Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

associazione codici

Costa Toscana a Sanremo, ma -sottolinea ‘Codici’- il caso gastroenterite non è ancora risolto

Nuovo intervento dell’associazione “Codici” in merito ai problemi segnalati per alcune recenti crociere a bordo di Costa Toscana. Si tratta, nello specifico, di casi di gastroenterite, che hanno fortemente penalizzato i viaggiatori, per cui viene richiesto rimborso e risarcimento.

Cambia la nave, ma la musica è la stessa. Lo scorso anno l’associazione Codici segnalava i casi di gastroenterite registrati durante alcune crociere con Costa Smeralda, prossima a trasformarsi in un palco galleggiante per il Festival di Sanremo. A distanza di 12 mesi la storia si ripete. Questa volta le proteste raccolte dall’associazione riguardano la nave Toscana, che sarà protagonista della kermesse canora.

Continuiamo a ricevere segnalazioni – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – per casi di gastroenterite a bordo di Costa Toscana. In un primo momento sembrava che riguardassero soltanto una crociera nel Mediterraneo di fine dicembre, ma il problema sembra più diffuso.

Siamo stati contattati da viaggiatori che hanno contratto il virus anche in viaggi prima di Natale e dopo Capodanno. Stiamo approfondendo la situazione, per verificare il comportamento della compagnia, soprattutto per quanto riguarda due aspetti: il primo è quello relativo alle norme ed alle procedure adottate per prevenire e contenere il virus, il secondo riguarda le comunicazioni fornite ai passeggeri. In merito a quest’ultima questione, alcuni passeggeri hanno riferito di aver appreso del problema della gastroenterite solo dopo l’imbarco.

A tutto questo si aggiunge il tema economico. Chi si è ammalato ha dovuto rinunciare a pacchetti extra già prenotati, per non parlare poi di chi ha effettuato visite mediche a bordo a proprie spese. Sono tutti aspetti che stiamo approfondendo. Alla luce della situazione che si è verificata a causa della gastroenterite, riteniamo che Costa Crociere debba rimborsare e risarcire i passeggeri”.

I passeggeri che hanno effettuato una crociera nel Mediterraneo con Costa Toscana nel periodo delle festività natalizie ed ha dovuto fare i conti con casi di gastroenterite può rivolgersi all’associazione Codici telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Costi alti e vantaggi minimi, Italia in ritardo sulla mobilità elettrica: interviene l’associazione ‘Codici’

Nuova iniziativa dell’associazione “Codici” in merito alla mobilità elettrica, con alcuni dati relativi ai costi di ricarica da cui emerge il ritardo dell’Italia in questo settore. Ad oggi, infatti, l’auto elettrica nel nostro Paese non è una soluzione economicamente vantaggiosa.

È un confronto preoccupante quello tra l’Italia ed altri Paesi europei sulla mobilità elettrica. L’associazione Codici ha preso in esame, in particolare, i costi di ricarica, da cui emerge un divario netto rispetto a Francia, Germania e Spagna.

I costi di ricarica pubblica vedono l’Italia in testa con 0,65 euro/kWh, seguita da Germania (0,21 euro/kWh), Francia (0,18 euro/kWh) e Spagna (0,13 euro/kWh). Un primato che trova conferma, ma con un divario meno netto, nei costi del diesel: Italia con 1,672 euro/litro davanti a Francia (1,670 euro/litro), Germania (1,495 euro/litro) e Spagna (1,455 euro/litro).

Partendo da queste basi e utilizzando come auto tipo una elettrica con consumo medio di 0,2 kWh/km ed una diesel con consumo medio di 17 km/litro, si arriva alla triste realtà sottolineata dall’associazione Codici. Il costo al chilometro dell’auto elettrica con ricarica pubblica vede l’Italia in cima alla classifica con 0,13 euro, nettamente più cara rispetto a Germania (0,042 euro), Francia (0,036 euro) e Spagna (0,026 euro). Tutt’altra storia se si prende in esame il diesel, dove il primato è decisamente meno solitario, anzi condiviso: Italia 0,098 euro come la Francia, a seguire Germania (0,088 euro) e Spagna (0,086 euro).

Quanto conviene, quindi, l’auto elettrica in Italia? Poco, se si calcola anche il tempo necessario per compensare la differenza di costo con una percorrenza annua di 30.000 km. Prendendo come riferimento una tassa automobilistica di 300 euro per il diesel, imposta per cui l’auto elettrica è esente in alcune Regioni, il costo della ricarica pubblica è così elevato che l’auto elettrica non compensa mai la differenza di costo rispetto all’auto diesel. Il risparmio annuale è negativo. Per gli altri Paesi oggetto del confronto, invece, si va dai 9,5 anni della Germania, che segna un risparmio annuale di circa 1.000 euro rispetto al diesel, ai 6,5 anni della Spagna con un risparmio di circa 1.500 euro, passando per i 7,4 anni della Francia che fa segnare un risparmio annuale di circa 1.300 euro. Un ulteriore elemento di riflessione è rappresentato dall’analisi dei costi legati alla ricarica domestica. In questo caso, infatti, l’Italia si rimette in carreggiata con un costo al km che scende a 0,05 euro per un tempo di compensazione di quasi 6 anni ed un risparmio annuale rispetto al diesel di circa 1.700 euro.

Sono diverse le iniziative messe in campo dall’associazione Codici per sensibilizzare i consumatori sul tema della mobilità elettrica nell’ottica dell’economia circolare. Una soluzione che però al momento non appare ancora realmente praticabile, come dimostrano i dati forniti.

