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Napoli. Michelangelo Iossa ad ‘Altre parole, altri dischi’: mercoledì il giornalista scrittore a ‘NB Radio’

SADE è la protagonista della nuova puntata di “Altre Parole Altri Dischi” su NB RADIO con ospite il giornalista Michelangelo Iossa.

Mercoledì 10 luglio 2024 a partire dalle ore 19:00, all’interno del nuovo programma radiofonico quindicinale di Angela De Nicola intitolato “Altre Parole Altri Dischi” – in onda sulle frequenze web di NB RADIO, emittente radiofonica lucana – sarà ospite il giornalista, scrittore e docente universitario Michelangelo Iossa.

La puntata di mercoledì prossimo sarà dedicata a Sade, la regina sofisticata del soul-pop-funk con venature jazz: modella, stilista, autrice, compositrice, cantante, leader dell’omonimo gruppo britannico da 80 milioni di dischi venduti in tutto il mondo: da Your Love is King a Smooth Operator, passando per Hang on to your love, Sade sarà raccontata dalla approfondita conduzione di Angela De Nicola. La docente e blogger culturale cercherà di svelare i segreti del successo della cantante anglonigeriana e lo farà con l’aiuto di Iossa, musicologo, giornalista e scrittore, autore – tra gli altri – di una recente uscita editoriale targata Hoepli e intitolata “Swinging 60s”, scritta a quattro mani con Franco Dassisti.

Iossa, tra i massimi esperti dei Beatles in Italia, contributor del Corriere della Sera, autore di un libro-cult su Rino Gaetano e docente universitario, ci svelerà un legame profondo e sottile tra gli anni Sessanta a Londra e i patinati anni ‘80 dell’Inghilterra di Sade.

“Altre Parole Altri Dischi” ha come ambizioso progetto quello di aiutare a “leggere” le parole della musica e della vita di artisti le cui hit sono molto conosciute ma spesso poco narrate o quasi dimenticate. Come recita il sottotitolo della trasmissione: “per dire con parole poco dette di musica poco conosciuta ma molto ascoltata” il programma tenta di aprire una finestra ragionata su cortili musicali un po’ meno frequentati del solito ma i cui paesaggi hanno fatto parte della colonna sonora della nostra vita.

Nel corso delle scorse puntate, Angela De Nicola ha già trattato – tra gli altri – di Jackson Browne, Caetano Veloso, Mike Francis, Depeche Mode. Nel mese di agosto sono previste repliche integrali di tutte le puntate negli stessi giorni e alla stessa ora in cui si è svolto il programma.

Appuntamento dunque mercoledì prossimo, 10 luglio, a questo link per la diretta radio (www.nbradio.biz) e per un altro viaggio lungo i binari musicali della storia della musica più recente.

#altreparolealtridischi – #angeladenicola – #nbradio – #michelangeloiossa –

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Reati su minori. Terre des Hommes: “Nuovo record in Italia, 6.857 nel 2022, +10% in un anno. Aumentano i crimini sessuali”

Ennesimo record di reati a danno di minori in Italia nel 2022: sono stati 6.857, con un drastico aumento del 10% dal 2021, quando il dato aveva superato per la prima volta quota 6mila. Il peggioramento maggiore riguarda le violenze sessuali, cresciute del 27% in un anno: da 714 nel 2021 sono passate a 906 lo scorso anno, per l’89% ai danni di bambine e ragazze. I dati, elaborati dal Servizio Analisi criminale della Direzione centrale Polizia c riminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2023, in occasione della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre). Il documento è stato presentato venerdì 6 ottobre a Roma, al MAXXI Museo delle Arti del XXI Secolo, alla presenza di Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza; Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev, premio Nobel per la pace 2022; Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia.

I reati su minori continuano ad aumentare e segnare nuovi record:

“Se nel 2021 era stata superata per la prima volta quota 6mila casi, nel 2022 il balzo è così grande da spingere il numero verso i 7mila (6.857)”.

