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Bambini e adolescenti. Caffo: “L’estate può essere un momento difficile ma anche opportunità per genitori per stare accanto ai figli”

Anche ad agosto Telefono Azzurro mantiene attive tutti i giorni, 24 ore su 24, le sue linee di ascolto, per rispondere alle richieste di aiuto di bambini e adolescenti in difficoltà e offrire loro l’ascolto e il supporto degli esperti. L’estate può rappresentare un momento particolarmente delicato per molti ragazzi, che possono trovarsi a vivere situazioni critiche sia in famiglia sia fuori, spesso amplificate dall’assenza di servizi sociali durante la pausa estiva, fatto che rende più complesso anche l’avvio della rete di sostegno per il minore in pericolo. Solitudine perché tutti gli amici sono in vacanza, condizioni di povertà e disagio sociale, ma anche problemi all’interno di famiglie con genitori separati o coppie fragili, rischio di abusi e violenze sessuali, anche ad esempio a causa della vicinanza con adulti prossimi alla famiglia durante le vacanze, ma anche aumento dei casi di allontanamento degli adolescenti da casa o dalle comunità. Con la chiusura delle scuole e la riduzione delle attività educative e ricreative organizzate, molti minori trascorrono inoltre più tempo all’aperto senza una supervisione adeguata. I minori in difficoltà possono chiamare la linea gratuita di ascolto 1.96.96, la linea Emergenza Infanzia 114, mentre 116.000 è il numero dedicato ai bambini scomparsi. Le problematiche affrontate dalle linee di ascolto sono molteplici, spaziando da difficoltà familiari a situazioni di abuso, violenza, bullismo e disagio psicologico. Con Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, facciamo il punto, alla vigilia di Ferragosto.

(Foto: Fondazione Child)

Quali sono le maggiori problematiche che si riscontrano in estate?

Il primo problema in estate è che la famiglia, molte volte, si ritrova insieme dopo un anno percorso talvolta, con difficoltà, ma in modo separato. Il ritrovarsi comporta ovviamente momenti positivi di ricongiungimento affettivo, emotivo, dall’altra parte anche situazioni in cui il conflitto può esplodere e in questo ovviamente va considerata anche tutta quella grande area di famiglie frammentate, separate, divise, conflittuali in cui molte volte i bambini si trovano al centro di situazioni non sempre facili, di poter fare una vacanza con un genitore o con l’altro, o restare a casa da soli. Tutto questo è talvolta invisibile per molti, però l’estate è il momento in cui la famiglia con le sue problematiche si ritrova ad affrontarle spesso con strumenti molto limitati perché accanto alla famiglia non ci sono le classiche figure di supporto sociali, sanitarie in certi casi, educative. Di colpo la famiglia si trova ad affrontare direttamente i problemi anche di condivisione con dei figli adolescenti con problematiche che riguardano l’uso di sostanze, comportamenti anche violenti o autolesivi, che molte volte i genitori non sanno come gestire. E, in estate, come dicevo, non c’è quella serie di riferimenti che presenti per tutto il resto dell’anno presenti attorno alla famiglia e attorno ai ragazzi in difficoltà. Ovviamente i conflitti tra generazioni oggi sono molto più ampi di prima perché i ragazzi sono presi dalla loro rincorsa a un mondo sociale e digitale molto forte che li allontana dal contatto a con i genitori, i parenti. Magari i genitori hanno in mente di trascorrere le vacanze con una famiglia che si riunisce attorno alle tavolate, realtà che molte volte diventa invece fonte di difficoltà, di disagi e di problemi. Ci sono, poi, tutte quelle diverse problematiche specifiche di ragazzi che si sentono discriminati per la loro storia personale di genere piuttosto che non per i loro comportamenti: tutto questo diventa una dimensione che può portare a situazioni di disagi, come pure l’allontanamento dei ragazzi da casa, cioè i ragazzi che escono da casa con amici o con amiche e che partono e vanno da soli ad affrontare delle sfide, che molte volte sono superiore a quelle che la loro età permette.

A quali rischi vanno incontro i ragazzi che viaggiano da soli, prevalentemente?

Spesso si vive a contatto anche con coetanei appena conosciuti e magari in situazioni in cui l’abuso di alcol diventa anche molto facile: questo porta, molte volte, anche a situazioni di violenza sessuale e di violenza fisica non banali che vengono segnalate in piccola parte alla stampa e difficilmente arrivano alle denunce formali perché alla fine la vittima preferisce evitare di parlare di quello che è accaduto. Infatti, quando la vittima denuncia, talvolta il clamore dei media diventa pesante da sopportare, per questo molte situazioni restano sommerse, non raccontate, però sono vissute con grande dolore.

Perché d’estate si accentuano i problemi?

Tutto questo mondo sfugge perché il controllo della tutela è ridotto in estate: restano in piedi i servizi essenziali di supporto, ma soprattutto di controllo, quindi l’estate è un momento particolarmente complesso, in cui pesa anche la solitudine in cui si trovano molti ragazzi e molte ragazze quando, di fatto, i loro compagni vanno in vacanza in queste due settimane centrali di agosto. Mancano punti di aggregazione e quei pochi punti che ci sono – dal bar al centro sportivo – sono chiusi: tutto questo diventa per molti discriminatorio, trovarsi a casa da soli o con dei parenti, magari anche che anziani, mentre gli altri sono al mare e postano le loro immagini di divertimento, di gioia. Situazioni di questo tipo possono portare ad accentuare quella sensazione di fragilità, che uno magari sente già parte della propria vita, e a comportamenti autolesivi e talvolta inadeguati. Può succedere anche che casi del genere arrivino al Pronto soccorso di un ospedale ma che siano poco seguiti perché manca il tempo di accompagnare questi ragazzi a capire il perché hanno abusato di alcolici, hanno avuto incidenti con il motorino non giustificati da fatti oggettivi ma influenzati da vissuti che li hanno indotti a comportamenti a rischio. Tutto ciò è quello che spesso non vediamo, ma che arriva ai nostri servizi che sono oberati di richieste molto complesse, perché anche la gestione diventa complessa in quanto mancano le reti di servizi, di supporto: il problema è che noi siamo il punto di entrata di una richiesta che deve ricevere poi dal servizio una risposta adeguata.

