Autonomia. Silvestro (FI): ‘Lavoriamo per maggiore efficienza ed equa distribuzione risorse’

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)
Le Fisac/CGIL di Caserta e Benevento (categoria della CGIL che rappresenta i dipendenti del Credito, Assicurazioni, Esattorie e Finanziarie) il 3 dicembre 2024 alle ore 9,30 terranno un convegno presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli di S.M. Capua Vetere dal titolo “SUD – SISTEMA CREDITIZIO E AUTONOMIA DIFFERENZIATA”.
Proveremo a focalizzare come interpretare l’impatto della Legge Calderoli sul settore creditizio, quali banche saranno interessate e cosa questo potrebbe comportare per le aziende, per il territorio e per lavoratrici e lavoratori.
Sul tema si cimenteranno eminenti Prof. Universitari, come il Prof. ANDREA GIANNOLA Presidente Svimez e il Prof. LORENZO CHIEFFI ordinario di Diritto Pubblico e Costituzionale. Per la CGIL interverranno la Segretaria Generale della Fisac/CGIL nazionale Susy Esposito, il Segretario Generale della CGIL Campania Nicola Ricci, mentre Vincenzo De Vita dell’ufficio studi della Fisac/CGIL esporrà i dati di contesto e per le aziende del territorio interverrà Roberto Ricciardi Presidente della BCC Terra di Lavoro.
Il confronto, moderato dal S.G. Fisac/CGIL di Caserta Vincenzo Perrotti, si snoderà dall’interpretazione del testo dell’Art. 117 della Costituzione “– materie di legislazione concorrente – … casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale… Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.”, al recente pronunciamento della Corte Costituzionale.
L’iniziativa che vedrà la presenza del quadro dirigente della Fisac Campania, della CGIL di Caserta e degli studenti del corso di Giurisprudenza del Prof. Chieffi, sarà anche trasmessa in diretta Teams e registrata, con possibilità di seguirla liberamente per gli addetti del settore o chiunque fosse interessato all’argomento.
È gradita la presenza dei media che vorranno presenziare all’iniziativa.
(Paolo Russo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
“Diciamolo chiaramente: si arriverà alle gabbie salariali e gli stipendi saranno diversi e più bassi al Sud e in Campania”.
È questo uno degli effetti peggiori che produrrà l’autonomia differenziata e di cui si è discusso lunedì sera nel circolo PD di Aversa, dove è iniziato il primo ciclo di eventi sulle cinque priorità per l’Italia al quale parteciperanno, di volta in volta, componenti della Segreteria nazionale del PD, consiglieri comunali e parlamentari del PD e del Centrosinistra, personalità dei mondi del lavoro, dell’associazionismo, delle professioni e dell’imprenditoria.
I lavori, in un circolo affollato come non si vedeva da tempo, sono stati aperti dal Commissario PD Eugenio Marino, che ha presentato il programma degli eventi, annunciando che alle “priorità per l’Italia” seguirà il ciclo sulle “priorità per Aversa” e invitando gli aversani a continuare a partecipare numerosi anche alle prossime iniziative.
È seguita poi l’introduzione politica dell’evento della serata, “Pensavo fosse amore… invece era autonomia differenziata”, tenuta da Vincenzo Angelino, già consigliere comunale ad Aversa e militante molto attivo in tutte le iniziative del locale PD.
Il dibattito è stato poi moderato da Elena Caterino, già assessore della giunta Golia e personalità con una lunga esperienza nel circolo PD.
Il dibattito si è aperto con un corposo intervento di Stefano Fassina, già Vice Ministro dell’Economia nel Governo Letta e autore del libro “Perché l’Autonomia differenziata fa male anche al Nord”, al quale è seguito quello di Pina Mengani Amarelli, imprenditrice napoletana della omonima e nota azienda produttrice di liquirizia e quello di Susanna Camusso, senatrice e Commissario PD Caserta oltre che ex Segretario generale della CGIL.
Angelino e Caterino, che hanno gestito il dibattito, hanno poi voluto dare la parola anche ai cittadini presenti, diversi dei quali hanno posto domande e fatto veri e propri interventi di merito, ma sottolineando anche la necessità che si sentiva tra i militanti di tornare a vedere il circolo animato da eventi pubblici.
Il prossimo evento, “Il Ministro del settore Sanità”, si terrò il prossimo lunedì 11 novembre alle ore 18.00.
(Eugenio Marino – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
I Consiglieri del Centrosinistra al Comune di Aversa esprimono soddisfazione per la mozione contro l’Autonomia differenziata, approvata dall’assise ed ora auspicano l’impegno comune in vista del referendum.
“Esprimiamo viva soddisfazione per l’approvazione nel Consiglio comunale di ieri della mozione che abbiamo presentato contro l’Autonomia differenziata e invitiamo tutta l’amministrazione e le forze civiche che hanno a cuore il futuro di Aversa a prende atto di questa importante deliberazione e a continuare insieme, attraverso il prossimo referendum, la battaglia contro una legge iniqua che accentuerà in tutto il Paese le disuguaglianze tra Nord e Sud, aree metropolitane e interne e lavoratori”.
Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri Marcantonio Mottola, Marco Girone, Mario De Michele e Mauro Baldascino, che si erano fatti promotori della presentazione della mozione passata ieri in consiglio comunale con una maggioranza trasversale.
“Il dibattito che abbiamo avuto in sede istituzionale – continuano i consiglieri di opposizione – ha dimostrato che su temi che noi riteniamo fondamentali per la città e per il Sud, si può trovare un terreno comune di intesa e per questo non solo apprezziamo la convergenza del Sindaco e di parte della sua maggioranza, ma auspichiamo fortemente che l’indirizzo indicato dal Consiglio comunale sia coerentemente e costantemente calato nell’azione quotidiana che guiderà l’amministrazione nei mesi a venire”.
“Il modo migliore per onorare questo impegno – concludono Baldascino, De Michele, Girone e Mottola – è quello di mobilitarci tutti in vista del referendum per far conoscere ai cittadini le distorsioni e le penalizzazioni che l’Autonomia differenziata procurerà al Paese e a città come la nostra e assicurare una chiara affermazione del SI”.
