Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ qui mai spam o pubblicità molesta

abrogativo

Ddl Autonomia: cosa prevede e perché il referendum abrogativo può cancellarla di Alessandro D’Amato






Ddl Autonomia: cosa prevede e perché il referendum abrogativo può cancellarla

20 Giugno 2024 – 05:03

Il residuo fiscale, i Livelli Essenzaili delle Prestazioni (Lep) e il rischio di sistemi differenti in ogni regione. La corsa al referendum abrogativo. E i sondaggi con l’incognita quorum

Il Ddl Autonomia è legge dopo la seduta fiume alla Camera. Ma l’opposizione pensa già a un referendum abrogativo per cancellarlo. E Giorgia Meloni rischia l’effetto Renzi. Mentre secondo i sondaggi la riforma voluta da Roberto Calderoli e dalla Lega è sì apprezzata al Nord ma invisa al Sud. E questo potrebbe avere un peso importante nel risultato di un’eventuale consultazione popolare. Per l’attuazione bisognerà comunque attendere la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazione (Lep). Il governo ha due anni di tempo perché deve misurare il perimetro dei servizi da garantire su tutto il territorio nazionale. E poi decidere come finanziarli in caso di impossibilità da parte delle Regioni. Come? Esclusa la possibilità di farlo a debito, non rimangono che due strade: tagli alle spese o nuove tasse.

Cos’è il Ddl Autonomia

L’Autonomia Regionale o Differenziata consiste nel riconoscimento da parte dello Stato dell’autonomia legislativa alle Regioni a Statuto ordinario sulle materie che oggi sono di competenza concorrente. La lista delle materie comprende: Sanità, istruzione, università, ricerca, lavoro, previdenza, giustizia di pace, beni culturali, paesaggio, ambiente, governo del territorio, infrastrutture, protezione civile, demanio idrico e marittimo, commercio con l’estero, cooperative, energia, sostegno alle imprese, comunicazione digitale, enti locali, rapporti con l’Unione europea. In base alle decisioni delle singole regioni, in ogni territorio lo Stato potrebbe lasciare al singolo ente la facoltà di assumere insegnanti, gestire ferrovie, fiumi e litorali, scegliere quali sostegni fornire o no alle imprese e decidere le proprie relazioni internazionali. Con i Lep i più ricchi potranno trattenere fino a 9 miliardi di tasse.

Il residuo fiscale

Gli atti d’intesa tra lo Stato e le Regioni apriranno per le più ricche la possibilità di trattenere il proprio residuo fiscale, ossia la differenza tra quanto versano e quanto ricevono in termini di spesa pubblica. Questo avvantaggerebbe alcuni territori a discapito di altri. Secondo un’elaborazione di Bankitalia le Regioni più avvantaggiate sono Lombardia (con 5.090 euro per ciascun residente), Emilia-Romagna (2.811), Veneto (2.680), Piemonte (1.006), Toscana (852), Lazio (789) e Valle d’Aosta (231). Complessivamente il Nord avrebbe in più, magari per istruzione e sanità, 2.715 euro ad abitante, il Centro 514 mentre il Sud ce ne rimetterebbe 2.451 a testa. La quota di Irpef e Iva che potrebbero trattenere Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto secondo lo Svimez ammonta a 9 miliardi totali.

I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)

La parola chiave della riforma è Lep, ovvero i Livelli Essenziali delle Prestazioni che lo Stato deve garantire su tutto il territorio nazionale anche con l’Autonomia differenziata regionale. Su temi come sanità e trasporti pubblici è lo Stato a dover decidere quali sono i livelli minimi delle prestazioni. Già oggi, con i Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), le prestazioni e i servizi essenziali arrancano al Sud rispetto al Nord. In alcune regioni del Mezzogiorno il punteggio Lea è inferiore del 60% rispetto agli altri territori. Le Regioni che sono più avanti nell’applicazione dei Lea sono quelle che hanno chiesto maggiore autonomia: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto. Nei Lep rientrano anche la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e la produzione di energia. Mentre con la maggiore potestà legislativa si rischiano anche una ventina di sistemi scolastici differenti.

