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corruzione

Teverola. Abusi edilizi e corruzione: otto misure cautelari per amministratori, imprenditori e politici

Martedì 12 novembre 2024, nell’ambito di attività di indagine diretta da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri di Aversa hanno dato esecuzione a un provvedimento che ha disposto l’applicazione di otto
misure cautelari personali, di cui quattro arresti domiciliari e quattro divieti di dimora nel Comune di Teverola.

Il provvedimento è stato emesso nei confronti di professionisti, imprenditori e amministratori pubblici del Comune di Teverola, ritenuti gravemente indiziati in relazione a diverse ipotesi di corruzione e di abusi edilizi.

L’attività di indagine, svolta per diversi anni e rivelatasi particolarmente proficua sin dalle sue prime battute, è stata eseguita mediante l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, associate a servizi di ‘osservazione e pedinamento e si è giovata di rilevanti acquisizioni di atti e documenti presso il Comune di Teverola.

Nell’arco temporale in cui si sono svolte le indagini, è emerso come gli amministratori al vertice del Comune di Teverola hanno asservito la loro funzione agli interessi privati, ponendo in essere condotte contrarie ai loro doveri di ufficio e/o assecondando le richieste dei privati in cambio di denaro e di altre diverse utilità.

È stato accertato, infatti, che alcuni atti amministrativi, e precisamente permessi a costruire, sono stati rilasciati a seguito di numerosi contatti tra gli amministratori e i beneficiari, spesso con l’intermediazione di tecnici comunque pienamente coinvolti e consapevoli della illiceità delle loro condotte.

Sono state, inoltre, ricostruite condotte corruttive che vedevano coinvolti l’allora primo cittadino, alcuni componenti della Giunta e del Consiglio Comunale e vari imprenditori e privati cittadini e sono stati individuati precisamente gli atti amministrativi oggetto dell’interesse dei corruttori.

Le vicende corruttive descritte nell’ordinanza cautelare emergevano nitidamente dalle operazioni di intercettazione eseguite sull’utenza e all’interno del veicolo di uno degli indagati, già Sindaco di Teverola dal 2005 al 2015, poi divenuto consigliere comunale di minoranza dell’amministrazione dell’epoca.

Lo stesso pianificava una rilevante attività di speculazione edilizia presso una vasta area agricola ‘ubicata nel territorio comunale di Teverola, divenuta edificabile attraverso la rivisitazione del piano urbanistico comunale approvato in Consiglio Comunale.

L’indagato, con importanti cariche amministrative, ricoprendo la duplice vesie all’epoca dei fatti sia di consigliere comunale di minoranza che di imprenditore di fatto della società che doveva realizzare il complesso edilizio, nella piena consapevolezza dell’illiceità dell’intero progetto edificatorio di cui è stato, unitamente ad altre figure, il principale ideatore, fungeva da mediatore tra il lproprietario dei terreni agricoli oggetto dei permesèi di costruire e figure apicali della giunta comunale come il Sindaco e l’assessore ai lavori pubblici.

Questi ultimi, dietro l’accettazione della promessa di una consistente somma di denaro, operavano al fine di far ottenere i titoli edilizi al proprietario dei terreni, grazie all’interessamento del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale da loro stessi chiamato a ricoprire l’incarico nella compagine amministrativa comunale.

Le indagini eseguite rappresentavano un contesto a dir poco inquietante ed una attività amministrativa illecita protrattasi per lungo tempo in cui i rapporti tra pubblico e privato erano saldamente finalizzati ad ottenere vaàntaggi, nella costante violazione delle leggi che disciplinano l’azione amministrativa.

L’attività d’ifidagine eseguita nell’anno 2023, infatti, consentiva di accertare – un- contesto, se possibile, ancor più grave rispetto ai fatti accertati precedentemente nel triennio 2019/2021, confermando la totale gestione della macchina amministrativa da parte di soggetti esterni, con la complicità del Sindaco, risultato materialmente al soldo di tutto l’entourage politico/imprenditoriale gravitante nell’orbita dei soggetti indagati.

L’allora Sindaco, in particolare, a seguito di elargizioni di denaro contante e di altre utilità eseguite su sue spasmodiche richieste, abdicava al ruolo di primo cittadino, demandando le sue funzioni ad un consigliere
comunale di opposizione, poi dimessosi nel gennaio del 2022, che determinava tutte le scelte strategiche, economiche e amministrative del Comune di Teverola, plasmandole in funzione dei propri esclusivi interessi
economici, anche grazie, tra l’altro, al pieno controllo dell’intera giunta comunale.

Ne è prova il ruolo centrale, da semplice segretario del suo partito senza cariche amministrative, svolto nella procedura di nomina pilotata dei vari dirigenti d’area negli uffici comunali strategici, tutti asserviti al suo
volere, con conseguente rimozione di quelle figure in qualche modo avverse o invise.

Il ruolo ricoperto dagli indagati non investiti formalmente di funzioni amministrative era così noto da divenire unaffidabile e necessario punto di riferimento dei cittadini teverolesi che, per ottenere i permessi, provvedevano a elargire, sempre con le medesime modalità, somme di denaro al Sindaco che operava con la complicità del consigliere comunale di minoranza già dimessosi.

Significativa, inoltre, è la circostanza per cui gli indagati sono riusciti a portare avanti il proprio progetto criminoso in un arco temporale lungo, che ha visto avvicendarsi due amministrazioni comunali, nonostante gli stessi abbiano ricoperto nel tempo cariche diverse: a seguito delle elezioni svoltesi nel giugno 2024, infatti, quello che nelle prime fasi delle indagini era stato Sindaco del Comune di Teverola, veniva rieletto quale consigliere e nominato Vicesindaco, il precedente assessore ai Lavori Pubblici, veniva eletto consigliere comunale in quota minoranza, ed infine, un ex consigliere di minoranza veniva rieletto consigliere comunale in quota maggioranza.

Questi ultimi, lo scorso ottobre, rassegnavano le proprie dimissioni a seguito di interrogatorio da parte del GIP del Tribunale di Napoli Nord conseguente la richiesta di applicazione di misure cautelari a loro carico avanzata dalla Procura della Repubblica.

Contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari personali, i Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Aversa hanno dato esecuzione anche al decreto di sequestro preventivo, emesso dal GIP su richiesta di questa Procura della Repubblica, dell’intera struttura immobiliare, Parco Iris, di edilizia insediativa di tipo abitativo, in località Madama Vincenza in parte ancora da realizzare e le unità immobiliari oggetto di compravendita, nonché al sequestro preventivo del fabbricato per civile abitazione in via F.Ili Bandiera, entrambi nel Comune di Teverola.

Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli odierni indagati sono
da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata anche a seguito del
vaglio degli interrogatori preventivi degli indagati medesimi.

Per accedere al video della brillante operazione, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:

(PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Napoli Nord IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Dott.ssa Maria Antonietta Troncone – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Toti, nuove accuse: corruzione per una cena elettorale del 2024 per raccogliere i fondi/ Rischia oltre 10 anni di carcere






“genova per loro”

Toti, nuove accuse: corruzione per una cena elettorale del 2024 per raccogliere i fondi

9 Agosto 2024

C’è una nuova accusa di corruzione per Giovanni Toti e Aldo Spinelli. La notizia emerge dal deposito degli atti in vista della prima udienza del processo, fissata al 5 novembre. Per la Procura di Genova la nuova accusa all’ex governatore della Liguria e all’imprenditore portuale è collegata alla cena elettorale che si è tenuta a villa Lo Zerbino l’11 aprile 2024. La cena, alla quale avrebbero partecipato più di 600 persone, aveva lo scopo di raccogliere fondi “in vista delle Europee del giugno 2024”. Lo scrivono i finanzieri del nucleo di Polizia economico finanziaria di Genova in una annotazione depositata il 24 aprile successivo. È la data in cui i pm Federico Manotti e Luca Monteverde hanno iscritto la nuova ipotesi di reato. A quella cena furono presenti anche 10 dipendenti delle società di Spinelli per un importo versato di 4.500 euro. Spinelli, si legge nell’annotazione, “avrebbe presenziato soltanto al saluto iniziale” di Toti, per andarsene prima della cena. C’è un post su Instagram di Toti che li ritrae insieme a villa lo Zerbino. La Finanza ne ha consegnato lo screenshot. Sono i giorni in cui il governatore “non esclude un ritorno in Forza Italia”, secondo la testata Genova 24. Questa ipotesi di reato non è stata fatta confluire nei capi di imputazione del giudizio immediato. Potrebbe confluire invece nel fascicolo “bis” dove ci sono gli altri indagati che non si trovavano ai domiciliari e in cui Toti risulta indagato per voto di scambio, falso, e le presunte corruzioni con altri imprenditori.

