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Maddaloni. ASL, Il sindaco De Filippo:’ disponibilità di un terreno per la nuova sede


I locali che ospitano da anni l’ASL di Maddaloni in via Vallone non sono adeguati ad ospitare gli ambulatori e gli uffici: sicuramente inadeguati principalmente per la presenza di barriere architettoniche e per il fatto di trovarsi all’interno si palazzi in cui ci sono abitazioni ad uso privato, ma non solo.

Il distretto sanitario di Maddaloni, distretto 13, ha un bacino di utenza che abbraccia ben 6 comuni: Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino, Santa Maria a Vico, Arienzo e San Felice a Cancello. Per questo motivo, abbiamo affrontato il problema con il direttore dell’ASL Amedeo Blasotti. L’amministrazione comunale è disponibile ad offrire al distretto sanitario un terreno di circa tremila metri quadrati, in comodato d’uso gratuito, per edificare uno stabile che possa ospitare l’ASL. La proposta del terreno, che si trova in via Lima, poco distante dall’attuale sede dell’ASL, scaturisce dalla mancanza di disponibilità di un edificio da mettere a disposizione.

Su questo terreno si potrà costruire una nuova struttura, adeguata alle esigenze del distretto sanitario, in cui ci sarà spazio per gli uffici, gli ambulatori e anche il SERD, che dal 2020 si trova Caserta, potrà tornare nella nostra città.

Il direttore Blasotti ha recepito e sta valutando la nostra proposta.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Aversa. Ristoranti, bar, sale giochi: ‘stretta’ della Benemerita: diverse persone nei guai per reati vari

I servizi straordinari di controllo del territorio eseguiti negli ultimi giorni dai carabinieri della Compagnia di Aversa con il supporto di unità cinofile del Nucleo Carabinieri di Chieti, militari dell’Ispettorato del lavoro e del NAS di Caserta, nonchè personale tecnico della ASL e della SIAE, hanno consentito di procedere al controllo di numerose attività commerciali, quali bar, ristoranti e sale giochi, presenti nell’agro aversano.

Le verifiche, effettuate attraverso l’impiego di 12 pattuglie in orari serali e notturni hanno consentito di procedere al deferimento in stato di libertà di 5 persone, tra le quali proprietari, impiegati e avventori degli esercizi controllati.

Durante il controllo di un ristorante ad Aversa, i carabinieri hanno riscontrato la presenza di un lavoratore straniero irregolare, già destinatario di un provvedimento di espulsione. Contestualmente i militari hanno proceduto ad elevare sanzioni amministrative per l’impiego di forza lavoro in nero per un totale di euro 11.080,00, alla sospensione immediata dell’attività commerciale e al sequestro amministrativo del ristorante, anche a causa delle precarie condizioni igienico sanitarie riscontrate.

Nella circostanza sono stati sottoposti a sequestro 30 chili di alimenti con la conseguente sanzione amministrativa di 2.500,00 euro.

Presso un bar-sala giochi del centro normanno, invece, i militari hanno riscontrato la mancanza della licenza di esercizio e delle previste tabelle relative all’indicazione dei giochi proibiti, procedendo, contestualmente, alla sospensione immediata dell’attività commerciale.

Presso uno dei locali controllati, l’atteggiamento nervoso e intollerante di uno degli avventori ha insospettito i carabinieri che, a seguito di perquisizione personale, lo hanno trovato in possesso di circa 8 grammi di haschish.

Un secondo avventore, invece, a seguito di perquisizione è stato trovato in possesso di una pistola scenica priva di tappo rosso e circa 4 grammi di haschish.

L’arma e lo stupefacente rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro, mentre i due giovani sono stati segnalati alla competente autorità amministrativa.

Nel corso dei posti di blocco eseguiti sia nel centro cittadino che lungo le assi di collegamento con i comuni limitrofi, volti a garantire la sicurezza della circolazione stradale, i militari hanno sottoposto a controllo 150 persone e 90 veicoli, procedendo all’elevazione di 15 contravvenzioni per violazioni al codice della strada.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Salerno. ASL, bandi di assunzione annullati; Villani (M5S) denuncia: ‘è stato un grave errore’

La coordinatrice del Movimento 5 Stelle in provincia di Salerno Vittoria Villani: “Il nostro sistema sanitario sempre più allo sfascio. Vengano premiati il merito e le competenze dei giovani.