Quante telefonate ricevete o messaggi via chat di solito in questo periodo?

Le chiamate sono di contatto o di approfondimento personale o di informazione generica:

Alla fine saranno 10/15 casi al giorno che noi riceviamo e che sono da gestire.

D’estate abbiamo avuto sempre un aumento delle richieste di aiuto. Nei prossimi giorni sapremo sempre di più quanto sarà l’impatto per il 2024. Noi rispondiamo a chi ha bisogno anche se vorremmo che non ci fosse la necessità di rivolgersi a noi e che tutto potesse andare bene, ma purtroppo la disfunzione talvolta si evidenzia nelle emergenze quando di fatto il ragazzo compie degli atti impropri, quando c’è una situazione di violenza evidente, ma sotto c’è un sommerso. Io credo che dobbiamo rafforzare anche in questo caso i servizi di supporto in generale nel nostro Paese nelle emergenze, questo è fondamentale.

In che modo rispondete alle richieste che vi arrivano?

Quando ci sono situazioni riguardanti la linea Emergenza Infanzia 114 i nostri partner prevalenti sono tre: la polizia e i carabinieri, il distretto sociale in casi particolari con un presidio che hanno i comuni e che possono attivare loro stessi come possono fare la polizia e i carabinieri, la struttura di tutela diretta, cioè le procure per i minorenni. Altre risorse sono le strutture di emergenza del 112 o del 118 perché al pronto soccorso c’è un presidio permanente h24. Le aree di intervento sono quella giudiziaria, sociale, sanitaria. Per quanto riguarda il sociale, nel caso di necessità, si possono attivare misure di protezione; è l’area sociale che si fa carico di queste situazioni, trovando un punto di accoglienza con l’autorizzazione del Tribunale. Ci sono casi invece che non rappresentano un’emergenza, ma richiedono il servizio di consulenza e in questo caso si possono attivare reti più ampie che possono essere quelle informali: reti familiari e di comunità.

In questo caso come vi comportate concretamente?

Condividiamo con l’utente la possibilità di attivare con il nostro accompagnamento le reti che lui ritiene più opportune. E quindi noi lo accompagniamo a riflettere su soluzioni che possono essere con lui condivise. È l’utente sempre il soggetto primario. Nell’emergenza abbiamo obblighi di legge di segnalazione e di attivazione, quindi di fatto dobbiamo seguire procedure precise di gestione e di tutela della persona in stato di difficoltà. Nell’ambito della consulenza all’utente, bambino, adolescente, talvolta anche adulto che deve aiutare piccoli in difficoltà, vengono date le indicazioni più opportune sui servizi che possono essere di aiuto, supporto, con una scelta che, se non c’è un’urgenza assoluta, fa l’utente accompagnato da noi.

Avete una linea anche per bambini scomparsi…

Sì, un’altra attività che svolgiamo riguarda i bambini scomparsi, con il numero 116.000. È chiaro che in questo caso noi attiviamo i servizi e le attività che sono sviluppate in maniera precisa dagli organi a cui siamo collegati, il Ministero dell’Interno, i carabinieri, le Prefetture possono e attivare i sistemi di recupero di questi ragazzi. Noi facciamo parte di un sistema e verifichiamo che sia performante, che funzioni bene.

La scomparsa è qualcosa di complesso che dobbiamo gestire.

Sono di più in estate i casi?

Ci sono soprattutto gli allontanamenti da casa. Sono volontari, ma sono da seguire con molta attenzione, perché ragazzi che escono da circuiti delle tutele per caso possono trovare persone che li attraggono in circuiti criminali o in circuiti a forte rischio. Un genitore deve segnalare immediatamente l’allontanamento e devono essere messe in atto tutte le misure per recuperare il ragazzo, se minorenne, e riportarlo a casa. Spesso i genitori non si attivano subito, ma sono tanti i ragazzi che oggi hanno questi comportamenti: in rete trovano persone che offrono un alloggio e partono. Ma qui bisogna attivare per i minorenni misure di tutela immediate e di segnalazione all’autorità. Adulti ospitano senza l’autorizzazione dei genitori il minore che non è in grado di difendere i propri interessi di tutela personale. Altri motivi di allontanamenti rientrano nel caso delle separazioni conflittuali in cui un genitore non consegna all’altro il bambino al termine del periodo che gli tocca di accudimento. Anche in questo caso bisogna attivare subito le tutele del bambino e del genitore affidatario. Sono casi che possono capitare, ad esempio, quando uno dei due ex coniugi è di origine straniera e riporta il bambino nel suo Paese di origine dove non c’è un trattato che permette il recupero del bambino. Tutto questo avviene in gran parte in estate. Periodo in cui si vede anche uno spostamento di grandi masse di turisti, nelle quali si nascondono pure traffici criminali.

Vuole lanciare un appello su come garantire meglio la tutela dei minori in estate?

Il mio appello è che i genitori e gli adulti in generale possano cogliere l’occasione dell’estate per stare vicini ai bambini, anche per condividere con loro i pericoli e i problemi che i ragazzi vivono oggi, cercando di capire meglio i rischi che i ragazzi affrontano nel mondo digitale. Molti ragazzi usano i social per contattare persone, già da giovanissimi le piattaforme di dating, perciò, è importante che i genitori approfittino del periodo estivo per capire tutto questo, comprendere come oggi i ragazzi siano cambiati e come il non tutelarli dalla rete stessa comporti rischi. In questo modo l’estate diventa un periodo positivo perché permette agli adulti di crescere, dedicando più tempo ai figli, stando con loro, parlando con loro, condividendo le loro preoccupazioni. Questo permette di evitare problemi.

