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dell’economia

AttualitàDalla Campania

Presentazione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia, a Palazzo San Giacomo – Sala Giunta

A partire dalle ore 15:00 di oggi, presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi interverrà alla presentazione della II edizione di Feuromed, il Festival Euromediterraneo dell’Economia.

Parteciperanno:

Matteo Lorito, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”,
Roberto Napoletano, Direttore de Il Quotidiano del Sud e del Festival, Elena Grech, Vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea (in collegamento),
Patrizio Bianchi, Presidente Advisory board del Festival (in videomessaggio).

Il Festival, che si terrà presso l’Aula Magna del Centro congressi dell’Università “Federico II” dal 18 al 20 aprile, sarà un momento di confronto tra rappresentanti delle istituzioni nazionali, europee e del Mediterraneo, rappresentanti delle maggiori imprese italiane, esperti e docenti sulla centralità del Mezzogiorno come motore di pace e sviluppo sostenibile anche alla luce del piano Mattei per l’Africa.

Il Festival è promosso da Il Quotidiano del Sud – L’altra voce dell’Italia e dall’Università degli studi di Napoli “Federico II” in collaborazione con il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e la BEI e con il patrocinio del Comune di Napoli.

La presentazione sarà trasmessa in diretta streaming sul sito: www.comune.napoli.it

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

AttualitàDalla CampaniaIn EvidenzaPolitica, economia, giustizia

Napoli, Monte Echia, ascensore attivato, Marrone (Confapi): ‘nuovo volano dell’economia’

Il presidente della sezione di Napoli: “Importante segnale per la città, continuare a lavorare in questa direzione”.

Siamo molto soddisfatti per l’apertura dell’ascensore di Monte Echia – ha dichiarato Raffaele Marrone, Presidente Confapi Napoli –  collegamento di grande attrazione tra via Santa Lucia e il Belvedere di Pizzofalcone”.

“Dopo quindici anni dall’avvio del cantiere – continua –  finalmente tutta la cittadinanza potrà giovare della nuova infrastruttura che, insieme al ripristino dello stato dei luoghi, soprattutto dell’area circostante e del verde pubblico, rappresenterà un nuovo volano dell’economia e del turismo partenopeo. E’ questo, sicuramente, un importante segnale per la città, frutto di un lavoro sinergico, ma soprattutto di un rinnovato interesse per le tradizioni, la cultura e le bellezze del nostro amato territorio.

E’ quanto mai necessario continuare a lavorare in questa direzione, affinché si restituisca un altro pezzo di città ai napoletani”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

AttualitàDal MondoDall'ItaliaPolitica, economia, giustizia

Finirà agli americani la rete sottomarina ‘Telecom Sparkle’ che veicola nostre informazioni molto sensibili?!

Il Ministero dell’Economia ipotizza la vendita (anche) della rete Telecom Sparkle che gestisce le dorsali sottomarine in fibra ottica su cui transitano informazioni sensibili, al colosso statunitense del private equity Kkr.
Underground Power. How America Weaponized the World Economy

È uscito un libro che al ministero dell’Economia andrebbe letto con una certa attenzione. Via XX settembre sta infatti valutando la vendita (anche) della rete Telecom Sparkle che gestisce le dorsali sottomarine in fibra ottica su cui transitano informazioni sensibili, al colosso statunitense del private equity Kkr.

Il libro è disponibile solo in inglese, è scritto dai due docenti universitari statunitensi Henry Farrell e Abraham Newman e si intitola Underground Power. How America Weaponized the World Economy.

Nel volume si parla fondamentalmente di due cose: la prima è il controllo pressoché totale degli Stati Uniti sulle istituzioni finanziarie internazionali e delle prerogative che ne derivano; la seconda riguarda il sistema di controllo sulla rete di informazioni globale, implementato dagli Usa dal 2001 in poi.

Sia grazie a capacità tecniche supportate da ingenti dotazioni finanziarie (la Nsa che ha sede a Washington è la più potente agenzia di spionaggio informatico al mondo), sia grazie al controllo, diretto o indiretto dei “fili del telefono”, i cavi in fibra ottica che corrono al di sotto degli oceani, le cosiddette autostrade informatiche. Combinati insieme i dominii su questi due regni garantiscono al paese un potere immenso e senza precedenti. Il rischio, secondo i due autori, è principalmente quello di cedere alla tentazione di abusarne, come in qualche misura sta già accadendo.

