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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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arrivano

SULLE SPIAGGE DI TORRE DEL GRECO ARRIVANO I PESCI MANGIAPLASTICA

Sono arrivati sulle spiagge di Torre del Greco i “pesci mangiaplastica”, speciali contenitori realizzati interamente a mano dagli artigiani incaricati dalla ditta Velia Ambiente attraverso l’utilizzo di ferro e altro materiale totalmente riciclato.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Napoli. Arrivano i ‘Negramaro’: sabato 15 treni straordinari per agevolare il flusso degli spettatori

Regionale di Trenitalia: concerto dei Negramaro a Napoli, corse straordinarie della Metro, linea 2:

  • sabato 15 giugno;
  • in accordo con Regione Campania e Comune di Napoli;
  • 23 corse in più per un totale di oltre 12mila posti.

Prosegue l’impegno di Trenitalia, Società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS italiane, per facilitare gli spostamenti verso i principali eventi sportivi e musicali in Campania.

Regionale di Trenitalia, in accordo con Regione Campania e Comune di Napoli, farà circolare più treni metropolitani della Linea 2 fino all’una di notte in occasione del concerto dei Negramaro in programma sabato 15 giugno alle ore 21.00 allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli.

Complessivamente saranno 23 le corse supplementari in partenza e in arrivo a Napoli Campi Flegrei, 19 in direzione Napoli San Giovanni-Barra e 4 verso Pozzuoli, per un totale di oltre 12mila posti aggiuntivi.

A bordo sarà ammesso solo chi esibirà regolare biglietto di viaggio al personale ferroviario che, in collaborazione con la Polfer, indirizzerà i passeggeri verso le banchine delle metropolitane in partenza, consentendo un più agevole deflusso dei viaggiatori.

Data la portata dell’evento è preferibile acquistare in anticipo il biglietto del treno per evitare code o attese prolungate allo sportello. Tutti i biglietti metropolitani acquistati su App e self-service, a prescindere dall’orario selezionato, saranno validi anche per le corse straordinarie. 

 Inoltre, la biglietteria di Napoli Campi Flegrei resterà aperta in via eccezionale fino alle 1.30 di notte, mentre per motivi di sicurezza e ordine pubblico la fermata di Piazza Leopardi sarà chiusa dalle 22.30.

(Vincenzo Guarcello, Ferrovie dello Stato Italiane Communication – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

S. Maria C. Vetere. Elezioni europee: lunedì al circolo PD arrivano De Caro e Picierno

Un’Eeuropa che parla di sud: De Caro e Picierno ospiti del circolo PD di Santa Maria Capua Vetere.

Il sindaco di Bari e presidente ANCI e la vicepresidente del Parlamento Europeo, lunedì 27 maggio, alle ore 17, all’iniziativa promossa dal Pd sammaritano in vista delle elezioni europee di inizio giugno.

Incontro elettorale con Antonio De Caro e Pina Picierno per il circolo del Partito Democratico di Santa Maria C.V.

Nell’ambito del tour che li sta portando nelle sei regioni che compongono la circoscrizione Meridionale in vista dell’appuntamento con le urne di sabato 8 e domenica 9 giugno, quando si rinnoverà il Parlamento Europeo per il prossimo quinquennio, il sindaco di Bari e presidente ANCI e la casertana vice presidente dell’aula di Strasburgo, arriveranno alle ore 17 a palazzo Del Balzo, già sede del Circolo dell’Unione, in via Gaetano Cappabianca per incontrare iscritti, simpatizzanti, elettrici ed elettori del Partito Democratico, nella cui lista sono candidati per un seggio europeo.

Ad accoglierli lo stato maggiore del partito, a partire dall’ex deputata Camilla Sgambato, dall’assessore comunale Francesco Di Nardo, dai consiglieri comunali di maggioranza Daniela Buscetto e Pasquale Ciarmiello, oltre ai dirigenti locali del partito di Elly Schlein.

Sosterremo con forza, come abbiamo sempre fatto, il Partito democratico, ospitando a Santa Maria Capua Vetere il sindaco di Bari e presidente ANCI, Antonio Decaro, e la vicepresidente del parlamento europeo, Pina Picierno, entrambi candidati per un seggio a Bruxelles in vista del voto di sabato 8 e domenica giugno prossimi.

Mai come in questo momento storico abbiamo bisogno di un’idea di Europa più solida che sia capace di contare e incidere negli scenari globali.

E mai come in questo momento abbiamo bisogno di più Sud: per portare in Europa i temi della solidarietà, della crescita equa, del diritto alla salute, del turismo sostenibile.

Bisogna decidere quale Italia e soprattutto quale mezzogiorno vogliamo rappresentare in Europa: noi vogliamo un sud che recuperi protagonismo nel Mediterraneo in un Paese unito, non spaccato e massacrato dall’autonomia differenziata.

Per questa ragione dobbiamo mobilitarci per le elezioni dell’8 e del 9 giugno, convincendo gli indecisi o coloro che non trovano una buona ragione per recarsi ai seggi: abbiamo un appuntamento per difendere il futuro del nostro sud”, spiega Sgambato, già presidente provinciale del Pd e componente della direzione nazionale del partito.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