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(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Separazioni coniugali: proposta di ‘Codici’ per riequilibrare il rapporto fra genitori, che ora favorisce le donne

Interessante proposta dell’associazione Codici per riequilibrare il rapporto tra genitori nei casi di separazione, ad oggi “a senso unico”, con pesanti ripercussioni per i papà.

Codici: collocamento condiviso e abolizione del mantenimento, ecco come riequilibrare le separazioni tutelando anche i papà.

Tra le attività condotte da Codici c’è anche quella che riguarda il delicato tema delle separazioni. Con la campagna “Voglio papà”, l’associazione da anni fornisce assistenza ai padri separati in difficoltà. Una realtà che non ha ancora l’attenzione che merita, considerando la sua gravità. È in costante aumento, ad esempio, il numero di padri separati tra i cosiddetti “nuovi poveri”. Una condizione che scaturisce dalla separazione, su cui si concentra l’intervento dell’associazione.

Nei casi che seguiamo e che sono anche al centro delle cronache – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – una costante che ritorna è l’effetto spesso devastante della separazione. Le spese che devono sostenere i papà in molti casi li mettono in grave difficoltà, con situazioni che diventano drammatiche quando, ad esempio, c’è una condizione lavorativa precaria.

Non tutti possono permettersi un’altra casa, per molti anche l’affitto diventa impossibile ed è così che si spiegano le storie di quei papà costretti a dormire in auto. A nostro avviso c’è un modo per evitare di arrivare a questo punto.

Per riequilibrare il rapporto che scaturisce da una separazione è necessario il collocamento condiviso tra i genitori con l’abolizione dell’assegno di mantenimento. Quindi spese divise a metà, salvo ovviamente situazioni eccezionali.

In questo modo collocamento e spese alimentari non sarebbero più un’arma di ricatto come invece avviene oggi, in un contesto, vale la pena di ricordarlo, in cui la stragrande maggioranza dei casi vede i giudici esprimersi a favore della madre, ignorando diritti ed esigenze dei padri”.

L’associazione Codici fornisce assistenza ai padri separati in difficoltà.

È possibile segnalare il proprio caso e richiedere aiuto telefonando al numero 065571996 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo “segreteria.sportello@codici.org“.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Scuole cattoliche. Palaia (Agesc): “I genitori siano coscienti della loro soggettività politica”

Il XXI Congresso nazionale dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), svoltosi l’1 e 2 giugno a Montecatini Terme, ha rinnovato il proprio Comitato esecutivo nazionale eleggendo Umberto Palaia alla presidenza nazionale per il prossimo triennio. Sposato con due figli, 47 anni, commercialista d’impresa, il neopresidente dice al Sir: “È fondamentale che i genitori delle scuole cattoliche prendano coscienza della loro soggettività sociopolitica”. Lo abbiamo intervistato.

Foto da Linkedin

Presidente, qual è oggi il volto dell’Agesc e com’è il suo stato di salute?
Il volto emerso dal Congresso è quello di un’associazione fatta di tanti genitori, mediamente giovani, che offrono le proprie competenze, il proprio tempo libero, il proprio amore per la missione educativa da compiersi in comune con le scuole cattoliche. Le risorse dell’Agesc sono abbondanti anche fuori dall’esecutivo eletto, in cui pure sono rappresentante molte realtà territoriali di tutta la penisola, da Nord a Sud. Lo stato di salute, quindi, è buono ed è attestato dal lavoro incessante dei nostri soci negli istituti scolastici, nei comitati, nel confronto con le altre associazioni che hanno a cuore i temi dell’educazione e della famiglia. Inoltre, l’Agesc, che l’anno prossimo compirà 50 anni, ha radici, valori ed esperienze consegnati dai soci più anziani a quelli più giovani in un cammino comune, a garanzia della trasmissione intergenerazionale. Lo si è visto anche all’ultimo Congresso, dove la presenza dei passati presidenti nazionali, Enzo Meloni, Roberto Lombardi, Roberto Gontero, e di tanti soci che da decenni si spendono per la libertà educativa, è stato vivificante e ci ha aiutato a consolidare il nostro progetto associativo.

Quale il cammino percorso e quali le sue priorità di impegno?
Nel suo quasi mezzo secolo di vita l’Agesc ha toccato tappe fondamentali, come la Legge Berlinguer, di un cammino indirizzato verso la realizzazione di un sistema educativo unico, in cui il servizio pubblico sia erogato alla pari dalle scuole statali e paritarie e, quindi, davvero in modo plurale. Negli ultimi tre anni l’Agesc ha lavorato molto per consolidare la propria presenza come associazione nazionale anche mediante l’iscrizione al Runts (Registro unico del terzo settore, ndr.). Tra le mie priorità, portare i genitori ancora lontani e disimpegnati a conoscenza di questo strumento aggregativo fondamentale che è l’Agesc. Non c’è infatti un’altra realtà delle nostre dimensioni che si incarichi di portare avanti le istanze delle famiglie che vogliono partecipare attivamente al progetto formativo-scolastico dei propri figli, né che intenda perseguire la libertà educativa effettiva, ovvero la possibilità per i genitori di scegliere la scuola dei figli senza impedimenti e condizionamenti economici.

È fondamentale che i genitori delle scuole cattoliche prendano coscienza della loro soggettività sociopolitica

ossia di essere portatori di istanze che, se realizzate, producono un effetto positivo su tutta la società e concorrono al bene comune.