Ha dedicato una recensione anche il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman che fa un esempio molto semplice per spiegare ciò di cui si sta parlando. Immaginate che un’azienda del Perù voglia concludere un affare con un’impresa della Malaysia. In teoria gli Stati Uniti non c’entrano, né dovrebbero centrare, nulla. Ma i dati della transazione quasi sicuramente passeranno attraverso qualche infrastruttura americana, o appartenente ad aziende su cui Washington esercita comunque un controllo sostanziale. Gli Usa, se vogliono, possono quindi avere le informazioni su questa operazione e, se la valutano contraria ai propri interessi, decidere di ostacolarla.

Come? Gran parte degli scambi commerciali internazionali avvengono in dollari, non esistono di fatto mercati in cui grandi quantità di ringgit malesiani possano essere scambiati direttamente in sol peruviani, le banche quindi usano i dollari. Nessuna transazione in dollari avviene con valigette di denaro fisico ma muovendo somme sui conti bancari. Per poterlo fare qualsiasi istituto di credito deve avere un qualche collegamento con il sistema finanziario americano di cui è quindi tenuto a seguire le regole. E il rischio di essere tagliati fuori da questo network è esiziale per qualsiasi banca al mondo. Il che spiega anche perché eventuali embarghi decisi dagli Usa, vedi quello feroce su Cuba, possano risultare così devastanti, bloccando anche commerci con paesi che nulla c’entrano.

Gran parte dei collegamenti in fibra ottica passano dagli Stati Uniti. Si è calcolato che appena l’1% delle comunicazioni internet eviti del tutto il passaggio dal suolo americano. I choke points, “le strettoie” sono quasi tutti qui. E quando i cavi “atterrano” in territorio statunitense, il traffico dei dati viene monitorato e analizzato. In tutti i punti di approdo il governo americano ha installato apposite attrezzature per dividere il flusso di informazioni. Una parte prosegue verso i destinatari originari, l’altra viene dirottata alla Nsa dove viene analizzata. In sostanza gli Usa possono monitorare pressoché qualsiasi informazione scambiata nel mondo.

Lo spionaggio delle comunicazioni non è prerogativa esclusiva degli Usa, lo fanno certamente anche la Cina e, in minor misura, altri paesi. Tuttavia, per le ragioni in parte già ricordate, non con la forza d’urto americana. Pechino non può infatti combinare la disponibilità di informazioni con i poteri che derivano dal controllo del sistema finanziario mondiale. Lo yuan non è il dollaro ed è lontano dall’esserlo.

Il caso scuola di Huawei – L’esempio più eclatante di quel che si può fare unendo tre poteri costituiti da dominio sul dollaro e sul sistema finanziario, controllo dei dati e primato nelle proprietà intellettuali di alte tecnologie riguarda la “guerra” scatenata contro la compagnia tlc cinese Huawei che, qualche anno fa, si apprestava a fornire a fornire tecnologia 5G e mezzo mondo. Una prospettiva terrorizzante per Washington a cui Pechino avrebbe potuto così sottrarre il controllo delle comunicazioni. Come ricostruiscono i due autori gli Usa hanno prima appreso che Huawei aveva avviato trattative con l’Iran violando le sanzioni. Quindi, sfruttando le sue uniche prerogative di accesso alle informazioni del sistema bancario internazionale, hanno scoperto che la responsabile finanziaria della compagnia cinese Meng Wanzhou aveva commesso una frode bancaria nascondendo ad Hsbc le interlocuzioni con Teheran.

Su richiesta americana le autorità canadesi hanno quindi arrestato la dirigente che è stata in seguito incriminata, insieme a Huawei, dal dipartimento di Giustizia Usa. Washington ha poi sfruttato la minaccia di restringere l’export verso gli Usa per convincere il colosso dei semiconduttori taiwanese TSMC a tagliare fuori il gruppo cinese dalle tecnologie dei chip più avanzati. In conclusione Huawei ha perso la posizione di vantaggio che si era costruita nel mondo nel campo della fornitura di tecnologie 5G e che se ben sfruttata, avrebbe potuto sposare a favore di Pechino il controllo sui grandi flussi globali di informazioni.