(Baldascino, De Michele, Girone e Mottola – gruppo consiliare Centrosinistra – comune di Aversa – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
In relazione all’Assemblea Nazionale del Comitato Referendario per l’abrogazione dell’autonomia differenziata tenuta a Roma, riportiamo di seguito le dichiatazioni di Mario Calì, Presidente Nazionale del PSDI:
“Ottimo risultato per il Comitato Referendario per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. I socialdemocratici sottolineano la forza propulsiva del campo progressista”,
«Ringraziamo a nome del PSDI, Partito Socialista Democratico Italiano, la Presidenza insieme ai
componenti del Comitato Referendario nazionale, e le migliaia di volontari coinvolti in queste
settimane all’insegna dell’impegno civico. Abbiamo realizzato un lavoro straordinario nonostante
le indubbie difficoltà che caratterizzano i mesi estivi. L’attuale maggioranza di governo ha deciso
arbitrariamente di smantellare l’assetto costituzionale che da settantotto anni tiene insieme nostra
Repubblica. Probabilmente il Governo Meloni non si attendeva questa incredibile partecipazione
e mobilitazione di popolo con cui le italiane e gli italiani hanno voluto dare un segnale chiaro. Il
Partito Socialdemocratico è orgogliosamente parte di questa azione unitaria volta a fermare
questa finta riforma chiamata “autonomia differenziata” che in realtà punta a spaccare, in modo
irreversibile, il tessuto economico e sociale del nostro Paese, mettendo gli italiani gli uni contro
gli altri. E’ stato rammentato come già dalle prossime ore, nell’attesa del giudizio di ammissibilità,
sarà necessario concentrare le nostre energie verso la grande campagna informativa in vista
dell’indizione del referendum abrogativo nella prossima primavera. Per questa ragione il Partito
Socialdemocratico ha invitato tutte le articolazioni territoriali del “Sole Nascente” e tutti coloro
che si riconoscono nella Costituzione Repubblicana promulgata nel 1948 a continuare una
mobilitazione popolare che viene da lontano. E’ infatti importante rammentare come nella
Costituzione del 1947, quella dei lavori dell’Assemblea Costituente avviati durante la presidenza
di Giuseppe Saragat, si affrontava finalmente il tema del dualismo economico, con l’inserimento
nell’articolo 119, per la prima volta, della parola Mezzogiorno. Era il risultato di un lungo
dibattito e di analisi profonde, come quelle di Francesco Saverio Nitti e Gaetano Salvemini, che in
quell’occasione diventavano un preciso impegno costituzionale. Fu in quel momento che nacque il
dovere di attuare l’unificazione economica e sociale del paese, dopo che si era compiuta quella
politica. E’ purtroppo noto a tutti che l’articolo 119 è stato poi oggetto della riforma del Titolo V
del 2001 in cui, invece, si andò proprio a cancellare la parola Mezzogiorno. Un tema che resta
tutt’oggi rilevante anche in riferimento a quanto sta accadendo in Europa.
Anche in questo caso vale la pena di ricordare la grande lezione di Sagarat che durante il
ventennio, come Giacomo Matteotti, prese posizione contro il fascismo in nome di un socialismo
umanitario in chiave democratica. Negli anni in cui si ricostruiva l’Italia e si edificava il progetto
europeo che aveva solide basi e respiro nel bacino Mediterraneo, attraverso il principio umanista
della solidarietà centrale nelle grandi riforme degli sessanta e settanta, eravamo
progressivamente divenuti l’elemento stabilizzatore in un sistema altrimenti in fibrillazione per le
innumerevoli tensioni politiche e militari. Ecco che occorre dunque che il Paese recuperi la
propria posizione al centro del Mediterraneo, non soltanto attraverso i grandi hub portuali e le
infrastrutture di collegamento con l’Europa continentale, ma anche e soprattutto attraverso la
necessaria azione diplomatica verso il Nord Africa ed il vicino e Medio Oriente. A coloro che
spingono verso un’economia di guerra e che ancora credono che la risposta ai problemi sia
nell’aumentare la competizione tra nord e sud Italia, con il nostro impegno per l’abrogazione
dell’autonomia differenziata intendiamo dimostrare che puntare unicamente sul PIL e sullo
sviluppo, senza prevedere la coesione dei territori e la solidarietà tra i cittadini, equivale a privare
tutta l’Italia di opportunità ben più strategiche. L’Europa chiede da tempo al nostro Paese di
superare le diseguaglianze investendo in una maggiore coesione sociale che altrimenti
determinerebbe una ulteriore diminuzione della crescita potenziale. Il messaggio è chiaro, se
vogliamo ridurre le diseguaglianze, dobbiamo intervenire attuando quanto già previsto e sancito
nella Costituzione: garantire il pieno diritto ad avere case, scuole, sanità ed infrastrutture
adeguate e migliori e per tutti. Anche per questa ragione noi socialdemocratici siamo fermamente
convinti che la voglia di reagire all’ennesimo sopruso posto dalla legge Calderoli ai danni dei più
deboli, degli anziani e delle giovani generazioni, saprà essere una forza sorprendente e
contagiosa per rilanciare una visione alternativa, giusta, equa e sostenibile l’Italia intera».
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
P . S . D . I . – V I A S I S T I N A 1 2 1 R O M A – W W W . P S D I . I T – I N F O @ P S D I . I T
Il deputato De Luca: “Il Mezzogiorno ha meno risorse, riforma va contro l’Italia”.
“L’autonomia differenziata di cui si parla oggi altro non è che l’attuazione di una legge costituzionale del 2001 varata da un governo di centro-sinistra che ha cambiato, che ha innovato l’articolo 116 della Costituzione. Oggi siamo davanti a un’attuazione di una legge costituzionale fatta da altri”. Lo ha detto il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante, nel corso dell’evento “Sud Nord Invest” organizzato dalla Ficei e dall’Asi di Salerno, presiedute da Antonio Visconti.
“È opportuno dire che, credo 5-6 anni fa, proprio la Regione Campania, in persona del suo Presidente, chiedeva con un’apposita deliberativa il decentramento di alcune competenze allo Stato. Nell’ambito di quelle competenze c’erano materie come i porti, come le Zes, come la trasformazione urbana. Richieste che la Regione Campania ha fatto qualche anno fa al governo” ha sottolineato Ferrante.