In Italia, con le attuali tariffe di ricarica pubblica – afferma Davide Zanon (nella foto), Segretario di Codici Lombardia –, l’auto elettrica non è economicamente vantaggiosa rispetto all’auto diesel, neppure considerando l’esenzione dalla tassa automobilistica. Tuttavia, ricaricando a casa, la situazione cambia: l’auto elettrica diventa più conveniente, con un tempo di compensazione di circa 5,7 anni. Negli altri Paesi europei considerati, anche con la ricarica pubblica l’auto elettrica può essere vantaggiosa nel lungo termine. Ciò è dovuto ai costi più bassi per kWh e ad una politica più chiara ed incentivante sulla mobilità elettrica. Mentre in Italia si critica la mobilità elettrica, denunciando costi sociali dovuti alla riconversione delle aziende automobilistiche usando i dati di acquisto delle auto elettriche come scusante per questa mancata riconversione, non si dice che in realtà si fa di tutto per disincentivarla, ignorando il vero ostacolo alla riconversione che è il costo di ricarica. Con questa semplice analisi abbiamo voluto mostrare come l’acquisto di un’auto elettrica ad oggi sia un investimento a perdere. Bisognerebbe farla finita con le critiche ai consumatori, perché sono basate sul nulla”.

L’Italia, dunque, deve cambiare marcia se non vuole rimanere indietro. “La convenienza dell’auto elettrica in Italia è fortemente condizionata dal costo della ricarica pubblica – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e dalla mancanza di una strategia chiara da parte del Governo sulla transizione verso la mobilità elettrica. Questa incertezza disincentiva l’acquisto di veicoli elettrici, a differenza di altri Paesi europei dove la transizione è più definita e sostenuta da politiche incentivanti e infrastrutture efficienti. L’Italia rischia di rimanere indietro in un settore cruciale per la sostenibilità ambientale e la competitività economica”.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Polizze ‘Fwu Life’: dall’associazione ‘Codici’ verifiche e assistenza per i risparmiatori che rischiano

Nuova iniziativa dell’associazione Codici in merito al caso della compagnia assicurativa lussemburghese “Fwu Life”, che sta provocando grande preoccupazione tra i circa 100mila risparmiatori italiani per il timore di vedere andare in fumo i propri sold: il fallimento del piano di salvataggio della società agita il settore assicurativo.

Migliaia di risparmiatori stanno seguendo con apprensione gli ultimi sviluppi relativi alla compagnia Fwu Life Insurance Lux Sa.

Nei giorni scorsi l’Autorità di vigilanza lussemburghese, il Commissariat aux Assurances, ha decretato il fallimento del piano di salvataggio. Non solo.

La Caa ha anche presentato al Tribunale del Lussemburgo una domanda di scioglimento e messa in liquidazione coatta dell’impresa.

L’associazione Codici ha attivato i suoi Sportelli per fornire tutta l’assistenza necessaria ai risparmiatori coinvolti in una situazione che sta provocando grande agitazione per via del timore di vedere andare in fumo i propri soldi.

La preoccupazione è comprensibilmente tanta – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e molti si stanno chiedendo cosa ne sarà dei propri risparmi. Stando alle prime stime, il fallimento della Fwu Life coinvolgerebbe circa 100mila risparmiatori italiani ed il controvalore delle polizze sarebbe di circa 300 milioni di euro.

Le polizze sono congelate e non si possono riscattare. In attesa di ulteriori aggiornamenti ed anche di comunicazioni da parte di Ivass, il nostro consiglio è quello di verificare la propria posizione nei confronti della compagnia, se necessario con l’aiuto di un esperto o di un legale vista la delicatezza e la complessità della situazione.

Come associazione ci siamo naturalmente attivati per raccogliere le segnalazioni dei risparmiatori e fornire assistenza”.

Di seguito la comunicazione dell’Autorità di vigilanza lussemburghese del 22 gennaio

Il 19 luglio 2024, il Commissariat aux Assurances (CAA), è stato informato dalla società di assicurazioni FWU Life Insurance Lux S.A. (di seguito: la “società”) di non rispettare più i requisiti normativi relativi alla copertura del requisito patrimoniale minimo (MCR), del requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) e della copertura delle passività assicurative con attività rappresentative ammissibili.

Di conseguenza, conformemente all’articolo 124, paragrafo 3, della legge del 7 dicembre 2015, sul settore assicurativo (LSA), così come modificato, la società era tenuta, nell’ambito di un piano di risanamento, ad adottare le misure necessarie a ripristinare, entro sei mesi da tale constatazione, vale a dire entro il 19 gennaio 2025, i fondi propri di base ammissibili almeno al livello dell’SCR, o a ridurne il profilo di rischio al fine di garantire il rispetto dell’SCR. Anche la copertura delle passività assicurative mediante attività rappresentative ammissibili, conformemente ai requisiti di cui all’articolo 117 dell’LSA, doveva essere garantita entro il 19 gennaio 2025.

In considerazione di una serie di incertezze, CAA non è in grado di trarre conclusioni sulla copertura del requisito patrimoniale di solvibilità alla data della presente pubblicazione.

Alla data di tale pubblicazione, CAA deve constatare che il periodo di sei mesi concesso alla Società non ha consentito a quest’ultima di ripristinare la copertura degli impegni assicurativi con attività rappresentative ammissibili.

Pertanto, CAA deve concludere che il piano di risanamento della società è un fallimento.

CAA informa il pubblico che, alla data della presente pubblicazione, ha presentato una domanda di scioglimento e liquidazione giudiziaria contro la società presso il Tribunal d’arrondissement de Luxembourg.

Tuttavia, CAA desidera sottolineare che il fallimento del piano di risanamento non ha un effetto immediato, né sul blocco dei valori rappresentativi delle riserve tecniche presso gli istituti depositari deciso da CAA, né sul procedimento giudiziario di sospensione del pagamento, in cui la Società si trova dal 2 agosto 2024, e che rimarrà in vigore fino all’adozione di una decisione giudiziaria.

