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Da Caiazzo a CIttà S. Angelo (PE) il sindaco racconta l’eccidio di Monte Carmignano all’assemblea delle ‘Città slow’

Toccante ricordo dell’eccidio di Monte Carmignano portato all’assemblea internazionale delle Città Slow, come riferito tramte Facebook, dal sindaco

Stefano Giaquinto:

🔵🔴 #Citta #Slow International Assembly 2024 – Città Sant’Angelo – 22/23 giugno, 25^ anniversario.
Caiazzo – IL SEME DELLA MEMORIA PER UN FUTURO DI PACE
Cari delegati e amici di Cittaslow International, è per me un onore essere qui oggi, per condividere con voi un evento che rappresenta non solo un capitolo doloroso della nostra storia, ma anche un esempio potente di come la memoria e la riconciliazione possano trasformarsi in un seme di pace.
Il 13 ottobre 1943 la nostra Città fu teatro di un tragico evento compiuto dall’esercito tedesco: la Strage di Monte Carmignano. In quel giorno nefasto 22 nostri concittadini, quattro uomini, sette donne e undici bambini vennero trucidati in modo efferato, vittime della barbarie nazista.
Questa tragedia ha lasciato una ferita profonda nella nostra comunità, un ricordo che non poteva e non doveva essere dimenticato come testimonia l’assegnazione della Medaglia d‘Argento al Merito Civile conferita l’8 novembre 2004 dal Presidente della Repubblica con la seguente motivazione “ … nel corso della seconda guerra mondiale subì feroci rappresaglie da parte di truppe naziste… che causarono la morte di numerosi cittadini tra cui donne e bambini”.
Tuttavia dalla memoria di quell’orrore è nato un percorso di rinascita. Negli anni la nostra comunità ha scelto di non lasciarsi sopraffare dall’odio e dal rancore, ma di cercare un modo per trasformare quel dolore in un’opportunità di crescita sociale e culturale alimentando i valori della pace.
Il momento di svolta è arrivato con il gemellaggio con la Comunità di Ochtendung in Germania, la patria dell’ufficiale tedesco responsabile dell’eccidio.
Questo gemellaggio, inizialmente accolto con alcuni comprensibili dubbi, si è rivelato una straordinaria occasione di riconciliazione.
Attraverso incontri, scambi culturali e dialoghi sinceri, abbiamo potuto non solo commemorare insieme le vittime ma anche costruire un ponte tra le nostre comunità.
Questo percorso di riconciliazione ha portato benefici inaspettati. Abbiamo scoperto che il dialogo e la comprensione reciproca possono trasformare la memoria di una tragedia in una fonte di forza e unità.
I giovani delle nostre comunità hanno avuto l’opportunità di conoscere la storia, di capire l’importanza della memoria e di impegnarsi consapevolmente per costruire un futuro pacifico.
Il valore di questa idea, e delle numerose attività intraprese e realizzate da entrambe le Comunità, è stato riconosciuto in modo significativo in occasione dell’80° anniversario dell’eccidio di Monte Carmignano, il 13 ottobre 2023, a cui hanno voluto partecipare il Ministro della Cultura On. Gennaro Sangiuliano e il nuovo Ambasciatore di Germania in Italia Dott. Hans-Dieter Lucas alla sua prima uscita ufficiale nel nostro paese.
L’ambasciatore tedesco ha commentato la sua presenza con queste parole “Sono molto commosso di partecipare oggi alla commemorazione congiunta delle vittime dei crimini commessi per mano tedesca il 13 ottobre 1943. Il gemellaggio Caiazzo-Ochtendung è un esempio luminoso della riconciliazione e dell’amicizia tra i nostri due Paesi“.
La loro partecipazione, insieme ai rappresentanti della Comunità di Ochtendung, è stata non solo il riconoscimento per il lavoro svolto, ma soprattutto la conferma che il seme della memoria può dare frutti di pace e collaborazione sempre più stretti.
Il gemellaggio con Ochtendung ha dimostrato che la memoria storica, se coltivata con saggezza e apertura, può diventare un potente strumento di riconciliazione e di costruzione di un futuro di integrazione e collaborazione.
Oggi Caiazzo non è solo un luogo di memoria, ma un esempio vivente di come la volontà di pace possa trasformare il dolore in speranza.
Cari amici, il nostro impegno come membri di Cittaslow è di promuovere una qualità della vita che rispetti le nostre radici, la nostra storia e le nostre comunità.
Il percorso intrapreso da Caiazzo e Ochtendung è un esempio di come lavorare insieme per il futuro delle nostre comunità basato sulla comprensione e sul rispetto reciproci.
Purtroppo, guardando agli attuali conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, ci rendiamo conto di quanto sia difficile costruire questo percorso. Le sfide sono immense e i cicli di violenza e vendetta continuano a minare gli sforzi di riconciliazione.
Tuttavia la storia di Caiazzo e Ochtendung ci insegna che, anche nelle circostanze più tragiche, la memoria condivisa e il dialogo sincero possono divenire fondamento per azioni capaci di guarire le ferite del passato, generando la speranza che anche i conflitti più aspri possano trovare infine una risoluzione pacifica.
Ringrazio tutti i presenti per l’attenzione e Vi invito a coltivare insieme il seme della memoria, affinché possa fiorire la speranza di un mondo di pace.
Caiazzo – Città Sant’Angelo 22 giugno 2024 – Stefano Giaquinto – Sindaco della Città di Caiazzo.
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Caiazzo. Eccidio di monte Carmignano: in memoria delle vittime, indetto il Premio ‘AMC Europa 24’

Il presidente dell’associazione “Monte Carmignano per l’Europa, Domenico Cusano, nella ricorrenza del 25 aprile, ha presentato alla stampa il Premio “Monte Carmignano per l’Europa 2024”, indetto alla memoria delle vittime dell’efferata strage perpetrata nella masseria caiatina il 13 ottobre 1943.

Al via il bando del premio nazionale ”Monte Carmignano per l’Europa Memoria e Riconciliazione”: il bando 2024 è stato annunciato alla stampa da Domenico Cusano, presidente dell’Associazione Monte Carmignano per l’Europa.

La data limite per l’adesione è fissata al 31 luglio; l’elenco dei vincitori, invece, sarà ufficializzato entro settembre, mentre le premiazioni sono programmate per ottobre.

Il “Monte Carmignano per l’Europa” è un premio letterario italiano conferito con cadenza annuale dall’Associazione Monte Carmignano per l’Europa ed istituito espressamente per commemorare le vittime della terribile strage di Caiazzo del 13 ottobre 1943 e per la riconciliazione dei popoli, nell’ottica della cultura dell’Europa.

Potranno concorrere al Premio Monte Carmignano per l’Europa le opere di autori italiani pubblicate in Italia negli anni 2023-2024 su argomenti storici del Novecento, in particolare la giuria prenderà in considerazione le opere riguardanti la Seconda Guerra Mondiale: il fascismo, la resistenza, le stragi naziste, la memoria dei civili.

Potranno concorrere al Premio le opere di autori stranieri nella sezione Europa su argomenti storici del Novecento pubblicate negli anni 2023-2024.