A confermare la tendenza di crescita è il dato su 10 anni: “Dal 2012 (5.103 reati) al 2022 i crimini a danni di minori sono aumentati del 34%”. Nel corso degli anni, precisa il Dossier, “la grande prevalenza di bambine e ragazze tra le vittime non solo è confermata ma anch’essa aumentata, in particolare nei reati a sfondo sessuale”: “Sono state l’89% (sul totale di 906 casi) tra le vittime di violenza sessuale nel 2022, erano l’87% l’anno precedente (su 714) e l’85% (su 689) nel 2012, mentre nel 2022 sono state il 65% (su 37) le bambine vittime di prostituzione minorile mentre erano state il 60% (su 77) nel 2012”. La prevalenza di vittime di sesso femminile persiste anche in altre fattispecie di reato, “come maltrattamento di familiari e conviventi minori (53%), detenzione di materiale pornografico (71%), pornografia minorile (70%), atti sessuali con minorenne (79%), corruzione di minorenne (76%), violenza sessuale aggravata (86%)”. Lo squilibrio a danno del genere femminile in varie fattispecie di reato, in particolare in quelli considerati “spia” delle violenze di genere, è confermato anche sulla popolazione presa nel suo complesso: nei dati dello stesso Servizio Analisi criminale, “le ragazze e donne sono oltre l’82% delle vittime di maltrattamenti contro familiari e conviventi, oltre il 92% di violenze sessuali”.

Nei confronti di minori, “aumentano su base annuale i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (551 casi nel 2022, +10% dal 2021), abuso dei mezzi di correzione o disciplina (345 casi, +17%), maltrattamenti contro familiari e conviventi (2.691 casi, +8%), sottrazione di persone incapaci (290 casi, +8%), abbandono di persone minori o incapaci (550 casi, +13%), detenzione di materiale pornografico (72 casi, +9%), atti sessuali con minorenne (430 casi, +4%), violenza sessuale aggravata (697 casi, +13%)”. Calano, invece, alcune fattispecie di reato: “L’omicidio volontario consumato in un anno diminuisce del 37% (da 19 casi del 2021 a 12 casi del 2022) e nel confronto su base decennale si registra un -33%. In discesa anche la prostituzione minorile con -14% (da 43 a 37 casi), mentre il dato è sceso del 52% dal 2012. La pornografia minorile è diminuita del 10% (da 187 a 169), ma dal 2012 al 2022 è aumentata del 56%. Un calo si registra anche per la corruzione di minore, -21% in un anno (da 136 a 107 casi) e -20% dal 2012 nonostante si tratti di un reato legato alla sfera dei reati a sfondo sessuale, che, invece, sono in crescita”.

“I dati relativi al 2022 sono elevati; alla preoccupazione per la crescita tendenziale degli indicatori, abbastanza costante negli ultimi anni, va aggiunto l’allarme per le possibili e gravi conseguenze che derivano da tale forma di violenza;

le giovanissime vittime rischiano di diventare adulti che porteranno per sempre nella loro anima orribili e, spesso, invisibili cicatrici”,

ha dichiarato, nel rapporto di Terre des Hommes, Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. “Per affrontare questo fenomeno è necessario un esame accurato e un approccio complessivo, che prendano le mosse da un’effettiva conoscenza del fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue tendenze evolutive. In particolare, è fondamentale riservare la massima attenzione alle violenze e agli abusi sui minori online non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nell’attività di supporto alle vittime e nella predisposizione di campagne informative mirate a rimuovere quegli ostacoli socioculturali per debellare il fenomeno nel prossimo futuro”, ha aggiunto.