Nel frattempo, ad inizio dicembre il Tribunale di Monaco ha disposto l’apertura di una procedura di insolvenza nei confronti della Fwu Ag, la società madre dell’impresa di assicurazione Fwu Life Insurance Lux Sa.

I risparmiatori che hanno sottoscritto una polizza con la compagnia Fwu Life Lux possono richiedere assistenza all’associazione Codici per verificare la propria posizione telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 o scrivendo un’e-mail a segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli– Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

S. Mauro Cilento. L’ambulanza tarda e la malata muore: ‘Codici’ interviene per malasantà presunta

Nuova iniziativa dell’associazione Codici in merito ad un caso sospetto di malasanità avvenuto a San Mauro Cilento in provincia di Salerno, dove una donna ha atteso quasi 2 ore l’arrivo di un’ambulanza, per perdere poi la vita pochi giorni dopo in ospedale.

Codici: Giallo malasanità a San Mauro Cilento, dove una 52enne è morta in ospedale dopo aver atteso i soccorsi per quasi 2 ore: chiediamo chiarezza

Con un esposto alla Procura della Repubblica ed un’istanza di qualificazione in qualità di persona offesa, le associazioni Codici e Codici Salute intervengono sul caso sospetto di malasanità che ha profondamente scosso la comunità di San Mauro Cilento in provincia di Salerno.

È la tarda mattinata del primo gennaio quando la 52enne Anna Materazzi accusa un malore mentre assiste in chiesa alla funzione religiosa di Capodanno.

Il marito chiede assistenza alla Guardia Medica, contattando sia quella di San Mauro Cilento che quella della vicina Acciaroli. Stando al racconto dei familiari, in entrambi i casi i turni sarebbero risultati scoperti a causa dell’assenza di medici.

Una prima ambulanza sarebbe giunta da Santa Maria di Castellabate con solo un infermiere a bordo, privo degli strumenti necessari per fornire un’assistenza efficace.

Solo dopo circa 90 minuti sarebbe giunta un’automedica attrezzata, proveniente da Vallo della Lucania e con un medico a bordo. Da lì il trasporto presso l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, dove la donna è morta dopo cinque giorni di agonia.

In attesa dell’arrivo dei soccorsi – dichiara Massimo Carleo (nella foto), Segretario di Codici Salerno – e dell’ambulanza in grado di fornire un’assistenza efficace, le condizioni della donna si sono aggravate. Gli interrogativi sono tanti, così come i dubbi per una piccola comunità lontana dai presidi sanitari. Non possiamo fare a meno di chiederci se sarebbe stato possibile salvare la vita alla signora in presenza di un soccorso tempestivo. Non è accettabile che una persona muoia così, a causa della mancanza di cure e assistenza medica appropriate. Di fatto, questo significa negare un diritto costituzionale, qual è quello alla salute, sulla base della semplice appartenenza geografica ad un territorio scarsamente servito da ambulanze e ospedali. Confidiamo nel lavoro degli inquirenti affinché venga fatta luce su questa tragica vicenda, accertando le cause della morte e le eventuali responsabilità dei medici coinvolti”.

L’associazione Codici è impegnata in un’attività di tutela dei cittadini anche in campo sanitario.

È possibile segnalare casi di malasanità telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Money Muling’: nuova truffa su social e app di messaggistica istantanea, allerta dell’associazione ‘Codici’

Nuovo intervento dell’associazione Codici in merito a una truffa che sta spopolando su social e app di messaggistica istantanea: il Money Muling.

 

Nella seguente nota alcune utili informazioni sul meccanismo della frode ed i consigli per non cadere in una trappola che ha anche dei gravi risvolti sul piano penale.

 

Come riconoscere le offerte di lavoro false e non diventare complici dei criminali

Si scrive Money Muling, si legge riciclaggio di denaro illecito. È una truffa che circola su social, app di messaggistica istantanea ed e-mail, e su cui l’associazione Codici invita a prestare la massima attenzione per non cadere in trappola e finire nei guai.

Il meccanismo è semplice – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e l’esca è la solita promessa di guadagni facili. Rispetto ad altre frodi, però, con il Money Muling la vittima rischia grosso, perché si trova di fatto ad essere complice dei criminali.

È per questo che invitiamo i consumatori a fare attenzione ai messaggi che circolano sempre più numerosi e che nascondono situazioni molto pericolose. Non bisogna aprire un conto corrente su richiesta di qualcuno appena conosciuto o farlo utilizzare da altre persone. Non ci si deve lasciar ingannare da promesse di soldi facili.

E se c’è il sospetto di essere coinvolti in questa truffa, bisogna interrompere subito i trasferimenti di denaro ed avvisare la propria banca e le forze dell’ordine”.

Lo schema della truffa prevede un contatto iniziale in cui viene proposto l’affare: trasferire del denaro utilizzando il proprio conto corrente in cambio di un profitto. Può avvenire, ad esempio, facendo un lavoro da casa, che non richiede un impegno gravoso, competenze ed esperienza.

Per svolgerlo viene richiesta la disponibilità di operare trasferimenti di denaro. I money mules offrono così la propria identità per l’apertura di nuovi conti correnti o mettono a disposizione il proprio, su cui viene versato il denaro che poi dovranno trasferire ai criminali, che in cambio pagano una provvigione. Soldi facili e sicuri, un’operazione che anche altri hanno già fatto senza problemi: così viene descritto il lavoro da svolgere, per convincere la vittima.

Di fronte ad annunci di lavoro che non prevedono competenze particolari o esperienza, che descrivono in maniera generica il compito da svolgere e, soprattutto, che richiedono l’utilizzo del proprio conto corrente o l’apertura di uno nuovo a proprio nome per effettuare transazioni di denaro è necessario fare molta attenzione.

Bisogna diffidare dalle promesse di soldi facili e, se si cade in trappola, è fondamentale denunciare.