Il Premio verrà conferito ad autori di opere storiografiche e divulgative e prevede quattro sezioni:

1. Saggistica;

2. Narrativa storica;

3. Campania e Terre di Confine, opere edite riguardanti la storia del territorio della Terra di Lavoro, della Campania e dei territori limitrofi;

4. Europa, libri o saggi di autori stranieri;

5.Multimedia;

Premio Speciale Tommaso Sgueglia.

La Giuria è composta da membri del Comitato Scientifico dell’Associazione Monte Carmignano per l’Europa ed esperti di chiara fama.

Per accedere al bando integrale, cliccare qui oppure sulla foto

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Caiazzo. Monte Carmignano, da Sangiovanni ennesimo attacco al sindaco: della serie ‘una ne fa, cento ne sbaglia’?!

Sempre più duro il tenace giornalista Giuseppe Sangiovanni nello stigmatizzare le “incongruenze” del sindaco che, in occasione della recente commemorazione dell’eccidio di Monte Carmignano, avrebbe “spacciato” per nuove alcune dichiarazioni, peraltro riportate come esclusiva da Repubblica, evidentemente carpendo la buona fede di giornalisti, pare anche di altre testate, ciclicamente annunciate da oltre 20 anni, come si evince dal seguente articolo-denuncia:

PARCO DELLA MEMORIA DI MONTECARMIGNANO: BOUTADE, BUFALA, LANCIATA DA ANNI! IL FANTOMATICO PARCO DELLA MEMORIA DEL SINDACO STEFANO GIAQUINTO! E REPUBBLICA INCOLLA!

Il sindaco Stefano Giaquinto, lo scorso 15 ottobre (2023) annuncia la pseudo-novità del Parco della Memoria di Montecarmignano: e il quotidiano Repubblica, riporta una notizia lanciata consecutivamente ogni anno, da oltre 20 anni! Ecco l’articolo di Repubblica (cliccare link)!

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2023/10/15/news/un_parco_della_memoria_per_la_strage_di_caiazzo_crimine_senza_condanne-417889116/

Nel 2012, la stessa dichiarazione del sindaco Giaquinto, riportata dal Corriere del Mezzogiorno!

Grande scoop di Repubblica e boutade, bufala, ripetuta dal sindaco Giaquinto, che annuncia da anni il fantomatico Parco della Memoria di Montecarmignano!

ECCO IL PARCO DELLA MEMORIA GIA’ ANNUNCIATO DAL SINDACO GIAQUINTO, 11 ANNI FA, SUL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO!

Il 7 febbraio 2012, il sindaco Giaquinto, al Corriere del Mezzogiorno, annunciava la stessa “esclusiva” riportata ancora una volta, pochi giorni fa, il 15 ottobre 2023, dal quotidiano Republica!

Corriere del Mezzogiorno L’INIZIATIVA La masseria dell’eccidio di Caiazzo diventa un Parco della memoria Il Comune dà seguito agli atti assunti e acquisisce il luogo dove i nazisti trucidarono 22 civili

CASERTA — Imponente, la Masseria Albanese sulla cima del Monte Carmignano che incombe su Caiazzo; è un dignitoso rudere di proprietà privata che il Comune acquisisce al proprio patrimonio per farne un «Parco della Memoria». Lo stabile, con le 22 tombe nel cimitero cittadino poco lontano, diventa emblema e sollecitazione a non dimenticare ciò che sotto quelle mura avvenne il 13 ottobre 1943: il massacro di 22 contadini innocenti, uomini, donne e bambini. Con ferocia inumana l’ordine di sparare fu dato da Wolfang Lenighk Emnden, tenente della Wermacht, per una rappresaglia immotivata. La muta testimone di quella ferocia, la Masseria Albanese, diventa quindi un monumento cittadino dopo l’acquisizione al patrimonio municipale con l’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto, deciso dal Consiglio comunale e deliberato dalla giunta.

Il costo dell’operazione è di poco più di ottomila euro. «La masseria resterà al Comune – dice il sindaco Stefano Giaquinto – perché è patrimonio culturale e storico della città. Il Parco della Memoria è per noi un progetto importante, ricordare vuol dire non aver dimenticato il passato, onorare la memoria per informare soprattutto i giovani dell’importanza della storia». Volontà di giustizia, non sterile spirito di vendetta hanno sempre nobilmente animato la cittadinanza di Caiazzo che, con spirito di vera amicizia, si gemellò negli anni scorsi con Ochtendung, la città natale del «boia» Emden, comunque intraprendendo un’azione giudiziaria nei confronti dell’ex ufficiale dopo che in Germania, era il 1993, era stato ritenuto colpevole della immotivata azione militare ma non condannato per prescrizione. Nel 1994 stesso processo a Santa Maria Capua Vetere per l’allora70enne Wolfang Emden, ingegnere di professione, e la Corte d’Assise, dopo un appassionato intervento del pm Paolo Albano, oggi procuratore capo a Isernia, lo condannò in contumacia alla pena dell’ergastolo. Emnden è morto all’età di 84 anni nel giungo dl 2006 in una cittadina nei pressi di Berlino. «La barbarie nazista fece altre vittime a Caiazzo – ricorda il vicesindaco Tommaso Sgueglia -. Molti caiatini persero la vita o furono dati per dispersi; alcuni nell’adempimento del proprio dovere di soldati, altri ancora, furono deportati nei campi di sterminio dai tedeschi. Li ricorderemo tutti nel Parco della Memoria».

E ancora… Le dichiarazioni del sindaco Giaquinto, riportate il 6 febbraio 2012 da Casertanews POLITICA Masseria Albanese diventera’ un Parco della Memoria Caiazzo – “Masseria Albanese” patrimonio del Comune di Caiazzo. Diventerà un Parco della Memoria lo stabile di Monte Carmignano che il 13 ottobre 1943 fu teatro del sanguinoso ed efferato eccidio in cui persero la vita 22 innocenti…

CasertaNews – 6 febbraio 2012
“Masseria Albanese” patrimonio del Comune di Caiazzo. Diventerà un Parco della Memoria lo stabile di Monte Carmignano che il 13 ottobre 1943 fu teatro del sanguinoso ed efferato eccidio in cui persero la vita 22 innocenti per mano dei tedeschi in ritirata, molti dei quali furono donne e bambini. Le formalità e i modi d’acquisto furono stabiliti in giunta dalla maggioranza capitanata dal sindaco Stefano Giaquinto, poi approvati in consiglio comunale, ora in data 1 febbraio 2012, con un atto, è stato sancito il diritto di prelazione della struttura di proprietà privata. Il complessivo importo di 7mila euro sarà necessario per la prelazione….(continua)

Il 6 febbraio 2012, su CasertaNews, il sindaco Giaquinto dichiarava: “Diventerà un Parco della Memoria, lo stabile di Monte Carmignano che il 13 ottobre 1943 fu teatro del sanguinoso ed efferato eccidio. Il Parco della Memoria’ è un altro progetto importante su cui l’amministrazione sta lavorando instancabilmente”. Ricordare vuol dire non aver dimenticato il passato. Il significato di questo atto non è limitato ad onorare la memoria ma deve essere considerato come un punto di partenza per informare soprattutto i giovani e gli alunni delle scuole dell’importanza della storia e di come giovani militari, ancora oggi, mettono a repentaglio la loro vita per sacrificare la Patria“.