Della cena Toti e Spinelli ne parlarono ad aprile durante un pranzo a Montecarlo. Tornato in Liguria, Toti aveva informato la sua segretaria politica Marcella Mirafiori “della volontà di Spinelli di aderire alla cena di raccolta fondi, corrispondendo l’importo per la partecipazione di 10 persone”. Scrive la Finanza: “Toti, in maniera criptica, evidentemente sulla base di preventivi accordi con Spinelli, faceva rimando a un possibile plus economico rispetto a quello ‘ufficiale’ derivante dalla partecipazione alla cena elettorale scrivendo alla Mirafiori ‘Spinelli mi ha detto che fa dieci posti. Poi il resto… ci aggiustiamo”. E quando sbuca la parola ‘resto’, per gli investigatori, è un codice “per evitare chiari riferimenti a dazioni di pagamento”. Il giudice Paola Faggioni, nel secondo rigetto dell’istanza di revoca dei domiciliari, aggiunse che “il resto” è una espressione usata spesso da Toti e Spinelli “per fare riferimento, in modo allusivo, alle utilità oggetto degli accordi corruttivi”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Porto ed Esselunga: Toti a processo per corruzione






 

Porto ed Esselunga: Toti a processo per corruzione

Il gip ha scelto – Toti a processo per corruzione. Due ipotesi di reato: quella di Spinelli nei confronti di Signorini e Toti, retribuiti per sbloccare pratiche relative in particolare alle concessioni portuali, e quella del gruppo Esselunga

6 Agosto 2024

Partirà il 5 novembre il processo per corruzione e finanziamento illecito a carico di Giovanni Toti, ex governatore della Liguria arrestato il 7 maggio e liberato dopo quasi tre mesi ai domiciliari. La gip di Genova Paola Faggioni lo ha rinviato a giudizio accogliendo la richiesta dei pm di procedere con il rito immediato, cioè il passaggio diretto al dibattimento saltando l’udienza preliminare. Imputati insieme al leader di Italia al Centro saranno il suo principale presunto corruttore, il magnate dello shipping Aldo Spinelli, e l’ex presidente dell’Autorità portuale genovese Paolo Emilio Signorini, l’altro pubblico ufficiale corrotto da Spinelli secondo l’accusa. Il collegio giudicante sarà composto dai magistrati Roberto Cascini, Valentina Vinelli e Riccardo Crucioli: quest’ultimo, pur avendo fama di toga di destra, è fratello di Mattia Crucioli, ex senatore del Movimento 5 Stelle (poi fuoriuscito) e attualmente consigliere comunale di opposizione a Genova.

La prima udienza, quindi, dovrebbe tenersi dopo il voto delle Regionali anticipate in Liguria, convocate in seguito alle dimissioni di Toti e attualmente fissate per il 27 e 28 ottobre (se il governo non deciderà di accorparle alle elezioni in Emilia-Romagna e in Umbria, previste per il 17 e 18 novembre). Il dato è rilevante perché tra le parti offese, individuate dalla gip nel decreto di giudizio immediato, c’è proprio la Regione Liguria: entro l’apertura del dibattimento, quindi, la giunta dovrà scegliere se costituirsi parte civile, chiedendo i danni d’immagine al suo ex dominus. E a decidere, dati i tempi ravvicinati, sarà quasi certamente ancora l’esecutivo attuale, nominato da lui e guidato dal vicepresidente facente funzioni, il leghista Alessandro Piana. Scontata, invece, la costituzione dell’altra parte offesa, l’Autorità portuale di Genova, guidata dai commissari Massimo Seno e Alberto Maria Benedetti.

Il processo riguarderà due ipotesi di presunta corruzione: quella di Spinelli nei confronti di Signorini e Toti, retribuiti, sostengono i pm, per sbloccare pratiche relative in particolare alle concessioni portuali, e quella del gruppo Esselunga, che secondo la Procura ha finanziato sottobanco la lista del governatore pagando i suoi spot elettorali in cambio di interventi per consentire l’apertura di alcuni store a Genova. Stralciato, invece, il filone che vede indagati Toti e il suo ex capo di gabinetto, Matteo Cozzani, per le presunte promesse di posti di lavoro in cambio di voti alla comunità originaria di Riesi (Caltanissetta) residente nel quartiere genovese di Certosa. Per quell’accusa, infatti, non è stata disposta la custodia cautelare, che obbliga a chiedere il giudizio immediato finché è in vigore.

Nella richiesta di giudizio immediato i pm elencano le fonti di prova che a loro giudizio rendono “evidente” la responsabilità degli imputati: 28 informative della Guardia di finanza, 35 deposizioni di persone informate sui fatti, centinaia tra intercettazioni e videoriprese, più l’analisi di 48 dispositivi sequestrati (tra cui i tre iPhone di Spinelli, quello di Toti e il Galaxy di Signorini).

Ora le difese hanno 15 giorni di tempo per chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento: gli avvocati di Toti e di Spinelli hanno già detto di voler optare per il rito ordinario, mentre Signorini (l’imputato dalla posizione più difficile) potrebbe scegliere l’abbreviato, assicurandosi così lo sconto di un terzo di pena previsto per legge. Intanto ieri anche Spinelli è potuto uscire dai domiciliari: la gip ha attenuato la misura cautelare, convertendola nell’interdizione a esercitare attività imprenditoriali per un anno. Decisiva la cessione delle quote della holding di famiglia, Spininvest, al figlio Roberto (anche lui indagato e interdetto). Degli arrestati del 7 maggio, quindi, l’unico ancora in custodia rimane Signorini, ai domiciliari da metà luglio dopo oltre due mesi in carcere.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Mondragone. ‘Corruzione, variazioni sul tema’: riuscito convegno dell’Ordine provinciale Avvocati

“Variazioni sul tema della corruzione”: riuscito convegno a Mondragone del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.Vetere; soddisfatti i Consiglieri Petrella e Barbato.

In una gremitissima Sala Conferenze dell’ex Museo Biagio Greco, organizzato dai Consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di S. Maria C.V., Avv. Claudio Petrella e Avv.Patrizia Barbato, si è tenuto un interessante convegno dal titolo: “Il danaro può anche profumare: variazioni sul tema della corruzione“, con il patrocinio anche della locale Amministrazione Comunale e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania.

Dopo i saluti istituzionali di rito, rivolti dal Sindaco di Mondragone Avv. Francesco Lavanga e dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, Avv. Angela Del Vecchio, l’incontro, moderato dall’Avv.
Patrizia Barbato, è, quindi, entrato nel vivo con le relazioni del Dott. Mimmo Falco, Vice Presidente ODG Campania – Presidente MUG, dell’Avv. Ersilia Trotta, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Salerno.

Seguivano poi gli apprezzatissimi interventi dell’Avv. Prof. Camillo Irace, Docente Università “Luigi Vanvitelli” e del Colonnello C.C. Claudio Mazarese Fardella Mungivera, Vice Comandante della Legione Carabinieri Campania, autore del libro “Il virus della corruzione”.

La lezione di deontologia, infine, incentrata sulle regole dell’aggiornamento formativo, è stata curata dal Consigliere
dell’Ordine Avv. Claudio Petrella.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

“Negli ultimi 30 anni si è assistito a un rapido processo di corruzione del modo di guardare la politica da parte della classe dirigente e di buona parte del sistema mediatico”






L’INTERVISTA

Venezia, Marco Revelli, “Il marcio da Toti ai Dogi: il sindaco deve dimettersi”

IL SOCIOLOGO – “Negli ultimi 30 anni si è assistito a un rapido processo di corruzione del modo di guardare la politica da parte della classe dirigente e di buona parte del sistema mediatico”

21 LUGLIO 2024

Comments

LEGGI – Tutti gli uomini di Brugnaro: “Così piazzò i suoi in Comune”

Marco Revelli, secondo lei Brugnaro dovrebbe dimettersi?

Credo che avrebbe dovuto farlo sin da quando sono emersi gli elementi dell’indagine a carico in primo luogo del suo assessore Boraso, ma che lo riguardano anche personalmente. Al di là dell’esito giudiziario, figure così rappresentative di una città non possono rimanere al loro posto se coinvolte, anche solo di rimbalzo, in scandali di questa portata.

Dopo la Liguria, un altro colpo agli amministratori di destra.

Quello veneziano è uno scandalo grave, quello genovese è gravissimo. Un’osservazione storica: due delle quattro repubbliche marinare stanno rivelando una quantità di marciume preoccupante. Ho paura sia in qualche maniera simbolica dello stato del paese: abbiamo una classe politica che tratta la cosa pubblica come protesi dei propri interessi personali. Le repubbliche marinare erano un fiore all’occhiello, ora sono punti di infezione.

Le sue parole sono simili a quelle usate dalla procura di Venezia: “Un sistematico perseguimento di interessi personali”.

Negli ultimi 30 anni si è assistito a un rapido processo di corruzione del modo di guardare la politica da parte della classe dirigente e di buona parte del sistema mediatico. Fino a Tangentopoli questi comportamenti, che pure esistevano, erano considerati una vergogna da nascondere il più possibile ed erano giudicati ancora con una forma di indignazione pubblica. Oggi buona parte del sistema politico difende i propri sodali a prescindere. Toti trasecola perché i suoi intrallazzi – quelli che emergono dalle indagini sono impressionanti – li considera un fatto normale e sgrana gli occhioni come a dire “ho fatto tutto alla luce del sole”. Il problema è che è vero! Ha fatto tutto alla luce del sole. Non considerano più il confine tra lecito e illecito, si considerano legibus soluti, le leggi non li riguardano. Chi coltiva relazioni con un affarista e gli concede quello che ad altri non viene concesso, compie un atto ignobile.

Secondo alcune statistiche, Brugnaro risulta tra gli amministratori più popolari. Come se lo spiega

Si è spezzato qualcosa nel senso morale e collettivo, l’antico confine tra pubblico e privato è stato sostituito dall’estensione alla cosa pubblica delle logiche del mercato, guidate esclusivamente dai conti su profitti e perdite. Viviamo in un epoca di nichilismo deteriore: in assenza di qualsiasi principio valgono solo il successo e l’insuccesso. Finché Brugnaro ha successo anche i suoi sudditi lo sostengono, indifferenti al fatto che li abbia ingannati o meno. Magari si aspettano che arrivi loro qualche briciola.

E Venezia è diventata un parco giochi per turisti.