“Alla luce del nuovo, tristissimo, record nei dati e degli aumenti di violenza sessuale e sessuale aggravata, vicende come lo stupro di Palermo appaiono come una cartina di tornasole della cultura patriarcale, maschilista, prevaricatrice e violenta che riduce il corpo di una donna a un ‘pezzo di carne’, in violenze nate per essere mostrate e che sembrano volere imprimere il sigillo del potere maschile, individuale e di gruppo”, ha affermato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes. “Se vogliamo invertire la rotta – ha osservato -, dobbiamo costruire una risposta organica, sistemica, diffusa che affronti di petto questa situazione inaccettabile. Qualcosa in termini legislativi si è fatto, con l’introduzione del Codice Rosso, ma manca un piano di intervento di lungo periodo sulla parità di genere a scuola. Manca la volontà di introdurre, finalmente, materie come l’educazione sessuale e all’affettività, all’uso ‘etico’ dei media digitali. E

i ragazzi dovranno mettersi in gioco più di tutti: se la violenza di genere riguarda tutti e tutte, il violento è sempre o quasi sempre maschio”.

Oltre ai dati relativi al nostro Paese, il Dossier offre uno sguardo più ampio sulla condizione delle bambine e delle ragazze in tutto il mondo, facendo emergere dati allarmanti in molti ambiti. Le mutilazioni genitali continuano ad aumentare nel mondo, mentre questa violenza che sottrae il futuro alle bambine riguarda anche l’Europa. I dati mostrano anche il dramma dei matrimoni precoci e forzati, delle gravidanze precoci e della loro forte relazione con lo stupro per le vittime più giovani, delle violenze sessuali, del mancato diritto all’istruzione. Tra i Paesi del mondo raccontati dal dossier, l’Afghanistan “dei” talebani, l’Iran e le lotte delle donne per i loro diritti, il Sudan e l’Ucraina in guerra.

Dall’11 ottobre partirà anche la nuova campagna di comunicazione e raccolta fondi di Terre des Hommes che con l’hashtag #MettitiNeiSuoiPanni invita tutti e tutte a mettersi nei panni delle bambine e ragazze che subiscono violenza, per superare discriminazioni di genere, facili giudizi e stereotipi che alimentano la cultura dello stupro e ostacolano il pieno godimento dei diritti e della libertà per bambine e ragazze. La campagna #MettitiNeiSuoiPanni è stata ideata e realizzata da Acne – A Deloitte business.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Digital detox