Nonostante tali bordate, però, Sangiovanni ha dimostrato anche benevolenza nei confronti di sì affidabile “mentore”, avendo posto un velo pietoso sul mai chiarito ammanco di 20.000 euro, ma, parrebbe, solo per ora: uomo avvisato…

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Caiazzo. Monte Carmignano, ‘guinnes delle chiacchiere’ per qualche ‘faccia di bronzo’? impietoso Sangiovanni

Ci vuole una faccia di bronzo a farsi immortalare e deporre una corona di alloro, accanto all’unico segno dell’eccidio: una croce e una targa, collocate (nel 1992) dai fedeli della parrocchia di San Giovanni e Paolo, retta dal compianto, Don Gerardo Fava.
Le istituzioni, in 80 anni, non hanno messo un solo chiodo sul luogo del massacro.
Neanche un segnale conforme, per evidenziare – come DOVUTO – il pericolo di crolli, sempre più incombente per chi visita i luoghi!
Il borgomastro di Ochtendung, sa che il sindaco Giaquinto, non ha messo nemmeno quella croce?
Da decenni parla, o ciarla, di Parco della memoria!
Si: memoria persa! 😱 Vergogna!
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Caiazzo. Eccidio di Monte Carmignano. Maurizio Del Rosso: ‘Ricordare è cultura e civiltà’

La Provincia di Caserta presente a Caiazzo per commemorare l’ottantesimo Anniversario dell’Eccidio di Monte Carmignano, evento organizzato in collaborazione con numerosi Enti ed Associazioni.

Erano presenti, insieme alle istituzioni locali ed al sindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto, l’Ambasciatore della Repubblica Federale Tedesca, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, i parlamentari casertani  Gianpiero Zinzi e Gimmi Cangiano, e, nelle veci del Presidente della Provincia Giorgio Magliocca, il Consigliere Maurizio Del Rosso.

La sera del 13 ottobre 1943 un manipolo di soldati tedeschi sterminó due interi nuclei familiari rifugiatisi in un casolare: quattro uomini, sette donne e undici bambini. Le vittime erano dei civili inermi.

Come consigliere ho sentito una grande responsabilità nel portare i saluti della Provincia e del Presidente ed onorare in questo modo non solo la memoria delle vittime, ma anche l’amministrazione comunale di Caiazzo nella persona del suo primo cittadino Stefano Giaquinto“, ha commentato Del Rosso.

Ricordare, anche per le future generazioni resterà sempre uno dei più alti segnali di cultura e civiltà“.

Presente anche una delegazione tedesca proveniente da Ochtendung, città dove visse il boia di Monte Carmignano e che, dal 1996, è gemellata con Caiazzo in segno di un cammino difficile ma possibile verso la riconciliazione.

(Salvatore Candalino – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Caiazzo. Eccidio di Monte Carmignano, arriva il ministro Sangiuliano: benvenuto a ‘Paperopoli’

Il Ministro Gennaro Sangiuliano, venerdì 14 ottobre, ricorrenza del tragico eccidio di Monte Carmignano, nel cimitero di Caiazzo, visiterà anche le cappelle degli ossari abbandonate tra i rifiuti, la discarica adiacente, il centro sociale polivalente per disabili, che cade a pezzi?
Opure sarà tenuto a debita distanza dalla persistente vergogna?!
(Anna Giuseppina Aiossa – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)
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Caiazzo. Monte Carmignano, casolare cadente e soldi sprecati (o ‘spariti’?): amaro réportage di Sangiovanni

E dopo 80 anni, la masseria cade a pezzi. Da oltre 20 anni si parla di Parco della memoria.

 

 

Poco distante fu il compianto Don Gerardo Fava, a far installare una croce. Vittime “uccise” per la seconda volta!

 

Niente è stato fatto sul luogo della strage, se non una frettolosa ripulita della zona per farla trovare meno indecente (ma sempre “cadente”) alle autorità attese per l’ormai annuale “passerella” delle chiacchiere, cioè senza seguito?!

 

 

 

Né tampoco qualcosa è stato fatto per chiarire il mistero dei ventimila euro “scomparsi”, come chiaramente emerso nella discordanza fra quanto dichiarato dal sindaco attuale e dal suo predecessore Nicola Sorbo.

 

 

Men che meno risulta il minimo cenno di assenso circa l’appello dello storico Michele Russo di ricordare non solo quelle di monte Carmignano, bensì TUTTE le vittime caiatine della follia bellica: come se qualcuno preferisse fingere di ignorare, come al solito, ben sapendo che tutti sanno?

LA STRAGE DI MONTE CARMIGNANO (MARZABOTTO DEL SUD)

Una strage dimenticata, quella compiuta dai tedeschi in un casolare delle campagne di Caiazzo, e precisamente nella frazione San Giovanni e Paolo, la sera del 13 ottobre del 1943.

Ventidue le vittime, 4 uomini, 7 donne, 11 bambini d’età compresa tra i 3 e 16 anni: donne, uomini, bambini, tutti trucidati con inaudita violenza per ordine di un giovane sottotenente della Wermacht – 29° Panzer Grenadier Regiment, identificato per Wolfang Lehnigk Emden, stanato dopo mezzo secolo, con il reato caduto in prescrizione.

Un giornalista americano inviò allo stato italiano documenti che avrebbero potuto inchiodare Emden ma, per ragioni di “opportunità politica”, furono insabbiati.

L’EPIGRAFE DI BENEDETTO CROCE

“Presso Caiazzo/nel luogo detto San Giovanni e Paolo/alcune famiglie campagnuole /rifugiate in una stessa casa/furono il 13 ottobre MCMXLIII / fucilate e mitragliate /per ordine /di un giovane ufficiale prussiano/ uomini, donne, infanti/ ventidue umili creature/non d’altro colpevoli / di aver inconscie/ alla domanda dove si trovasse il nemico/additato a lui senz’altro la via/ verso la quale s’erano volti i tedeschi/ improvvisario/nelle umane guerre/ma l’atroce presente nemico/dell’umanità.

Questa l’epigrafe dettata da Benedetto Croce sulla tomba delle vittime di Monte Carmignano – dettata due anni dopo la strage, nel 1945 – su una lapide collocata nel cimitero di Caiazzo “solo” nel 1968.

QUELLA MALEDETTA SERA

Sera del 13 ottobre 1943. Le truppe tedesche sono arrivate da cinque giorni. La sede di comando tattico della terza compagnia del 29° reggimento, terza divisione corazzata granatieri, si trova presso una casa colonica di Monte Carmignano, nelle vicinanze del fiume Volturno.

Alle ore venti scatta la follia: il ventenne sottotenente Wolfang Lehnigk-Emden, insieme a due sottufficiali -Kurt Shuster e Hans Gnass – entra nella masseria e avverte il comandante della compagnia che da una casa vicina stanno facendo segnali luminosi.

Questa gente dovrebbe essere presa e fucilata dice Emden: il comandante Raschke gli risponde di non volersi assumere questa responsabilità e si reca alla sede di comando tattico del battaglione.

Emden a questo punto assume il comando: con Shuster e Gnass si reca nel casolare da dove erano partiti i segnali, presentandosi come inglese, chiedendo loro notizie circa le posizioni tedesche.

E la condanna a morte a questo punto era scattata per gli sfortunati civili, rei di aver indicato la sede di comando tattico della compagnia tedesca.