“Rispetto a questa legge, il ruolo del governo, è quello di garantire la determinazione e la quantificazione dei livelli essenziali di prestazioni e ovviamente l’impegno massimo nel far sì che i negoziati sulle materie lep possano partire contestualmente alle materie non lep. Ma dati alla mano il governo italiano ha deciso di destinare il 56,5% delle Risorse PNRR e PNC alle 8 regioni del Sud. Voglio ricordare che il 40% delle risorse destinate al potenziamento delle reti metropolitane, al potenziamento delle linee ferroviarie lato merci, il 40% delle risorse destinate alla digitalizzazione della catena logistica andranno al Sud. Voglio ricordare che il 41% delle risorse destinate ad interventi portuali andranno al Meridione. Quindi questi sono dati che smentiscono categoricamente quella versione che invece vuole un sud in qualche modo isolato o poco preso in considerazione dall’Esecutivo”, ha concluso Ferrante.
“L’autonomia differenziata è solo propaganda elettorale. Come è stata concepita, senza fondi, non può essere altrimenti, ora. Dire che non abbiamo 100 miliardi, che sono i soldi che servono per far partire i lep, vuol dire che si fa solo propaganda”, ha detto invece Michele Gubitosa, Deputato e vicepresidente del Movimento 5 Stelle.
“Da deputato del sud mi viene detto che non bisogna fare più assistenzialismo. Ma nella realtà hanno distrutto le Zes, non ci sono più le decontribuzioni. Fino al 2018 ho avuto la fortuna di avere un’azienda con oltre 100 dipendenti qui in Campania, un’azienda con oltre 100 dipendenti a Roma, e un’azienda con oltre 100 dipendenti a Cernusco. Io sulla mia pelle posso dire che avere un’azienda, uno stabilimento, con centinaia di dipendenti a Cernusco sul Naviglio non è la stessa cosa di avere un’azienda qui al Sud. Quando io ho creato lo stabilimento in provincia di Benevento, ho dovuto asfaltare la strada pubblica per far arrivare i miei dipendenti verso il mio capannone. Ho dovuto fare i parcheggi, tutto a spese mie. Quindi come si fa a dire che un’azienda del sud deve avere le stesse condizioni economiche di un’azienda del Nord?”, ha chiosato Gubitosa.
“La realtà è che il tema dell’autonomia è utilizzato oggi come grimaldello del centrosinistra. Raccontare che c’è un tema Nord contro Sud e che questa riforma acuirà il divario è una cosa semplice da raccontare perché non esiste una controprova. Perché l’autonomia differenziata ad oggi è una riforma che non è stata attuata e allora l’elencazione di cose che non funzionano è un’elencazione per me interessante. Ma tutto quello che oggi non funziona non è dovuto dall’autonomia differenziata, che non è entrata ancora in funzione, è frutto delle amministrazioni passate” ha ribattuto Gianpiero Zinzi, deputato della Lega e commissario del partito in Campania.
“Da campano dico che il divario nord-sud non esiste per l’autonomia differenziata e non l’ha creato questa legge. Io credo che la Campania debba cominciare a coltivare l’ambizione di competere. I tanti primati annunciati e mai realizzati ci dimostrano che in tutti questi anni c’è stata una volontà, un tentativo a cui sono seguiti una serie di fallimenti. Io mi sono convinto della bontà dell’autonomia differenziata nel 2019, quando ero consigliere regionale e paradossalmente mi ha convinto Vincenzo De Luca”, sottolinea Zinzi.
“È evidente che questa riforma proposta dal governo di centrodestra si appoggia su una modifica del titolo quinto fatta nel 2001 che ha aperto la strada, ha aperto un varco su cui avremmo potuto discutere” ha detto invece Piero De Luca, deputato Pd che ha aggiunto: “Ma è un varco che questo governo ha aperto e ha squarciato andando nella direzione che non era quella ipotizzata da chi ha realizzato questa riforma. Perché questa riforma c’era un elemento di equilibrio, si diceva c’era la possibilità di devolvere alcune competenze, alcune materie. Si prevedeva un elemento di compensazione ulteriore legato al 119 e non al 116”.
“Noi veniamo da decenni in cui, per responsabilità di tutte le forze politiche, il riparto di risorse veniva fatta nel nostro Paese sulla base di un criterio che è la spesa storica il Mezzogiorno ha oggi meno risorse di quante non arrivino al nord questa è la realtà. Ma questo Governo ha un’idea in testa che non è volta a creare unità e coesioni nazionali. Io sono d’accordo, non è una riforma che va contro il Sud, è una riforma che va contro l’Italia intera”.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Il governatore a “Sud Nord Invest”: “Imprenditori chiedono di smontare palude burocratica, non centralizzare”.
“Noi siamo per l’unità d’Italia, non siamo per una posizione ideologica e non siamo per la guerra Nord-Sud. Noi siamo per unire questo Paese, per unire le forze dinamiche, produttive, sane dell’Italia. L’Italia o si salva tutta insieme o va a fuoco”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, alla due giorni “Sud Nord Invest” organizzata dalla Ficei e dall’Asi di Salerno, presiedute da Antonio Visconti.
“La battaglia che facciamo – afferma De Luca – non è per lasciare le cose così come stanno, perché non vanno bene. Il nostro Paese è una grande palude burocratica nella quale rischiamo di far affondare le energie imprenditoriali, creative. Una palude che accende il ritardo dell’Italia rispetto ai grandi paesi del mondo. La linea che che abbiamo indicato nel 2019 è quella di unire le forze produttive attraverso la burocrazia zero. Una prospettiva che potrebbe modernizzare il Paese e unire il mondo delle imprese, del nord, del centro e del sud”.
“Non ho trovato nessun imprenditore del Nord interessato all’autonomia differenziata, Gli imprenditori ci chiedono tempi di decisione rapide, snellimento burocratico, possibilità di avere la realizzazione di un’impresa in un mese anziché in dieci anni” ha sottolineato.