Rete delle mie brame

Un altro strumento del potere a stelle e strisce è il sistema di messaggistica bancaria Swift. La società ha sede in Belgio ma è di fatto una “provincia” americana, visto che gran parte delle banche che ne fanno parte sono statunitensi o comunque collegate al sistema finanziario americano. Dopo l’11 settembre 2001, Swift ha iniziato a condividere con Washington, su sua richiesta, una crescente mole di informazioni. Nel 2012 gli Usa hanno escluso da Swift l’Iran, con conseguenze pesanti per il paese che ha quindi iniziato a costruirsi la sua piccola rete alternativa. Lo stesso sta ora facendo la Cina. Dopo l’invasione dell’Ucraina anche molte banche russe (non tutte) sono state tagliate fuori da questo network, così Mosca ha cercato di correre ai ripari collegando un circuito sviluppato autonomamente con quelli di Cina ed Iran. Non è la stessa cosa, per ora.

Ma proprio qui sta uno dei principali rischi individuati dai due autori. È tutto sommato buona cosa che queste facoltà, efficaci ma relativamente incruente, possano essere usate per arginare mire espansionistiche di paesi spesso non particolarmente democratici. Ma farvi un ricorso eccessivo spinge gli altri paesi a sviluppare contromisure e a “sganciarsi” da questi circuiti. Se patrimoni in dollari vengono congelati nelle banche, persino la valuta americana potrebbe finire per vedere offuscata l’affidabilità che i paesi di tutto il mondo le attribuiscono. La decisione di Gran Bretagna, Ue e Stati Uniti di congelare le riserve in euro, dollari e sterline (in tutto circa 600 miliardi) della banca centrale russa, ha lasciato il segno. Investitori cinesi, russi, mediorientali etc, potrebbero guardarsi bene dal sottoporre le loro fortune all’insindacabile volontà americana.

(di Mauro Del Corno e Stelio Venceslai – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
AttualitàDalla Campania

Avviso pubblico per la presentazione della manifestazione d’interesse da parte dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), iscritti agli Elenchi/Albi del Ministero dell’Economia e delle Finanze e autorizzati ai sensi del D. Lgs. n. 241/1997 e del regolamento attuativo di cui al D.M. n. 164/1999 e ss.mm.ii., finalizzata alla sottoscrizione di convenzioni con il Comune di Napoli per il supporto all’accesso alle prestazioni sociali agevolate condizionate alla valutazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), con riferimento agli Assegni di maternità e al Bonus elettrico per gravi condizioni di salute – disagio fisico – Approvazione Schema di convenzionamento.

Avviso pubblico per la presentazione della manifestazione d’interesse da parte dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), iscritti agli Elenchi/Albi del Ministero dell’Economia e delle Finanze e autorizzati ai sensi del D. Lgs. n. 241/1997 e del regolamento attuativo di cui al D.M. n. 164/1999 e ss.mm.ii., finalizzata alla sottoscrizione di convenzioni con il Comune di Napoli per il supporto all’accesso alle prestazioni sociali agevolate condizionate alla valutazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), con riferimento agli Assegni di maternità e al Bonus elettrico per gravi condizioni di salute – disagio fisico – Approvazione Schema di convenzionamento.

Con Determinazione dirigenziale n. 22 dell’11/12/2023 è stata indetta una Manifestazione di Interesse da parte dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), iscritti agli Elenchi/Albi del Ministero dell’Economia e delle Finanze e autorizzati ai sensi del D. Lgs. n. 241/1997 e del regolamento attuativo di cui al D.M. n. 164/1999 e ss.mm.ii. finalizzata alla sottoscrizione di convenzioni con il Comune di Napoli per il supporto all’accesso alle prestazioni sociali agevolate con riferimento agli Assegni di maternità e al Bonus elettrico per gravi condizioni di salute – disagio fisico.

I CAF interessati, dovranno presentare l’istanza per la manifestazione di interesse, corredata dal documento di identità del dichiarante.
La documentazione richiesta dovrà pervenire a mezzo PEC, al seguente indirizzo:inclusione.sociale@pec.comune.napoli.it, e, entro e non oltre le ore 15:00 del 12/01/2024.