Su Venezia hanno scritto parole strepitose Salvatore Settis e Tomaso Montanari. È un simbolo del processo degradato di globalizzazione, che ha ridotto l’eccellenza a materiale di consumo.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

“Corruzione percepita”. Toghe italiane più severe dei colleghi stranieri, ma evitiamo gli harakiri

Notiziario quotidiano dal carcere: 1 luglio 2024

1 luglio 2024

Notiziario dell’1 luglio 2024 in formato HTML o in formato TXT

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CARCERI

Carceri a rischio, suicidi e armi nelle celle, richiedono un urgente compromesso

di Liana Milella
La Repubblica, 1 luglio 2024 In aula alla Camera il 17 luglio la “liberazione anticipata”. Possibile un asse che esclude Lega e M5S per farla passare? Potreste anche non crederci. E sbagliereste, perché è la verità. Ossessionato, lui, il suo staff, i suoi sottosegretari, dalle fughe di notizie su decreti o disegni di legge, Nordio ha imposto a chi maneggia le carte di distinguere sempre le copie distribuite ai partner della maggioranza, anche cambiando furbamente solo qualche parola, aggiungendo una virgola o un segno particolare, in modo da riconoscere subito, in un’eventuale anticipazione giornalistica, l’autore della rivelazione. Trucchi da ex pm, evidentemente.

Mai così tanti minori in carcere: l’effetto perverso del decreto Caivano

La Repubblica, 1 luglio 2024 Con la stretta del provvedimento del governo, il ricorso alla custodia cautelare è aumentato del 60 %. Istituti sovraffollati e giovanissimi detenuti gestiti con dosi massicce di psicofarmaci, come nei Cpr. All’Ipm Ferrante Aporti di Torino dieci ragazzi dormono su brandine da spiaggia, cinque o sei per stanza. I 46 letti sono già tutti pieni. L’istituto è sovraffollato, come tutti gli altri in Italia. Effetto immediato del decreto Caivano che, a sei mesi dalla sua entrata in vigore, è riuscito a far aumentare del 10 per cento i minorenni che, invece di intraprendere percorsi di recupero o essere gestiti con pene alternative, finiscono in un carcere. E in condizioni di detenzione che non fanno che peggiorarne la situazione.

GIUSTIZIA

Baby gang, l’allarme del Viminale: in crescita rapine e violenze sessuali

di Alice D’Este
Corriere del Veneto, 1 luglio 2024 Non solo la tragedia di Udine: da Treviso a Verona, ecco chi sono i ragazzi padroni delle piazze. Italiani o stranieri di seconda generazione, con un basso grado di scolarizzazione (o con una tendenza all’abbandono scolastico). Quasi sempre maschi tra i 14 e i 24 anni (anche se la presenza delle ragazze è in aumento). Si radunano, di norma, nei fine settimana nelle piazze, nelle stazioni ferroviarie o nei centri commerciali in piccoli gruppi di una decina di persone. E quando lo fanno si “dedicano” a bullismo, risse, percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica. In alcuni casi arrivano al furto e allo spaccio di sostanze stupefacenti con un incremento importante, proprio nell’ultimo anno, delle attività più “violente”, come la rapina e la violenza sessuale.

Zaia: “Baby gang, abbassare l’età della punibilità. E inasprire le pene”

di Andrea Pasqualetto
Corriere del Veneto, 1 luglio 2024 Il governatore del Veneto dopo il caso di Shimpei Tominaga: “Ci vuole una legge speciale per fermare la violenza o rischiamo il Bronx. Un 17enne di oggi non è un 17enne di 50 anni fa, va trattato da adulto”. Tra il 2020 e il 2022 i reati commessi da minorenni sono cresciuti del 39%. L’imprenditore giapponese massacrato a Udine da tre ragazzi veneti; la baby gang di quindicenni che a Verona ha messo a segno rapine a mano armata; lo scontro fra bande di trapper padovane e milanesi. Ragazzi che uccidono, rubano, picchiano, spacciano.

“Corruzione percepita”. Toghe italiane più severe dei colleghi stranieri, ma evitiamo gli harakiri

di Errico Novi
Il Dubbio, 1 luglio 2024 Dalle “verifiche” di Transparency international sul tasso di corruzione nei singoli Paesi l’Italia è ai vertici (in negativo) tra gli Stati del mondo progredito. Anzi se la batte con il Ruanda. In Italia l’azione penale è obbligatoria. E resterà tale, anche dopo la separazione delle carriere. Se ritengono ve ne sia motivo, i pm hanno sempre il dovere di procedere e di invocare la condanna di un imputato. Di certo gli inquirenti italiani non guardano in faccia a nessuno. Neanche al cosiddetto interesse nazionale. Al punto da avviare un’indagine e sollecitare un rinvio a giudizio anche quando il sospettato è una compagnia “strategica” e le ipotesi d’accusa non sono esattamente di granito, tanto da non reggere alla prova del processo.

Contro il cybercrime intercettazioni con indizi “sufficienti” e più tempo per condurre le indagini

di Guido Camera
Il Sole 24 Ore, 1 luglio 2024 Si applicano i mezzi di contrasto investigativo usati per mafia e terrorismo. Assimilare, a livello di contrasto investigativo, la criminalità cyber alla criminalità organizzata e al terrorismo. È il risultato a cui approdano le norme processuali contenute nella nuova legge in materia di cybersicurezza nazionale e di reati informatici.

GIURISPRUDENZA

Padre e figlio al 41 bis possono avere almeno un colloquio visivo all’anno

1 luglio 2024 Padre e figlio, entrambi boss mafiosi detenuti in regime di carcere duro, hanno diritto ad avere almeno un colloquio visivo all’anno anche se tutti e due in regime di carcere duro. Al centro della vicenda Giuseppe Cammarata, boss 47enne di Riesi, in provincia di Caltanissetta, figlio del boss Vincenzo. È stato bocciato dalla Cassazione il ricorso del Ministero della giustizia contro l’ordinanza con cui, l’11 maggio 2023, il tribunale di sorveglianza di Roma aveva rigettato il reclamo contro l’accoglimento, da parte del magistrato di sorveglianza di Viterbo, del reclamo proposto a sua volta da Giuseppe Cammarata, cui la direzione del carcere Nicandro Izzo, in località Mammagialla, aveva negato almeno un colloquio visivo all’anno con il genitore Vincenzo, anche lui detenuto in regime di carcere duro.

TERRITORIO

Paola (Cs). Detenuto di 21 anni si toglie la vita nel carcere

di Francesco Frangella
cosenzachannel.it, 1 luglio 2024 Un drammatico evento ha scosso la Casa circondariale. Un detenuto di 21 anni, originario di Salerno, si sarebbe impiccato all’interno della sua cella. Secondo le prime indiscrezioni, l’uomo si sarebbe impiccato all’interno della sua cella. Il tragico ritrovamento è stato effettuato dal personale della polizia penitenziaria durante il consueto giro di controllo notturno. Purtroppo, tutti i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori sono stati vani, e all’arrivo del medico di turno, non è rimasto altro da fare se non certificare il decesso.

Milano. “Lavoro, mediatori e psichiatri. All’Ipm Beccaria il clima è cambiato”

di Elisabetta Andreis
Corriere della Sera, 1 luglio 2024 Il direttore Ferrari: “In breve tempo arriveranno tre mediatori, uno psichiatra e quattro educatori in più”. Ogni domenica la messa aperta a tutti. Una messa bella e partecipata, celebrata dal vicario episcopale Giuseppe Vegazzi con i cappellani don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio in occasione della ricorrenza di San Basilide, santo patrono del corpo di polizia penitenziaria, celebrate domenica mattina nella chiesa dell’Ipm Beccaria. In prima fila le istituzioni, il direttore Claudio Ferrari e il comandante di reparto Daniele Alborghetti, e dietro gli agenti, le famiglie del quartiere e alcuni ragazzi detenuti, per lo più di religione musulmana.

di Tiziana Roselli
Il Dubbio, 1 luglio 2024 Gli Ordini forensi toscani sollecitano l’intervento del Csm e del ministero della Giustizia. Il Coa di Firenze ha lanciato un accorato appello per affrontare l’emergenza di carenza di organico che sta paralizzando il Tribunale distrettuale del riesame di Firenze. La situazione, che ha raggiunto livelli critici, ha portato alla sospensione de facto delle trattazioni degli appelli relativi alle misure cautelari personali, con gravi ripercussioni sui diritti degli indagati.

Catania. Il capomafia ergastolano: “Ho sbagliato tutto nella mia vita, voglio dirlo ai giovani”

di Salvo Palazzolo
La Repubblica, 1 luglio 2024 Giovanni Piero Salvo, boss del clan Cappello, vive ormai su una sedia a rotelle. Ha anche incontrato il presidente del tribunale per i minorenni: “A 14 anni fui il portavoce della spaccatura fra le famiglie”. “Signor giudice, a me l’hanno rubata l’adolescenza”. Ha un inizio drammatico la lettera che Giovanni Piero Salvo, capomafia del clan Cappello condannato all’ergastolo per la strage di Catenanuova, ha spedito nei giorni scorsi al giudice Roberto Di Bella, il presidente del tribunale per i minorenni di Catania. “A 14 anni mi ritrovai già ad essere il portavoce della spaccatura del 1992 – racconta. All’epoca, ero davvero solo un ragazzino, ma avevo un cognome importante e tutti mi consideravano un grande”.

Verona. “Ergastolani come fratelli”, i redenti di Frate Lupo: un viaggio lungo 60 anni

di Fabio Finazzi
Corriere della Sera, 1 luglio 2024 Quei “fine pena mai” convertiti in volontari dal religioso Beppe Prioli. Una vita nelle carceri accanto a condannati come Pietro Cavallero. Il risveglio dal coma e la richiesta: “Portatemi a trovarli di nuovo”. Ci sono quelli che “chiudeteli in prigione e buttate via la chiave”. Poi c’è fra Beppe Prioli, da Bonaldo di Zimella, Verona: da 60 anni batte meticolosamente gli anfratti di ogni galera italiana in cerca delle chiavi gettate. Per tutti è Fratello Lupo, dal titolo di un libro che racconta la sua missione di pioniere francescano nelle carceri, partita nel 1963 da un moto di ribellione a un articolo giornale: “Giovane di vent’anni condannato all’ergastolo. Fine pena mai”. “Fine pena mai? Ma come, quel ragazzo ha la mia età, potrei esserci io al suo posto…”.