“Ma abbiamo un governo che ha una posizione totalmente contraddittoria. La cosa che mi pare incredibile è questa: si fa l’autonomia differenziata nel momento in cui si fa in Italia la più ampia centralizzazione di poteri che si sia mai vista. Hanno centralizzato tutto. Io sono regionalista, non quelli che stanno al governo. Con la Zes unica abbiamo portato tutto a Roma penalizzando esperienze dinamiche che noi avevamo conosciuto nei territori. Noi siamo stati talmente generosi da offrire l’ex responsabile della Zes Campania, Giosy Romano, che funzionava benissimo per sostituire il responsabile nazionale della Zes che non funzionava benissimo. Abbiamo perso sette mesi di tempo senza concludere niente” ha aggiunto.
Per De Luca ogni volta “che si parla di autonomia differenziata comincia la narrazione del Sud dei miserabili, degli inefficienti, dei ladri, degli straccioni. Per quello che riguarda me e la Campania, voglio ribadire che noi siamo pronti ad accettare la sfida dell’efficienza, del rigore amministrativo, del rigore nella gestione del bilancio, nei confronti di chiunque”.
La battaglia è, dunque, sui fondi: “Rispetto a una media nazionale di 16.000 euro pro capite, abbiamo una spesa pubblica pro capite nel sud di 13.000 euro. Se facciamo un confronto fra il Nord e la Campania abbiamo al Nord una spesa pubblica allargata, di 17.000 euro pro capite. In Campania per 12.000 euro pro capite. Se volessimo portare la Campania allo stesso livello del centro Nord, la Campania dovrebbe ricevere 30 miliardi di euro in più ogni anno. Noi stiamo subendo vere e proprie rapine”.
Nel comparto sanitario “la Regione Campania viene depredata ogni anno di 200 milioni di euro. Nel riparto del Fondo Sanitario Nazionale, la Campania è la Regione che riceve meno di tutte le Regioni d’Italia. Allora vogliamo dire agli amici del Nord, anziché impegolarci in una battaglia che rischia di dividere l’Italia, sediamoci a un tavolo e ragioniamo, da persone serie e responsabili, sulla base di un’operazione verità”.
L’unica ricetta attuabile per De Luca è “burocrazia zero, decentramento dei poteri e delle competenze, snellimento del Paese. Su questo possiamo fare un’alleanza formidabile, forze produttive e dinamiche del nord, del centro e del sud”.
Ma l’economia, secondo i dati statistici migliora. Ma per De Luca bisogna fare i conti “con alcune esaltazioni propagandistiche da parte del governo. Noi siamo la regione che cresce più di tutte. Abbiamo un dato vero, che è quello dell’export. Siamo diventati il quarto paese esportatore ma è un merito del sistema imprenditoriale. I governi non c’entrano proprio in niente».
La battaglia, secondo il presidente della Regione Campania sarà sulla scuola pubblica e sulla sanità. “La legge ha un elemento di truffa, quando all’inizio si dice che l’autonomia differenziata è un tema che si affronta senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato. Vuol dire che ci stiamo prendendo in giro. Come verranno definiti i livelli essenziali di prestazione uguali per tutti i cittadini italiani? Tutti gli istituti di ricerca ci dicono che ci vogliono decine di miliardi. Se dici senza oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato, vuol dire che mantieni, se va bene, la spesa storica così com’è. Se va male, incidi sul residuo fiscale”.
Infine il governatore lancia alcune proposte al Parlamento: “Decida che debbano essere date risorse per la sanità pubblica, per la scuola, uguali per ogni cittadino italiano, dal Piemonte alla Sicilia. Secondo, dobbiamo dare lo stesso numero di medici e infermieri ogni mille abitanti per tutte le aree del paese, dal Piemonte alla Sicilia. Siete d’accordo? Terzo, deve essere vietato alle Regioni di fare accordi integrativi regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Se tu consenti ad una regione ricca di aggiungere al contratto nazionale il contratto integrativo regionale, è chiaro che tu hai distrutto la sanità pubblica. Stiamo attenti perché l’Italia è comunque una democrazia ancora fragile e non siamo liberi dai pericoli che sono di fronte a noi” conclude De Luca.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Realacci (Symbola): “Italia creda di più in se stessa, sulle rinnovabili la strada è tracciata”.
“L’autonomia differenziata può essere una straordinaria risorsa. L’idea principale, la parola chiave per tutto è semplificazione. È importante che costituisca una risorsa per il territorio, è importante soprattutto per il sud riuscire, in questo momento, con queste scelte che si stanno concludendo nel Paese. Perché l’autonomia non nasce oggi, ma si scrivono oggi delle regole. Nella scrittura delle regole si ragiona insieme, quello che va cambiato o modificato. C’è la necessità del contributo di tutti”. Lo ha affermato l’onorevole Annarita Patriarca, deputato di Forza Italia nel corso dell’evento “Sud Nord Invest” organizzato dalla Ficei e dall’Asi di Salerno, presiedute da Antonio Visconti.
“L’obiettivo generale – ha spiegato Annarita Patriarca – è che sia una risorsa per il Sud. Ma c’è bisogno che il Sud impari a ragionare come sistema territoriale, impari a capire che bisogna avere strategie integrate. Che bisogna avere una visione globale di tutta l’area territoriale del Mezzogiorno. Bisogna imparare a collaborare e ragionare assieme. Il governo ha dato una linea con la legge che ha istituito la Zes Unica. L’obiettivo è quello di fare in modo che il sud non sia l’ultima carrozza, ma sia il motore trainante dell’intera locomotiva economica italiana. Si è parlato di imprese, di sostenibilità, di PNRR. C’è stata una svolta epocale perché il PNRR è stato e deve essere un’occasione fondamentale. Quello che è mancato, spesso, è a una visione generale di sviluppo integrato di un territorio. Per i tempi contingentati, si è scelto di privilegiare i progetti che erano nei cassetti dei comuni. Quello che c’era pronto veniva finanziato. È un errore strategico. Bisognava avere coraggio. L’obiettivo oggi per noi è ottimizzare e cercare di crescere insieme e di fare in modo che gli investimenti siano focalizzati nei punti dove sono fondamentali” ha concluso.
Si è parlato di energia, di rinnovabili e di prospettive con Letizia Magaldi, presidente del Kyoto club. “Questo – ha esordito – è un momento molto particolare, in cui c’è in un corso una rivoluzione industriale, quindi la possibilità per le nostre industrie di fondare una nuova modalità di sviluppo e anche il momento di cogliere l’utilità delle energie rinnovabili”.