Nell’oggetto dovrà essere riportata la dicitura:
Manifestazione di Interesse da parte dei Centri di Assistenza Fiscale (CAF), iscritti agli Elenchi/Albi del Ministero dell’Economia e delle Finanze e autorizzati ai sensi del D. Lgs. n. 241/1997 e del regolamento attuativo di cui al D.M. n. 164/1999 e ss.mm.ii . finalizzata alla sottoscrizione di convenzioni con il Comune di Napoli per il supporto all’accesso alle prestazioni sociali agevolate con riferimento agli Assegni di maternità e al Bonus elettrico per gravi condizioni disalute – disagio fisico.
Nel corpo della PEC dovranno essere indicati i seguenti dati del mittente: denominazione completa, indirizzo fisico, recapito telefonico e indirizzo PEC.

I dati personali dei soggetti che aderiranno alla presente manifestazione di interesse saranno trattati nel rispetto dei principi di protezione della privacy stabiliti dalla normativa vigente a livello nazionale e comunitario. Il Responsabile della Protezione dei Dati Personali (RDP) per il Comune di Napoli è la Dott.ssa Marilina Maione.

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

AttualitàDall'ItaliaIn EvidenzaLavoro & SindacatoPolitica, economia, giustizia

Roma. Confedercontribuenti: ‘Aprire un’inchiesta su Meloni per disastro colposo dell’economia’

Sono almeno 50.000 le imprese a rischio fallimento per le scelte fatte dal  Governo:  “Una vergognosa campagna strumentale contro il superbonus, con l’obiettivo di nascondere il crollo dell’economia italiana, favorito dall’incapacità del Governo, non in grado di andare oltre una ‘facilissima’ austerità fatta di tagli alla spesa sociale e agli investimenti”.

É questa la verità, secondo il presidente nazionale di confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro (nella foto), che aggiunge: “Stanno lavorando per fare fallire 50.000 imprese e ad aggravare i costi dello Stato, con  ammortizzatori sociali e pagamenti di milioni di indennità di disoccupazione ai lavoratori edili, che perderanno il posto di lavoro.

Per questo va aperta una ‘inchiesta’ nei confronti della Meloni e dei suoi ministri per disastro colposo nei confronti dell’economia nazionale e del sistema delle imprese italiane.

Il Governo Meloni prova a gettare fumo negli occhi e nascondere il -0,4% del PIL nel secondo trimestre 2023, l’aumento continuo del prezzo della benzina dopo lo sciagurato taglio degli sconti, l’incremento senza sosta delle rate dei mutui, il -3,7% dell’erogazione del credito alle imprese, il rischio chiusura di 24mila esercizi commerciali a fine anno, un’inflazione del carrello della spesa che si mantiene intorno a un vergognoso 10%, un crollo di 73mila occupati in un solo mese, una risalita della disoccupazione, un Pil che dopo essere cresciuto dell’11% nell’ultimo biennio si avvia verso un magro ‘zero virgola. 

Il Governo della Meloni fino ad oggi ha gettato fumo negli occhi agli italiani.

Ma la misura è colma e il fallimento è prossimo venturo per almeno 50.000 imprese”, conclude il Presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Attualità

Morte Colaninno. UGL Metalmeccanici: “Perdiamo un protagonista dell’economia italiana”