*Arrivano i nostri!!* di Vincenzo D’Anna*






*Arrivano i nostri!!* di Vincenzo D’Anna*

Che nostalgia dei film western di John Ford, quelli in cui galoppavano gli intrepidi squadroni di cavalleria, sempre pronti ad accorrere in soccorso dei poveri pionieri “circondati” da feroci bande di pellerossa. Quelle stesse “giacche blu” trasformate poi, nel giro di pochi anni, nella mano feroce dell’uomo bianco: quella che sterminava i natii. Una metamorfosi bella e buona dovuta, in parte, anche all’ingresso in scena dei famosi “intellettos de la gauche”, gente nata per fustigare la storia degli Stati Uniti e del bieco capitalismo che sin dagli albori non si era fatto scrupolo delle popolazioni locali. Insomma: criticare il passato per contestare il presente, sostenendo le tesi anti americane e della libera economia di mercato. Ovviamente quegli uomini dalla cultura un tantino strabica non volsero mai lo sguardo (ed il pensiero) ad Oriente ove Lenin ed i suoi successori passavano per le armi chiunque non accettasse la tirannia del bolscevismo rosso, in nome del riscatto del proletariato. Maître a penser nati e vissuti a Parigi, che certo non era un luogo desolato e triste per bon vivant di tutte le categorie. Gente dalla tasca e dalla pancia piena, che scalavano le classifiche nelle librerie e che ebbero emuli un po’ in tutto il mondo. In particolar modo nel Vecchio Continente dove la faziosità anti capitalista ed anti statunitense si diffondeva a macchia d’olio. Una faziosità di giudizio che sopravvisse anche dopo che le armate alleate liberarono la Francia dall’occupazione nazista nonché dalla vergogna dei francesi per aver per anni collaborato con gli occupanti per il tramite del maresciallo Henri Pétain, primo ministro della Repubblica di Vichy. Come sarebbe poi accaduto, più tardi, in Italia anche Oltralpe sarà esaltata la resistenza partigiana alla quale fu attribuito il merito esclusivo di aver “liberato” il Paese dalla tirannia hitleriana. Una scelta strategica per non dare eccessivo merito a quegli anglo-americani che, tutto sommato, quella liberazione avevano realizzata versando il loro sangue sulle spiagge della Normandia e prima ancora della Sicilia e del litorale di Salerno. In seguito sarebbero arrivate altre teorie filosofiche farlocche e storicamente taroccate pur di dare sostegno alle menzogne dell’Urss di Josip Stalin e del Comintern, il centro motore della propaganda comunista. Ai vecchi aedi del marxismo trionfante ne seguirono molti altri: letterati, poeti, registi, artisti di ogni genere che costituirono una weltanschauung menzognera. Poi venne il tempo dei Filosofi del pensiero debole, pacifisti a senso unico, dei pauperismi che individuarono ho nel libero mercato e nel liberalismo la fonte del disagio e della povertà di un mondo, quello occidentale, nel quale il benessere cresceva e la classe medio borghese intercettava ed assorbiva il proletariato di un tempo. Alla fine del secolo scorso nelle università e nei licei si narro’ di tutto e di più, e finanche il piano Marshall (che pure sfamò un continente intero nel dopo guerra), fu cancellato. Fu certo anche interesse della politica a “stelle e strisce” attrarre le nazioni europee verso il patto atlantico, sottraendole all’ egemonia comunista. Ma fu anche interesse di centinaia di milioni di cittadini poter risollevare la testa con l’aiuto dello Zio Sam!! Pensate sia finita qui? Macché! Le ultime alzate d’ingegno sono state le critiche mosse contro la globalizzazione dei commerci e della produzione dei beni che pure hanno contribuito a ridurre la povertà nel mondo sotto la soglia storica del dieci per cento, sviluppando ampie zone geografiche depresse come l’India ed il Sud est Asiatico. E che dire delle più disparate mode emancipanti, di recentissimo conio, come quelle della teoria gender, della scuola che non insegna ma accoglie, della libertà senza vincoli e responsabilità morali, tesi messe in piedi solo per distruggere la famiglia tradizionale ed i tradizionali valori occidentali, per diluirli col multi culturismo e la tolleranza verso violenza della fede musulmana ? Chi muove ancora quei i fili?Facile: quelli che persero la guerra ideologica oppure la vinsero riducendo gli Stati (che occuparono militarmente) in un grande gulag ove tenere in miseria la società nella quale tutti furono eguali nella povertà. Sono questi immarcescibili illusi che continuano a puntare il dito verso le società aperte e tolleranti e sviluppate. E lo fanno andando ben oltre il limite del buon senso e dell’etica pubblica!! Un continuo ininterrotto racconto che fa le pulci all’opulenza, alla libertà, ai diritti garantiti, diffusi ed intoccabili, tipici delle società liberali. Eppure resiste una fetta di cittadini contestatori del sistema. Uno pensiero di perenne, surreale e metafisica elucubrazione. Sono quelli che cercano la pagliuzza nell’occhio dell’Occidente e non la trave nell’occhio dei dittatori , delle teocrazie, del terrorismo . Come accade ai nostri giorni, con il codazzo pacifista che dice peste e corna di Israele, tollera l’aggressività dei Russi imputando, semmai, alla Nato la provocazione della guerra in Ucraina ed al Sionismo di Gerusalemme le cause del secolare disagio dei Palestinesi. Il tutto senza se e senza ma. Uomini e teorie diverse tra di loro ma che pure hanno la vecchia comune radice della lotta alla civiltà capitalistica per invocare quella edificata sulla pace disarmata e sul potere egemone dello Stato. Il vecchio, caro Pantalone che con le tasse e le greppie assistenziali, sostiene chi non vuole o non è capace di realizzarsi. Un esempio di scuola viene dagli aiuti umanitari che di recente gli Usa stanno profondendo, a mezzo di un porto artificiale costruito nel mare di Gaza: un fiume di dollari che arriva per sostenere la stremata popolazione palestinese, che dalle urla e dalle proteste non trova certo alcun ristoro. Quindi arrivano ancora una volta “i nostri “ che troveranno nuovamente ingratitudine e maldicenza come gratificazione!!

*già parlamentare

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Salerno. ‘Azione’: l’11 aprile arrivano Calenda e Carfagna: sabato conferenza Stampa di presentazione

Sabato 6 aprile dalle ore 11 Conferenza Stampa di presentazione dell’evento di Azione con Calenda e Carfagna dell’11 aprile a Salerno.

Si terrà presso la nuova sede di Salerno in Azione, in Galleria Capitol – Corso Vittorio Emanuele 193, la conferenza stampa di anteprima dell’evento organizzato per l’11 aprile al Mediterranea Hotel con il leader Carlo Calenda ed il presidente di Azione Mara Carfagna che saranno in città per una serie di iniziative legate allo sviluppo del partito in provincia ed in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

L’occasione per Salerno in Azione è anche quella di accogliere e presentare i nuovi amministratori del territorio che hanno aderito al progetto politico di Azione.

Saranno presenti il Segretario provinciale on. Gigi Casciello, il Deputato di Azione on. Antonio D’Alessio e la dirigenza provinciale di Salerno in Azione.