“Ci sono investimenti importanti, 2.000 miliardi nel 2023, c’è stata una riduzione del 50% del costo delle batterie elettrochimiche. Cioè vuol dire che c’è un trend fortissimo, guidato dalla Cina, dall’Europa e da altri paesi, ma il trend è che se già le fonti rinnovabili sono economiche, a calare saranno le economiche attuali”. Molti parlano di costi, ma bisogna cambiare prospettiva. “Sono investimenti, non soltanto per l’Europa, lo dovrà fare il mondo e in questi territori potranno arrivare le nostre tecnologie se l’industria si organizza” ha sottolineato.
“L’Italia è l’unico paese europeo che si vede peggio di come lo vedono gli altri. Tutti gli altri paesi europei si vedono meglio di come lo vedono gli altri. Gli altri si vedono meglio di come sono visti dal resto del mondo” ha tenuto a precisare Ermete Realacci, presidente della Fondazione “Symbola”.
“Sulle rinnovabili, nonostante il dibattito ideologico, la direzione è chiara. Queste misure possono essere fatte anche male, perché non basta fare il bene, bisogna anche farlo bene, ma la direzione è chiara. Ma la direzione è dovuta al fatto di una tendenza mondiale che se noi perdiamo, la nostra economia perde. L’auto elettrica è una brutta bestia, perché è un cambiamento molto rilevante e forse è l’unico settore in cui perdi il lavoro. Perché l’auto elettrica è più semplice, ci sono meno componenti e quindi c’è bisogno di meno lavoratori. Ma è quella la direzione da perseguire” ha rilevato Realacci.
“Dal punto di vista dell’energia ora si parla tanto del nucleare ma sono balle. La ricerca deve andare avanti, magari verranno fuori delle cose interessanti. Il nucleare, infatti, è calato l’anno scorso. Gli impianti che hanno chiuso sono più di quelli che hanno aperto. Allora dobbiamo capire come gestire la questione energetica e farlo all’italiana perché l’Italia è forte quando fa l’Italia” ha concluso.
Il bilancio dell’evento “Sud Nord Invest” è estremamente positivo. È soddisfatto il padrone di casa Antonio Visconti che aggiunge: “I lavori sono stati intensi. Abbiamo avuto stamattina la relazione del Presidente De Luca che come al solito non ha fatto mancare il suo punto di vista e ci ha sottoposto una serie di spunti. La manifestazione si conclude a valle di un’assemblea di tutti i consorzi di sviluppo industriale che quest’anno, proprio qui a Salerno, si sono riuniti per fare un po’ il punto sullo stato delle aree produttive”.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Visconti (Ficei e Asi Salerno): “Le Regole varieranno tra regioni, sarà un danno per il sistema”.
«L’autonomia differenziata, posta nella riforma del titolo quinto della Costituzione, introdotta nel 2001, per anni è rimasta disattesa e questo governo, proseguendo il lavoro iniziato dai governi precedenti, ha inteso rilanciare. L’autonomia differenziata prevederà nell’impianto attuale una contrattazione tra le regioni e il governo per la delega di una potestà legislativa esclusiva in una serie di materie rilevantissime, che sono elencate nell’articolo 117 della Costituzione. Molte impattano anche la politica industriale». Lo ha detto Antonio Visconti, presidente Ficei e Consorzio Asi di Salerno in apertura dell’evento “Sud Nord Invest” In corso alla Stazione Marittima di Salerno.
«Immaginiamo nell’ambito del governo del territorio, quindi la disciplina industriale, la disciplina urbanistica che potrebbero variare da regione a regione e vedere regolamenti diversi tra di esse. Ci potremmo ritrovare ad avere 20 sistemi diversi di gestione in tantissimi campi come la produzione e il trasporto di energia. Tutto ciò un lato potrebbero migliorare il rapporto tra le imprese e le istituzioni, potendo contare su una catena di gestione di comando più corta, ma dall’altro lato si potrebbe correre il rischio di favorire una frammentazione, una perdita di competitività del nostro sistema Paese» ha sottolineato Visconti.
Per il presidente di Confindutria Salerno, Antonio Ferraioli, l’Italia è riconosciuta a livello mondiale per «il Made in Italy, e poter consentire alle regioni di presentarsi come il Made in Veneto, il Made in Lombardia, piuttosto che il Made in Campania, è una cosa assolutamente controproducente. Due settori come la moda e l’agroalimentare sono un pilastro dell’export a livello nazionale, non a livello territoriale. Siamo riconosciuti perché come italiani sappiamo fare bene le cose. Mi auguro che si possa trovare una soluzione perché, sono convinto, andare al referendum sarebbe negativo proprio per l’unità stessa del Paese».
«La posizione di Confindustria Campania è quella che ha anticipato l’amico Antonio Ferraioli, ma noi l’approccio che abbiamo avuto rispetto a questa norma è e deve essere per forza laica perché credo che proprio questo approccio ci dia maggiore forza per demolire questa riforma» ha affermato invece Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Campania.
«Corriamo – ha spiegato ancora – il rischio di fare un passo in avanti e tre indietro. Sarebbe utile che sulle riforme istituzionali, i partiti tutti si ritrovassero e discutessero. Non credo che ci voglia molto per dire che è una legge un po’ pasticciata, un po’ fatta in fretta. Una legge che può dare una serie di competenze a regioni che hanno natura e storia diverse. A regioni che hanno 10 milioni di abitanti, e a regioni che ne hanno 100 mila. Credo che sia davvero un qualcosa che non porterà benefici ma appesantirà la vita di tutti».
«L’Italia è una parte importante dell’Europa, ma l’immagine di andare a frazionare il Paese in particelle non convince, immaginiamo cosa succederà se accadesse questo. State certi che poi, una volta entrata in vigore l’autonomia differenziata e frazionato il Paese in settori regionali, nel loro interno ci saranno le province più ricche e le province più povere. Cominceranno a dire: ma perché i soldi devono rimanere solo nella regione? Dobbiamo ritornare alle province perché certe province hanno prodotto di più di altre» rileva invece Andrea Prete, presidente di Unioncamere che aggiunge: «il tema mi è sembrato, lo dico serenamente, una cambiale da pagare per il governo».