Sul limitare del bosco, nei prati che sovrastano il piccolo abitato di Malosco (Tn), mi incuriosisce un cartello realizzato in plastica trasparente. Riporta i simboli dei principali social media (Instagram, Facebook e Twitter) e la scritta “In Val di Non, nei luoghi più belli, il cellulare non prende. Ritorna ad apprezzarli con gli occhi, con il cuore e con la mente”. Quello che poteva essere un disagio è stato qui trasformato intelligentemente in un’opportunità, in un valore aggiunto a qualche giorno di riposo e di vacanza immersi nella natura. A fianco, un altro cartello indica cosa fare nel caso di incontro con un orso. Il rischio oggi è, per tutti, indubbiamente molto alto. Non quello di un faccia a faccia con un plantigrado, ma quello di vedere e di vivere sempre le cose attraverso la mediazione di un dispositivo elettronico (del suo schermo e della sua fotocamera) e di dover in tempo reale “condividere” con altri quello che si sta vedendo, facendo, perfino mangiando. Quasi che, se gli altri non lo sanno, la mia esperienza sia meno reale, il panorama meno bello, il mio pasto meno gustoso. E siamo sinceri, questo non è (solo) un problema dei giovani. Il cellulare, o sarebbe meglio dire lo smartphone, ovvero questo dispositivo elettronico che per sbaglio funge anche da telefono, ma che ci permette di scattare foto e realizzare filmati, ascoltare musica e guardare video, compiere pagamenti e altre operazioni bancarie, trovare la strada giusta, consultare il meteo, monitorare la nostra attività fisica e mantenere appunto in ogni momento attiva la nostra rete sociale attraverso i social e svariate app di messaggistica – incorporando così in un unico aggeggio le funzioni di telefono, macchina fotografica, cinepresa, sveglia, computer, TomTom e iPod (e chi se li ricorda più questi ultimi?), barometro e cardiofrequenzimetro… – è diventato per la maggior parte di noi una sorta di protesi, inseparabile e indispensabile. Tanto che quando non c’è rete, quando WhatsApp non funziona o addirittura quando è lo stesso telefono a non volerne sapere di accendersi (pare che moltissime persone non lo spengano mai neppure di notte), l’ansia e il panico si diffondono rapidamente, a tutte le età. Ma è proprio in quei luoghi e in quei momenti che puoi avere la grazia di riprendere contatto con la realtà, di renderti conto che il mondo esiste, gli altri esistono e perfino tu esisti, anche quando sei disconnesso e non raggiungibile; che i panorami si possono fissare nella mente e nel cuore; che il silenzio può diventare la più bella colonna sonora di un momento speciale. La buona notizia è che questa condizione può essere non solo il positivo effetto collaterale di un disservizio tecnologico, ma anche il frutto di una libera scelta. Gli esperti di comunicazione la chiamano “digital detox”, ovvero “disintossicazione digitale” e pare sia praticata da un numero crescente di persone di tutte le età che decidono per un periodo più o meno lungo (in genere un weekend o un’intera settimana di ferie) di spegnere del tutto o limitare al massimo l’utilizzo del telefono, del computer e di ogni altro dispositivo elettronico. E per non “cadere in tentazione” si può addirittura decidere di lasciarli a casa, comunicando, come si faceva un tempo, un proprio recapito in caso di autentiche emergenze. All’inizio potrà risultare difficile, ma i benefici, assicurano gli psicologi, saranno una maggior attenzione a ciò che ci circonda, meno ansia, miglior capacità di rilassarsi e più disponibilità nel vivere a pieno il rapporto con chi si ha vicino. E forse anche una maggiore facilità di “connessione” con Dio. Penso proprio valga la pena provare!

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Kokono: la culla che salva i neonati in Uganda

Una culla innovativa, progettata e brevettata in Italia da De-Lab – società benefit specializzata in consulenza nel settore della cooperazione allo sviluppo e dell’economia di scopo, con base a Milano – e realizzata e distribuita localmente in Uganda, in grado di proteggere i neonati dalla malaria e da altre potenziali cause di morte, costruita in plastica biodegradabile e multifunzione: è Kokono, progetto di imprenditoria sostenibile e ad impatto unico nel suo genere, che proprio nel paese dell’Africa sub-sahariana ha le sue radici. Ad oggi sono 1.500 le culle prodotte e distribuite nei contesti più poveri dell’Uganda, dagli slum di Kampala alle aree rurali. Un numero destinato presto a raddoppiare grazie a una strategia di scale-up promossa da De-Lab e dalla Ong Amref Health Africa e vincitrice nei giorni scorsi di un contributo nell’ambito della call “Sprint. Consolidamento di soluzioni sostenute nell’ambito del Progetto Innovazione per lo sviluppo” promossa da Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo. Ora la fondatrice di De-Lab, Lucia Dal Negro, punta ad attrarre anche nuovi partner finanziari per far crescere ulteriormente il progetto.