La stampa è invitata a partecipare.

(dott.ssa Anna Luisa Buongiorno – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Salerno-Costa d’Amalfi. Da luglio si vola, arrivano le proposte di Confcommercio, Federalberghi e Sib

Pronti ad accogliere i turisti all’Aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi: sul tavolo le proposte operative di Confcommercio Campania, Federalberghi Salerno, Sib Salerno.

Opportunità e contributi di idee sul tavolo degli operatori economici chiamati ad accogliere i flussi turistici, in vista dell’avvio di attività dell’Aeroporto Salerno- Costa d’Amalfi, con i primi voli programmati nel prossimo mese di luglio. Una sfida accolta da Confcommercio CampaniaFederalberghi Salerno e Sib Salerno, con le proposte da mettere in campo e da potenziare, proseguendo il confronto secondo lo spirito costruttivo da cui sono animati, ancor più stavolta.

“L’apertura del nuovo scalo aeroportuale è una svolta storica per la provincia di Salerno. Per questo, proponiamo che gli Enti pubblici promotori dell’iniziativa attivino rapidamente concrete attività a supporto dell’infrastruttura.

Occorrono, nell’immediato, azioni di marketing territoriale e un road-show promozionale nelle destinazioni italiane ed estere servite dai voli attivati. Occorre, ancora, potenziare i servizi di collegamento tra lo scalo e ogni lembo del territorio e, al contempo, costruire una comunicazione plurilingue stabile, articolata e continuativa su tutti i social, che, grazie a video, immagini e testi, rappresenti una sorta di narrazione degli eventi e delle bellezze del territorio.

Serve, insomma, un approccio organico e professionale che superi l’episodicità di attività singole e disarticolate. Federalberghi è disponibile a partecipare alla effettiva realizzazione di un progetto di tale portata” – spiega  Antonio Ilardi, presidente Federalberghi Salerno.

E dunque:

  • allestire nell’aerostazione un totem multimediale con funzione di Infopoint (lo stesso dovrebbe essere collegato alle principali piattaforme di prenotazione delle strutture ricettive per la verifica delle disponibilità, nonché a tutti i time table delle linee di trasporto marittime, terrestri e ferroviarie;
  • allestire nell’aerostazione un info point, animato da operatori plurilingue, dotato di materiale cartaceo promo-informativo quali mappe, guide, etc;
  • partecipare a tutte le fiere del turismo che si tengono nelle località servite dallo scalo aeroportuale, prevedendo specifici momenti conviviali di presentazione del sistema turistico provinciale e delle rotte esistenti;
  • organizzare un road show nelle località servite dallo scalo in cui non si tengano fiere del turismo, applicando le stesse modalità;
  • creare un team professionale dedicato alla produzione di contenuti social plurilingue su tutte le principali piattaforme mondiali (incluse quelle arabe e cinesi) che promuova, con video, testi ed immagini, i singoli territori e  favorisca la diffusione delle informazioni di tutti gli eventi, così da conseguire una narrazione quotidiana della provincia di Salerno;
  • commissionare uno studio di fattibilità sulle connessioni via ferro attivabili tra il terminal passeggeri dello scalo e l’area sud della provincia di Salerno nonché sulle connessioni, via ferro e via terra, implementabili con la Basilicata;
  • disegnare specifici percorsi formativi per il personale delle strutture ricettive e dell’intera filiera turistica;
  • provvedere al potenziamento della segnaletica turistica in tutta la provincia e nei centri storici;
  • attivare collegamenti stabili con la stazione ferroviaria di Salerno, ideale nodo di interscambio verso la Costiera Amalfitana, il Cilento e la fascia litoranea;
  • creare strutture congressuali ed espositive nell’area di Capitolo San Matteo a Salerno e nell’ex tabacchificio a Battipaglia, al fine di attrarre nuovi segmenti di turismo.

“Un momento storico importante per tutta la provincia, una grande conquista per tutti quelli che ci hanno lavorato e creduto, ma anche per tutto il Sud. Non possiamo farci trovare impreparati, sarà un progetto vincente” – conclude Giovanni Marone, presidente provinciale Confcommercio Campania.

(Rosita Sosto Archimio – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Napoli – Arrivano al Santobono due bambini provenienti da Gaza

Oggi alle ore 15.30, arriveranno all’aeroporto di Ciampino, con un volo militare, due bambini palestinesi provenienti da Gaza che necessitano di importanti cure sanitarie. Saranno assistiti presso l’ospedale Santobono di Napoli, che già da giorni, su indicazione del Presidente Vincenzo De Luca, ha attivato le iniziative e le strutture dedicate all’accoglienza anche dei familiari dei due bambini. Ad accogliere in aeroporto i bambini e i familiari ci sarà l’Assessore regionale Mario Marcone.
Il trasferimento a Napoli e le prime assistenze sono state predisposti dalla Protezione Civile della Regione, insieme alla società regionale SMA. I familiari saranno ospitati poco distante dall’Ospedale Santobono e saranno in continuo contatto con i sanitari e i bambini grazie anche a un mediatore culturale messo a disposizione dall’Azienda Ospedaliera.

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‘Aneuma’, le grida dove non arrivano le parole: nuovo brano dei ‘Blame Art’sull’incomunicabilità, ascoltalo ora

Album in uscita sabato 12 gennaio 2024 per: “Non ti Seguo Records, No Funeral Records, Clever Eagle Records, Dancing Rabbit Records.

Aneuma è un trattato sull’incapacità di dialogare con il prossimo. Nel loro nuovo album i Blame Art plasmano l’incomprensione in un suono che mescola emo, shoegaze e screamo culminando nel noise-rock.

Dopo 4 lunghi anni i Blame Art tracciano una linea entro la quale circoscrivere uno tra i più grandi disagi del nostro incomunicabilità umana. Un progetto che sfida le leggi del mercato con 6 brani, alcuni dei quali superano i 9 minuti di ascolto. Come il poeta beat William Burroughs, quanto mai interessato agli studi sul simbolo come segno comunicativo negli anni ‘60, la band milanese nel suo disco d’esordio affronta l’inettitudine comunicativa contemporanea. Aneuma mostra l’instabilità delle relazioni odierne, gerarchiche e corrotte dalla necessità di imporsi sull’altro.