A 25 anni dalla legge, la piena parità scolastica, e quindi l’effettiva libertà educativa, è ancora lontana…
Già al momento della sua promulgazione, l’Agesc accolse criticamente la legge sulla parità perché priva della parte di erogazione finanziaria alle famiglie, che riteniamo ancora oggi fondamentale per garantire la libertà di scelta educativa. Le famiglie che scelgono la scuola paritaria concorrono mediante imposizione diretta, l’Irpef per capirci, a finanziare il sistema educativo nazionale e devono poi sostenere nuovamente il costo dell’istruzione dei propri figli pagando le rette della scuola paritaria.

È un sistema che discrimina su base economica chi, pur desiderando scegliere, non ha alternative alla scuola statale che è l’unica interamente finanziata dai soldi pubblici.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

Il tema di mettere nelle mani dei genitori uno strumento quale può essere il voucher scolastico o buono scuola è per noi ancora attuale, e purtroppo irrealizzato in tante regioni d’Italia. Dove esiste, come in Lombardia e Veneto, è stato dimezzato dal contingentamento mediante l’indicatore Isee la cui applicazione è virtuosa quando si tratta di erogare prestazioni sociosanitarie, ma assolutamente distorsivo se utilizzato per contemperare uno strumento, il buono scuola, che deve garantire la libertà di scelta educativa per tutti, indipendentemente dal reddito.

Quanto è importante il protagonismo dei genitori all’interno della comunità educante, ruolo messo in discussione da una generalizzata crisi di autorevolezza
Per noi è fondamentale. Già con l’Enciclica Gravissimum Educationis la Chiesa esortava i genitori a farsi carico, in quanto educatori primari, della missione formativa dei propri figli in collaborazione con le scuole di ispirazione cattolica. Credo che quel messaggio sia ancora attuale e che la crisi di autorevolezza di cui lei parla possa essere superata proprio mediante

un’alleanza tra genitori e scuola, in cui le figure educanti condividano finalità e metodi del progetto formativo e si sostengono a vicenda

conferendo l’uno all’altro quell’autorevolezza che i ragazzi cercano per essere guidati nella crescita.

Tra le nuove sfide educative c’è anche il gender…
In qualità di associazione laicale ecclesiale formata al Magistero della Chiesa cattolica, affronteremo anche questo tema illuminati dagli insegnamenti che sostanziano la visione antropologica cristiana. Da questo punto di vista ritengo fondamentale il documento “Maschio e femmina li creò – per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”, redatto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, nel quale viene offerto un metodo per affrontare la questione che si articola nei tre atteggiamenti dell’ascoltare, del ragionare e del proporre, invitando a distinguere tra l’ideologia del gender e le diverse ricerche sul gender portate avanti dalle scienze umane.

L’Agesc, lei diceva, si è iscritta al Runts. Per le scuole cattoliche che cosa comporta l’appartenenza al Terzo settore?
Comporta senz’altro un percorso formativo sui presupposti giuridici, economici e fiscali degli Enti del Terzo settore e, quindi, anche un lavoro di trasformazione, laddove necessario, dei propri statuti, prassi e gestione. Ma credo sia l’opportunità per definire in maniera chiara e normata il proprio status di enti senza scopo di lucro. Molte scuole sono Ets di fatto. L’adesione agli standard del Runts credo possa portare a maggiore trasparenza, premiando gli istituti più virtuosi che si propongono, in ragione delle loro capacità e competenze, come interlocutori di un partneriato pubblico-privato fondamentale per il nostro paese. Non devono spaventare le difficoltà derivanti dalla burocrazia. Si deve guardare piuttosto alle opportunità, anche di modernizzazione, che questo percorso offre.

In quanto presidente Agesc, la preoccupa l’impatto che l’autonomia differenziata appena approvata potrebbe avere sulle scuole cattoliche?
L’istruzione è fra le 14 materie su cui la concessione di maggiore autonomia è subordinata alla determinazione dei cosiddetti Lep, i Livelli essenziali di prestazione, che il governo dovrà approvare entro due anni. Questo passaggio sarà determinante per valutare l’impatto che la norma potrà avere in termini di equanimità tra tutte le regioni. Anche dal punto di vista della parità economica, indispensabile per realizzare la libertà di scelta educativa, bisogna aspettare per capire se l’autonomia possa inibire l’applicazione di strumenti e meccanismi di finanziamento alle scuole paritarie e di sostegno alle famiglie dalla valenza universale. Al momento la legge approvata il 19 giugno si limita a stabilire l’iter procedurale che le singole regioni dovranno seguire per ottenere l’autonomia su determinate materie.
Altri e numerosi provvedimenti saranno, quindi, necessari per attuare la riforma. Per questo auspichiamo che nel prosieguo

venga accolto l’appello del card. Zuppi affinché le riforme in generale vengano fatte coinvolgendo tutte le forze politiche e sociali, creando il consenso più ampio possibile intorno ad esse.

Noi italiani abbiamo un esempio storico altamente istruttivo nell’esperienza della Costituente, dove liberali, cattolici, comunisti e socialisti collaborarono alla redazione della nostra carta fondamentale.

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(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caiazzo. ‘Ai genitori davamo del voi’: presentato e premiato ‘alla memoria’ il libro del preside Pasquale Buonomo

“Ai genitori davamo del voi“: il romanzo di Pasquale Buonomo è stato presentato nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Caiatino di Caiazzo, alla presenza di studenti e docenti di alcune classi della Secondaria di Primo grado, della dirigente Silvana Santagata e dei familiari dello scrittore.

Il libro rappresenta lo scrigno della memoria personale di Pasquale Buonomo, ex dirigente scolastico, originario di Caiazzo, trasferitosi a Bergamo dopo gli studi universitari.