Come funziona Kokono
Kokono, grazie a una zanzariera “di serie”, difende i bambini da 0 a 12 mesi dalle malattie infettive – tra cui la malaria che incide ancora per il 20% sulla mortalità nel continente – ma anche da altre minacce come gli incidenti domestici o il soffocamento dovuti all’assenza di un riparo specifico per i neonati e gli attacchi degli animali come insetti, rettili e roditori. Queste sono le principali cause della mortalità infantile che in Uganda colpisce ogni anno 200mila bambini sotto i 5 anni, di cui 45mila muoiono entro il primo mese di vita. Oltre ad essere un riparo per i neonati, Kokono è anche sostenibile nei confronti dell’ambiente: grazie ad un polimero organico che rende la plastica di cui è composta biodegradabile, la culla si trasforma in compost dopo una decina di anni trascorsi in ambiente aerobico.
“Kokono è un modello replicabile in tutti i contesti vulnerabili del continente africano e del mondo, grazie a un modello che nasce dal basso, a partire dall’ascolto delle necessità delle famiglie più povere”, sottolinea la fondatrice di De-Lab Lucia Dal Negro. “Una soluzione che unisce alla sostenibilità sociale e ambientale anche quella economica – prosegue Dal Negro –, visto che permette di creare un circuito virtuoso di produzione e vendita in Uganda, con grandi potenzialità in termini di ricadute economiche e occupazionali sulla popolazione locale. Per questo De-LAB è alla ricerca di nuovi partner anche finanziari che credano e investano in Kokono”. Ogni dollaro investito in Kokono, è stato calcolato, genera 2,88 dollari in termini di ritorno sociale dell’investimento e questo senza ancora calcolare gli impatti ambientali positivi.

La storia e le partnership
La storia di Kokono – che in un dialetto ugandese significa “zucca vuota” – ha inizio nel 2018 quando l’idea viene perfezionata insieme ai suoi utilizzatori finali durante una serie di focus-group che coinvolgono quasi 200 persone in quattro distretti dell’Uganda: la capitale Kampala, Hoima, Fort Portal e Gulu. Un percorso di ricerca che ha fatto emergere la necessità di un design multi-funzione – Kokono si utilizza come culla portatile, come letto, come vasca per il bagno e come spazio per il gioco –, e un prezzo accessibile per una fascia di popolazione a medio-basso reddito.

Dopo la prima fase di ideazione, prototipazione e sviluppo, De-LAB ha acquistato, grazie alla vittoria di un grant dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), lo stampo industriale per produrre la culla in modo seriale. In seguito alla sospensione dovuta alla pandemia, nel 2021 si completano il design del prodotto e la definizione della catena di fornitura locale, e avviene la registrazione da parte di De-LAB del brevetto di invenzione e del trademark “Kokono” sia in Italia che all’estero. L’anno seguente iniziano la produzione e la vendita, promossa in loco grazie alla collaborazione con l’ambasciata d’Italia in Uganda, e viene aperto un negozio a Muyenga, quartiere di Kampala, anche grazie ai fondi del bando Coopen di Fondazione Cariplo. Nel frattempo, grazie alla collaborazione tra De-Lab e le Ong Amref Health Africa Italia e Uganda, le culle vengono distribuite in contesti in difficoltà, tra cui lo slum di Kawempe.
Più di recente è stata attivata una collaborazione con Unfpa – United Nations Population Fund, l’agenzia dell’Onu per la salute sessuale e riproduttiva, grazie a cui è stata avviata la distribuzione di alcuni esemplari di Kokono nei campi profughi dell’Uganda, che conta oltre 1,5 milioni di rifugiati su una popolazione di 45 milioni di abitanti, una delle quote più alte al mondo.

 

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Riforma Nordio, il giudice Aghina: “Fermerà i tribunali. Le assunzioni non basteranno” PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI TORRE ANNUNZIATA – “La ‘Cartabia’ è troppo recente per apportare altre modifiche senza valutarne gli effetti” DI VINCENZO IURILLO





L’INTERVISTA

Riforma Nordio, il giudice Aghina: “Fermerà i tribunali. Le assunzioni non basteranno”

PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI TORRE ANNUNZIATA – “La ‘Cartabia’ è troppo recente per apportare altre modifiche senza valutarne gli effetti”

DI VINCENZO IURILLO

24 GIUGNO 2023

Il presidente del Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) Ernesto Aghina è stato consigliere del Csm tra il 2002 e il 2006 ed in seguito componente del direttivo della Scuola superiore della magistratura: ministro di Giustizia Roberto Castelli, anni di scontri aspri tra la magistratura e il governo Berlusconi impegnato in forsennate leggi ad personam. Eppure nemmeno all’epoca si arrivò a non ritenere l’Anm un interlocutore, come oggi fa Nordio. “Elidere il contributo dell’Anm mi pare un unicum”.