Il rapporto tra voce e strumentale è la quintessenza del disco: a livello vocale si riconoscono più registri che si avvicinano a riferimenti quali Francesco Sarcina (Le Vibrazioni) e Manuel Agnelli (specialmente in “Nido”), o Alberto Ferrari (Verdena), quando si converte in disperazione pura. I brani si strutturano a partire da una bassa intensità e da un timbro vocale pulito, per poi raggiungere curve noise-rock. Il pesante accavallarsi degli strumenti, sintomo di caos interiore, è inversamente proporzionale al silenzio dei simboli, primi colpevoli del distacco comunicativo.

Dall’altra parte del mutismo risiede l’entropia dei Blame Art. La band conia a sua volta il proprio album viene fissato il disagio che ci accomuna come monito per scacciare i demoni personali e collettivi. Aneuma suona come una ninna nanna lacerata da un pianto strozzato. Per estensione, anche la comunicazione emotiva viene fagocitata, motivo per cui quando alcune pulsioni si rendono necessarie, eruttano come urla tormentate.

Aneuma è l’album d’esordio dei Blame Art, in uscita il 12 gennaio 2024, anche in una speciale versione in vinile, per Non Ti Seguo Records, no funeral records (CA), Clever Eagle Records (USA) e Dancing Rabbit Records (DE).

Contatti: deltaramificazioniculturali@gmail.com – +039 3478019339

Per ascoltare il brano, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:  https://9vwpf.r.ag.d.sendibm3.com/mk/cl/f/sh/1t6Af4OiGsDhYHbMfwYjTaMhvSjJSf/Wu6hQzmOMFkH/

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

A TREVISO ARRIVANO LE SFERE DI “RIFLESSI.ONI”

A Treviso, fino all’8 gennaio, cittadini e visitatori avranno l’opportunità di immergersi in “RIFLESSI.ONI”, un’installazione artistica straordinaria di Sfera Kreativa.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

App e canali social per capire da dove arrivano missili e droni ma la vita a Kyiv va avanti

Kyiv, Olga al primo piano del suo palazzo durante un bombardamento (Foto Sir)

(da Kyiv) Le informazioni viaggiano via Telegram. Oltre alle app che avvisano degli allarmi, ci sono canali come “Oficiinyi Radar” o “Kyiv Info” che danno in tempo reale notizie sui lanci dei droni e dei missili. A seconda da dove arrivano, si capisce cosa fare e dove andare. I missili sono gli attacchi più temuti: arrivano improvvisamente e solo dopo scatta l’allarme. Tra amici e colleghi si parla di questo. E’ Olga, 36 anni, volontaria della Caritas-Spes a spiegare come funziona, mostrando tutti i canali sul cellulare. “Io abito al 14° piano – racconta – ed è importante per me capire se restare a casa o scendere al primo piano”. Il 25 novembre scorso, il giorno dell’attacco più massiccio su Kyiv, le esplosioni hanno fatto vibrare forte i vetri delle finestre. “Tremava tutto, i muri, gli specchi. Siamo scesi al primo piano dove era sicuramente più sicuro stare”. Ma i lanci dei droni Shahed continuano. Tutti i giorni. Anche questa notte, diversi droni russi hanno attaccato la capitale ucraina, altri due attacchi hanno preso di mira la città occidentale di Kharkiv e nove persone sono rimaste ferite in bombardamenti su Kherson nel sud dell’Ucraina. Lo hanno annunciato le autorità ucraine. “Nella mia casa – prosegue Olga – il bagno è il posto più sicuro. Quando sento le esplosioni, il cuore comincia a battere forte, poi fai fatica a riprendere sonno”. E’ una situazione di allerta continua a cui gli abitanti della città di Kyiv in qualche modo si sono abituati. C’è addirittura qualcuno che ha uno zaino preparato la sera e sempre pronto in caso di allarme con dentro documenti e le cose più importanti. “Siamo consapevoli – prosegue Olga – che possiamo perdere tutto da un istante all’altro. La famiglia, la casa, la vita. Ma questo ci porta a vivere ogni momento con intensità, ad essere felici delle cose, anche piccole, che abbiamo, ad apprezzare ciò che prima davamo per scontato”. E alla domanda se ha mai pensato di andare via, Olga risponde decisa: “meglio stare qui piuttosto che seguire le notizie online”.

Anna, 24 anni, di Mariupol (Foto Sir)

Anna di anni ne ha 24 ed ha frequentato la facoltà di legge all’Università di Mariupol. “Era una città bellissima, moderna e sviluppata”. La guerra ha lasciato anche qui segni di morte e distruzione. Tutti gli amici diAnna sono andati via da Mariupol. Un suo compagno di scuola è morto insieme a tutta la sua famiglia sotto le macerie della loro casa. Alcuni dei suoi amici si trovano a combattere sul fronte. La guerra, insomma, ha travolto le loro vite. “Non penso mai a come è cambiata la mia vita o a come sarebbe stata se non ci fossimo trovati in questa situazione. Sono pensieri inutili che non portano a niente”, dice la ragazza. “Avrò sicuramente bisogno di tempo per sanare il trauma della guerra e capire i miei sentimenti e le mie emozioni ma penso piuttosto a come vivere la vita oggi, sapendo che forse non avrò domani per farlo”.