“Muore un pezzo di storia, un protagonista dell’economia italiana, un imprenditore straordinario e instancabile che ha saputo conquistarsi con tenacia ogni successo imprenditoriale: dalla scalata alla società delle TLC e la cordata dei ‘capitani coraggiosi’, va via così il Cavaliere del Lavoro Roberto Colaninno. L’UGL Metalmeccanici ricorda il nome del N.H. legato alla Piaggio, società che controllava attraverso la IMMSI, era Presidente e Amministratore delegato del simbolo storico di moto e api di cui Colaninno si è dedicato. Imprenditore con partenza in FIAAM, componentistica auto di cui diviene Amministratore delegato, fondatore a Mantova della SOGEFI, sempre componentistica auto, in ruoli di primo livello anche in importanti multinazionali americane. Tra le altre iniziative di maggiore eco pubblica, quella del 2008 quando Colaninno è tra i fondatori di CAI, Compagnia Aerea Italiana. Come UGL Metalmeccanici abbiamo vigilato nelle sue operazioni a tutela occupazionale nel 2003 quando attraverso IMMSI acquista Piaggio. Negli anni Piaggio cresce ed ora opera con diversi marchi, oltre al proprio: Vespa, Gilera, Scarabeo, Aprilia, Moto Guzzi, Derbi, Ape, Piaggio Veicoli commerciali. Ha sempre avuto la curiosità di conoscere e la capacità di interpretare e anticipare molti cambiamenti economici e finanziari a livello globale. Ha contribuito a rafforzare l’immagine e la capacità imprenditoriale dell’Italia nel mondo, contribuendo alla crescita del Paese riservando sempre nel cuor suo un grande amore per la Moto Guzzi e il rispetto per lo stabilimento di Mandello, legato a un periodo storico dell’Italia molto importante perché nasce alla fine della Prima Guerra Mondiale. L’Italia perde con Roberto Colaninno un protagonista assoluto nel panorama economico del nostro Paese, figura di spicco del panorama finanziario e industriale di questo Paese. Un manager e un imprenditore che ha saputo costruirsi una riconosciuta fama internazionale. Siamo vicini con sincero affetto alla famiglia: personalmente e a nome della UGL Nazionale Metalmeccanici, le più sincere condoglianze alla moglie Oretta e ai figli Matteo e Michele”.
Lo dichiarano Antonio Spera, Segretario Nazionale UGL Metalmeccanici unitamente a Carlo Nardi, Segretario Provinciale della federazione di Pisa.

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AttualitàTempo libero, sport, cultura, fede, salute, curiosità, eccetera.

Kokono: la culla che salva i neonati in Uganda

Una culla innovativa, progettata e brevettata in Italia da De-Lab – società benefit specializzata in consulenza nel settore della cooperazione allo sviluppo e dell’economia di scopo, con base a Milano – e realizzata e distribuita localmente in Uganda, in grado di proteggere i neonati dalla malaria e da altre potenziali cause di morte, costruita in plastica biodegradabile e multifunzione: è Kokono, progetto di imprenditoria sostenibile e ad impatto unico nel suo genere, che proprio nel paese dell’Africa sub-sahariana ha le sue radici. Ad oggi sono 1.500 le culle prodotte e distribuite nei contesti più poveri dell’Uganda, dagli slum di Kampala alle aree rurali. Un numero destinato presto a raddoppiare grazie a una strategia di scale-up promossa da De-Lab e dalla Ong Amref Health Africa e vincitrice nei giorni scorsi di un contributo nell’ambito della call “Sprint. Consolidamento di soluzioni sostenute nell’ambito del Progetto Innovazione per lo sviluppo” promossa da Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo. Ora la fondatrice di De-Lab, Lucia Dal Negro, punta ad attrarre anche nuovi partner finanziari per far crescere ulteriormente il progetto.

Come funziona Kokono
Kokono, grazie a una zanzariera “di serie”, difende i bambini da 0 a 12 mesi dalle malattie infettive – tra cui la malaria che incide ancora per il 20% sulla mortalità nel continente – ma anche da altre minacce come gli incidenti domestici o il soffocamento dovuti all’assenza di un riparo specifico per i neonati e gli attacchi degli animali come insetti, rettili e roditori. Queste sono le principali cause della mortalità infantile che in Uganda colpisce ogni anno 200mila bambini sotto i 5 anni, di cui 45mila muoiono entro il primo mese di vita. Oltre ad essere un riparo per i neonati, Kokono è anche sostenibile nei confronti dell’ambiente: grazie ad un polimero organico che rende la plastica di cui è composta biodegradabile, la culla si trasforma in compost dopo una decina di anni trascorsi in ambiente aerobico.
“Kokono è un modello replicabile in tutti i contesti vulnerabili del continente africano e del mondo, grazie a un modello che nasce dal basso, a partire dall’ascolto delle necessità delle famiglie più povere”, sottolinea la fondatrice di De-Lab Lucia Dal Negro. “Una soluzione che unisce alla sostenibilità sociale e ambientale anche quella economica – prosegue Dal Negro –, visto che permette di creare un circuito virtuoso di produzione e vendita in Uganda, con grandi potenzialità in termini di ricadute economiche e occupazionali sulla popolazione locale. Per questo De-LAB è alla ricerca di nuovi partner anche finanziari che credano e investano in Kokono”. Ogni dollaro investito in Kokono, è stato calcolato, genera 2,88 dollari in termini di ritorno sociale dell’investimento e questo senza ancora calcolare gli impatti ambientali positivi.