Milano. A cena con Péguy e la sua speranza, nella Casa di reclusione di Opera

di Alessandro Cozzi
1 luglio 2024 Una consuetudine sì, ma fuori dall’ordinario, il “Pranzo senza maschere” organizzato dall’Associazione Incontro e Presenza nel Carcere di Opera. Molti che leggeranno questo contributo riconosceranno le parole di Péguy e forse si chiederanno che cosa possa c’entrare con l’ambiente dal quale provengono queste righe, la Casa di Reclusione di Opera. Invece, è proprio lì che sono state portate dall’Associazione Incontro e Presenza che, com’è ormai consuetudine, ha organizzato il “pranzo a tema” rivolto a tutti i detenuti che frequentano i volontari che spendono il loro servizio con loro.

Catanzaro. Arriva al capolinea il progetto “La Forza delle Parole”

Corriere della Calabria, 1 luglio 2024 L’associazione Cam Gaia traccia il bilancio dell’attività svolta a tutela delle vittime di reato. È arrivato al capolinea “La Forza delle Parole”, progetto portato avanti dall’associazione Cam Gaia, con sede legale a Catanzaro, che ha fornito durante l’evento conclusivo, il bilancio del lavoro svolto a supporto delle vittime di reato, sostenute a 360 gradi nei loro vissuti emozionali e materiali con l’attivazione gratuita di punti di ascolto per un incontro diretto con le vittime, fornendo assistenza legale e psicologica.

CULTURA

Può avere ancora efficacia la punizione come risposta a un reato?

di Valentina Stella
Il Dubbio, 1 luglio 2024 “Punizione” (edito da Il Mulino, pagine 178, euro 14) è il nuovo libro di Giovanni Fiandaca, professore emerito di Diritto penale nell’Università di Palermo, già componente laico del Consiglio superiore della magistratura e Garante dei diritti dei detenuti per la Sicilia. Punizione è parola drammatica che ogni epoca tenta di riscrivere. Un tema controverso che oggi più di ieri è attraversato da incertezze e contraddizioni. “Può avere ancora efficacia la punizione come reazione a un reato?”, si chiede l’autore. “Se negli ultimi decenni ha prevalso una tendenza antiautoritaria e antirepressiva, incline a contestarne l’utilità anche in campo educativo, le forti ventate di populismo politico della nostra contemporaneità hanno alimentato pulsioni collettive, favorevoli a una concezione emotiva della punizione …

Milano, 1996. Sangue e politica sul palcoscenico di Tangentopoli

di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 1 luglio 2024 Riportiamo di seguito, per gentile concessione dell’editore e dell’autrice, un estratto di “Delitto al Pirellone. Un giallo milanese”, di Tiziana Maiolo (Edizione Milieu, 2024, 288 pagine). “7 Dicembre 1995 – La bacchetta del maestro si abbassa sulle ultime battute del Flauto Magico, seguite dall’applauso del popolo della Prima. La Scala è in tripudio, come ogni 7 dicembre. Nel Palco Reale gli smoking austeri delle autorità. E Lei, sfolgorante in bianco, che sorride come se il trionfo non fosse di Mozart né di Muti, ma solo il suo. Adelaide Floriani è la vera fata della festa.

Vittime e carnefici, umanità e nichilismo L’orrore del Bataclan come un romanzo di formazione civile

di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 1 luglio 2024 In “V13” lo scrittore Emmanuel Carrère ci porta dentro la carne viva delle stragi, lungo il filo narrativo di un processo penale che somiglia a una catarsi. V13: così è chiamato in codice il processo degli attentati terroristici avvenuti venerdì 13 novembre 2015 a Parigi. Centotrenta vittime, falciate a colpi di kalashnikov nelle terrazze dei caffè del X e XI arrondissement e nella sala concerto del Bataclan, più il fallito attentato allo Stade de France. E così si chiama la cronaca giudiziaria dello scrittore Emmanuel Carrère che per nove mesi ha seguito tutte le udienze, tutte le testimonianze, tutte le arringhe fino al verdetto finale della Corte di assise.

AFFARI SOCIALI

Edith Bruck: “In Italia uno tsunami di antisemitismo, con questo governo saltati i freni inibitori”

di Niccolò Carratelli
La Stampa, 1 luglio 2024 Edith Bruck vede abbattersi in Italia e in Europa uno “tsunami di antisemitismo”. Per questo la 93enne scrittrice ungherese, testimone diretta della Shoah, assicura di non essere rimasta stupita nel leggere le frasi razziste pronunciate dai ragazzi “meloniani” di Gioventù nazionale. “Non c’è nulla di cui meravigliarsi, tanto più con questo governo di destra – spiega – da quando sono arrivati al potere sono saltati gli argini, non ci sono più freni inibitori, si sentono autorizzati a dire di tutto”.

Migranti. Dieci anni dopo l’operazione “Mare nostrum” il Mediterraneo è un cimitero

di Duccio Facchini
Altreconomia, 1 luglio 2024 Dall’interruzione nel 2014 dell’ultima “vera” operazione di ricerca e soccorso in mare, il bilancio è di 30mila morti e dispersi accertati. Una strage prevedibile che mostra il volto disumano e gli obiettivi delle politiche dell’Unione europea e dell’Italia. Dove chi documenta le violazioni, al di là del numero esiguo di persone che riesce faticosamente a salvare, è fatto fuori.

Migranti. Come è stata nascosta una strage di Stato, è bastato non mostrarne le bare

di Memoria Mediterranea
L’Unità, 1 luglio 2024 Silenzio, opacità e omissioni da parte di governo, Guardia costiera e Prefettura. Informazioni arrivano solo da comunicati striminziti e incoerenti. Il Porto di Crotone, all’arrivo di alcune salme, inaccessibile ai giornalisti. Il numero dei corpi recuperati, 36, è l’unico dato certo. La notte tra il 16 e 17 giugno scorso al largo del Mar Jonio, un’imbarcazione partita dal porto di Bodrum in Turchia con circa 67 persone a bordo (di cui 26 minori) è naufragata a circa 120 miglia dalle coste della Calabria. La barca era rimasta alla deriva per diversi giorni, con uno scafo semi affondato, probabilmente a seguito dell’esplosione di un motore.

ESTERI

“Prima le donne e i bambini”. Ma non in guerra

di Nicoletta Dentico
Altreconomia, 1 luglio 2024 Il netto peggioramento della violenza organizzata in molte aree del mondo ha preso di mira nel 2023 soprattutto l’infanzia. Da Gaza a Khartum. Quando incombe una situazione di pericolo e occorre mettersi in salvo, la consuetudine vuole che sia lanciato l’urlo “prima le donne e i bambini”. La pedagogista e scrittrice Elena Gianini Belotti attribuiva questo scatto quasi istintivo al fatto che i bambini sono la nuova vita e le donne le riproduttrici della vita stessa.

Julian Assange è libero e il prezzo è la libertà di stampa

di Loretta Napoleoni
Il Fatto Quotidiano, 1 luglio 2024 Julian Assange è libero e il prezzo è la libertà di stampa. Assange ha ammesso di aver commesso un reato inesistente e assurdo, spionaggio giornalistico? Lo ha fatto per tornare libero e certamente non lo si può giudicare negativamente per questo. Ma il precedente creatosi, l’ammissione da parte di un giornalista di aver infranto la legge per rendere pubblici fatti realmente accaduti, è un fatto gravissimo, che potenzialmente mette a repentaglio quei pochi veri giornalisti investigativi rimasti, gente che rischia la vita tutti i giorni per la verità.

La resistenza climatica passa dai tribunali: 230 azioni legali contro le aziende

di Ferdinando Cotugno
Il Domani, 1 luglio 2024 Dal 2015 sono state avviate 230 azioni legali contro aziende del settore fossile, e i due terzi di queste sono partite negli ultimi quattro anni. La notizia di azione per il clima più importante della settimana ce l’hanno portata tredici minorenni (il più piccolo ha nove anni) delle isole Hawaii, quasi tutti indigeni, e arriva ancora una volta dalle aule di tribunale. Anzi, in questa occasione il caso non è nemmeno arrivato in tribunale. Lo stato americano, visti anche i precedenti legali sfavorevoli, ha scelto di dare ragione ai giovani senza nemmeno arrivare a processo.

Ucraina. Detenuti scarcerati se accettano di andare al fronte

La Repubblica, 1 luglio 2024 Le forze armate, per supplire alla carenza di soldati, hanno iniziato ad arruolare i carcerati. Già tremila i casi. L’Ucraina sta espandendo la leva per far fronte alle gravi carenze sul campo di battaglia da più di due anni nella lotta contro l’invasione su vasta scala della Russia. E i suoi sforzi di reclutamento si sono rivolti, per la prima volta, alla popolazione carceraria del Paese. Una misura speculare a quella presa già da tempo in Russia, dove la liberazione in cambio dell’arruolamento nelle forze armate è ormai prassi da quasi due anni.

DOCUMENTI
Garante nazionale: studio aggiornato al 28 giugno 2024 degli eventi suicidari negli istituti penitenziari
Articolo. “Detenuto in OPG e poi in REMS oltre il termine di legge: Italia condannata”, di Michele Di Salvo
Articolo. “Suicidi in carcere. Le sentenze non scritte di pena di morte e gli ergastoli percepiti”, di Luca Musella
Articolo. “La Corte di Cassazione torna sul regime detentivo ex art. 41-bis O.P.: la musica come forma di rieducazione”, di Francesco Martin
Articolo. “I magistrati nell’era dei social tra libertà di espressione ed esigenze d’imparzialità”, di Francesco Dal Canto
Articolo. “Un movimento che necessita di speranza”, di Marcello Pesarini

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SOLTANTO 4 GIORNI DI CARCERE PER CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI: LA LEGGE PER I NEMICI VA APPLICATA ( PER GLI AMICI VA INTERPRETATA)






Previti: “Tajani mi portava la colazione in carcere ogni mattina.