Tetiana Shapoval, sorella del primo ballerino morto sul fronte

Tetiana Shapoval è la sorella di Oleksandr Shapoval, primo ballerino presso l’Opera Nazionale Ucraina, dove si è esibito per 28 stagioni. Si era offerto volontario nei ranghi della difesa territoriale di Kyiv fin dai primi giorni dell’invasione russa su vasta scala. Poi, era entrato a far parte delle forze armate ucraine. Il 12 settembre 2022, Shapoval è morto in una battaglia vicino a Mayorsk, nella regione di Donetsk. Ha lasciato moglie e due figli. Il suo funerale si è svolto con tutti gli onori al Teatro dell’Opera di Kyiv. “Questo dolore – dice oggi Tetiana – è una ferita che non guarisce. Ma in Ucraina, ogni giorno muore qualcuno. Sul fronte sono andati a combattere i nostri uomini e giovani migliori, quella generazione che può ricostruire il nostro Paese”. “Se mi chiedete se sono pronta a perdonare, rispondo che no, non li perdono. Devono prima chiedere scusa per poter dare il mio perdono e ci vorrà tempo per sanare questa ferita. Ma non provo odio”, confida Tetiana, “Dio mi ha dato tanto amore che oggi non posso provare questo sentimento. Capisco che chi ha ucciso mio fratello, non ha avuto possibilità di scelta, si è formato in una cultura e in un sistema di totalitarismo che non lascia spazio a libertà. Non è quindi odio. Provo piuttosto un profondo dispiacere per queste persone”.

Kyiv, funerali di Oleksandr Shapoval, primo ballerino dell’Opera Nazionale

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Napoli. Al ‘Christmas Village’, alla Mostra d’Oltremare, arrivano i ‘tiktoker’ Salvo & Giorgia

Le attrattive del Christmas Village confermano l’interesse del pubblico per l’evento: food, giochi, eventi, spettacoli, intrattenimento e giochi di luce straordinari alla Mostra d’Oltremare i punti di forza di Eventitalia, rispetto ad altri eventi cittadini.

 

Si avvia al secondo weekend l’evento natalizio che sta illuminando Napoli dal 7 dicembre.

Il Christmas Village, organizzato da Eventitalia srl alla Mostra d’Oltremare, è diventato in poco più di una settimana dall’apertura il punto di riferimento per tantissime famiglie in cerca della magia natalizia in città che va ben oltre i consueti mercatini del periodo grazie agli eventi, ospiti, giochi e spettacoli presenti alla manifestazione.

Tra le numerose attrazioni in programma, domenica 17 alle ore 15.00 sono atteso l’arrivo del duo Salvo&Giorgia, padre e figlia, diventati molto popolari con i loro divertenti video prima su TikTok, dove contano 6 milioni di follower, per poi arrivare sulla piattaforma YouTube.

Lo spettacolo del duo toscano sul palco del Christmas Village sarà preceduto dal Musical delle Principesse che, anche in questa seconda edizione dell’evento, risulta particolarmente apprezzato da bambini e dai loro genitori.

A rendere speciale la visita al grande villaggio di 20mila metri quadri di scenografia fiabesca, anche la pista di pattinaggio, l’area food con specialità di sapori tipici natalizi partenopei, laboratori didattici, aree giochi, spettacoli pirotecnici, e l’apprezzatissimo Santa Claus’ World, il percorso di installazioni photobooth che conduce alla casa di Babbo Natale.

Il Christmas Village osserverà i seguenti orari di apertura: dal 7 al 22 dicembre, feriali dalle 16 alle 21.30 e festivi e prefestivi 11-22. Mentre dal 23 al 30 dicembre 11-22 e il 25 dicembre 17-23. info@christmas-village.it

(Fabrizio Kühne, Brunella Bianchi – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Economia della fraternità. Mons. Sorrentino: “Sarebbe bello sostenere progetti che arrivano da Terra Santa e Ucraina”

“Promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati, nella prospettiva evangelica dell’unica paternità di Dio e del suo disegno di amore per tutti i suoi figli”: è questo l’obiettivo del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, come previsto nello Statuto e nel Regolamento. L’edizione del premio per il 2024 è stata presentata, martedì 5 dicembre, alla Filmoteca vaticana, alla presenza dell’arcivescovo-vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per lo Servizio dello sviluppo umano integrale, padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Roma e membro della Commissione valutativa del Premio, mons. Anthony Figueiredo, coordinatore del Premio, e suor Roberta Arcaro, responsabile del Segretariato delle missioni delle Suore Francescane Angeline, vincitrici dell’edizione 2023.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Questo Premio è un riconoscimento concreto alla fraternità vissuta in maniera intelligente ed efficace anche sul piano economico.

È un sostegno che va ad aiutare realtà imprenditoriali minori che hanno bisogno di una spinta di avvio ma che sono un esempio di quella nuova economia, solidale, umana, circolare e fraterna di cui c’è tanto bisogno, specialmente nelle regioni più povere del mondo”, ha spiegato mons. Domenico Sorrentino, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2024 del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternita”. “Da Assisi – ha aggiunto il presule – diamo concretezza al messaggio di San Francesco e del beato Carlo Acutis, in linea con l’iniziativa del Santo Padre che, con The Economy of Francesco, ha invitato giovani economisti, changemakers e imprenditori a rifondare l’economia, dandole un’anima. Grazie alla generosità di imprenditori lungimiranti, attenti alle persone più che al profitto, con questo premio già negli anni scorsi abbiamo permesso a realtà svantaggiate economicamente ma ricche del capitale della fraternità di essere un modello di speranza e di cambiamento”. Anche quest’anno, ha osservato mons. Sorrentino, “ci aspettiamo candidature da tanti luoghi del mondo.

Sarebbe bello riceverne dai luoghi di guerra dell’Ucraina e della Terra Santa dove c’è davvero bisogno di ricostruire legami fraterni e umani”.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Come Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – ha affermato suor Alessandra Smerilli – siamo felici che la diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo abbia promosso questa iniziativa. Noi lavoriamo a servizio del Papa e di tutte le Chiese del mondo perché sia vera la parola di Gesù ‘Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’. Il nostro lavoro è di fare in modo che si rimuovano gli ostacoli allo sviluppo: e le attività imprenditoriali possono essere una via di sviluppo e di pace e l’impresa può diventare promotrice di fraternità e di pace. Non dobbiamo dimenticare che la diocesi è diventata la culla di Economy of Francesco, da cui è nato un momento di tantissimi giovani da tutte le parti del mondo e di tutte le età che stanno dando la vita per la fraternità e la pace”.

“Sono convinto – ha sostenuto padre Giulio Albanese – che questo Premio sia stato concepito dopo un lungo discernimento.

Mai come oggi le diseguaglianze gridano vendetta al cospetto di Dio e mai come oggi è importante affermare un messaggio all’insegna della comunione e della fraternità, come Papa Francesco ha dimostrato nel suo illuminato magistero.