Le sette persone sono condotte alla sede di comando tattico e fucilate a distanza ravvicinata (due metri).

Emden, non pago, si reca con altri 4 uomini nell’altro casolare E’ la carneficina. Quindici persone, donne e bambini, trucidati con modalità allucinanti: colpi di fucile, di pistola – usate addirittura due bombe a mano. Corpi amputati e violentati con pioli di legno.

IL CASOLARE DELLA MORTE

Calda è l’aria, un sole timido batte sulle mura di tufo della vecchia masseria: visibili ancora dopo 80 anni i fori fatti dai colpi di mitragliatrice.

Tranquillità e inquietudine miscelate nell’aria ormai contaminata da quella maledetta sera del 13 ottobre del ’43; quella sera sarà scoppiato l’inferno, quell’aia, da teatro di vita (vi si erano consumati, come di usanza, conviti nuziali), trasformata da cattivissimi scenografi in teatro di morte.

Una morte giunta improvvisa, inaspettata, strazio e crudeltà inimmaginabili: donne e bambini violentati e mutilati con furia inaudita, una dinamica dei fatti oscura, che pone interrogativi che potrebbero aver scatenato una reazione -risposta cosi dura: ventilato tradimento o l’uccisione di un tedesco, mai giustificheranno l’efferata strage della “Marzabotto del sud”.

QUEL MASSACRO IN PRESCRIZIONE

I responsabili dell’eccidio furono individuati, ma riuscirono a farla franca. Carteggi “scomparsi” – tirati fuori dopo mezzo secolo, per merito di Josepf Agnone, un’italo americano che, dopo ricerche durate anni, riuscì nel 1993 a fare arrestare i responsabili della strage.

Nel 1994 a Santa Maria Capua Vetere, un processo platonico condannò all’ergastolo il boia di Caiazzo.

Nel 1995 a Caiazzo, la “Marzabotto del Sud”, piomba come un macigno, dalla Germania, la notizia che la Cassazione ha decretato la prescrizione del reato di strage per l’ex sottotenente della Werhrmacht che ordinò il massacro di 22 innocenti il 13 ottobre del ’43: una pietra tombale messa sopra al massacro dalla Cassazione tedesca: reato prescritto per l’ex tenentino Emden – divenuto rispettabile imprenditore-architetto, paradossalmente presidente del locale comitato per le feste di Carnevale, “il boia della strage”.

Verità nascoste per troppi, tanti anni. Cinquant’anni.

La barbarie ricordata con un gemellaggio con la città del boia – nato per riflettere insieme sulla guerra.