Quando Cesare Previti era detenuto nel carcere di Rebibbia a portargli la colazione ogni mattina era Antonio Tajani, oggi vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. A raccontarlo è proprio lo storico avvocato di Silvio Berlusconi in una surreale intervista a Il Giornale. Una pagina intera, in cui l’ex ministro sostiene di essere stato vittima di una persecuzione giudiziaria, malgrado la doppia condanna definitiva per corruzione in atti giudiziari: prese sei anni per aver comprato i giudici nel caso Imi-Sir e 18 mesi per il Lodo Mondadori. Nella lunghissima intervista, però, non compaiono riferimenti espliciti alle due sentenze della Cassazione, mentre l’intervistatrice lo definisce “una vittima“, presa “di punta dalle procure e da loro messo in croce”.

“4 giorni in cella, 120 visite” – D’altra parte Previti, radiato dall’Albo degli Avvocati dopo le condanne, ha sempre sostenuto di essere innocente. “Io non ho mai fatto niente di male. Mi hanno precipitato addosso una montagna di accuse false. Accuse che cadevano e che venivano sostituite da nuove accuse. Così mi sono trovato indagato e aggredito”, ha ripetuto a Il Giornale, sostenendo di poter “documentare che mi condannarono con niente in mano“. In che modo? L’intervistatrice si è guardata bene dal chiederlo, invitando invece l’interlocutore a parlare della sua detenzione, durata appena quattro giorni. “Mi vennero a trovare oltre centoventi parlamentari tra Camera e Senato. Difficile in soli quattro giorni ricevere un’ondata di affetto così grande. Avevano recepito la follia del mio processo. Il direttore del carcere ne rimase impressionato”, è il racconto dello storico legale di Berlusconi. Che poi ha raccontato l’aneddoto sull’attuale leader di Forza Italia: “Venivo svegliato tutte le mattine da Antonio Tajani che mi portava la colazione“. Insomma: durante quei quattro giorni in cella Previti ha ricevuto le visite di 120 parlamentari (trenta al giorno di media) e ogni mattina beveva il caffè e mangiava il cornetto in compagnia del futuro ministro degli Esteri.

“Avrei fatto come Nordio”- In carcere, in ogni caso, l’ex deputato ci rimase poco: ottenne subito i domiciliari grazie alla legge ex Cirielli, approvata proprio dal governo Berlusconi e per questo ribattezzata anche “legge Salva Previti“. Un particolare che ha evitato di ricordare durante la sua lunga intervista, mentre ci ha tenuto a sottolineare di aver scontato gran parte della sua condanna ai servizi sociali grazie all’indulto, “peraltro promosso dal governo di sinistra“. L’intervista si apre con l’invito a commentare le parole del cardinale Camillo Ruiniche al Corriere ha raccontato di aver ricevuto una richiesta dal presidente Oscar Luigi Scalfaro: aiutarlo a far cadere Berlusconi. “Lo avevamo intuito. Noi sapevamo che Scalfaro era una persona distante da noi. Però ci trattava apparentemente con rispetto”, ha detto l’ex parlamentare di Forza Italia. Che poi è tornato ai tempi del primo governo Berlusconi, quando proprio Scalfaro mise il veto sul suo nome come ministro della Giustizia. “Io avevo un progetto di riforma molto profondo, che avrebbe posto fine alle deviazioni di Mani pulite”, ha sostenuto, ricordando quale fosse il suo programma. “A parte la separazione delle carriere, volevo fare in modo che la magistratura fosse il più lontano possibile dalla politica. Ciò che sta cercando di fare il ministro Nordio“.

“Con Silvio diventammo subito amici” – Dirottato al ministero della Difesa, oggi Previti ha ricordato i suoi esordi giovanili nel Movimento sociale, segnati anche da “qualche scontro coi comunisti. Poi quando arrivavano i carabinieri a cavallo noi scappavamo“. Quella militanza finì a causa di un litigio con Giuseppe Ciarrapico: “Perché quelli di Ciarrapico erano fascisti che picchiavano. Io facevo l’intellettuale. Litigammo. Facemmo a botte. Me ne andai. Piu tardi diventammo amici”. Invitato a parlare di Berlusconi, l’ex avvocato ha ricordato le origini del suo legame: “Lui aveva 32 anni. Io 34. Ci siamo incrociati per questioni di affari. La vendita dei terreni dei Casati Stampa”. Si tratta del parco dove ancora oggi sorge Villa San Martino ad Arcore, diventata la capitale del berlusconismo. Nei primi anni ’70, infatti, Previti era il tutore della giovane marchesina Annamaria Casati Stampa, rimasta orfana da minorenne di entrambi i genitori: il padre Camillo uccise la madre per gelosia e poi si suicidò. Fu dunque l’allora giovane avvocato a occuparsi dell’eredità della marchesina a cominciare dalla vendita del castello in Brianza, con annesso parco, pinacoteca e una biblioteca con oltre diecimila volumi antichi: valeva almeno un miliardo e mezzo di lire, ma venne ceduto per appena 500 milioni a Berlusconi, che ne fece la sua dimora-simbolo. Sarà anche per questo motivo che oggi Previti ricorda: “Abbiamo fatto amicizia subito“.

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“Corruzione, truffa e falso negli appalti pubblici di Caserta”: cinque arresti, anche l’assessore comunale Marzo






“Corruzione, truffa e falso negli appalti pubblici di Caserta”: cinque arresti, anche l’assessore comunale Marzo

 

“Corruzione, truffa e falso negli appalti pubblici di Caserta”: cinque arresti, anche l’assessore comunale Marzo

“Corruzione, truffa e falso negli appalti pubblici di Caserta”: cinque arresti, anche l’assessore comunale Marzo

 

Il blitz è scattato all’alba. Terremoto politico-giudiziario al Comune di Caserta. C’è anche l’assessore ai Lavori Pubblici, Protezione Civile e Polizia Municipale Massimiliano Marzo tra gli arrestati di un’inchiesta sull’affidamento di appalti nella pubblica amministrazione casertana. L’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere ipotizza reati di truffa, falso e corruzione.

Poche ore fa i carabinieri del nucleo investigativo al Comune di Caserta hanno notificato cinque provvedimenti restrittivi. Tra gli arrestati, oltre all’assessore, ci sono tre dipendenti comunali e un dirigente del Comune di Caserta.

Per Marzo il Gip ha disposto la misura degli arresti domiciliari. Secondo le tesi accusatorie della procura guidata da Pierpaolo Bruni, intorno agli appalti dei lavori pubblici di Caserta si sarebbe formato un metodo corruttivo per favorire ditte e imprenditori amici. I dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa convocata in Procura per le 9.30.

Marzo era in carica dal novembre 2021 ed è considerato uno degli uomini più vicini al sindaco Pd Carlo Marino. Alle ultime amministrative Marzo era stato eletto nella lista Moderati-Insieme per Caserta, la più votata in città sino a portare in aula ben sette consiglieri. Tre in più di quelli eletti nel Pd. Poi la promozione in giunta e le deleghe.

 

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CONCUSSIONE, CORRUZIONE, ABUSO DI UFFICIO, FALSO IDEOLOGIO E IN ATTO PUBBLICO, SCAMBIO DI VOTI / Retata al comune di Caserta con 10 arresti. Stroncato il comitato d’affari tra assessori, consiglieri, funzionari e imprese. Contestati i reati di






In carcere sono finiti:

MARZO Massimiliano, nato a Casetta il 22,02.1978, ivi residente in via Assunta nr. 42, frazione Falciano, Assessore ai LL.PP. del Comune di Caserta, amministratore della Edilmarzo s.t.l.;

RIVETTI Gioacchino, nato a VaBe di Maddaloni (CE) il 06.10.1964 ed ivi residente aila via L.
Vanvitelli n. 33, titolare e amministratore delle società CORIM s.r.l. e R.IMA. s.r.l.;

NUNZIANTE Raffaele, nato a S. Maria C. Vetere (CE) il 02.05.1993 e residente a Caserta (CE) in via A. Falangola n. 8;

e gli arresti domiciliari nei confronti di:

BIONDI Francesco, nàto a San Nicola la Strada (CE) il 04.06.1961 ed ivi residente aUa via Sturzo n. 8, Dirigente – Responsabile del Settore Programmazione Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Caserta;
NATALE Giovanni, Dirigente del V Settore del Comune di Caserta;
PORFIDIA Giuseppe, dipendente del Comune di Caserta – V Settore – Referente per le Strutture;
KHACHERMI Magdi,nato a Caserta (CE) il 05.06.1986 e ivi residente in via Marconi civico 87;
PISCITELLI Giuseppe, nato a Maddaloni il 24.09.1989 e residente in VaUe di Maddaloni aUa via Casale n. 11, amministratore della 2G Service s.r.l.;

CAMPANILE Michele, nato a Casagiove il 10.01.1964 e residente in Caserta alla via CatauH n. 1, amministratore della CIEMME Edil s.r.l.
MAROTTA Pasquale, nato a Caserta il 22.04.1979 e residente in Limatola alla via Fonte n. 1 accusati di:

CONCUSSIONE, CORRUZIONE, ABUSO DI UFFICIO, FALSO IDEOLOGIO E IN ATTO PUBBLICO, SCAMBIO DI VOTI, TUTTI IN CONCORSO TRA LORO/

Il provvedimento restrittivo è stato chiesto dalla locale Procura e le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal Gip Daniela Vecchiarelli – 

Entro 5 gg ci saranno gli interrogatori di garanzia alla presenza dei difensori –

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. Corruzione al Comune, 5 arresti: tremano i ‘colletti bianchi’ in tutta la provincia?