Se uno legge lo Statuto del Premio, vedrà che è una straordinaria lezione di dottrina sociale: leggendo gli orientamenti si riescono a cogliere le coordinate per innescare il cambiamento. Indipendentemente dal denaro a disposizione non possiamo cambiare il mondo ma ritengo che, così come è stato concepito, questo Premio sia il lievito che fa fermentare la massa”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Mons. Anthony  Figueiredo ha ricordato i premiati delle edizioni precedenti sottolineando che “questo premio vuole dare voce alle piaghe dei fratelli scartati e spogliarci dalla mentalità odierna, passando da un’economia del profitto a un’economia della fraternità. L’anno scorso le domande sono arrivate da quattro continenti, 23 nazioni, 18 dall’Africa. La generatività è uno dei criteri per le domande: i vincitori del premio devono essere protagonisti del loro riscatto per sviluppare i loro territori e le loro comunità, ma anche per custodire la casa comune”.

“Grazie – le parole di suor Roberta Arcaro – perché il premio non è servito a costruire un panificio, ma a cambiare mentalità. I nostri sono ragazzi che vivono in un ambiente di totale povertà ma che ora sono formati alla gestione di quello che verrà prodotto. Noi stiamo cercando di lavorare come se dovessimo andare via il giorno dopo lasciando l’opera in mano ai ragazzi. La formazione ci impegna, non solo per imparare il mestiere ma anche per formare l’uomo e la donna”.

“Complimenti al vescovo Sorrentino – il saluto finale del card. Francesco Montenegro – per questo coraggio di mostrarci San Francesco non solo come un uomo umile e mite ma forte e con i muscoli, che sa fare e andare lontano. E grazie perché la restituzione non è soltanto un gesto di carità, ma un atto di giustizia. Vedendo i bambini vincitori della scorsa edizione pensavo ai morti di Lampedusa: i morti nel mare, nel deserto, in Albania, sono persone che graffiano l’anima. E mi auguro che questa restituzione non avvenga solo perché Francesco e Carlo sono diventati due capisaldi. Mi auguro che facciano riflettere la Chiesa sul cambiare stile, per poter vivere l’economia diversamente”.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

Il bando dell’edizione 2024 del Premio è pubblicato e sostenuto dalla Fondazione diocesana di religione-Santuario della Spogliazione, istituita dalla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ed è online sul sito www.francescoassisicarloacutisaward.com. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro il 31 gennaio 2024. Il progetto vincitore del Premio riceverà una corresponsione in denaro al massimo di 50mila euro, frutto della sensibilità di un comitato di sostenitori. Al vincitore sarà inoltre consegnato un foulard con l’immagine della spogliazione, in ricordo del gesto con cui l’allora vescovo di Assisi, Guido, coprì il giovane Francesco Bernardone nel momento della sua spogliazione, e un’icona con il logo del Premio, portando i volti di San Francesco e del Beato Carlo Acutis.

Il Premio, nella sua edizione inaugurale del 15 maggio 2021 è stato assegnato, a titolo emblematico e fuori concorso, all’Istituto Serafico di Assisi, in occasione del 150° anniversario della sua fondazione. Nel 2022 il riconoscimento da 50mila euro è stato assegnato al progetto Ecobriqs Charcoal Briquettes, realizzato da un gruppo di 15 persone con disabilità della diocesi di Pasig, nelle Filippine (Manila metropolitana), che usando rifiuti, scarti e ninfee infestanti producono – tramite una tecnologia rivoluzionaria – i bricchetti di carbone. I promotori avevano anche deciso di sostenere Farm of Francesco, progetto frutto di Agriculture & Justice Village, uno dei villaggi di Economy of Francesco, con 15mila euro. Infine, nel 2023, il premio da 50mila euro è stato assegnato alla “Casa del Pane”, un laboratorio per la panificazione e la vendita di prodotti da forno, in Ciad, che sarà gestito da ragazzi e ragazze disoccupati, orfani o in difficoltà, con il sostegno delle suore francescane angeline.

Il Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia di fraternità” è stato istituito dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, arcivescovo Domenico Sorrentino, il 10 ottobre 2020, giorno della beatificazione di Carlo Acutis. Ed è nato per promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna della fraternità a cominciare dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati. L’obiettivo del premio è fornire un aiuto concreto ad avviare processi economici che nascono dal basso nel rispetto della persona, in un clima di fraternità e che siano d’esempio per la diffusione di un’economia fraterna, umana e solidale. Possono partecipare al premio persone, enti, associazioni e società, di qualunque parte del mondo, e specialmente nelle regioni più povere, in partenariato. Il premio, dunque, mira a incoraggiare progetti economici fraterni “dal basso”, a cominciare “dalle difficili condizioni in cui versano i nostri fratelli e sorelle più piccoli e sofferenti e ad ispirare in modo generativo le persone con scarse possibilità economiche, in particolare i giovani al di sotto dei 35 anni e nelle regioni più povere del mondo, a riunirsi (‘Fratelli tutti’) e presentare, come cambiamento- makers, un progetto specifico e valido, sottoposto all’attento esame e giudizio di una Commissione di valutazione, per beneficiare e soddisfare i bisogni concreti dei più disagiati e bisognosi in mezzo a loro”.

Come ha espresso continuamente Papa Francesco nel suo pontificato, San Francesco d’Assisi è ispirazione per un nuovo rapporto con le nostre sorelle e fratelli poveri ed emarginati: “San Francesco ci offre un ideale e, in un certo senso, un programma. Per me, che ho preso il suo nome, è una costante fonte di ispirazione” (Lettera per l’evento “Economia di Francesco”, 1° maggio 2019). Per questo “crediamo che da Assisi, le parole di Gesù dal Crocifisso di San Damiano debbano risuonare oggi in un mondo colpito dalla pandemia: ‘Va’, Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, sta cadendo in rovina’. Spogliandosi delle vesti e dei beni materiali davanti al padre, Pietro Bernardone, e all’allora vescovo di Assisi, Guido, il giovane Francesco avviò, attraverso il segno concreto della sua nudità, un’economia diversa da quella del padre terreno: la fiducia sulla provvidenza come strumento generativo per il bene di tutti e, soprattutto, dei più poveri e abbandonati. Così Francesco potrebbe esclamare: ‘D’ora in poi dirò: Padre nostro che sei nei cieli’ e non più ‘Padre Pietro Bernardone’”.