Con la visione dei microfilm del New York Times inizia la caccia al responsabile della strage del 13 ottobre 1943, compiuta in un casolare delle campagne casertane.
AGNONE, IL CACCIATORE DEL BOIA NAZISTA
Un dossier di 55 pagine, contenente “Il processo di Algeri” – coperto per 40 anni dal segreto militare – inchioderà Emden.
Strage dimenticata, caduta nell’oblio, rimasta impunita, a sessantaquattro anni dalla drammatica sera dell’eccidio, avvenuto il 13 ottobre del 1943, in un casolare di Caiazzo, in provincia di Caserta, per ordine di Wolfang Lehnigk Emden, giovane sottotenente della Wermacht che fece massacrare con violenza inaudita 22 civili.
Si deve a Josepf Agnone, italo-americano originario di Castel di Sasso, la riapertura del caso della strage di Caiazzo.
Con una ricerca minuziosa, durata anni, riuscì, all’inizio degli anni novanta, a scovare il responsabile dell’eccidio.
Migliaia di ore a spulciare negli archivi americani, visionando documenti e microfilm di inviati di guerra del “New York Times” – fino al 1983 coperti dal segreto militare: che lo condussero alla realizzazione di un dossier, inviato nel 1988 alla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere.
Dal materiale emergevano la responsabilità dei militari tedeschi nell’eccidio ed una parziale identificazione degli autori della strage. Dossier di 55 pagine riguardante principalmente il cosiddetto “Processo di Algeri”, ovvero gli atti di una commissione militare di inchiesta, guidata dal colonnello Wiliam Clarck, che si occupò nel gennaio 1944 della strage.
Nel 1994, a Santa Maria Capua Vetere, un processo platonico condanna all’ergastolo Emden: nel 1995 la Cassazione tedesca decreta la prescrizione del reato e lascia libero il boia di Caiazzo.
Troppo per i giudici tedeschi, il mezzo secolo trascorso: oltre al danno, la beffa per i parenti delle sfortunate vittime, cittadini compresi dell’intera comunità.
Strage dimenticata, perché prima del gemellaggio con Ochtendung, cittadina tedesca dove risiede il responsabile della strage di Caiazzo, prima degli scambi culturali, di cortesia, di ospitalità con i cittadini e borgomastri tedeschi, le amministrazioni comunali di Caiazzo bene avrebbero fatto a ricordare l’eccidio con un degno sacrario, un museo per non dimenticare quel sacrificio umano: da costruire sul luogo della strage, sul Monte Carmignano.
Un monumento anche semplice, per deporre un fiore: non il fantomatico museo e parco attrezzato sbandierato da amministratori rampanti senza memoria.
Gemellaggio nato per far riflettere le nuove generazioni sulla guerra, in realtà servito ad alcuni delfini dell’amministrazione comunale per rilassanti gite e soggiorni in Germania.
La dinamica non è mai stata chiarita. Due le ipotesi su cosa avesse fatto scattare quella furia omicida.
Tra le quali: l’uccisione di un soldato tedesco da parte dei civili, o il torto di aver indicato agli americani la sede del comando tattico della compagnia tedesca (come recita l’epigrafe dettata nel 1945 da Benedetto Croce).
Segue intervista dell’epoca ad Agnone
Signor Agnone, lei è stato il primo ricercatore a fornire alla magistratura italiana il dossier sulla strage di Caiazzo, ritrovato negli archivi americani. In che modo è riuscito a scoprire questa documentazione?
“Tutto è partito per passione, ero interessato alla storia della seconda guerra mondiale e, in particolar modo, alla guerra del Volturno”.
In che modo ha indirizzato la sua ricerca sulla strage di Caiazzo, considerando che nessun libro di storia citava questo eccidio?
“Volevo approfondire alcuni dettagli relativi alla battaglia del Volturno e così consultai alcuni microfilm di giornali. Sul New York Times del 14 ottobre 1943 trovai un articolo che fece scattare la molla per una ricerca approfondita su Caiazzo. Il giornalista Herbert Matthews, scrisse che i tedeschi incendiavano tre case su quattro. Io per questo sentii la necessità di approfondire la ricerca, mi ricordavo della mia casa incendiata e provavo desiderio di trovare altri dettagli. Poi, mio nonno Luigi era di Caiazzo, faceva il barbiere e questo mi motivò ancora di più. In Biblioteca mi consigliarono di consultare gli Archivi. Così andai a Washington ai National Archives and Records Administration nel Maryland”.
Dunque, lei si trovò in mano i registri dei crimini di guerra?
“Esattamente, per la prima volta ad un italoamericano fu consentito di consultare i registri dei crimini di guerra. All’interno di quei registri trovai il fascicolo sul massacro di Monte Carmignano, ma era solo una parte, ci volle molto tempo prima di recuperare tutta la documentazione.Prima informai il Comune di Caiazzo, poi la magistratura italiana”.
Ma l’inchiesta non partì subito, ha dovuto insistere molto?
“Ci sono voluti molti anni prima che la magistratura italiana si decidesse a far partire l’inchiesta, io scrissi a diversi uomini politici, ma nessuno si interessò al caso”.
In Italia il responsabile della strage di Caiazzo Wolfgang Lehing-Emden è stato condannato all’ergastolo in contumacia, ma non ha scontato la pena perché in Germania il reato è caduto in prescrizione; che idea si è fatto di questa vicenda?
“Io sono stato ascoltato dal presidente del Tribunale di Coblenza e gli ho spiegato le difficoltà che ho incontrato nel mettere insieme tutti i documenti sulla strage di Caiazzo. Ma ho avuto l’impressione che in Germania non c’è stata la volontà di punire questo tipo di reati. Anche l’Italia poteva fare di più, invece si è arrivata alla sentenza da parte del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere soltanto nel 1994, esattamente dieci anni fa”.
In Italia i fascicoli sui crimini di Guerra sono stati occultati in un armadio presso la Procura militare di Roma e sono rimasti sconosciuti per anni fino al 1994, impedendo alla magistratura di avviare i relativi procedimenti penali. Questo credo sia l’aspetto più grave, non le pare?
“Certo, ma le dirò di più. Io fornii per la prima volta la lista di 146 casi di crimini di Guerra investigati dal P.W.B. c’erano le stragi di Bellona, San Salvatore Telesino, Conca Campana ed altri”.
Ha informato la magistratura competente per territorio?
“Si, nel caso di San Salvatore Telesino ho addirittura scritto alla Procura di Benevento ma non ho ricevuto risposta”.
Comunque, lei ha avuto il merito di aver tracciato un percorso importante per far luce sui crimini di Guerra; infatti, dopo che sono stati trovati i fascicoli presso la Procura militare i ricercatori hanno compreso che già gli alleati avevano redatto diversi rapporti sulle stragi e pertanto hanno indirizzato la ricerca negli Stati Uniti e in Inghilterra.
“L’importante ricerca dell’Università di Pisa e Napoli, condotta dalla professoressa Gribaudi e dal professor Pezzino, per la redazione di un atlante delle stragi naziste in Italia ha indirizzato proprio l’attenzione sugli Archivi americani e inglesi. Io sono stato il primo ad essere autorizzato dal Dipartimento di Stato ad accedere ai registri sui crimini di Guerra”.
A proposito di Archivi americani, lei poi è diventato un esperto e si è occupato di altre ricerche?
“Ho svolto diverse ricerche sempre sulla seconda guerra mondiale, e le confesso che ho studiato anche il bombardamento di Montecassino. C’è un grosso mistero intorno a questo caso”.
Scusi, oramai sul bombardamento di Montecassino si è scritto tanto ed è stato accertato che fu inutile perché i tedeschi non si erano rifugiati nel monastero. Cosa si può scoprire di più?
“Il Servizio segreto militare degli alleati sapeva che non c’erano tedeschi nell’Abbazia, perché con Ultra leggevano i messaggi dell’Enigma e conoscevano anche il giorno del ritiro. Il segnale che doveva trasmettere alle truppe tedesche l’ordine di ritirarsi era il bombardamento della stazione ferroviaria di Cassino. Sapendo che i tedeschi non occupavano il monastero, l’impiego di quella forza aerea serviva ad incoraggiare le truppe alleate a sfondare la Linea Gustav, era un fattore psicologico. Io credo che Roosevelt e Churchill si siano messi d’accordo e abbiano dato questo ordine pur essendo consapevoli che all’interno del monastero non c’erano tedeschi. L’ordine potrebbe essere stato dato da Roosevelt”.
Questa, però, mi sembra un’interpretazione molto forte, non c’è una documentazione che possa sostenere questa tesi?
“No, la documentazione non c’è; però, sono convinto che qualcosa si potrebbe trovare iniziando una ricerca seria sulla distruzione di Montecassino. Il generale Clark prima negò la sua autorizzazione per bombardare il monastero e poi diede l’ordine dispiegando una forza aera di quella proporzione. Se non era d’accordo avrebbe potuto impiegare una forza aera ridotta. Sicuramente Clark non era favorevole al bombardamento, però se fosse arrivato un ordine del genere doveva obbedire e cercare di scuotere i soldati, ecco perché furono impiegate tutte quelle tonnellate di bombe contro un bersaglio così piccolo”.
Dunque, secondo lei non faceva parte di una strategia?
“Assolutamente no, nel bombardamento di Montecassino non vi erano motivazioni strategiche ma essenzialmente psicologiche. Lo sbarco ad Anzio non aveva dato i risultati sperati e l’arresto sulla Linea Gustav aveva creato malcontento tra i soldati, oltretutto anche negli Stati Uniti l’opinione pubblica non comprendeva come mai una forza militare del genere non riusciva a sfondare una linea difensiva che sulla cartina appariva molto ridotta. E’ stato un ordine per rianimare il morale delle truppe Alleate, e naturalmente non potevano non farlo in grande stile, come sempre fanno gli americani”.
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Caiazzo. Eccidi, non solo Monte Carmignano: 80 anni dopo il Comune ricorda anche Angelo De Masi, prima vittima civile dei nazisti.

Per l’ottantesimo anniversario del triste periodo post bellico, quando, presi dalla disperazione, i militari tedeschi in ritirata provocarano numerose stragi, il Comune di Caiazzo si appresta a ricordare le proprie vittime, come meglio specificato tramite Facebook direttamente dal sindaco Stefano Giaquinto:

💙❤️ 13 ottobre 1943 – 13 ottobre 2023 – “Rinnovare la memoria è un segno di civiltà“.
Il mese di ottobre del 1943 segnò la nostra Città per l’elevato prezzo che pagò in termini di vite umane nella guerra contro il nazifascismo.
Il 3 ottobre moriva sotto i colpi di mitra tedeschi Angelo De Masi. Fu la prima delle innumerevoli vittime civili che si contano soltanto in questo mese.
Il momento più drammatico di quell’ottobre, ha il nome di #Monte #Carmignano e il numero di 22 persone trucidate senza alcuna ragione da un giovanissimo sottotenente tedesco.
L’amministrazione comunale in uno con il Presidente del Consiglio Comunale con delega alla cultura #Antonella #Civitella, ricorrendo quest’anno l’ottantesimo anniversario di quell’eccidio in collaborazione con numerosi Enti ed Associazioni, si appresta a ricordare questa pagina triste della nostra storia con una serie di iniziative che avranno nella giornata del 13 ottobre il loro momento più profondo, anche alla presenza di una delegazione tedesca proveniente da #Ochtendung, città dove visse il boia di Monte Carmignano e che , dal 1996 è gemellata con Caiazzo in segno di un cammino difficile ma possibile verso la riconciliazione.
Alla cerimonia del 13 ottobre saranno presenti rappresentanti delle #Istituzioni dello #Stato italiano e dei corpi #Diplomatici.
Nei giorni 12 e 14 ci saranno due serate dedicate al Premio letterario fortemente voluto dal compianto presidente fondatore dell’Associazione Monte Carmignano per l’Europa.
Caiazzo lì 3 ottobre 2023 – Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale
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Caiazzo. Premio ‘Monte Carmignano per l’Europa 2023’: sabato 14 ottobre la premiazione dei vincitori

La giuria del Premio “Monte Carmignano per l’Europa Memoria e Riconciliazione” ha annunciato i finalisti della quarta edizione del Premio di storia nazionale istituito per commemorare le vittime della terribile strage di Caiazzo del 13 ottobre 1943 e la riconciliazione dei popoli nell’ottica della cultura dell’Europa.

