abbiamo voluta portarla qui, per dare respiro alla grandezza non solo dell’uomo pubblico, ma anche di quello privato“, ha detto Annamaria Torre, figlia di Marcello, “perché a volte nel sacrificio di questi uomini giusti si tende a dimenticare anche la vita privata. La memoria, se deve essere condivisa, deve procedere step by step. Il ricordo più bello per me è quello del padre, anche se l’ho vissuto poco, è stato ucciso quando ero una adolescente. Ciò che di più bello mi resta è il suo insegnamento, contenuto nella sua lettera-testamento, che è qualcosa di importante non solo per me. Le sue parole: siate sempre degni del mio sacrificio e del mio impegno civile. Queste parole hanno fatto in modo che io mi ponessi al suo stesso modo, condividendo i suoi stessi valori“.

La mostra dal titolo “Vi abbraccio forte al cuore“, è a cura di Gaetano Del Mauro. Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte, inoltre, Riccardo Christian Falcone, direttore del Premio “Marcello Torre”, Mariano Di Palma, referente di Libera Campania e Giuseppe Granata, presidente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità. A moderare Enrico Tedesco, segretario generale della Fondazione Pol.i.s.

Casa Mehari: la solidarietà di don Tonino Palmese e della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania

“Esprimiamo la nostra piena solidarietà a tutti gli operatori di Casa Mehari, al sindaco e alla giunta comunale di Quarto, per il nuovo atto intimidatorio che ha colpito tutti coloro che operano per trasformare il luogo, un tempo simbolo del sopruso camorristico, in uno spazio dedicato alla crescita della cittadinanza. La Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania continua il suo impegno nel sostenere tutti coloro che operano sui beni confiscati alle mafie, in favore della legalità e del bene comune. Proprio con il Comune di Quarto, esempio virtuoso di gestione dei beni sottratti alle mafie, abbiamo avviato un percorso per la realizzazione su di un bene di una casa dedicata alle madri detenute con bambine e bambini da zero a sei anni”, così don Tonino Palmese, presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, ha commentato il danneggiamento del cartello che indica la struttura sorta su di un bene confiscato a Quarto.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Sicurezza a scuola. Bizzarri (Cittadinanzattiva): “Pnrr non basta. Occorre programmazione triennale interventi”

Ai temi del rischio sismico e del rischio idrogeologico è dedicata la XXI Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole che ricorre oggi, promossa da Cittadinanzattiva nell’ambito della campagna “Impararesicuri” che si svolge in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito e del Dipartimento della Protezione civile. Alla ricorrenza hanno aderito 16mila scuole promotrici di iniziative e momenti di formazione ed informazione, attraverso i materiali disponibili in una SmartBox, nonché in tre podcast sui temi del rischio sismico, dell’alluvione e del cambiamento climatico. All’evento nazionale, che si è tenuto ieri 21 novembre ad Ostia presso i licei Anco Marzio e Labriola, hanno partecipato 300 studenti e i rappresentanti del Dipartimento della Protezione civile nazionale e del Comune di Ostia che hanno collaborato all’organizzazione dell’iniziativa.

foto Cittadinanzattiva

“Una giornata molto proficua – il bilancio al Sir di Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva – perché avevamo deciso di dare davvero spazio ai ragazzi, di centrarli sul proprio protagonismo e avevamo creato stand tematici: rischio sismico, rischio alluvione, piano comunale per la gestione delle emergenze a scuola, e un quarto stand in cui potessero scrivere su delle cartoline da noi predisposte le proprie impressioni e avanzare richieste specifiche”.

Il tutto all’insegna della concretezza. L’intervento in caso di alluvione è stato simulato con l’utilizzo di idrovore, mentre per il rischio sismico è stata invitata una scuola di Rieti, l’Istituto superiore Celestino Rosatelli, inserito in una rete di istituti superiori impegnati su questo rischio e che costruiscono modellini di edifici per mostrare concretamente l’effetto delle scosse sismiche. “Sei studenti del Rosatelli – spiega Bizzarri – hanno simulato attraverso i loro modellini gli effetti delle diverse scosse sismiche sui differenti tipi di costruzione per far capire come sia possibile fronteggiare il terremoto con edifici adeguati”.

Quanto è importante coinvolgere e educare gli studenti alla sicurezza a scuola

È strategico dare loro un ruolo attivo, da protagonisti, per coinvolgerli in profondità, responsabilizzarli facendo capire che tutto quello di cui si parla non è una situazione di eccezionalità, ma ormai la realtà quotidiana.