L’associazione Codici fornisce aiuto alle vittime di truffe come quella del Money Mules.

È possibile richiedere assistenza telefonando al numero 065571996, inviando un messaggio WhatsApp al numero 3757793480 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Giustizia. L’associazione ‘Codici’ denuncia: ‘La magistratura vuole affossare le azioni di classe’

La condanna dei ricorrenti nell’azione di classe contro il Ponte sullo Stretto al pagamento di cifre astronomiche è un segnale chiaro e allarmante dell’orientamento della magistratura ad inibire l’uso delle azioni collettive.

C’è un orientamento preoccupante da parte della magistratura nei confronti delle azioni di classe.

Questo il giudizio che l’associazione Codici esprime sulla scia della sentenza emessa dal Tribunale delle Imprese di Roma in merito all’azione inibitoria collettiva promossa da 104 cittadini contro la costruzione del Ponte sullo Stretto.

Senza intervenire nel merito dell’iniziativa legale, l’associazione Codici evidenzia il significato e le conseguenze della condanna alle spese legali disposta per i ricorrenti.

“Stiamo registrando ormai da tempo nei vari Tribunali d’Italia – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – un orientamento volto, di fatto, a scoraggiare il ricorso alla class action da parte dei cittadini. Non vorremmo ci fosse un disegno specifico. È un timore che viene alimentato da sentenze come quella del Tribunale delle Imprese di Roma, in cui si condannano i ricorrenti al pagamento di circa 240mila euro di spese legali.

In questo modo la magistratura affossa le azioni di classe. Un comportamento gravissimo, anche perché in netto contrasto con la normativa e con l’orientamento europeo.

È bene considerare un aspetto, ovvero il parametro con cui vengono stabilite le spese da liquidare: quando c’è un rigetto, si calcola il valore della causa, mentre quando c’è un accoglimento, si considera il valore reale della causa.

Capita così che i cittadini vincano in aula ottenendo somme che a volte non coprono nemmeno le spese sostenute oppure, come in questo caso, che perdano ritrovandosi schiacciati dal pagamento di cifre astronomiche.

È un’ingiustizia. Siamo preoccupati e riteniamo che il Ministero della Giustizia debba intervenire per tutelare i cittadini”.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Crociera di Natale con la gastroenterite’: interviene Costa Crociere dopo la denuncia di ‘Codici’

Riportiamo di seguito le precisazioni dell’ufficio stampa di Costa Crociere, in merito all’articolo Crociera di Natale con la gastroenterite: ‘Codici’ e i passeggeri di ‘Costa Toscana’ chiedono indennizzi – Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta :

“La salute dei nostri ospiti e dell’equipaggio è la massima priorità per Costa Crociere. A bordo di Costa Toscana, così come su tutte le altre navi della flotta, adottiamo misure avanzate per garantire i più alti standard di igiene e sicurezza sanitaria. I controlli sono costanti, e le procedure di sicurezza sanitaria e alimentare sono rigorose e ampiamente applicate, in conformità con le normative vigenti a terra e nel rispetto delle disposizioni delle autorità competenti.

Nella seconda metà di dicembre 2024, alcuni ospiti a bordo di Costa Toscana hanno segnalato sintomi di lieve malattia gastrointestinale all’ospedale di bordo. In base al protocollo, abbiamo prontamente intensificato ulteriormente le misure igieniche a titolo precauzionale”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Codici’: un altro Tribunale discrimina un padre separato mandando in frantumi una famiglia

Nuova iniziativa dell’associazione “Codici” in merito alla difficile situazione che vivono tanti padri separati, con la testimonianza di un papà vittima di un’ingiustizia. Un racconto che assume i toni di uno sfogo triste e amaro, che l’associazione Codici ha deciso di condividere, mantenendo l’anonimato dell’uomo per tutelare le persone coinvolte, al fine di richiamare l’attenzione su un tema che merita un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni e un cambio di rotta da parte dei giudici.

La storia di un papà che ha perso il rapporto con un figlio a causa di una sentenza che ignora il diritto alla bigenitorialità

Un rapporto rovinato, un legame praticamente spezzato da una sentenza ingiusta. È la testimonianza raccolta dall’associazione Codici, da anni impegnata in un’attività di assistenza dedicata ai padri separati in difficoltà attraverso la campagna “Voglio papà”. Protagonista di questa storia un padre che vive in Germania insieme ad uno dei due figli quasi maggiorenne, mentre il secondo, di qualche anno più piccolo, vive con la madre in Italia, lontano non solo dal punto di vista geografico ma anche affettivo.

Alcuni anni fa – racconta il papà – mia moglie decise di separarsi e di rientrare in Italia insieme ai nostri figli. Il più grande pochi mesi dopo è tornato in Germania per proseguire gli studi e tuttora viviamo insieme. Due anni dopo da quella decisione, con mia moglie ci presentiamo in Tribunale ed il giudice ci autorizza a vivere separati, affidando il figlio minore a lei in Italia e quello maggiore a me in Germania, riconoscendo il diritto di entrambi a vedere e tenere con sé il figlio affidato all’altro genitore quando lo avrebbero voluto, compatibilmente con gli impegni scolastici del minore. Nella sentenza di primo grado della primavera del 2023 ed in quella di secondo grado dell’autunno 2023 viene stabilito che posso incontrare in Italia tutte le volte che voglio mio figlio, mentre quest’ultimo può recarsi in Germania solo se c’è l’accordo con la madre.

Sin dal primo provvedimento del 2019 il Tribunale non ha mai disciplinato in modo appropriato il rapporto di bigenitorialità e di fratellanza, limitandosi a prediligere esclusivamente il consenso della madre a far trascorrere al figlio minore le vacanze scolastiche estive con me dove è nato e cresciuto, tra l’altro nella palazzina dove abito ancora oggi e dove è conosciuto dagli altri inquilini.