Sempre più ultimi in Campania e la sanità sembra l’esempio più lampante ed emblematico. Il sistema sanitario in provincia di Salerno è al collasso, siamo arrivati ad attese anche di 24h nei pronto soccorso e casi in cui un codice giallo ha dovuto attendere 6 ore.

Questo nonostante lo straordinario lavoro del personale che cerca di fronteggiare le emergenze dovendo fare i conti quotidianamente con carenze organizzative e strutturali, che la politica non riesce a colmare.

In provincia di Salerno assistiamo all’ annullamento di bandi per assunzioni di personale”.

E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dalla coordinatrice del Movimento 5 stelle in provincia di Salerno Virginia Villani in merito all’annullamento di una procedura dell’Asl Salerno per il reclutamento di un dirigente, a pochi giorni da un precedente molto simile.

Già nei mesi scorsi, infatti, per altri errori nei bandi furono bloccate (e poi riavviate con grande ritardo rispetto a quanto previsto) altre procedure di selezione del personale.

E’ arrivato il momento di invertire la rotta, perché quello alla salute è un diritto da garantire a tutti i cittadini.

È indispensabile, inoltre, potenziare le pubbliche amministrazioni di risorse nuove e competenti.

Per evitare il ripetersi di emanazione di bandi contenenti errori, per poi ritirarlo. È imbarazzante per un ente. Ci sono giovani campani super formati.  

Invece di spingerli fuori dall’Italia o al nord, diamo loro l’opportunità di poter esprimere il proprio talento e il proprio potenziale qui nella nostra Terra con assunzioni che premiano il merito.  

Le logiche clientelari -conclude Villani- stanno distruggendo la nostra terra”.

(Nicola Arpaia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Sessa Aurunca. Salute Mentale: tuttora irrisolto il problema dell’ASL: per favorire i privati?

Un altro schiaffo alla sanità sessana, oltre allo sfregio sulla salute mentale attualmente irrisolto da parte delle autorità a cui il comitato si è più volte rivolto per la risoluzione,.
Ora è toccato alla UO ASB sita in via ospedale (poliambulatori) dove per la cardiologia prima erano previste 12 ore settimanali, mentre oggi sono state ridotte a 6 per lo spostamento del medico.
Quindi 6 ore sono state liberate e proprio oggi è uscita una delibera sull’albo pretorio per le ore vacanti nei poliambulatori.
Caso strano è che non sono state richieste le ore di cardiologia a Sessa Aurunca e neppure quelle di endocrinologia anch’esse da attribuire sempre ai poliambulatori della uo asb.
Ciò che fa pensare ad un depotenziamento della struttura arrecando danni all utenza, perché chi si reca al centro al fine di prenotare una visita cardiologica avrà una brutta sorpresa, in quanto le visite ad oggi sono prenotabili al mese di luglio 2023.
Invogliano ad affidarsi alla sanità privata?
Analogo discorso per le prenotazioni di endocrinologia, che sono arrivate a dicembre 2023.
Cosa fanno le istituzioni?
(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Caiazzo. ASL: dislocati i servizi di Guardia Medica, CUP, Ambulatori ed amministrativi

Il sindaco e l’amministrazione comunale di Caiazzo informano la cittadinanza interessata che da venerdì 7 ottobre il “Presidio di Continuità Assistenziale“ (Guardia Medica) si è trasferito in Via Cipponi, al piano terra dell’edificio dove è già ubicato il presidio 118 (ex Caserma dei Carabinieri).

Il trasloco consegue al già avvenuto trasferimento dei servizi ASL (CUP, ambulatori ed amministrativi)  dalla sededi via Caduti sul Lavoro al sovrstante piano dello stesso edificio dove intanto era attivo anche il presidio d Guardia Medica ora trasferito in via Cipponi, a quanto trapelato solo in via transitoria, per consentire l’effettuazione di lavori ormai indifferibili alla “storica” sede ambulatoriale dell’ASL.