Presidente Aghina, cosa pensa del modo in cui il Guardasigilli Nordio si confronta con la magistratura sulla sua riforma

Trovo singolare questa reattività del ministro verso le valutazioni provenienti da singoli magistrati e dall’associazione sindacale. Il contributo di chi si misura sul campo nell’attività giudiziaria (Foro compreso) è utile e doveroso. Ma io personalmente da tempo invoco una moratoria delle riforme di carattere processuale.

Perché?

Dopo le tante modifiche degli anni scorsi, bisognerebbe attenderne l’esito sul campo, per eventualmente perfezionarle.

Traduco: non abbiamo fatto in tempo a capire gli effetti della ‘Cartabia’ che già stiamo alle prese con un’altra riforma.

La riforma Cartabia è sin troppo recente per apportare ulteriori modifiche senza valutarne gli effetti.

Che pensa dell’impianto della riforma Nordio?

Da presidente di Tribunale mi compete principalmente la valutazione dei profili di carattere organizzativo. E dico: la collegialità delle misure cautelari è certamente un problema. E lo dico da presidente di un tribunale ‘grande’, secondo la soglia del Csm che la fissa a 50 magistrati: noi ne abbiamo 51. Ciò nonostante, siccome siamo su un territorio ad alta densità criminale, dove di conseguenza si richiedono parecchie misure, attrezzare un ufficio collegiale per le valutazioni degli arresti è un problema.

Quanti Gip ha il suo tribunale?

Cinque. Le difficoltà insorgono non solo sulla valutazione della richiesta cautelare, ma anche per gli effetti a catena delle incompatibilità che si determineranno nelle fasi successive. Se per il mio ufficio è una criticità, lo sarà a maggior ragione nei tribunali piccoli.

Il ddl Nordio prevede un incremento di 250 magistrati.

È una risposta a un problema oggettivo dei vuoti d’organico, ma temo non sia sufficiente. Per fortuna il concorso in magistratura è tornato di primo livello, si può accedere subito dopo la laurea. Questo però ha comportato un notevole incremento delle domande e di conseguenza un allungamento dei tempi concorsuali. Mi sembra di capire che il ministro prevede una messa a regime della riforma tra due anni. Però ricordo che la normativa vigente prevede che l’ufficio del Gip non possa essere assunto da un magistrato di prima nomina, occorrono almeno 4 anni di attività giudiziaria, e per i più anziani almeno un’esperienza biennale al dibattimento. Limitazioni di cui occorre tener conto e che prescindono dall’aumento di organico.

Non posso non farle una domanda sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio.

Le cifre diffuse dal ministero inducono a una riflessione. Ma non sono valutabili nell’attualità. Sono retaggio di un passato antecedente all’ultima riforma del 323 c.p. (la modifica del governo Conte che punisce solo la violazione di specifiche norme di legge dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ndr), del 2020. Il perimetro del penalmente rilevante è stato circoscritto meglio. Riterrei al limite opportuna una ulteriore novella della norma che eviti la determinazione di vuoti di tutela, a fronte di condotte di indubbia gravità, evidenziati anche in questi giorni da pronunzie della Cassazione.

Quali?

Fattispecie che attengono non soltanto alla condotta dei sindaci (di cui tanto si parla), ma anche ai concorsi. Anche a quelli in magistratura. Recentemente un commissario d’esame accusato di essersi accordato con un candidato durante una prova scritta ha chiesto al Gip la messa alla prova. La condotta era stata configurata come tentato abuso di d’ufficio: con la riforma resterebbe penalmente irrilevante.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Napoli. ‘L’antro ed altre storie’: giovedì la presentazione del libro di Davide Tricarico

Si presenta giovedì 15 giugno 2023 ore 17,00 al Clubino in via Luca Giordano 73 a Napoli “L’antro ed altre storie” di Davide Tricarico per Kairós Edizioni. A dialogare con l’autore, Rita Felerico e Riccardo Rubino, accompagnati dalle letture di Maria Rosaria Riccio. Modera Pino Cotarelli. Saluto dell’editore Giovanni Musella.