«È vero che in tutti i decenni che ci hanno preceduto ci sono state delle misure per rilanciare lo sviluppo, per rilanciare le imprese, però queste misure viaggiano molto spesso in una cornice ben definita di quello che è lo sviluppo del Paese. Oggi parliamo di Stati Uniti d’Europa e noi parliamo invece di Stati divisi in Italia, cioè un paradosso veramente di grande dimensione» ha detto invece Costanzo Carrieri, vicepresidente Ficei e presidente del Consorzio Asi di Taranto
«Bisogna – ha continuato – avere una logica e un quadro d’insieme. È vero che molto spesso queste risorse vengono messe a disposizione, a nord con le Zls, le zone logistiche semplificate, al sud con la ZES unica, però è comunque vero che manca un quadro di coesione, manca una strategia, manca una visione di insieme che possa dare al Paese connotati sani, connotati veri, connotati concreti di una politica che possa permetterci di competere non al nostro interno, dove molto spesso siamo costretti ad azzannarci. Ci deve permettere di agire e di confrontarci oltre confine con un mercato certamente globale».
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
La Coordinatrice Provinciale del Movimento 5 Stelle a Salerno, Virginia Villani: “Grande risposta dei cittadini, ora pronti per la sfida del referendum”.
Giovedì mattina, la Coordinatrice Provinciale del Movimento 5 Stelle a Salerno, Virginia Villani, ha consegnato alla CGIL Salerno le migliaia di firme raccolte in tutta la provincia a sostegno del referendum contro l’Autonomia Differenziata.
La campagna, condotta con il supporto dei comitati referendari locali, ha visto una partecipazione straordinaria, anche in piena estate, grazie all’impegno costante dei gruppi territoriali e degli attivisti del Movimento, che hanno organizzato banchetti in diverse località della provincia.
“Siamo estremamente soddisfatti dell’ampia adesione ottenuta. Migliaia di cittadini hanno firmato con convinzione, dimostrando una crescente consapevolezza dell’importanza di mantenere l’unità nazionale” ha dichiarato Villani.
“Le firme raccolte rappresentano un segnale forte e chiaro: la popolazione ha capito i gravi rischi connessi all’Autonomia Differenziata, che rischia di frammentare la gestione di 23 materie fondamentali e che manca delle necessarie coperture finanziarie”.
Secondo Villani e il Movimento 5 Stelle, l’Autonomia Differenziata potrebbe accentuare le disuguaglianze tra le regioni, in particolare in settori chiave come la sanità, dove già esistono forti disparità tra Nord e Sud.
“Abbiamo già visto le conseguenze di una gestione sanitaria disomogenea, con differenze significative nell’accesso alle cure. Non possiamo permettere che questa frammentazione si estenda ad altri settori vitali per i diritti dei cittadini” ha aggiunto Villani.
Con la consegna delle firme, ora la priorità diventa il referendum.
“Questa sarà una sfida cruciale. Continueremo a sensibilizzare i cittadini sugli effetti negativi che questa riforma potrebbe avere e lavoreremo affinché – ha concluso Villani – la maggior parte degli Italiani partecipi al voto per difendere i principi di equità e solidarietà nazionale“.
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La Sindaca di Baronissi, Anna Petta: “L’obiettivo è raccogliere il maggior numero possibile di firme cartacee prima della scadenza del 15 settembre. Le firme online potranno essere raccolte fino al 30 settembre.
Su organizzazione del Circolo Cittadino del Partito Democratico ‘Marcello Torre’, abbiamo fatto un ulteriore passo avanti nella raccolta firme per il Referendum Abrogativo contro l’autonomia differenziata. La raccolta firme ha attirato l’attenzione di persone con diverse sensibilità politiche, comprese quelle vicine al centrodestra, confermando come la proposta di referendum abrogativo stia trovando consenso trasversale. Durante il contatto con i cittadini, è emersa chiaramente la percezione diffusa che l’autonomia differenziata, vista da molti come un progetto politico targato Lega, rappresenti una minaccia all’integrità della Repubblica Italiana. Questo sentimento, condiviso da persone di diverse estrazioni politiche, riflette una preoccupazione profonda e radicata, che vede nell’unità nazionale un valore imprescindibile”: a denunciarlo è la Sindaca di Baronissi, Anna Petta.
“In qualità di Sindaca, sono profondamente preoccupata per gli effetti devastanti che questa legge potrebbe avere sul nostro Paese, aumentando le disuguaglianze e limitando l’accesso ai servizi essenziali come la sanità e l’istruzione. Nonostante il caldo estivo, molti cittadini sono venuti al banchetto per firmare e sostenere la nostra causa. Questo impegno collettivo dimostra quanto sia forte il nostro desiderio di proteggere i diritti di tutti, indipendentemente dalla regione in cui viviamo. L’autonomia differenziata, come proposta dall’attuale governo, rischia di ampliare ulteriormente le disparità tra le regioni italiane. Come Partito Democratico, è prioritario opporsi a questa riforma per salvaguardare l’unità nazionale e garantire equità nell’accesso ai servizi pubblici. Non ci fermeremo; andremo avanti a organizzare eventi e manifestazioni, se necessario, a tutela di un paese che -conclude Petta- possa garantire a tutti i cittadini pari opportunità e pari diritti” .
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Referendum autonomia, anche la Campania ricorre alla Consulta contro la legge Calderoli: “Mina l’eguaglianza dei cittadini”.
La Regione Campania ha notificato alla presidenza del Consiglio il ricorso con il quale chiede alla Corte Costituzionale di dichiarare la illegittimità costituzionale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata.
A sostegno della richiesta, il ricorso si articola in quindici motivi, riferiti sia al procedimento delineato dalla legge per la sottoscrizione delle intese con le singole Regioni sia a contenuti ed effetti delle intese e ai presupposti per l’attribuzione di forme di autonomia più ampie connessi alla determinazione dei Lep. La regione guidata da Vincenzo De Luca è la quarta a muoversi: da inizio agosto hanno già presentato ricorso anche Puglia, Sardegna e Toscana. Intanto il quesito referendario per abrogare la legge sull’autonomia differenziata ha raccolto online oltre 500mila firme, quorum richiesto per proporre referendum di iniziativa popolare, che si sommano a quelle “tradizionali” lasciate dai cittadini ai banchetti.