Ispirato da san Francesco, il beato Carlo Acutis, sepolto ad Assisi nel Santuario della Spogliazione, è egli stesso un esempio di “economia della fraternità”, soprattutto per i giovani.

La sua spiritualità profondamente eucaristica si è manifestata nel suo amore per i poveri, caratterizzato non solo dall’elemosina, ma dalla vicinanza e dall’amicizia con i bisognosi, cosa che Papa Francesco ha spesso incoraggiato nei nostri rapporti con i poveri. “Ciò che solo ci renderà veramente belli agli occhi di Dio», ci dice Carlo, «è il modo in cui amiamo Dio e il nostro prossimo”. In un mondo scosso dalla pandemia e dalla guerra e confrontato a tante altre sfide, il Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, per un’economia di fraternità” vuole essere “ispirazione di santità, bellezza e bontà attraverso nuovi modelli di economia, necessario per questi tempi”.

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Cinema e piattaforme. Arrivano “The Old Oak”, la serie “The Crown 6” e il prequel di “Hunger Games”

Un weekend ricco di interessanti novità tra cinema e piattaforme. Anzitutto in sala con Lucky Red l’ultimo, bellissimo, film di Ken Loach “The Old Oak”: una storia ambientata nell’Inghilterra del Nord, dove una comunità di ex minatori è chiamata alla sfida dell’accoglienza di profughi siriani. Ad appianare diffidenze sono dei pranzi della domenica organizzati dal proprietario di un pub e da una giovane siriana. Cinema di impegno civile, duro e poetico, che rimette al centro la speranza. Svelati, poi, i primi 4 episodi “The Crown 6”, serie di punta di Netflix che racconta la corona inglese sotto Elisabetta II: l’attenzione è rivolta a Lady Diana, al suo tragico incidente che ha sconvolto la famiglia reale e il mondo intero. La scrittura di Peter Morgan si conferma eccellente. Infine, l’atteso prequel della saga “Hunger Games” (2012-15): è al cinema “La ballata dell’usignolo e del serpente” diretto da Francis Lawrence, adattamento del romanzo di Suzanne Collins. Un racconto avventuroso serrato e feroce, con protagonisti Tom Blyth, Rachel Zegler, Peter Dinklage e una magnifica Viola Davis.

Il punto Cnvf-Sir

“The Old Oak” (al cinema dal 16 novembre)

Il regista britannico Ken Loach, all’età di 87 anni e con una filmografia densa di titoli significativi, due volte Palma d’oro a Cannes, non ha di certo bisogno di presentazioni. È un punto di riferimento nel cinema di impegno civile, attento alla condizione degli ultimi, tra lavoratori precari e disoccupati. Con i suoi precedenti titoli Io, Daniel Blake” (2016) e “Sorry We Missed You” (2019) ci aveva consegnato delle suggestioni struggenti sulla società inglese ed europea, un quadro senza apparente possibilità di salvezza. Nel 2023 il regista è tornato dietro alla macchina con “The Old Oak”, raccontando una storia di sofferenza ma anche di ritrovata fiducia. A firmare il copione è lo stesso Loach con il fidato Paul Laverty.

(Foto: Lucky Red)

La storia. Siamo nel 2016 in Inghilterra del Nord, in una cittadina un tempo legata all’attività mineraria e ora con un’economia implosa, segnata da povertà e diffusa disoccupazione. Quando arrivano delle famiglie di profughi siriani, gli abitanti rispondono con freddezza: c’è paura, non tanto del “diverso”, quanto di nuove bocche da sfamare. E così si verificano episodi di odio e intolleranza. A dare un cambio di passo alla situazione sono il proprietario di un pub della zona, TJ Ballantyne (Dave Turner), e una ragazza siriana, Yara (Ebla Mari). Insieme organizzano dei pranzi domenicali per la comunità. Da lì (ri)parte il dialogo, il cammino di convivenza solidale…

(Foto: Lucky Red)

Si esce ogni volta un po’ sottosopra, a livello emotivo, dalla proiezione di un film di Ken Loach. Il regista britannico picchia duro, invitandoci a guardare nelle zone d’ombra della società. Con “The Old Oak” Loach ci regala un altro magnifico quadro sociale, livido sì ma anche denso di speranza. Ci parla di ultimi, del nostro presente, tra lavoratori in affanno, nuovi poveri e migranti siriani. Un’umanità che sulle prime fatica ad andare d’accordo, a causa di pregiudizi e timori. A unire alla fine è il coraggio della speranza, quella di una giovane fotografa siriana e di un cinquantenne inglese. È una tavola imbandita di cibo e storie di radici, tradizioni, in un vecchio pub; lì si forma una nuova comunità, rigenerata e includente. Sboccia finalmente l’armonia, quella che ben riassume la frase ricorrente nel film: “When We Eat Together, We Stick Together”.

“Quando mangiamo insieme, siamo davvero uniti. Formiamo una comunità”.

Ken Loach si conferma un granitico avamposto per i diritti dimenticati, custode di un’umanità disgraziata; maestro di un cinema di impegno civile che scuote lo sguardo e cura l’animo distratto. “The Old Oak” è consigliabile, problematico, per dibattiti.

“The Crown 6 – Prima parte” (su Netflix, dal 16 novmbre)

Dal 2016 “The Crown” rappresenta una perla nella library di Netflix. La serie britannica, sul regno di Elisabetta II e la casa reale Windsor, firmata dalla penna geniale di Peter Morgan, è un unicum nel panorama televisivo del nuovo millennio, capace di unire la solidità di un racconto storico con il trasporto di un efficace e avvincente thriller politico-sentimentale. Nel 2023 Netflix ha deciso di dividere la sesta e ultima stagione in due parti: i primi quattro episodi dal 16 novembre e i restanti sei dal 14 dicembre. Alla base di tale scelta non c’è (solo) una strategia di marketing. Separare infatti il racconto in due atti permette di dare un’adeguata attenzione alla storia e figura di lady Diana, alla sua tragica scomparsa nell’estate del 1997, riservando alla seconda parte della serie il congedo da Elisabetta II.