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria C.V., su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di un assessore del Comune di Caserta, due Dirigenti ed un dipendente dello stesso Comune oltre ad un imprenditore operante nella provincia di Caserta, indagati per | reati di corruzione e falsità in atti pubblici.

Il citato provvedimento cautelare riflette gli esiti di un’attività investigativa coordinata dalla Procura Sammaritana e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e ha censito — nella fase delle indagini preliminari – un quadro caratterizzato da condotte delittuose che avrebbero alterato o turbato il normale e lecito andamento degli affidamenti di lavori pubblici del Comune di Caserta.

L’indagine ha consentito, altresì, di accertare (in fase meramente investigativa e in assenza di contraddittorio) un grave quadro indiziario in ordine agli affidamenti dei lavori pubblici del citato Comune.

Durante tutto l’arco temporale in cui gli indagati sono stati monitorati si è assistito a collusioni finalizzate a indirizzare l’esecuzione e la gestione di affidamenti di lavori in cambio di promesse o dazioni di utilità.

Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata senza il contraddittorio ,che avverrà innanzi al Giudice che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.

Il contenuto dell’indagine, illustrato nel corso di conferenza stampa tenuta alle ore 9 di giovedì 13 giugno presso gli Uffici della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sarà oggetti di ulteriore comunicato.

Per accedere a un video della brillante operazione giudiziaria, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:

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(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Corruzione in Liguria, il verbale di Toti: “Mi chiedeva aiuti e io soldi. Ma non c’era correlazione”






SU SPINELLI&C.

Corruzione in Liguria, il verbale di Toti: “Mi chiedeva aiuti e io soldi. Ma non c’era correlazione”

L’INTERROGATORIO DEL GOVERNATORE – Ammette i fatti, nega l’interpretazione, ma vacilla di fronte alle intercettazioni

25 MAGGIO 2024
Genova. “Qui chiedevo finanziamenti ad Aldo Spinelli”. Giovanni Toti lo ammette più volte, ma non c’è stata, a suo dire, “alcuna correlazione” fra le decisioni favorevoli all’imprenditore e i soldi incamerati a stretto giro dal Comitato Toti. Solo quando i pm gli mostrano le intercettazioni, il governatore mostra qualche titubanza: prima dice che in quel contesto non si parlava di soldi, poi si corregge, “Spinelli intendeva quello”. O ancora: quando i pm fanno notare alcuni suoi passaggi (“ricordati che sto aspettando una mano”), il governatore riconduce quelle parole a una captatio benevolentiae. Sulle presunte pressioni ai membri del comitato portuale, contrari al rinnovo trentennale del Terminal Rinfuse perché smaccatamente favorevole a Spinelli, dice: “Non era giusto opporsi a un piano deciso a livello politico”.A leggere il verbale dell’interrogatorio di due giorni fa, il copione è più o meno lo stesso: Toti ammette i fatti, ma prova a darne una lettura diversa; dove i pm vedono corruzione, lui rivendica legittima attività politica. Dove non arrivano le intercettazioni, invece, anche la sua memoria si appanna: impossibile sapere di cosa si parlasse a casa di Spinelli: “Perché lei propone di vedersi a casa sua in caso di indisponibilità della barca”, chiedono i pm. “Perché lui non va mai al ristorante e per comodità logistica”, risponde Toti. Il tema cruciale è uno: era corruzione? I 40 mila euro erogati da Spinelli erano il ringraziamento per la pratica Rinfuse, approvata 4 giorni prima

Pm: Per quale motivo il 9 settembre 2021 esorta Spinelli a “non scordarsi” di lei (“Non ti dimenticare di me”)? A cosa faceva riferimento? Al finanziamento promesso?

Toti: Certamente facevo rifermento al finanziamento.

Pm: Perché Spinelli risponde: “Non appena c’è il comitato che va in porto stai tranquillo all’indomani siamo… Ti chiamo subito?”. C’era una correlazione tra il finanziamento e il comitato portuale?

Toti: Dal mio punto di vista non c’era alcuna correlazione, dato che Spinelli mi finanziava da lungo tempo (…) Spinelli è “uno che ci prova sempre” (…) tutte le volte ti ricorda se puoi fare qualche cosa per lui (…)

Pm Il 17 settembre 2021 lei afferma: “Il 29 va la tua roba… ricordati che sto aspettando anche una mano, eh?”. A cosa fa riferimento? Al finanziamento? C’era una correlazione tra il rinnovo e il finanziamento?

Toti: “Gli davo una buona notizia, e cioè che il 29 andava all’ordine del giorno la sua pratica e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose; al massimo era una captatio benevolentiae; volevo far vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica”.

La versione del governatore sembra traballare quando i pm lo mettono alle strette.

Pm: Perché lei dice, il giorno prima del Comitato e dopo aver detto chiaramente che nessuno avrebbe creduto a un’attività sulle Rinfuse per 30 anni, “festeggiamo le Rinfuse”? Cosa aveva lei da festeggiare?

Toti: Me ne ero occupato per un trimestre e si concludeva un iter.

Pm: In quell’incontro lei dice: “Dài, ora finiamo ’st’operazione qua poi ci vediamo per parlare di un po’ di robe…”. Di quali “robe” voleva parlare con Spinelli?

Toti: “Non facevo riferimento ai finanziamenti, ma a ciò che conseguiva alla proroga.

Su questo punto Toti sembra però cadere in contraddizione.

Pm: Spinelli le risponde: “Quello ufficiale è il 2 per mille… tutto il resto dopo. Cosa intendeva dire? Dopo cosa

Toti: Lui faceva sicuramente riferimento al finanziamento. Ho interpretato il termine “dopo” come riferito a un ulteriore finanziamento.

Pm: Lei dice “se vengono festeggiamo le rinfuse a Montecarlo”. A cosa fa riferimento?

Toti: Spinelli va spesso a Montecarlo e facevo riferimento alla consuetudine di invitarmi, da me sempre inevasa.

LEGGI – Corruzione in Liguria, il verbale di Toti: “Mi ero rivolto a Esselunga, ma non so come sia finita”

LEGGI – “Dei voti in cambio del lavoro? Cozzani forse me ne parlò”

LEGGI – Salvini si esalta per la Diga e incensa Toti: “Rinascimento”

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Olimpiadi ‘col trucco’? Anche la scelta del logo delle Olimpiadi sarebbe stata pilotata

• L’ex ad della Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari, l’ex responsabile dei processi innovativi Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tamassini sono indagati per corruzione e turbativa d’asta. Anche la scelta del logo delle Olimpiadi sarebbe stata pilotata
MERCOLEDÌ 22 MAGGIO 2024
Clamoroso
Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, ha guidato il suo primo aeroplano a sei o a sette anni. «Era il periodo in cui stavamo in Argentina. Vivevamo a Balcarce, la città natale di Manuel Fangio, a 400 chilometri da Buenos Aires, e nei grandi spazi argentini l’aereo è come l’automobile. Io ero in volo con il pilota e stavo leggendo un giornale a fumetti, mi ricordo ancora che era Bugs Bunny. Mi chiese di fare cambio con la cloche: lui prese il giornalino, io i comandi. Perdemmo mille piedi di quota, ballammo un po’, ma da allora la passione non mi è mai passata» [ad Angelo Allegri, Giornale].In prima pagina
• A sorpresa torna il redditometro. Osteggiato da tutta la maggioranza è stato reintrodotto dal viceministro Maurizio Leo (Fdi), che dopodomani in Cdm dovrà spiegare la sua mossa
• A tre settimane dal voto Rassemblement National rompe con Afd. Le Pen prende le distanze dall’estrema destra tedesca per guadagnare voti i patria e costruire un nuovo gruppo sovranista in Ue (con Meloni?)
• Domani la procura di Genova ascolterà Giovanni Toti. Il presidente della regione dovrà spiegare i 74mila euro donati da Spinelli, i 55mila che sono finiti sul suo conto, il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse, etc. Intanto il Consiglio regionale ha dato il via libera alla diga e il Tar ha detto no alla riduzione del perimetro del parco nazionale di Portofino
• Durante il Consiglio supremo di Difesa, Guido Crosetto s’è sentito male. Ora è ricoverato per accertamenti al San Carlo di Nancy di Roma. Anche a febbraio il ministro era finito in ospedale. Gli era stata diagnosticata una pericardite
• Mario Mori è di nuovo indagato per le stragi del 1993. Le accuse sono: strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico». Solidarietà da Mantovano e Crosetto
• Lo sciopero dei taxi è riuscito. I sindacati minacciano una nuova mobilitazione di 48 ore. Il 27 maggio ci sarà il tavolo con il governo
• Continua l’emergenza terremoto ai Campi Flegrei: 150 scosse in cinque ore e 46 famiglie evacuate. Oggi la premier Meloni presiederà un vertice a Palazzo Chigi
• I russi hanno dato il via alle esercitazioni nucleari ai confini con l’Ucraina. Ma per Zelens’kyj ci sono due buone notizie: il G7 si prepara a dare 50 miliardi a Kiev e a giugno si terrà la conferenza per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia all’Ue
• Decine di migliaia di persone hanno pianto ai funerali di Ebrahim Raisi. Ma chi lo sta contestando finisce in carcere
• La richiesta di emettere un mandato di arresto internazionale nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha spaccato l’Ue
• Domani Graceland potrebbe finire all’asta. A meno che il nipote di Elvis non dimostri che i creditori di sua madre Lisa Marie, morta a gennaio del 2023, siano degli impostori
• A via Veneto Gérard Depardieu ha dato tre cazzotti al fotografo Rino Barillari. Non voleva essere paparazzato in compagna di una bella donna.
• Sam Altman ha rubato la voce di Scarlett Johansson per dare la parola a ChatGpt
• Fedez, per evitare la denuncia, avrebbe pagato Cristiano Iovino