Il romanzo abbraccia le prime epoche del secolo scorso fino agli anni ’50 ed è stato concepito e scritto durante il periodo di isolamento causato dalla pandemia.

L’autore visita il suo passato, la sua famiglia e svela la storia di Domenico, uno dei protagonisti del libro, che rappresenta in realtà suo padre.

Questo libro testimonia un’epoca che altrimenti sarebbe andata perduta nel tempo.

Il racconto si svolge in un contesto storico segnato dal bullismo di classe tra la prima e la seconda guerra mondiale.

È un periodo intenso e difficile caratterizzato dalla partenza per il fronte, dal matrimonio con Maria e dalle lettere scritte e ricevute attraverso intermediari.

Le consuetudini e le tradizioni sono parte integrante della narrazione: come quella di sgranare le pannocchie accanto al focolare mentre ci si racconta storie.

Il contesto familiare è patriarcale, con una condizione subalterna per le donne che lavorano nella “puteca”, il bar del paese dove si mangia e si chiacchiera. La natura circostante offre conforto terapeutico.

Questo racconto, descritto in modo coinvolgente dalla curatrice, Renata Montanari de Simone, riesce a trasmettere valori universali e un forte attaccamento alle proprie radici.

Renata Montanari stessa ha una formazione classica ed è laureata in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna e in Lingue e Letterature Straniere Moderne ad Urbino.

Durante la cerimonia di premiazione, Rita Buonomo, sorella dell’autore scomparso due anni fa, ha tenuto a sottolineare l’importanza della lettura come fonte preziosa di apprendimento nonostante non avesse avuto accesso a un’istruzione formale.

La preside Santagata ha concluso l’evento sottolineando l’attualità del messaggio trasmesso dal libro: “Un importante insegnamento sulla storia del nostro territorio che non dobbiamo dimenticare”.

(Federica Landolfi – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Il 1° giugno è la Giornata Mondiale dei genitori: consigli utili da una fonte molto antica

I suoi primi passi, il conseguimento della patente di guida, il giorno del diploma: queste sono alcune pietre miliari nella vita di un figlio che emozionano anche i genitori.

Meno celebrato, ma altrettanto importante è il lavoro, impegnativo e quasi sempre stressante, che i genitori svolgono dietro le quinte per aiutare i loro figli a raggiungere questi traguardi. Non c’è da stupirsi che molti trovino la genitorialità faticosa, addirittura frustrante.

Riconoscendo il ruolo fondamentale dei genitori nell’educazione dei propri figli, le Nazioni Unite hanno persino istituito la Giornata Mondiale dei genitori, il 1° giugno, per valorizzare l’impegno altruistico e la cura dei genitori.

Un sito che contiene consigli tratti dalla Bibbia sta aiutando migliaia di genitori in tutto il mondo svolgere al meglio il loro ruolo.

Si tratta di jw.org, il sito ufficiale dei Testimoni di Geova, che propone gratuitamente video, audio e articoli su vari argomenti basati sui pratici e collaudati consigli della Bibbia.

“Spesso i genitori sono sorpresi del fatto che solo con alcuni clic possono avere accesso a un’intera biblioteca di informazioni utili per la vita quotidiana”, ha detto Luca Ferraris, portavoce dei Testimoni di Geova. “I contenuti gratuiti di jw.org hanno aiutato molte famiglie a diventare più forti e più felici”.

Articoli dal tema: Come essere bravi genitori; Come essere un bravo papà; Cosa significa essere un bravo genitore?
sono solo alcuni dei 22 milioni di contenuti digitali scaricati ogni giorno da jw.org.

I Testimoni di Geova, in qualità di organizzazione mondiale senza scopo di lucro impegnata in un’opera di istruzione biblica, attribuiscono grande importanza a legami familiari solidi.

Incoraggiano infatti genitori e figli a riunirsi nei loro luoghi di culto, chiamati Sale del Regno, a partecipare a un’opera volontaria di istruzione biblica, a dedicare ogni settimana del tempo alla famiglia e a svolgere insieme sane attività ricreative.

I genitori possono fare molto perché all’interno della famiglia regnino amore e unità”, ha detto Ferraris.

Famiglie forti creano comunità forti. Nei nostri luoghi di culto genitori e figli imparano non solo a essere buoni cristiani, ma anche bravi componenti della società”.

Per leggere gli articoli elencati sopra e i contenuti ad essi correlati, visita jw.org e digita il titolo dell’articolo nella barra di ricerca.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Pietravairano. Distrugge con un martello pneumatico la casa dei genitori che gli negano 100 euro: arrestato 43enne

In preda all’ira per il rifiuto da parte degli anziani genitori a dargli 100,00 euro ha imbracciato un martello pneumatico custodito nel garage di casa, ed ha cominciato a distruggere il pavimento della cucina, quello del corridoio e parte dei muri portanti della loro abitazione e, non contento, ha dato fuoco ad una panchina in legno situata nel giardino di pertinenza.

È accaduto nel pomeriggio di ieri a Pietravairano, nel casertano, dove due coniugi, intimoriti ed esasperati dal comportamento violento del figlio convivente, hanno chiesto aiuto ai Carabinieri attraverso il numero di emergenza “112”.

All’operatore della centrale hanno riferito che il figlio 43enne, dopo averli minacciati di morte, se non gli avessero consegnato subito 100,00 euro, aveva cominciato a demolire la loro abitazione intimandogli di non avvicinarsi ed avvertendoli che si sarebbe fermato solo quando avrebbe ottenuto quanto richiesto.

I carabinieri della Stazione di Pietramelara, già impegnati in zona per un servizio di controllo del territorio, sono prontamente accorsi alla richiesta di aiuto e, al loro arrivo, hanno trovato ad attenderli in strada i due pensionati, visibilmente scossi e impauriti.