(Comunicato Stampa – Integrato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

 

L’Italia divisa in tre: per 16 milioni è già tornato il lockdown

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L’Italia divisa in tre: per 16 milioni è già tornato il lockdown

Per 16 milioni di italiani il lockdown ricomincia domani. Usciranno di casa solo per andare al lavoro – a meno che non siano commercianti, parrucchieri o estetiste – e per accompagnare a scuola i figli, se hanno meno di 12 anni. Rappresentano più di un quarto della popolazione nazionale, ma non è escluso che resteranno soli. Altri 16 milioni ci sono molto vicini e l’altra metà del Paese è solo in stand-by. Perché il meccanismo messo a punto per far scattare in automatico la classificazione delle regioni in zona verde, arancione o rossa prevede verifiche settimanali, alle quali seguiranno ordinanze del ministero della Salute valide per 15 giorni. E se oggi l’allarme è scattato per Lombardia, Piemonte, Calabria, Val d’Aosta e Alto Adige presto potrebbe accendersi anche per le Regioni che al momento sono nella terra di mezzo (Puglia e Liguria, in forse Veneto e Campania) o addirittura “salve”, come il resto d’Italia. Vivremo così, come minimo per il prossimo mese, sull’altalena che si muove tra restrizioni che vanno e vengono. E che potranno riguardare anche territori più ristretti, ovvero Comuni e province.

La “nuova strategia” è piuttosto complessa e non piace ai governatori che si sentono “esautorati” e pretendono un non meglio precisato “contraddittorio” tra le Asl regionali e il Comitato tecnico scientifico prima di finire in una o nell’altra fascia. Ma il governo ritiene necessario questo cambio di passo, non solo perché la concorrenza nella gestione dell’epidemia non ha dato buoni frutti, ma anche perché le chiusure nazionali non sono più sostenibili da un punto di vista economico (un nuovo decreto “ristori” da 1,5 miliardi di euro dovrebbe essere in arrivo) e bisogna quindi procedere con lockdown mirati.

Ecco allora – stando al testo disponibile ieri sera – come sarà divisa l’Italia da domani. Con la precisazione che tutte le Regioni, come detto, potranno entrare o uscire dai tre stadi, a seconda dell’andamento della curva epidemiologica e della capacità di gestione da parte del sistema sanitario locale.

Zone verdi coprifuoco alle 22, dad agli over14

Sono quelle a rischio “moderato”, ma anche qui vengono introdotte nuove limitazioni, oltre a quelle già in vigore. La principale novità è il coprifuoco notturno anticipato alle 22: dopo quell’ora – e fino alle 5 del mattino – si potrà uscire solo muniti di autocertificazione che attesti ragioni di urgenza, salute o lavoro. Resta comunque “fortemente raccomandato” evitare di muoversi anche per il resto della giornata, se non per necessità. In queste regioni saranno chiusi i centri commerciali nel weekend (escluse le attività essenziali: farmacie, alimentari, tabacchi, edicole), stop a mostre e musei, al bando slot e soprattutto didattica a distanza per le scuole superiori, a meno che non si tratti di laboratori e di alunni con bisogni educativi speciali. Le Regioni vorrebbero intervenire anche su primarie e medie. Di certo, la chiusura di licei e istituti aiuterà a mantenere la nuova soglia di capienza dei mezzi pubblici al 50 per cento.

Zone arancioni Chiusi i locali, stop spostamenti

Qui il rischio è considerato alto, per questo – oltre alle misure già in vigore per le “verdi” – si limitano altre attività e spostamenti. Non si potrà infatti uscire dal proprio Comune di residenza, né come ovvio dalla Regione. Chiudono tutte le attività di ristorazione, escluse le mense. Dunque niente bar, gelaterie, ristoranti o pizzerie.

Le zone rosse Fuori solo per lavoro e scuola

Sono le Regioni dove si verifica uno “scenario di massima gravità e un livello di rischio alto”. Anche qui come per le “arancioni” chiudono tutte le attività di ristorazione, ma anche i servizi alla persona come barbieri, parrucchieri e centri estetici, e pure i negozi e i mercati che non vendono generi alimentari o altri beni di prima necessità (sono salve librerie, cartolerie, fioristi). Inoltre, in questi territori – che, ricordiamo, potrebbero anche non interessare l’intera Regione ma limitarsi ad alcuni Comuni o Province – la didattica a distanza già prevista per le superiori viene estesa anche alla seconda e terza media. L’altro grosso limite riguarda gli spostamenti: si potrà uscire solo per andare al lavoro o per portare i bambini a scuola. Non ci si può muovere, quindi, nemmeno all’interno del Comune (e, ovviamente, è vietato entrare o uscire dalla Regione). È l’ultimo dei problemi, ma a conferma che è davvero lockdown tornano anche le corsette di primaverile memoria: “L’attività motoria” si può svolgere sì, ma “in prossimità della propria abitazione”.

Fonte: di Paola Zanca/ Il Fatto Quotidiano/ 4 Novembre 20