• L’ex ad della Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari, l’ex responsabile dei processi innovativi Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tamassini sono indagati per corruzione e turbativa d’asta. Anche la scelta del logo delle Olimpiadi sarebbe stata pilotata

• Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, ha iniziato lo sciopero della fame

• Pogačar domina anche la sedicesima tappa e conquista il quinto successo personale del suo Giro
• È scaduto alle 17 di ieri pomeriggio il termine per pagare il debito di 380 milioni a Oaktree e a meno di sorprese dell’ultim’ora, la proprietà dell’Inter è passata in mani americane
• Dopo il miracolo in A, Claudio Ranieri lascia il Cagliari e il calcio
• Jannik Sinner è volato a Parigi. Spera di poter giocare e diventare numero 1 del ranking.
• Un volo della Singapore airlines è stato costretto a un atterraggio di emergenza a Bangkok. Ha perso 1.900 metri di quota a causa di una turbolenza. Un passeggero è morto di infarto. I feriti sarebbero una quarantina

Titoli
Corriere della Sera: Redditometro, alleati divisi
la Repubblica: Fondi neri sul conto di Toti
La Stampa: Il redditometro spacca il governo
Il Sole 24 Ore: Redditometro, ecco le nuove regole
Avvenire: Un’Italia da ricucire
Il Messaggero: Il caso del Redditometro / Controlli con più garanzie
Il Giornale: Nuovo redditometro / Cambiano i controlli
Leggo: Intelligenza artificiale, Sos lavoro
Qn: Senza tregua
Il Fatto: Stragi, indagato Mori: / governo a gamba tesa
Libero: Nasce la nuova destra
La Verità: Botte da orbi tra compagni / per chi è più filo palestinese
Il Mattino: «Non cedere al panico»
il Quotidiano del Sud: Nord e Sud spaccati su tutto
il manifesto: Scarti d’Europa
Domani: Gaza, la Cpi imbarazza l’occidente / I 50 giorni che cambieranno l’Iran

IN TERZA PAGINA
Enrico Marro ci dice tutto quello che c’è da sapere sul redditometro e su com’è cambiato. Tommaso Ciriaco e Anaïs Ginori spiegano come i lepenisti stiano lavorando allo scioglimento di Id per creare un nuovo gruppo di sovranisti. Giovanni Bianconi racconta la storia di Mario Mori, l’eterno indagato. Fulvia Caprara intervista Paolo Sorrentino. Parlano di Parthenope
IN QUARTA PAGINA
È scaduto alle 17 di ieri pomeriggio il termine per pagare il debito di 380 milioni a Oaktree e a meno di sorprese dell’ultim’ora, la proprietà dell’Inter è passata in mani americane. Articoli di Massimiliano Carrà e Mariarosaria Marchesano
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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Corruzione in Liguria, Riesi e i dossier nel cassetto: “Spostano voti da sempre”






IL CASO GENOVA

Corruzione in Liguria, Riesi e i dossier nel cassetto: “Spostano voti da sempre”

INFILTRAZIONI – Tra sindacato e partiti, viaggio nel quartiere Certosa, enclave della comunità siciliana finita nell’inchiesta sulla Liguria

DI PIETRO BARABINO E VINCENZO BISBIGLIA 

20 MAGGIO 2024

“È da quando sono bambino, dagli anni ‘60, che è noto che qui ci sono delle famiglie un po’ così… che spostano i voti. L’hanno fatto sempre, con tutti. Poi vai da loro e ti dicono ‘niente sacciu’. E invece ne sanno… ne sanno…”. Non c’è stupore, nella piazzetta del quartiere Certosa di Genova, per quanto emerso dall’inchiesta che ha sconvolto la Regione Liguria.

La “piccola Riesi” negli atti è definita il “quartier generale” della comunità originaria del piccolo centro in provincia di Caltanissetta. Da questo fazzoletto di città, secondo i pm genovesi, alle elezioni regionali liguri del 2020 sarebbero partiti, veicolati da persone contigue a Cosa Nostra, almeno 400 voti finiti ai consiglieri di punta della lista che portava il nome del governatore Giovanni Toti (al quale non sono contestate aggravanti mafiosa) in cambio della promessa di posti di lavoro.

Certosa non è una periferia degradata. È un quartiere semplice di gente comune, certo, ma la percezione non è quella dei feudi dei clan di Napoli nord o di Roma est. Il nuovo Viadotto San Giorgio, il ponte autostradale che nel 2020 ha sostituito il Morandi, accoglie gli avventori da sud. Poche centinaia di metri più avanti, svoltando a sinistra, una lunga stradina – via Certosa – costeggia le tipiche case popolari tutte uguali, dove tra i murali spicca quello dedicato a Paolo Villaggio. “Quella via è tutta di Riesi – racconta un uomo anziano al bar, uno dei pochi che ha ancora voglia di parlare con i cronisti – I voti li davano a tutti. E poi attaccavano i manifesti. Questo era un feudo del Partito Comunista”. “I riesini sono brave persone – dice un altro – gente che lavora, che si è spaccata la schiena per dare un futuro ai figli. Ma insieme a loro ci sono quelli più ‘loschi’: hanno ricreato le dinamiche tipiche della loro terra”.

Per i pm, a far da collante con la Lista Toti c’erano due sindacalisti residenti a Bergamo: Arturo e Maurizio Testa. Ma ad agire sul territorio, sempre secondo i magistrati, era Umberto Lo Grasso, 62 anni, anche lui riesino, detto “Il Pupillo”: ex consigliere municipale, è accusato di favoreggiamento per aver avvertito i Testa dicendo loro di “non parlare al telefono” perché “stanno indagando di tutta sta faccenda”.

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Lo Grasso, a Certosa, lo conoscono tutti. “Ha lavorato una vita come cassiere al supermercato”, raccontano. Il casellario giudiziario allegato agli atti indica “nulla”, ma la Guardia di Finanza ha inserito nell’informativa un articolo di primocanale.it del 2015, dove si parla di una condanna a 9 mesi per firme false alle Primarie del Pd del 2010.

Ci sono altri episodi in cui si sono registrati spostamenti di voti “anomali”. Il 15 marzo 2007, ad esempio, l’allora candidata del Pd, Marta Vincenzi (estranea all’inchiesta) firmava una lettera di ringraziamenti destinata all’associazione di riesini a Genova: “Vi mando un caloroso augurio per la buona riuscita del vostro incontro”.

Enrico D’Agostino, presidente del Comitato Liberi Cittadini di Certosa e anima della Casa della Legalità, ci riceve nel suo ufficio dove spicca un poster con il volto di Peppino Impastato, a cui è dedicato anche un parco poco distante. A proposito di Lo Grasso, D’Agostino racconta un episodio che pare sia entrato negli annali: “Nel 1990 ero segretario della sezione locale del Partito Socialista – ricorda – Si presentò questo Lo Grasso con 100 firme pronto a sottoscrivere altrettante tessere. Io chiamai subito Ugo Intini (parlamentare genovese, all’epoca uomo di fiducia di Bettino Craxi, ndr) che mi disse di fermare tutto. Qualche settimana dopo, molti di quelli me li ritrovai iscritti attraverso un’altra sezione”.

In questa zona opera anche Venanzio Maurici. Sindacalista Cgil, cognato di Francesco Cammarata, quest’ultimo “indicato da un collaboratore di giustizia quale elemento apicale del mandamento di Genova della famiglia di Riesi”, si legge negli atti dell’inchiesta. Maurici, per i pm, è il “referente” delle persone cui assegnare i posti di lavoro promessi (tra cui il genero). “Questa inchiesta è surreale, smentisco di avere aiutato Toti, un’accusa infamante”, ha detto giorni fa all’uscita dalla Procura di Genova dove è stato interrogato (ma si è avvalso della facoltà di non rispondere). Sospeso dal segretario Cgil Maurizio Landini, in realtà da anni il sindacato è a conoscenza della posizione di Maurici. “La prima segnalazione la feci nel 2005, ma non sortì effetti rilevanti”, racconta ancora D’Agostino.

“Negli anni abbiamo inviato centinaia di pagine di memorie, fotografie e video alla Commissione parlamentare Antimafia”, racconta Christian Abbondanza, blogger e presidente della Casa della Legalità, che aggiunge: “Tutto ora sta venendo a galla”. Proprio quei dossier hanno aiutato i pm per documentare la parte dell’inchiesta relativa al sistema dei riesini di Genova.

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Corruzione in Liguria: Spinelli voleva “schermare” i soldi a Toti con fondi esteri e cene






GENOVA PER LORO

Corruzione in Liguria: Spinelli voleva “schermare” i soldi a Toti con fondi esteri e cene

LE INDAGINI – Le serate a Villa Zerbino: “Ogni sedia costa 450? Porto 8 manager, pago io”. Il socio inglese lo avvertì: “Così sembra corruzione”

19 MAGGIO 2024

C’è stato un momento in questa storia in cui, secondo gli inquirenti, la famiglia Spinelli avrebbe sondato delle strade per “schermare” i finanziamenti erogati a Giovanni Toti, che nell’ipotesi accusatoria erano legati ai favori sul rinnovo delle concessioni portuali e alla privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo: in un caso avrebbero chiesto al fondo inglese Icon, con cui erano in società, di finanziare il Comitato Giovanni Toti al posto loro, e non attirare l’attenzione sulla pratica del terminal Rinfuse; nell’altro, a un collaboratore di pagare le partecipazioni a una cena elettorale di Toti, per non lasciare traccia della società Punta dell’Olmo. Nessuno dei due tentativi sarebbe andato a buon fine, nel secondo caso per le regole anglosassoni in tema di anticorruzione, ben più ferree di quelle italiane.