All’interno dell’abitazione i militari dell’Arma hanno sorpreso e bloccato il 43enne che, in forte stato di agitazione, era ancora intento ad abbattere con il martello pneumatico uno dei muri portanti dello stabile.

Accompagnato in caserma, subito dopo la formalizzazione della denuncia da parte dei genitori, è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di tentata estorsione e maltrattamenti in famiglia.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

L’EDITOREEL: Gruppi social “adesca minori”, colpa dei genitori

Sono sempre più numerosi i minori che vengono aggiunti a gruppi pericolosi. Spesso la causa sono gli stessi genitori, anche se in buona fede, pronti a bandire chi prova a metterli in guardia. Ne ho avuta esperienza diretta.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

A sedici anni si è tolto la vita per i maltrattamenti da parte dei genitori e di una zia

Un ragazzino di appena sedici anni si è tolto la vita nella sua casa in Gallura. A trovare il corpo è stata la zia, con la quale viveva, ma era ormai troppo tardi e i soccorsi sono stati inutili.
Si tratta di tragedia nella tragedia perché nonostante la giovane età il ragazzino aveva già alle spalle un passato difficile. Era stato vittima di maltrattamenti da parte dei genitori e di una zia e per questo era stato affidato all’altra parente. Proprio lui, ancora bambino, ha trovato il coraggio di chiedere aiuto. Ai militari intervenuto per liberarlo ha raccontato che i suoi genitori lo segregavano per punizione nella sua cameretta, senza letto e con un secchio per fare i bisogni. Non solo, veniva picchiato con un tubo di plastica dietro le ginocchia, nutrito con pane e pasta in bianco, costretto a fare anche 12 docce gelate d’inverno. Era costretto a vivere senza giochi e indumenti. Per farlo stare buono, era costretto ad ascoltare delle voci che lo minacciavano di essere portato all’inferno, di morire di fame, di essere torturato e ucciso dai demoni. Tutto l’orrore subito era messo su nero su alcuni diari, sequestrati nella casa degli orrori. I carabinieri hanno arrestato prima i genitori e una zia, ritenuta l’istigatrice di quelle violenze fisiche e psicologiche. A incastrarla sono state le telefonate trovate nel cellulare della madre del bambino e registrate attraverso un’app. I tre hanno poi ammesso le proprie responsabilità parlando di punizioni necessarie per la corretta educazione del bambino.
Nel 2022 la Cassazione ha confermato per i genitori e per una zia la condanna a otto anni di reclusione per maltrattamenti e sequestro di persona. Aveva trovato riparo dalla “zia buona”, come la chiamava lui. La stessa donna che stavolta non è riuscita a salvarlo.
Parlare di suicidio non è semplice. Se stai vivendo una situazione di emergenza puoi chiamare il 112. Se sei in pericolo o conosci qualcuno che lo sia puoi chiamare il Telefono Amico al numero 02 2327 2327 (servizio attivo tutti i giorni dalle 10 alle 24) oppure puoi metterti in contatto con loro attraverso la chat di Whatsapp al numero 345 036 1628 (tutti i giorni dalle 18 alle 21). Altrimenti puoi rivolgerti a Samaritans Onlus al numero 06 77208977 (costi da piani tariffari del tuo operatore), un servizio attivo tutti i giorni dalle 13 alle 22.

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Casaluce. MInaccia con un lungo coltello i genitori costretti a dargli dei soldi: arrestato 39enne

La violenta lite in famiglia, segnalata nella serata di domenica alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Aversa attraverso il numero di emergenza “112”, ha immediatamente attivato l’intervento della pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile in servizio nell’area.

Sono bastati pochi minuti ai militari dell’Arma per raggiungere il piccolo centro di Casaluce, nel casertano, dove una coppia del luogo, esasperata e intimorita dalle minacce del figlio convivente ha deciso di chiamare i carabinieri.

Nella circostanza la madre, scossa e preoccupata, ha riferito che il figlio 39enne, armato di un grosso coltello da cucina, li aveva prima minacciati di morte e poi si era fotto consegnare dal padre 50,00 euro in contanti.

Entrati nell’appartamento i militari hanno notato che uno dei cassetti della cucina era stato sradicato dalla sua sede e che tutte le posate in esso contenute era state lanciate sul pavimento.

Poco distante, sul balcone, hanno sorpreso il 39enne che, in evidente stato di ubriachezza e alterazione, minacciava verbalmente anche il fratello intervenuto per sedare la lite.

La madre, rifugiatasi in una delle stanze, sollevata dall’arrivo dei carabinieri ha subito denunciato i continui maltrattamenti subiti ormai da tempo da parte del figlio.

Il 39enne avrebbe tenuto nei loro confronti atteggiamenti violenti e di continua sfida al solo scopo di ottenere del denaro.

Li avrebbe minacciati con un coltello da cucina con lama lunga circa 30 cm. inducendo così il marito, preoccupato per la loro incolumità, a consegnargli il denaro richiesto nella speranza che si allontanasse senza fargli del male.

La stessa, ha poi proseguito riferendo che sia lei che il marito, esasperati dalla situazione, non potevano più far fronte alle continue richieste economiche.

Alla vista dei carabinieri il 39enne si è subito calmato permettendo a questi ultimi di procedere con una perquisizione personale che ha dato esito negativo.