Il comportamento del Tribunale ha aumentato i contrasti con mia moglie, che di volta in volta si è sempre opposta a farmi avere mio figlio per l’estate. Dal canto mio, le due settimane di ferie non sono mai state sufficienti ad instaurare in Italia un legame affettivo con il bambino. I rapporti sono diventati piuttosto freddi. Mio figlio si dimostra ritroso a comunicare con me e con il fratello, ed è arrivato al punto di odiare la Germania. Se il Tribunale avesse stabilito le regole da osservare per la permanenza del minore presso i rispettivi genitori durante l’anno, credo che i rapporti con mio figlio sarebbero stati più intensi, senza arrivare a odiare per alienazione l’ambiente paterno”.

Questo il racconto del papà. Uno sfogo triste e amaro che l’associazione Codici ha voluto condividere pubblicamente, mantenendo l’anonimato dell’uomo per proteggere la privacy delle persone coinvolte, per denunciare le tante, troppe storie di ingiustizia che colpiscono i padri separati, con conseguenze devastanti anche per i figli.

Ci troviamo di fronte all’ennesima ingiustizia ai danni dei padri separati – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e ad un Tribunale, in questo caso quello di Lecce, che non ha osservato il diritto di bigenitorialità. Se fosse stato applicato, non si sarebbe arrivati ad una situazione del genere. La decisione del Tribunale ha avuto effetti pesantissimi, di fronte ai quali non si può rimanere impassibili. Sono situazioni inaccettabili, che continueremo a contrastare nella speranza che le istituzioni intervengano per tutelare anche i papà, rendendo la bigenitorialità un vero diritto”.

L’associazione Codici è impegnata da anni in un’attività di assistenza dedicata ai padri separati in difficoltà attraverso la campagna “Voglio papà”.

È possibile segnalare il proprio caso e richiedere aiuto telefonando al numero 065571996 o inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Crociera di Natale con la gastroenterite: ‘Codici’ e i passeggeri di ‘Costa Toscana’ chiedono indennizzi

Nuova iniziatva dell’associazione Codici in merito ad una crociera “da incubo” che si è svolta nel periodo delle festività natalizie: nello specifico, si tratta di una crociera nel Mediterrano con “Costa Toscana” segnata da casi di gastroenterite, segnalati da diversi passeggeri che chiedono rimborsi e risarcimenti.

Mentre continuano le adesioni alla class action avviata per la crociera nei fiordi dell’agosto 2023 con la nave Firenze, una nuova vacanza targata Costa Crociere finisce all’attenzione dell’associazione Codici.

Nei giorni scorsi sono state registrate alcune segnalazioni in merito ad una crociera di fine dicembre nel Mediterraneo a bordo di Costa Toscana segnata da problemi di natura sanitaria.

Dalle testimonianze che stiamo raccogliendo – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, nella vacanza programmata nel periodo natalizio si sarebbero registrati numerosi casi di gastroenterite. Alcuni passeggeri che si sono imbarcati il 20 dicembre hanno raccontato di non aver ricevuto alcuna informazione preventiva sulla situazione a bordo.

Solo quando sono saliti a bordo hanno trovato un comunicato del capitano, datato 17 dicembre, in cui si mettevano al corrente i passeggeri dei casi di gastroenterite.

Il personale indossava la mascherina, a dimostrazione della gravità della situazione. Nonostante le rassicurazioni da parte della direzione, il virus avrebbe colpito molti crocieristi. C’è chi ha passato il Natale in isolamento in cabina, chi ha dovuto rinunciare a pacchetti extra senza ricevere alcuna forma di indennizzo.

Stiamo approfondendo la vicenda per capire se la compagnia ha fatto tutto il necessario per fronteggiare la situazione sanitaria, per informare in maniera tempestiva i passeggeri di quello che si stava verificando a bordo e delle opzioni a disposizione, per fornire l’assistenza necessaria e per garantire le varie forme di risarcimento previste in questi casi dal Codice del Turismo.

Dalle segnalazioni finora ricevute emergono alcune criticità per cui riteniamo necessario il riconoscimento da parte di Costa Crociere di un rimborso e di un risarcimento danni da vacanza rovinata”.

Intanto, come detto, proseguono le adesioni alla class action per la crociera “7 Giorni da Kiel” con Costa Firenze che si è svolta dal 4 all’11 agosto 2023. L’iniziativa legale è stata dichiarata ammissibile dal Tribunale di Genova. In questo caso la problematica riguarda la cancellazione di due tappe con annessa visita dei fiordi norvegesi, fulcro del pacchetto turistico.

La modifica peggiorativa dell’itinerario e la mancata informazione ai passeggeri da parte della compagnia del diritto ad ottenere una riduzione del prezzo pagato hanno portato l’associazione Codici ad avviare un’azione volta all’ottenimento della riduzione del prezzo pagato per l’acquisto del biglietto, del risarcimento del danno da vacanza rovinata e del risarcimento del danno subito per le comunicazioni fornite da Costa Crociere.

Sul sito www.codici.org è disponibile il form per aderire alla class action.

I passeggeri che si trovavano a bordo di Costa Toscana nella crociera natalizia in cui si sono registrati casi di gastroenterite possono mettersi in contatto con l’associazione Codici telefonando al numero 065571996 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org per segnalare il proprio caso e ricevere assistenza al fine di richiedere un indennizzo.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Codici’, l’associazione denuncia: ‘Padri separati, il Natale degli invisibili discriminati dalla Magistratura’

Nuovo intervento dell’associazione Codici in merito alla realtà difficile dei padri separati, che diventa ancora più complicata in un momento particolare come quello delle festività natalizie. 