Secondo la Regione Campania, la legge sull’autonomia differenziata “consente una devoluzione di competenze alle Regioni così ampia e incontrollata, anche in materie riguardanti diritti fondamentali e servizi di civiltà come la sanità, la scuola pubblica, la previdenza integrativa, la protezione civile, da minare la stessa sovranità dello Stato e rompere l’unità nazionale e l’eguaglianza dei cittadini delle diverse aree del Paese”. Inoltre “il ruolo del Parlamento, unico garante dell’unità nazionale e dell’interesse generale, è del tutto svilito, in favore del presidente del Consiglio dei Ministri, al quale viene affidato in esclusiva il potere di limitare l’oggetto delle intese”.
Nel ricorso è sottolineato che “in contrasto con le norme costituzionali, che espressamente subordinano l’autonomia differenziata all’attuazione delle misure perequative previste per il superamento dei divari territoriali e al concreto finanziamento e attuazione dei Lep, la legge contiene mere affermazioni di principio sulla determinazione dei Lep, come confermato dall’espressa previsione di invarianza finanziaria”.
Inoltre “le modalità attuative dell’art. 116, comma 3 della Costituzione adottate dalla legge Calderoli ne tradiscono in realtà lo spirito, in quanto, invece di consentire un decentramento di funzioni in ottica di snellimento e di efficienza, determinano un sistema iniquo, volto a realizzare non un progetto ‘di autonomia, fattispecie lecita, ma più correttamente di secessione, evento illecito, che si colloca fuori dell’ordinamento costituzionale’, come efficacemente segnalato in sede di audizione sul disegno di legge dalla professoressa Giovanna De Minico, ordinaria di diritto costituzionale presso l’Università Federico II di Napoli”.
Infine, si legge nel ricorso presentato dalla Regione Campania alla Corte Costituzionale, “vi è una gravissima violazione del principi di legalità, in quanto l’individuazione dei Lep viene affidata al Governo senza predeterminare alcun principio o criterio direttivo, in contrasto con la Costituzione”, e “si affida l’intesa ad una trattativa con il Governo, mortificando il ruolo delle Conferenze, in violazione del principio di leale collaborazione e impedendo di verificare le ricadute dei singoli percorsi sull’insieme delle Regioni e su tutta la rete delle autonomie locali”.
(Fonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
L’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale al convegno a Napoli alla presenza di eurodeputati provenienti da tutta Europa, tecnici ed esperti.
Lo scrittore Pino Aprile: “O si rispetta la Costituzione o non resta che la secessione”; il costituzionalista Chieffi: “Dopo l’errore della riforma del titolo V, si sta compiendo un altro patto scellerato”.
“Il nostro obiettivo è costituire un tessuto di protezione per tutti i cittadini, a prescindere da dove risiedano. Non è tanto il tema dell’autonomia, ma è quello della differenziazione che viene marcato oggi in Italia, il Paese nel quale si concentra il maggiore divario a livello europeo, non soltanto dal punto di vista territoriale, ma anche storico.
Mentre la Germania è diventata in vent’anni il motore d’Europa proprio riducendo quel divario, in Italia si procede nella direzione opposta e l’autonomia differenziata non farà altro che cristallizzare queste differenze, facendo un Nord sempre più ricco e un Sud sempre più povero”.
Lo ha dichiarato il parlamentare europeo del Gruppo EFA/ALE (Alleanza Libera Europea) e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, nell’aprire i lavori del convegno dal titolo “Autonomia Differenziata ed Equità Territoriale”, al circolo Rari Nantes di Napoli e a cui hanno preso parte il presidente del gruppo EFA/ALE al Parlamento Europeo Jordi Solé, il parlamentare europeo EFA, François Alfonsi, il docente di Diritto Costituzionale Lorenzo Chieffi e lo scrittore e fondatore del Movimento Equità Territoriale Pino Aprile.
“La nostra azione non si esaurisce nella lotta all’autonomia differenziata – ha proseguito Pedicini – ma nella soluzione definitiva della questione meridionale. La presenza di parlamentari europei a Napoli è un segnale importante. Abbiamo trovato in Europa quelle alleanze con quei partiti e quei movimenti europei che condividono le stesse istanze, che sono stati per anni isolati nei rispettivi paesi, ma che oggi possono mettere insieme le proprie forze per un’azione politica sinergica”.
“L’Unione europea è un mosaico di lingue e culture e noi vogliamo che la ricchezza nazionale e linguistica delle varie nazioni possa contare. I nostri strumenti sono la democrazia e i diritti umani. Vogliamo essere uniti, ma preservando le nostre diversità con gli strumenti della democrazia”, ha dichiarato l’europarlamentare Jordi Solé.
“Vogliamo farci portavoce di tutti quei partiti che vogliono affermare l’autodeterminazione e la diversità. Vogliamo ripartire dalla rivendicazione delle diversità per preparare un avvenire diverso, contro ogni oppressione”, ha sottolineato il deputato europeo François Alfonsi.
“La presenza a Napoli di alti rappresentanti del gruppo dei popoli senza Stato è l’ultima chiamata per la salvezza di questo Paese. Un Paese nel quale tutti cittadini non devono più essere obbligati all’emigrazione, alla sottomissione e alla rinuncia dei diritti sanciti dalla Costituzione. Oggi l’Italia è un Paese profondamente razzista. O viene applicata la Costituzione oppure non resta che la secessione”, ha dichiarato lo scrittore Pino Aprile.
“Qualunque legislatore mettesse in discussione i principi di fondo della nostra Carta costituzionale, come l’uguaglianza e la parità di diritti essenziali, determinerebbe una legge illegittima. Dopo l’errore della riforma del titolo V, si sta compiendo un altro patto scellerato con i progetti di legge di federalismo e presidenzialismo. La legge dovrebbe essere l’esito di un dibattito che coinvolga anche le opposizioni, questo è un principio sacro della democrazia. Qui siamo alla dittatura della maggioranza”, sono state le dichiarazioni del professor Lorenzo Chieffi.
(Giuseppe Porzio, Accredited Parliamentary Assistant – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Parlamentari europei, intellettuali ed esperti si confronteranno sul disegno di legge più controverso degli ultimi anni.