Il premio gode della collaborazione e patrocinio del Comune di Caiazzo e dei patrocini di: Ambasciata della Repubblica Federale di Germania di Roma, dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Presidente della Giunta Regione Campania, dall’ANCI Campania, ANCI Campania Giovani, dal Comune di Caserta, dall’Anpi comitato Provinciale di Caserta, dal Comune di Piana di Monte Verna, dal Comune di Ochtendung (Germania), dalle Associazioni: “Familiari Vittime di Monte Carmignano”, “Amici di Ochtendung”, “Amici di Caiazzo (di Ochtendung, Germania), “Storica del Caiatino”, Culturale “Giovanni Marcuccio”, “Un Ponte per Anne Frank ”, “ASFor Eurolearning” e “Fotografica Elvira Puorto”.

Il premio è diviso in cinque sezioni: Saggistica, Narrativa storica, Campania, Multimedia e Europa.

Quest’anno verrà attribuito il premio speciale dedicato alla memoria di Tommaso Sgueglia, (nella foto durante la precedente edizione), presidente e fondatore del Premio, recentemente scomparso.

Gli autori finalisti:

SAGGISTICA

ANFORA DOMENICO, Il giorno dell’invasione, Mursia, 2023; DALLA TORRE MARCO, Fronte russo. Testimoni ultimi, Edizioni Ares 2022; DI NUCCI ELEONORA, L’eccidio dei fratelli Fiadino. Capracotta, 4 novembre 1943, Tralerighe Libri, 2023; GENTILE EMILIO, Storia del Fascismo, Laterza, 2023; GOBETTI ERIC, I carnefici del Duce, Laterza, 2023; TOBAGI BENEDETTA, La resistenza delle donne, Einaudi, 2023; VILLARI PIER LUIGI, Così la Divisione Acqui salì in cielo, Ibn editore, 2023.

NARRATIVA STORICA

BIANCHI FRANCESCO, Il coraggio dei vinti, Armando Curcio Editore, 2023; DIANO GRAZIELLA, Un valzer all’imbrunire, ChiPiuNeArt Edizioni, 2023; RADICATI GIORGIO, Agente Segreto 1157. La vita romanzesca di Rodolfo Siviero, un formidabile cacciatore di opere d’arte trafugate, Mazzanti Libri, 2023; REHO MATTEO, Fuori dall’oscurità, Libri dell’Arco, 2023; SALOM PAOLO, Un ebreo in camicia nera, Solferino, 2023;

CAMPANIA

ANIELLO CIMITILE, Una domenica di maggio, Colonnese editore, 2023; BARTOLOMEO CORBO. Quarantasei. Nazisti e casertani dopo l’8 settembre 1943; CIRO RAIA, Le Quattro giornate di Napoli, Guida, 2023; PAOLO MESOLELLA, Il campo di concentramento di Sparanise, Edizioni Il Mezzogiorno, 2023; DOMENICO VALERIANI, Giovanni Limongi. Audace Aviatore, Edizione Italia, 2023.

MULTIMEDIA

IL CORPO E IL NOME – GLI IGNOTI DELLE FOSSE ARDEATINE, regia di Daniele Cini; LA CROCE E LA SVASTICA, regia di Giorgio Treves; LE MARROCCHINATE DEL’44, regia di Damiana Leone; MEMORIA RESISTENTE, regia di Massimo Pellegrinotti; TESTIMONI A CASSOLNOVO E GRAVELLONA, regia di Andrea Piccolini.

I vincitori delle varie sezioni verranno scelti tra i finalisti e premiati a Caiazzo (Caserta), presso il Teatro “Giuseppe Jovinelli” di Palazzo Mazziotti, nella cerimonia del 14 ottobre 2023.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Caiazzo. Non solo Monte Carmignano: riflettori (finalmente) accesi anche sul Monte Alifano: lunedì grazie a don Iadarola

Il dinamico parroco di San Giovanni è Paolo don Massimiliano Iadarola, di cui è nota la passione storica per aver istituito, tra l’altro, il Museo di Arte Sacra di Alvignanello e la biblioteca “Sarnelli” sull’eremo di Santa Maria degli Angeli, ha organizzato una nuova conferenza presso l’oratorio di Santa Maria di Bucciano, per lunedì 3 luglio con inizio alle ore 19, sul sito fortificato di Monte Alifano.
La conferenza sarà tenuta dall’avvocato Domenico Caiazza.
L’archeologa Gioia Conta Haller, nel 1979, con il suo volume ” Ricerche su alcuni centri fortificati in opera poligonale in area campano-sannitica”, portò alla ribalta “l’abitato sannita di Monte Alifano, di forma quasi trapezoidale, costituito da blocchi megalitici che includevano un insediamento ampio circa tre ettari“.
La stessa archeologa afferma che l’area era intensamente abitata già dall’epoca antica e che la cinta di Monte Alifano era “l’oppidum” di un’ampia zona, di un “pagus” o di un “vicus“, di cui non è possibile conoscere la consistenza se non con di saggi di scavo.
Dopo di lei altri si sono occupati del sito ma senza aggiungere nulla a quanto da lei già detto.
Questo perché, come segnalava la Conta Haller, erano necessari scavi archeologici per indagare più a fondo un sito in cui il bosco aveva ed ha ripreso il sopravvento nascondendo e contribuendo fortemente a distruggere vestigia di antiche mura poligonali, testimoni di un antichissimo e glorioso passato.
A nulla sono valsi i tentativi di sensibilizzazione fatti da Augusto Russo, vero conoscitore e studioso di Monte Alifano, e da Antonio Sangiovanni, che nel tempo ha organizzato visite guidate al sito.
È noto: la Soprintendenza si attiva, forse, se l’amministrazione Comunale “competente” la sensibilizza fortemente ed a Caiazzo ciò, finora, non è mai avvenuto.
Sembra vigere ancora la cultura della cementificazione e non quella del recupero, restauro conservativo e promozione di siti unici e appartenenti alla cultura indigena sannita, prima della colonizzazione romana, che andrebbero custoditi e studiati proprio per ricercare le origini.
E mi piacerebbe molto essere smentito.
Questa iniziativa promossa da don Massimiliano, conoscendolo, potrebbe segnare il giro di boa, accendere i riflettori su questo sito e, perché no, visto che i tempi cambiano e i contributi -se si sanno chiederli- arrivano, stimolare l’amministrazione comunale a prendere in seria considerazione l’idea di intervenire sul sito facendolo diventare un parco archeologico che porterebbe benefici alla collettività perché di interesse di chi sceglie il turismo esperienziale.
(Michele Russo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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Caiazzo, Monte Carmignano, non solo con la storia: i conti non tornano neanche in matematica!