Mentre le case si riempiono di luci e gli alberi di Natale brillano, migliaia di padri vivono l’amarezza di un distacco che va oltre la separazione: la perdita progressiva del rapporto con i propri figli. Una realtà che l’associazione Codici conosce e segue da anni con la campagna “Voglio papà” e che assume contorni tristi ed amari con l’approssimarsi delle festività natalizie.

Secondo i dati Istat più recenti – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – in Italia le separazioni legali nel 2023 sono state circa 82mila, con un ridimensionamento della componente consensuale, che fa registrare quasi -11%.

Numeri che si accompagnano all’impatto sui rapporti genitori-figli. Nella maggioranza dei casi di separazione emerge una criticità nel mantenimento di relazioni equilibrate tra figli e genitori non conviventi. Molti padri separati raccontano di difficoltà oggettive nel mantenere contatti stabili con i propri figli e di grandi sofferenze a causa del peso dell’assegno di mantenimento.

Sono sempre più frequenti le storie di papà costretti a dormire in auto perché non possono permettersi un affitto e questo incide anche sul rapporto con i figli, perché gli incontri non possono avvenire nell’ambiente confortevole di una casa ma, ad esempio, in quello più asettico e meno intimo di un centro commerciale.

ùIl periodo natalizio diventa emblematico di questa ferita sociale: tavole imbandite dove manca un posto, regali acquistati ma mai consegnati, telefonate brevi e controllate, abbracci rimandati e ricordi sbiaditi. Non si tratta solo di una questione giuridica, ma di un profondo squilibrio culturale che necessita di un cambio di rotta da parte dei giudici, che troppo spesso provocano danni gravi con le loro sentenze a senso unico.

La Magistratura ha una responsabilità importante in questa situazione.

Sono i magistrati che, violando il principio di parità, determinano questa gravissima discriminazione nei confronti dei padri. Sono scelte frutto di pregiudizi, con la consapevolezza di voler punire il padre anche quando è vittima della separazione”.

Al tema delle separazioni è dedicata la nuova puntata di Talk!, la trasmissione a cura dell’associazione Codici.

In collegamento il professor Marino Maglietta, estensore del testo alla base della legge 54/2006 e ideatore dell’affidamento condiviso, ed Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici.

Oltre ad una riflessione sulle conseguenze nel quotidiano delle separazioni, tra responsabilità e doveri di genitori e giudici, spazio anche ad un’analisi del ruolo e dell’azione dei Servizi Sociali, più volte oggetto di pesanti critiche.

Appuntamento giovedì 19 dicembre alle ore 17:30 sul canale YouTube (https://www.youtube.com/@CODICIofficial) e sulla pagina Facebook di Codici (https://www.facebook.com/CODICIassconsum).

Le puntate di Talk! sono disponibili sul canale YouTube di Codici insieme ad altri video sulle iniziative che vedono protagonista l’associazione.

Tornando alla questione delle separazioni, l’associazione Codici è impegnata da anni con la campagna “Voglio papà” in un’attività di assistenza dedicata ai padri separati in difficoltà.

È possibile segnalare il proprio caso e richiedere aiuto telefonando al numero 065571996 o inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Acquisti natalizi, le dritte dell’associazione ‘Codici’: regali che rispettano il Pianeta per un Natale green

Nuovo intervento in favore dei consumatori dell’associazione Codici dedicato al Natale ed ai regali, con un invito alla riflessione per scelte consapevoli nel rispetto della sostenibilità.

Questo Natale la vera magia sta nella sostenibilità. Sempre più consumatori scelgono regali che non solo portano gioia, ma contribuiscono anche alla tutela dell’ambiente. Ecco allora alcune proposte dell’associazione Codici per un Natale all’insegna dell’eco-compatibilità.

Partiamo dalla cura della persona su cui ricade spesso la scelta del regalo. Si possono scegliere linee di prodotti biologici e sostenibili come cofanetti di cosmetici vegani certificati, kit di prodotti per l’igiene completamente plastic free, oli essenziali biologici per aromaterapia, maschere viso e corpo con ingredienti 100% naturali oppure profumi realizzati con oli essenziali biologici.

È possibile anche optare per prodotti artigianali e locali per valorizzare l’economia circolare. Pensiamo ai prodotti alimentari a km zero, ad oggetti realizzati da artigiani locali oppure a borse ed accessori realizzati da cooperative di artigiani, capi di abbigliamento in fibre naturali prodotti da piccole realtà o prodotti fatti a mano creati con materiali di recupero.

Chiudiamo con i regali eco-friendly. Sono soluzioni che riducono l’impatto ambientale come, ad esempio, borracce riutilizzabili in acciaio, magari aggiungendo un’incisione personalizzata, zaini e borse create con materiali riciclati come plastica recuperata dagli oceani, cancelleria realizzata con materiali di recupero come matite di carta riciclata e quaderni con copertine sostenibili.

Scegliere regali sostenibili significa prestare attenzione non solo alla persona cara, ma anche al nostro Pianeta. I regali sostenibili riducono l’impatto ambientale, dimostrano attenzione verso l’ambiente, promuovono un consumo consapevole, supportano economia locale e artigianato. Un gesto d’amore che va oltre il singolo momento, abbracciando una visione più responsabile del consumo.

Questo comunicato stampa rientra nell’ambito del progetto LE.S.S. LEarn Sustainable circular economy Strategies! MLPS – Iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi dell’art. 72 del D Lgs 3 luglio 2017, n. 117 – ANNO 2023 – Avviso N.2/2023.

(Francesco Serangeli– Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Roma. ‘Class Action’ contro Enel Energia presentata al Tribunale da numerosi sodalizi di tutela

Iniziativa congiunta delle associazioni Codici, Adusbef, Assoutenti, CTCU e Confconsumatori in merito alla class action contro Enel Energia. L’azione legale è stata presentata al Tribunale di Roma, le adesioni sono ancora aperte.