Una raccolta di racconti che attraversa la sottile linea di confine tra l’amore e il dolore.

L’amore a cui si riferisce Tricarico è quello perduto. Per motivi diversi, i racconti ci narrano tutti storie nelle quali si perde l’oggetto del proprio sentimento e di conseguenza si spegne quella luce forte e intensa che ci accompagnava nella vita e di cui a volte non ne eravamo neanche consapevoli. Ed è proprio allora che ci si rende conto di quanto eravamo dipendenti da quell’affetto, da quel calore.

Anche la solitudine è al centro della narrazione. “Non rimpianti, eventuali rammarichi o sentimenti di delusione, chiarisce l’autore “ma soltanto una immensa solitudine, condizione questa che ha bisogno di tanto, tantissimo tempo per essere colmata e comunque un sapore amaro è lo strascico inevitabile che ci accompagnerà per la vita”.

Quale il dolore profondissimo a cui si allude nella quarta di copertina?

Quello stato d’animo che si avverte quando si smarriscono le coordinate della propria esistenza. E ciò avviene quando la nostra vita affettiva, che si nutriva voracemente dell’oggetto di quell’amore, nel perderlo all’improvviso, si avvolge in una cappa nera”.

L’amore è un sentimento indefinibile. Chi ne viene preso, per quanto ricco il suo vocabolario, non riuscirà mai a trovare parole per descriverlo, tutte gli sembreranno povere. È talmente intenso che può offrire felicità mai raggiunte come dolori profondissimi.

Cinque episodi e un filo conduttore che tiene insieme la trama di ognuno: la solitudine e ciò che lascia un affetto smarrito.

 UNO STRALCIO DELL’OPERA

Continuava a fissarlo mentre lui le stringeva le mani al collo. Lei non mosse un dito, non si divincolò, non un urlo. Fino all’ultimo respiro non distolse i suoi occhi dal volto dell’unica persona che aveva mai amato, la stessa che ora la stava uccidendo. Nel momento in cui cominciò a non sentire più il suo corpo e gli occhi perdevano i colori del mondo, appena un soffio prima di morire, gli sorrise, quasi a ringraziarlo per quella breve felicità che le aveva concesso. Qualche giorno dopo la cronaca riportava, in un articolo di poche righe, il ritrovamento da parte d’un pescatore di un corpo femminile fermo tra le due anse che il fiume creava a valle. Riferiva il pescatore, a quanto diceva l’articolo, che il corpo sembrava come adagiato sulla superficie del fiume, perché aveva ancora addosso – intatto – un vestito azzurro. Anche le calze nere e le scarpe con i tacchi a spillo stranamente erano ancora lì ai piedi della morta, come se dovesse andare ad una festa. Ma quello che aveva colpito di più il pescatore, continuava l’articolo, era il bellissimo sorriso, gli occhi aperti a guardare il cielo ed un qualcosa di rosso, che sembrava una foglia, stretta in una mano.

(Anita Curci – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Piana M. Verna. Andrea Mongillo confermato ai vertci di Confederdia che rinnova altre cariche

Andrea Mongillo, capogruppo di minoranza al Comune di Piana di Monte Verna e responsabile per la Campania di “ConfederDIA”, Confederazione Italiana dei Dirigenti ed impiegati agricoli, rende noto che Francesco Del Vecchio è il nuovo responsabile nazionale del settore zootecnico Confederdia.

Durante l’assemblea nazionale della Confederdia, tenuta a Roma il 20 maggio 2023 il Direttore generale della Confederdia, Nunzio Cellucci e il Presidente Nazionale Claudio Paitowsky hanno proposto il suo nome per la prestigiosa carica e l’assemblea ha ratificato per acclamazione tale proposta.