Accompagnato in caserma è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Casaluce (CE) – Minaccia i genitori con un coltello per estorcergli denaro. 39enne arrestato dai Carabinieri

La violenta lite in famiglia, segnalata nella serata di ieri alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Aversa attraverso il numero di emergenza “112”, ha immediatamente attivato l’intervento della pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile in servizio nell’area.
Sono bastati pochi minuti ai militari dell’Arma per raggiungere il piccolo centro di Casaluce, dove una coppia del luogo, esasperata e intimorita dalle minacce del figlio convivente ha deciso di chiamare i Carabinieri.
Nella circostanza la madre, scossa e preoccupata, ha riferito che il figlio 39enne, armato di un grosso coltello da cucina, li aveva prima minacciati di morte e poi si era fatto consegnare dal padre 50,00 euro in contanti.
Entrati nell’appartamento i Militari hanno notato che uno dei cassetti della cucina era stato sradicato dalla sua sede e che tutte le posate in esso contenute era state lanciate sul pavimento.
Poco distante, sul balcone, hanno sorpreso il 39enne che, in evidente stato di ubriachezza e alterazione, minacciava verbalmente anche il fratello intervenuto per sedare la lite.
La madre, rifugiatasi in una delle stanze, sollevata dall’arrivo dei Carabinieri ha subito denunciato i continui maltrattamenti subiti ormai da tempo da parte del figlio.
Il 39enne avrebbe tenuto nei loro confronti atteggiamenti violenti e di continua sfida al solo scopo di ottenere del denaro. Li avrebbe minacciati con un coltello da cucina con lama lunga circa 30 cm inducendo così il marito, preoccupato per la loro incolumità, a consegnargli il denaro richiesto nella speranza che si allontanasse senza fargli del male.
La stessa, ha poi proseguito riferendo che sia lei che il marito, esasperati dalla situazione, non potevano più far fronte alle continue richieste economiche.
Alla vista dei Carabinieri il 39enne si è subito calmato permettendo a questi ultimi di procedere con una perquisizione personale che ha dato esito negativo.
Accompagnato in Caserma è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Maddaloni. I genitori gli negano i soldi e lui li aggredisce e danneggia l’appartamento: arrestato 28enne

Esasperati dalle continue aggressioni fisiche e verbali subite da parte del figlio 28enne, che quotidianamente pretendeva da loro continue somme di denaro, nella tarda serata di lunedì, al culmine dell’ennesima violenta lite, hanno deciso di chiedere aiuto componendo il numero di emergenza “112”.

È accaduto a Maddaloni, nel casertano, dove i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia sono intervenuti a seguito della segnalazione dell’anziana madre, vittima, insieme al marito, della violenza del 28enne.

Giunti sul posto, i militari dell’Arma sono stati allertati dalle grida provenienti dell’appartamento. Una volta all’interno dello stabile sono stati accolti dal padre che, visibilmente scosso e impaurito li ha invitati subito ad entrare.

All’interno dell’abitazione, le cui camere si presentavano a soqquadro, con porte rotte, mobili della cucina con vetri in frantumi e cocci di vasi, i militari hanno sorpreso il figlio in forte stato di agitazione mentre inveiva violentemente contro i genitori, minacciandoli di morte.

Il giovane, resosi conto della presenta dei carabinieri, con atteggiamento iroso e provocatorio li ha invitati ad arrestarlo e a portarlo in caserma. A tale richiesta i militari, dopo averlo bloccato in sicurezza, lo hanno condotto presso gli uffici della Compagnia Carabinieri di Maddaloni dove sono riusciti a calmarlo.

A seguito della formalizzazione della denuncia da parte dei genitori, il 28enne è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Parete. Minaccia di morte genitori e fratello esasperati da continue pretese di soldi: arrestato 36enne

Ancora una richiesta d’aiuto pervenuta nella tarda serata di mercoledì al numero di emergenza “112” per segnalare un’aggressione in corso. Questa volta l’operatore che ha ricevuto l’SOS è quello della Compagnia Carabinieri di Aversa, e a richiedere l’intervento è stata una madre esasperata e intimorita dalle continue minacce del figlio.

L’anziana donna, fortemente preoccupata, ha riferito al militare della centrale che il figlio 36enne era poco prima passato dalla sua abitazione e, in preda all’ira, l’aveva minacciata di morte e, successivamente, aveva aggredito con un coltello da cucina il padre, alla presenza del fratello.

La stessa ha inoltre specificato che le minacce ricevute erano dovute alle sue continue richieste di denaro.

L’immediato intervento dei carabinieri presso l’abitazione segnalata ha consentito, a seguito della denuncia presentata dalle vittime, esasperate dalle continue minacce del 36enne, già in passato deferito in stato di libertà per analoghi comportamenti, di procedere al suo arresto.

L’uomo, rintracciato presso la sua abitazione, è stato accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere e posto a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Dovrà rispondere di maltrattamenti contro familiari o conviventi ed estorsione.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Caserta. ‘Il Burnout del genitori’, ‘Autismo e istruzione’: curate dal neuropsichiatra infantile Bove le traduzioni italiane

Brillante traduzione del Neuropsichiatra Infantile Domenico Bove, che ha curato l’edizione italiana.

Le traduzioni hanno svolto e svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle letterature nazionali: gli studi sulla traduzione evidenziano come essa costituisca un arricchimento del testo autoriale, in un rapporto non gerarchico.

Il Prof. Domenico Bove, ha curato brillantemente l’edizione italiana de “Il Burnout dei genitori”- Come evitarlo e come uscirne, di Moira Mikolajczak e Isabelle Roskam: e “Autismo e Istruzione” – Come la vedo io. Quello che genitori e insegnanti devono sapere di Mary Temple Grandin, entrambe le edizioni italiane pubblicate da Armando Editore.

IL BURNOUT DEI GENITORI

“Comandamenti” dedicati al grande pubblico e non solo agli specialisti, questo libro illustra tutto ciò che si dovrebbe sapere sul burnout dei genitori(quando la richiesta e l’impegno sono eccessivi, rispetto alle risorse 1disponibili) oggi. Il testo offre un duplice approccio scientifico e pratico: si basa sullo studio che ha condotto ad una ricerca scientifica unica nel suo genere, durata diversi mesi e basata su un campione di ricerca di 3.000 genitori) e sulle loro esperienze personali.