Ho apprezzato molto l’iniziativa dell’ex sindaco Nicola Sorbo, che ha sempre mostrato grande sensibilità per la tragica vicenda di Monte Carmignano e che ora cerca di stimolare la discussione evidenziando che non tornano i conti con la storia di quell’efferato eccidio perpetrato nel 1943 durante la ritirata dei soldati tedeschi.

Molto opportuno organizzare sull’argomento un dibattito, programmato per martedì 17 giugno, presso l’oratorio della chiesa più vicina al luogo del tragico evento, cioè a Pantaniello, a un tiro di schioppo dalla masseria negli intenti destinata a diventare museo della memoria ma in realtà abbandonata al suo naturale degrado, tanto che sulla stessa campeggia una tabella, peraltro malamente apposta, che ne evidenzia la grave pericolosità.

Questo perchè, come dichiarato dall’attuale sindaco in risposta a un lettore che sollecitava l’attuazione del tanto sbandierato progetto, questo prevedeva una spesa di 50 mila euro, attesi dalla Germania che, però, nonostante la promessa, ne avrebbe inviato soltanto 30 mila.

Da altre dichiarazioni proprio di Sorbo, però risulta che dalla Germania sono puntualmente arrivati i 50 mila euro promessi per la bisogna, ragion per cui, non essendo la matematica un’opinione, i conti non tornano, mancano cioè ventimila euro che tutti abbiamo il diritto di sapere dove sono finiti, cioè che fine hanno fatto.

Ben venga, quindi, il tentativo di riconciliazione con la storia ma, per favore, facciamo tornare i conti anche con la matematica.

Continuare a menare il can per l’aia significherebbe alimentare le illazioni più maliziose e certo non ne abbiamo bisogno ora che già se ne dicono tante.

Preghiamo quindi l’ex sindaco Sorbo di fare, nell’occasione, anche chiarezza numerica; allo stesso modo invochiamo chiarezza anche da Giaquinto poiche, a tal punto, sembra inevitabile che uno dei due abbia mentito… e ventimila euro non sono noccioline.

PS. Preciso che il mio non deve intendersi quale plurale maiestatis ma quale espressioni di un interesse diffuso a conoscere finalmente la verità.

(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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Caiazzo. Monte Carmignano: a 80 anni dalla strage, perché non riusciamo a fare i conti con la storia?

Nell’ambito delle manifestazioni culturali su “La storia el luogni della Storia”, la Parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo ha indetto un convegno sul tema: “A 80 anni dalla strage di Monte Carmignano perché non riusciamo a fare i conti con la storia?”.
L’iniziativa si terrà martedì 27 giugno, alle ore 18.30, presso l’oratorio della chiesa di Santa Maria di Bucciano, in località Pantaniello di Caiazzo.
Sono previsti gli interventi di: Nicola Sorbo, autore del volume “Tra memoria e oblio. L’eccidio di Caiazzo”, Sabina Martino De Carles, del Comitato provinciale ANPI, Antonio Gisondi, già docente di storia della filosofia moderna all’Università di Salerno, Paolo Franzese, già dirigente archivista del Ministero per i Beni Culturali, Guido D’Agostino, Presidente dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza.
L’invasione russa dell’Ucraina, con un attacco esteso e sistematico contro la popolazione civile, ci induce a riflettere anche sulla nostra storia.
Caiazzo, che ha visto cadere tanti suoi figli nella guerra voluta dal fascismo e che ha subito le violenze dell’occupazione nazista con decine di vittime innocenti, ancora oggi sembra faccia fatica ad acquisire una memoria di quel tragico periodo, fondata sulla verità storica.
Purtroppo, il rapporto con il passato è spesso condizionato da fattori diversi dalla storia, di carattere personale, ideologico o identitario, che tendono a far dimenticare il racconto del contesto storico in cui gli avvenimenti si svolsero.
Nel corso dell’incontro saranno affrontate proprio le questioni che rendono così difficile la costruzione di una consapevolezza storica degli eventi.
L’auspicio, partendo da queste considerazioni, è che si possa avviare una riflessione civile, aperta al confronto e alla conoscenza di nuove informazioni, senza però contrapporre memoria ad altra memoria per “relativizzare” o, peggio, per cancellare un periodo della storia.
Solo così la memoria collettiva non sarà più solo tesa a ricordare le vittime di una cieca barbarie, ma sarà finalizzata alla costruzione di un futuro di pace e fratellanza fra i popoli.
(Il Parroco don Massimiliano Iadarola – Foto di Franco Sangiovanni – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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Caiazzo. Riprende in memoria del compianto Tommaso Sgueglia l’associazione ‘Monte Carmignano per l’Europa’

L’Associazione Monte Carmignano per l’Europa ha reso noto che, dopo circa un mese dalla prematura scomparsa del dottore Tommaso Sgueglia, fondatore e Presidente dell’Associazione Monte Carmignano per l’Europa, l’Assemblea dei soci si è incontrata per riprendere il lavoro portato avanti con tanto entusiasmo e passione dal compianto Presidente.

Rinnovate le cariche del Consiglio Direttivo che sono state affidate come segue:
Domenico Cusano, Presidente;
Giovanni Sgueglia, Vice Presidente;
Eleonora Sgueglia, segretaria;
Giovanni Occhipinti, tesoriere;
Ilaria Cervo, referente per la scuola e rapporti con l’esterno.
Si ricomincia in memoria del caro Tommaso Sgueglia (nella foto qui accanto insieme al neo presidente Domenico Ciusano).
Per seguire l’associazione su Facebook: https://www.facebook.com/profile.php?id=100068165273023/
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Caiazzo. Crimini nazisti e giustizia irrisolta con la Germania: il caso di Monte Carmignano

Il sito web dell’Istituto Storico Sannio-Telesino riporta un interessante articolo dell’ex sindaco Nicola Sorbo riguardante l’efferato eccidio di Monte Carmignano, che di seguito riportiamo pressoché testualmente:

Un grave conflitto istituzionale rischia di compiersi nel nostro Paese fra potere giudiziario e potere legislativo, relativo all’efficacia di numerose sentenze che condannano la Germania per i crimini nazisti. 

Nel 2013 il Parlamento aveva approvato una norma1 che escludeva la giurisdizione civile per i crimini di guerra commessi dall’esercito del Terzo Reich dopo l’8 settembre 1943.

Il provvedimento fu varato perché, su ricorso del governo tedesco, nel 2012 la Corte Internazionale di Giustizia aveva condannato il nostro Paese per aver violato l’obbligo di rispettare l’immunità della Germania, permettendo la sua citazione in giudizio e la condanna al risarcimento dei danni subiti da alcune vittime di crimini di guerra.

La Corte dell’Aja auspicava, in ogni caso, un negoziato diretto tra i due governi per dirimere la controversia e riconoscere alle vittime le giuste riparazioni.

Nel 2014 intervenne però la Corte costituzionale che, con la sentenza n. 238, dichiarò illegittima la norma. Secondo la Consulta, i diritti inviolabili della persona prevalgono su ogni altro principio del diritto internazionale e il legislatore non ha la potestà di escluderne o limitarne la tutela. 

Da allora altri tribunali hanno condannano la Germania a risarcire i danni per i crimini di guerra nazisti; ultimo, in ordine di tempo, il Tribunale civile di Bologna, che il 20 giugno 2022 ha emesso una sentenza in tal senso per la strage di Marzabotto – Monte Sole. 