In particolare, il rischio alluvione è ormai la norma nel nostro Paese e proprio Ostia ne ha fatto le spese qualche settimana fa; i ragazzi hanno toccato con mano l’allagamento della loro scuola e hanno percepito direttamente quanto questo problema sia reale. Ascoltando le loro richieste, invieremo eventuali loro proposte ai diretti interessati: il sindaco di Roma, il ministro dell’Istruzione e del Merito e così via. Desideriamo che quanto avvenuto ieri non rimanga fine a se stesso, ma abbia un effetto.

Ad oggi, però, nelle scuole non si svolgono le prove di emergenza per il rischio alluvione.

La normativa vigente prevede che gli istituti organizzino prove di emergenza legate solo al rischio sismico e incendio; le prove legate al rischio alluvione sono lasciate alla discrezionalità e buona volontà degli istituti; per questo

andrebbe prevista una norma ad hoc che renda obbligatoria la prova di emergenza legata al rischio alluvione,

molto più diffuso del pericolo di incendio, e che richiede comportamenti opposti al rischio sismico: in questo caso non si deve uscire ma salire ai piani alti. Con un rischio idrogeologico presente in una scuola su cinque, il problema ce lo dobbiamo porre.

foto Cittadinanzattiva

Perché chiedete con insistenza al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara una rapida convocazione dell’Osservatorio nazionale sull’edilizia scolastica

Sono passati due anni dall’ultima riunione dell’Osservatorio di cui fanno parte rappresentanti di Comuni, Regioni, Province, Ministeri afferenti e associazioni come noi. Ne chiediamo pertanto la convocazione affinché possa esercitare pienamente le proprie funzioni istituzionali in materia di indirizzo e coordinamento nell’edilizia scolastica, sia in relazione ai fondi del Pnrr che per la programmazione triennale ordinaria degli interventi, sia nella diffusione della cultura della sicurezza.

Le scuole in zona a rischio sismico. Sono 11 le regioni che hanno Comuni in zona 1 (ad elevata sismicità) ma tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, hanno Comuni e scuole in zona 2. Quattro scuole su dieci si trovano insomma in zona a media ed elevata sismicità (rispettivamente 14.467 e 2.876 edifici). Sono 4 milioni e 300mila i bambini ed i ragazzi che risiedono in Comuni classificati in queste due zone. Commenta Bizzarri:

“Di questi circa 17mila edifici a rischio, solo il 17% è stato adeguato sismicamente e messo in sicurezza; un quadro estremamente preoccupante”. 

Edifici scolastici in aree sismiche Rielaborazione Cittadinanzattiva su dati Anagrafe 2020 del ministero dell’Istruzione

Mappa degli edifici scolastici ricadenti in aree a pericolosità idrogeologica – Fonte: Rielaborazione Cittadinanzattiva su dati Anagrafe 2020 del Ministero dell’Istruzione

Le scuole a rischio idrogeologico. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, invece, il dato nazionale (Elaborazione Soluxioni Srl su Open data del ministero dell’Istruzione e del Merito) attesta che il 21,4% dei 40.133 edifici scolastici, ossia oltre 8.600 scuole (di cui 1944 in Emilia Romagna, 1745 in Toscana, 1163 in Lombardia, 1136 in Veneto), frequentate da circa 1.550.000 studenti, sono situate in aree a pericolosità idraulica; di questi, il 3,1% (1.420 scuole) si trova in aree a pericolosità/probabilità elevata, il 6,2% (2854) in zone a pericolosità/probabilità media e il 9,6% (4.372) in situazione di pericolosità/probabilità bassa.

“Le nostre scuole – osserva Bizzarri – hanno gravi problemi di manutenzione, determinati in gran parte dal fatto di essere ospitate in vecchi edifici o di risalire come anno di costruzione, in quasi la metà dei casi, a prima del 1976. Gli interventi del Pnrr sono importanti ma insufficienti; è pertanto necessario – sottolinea – garantire una programmazione triennale degli interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza”. Accanto a questi “molto di più potrebbe esser fatto sul fronte della cultura della prevenzione e della formazione ed informazione, della popolazione studentesca e dei docenti, sui rischi naturali e non del nostro territorio, eppure – conclude l’esperta – quest’anno, per la prima volta dall’istituzione della Giornata nazionale, il ministero dell’Istruzione l’ha completamente ignorata”.

 

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)