In uno stile molto chiaro e accessibile, con esempi di situazioni quotidiane. Il libro si rivolge a tutti i genitori esausti che cercano di capire meglio cos’è il burnout genitoriale, quanto sono vicini (o lontani) da esso, come uscirne e/o come evitare che si ripeta.

Il presente lavoro evidenzia i fattori di rischio che possono portare al burn-out, fornendo molti consigli e strumenti per i genitori che rischiano di sentirsi sopraffatti.

Domenico Bove, è Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta, Esperto in Analisi del Comportamento, Psicopedagogista dell’Educazione e della Formazione, Direttore Scientifico del Centro Studi FUSIS di Caserta, Associazione per la Ricerca Scientifica in Neurologia e Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

E ai genitori chi ci pensa? Questo è l’interrogativo che spesso resta quando termino una visita e comunico una diagnosi per un bambino” -sottolinea il Prof. Domenico Bove.

Presi dalla spinta ad intervenire subito, ci si dimentica del nucleo familiare ed in modo particolare dei genitori (per non parlare dei fratelli) a cui direttamente o indirettamente si chiede: consapevolezza, forza, coraggio, resistenza, determinazione, azione, di accantonare la loro sofferenza e sempre più spesso, soprattutto per i Disturbi del Neurosviluppo, di diventare dei veri e propri terapisti del loro stesso figlio.

Praticamente si assiste all’inizio di un processo di esposizione cronica allo stress, che per i genitori può rappresentare l’anticamera del Burnout.

Ricordo, soprattutto ai miei colleghi e a tutti gli operatori, che intercettare ed intervenire precocemente sulla sofferenza dei genitori, ha un ruolo fondamentale anche nel contribuire ad una maggiore efficacia dei trattamenti rivolti ai pazienti: la tanto auspicata presa in carico globale!

 Ma che cosa è il burnout genitoriale? Cosa si prova? Perché è importante? Chi sviluppa il burnout? Come si può valutare e diagnosticare?

Lo capiremo leggendo questo libro, che fornisce strumenti e strategie su come riconoscerlo, come evitarlo e come uscirne.

Ho avuto il piacere e l’onore di curare l’Edizione Italiana del libro “Autismo e Istruzione”, ultima pubblicazione della Professoressa Temple Grandin: “Come la vedo io: quello che genitori e insegnanti devono sapere“.

Semplice, diretto, intuitivo e rivolto a tutti, addetti ai lavori e non, da oggi è possibile ordinarne una copia. Buona lettura” conclude il Prof. Bove”.

Due opere molto interessanti, “terapeutiche”: utilissime per insegnanti, genitori, medici, paramedici, assistenti sociali.

(Anna Aiossa – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

CASAPULLA (CE). HA AGGREDITO ENTRAMBI I GENITORI E INSEGUITO, FINO ALLA CASERMA DEI CARABINIERI, L’ANZIANO PADRE CHE LO STAVA ANDANDO A DENUNCIARE. 45ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI PER MALTRATTAMENTI CONTRO FAMILIARI ED ESTORSIONE.






CASAPULLA (CE). HA AGGREDITO ENTRAMBI I GENITORI E INSEGUITO, FINO ALLA CASERMA DEI CARABINIERI, L’ANZIANO PADRE CHE LO STAVA ANDANDO A DENUNCIARE. 45ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI PER MALTRATTAMENTI CONTRO FAMILIARI ED ESTORSIONE.

In Casapulla (CE), i carabinieri della Stazione di San Prisco hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di maltrattamenti contro familiari ed estorsione, un 45enne del posto che, nel pomeriggio di ieri, al fine di farsi consegnare denaro contante dai propri genitori conviventi, li aveva aggrediti e minacciati di morte.

L’aggressione, l’ennesima, sarebbe scaturita a seguito del rifiuto dei genitori di consegnare al figlio ulteriori 20 euro rispetto a quanto già elargitogli nella stessa giornata. Nella circostanza il 45enne avrebbe prima verbalmente minacciato di morte i genitori e poi sradicato un cancelletto in ferro, ivi esistente, lanciandolo all’indirizzo del padre colpendo, per fortuna, solo il muro dell’abitazione.

Secondo ricostruito dai carabinieri gli anziani genitori, nel corso del tempo (10 anni circa), sono stati più volte costretti, dietro minacce, a consegnare denaro (fino a 100 euro al giorno) al figlio, che in più di una circostanza, ha anche usato violenza nei loro confronti.

L’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Casapulla. Aggredisce i genitori e insegue il padre cha andava in caserma a denunciarlo: arrestato 45enne

In Casapulla (Caserta), i carabinieri della Stazione di San Prisco hanno tratto in arresto, in flagranza dei reati di maltrattamenti contro familiari ed estorsione, un 45enne del posto che nel pomeriggio di venerdì, al fine di farsi consegnare denaro dai propri genitori conviventi, li aveva aggrediti e minacciati di morte.

L’aggressione, ennesima, sarebbe conseguita al rifiuto dei genitori di consegnargli ulteriori 20 euro rispetto a quanto già elargitogli nella stessa giornata.

Nella circostanza il 45enne avrebbe prima verbalmente minacciato di morte i genitori e poi sradicato un cancelletto in ferro, ivi esistente, lanciandolo all’indirizzo del padre ma colpendo, per fortuna, solo il muro dell’abitazione.

Secondo qanto ricostruito dai carabinieri gli anziani genitori, nel corso del tempo (10 anni circa), sono stati più volte costretti, dietro minacce, a consegnare denaro (fino a 100 euro al giorno) al figlio, che, in più di una circostanza, ha anche usato violenza nei loro confronti.

L’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)