I due episodi, contestati nel corso degli interrogatori, accendono un faro sui tanti modi con cui Aldo Spinelli negli anni ha sostenuto la politica. Spinelli avrebbe aiutato la maggioranza di Toti in vari modi, non solo attraverso donazioni. Ci sono ad esempio le cene elettorali, rito che negli ultimi anni ha contraddistinto lo sfarzo totiano: in teoria la quota partecipativa era di 450 euro a persona, sotto la soglia di 500 euro che impone la registrazione del donatore; dalle indagini emerge che Spinelli, e non solo lui, aveva l’abitudine di comprare “pacchetti”, come quando salda il conto per suoi dirigenti. Ci sono poi contributi meno espliciti, come ha raccontato lo stesso Spinelli ai pm: “Le cose elettorali le ho sempre date a lui (Toti), abbiamo fatto il Festival della Scienza, abbiamo fatto il Festival dei Fiori, abbiamo dato alle chiese contributi, ho fatto il Palazzo di San Lorenzo… la chiesa di San Lorenzo”.

L’uomo forte del porto negli anni ha finanziato un arco politico molto ampio. Grande sostenitore dell’ex ministro Dc Gianni Prandini (“andavamo alle Mauritius insieme”), all’inizio degli anni Duemila ha finanziato in almeno due occasioni prima i Ds (25 milioni di lire nel 2001) e poi nel 2010 il Pd di rito burlandiano (25 mila euro), senza dimenticare l’affiliazione all’associazione culturale Maestrale di Claudio Burlando; nel 2010 l’associazione Burlando presidente versa al Pd 150 mila euro, di cui, in base alle norme vigenti, non è pubblica la provenienza. Alle Regionali del 2014, racconta lo stesso Spinelli, “ho sostenuto la Paita”, ex pupilla di Burlando, oltreché moglie dell’ex presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo, oggi deputata di Italia Viva. “Ho dato soldi anche a Bonino e Pannella, anche se non li conoscevo”, ha detto ai pm. Donazione di cui si trova traccia all’inizio degli anni 90. La manovra (fallita) per coinvolgere Icon, emerge da alcune telefonate fra una rappresentante del fondo, Ivana Semeraro (non indagata) e Roberto Spinelli. Il fondo trarrebbe (e trarrà) beneficio dalle decisioni portuali trattate nei summit tra Aldo Spinelli e Toti. “Ho problemi ad approvare quel pagamento di… la donazione al comitato di Toti (…) È un problema reputazionale, perché i partiti politici fanno parte delle istituzioni e quindi questi pagamenti possono essere sempre un po’… visti come corruzione…”, dice Semeraro.

La conversazione è del 20 settembre 2021 ed è, si legge negli atti, “da considerarsi di assoluta rilevanza investigativa, poiché palesa l’effettiva volontà degli Spinelli di veicolare somme di denaro in favore del Comitato Giovanni Toti, proprio in corrispondenza degli accordi intercorsi con Toti il 1º settembre 2021 e da quest’ultimo sollecitati il 17 settembre, attraverso la richiesta di ‘una mano’ rivolta dallo stesso ad Aldo Spinelli”.

La vicenda è stata contestata a Roberto Spinelli nel corso dell’interrogatorio: “Ho fatto Legge e ho studiato negli Usa – ha dichiarato lui – non posso chiedere a un fondo di schermarmi, sarei come mio padre, uno scemo totale. Non faccio una roba del genere perché so già quello che mi rispondono quelli di Londra. Ho chiesto alla Ivana che mi autorizzasse, sperando che non mi autorizzasse”.

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Pur essendo in carcere è accusato di corruzione d’incaricato di pubblico servizio per atti contrari ai doveri d’ufficio

Si dà notizia dell’esecuzione da parte di personale del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, di un’ordinanza cautelare applicativa di misure cautelari personali, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE), su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di corruzione d’incaricato di pubblico servizio per atti contrari ai doveri d’ufficio, ricettazione ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa, svolta anche attraverso attività tecniche, diretta da questa Procura della Repubblica e condotta dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e dalla Polizia Penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere, che ha consentito di accertare, sebbene nella fase delle indagini preliminari, che gli indagati, fratello e sorella, di cui il primo è soggetto detenuto per omicidio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, tra il 2022 e il 2023 hanno corrisposto ad incaricato di pubblico servizio denaro e altre utilità affinché compisse in favore del primo atti contrari ai propri doveri di servizio.
In particolare, l’incaricato di pubblico servizio, si prestava, ricevendo come corrispettivo denaro ed utilità corrisposte direttamente dalla sorella del detenuto su incarico di quest’ultimo, ad intercedere presso vari funzionari della Casa Circondariale, inducendoli talvolta in errore, per favorire un percorso inframurario di favore all’indagato.
Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che le misure cautelari sono state adottate senza il contradittorio che avverrà innanzi al Giudice che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità.

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Esselunga, il film della corruzione. Toti: “Ora siamo allineati su tutto”






GENOVA PER LORO

Esselunga, il film della corruzione. Toti: “Ora siamo allineati su tutto”

L’INCHIESTA LIGURE – L’accordo col braccio destro: cartelloni per la lista del presidente a sostegno del primo cittadino

13 MAGGIO 2024

La presunta corruzione di Esselunga in cambio di finanziamenti occulti alla lista di Toti, tutto in diretta. C’è un documento eccezionale raccolto dalla Guardia di Finanza, un video registrato grazie a una telecamera nascosta nell’ufficio di Giovanni Toti. È qui che Francesco Moncada – marito di Marina Caprotti, erede del marchio della grande distribuzione – si presenta per chiedere al governatore un aiuto per sveltire le pratiche autorizzative per due nuovi ipermercati di Genova, a San Benigno e Sestri.

Il corrispettivo, per gli inquirenti, viene pattuito poche ore più tardi da Moncada con il braccio destro di Toti Matteo Cozzani, che lo invita nel suo di ufficio “per chiudere il cerchio”, alla presenza dell’ex senatore Montiano Maurizio Rossi, editore dell’emittente Primocanale, indagato per finanziamento illecito: un contratto pubblicitario farlocco, ideato per coprire il sostegno di Esselunga alla Lista Toti per Bucci, a supporto del primo cittadino di Genova in vista delle amministrative del 2022. Anche questo accordo, così come le riunioni sullo yacht di Aldo Spinelli, viene siglato “spegnendo i telefoni” e riponendoli “in un luogo sicuro”. Un accorgimento suggerito da Cozzani “al fine di impedire o rendere più difficoltose le intercettazioni”, scrive la Finanza, e che fa scivolare questa sequenza sui toni di un gangster movie da quattro soldi. Il finale si consuma nell’ufficio del Presidente, alla presenza dei quattro personaggi: “Allora siamo tutti a posto, giusto? – domanda Moncada – Siamo a sistema”. “Siamo allineati su tutto”, risponde Toti. “Anche su Savona…”, azzarda Moncada, altra città in cui Esselunga vorrebbe sbarcare. “Yes”, dice Toti.

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La cronaca minuto per minuto di questi abboccamenti è contenuta in un’informativa della Finanza, depositata fra le 9mila pagine con cui i pm di Genova hanno motivato i domiciliari nei confronti di Toti. È indagato per corruzione con Moncada, dimissionario dal gruppo, che ribadisce di aver agito correttamente. L’incontro avviene a mezzogiorno del 17 marzo 2022 nell’ufficio del governatore, e comincia con una singolare chiamata in viva voce di Moncada a Renato Brunetta: “Senti Renato, io sono nelle mani di Giovanni per questi due supermercati qua… per cui se vogliamo mettere il tuo vino devi parlare con Giovanni”. Brunetta (non indagato, ndr) in quel momento non è solo ministro, ma anche produttore di vino, oltre che principale referente politico di Toti in FI: “Sto organizzando con Toti un incontro al Ministero”, risponde. Chiusa la telefonata la riunione entra nel vivo: “A che punto siamo con Sestri?”, domanda Toti. Moncada lamenta che un dirigente regionale “sta facendo un po’ di resistenza”. Della faccenda si occupa Cozzani: “Gli ho detto che quando lo chiamo dovrà andare veloce”. Intorno alle 18, Cozzani riconvoca Moncada nel suo ufficio. Qui viene messo a punto lo stratagemma: Primocanale dirotterà parte della pubblicità di Esselunga, 5mila euro, per annunci a sostegno della Lista Toti per Bucci, “dieci passaggi al giorno” sullo schermo luminoso in cima al grattacielo che ospita la sede della televisione. Moncada è circospetto, chiede consiglio su “come dare una mano a Bucci”, cosa che però “va fatta bene”, perché “devo stare sereno”: “Io faccio tutto, dobbiamo dormire tutti tra due cuscini”. Rossi lo tranquillizza: “La televisione è fiscale, è registrato per sei mesi, lì non hai nessun obbligo”. Il primo cliente di Primocanale è proprio la Regione Liguria e l’inner circle totiano sembra considerare la tv cosa propria: “Rossi ci deve baciare il culo”, dice Cozzani a Toti. Nel tempo i rapporti tra Toti e l’uomo di Esselunga si rinsaldano. In una telefonata del 24 dicembre del 2022 il governatore dice di voler coinvolgere il marchio nel porto di Rapallo. Moncada invita il governatore nella sua casa di Londra: “Un giorno devi venire con me qua, eh… Perché ti faccio vedere una Londra che forse… diciamo che qualche chicchetta te la faccio scoprire (…) ci divertiamo…”.

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)