Contestate le modifiche unilaterali dei contratti con pesanti aumenti delle bollette e chiesto il rimborso per i consumatori delle maggiori somme pagate.

Le associazioni dei consumatori Adusbef, Assoutenti, Codici, CTCU e Confconsumatori hanno depositato una formale class action contro Enel Energia Spa dinanzi al Tribunale di Roma. Al centro dell’azione legale la mancata comunicazione agli utenti in merito alle modifiche delle condizioni tariffarie per le forniture di luce e gas. La società avrebbe omesso di informare correttamente i propri clienti dei rincari dei prezzi in bolletta, con la conseguenza che nel periodo luglio 2023 – aprile 2024 centinaia di migliaia di famiglie hanno ricevuto fatture con importi molto più alti, costringendole ad esborsi in alcuni casi quadruplicati o quintuplicati rispetto al passato.

“Risulta che a partire da luglio 2023 – si legge nell’atto presentato dalle associazioni dei consumatori – Enel Energia Spa abbia unilateralmente modificato le condizioni economiche previste dai contratti di fornitura gas ed energia elettrica in corso con milioni di propri clienti ovvero rinnovato le condizioni economiche dei contratti in scadenza, in entrambi i casi  con applicazione di tariffe sensibilmente più gravose per l’utenza coinvolta, senza di ciò dare alle propria controparti contrattuali adeguata informativa e privandole pertanto della possibilità di esercitare il diritto di recesso, come previsto dalla Legge e dalle Condizioni Generali di Contratto. L’articolo 13 del Codice di Condotta Commerciale prevede l’obbligo per il fornitore di comunicare ai clienti finali interessati la modifica delle condizioni contrattuali per mezzo di un’apposita informativa scritta che riporti in intestazione la dicitura ‘Proposta di modifica unilaterale di contratto’ ovvero ‘Proposta di rinnovo delle condizioni economiche con modifica delle medesime condizioni’. Nel caso delle variazioni unilaterali, tali informazioni non possono comunque essere riportate all’interno della bolletta o trasmesse congiuntamente alla stessa quando la modifica si traduca in un aumento dei corrispettivi. Si tratta, con tutta evidenza, di una previsione ad ulteriore tutela del cliente finale contrattualmente più debole, affinché sia data specifica evidenziazione ad una informazione così rilevante. L’articolo 13 citato stabilisce, infine, che le suddette comunicazioni devono essere trasmesse ai clienti interessati in modo tale che le stesse pervengano loro con un preavviso non inferiore a tre mesi, di modo che questi possano godere di un congruo lasso di tempo per valutare se accettare la modifica proposta ovvero recedere dal contratto. Inoltre, le suddette comunicazioni telematiche, per il modo stesso in cui erano congegnate nonché per il loro concomitante contenuto pubblicitario, peraltro senza che né l’oggetto né l’intestazione dessero adeguata evidenza al suo reale contenuto, erano idonee a far ‘scattare’ i filtri antispam della gran parte dei server di posta elettronica, così di fatto frapponendo un ulteriore ostacolo al loro effettivo raggiungimento del destinatario.  La condotta di Enel Energia è con tutta evidenza idonea a condizionare indebitamente la propria clientela nell’esercizio di un proprio diritto, inducendola a subire ingiustificatamente l’applicazione di forti maggiorazioni del prezzo dell’energia elettrica e gas, significativamente più gravose di quelle precedentemente vigenti, che invece avrebbero potuto essere evitate qualora la preventiva informativa scritta fosse stata correttamente loro trasmessa”.

Per questi motivi Adusbef, Assoutenti, Codici, CTCU e Confconsumatori hanno chiesto al Tribunale di Roma di:

– ordinare che la società adotti le misure idonee ad eliminare o ridurre gli effetti delle violazioni accertate e di inviare una comunicazione scritta a tutta la propria clientela, inclusa quella relativa a rapporti estinti, con la quale informa la stessa del diritto ad ottenere l’applicazione delle condizioni contrattuali previgenti;

– ordinare il ricalcolo degli importi dovuti dai propri clienti, secondo le condizioni contrattuali antecedenti rispetto alle variazioni unilaterali illegittimamente imposte, conseguentemente rimborsando quanto da ciascuno versato in eccedenza;

– condannare la società al pagamento, in favore di ciascun consumatore che aderirà all’azione, di 200 euro a titolo di risarcimento del danno subìto per effetto della pratica commerciale scorretta posta in essere.

Tutti i consumatori interessati possono ancora aderire all’iniziativa legale attraverso le apposite pagine pubblicate sui siti delle associazioni.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Codici’ tutela i consumatori danneggiati: azioni legali contro Booking.com per i rimborsi negati

L’agenzia di viaggi deve rispondere alle richieste di assistenza in caso di problemi con la prenotazione.

Tra le tante offerte del Black Friday che imperversano ormai da settimane ce ne sono alcune che riguardano anche i viaggi. In molti sono tentati di acquistare un biglietto per un volo o un treno per regalarsi qualche giorno di svago in occasione delle festività natalizie. Anche in questo caso l’associazione Codici invita a prestare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la prenotazione dell’hotel, segnalando un problema riscontrato con una nota agenzia di viaggi online.

Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – riguardanti delle difficoltà registrate da viaggiatori che hanno effettuato una prenotazione su Booking.com.

Ci siamo attivati per verificare la correttezza dell’operato della società, che non sembrerebbe tutelare sempre i clienti. La questione principale riguarda l’assistenza che l’agenzia fornisce nel momento in cui si verifica un problema tra il viaggiatore e la struttura ricettiva.

Nei casi che ci sono stati segnalati, in estrema sintesi Booking.com non ha fornito risposte efficaci oppure ha scaricato la responsabilità sull’hotel tirandosi fuori dalla controversia.