(Foto: The Crown – Netflix)

La storia. Estate 1997, Lady Diana ormai lontana dal principe Carlo si ritaglia una vacanza con i figli William e Harry a Saint-Tropez, nella villa dell’imprenditore Mohamed Al-Fayed. Lì conosce suo figlio Dodi. I due vivranno una nascente intesa tallonati da plotoni di fotografi…

Si registra un felice cambio di passo rispetto alla quinta stagione di “The Crown”, un po’ sottotono rispetto alle precedenti. In “The Crown 6” ritroviamo tutta l’elevata qualità del racconto, come pure della messa in scena e della ricostruzione storica, della fotografia e delle musiche composte da Martin Phipps. A imprimere un sigillo di qualità è soprattutto la penna di Peter Morgan, puntuale, acuta ed elegante.

(Foto: The Crown – Netflix)

Punto di forza della serie sono di certo le interpretazioni. Elizabeth Debicki nel ruolo di Lady Diana è ancora più brava, capace di tratteggiare la principessa di Galles con maggiore controllo, attenta a tutte le sfumature emotive in campo. A ben vedere, l’altro grande protagonista di “The Crown 6” risulta il principe Carlo (un ottimo Dominic West!), che si mostra sì sovrastato dal dolore per la morte dell’ex moglie, ma anche capace di fronteggiare la reticenza della corona, della madre Elisabetta II, nell’approvare un funerale pubblico. E in questo si riscontra una parziale differenza rispetto alla traiettoria del film “The Queen” (2006) di Stephen Frears, dove veniva dato maggiore spazio all’intervento del primo ministro Tony Blair.

(Foto: The Crown – Netflix)

Infine, la regina Elisabetta II è ancora una volta Imelda Staunton: qui la grandissima attrice britannica sembra più consapevole del ruolo, più dentro al personaggio rispetto a “The Crown 5”, dove aveva impresso un eccesso di emotività alla sovrana. Nei primi episodi della sesta stagione la Staunton riesce con abilità a fondere introspezione e tempra regale, umanità e doveri istituzionali, ribadendo puntualmente che “the Crown must always win…”. Serie consigliabile, problematica, per dibattiti.

“Hunger Games. La ballata dell’usignolo e del serpente” (al cinema dal 15 novembre)

Otto anni dopo la fine della saga cinematografica “Hunger Games” (2012-15) ecco riaccendersi i riflettori sulla storia di Panem. È “La ballata dell’usignolo e del serpente”, prequel nato sempre dalla penna di Suzanne Collins che vede alla regia ancora una volta Francis Lawrence, al timone da “La ragazza di fuoco” del 2013. Nelle sale italiane con Notorius e Medusa Film.

(Foto: Murray Close)

La storia. Sessant’anni prima degli eventi che vedono protagonista Katniss Everdeen, a Capitol City è in corso la X edizione degli Hunger Games. Tra gli studenti più in vista della città c’è il diciottenne Coriolanus Snow (Tom Blyth), chiamato con alcuni suoi pari a fare da mentore ai ragazzi sorteggiati per i feroci giochi. Coriolanus dovrà preparare la combattiva Lucy Gray Baird (Rachel Zegler) proveniente dal Distretto 12, aiutandola a superare le difficoltà messe a punto dalla spregiudicata scienziata Volumnia Gaul (Viola Davis)…

Anche senza la presenza dell’eroina Katniss Everdeen, “Hunger Games” sembra funzionare abbastanza bene. “La ballata dell’usignolo e del serpente” si conferma un ottimo prequel per la qualità della messa in scena, la regia collaudata di Francis Lawrence, la caratterizzazione dei personaggi e le musiche di James Newton Howard. Tra gli interpreti spicca Viola Davis, in un ruolo scomodo, estremo. Il film, come ogni titolo del ciclo “Hunger Games”, offre una suggestione feroce della nostra società, un’allegoria livida di un’umanità senza bussola, deragliata, in un domani distopico.

(Foto: Murray Close)

L’opera affronta la genesi del male, la vertigine della corruzione interiore: approfondisce il momento in cui il giovane Coriolanus Snow, erede di una nobile dinastia caduta in povertà, decide di sposare il male senza ritorno per ribellarsi alla propria amara sorte. “La ballata dell’usignolo e del serpente” offre uno sguardo intenso e fosco giocato tra realismo e fantastico, con chiari rimandi al bellissimo e sfidante “Joker” di Todd Phillips. Un quadro angosciante, con timidi lampi di speranza. In questo, manca sì una figura luminosa come Katniss temperare il buio del racconto. Complesso, problematico, per dibattiti.

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Puglianello (BN). Sabato arrivano i ciclisti di ‘CAM.BI.A’ per ringraziare amministratori e sodalizi locali

L’Associazione CAM.BI.A si ritrova a Puglianello per ringraziare le associazioni e l’amministrazione locale.

L’associazione CAM.BI.A. in collaborazione con l’Associazione socio culturale ‘Nuovo Centro Studi Puglianello’, a seguito dell’evento cicloturistico tenutosi nel settembre scorso, ha programmato per sabato 4 novembre, dalle ore 17:30, presso la bellissima struttura di Casa Marchitto a Puglianello, un incontro di confronto, di analisi e di ringraziamento, con gli enti e le associazioni che hanno collaborato alla realizzazione della manifestazione cicloturistica Randonnèe Reale Borbonica che ha riscosso un grande successo. 

Si tratta di un incontro che si tiene al termine di ogni evento e l’anno scorso si è tenuto presso il Real Sito di San Silvestro e sarà anche un momento di programmazione per le attività del 2024.
Al termine del confronto seguirà un momento di convivialità offerto dal comune di Puglianello che l’associazione  CAM.BI.A ringrazia per l’ospitalità, la disponibilità e la sensibilità dimostrata nella persona del sindaco, onorevole Francesco Maria Rubano” così in una nota diffusa dall’Associazione CAM.BI.A.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)