L’Europa dei Popoli ha scelto Napoli per affrontare il dibattito sui possibili effetti dell’autonomia differenziata sul Mezzogiorno d’Italia. Parlamentari europei del Gruppo EFA/ALE (Alleanza Libera Europea) provenienti da tutta Europa, politici, esperti e intellettuali si confronteranno sul progetto di legge più controverso degli ultimi anni in Italia.
Sabato 15 aprile 2023, a partire dalle ore 15, al Circolo Rari Nantes di Napoli (Scogliera Santa Lucia, via Partenope 1), si terrà il convegno dal titolo “Autonomia Differenziata ed Equità Territoriale”, organizzato dal parlamentare europeo e segretario nazionale del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini.
All’incontro interverranno:
– Jordi Solé, presidente del gruppo EFA/ALE al Parlamento Europeo;
– François Alfonsi, Parlamentare UE EFA/ALE;
– Adriano Giannola, Presidente SVIMEZ:
– Lorenzo Chieffi, Docente di Diritto Costituzionale;
– Pino Aprile, Scrittore e Fondatore del Movimento Equità Territoriale.
I lavori, introdotti e moderati dal parlamentare UE e organizzatore dell’evento Piernicola Pedicini, a cui saranno affidate le conclusioni, saranno trasmessi in diretta streaming; di seguito il link: https://m.facebook.com/events/1260982301293929/ –
Previsti saluti istituzionali della presidente del Movimento Equità Territoriale Rossella Solombrino.
– Nel corso della mattinata, alle ore 11, in via San Gregorio Armeno a Napoli, la delegazione dei parlamentari europei incontrerà i maestri pastorai e i referenti dell’associazione Botteghe San Gregorio Armeno, per ascoltare le criticità di un settore che rappresenta un patrimonio storico di Napoli e del Paese e farsi portavoce in Europa delle loro istanze.
(Giuseppe Porzio Accredited Parliamentary Assistant – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Autonomia differenziata, le ragioni del “no” al centro della maratona dei diritti, promossa per giovedì da PD e associazioni all’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, con Villone, Viesti, De Giovanni, Esposito, Orlando Misiani, Camusso, Scotto, Sarracino e Maraio.
Previsti dialoghi con Morgillo, Di Nardo, Palladino, Crovella, Cantelli, Iorio, Romano, Di Mauro e Malinconico.
Sgambato: “Il rischio di violare l’art 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza, è altissimo, ed è inaccettabile, soprattutto in un momento di gravissima crisi economica e sociale come quella che stiamo attraversando, innescare ulteriori processi sperequativi. Per giunta l’Italia oggi è alle prese con la gestione del PNRR che richiede procedure più rapide ed efficienti e non ha certo bisogno di ulteriori rischi di conflitti di competenza”.
Le ragioni del No all’Autonomia Differenziata saranno il tema centrale dell’appuntamento con la Maratona dei Diritti di domani, giovedì 13 aprile, presso l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere.
Su iniziativa del Partito Democratico e di diverse associazioni di Terra di Lavoro, a partire dalle ore 16, presso il Ristorante Amico Bio di piazza Primo Ottobre, si ritroveranno i massimi esponenti della sinistra e del mondo associazionistico impegnato a contrastare l’entrata in vigore della riforma fortemente voluta dall’attuale Governo di centrodestra.
Il primo dei tre appuntamenti della Maratona, aperto dai saluti istituzionali del sindaco della città del Foro, Antonio Mirra, e introdotta da Camilla Sgambato, già deputata del Pd, sarà moderato dal giornalista de La Repubblica, Raffaele Sardo, e vedrà la partecipazione di Massimo Villone, presidente del coordinamento per la democrazia costituzionale; di Marco Esposito, giornalista de Il Mattino; di Antonio Misiani, commissario Pd Campania e responsabile Economia nella neo segreteria varata da Elly Schlein; di Susanna Camusso, senatrice e neo commissaria Pd Caserta, e di Enzo Maraio, segretario nazionale del Psi.
Alle ore 18,30, spazio ad una nuova discussione, moderata dal capogruppo Pd in Consiglio provinciale Alessandro Landolfi, con interventi video e da remoto dello scrittore Maurizio De Giovanni, nuovo presidente del Premio Napoli; dell’economista Gianfranco Viesti; di Marco Sarracino, neo responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd; dell’ex Guardasigilli e ministro del Lavoro fino a qualche mese fa, Andrea Orlando; del leader di Articolo Uno, Arturo Scotto.
Seguiranno dialoghi e confronti a più voci, coordinati da Agostino Morgillo, presidente ANPI Caserta, e Francesco Di Nardo, assessore Pd al Comune di Santa Maria C.V, con Lella Palladino del Forum diseguaglianze e diversità e rappresentante della Coop EVA; Virginia Crovella dell’ex Canapificio; Daniele Romano, presidente FISH Campania; Anna di Mauro, presidente associazione Donne Giuriste Italia Sezione Caserta; Roberto Malinconico dell’associazione Melagrana, e Pasquale Iorio de Le piazze del Sapere.
“L’autonomia regionale differenziata, con lo stravolgimento totale della Costituzione Italiana, mette a rischio l’unità nazionale e acuisce le già enormi disparità nei diritti fondamentali dei cittadini, quali quelli all’istruzione, alla mobilità e alla salute. Se passasse il disegno di legge proposto dal ministro Calderoli, peraltro, il Parlamento sarebbe completamente estromesso dal processo di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere garantiti a tutti i cittadini italiani, senza distinzione del luogo in cui sono nati o vivono. Livelli che peraltro devono essere finanziati.
Il rischio quindi di violare l’art 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza, è altissimo, ed è inaccettabile, soprattutto in un momento di gravissima crisi economica e sociale come quella che stiamo attraversando, innescare ulteriori processi sperequativi.
Per giunta l’Italia oggi è alle prese con la gestione del PNRR che richiede procedure più rapide ed efficienti e non ha certo bisogno di ulteriori rischi di conflitti di competenza. Per questa ragione l’opposizione dovrà essere netta e forte”, spiega Camilla Sgambato, già responsabile nazionale Scuola e componente della direzione nazionale del Pd.
Nell’occasione, sarà data la possibilità ai presenti di sottoscrivere la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare avanzata proprio da Villone per cancellare l’autonomia differenziata.
L’iniziativa sarà trasmessa sulla pagina Facebook del Partito Democratico Campania.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)