Parliamo dell’impossibilità di fare il check-in nell’orario richiesto con il rifiuto della struttura a riconoscere il rimborso ai viaggiatori, costretti a prenotare un’altra struttura, di tasse e spese extra rispetto a quelle indicate nell’offerta, con il conseguente pagamento di un prezzo superiore a quello previsto.

E poi ci sono le situazioni in cui la struttura si rivela inferiore dal punto di vista qualitativo rispetto a quanto pubblicizzato, anche per i servizi offerti.

Tutte situazioni su cui, a nostro avviso, Booking.com dovrebbe garantire un supporto migliore ai clienti, sia nelle fasi di prenotazione e soggiorno sia in quella successiva riguardante la richiesta di rimborso.

È per questo che abbiamo avviato un’iniziativa per tutelare chi ha avuto problemi con Booking.com, affinché l’agenzia di viaggi online riconosca quanto dovuto al cliente”.

L’associazione Codici fornisce assistenza legale in caso di problemi con la prenotazione effettuata su Booking.com per quanto riguarda, ad esempio, spese non previste, qualità e servizi della struttura inferiori a quanto pubblicizzato, assistenza carente o assente.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Voli aerei e disagi per l’utenza, interviene l’associazione ‘Codici’: ‘Ryanair e le altre, quando il check-in online non decolla’

Nuova iniziativa dell’associazione “Codici” in merito all’azione legale avviata per tutelare i passeggeri che non hanno potuto effettuare il check-in online con Ryanair a causa del malfunzionamento del servizio. Un problema che sembra interessare anche altre compagnie, come Iberia.

Grazie all’attività dell’Agcm, Ryanair rimborserà i consumatori per i costi extra del check-in. Così titolava la nota con cui nei giorni scorsi la stessa Autorità ha annunciato gli impegni assunti dalla compagnia alla luce di alcune criticità legate all’utilizzo della procedura online. Un intervento ritenuto insufficiente dall’associazione Codici, perché gli impegni riguardano il periodo 2021-2023 ma ancora oggi continuano le segnalazioni dei passeggeri per problemi con il check-in online.

C’è chi non è riuscito a fare il check-in online perché l’app non funzionava – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e chi ha dovuto desistere perché il sito internet non era accessibile. Ci sono anche lamentele su una interruzione improvvisa della procedura a causa del malfunzionamento del sistema, con la conseguente perdita delle informazioni inserite.

Alla fine non resta che fare il check-in in aeroporto e pagare, ma naturalmente questo non è corretto. Abbiamo avviato un’azione legale per tutelare i passeggeri che hanno dovuti fare i conti con questo disservizio.

Ci auguriamo che il problema venga risolto in fretta da Ryanair, che non è l’unica compagnia in questa situazione. Abbiamo ricevuto segnalazioni per problemi con il check-in online anche per altre società, ad esempio Iberia. Un passeggero ha riferito di non essere riuscito ad effettuare la procedura online.

Contattato il servizio assistenza, gli è stato suggerito di riprovare con il sito spagnolo, perché quello italiano dà problemi per questa operazione. Il risultato è che la procedura è rimasta incompiuta, con l’indicazione del pagamento pendente, e si è recato in aeroporto senza sapere se il check-in risultasse effettuato.

Di fronte a questi disservizi il passeggero non solo deve ricevere un’assistenza adeguata da parte della compagnia, ma a nostro avviso ha diritto anche ad un rimborso nel caso di costi extra non previsti e non imputabili ad una sua condotta errata. È quello che chiediamo per Ryanair e per tutte quelle società che non riescono a garantire un servizio efficace”.

In caso di problemi con il check-in online, sia di Ryanair che di altre compagnie aeree, i passeggeri possono richiedere l’assistenza dell’associazione Codici telefonando al numero 065571996 o scrivendo all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Codici: ‘La guerra presenta il conto: spesa militare record mentre quella sanitaria diminuisce’

Nuovo intervento dell’associazione Codici in merito alla difficile situazione della sanità italiana, con una riflessione sulla spesa sanitaria.

L’associazione Codici torna sull’audizione del Presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, sulla Manovra, in cui ha citato l’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, con informazioni sulle persone che, pur avendone bisogno, hanno dovuto rinunciare ad un accertamento diagnostico o ad una visita specialistica.

Oltre al dato sull’aumento preoccupante di italiani che rinunciano alle cure, il 7,6% nel 2023 contro il 6,3% del 2019, ora ce n’è un altro che merita attenzione: quello della spesa sanitaria.

Per il 2023 c’è un calo dello 0,4% della spesa sanitaria rispetto all’anno precedente – osserva Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –.

Un dato negativo che segue la crescita sostenuta registrata nel triennio 2020-2022, segnata dalla pandemia.

Cresce, invece, la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie, con un +1,7% rispetto al 2022. Quindi nel 2023 da una parte la spesa sanitaria cala, dall’altra il carico per le famiglie aumenta.

A tutto questo si aggiunge la cronica carenza di personale sanitario. Molti medici di medicina generale e infermieri sono prossimi al pensionamento, mentre cresce in maniera importante il numero di pazienti.

Una situazione allarmante, che merita la massima attenzione. Servono investimenti forti per far uscire il Sistema Sanitario Nazionale dalla crisi in cui è piombato ormai da anni.

Invece purtroppo, restando in tema di Legge di Bilancio, si registra un incremento record per la spesa militare.

La guerra presenta il conto e l’Italia non sembra proprio tirarsi indietro.

Più che investire sulle armi, bisognerebbe concentrarsi su settori cruciali come appunto la sanità.

Per risolvere i conflitti, come quello in corso in Ucraina, bisogna puntare sulla diplomazia, l’unico modo per raggiungere la pace”.

(Francesco Serangeli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)