Inaspettatamente, il 30 aprile 2022 il governo Draghi ha approvato un decreto che, tra le misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR),2 istituisce il Fondo per il ristoro delle vittime di crimini di guerra compiuti nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945 dalle truppe del Terzo Reich.

Il provvedimento, convertito in legge il 29 giugno, si è reso necessario per bloccare le procedure esecutive sui beni della Germania ed evitare un ricorso del suo governo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, col rischio – sia pure teorico – di una pretesa risarcitoria all’Italia per il danno reputazionale ricevuto.

Il Fondo, con una dotazione finanziaria di circa 55 milioni di euro, è destinato a coloro che entro il 27 ottobre 2022 hanno avviato azioni giudiziarie contro la Germania per l’accertamento e la liquidazione dei danni.

Con l’ultimo decreto “milleproroghe”, convertito in legge il 24 febbraio 2023, sono stati riaperti i termini per l’accesso al Fondo, fino al prossimo 27 giugno.3

Anche su questa norma pende però la questione di incostituzionalità innanzi alla Consulta che, se dovesse confermare la pronuncia del 2014, provocherebbe un nuovo cortocircuito fra poteri dello Stato, ma anche fra diritto interno e diritto internazionale.

Appare evidente, se così stanno le cose, che la controversia fra Italia e Germania difficilmente troverà una soluzione sul piano giurisdizionale.

Occorre, dunque, ripartire dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, che suggerisce ai due governi un negoziato diretto, nel rispetto delle prerogative statali, ma anche delle legittime aspettative dei privati cittadini. 

Solo la “politica” potrebbe trovare una via d’uscita all’impasse che si è creata, anche se le autorità italiane non sembra abbiano la determinazione necessaria per portare il governo tedesco al tavolo delle trattative.

La Germania, pur riconoscendo le sue responsabilità storiche per i crimini del Terzo Reich, non intende rinunciare alla propria immunità dalla giurisdizione di altri Stati.

In base a un accordo bilaterale stipulato a Bonn il 2 giugno 1961, ha già versato all’Italia 40 milioni di marchi destinati a cittadini italiani vittime del nazismo.

Attualmente persegue la sua “politica” della memoria con il “Fondo italo-tedesco per il futuro”, gestito dalle autorità consolari “in stretta collaborazione” con il nostro Ministero degli Affari Esteri.

Nessun’altra forma di condivisione o di partecipazione è prevista nella gestione del Fondo, anche solo per la individuazione dei beneficiari.

Al Comune di Caiazzo, per esempio, la Repubblica Federale di Germania ha concesso nel 2017 un contributo di 50.000 euro, ma solo 30.000 euro sono stati destinati all’acquisizione del fabbricato dove avvenne la strage di 15 donne e bambini.

Gli altri 20.000 euro sono stati devoluti dall’Amministrazione comunale, senza una chiara motivazione, a un progetto di ricerca sui “rastrellamenti tedeschi di civili in Campania nel corso del 1943”, coordinato dal prof. Lutz Klinkhammer.

Mi domando se non sarebbe stato più opportuno utilizzare questi fondi per acquisire l’area antistante il fabbricato, oppure per allestire un centro di documentazione con il materiale raccolto dagli storici Agnone e Capobianco sulla strage di Monte Carmignano.

Non si sa nemmeno se siano stati interpellati i familiari delle vittime, visto che non sono citati negli atti deliberativi.
In un messaggio inviato nel 2019 al sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto, la senatrice a vita Liliana Segre ha scritto:

È importante che anche la Repubblica di Germania abbia deciso da tempo di partecipare con le sue più alte cariche a certe commemorazioni, anche se tengo a dire che non bastano le ammissioni di colpa e il mecenatismo a favore del lavoro di ricerca e divulgazione storica. Occorre infatti continuare a porre con chiarezza la questione del risarcimento delle vittime dei crimini nazisti, contro civili e militari […]. La memoria dunque, la storia, ma anche il diritto e l’imprescrittibilità della giustizia per le vittime di delitti tanto efferati.

Italia e Germania sono oggi accomunati nell’Unione Europea da un vincolo di solidarietà politica, contro ogni forma di nazionalismo o di revanscismo; la stessa solidarietà cui sono chiamati i cittadini italiani dalla Costituzione, testamento morale di quanti hanno perso la vita, prima per il velleitarismo fascista, poi per liberare il Paese dal giogo nazista.

Rimane ancora viva la memoria di oltre 30.000 uomini, donne e bambini uccisi nelle stragi e di oltre 600.000 deportati nei lager tedeschi. 

Considerato il gran numero di comunità locali coinvolte, il rischio è che venga minato il vincolo di solidarietà politica cui siamo tenuti, se si generano contrapposizioni fra coloro che rivendicano il riconoscimento di giuste riparazioni e coloro che perseguono solo la via della riconciliazione.

In proposito, vale la pena ricordare le parole di S.S. Giovanni Paolo II, “non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.

Proprio per evitare questa disgregazione, il 21 maggio 2022 ho chiesto al sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto, di citare in giudizio la Repubblica Federale di Germania.

L’intento non era certamente di aprire uno sterile contenzioso con quello Stato, ma di fare appello al dovere di solidarietà politica, come sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. 

In considerazione dell’esito processuale, che ha visto la condanna di due ex militari della Wehrmacht, a mio avviso l’iniziativa si imponeva anche per affermare la matrice nazista della strage e il suo legame con la guerra di occupazione tedesca in Italia.

L’Amministrazione comunale mi ha fatto sapere in maniera informale che non intende procedere, per non compromettere le buone relazioni con la comunità di Ochtendung (gemellata con Caiazzo) e, più in generale, con la Germania.


[1] Art. 3 della legge n. 5/2013, rubricato “Esecuzione delle sentenze della Corte internazionale di giustizia”.
[2] Art. 43 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79.
[3] Art. 11-ter della legge 24 febbraio 2023 n. 14.

Nicola Sorbo

Nato a Napoli nel 1959, già sindaco di Caiazzo (CE), rivolge il suo impegno politico alle battaglie del Partito Radicale, soprattutto nel campo della tutela dell’ambiente e in quello per una giustizia giusta. Candidato come indipendente nella lista del PCI, nel 1980 viene eletto consigliere comunale a Caiazzo, città dove vive.

Nel 1982 aderisce alla Lega per l’Ambiente. Tra il 1987 e il 1994 è anche Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino, per la quale cura la pubblicazione di diverse ricerche di storia locale. Nel 1994 viene eletto sindaco di Caiazzo. Rieletto nel 1998, si adopera per una crescita socio-economica della città.

Nel 2007 aderisce a Slow Food, dedicandosi soprattutto alla salvaguardia delle piccole produzioni agricole e alla difesa dei diritti delle popolazioni montane sulle terre comuni.

Ha pubblicato con le Edizioni 200Diciassette: La Memoria e L’Oblio, un saggio sull’eccidio di Caiazzo durante l’ultimo conflitto mondiale.

(Fonte & Aggiornamenti: http://www.istitutostoricosanniotelesino.it/storia-caiazzo/crimini-nazisti-e-giustizia-irrisolta-con-la-germania-il-caso-di-caiazzo/ – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)