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Andrea Mongillo, responsabile Confederdia per la Campania, esprime grande soddisfazione per il  risultato prestigioso raggiunto da uno storico iscritto alla Confederdia Campania nonché R.S.A. della Associazione Allevatori Regione Campania e, congratulandosi con Del Vecchio, gli augura buon lavoro.

Un ringraziamento particolare va a Nunzia Macci, responsabile del settore zootecnico uscente, per l’eccellente lavoro svolto a difesa dei lavoratori delle Associazioni Allevatori.

Durante l’assemblea Andrea Mongillo è stato confermato come componente della Segreteria Nazionale della Confederdia.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Caiazzo. Compostiere abbandonate da anni: ignoranza o malafede? altre ‘promesse da marinaio’?

Spettabile redazione, sono un simpatizzante dei 5 Stelle, come tanti altri, sempre pronto a seguire il Movimento e in modo particolare l’invito di NON ANDARE A VOTARE, ma, a prescindere, vorrei dare un’ottimo spunto per NON ANDARCI anche a chi non è dei nostri, ricordando a tutti che, proprio grazie al nostro Meetup Caiazzo 5 Stelle, anni addietro il Comune ottenne non una, ma DUE compostiere, che però invece di provvedere subito alla loro installazione (per una avevano pure individuato dove metterla cioè al Rione Garibaldi), favorendo così non solo la bonifica ambientale (per quello sono fatte e perciò si potevavo avere gratis), ma anche, come da loro stessi assicurato, un consistente risparmio sulle bollette della TARI che, per colpa di altre loro malefatte e del conseguente default finanziaro del Comune, siamo costretti a pagare alle tariffe massime previste dalla Legge.

Orbene, come si vede dalla foto allegata, queste compostiere sono abbandonate a marcire in un deposito pare in area PIP, destinata a ben altro uso, da 3-4 anni e mai installate, mentre tutti i contribuenti, cioè TUTTE LE FAMIGLIE DI CAIAZZO, avrebbero potuto RIPARMIARE almeno il 30% sulla tassa rifiuti.

Recentemente hanno fatto un incontro nella mia zona e qualcuno glielo ha accennato, lamentandosi, ma – guarda caso – dice che avrebbero provveduto, ovviamente dopo le elezioni.

I cittadini chiedono al Sindaco perché per 3-4 anni ciò non è avvenuto, chi ne è responsabile e sulla base di quali conformi atti sono state depositate in un’area realizzata con denaro pubblico ma destinata a ben altro uso; peggio se, come dicono, area di qualcuno che lavora proprio per il comune.

Le stesse sono state comprate dalla Regione Campania, molti si sono interessati per affidarle al comune di Caiazzo allo scopo di ridurre la frazione umida, che è l’unica per la quale noi paghiamo alla ditta molti milioni di euro: carta, plastica eccetera, in genere si rivendono e ci guadagna: il comune o chissà chi!

Oggi le amministrazioni, dopo le votazioni, si dimenticano delle persone, sprecano soldi, e ogni azione è a favore proprio e contro i cittadini: come sempre, nella vita l’eventuale eccezione conferma la regola…

Vogliamo la verità su questa vicenda vergognosa: documenti, non ancora chiacchiere, e se davvero si ha intenzione di tener fede a quanto stabilito, far bene all’ambiente, contenere le spese e far risparmiare le famiglie, beh… per trasportarne almeno una al Rione e, ovviamente, METTERLA IN FUNZIONE, basta qualche ora: insomma c’è tempo prima delle elezioni, altre promesse dai pulpiti sarebbero offensive non solo per noialtri contribuenti (non sudditi) ma per chi, vogliamo credere in buona fede, non ha seguito l’esempio di quanti, deliberatamente, si sono allontanati dal gruppo, avendo capito tante cose…

Saluti

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)