La storia e le partnership
La storia di Kokono – che in un dialetto ugandese significa “zucca vuota” – ha inizio nel 2018 quando l’idea viene perfezionata insieme ai suoi utilizzatori finali durante una serie di focus-group che coinvolgono quasi 200 persone in quattro distretti dell’Uganda: la capitale Kampala, Hoima, Fort Portal e Gulu. Un percorso di ricerca che ha fatto emergere la necessità di un design multi-funzione – Kokono si utilizza come culla portatile, come letto, come vasca per il bagno e come spazio per il gioco –, e un prezzo accessibile per una fascia di popolazione a medio-basso reddito.

Dopo la prima fase di ideazione, prototipazione e sviluppo, De-LAB ha acquistato, grazie alla vittoria di un grant dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), lo stampo industriale per produrre la culla in modo seriale. In seguito alla sospensione dovuta alla pandemia, nel 2021 si completano il design del prodotto e la definizione della catena di fornitura locale, e avviene la registrazione da parte di De-LAB del brevetto di invenzione e del trademark “Kokono” sia in Italia che all’estero. L’anno seguente iniziano la produzione e la vendita, promossa in loco grazie alla collaborazione con l’ambasciata d’Italia in Uganda, e viene aperto un negozio a Muyenga, quartiere di Kampala, anche grazie ai fondi del bando Coopen di Fondazione Cariplo. Nel frattempo, grazie alla collaborazione tra De-Lab e le Ong Amref Health Africa Italia e Uganda, le culle vengono distribuite in contesti in difficoltà, tra cui lo slum di Kawempe.
Più di recente è stata attivata una collaborazione con Unfpa – United Nations Population Fund, l’agenzia dell’Onu per la salute sessuale e riproduttiva, grazie a cui è stata avviata la distribuzione di alcuni esemplari di Kokono nei campi profughi dell’Uganda, che conta oltre 1,5 milioni di rifugiati su una popolazione di 45 milioni di abitanti, una delle quote più alte al mondo.

 

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Attualità

Grande partecipazione alla giornata di studi “Lo spirito dell’economia di domani”

Ottima la partecipazione alla giornata di studi “Lo spirito dell’economia di domani” che, giovedì 20 aprile presso l’Aula magna del Dipartimento di Economia dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli, ha visto Economia, Ingegneria e Scienze morali dialogare in merito ad una nuova cultura della sostenibilità ed al superamento delle diseguaglianze.

È stato particolarmente apprezzato il seminario di presentazione dei temi che, introdotto dal prorettore funzionale Green Energy e Sostenibilità Ambientale Furio Cascetta, ha dato il via al confronto – a partire da posizioni differenti – tra lo sguardo storico economico di Amedeo Lepore (professore ordinario di Storia economica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) e l’approccio filosofico-morale di Pasquale Giustiniani (emerito di Filosofia teoretica della Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale – Sez. San Tommaso d’Aquino). Territorio comune e punto di partenza per i due studiosi – entrambi appartenenti al comitato scientifico di «Guitmondo. Rivista di campi e metodi» – l’economia civile teorizzata da Antonio Genovesi e la “Laudato sì” di papa Francesco.  La mattinata è poi proseguita con la tavola rotonda, coordinata dal condirettore della rivista “Guitmondo Ciro Pizzo, dove sono intervenuti: don Gianni Branco (parroco della Cattedrale di Capua), Angelo Cirillo (conpasuni), Paolo Coppola (youvanv), Diego Matricano(economia unicampania), Giuseppe Pezzella (ingegneria unicampania).

L’incontro del 20 aprile ha anche evidenziato gli stretti rapporti di sinergia e collaborazione tra gli organizzatori: i dipartimenti di Economia e di Ingegneria dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, la Consulta della Pastorale Universitaria della Diocesi di Aversa, l’associazione studentesca “You Vanv” e «Guitmondo. Rivista di campi e metodi». Alla mattinata di giovedì, infatti, ha preso parte S.E. Mons. Salvatore Visco, arcivescovo di Capua e moderatore dell’ISSR area casertana, dopo essere stato accolto nel complesso di Santa Maria delle Dame Monache dalla direttrice del Dipartimento di Economia Maria Antonia Ciocia e dal prorettoreVanvitelli Furio Cascetta.

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