Il referendum abrogativo

Contro il Ddl Autonomia l’intera opposizione vuole promuovere un referendum abrogativo. Ma si pensa anche a una serie di ricorsi alla Corte Costituzionale da parte dei governatori delle regioni del Sud. E così la tagliola potrebbe anticipare il voto popolare. In più, un referendum sull’Autonomia (così come quello sul premierato) potrebbe trasformarsi per Meloni nella trappola che ha fatto cadere Renzi. Hanno annunciato, infatti, di voler partecipare alla raccolta firme per indire un referendum tutti i partiti di opposizione: dal Pd al M5s, da Avs a Iv, passando per Azione e Più Europa.

Anche l’associazione “La via maestra”, che riunisce oltre 100 organizzazioni, tra cui anche la Cgil, ha annunciato la raccolta delle firme. La via maestra, ricordando di aver portato «centinaia di migliaia di persone in piazza il 7 ottobre del 2023 a Roma e lo scorso 25 maggio a Napoli», già chiama «alla mobilitazione cittadine e cittadini di tutte le Regioni contro la legge approvata e auspica che si formi un ampio comitato promotore per la raccolta di firme che porti al referendum per l’abrogazione della legge Calderoli».

I sondaggi

Sull’eventuale consultazione popolare peserà la comprensione di come e quanto la riforma garantirà servizi come sanità, scuola e trasporti in tutta Italia. «Noi abbiamo testato il gradimento della popolazione sull’autonomia differenziata ed è a macchia di leopardo», riferisce all’Ansa il sondaggista Nicola Piepoli, secondo cui molto «dipenderà molto da come sarà formulato il quesito e dall’informazione diffusa tra i cittadini». Per il collega Roberto Weber (Ixè) «sull’autonomia differenziata avremo un paese diviso in due. Possibile un lieve prevalenza dei contrari. Il tema vero sarà l’affluenza».

Il quorum

Un’incognita pesante per il raggiungimento del quorum, sottolineata anche da Lorenzo Pregliasco, che rimarca il grande astensionismo registrato alle ultime Europee: «È una legge che viene letta in modo molto diverso tra il nord e il sud». Che «teme di essere svantaggiato e marginalizzato. Di contro, nel Meridione l’affluenza spesso è più bassa quindi puntare solo sul voto del Sud sarebbe una sfida ardua da vincere». Antonio Noto invece ha da poco realizzato un sondaggio per Repubblica: «Il 45% dei cittadini è contrario, il 35% favorevole e il 20% non sa esprimere un’opinione. Disaggregando i dati per area geografica, al nord prevalgono i favorevoli ma di poco (42% favorevoli, 35% contrari), al sud prevalgono di molto i contrari (57% contro, 25% a favore)». E il centro? «Esprime un’opinione più vicina al Sud».

Leggi anche:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Autonomia differenziata, le opposizioni esultano: raggiunto il traguardo delle 500 mila firme per il referendum abrogativo di Felice Florio






 

Autonomia differenziata, le opposizioni esultano: raggiunto il traguardo delle 500 mila firme per il referendum abrogativo

31 Luglio 2024 – 23:04

Per Conte si tratta di «un segnale potentissimo». Schlein: «Un’alternativa a questa destra è possibile»

Non hanno voluto aspettare l’ufficialità del dato. I leader del centrosinistra hanno fatto partire la batteria di dichiarazioni per rivendicare il risultato raggiunto: 500 mila firme, la soglia necessaria per chiedere l’indizione del referendum abrogativo. La legge contro cui si oppongono è quella dell’autonomia differenziata. Sommando le sottoscrizioni raccolte online – oltre 350 mila – a quelle dei banchetti fisici – più di 150 mila – si supera il quorum necessario per la Corte di Cassazione. Il numero sembrerebbe destinato a crescere nell’ordine delle decine di migliaia già prima del weekend: l’obiettivo, nemmeno troppo taciuto, è quello di chiudere la campagna referendaria con almeno un milione di firme.

Schlein: «Una legge sbagliata e pericolosa»

Intanto è già festa tra i capi dell’opposizione. Per Elly Schlein, questa è la dimostrazione che «un’alternativa a questa destra è possibile». La segretaria del Partito democratico ha sottolineato che con la battaglia referendaria sono «riusciti ad unire un largo schieramento che ha visto insieme partiti, forze sociali ed associazioni che si sono mobilitati e organizzati contro una legge che spacca l’Italia. Si tratta di un risultato politico importante e non scontato». E ha concluso: «Il Paese è convinto che quella legge sia sbagliata e pericolosa. Non ci fermeremo qui».

Conte: «Non vogliamo vivere in un’Italia divisa»

Stessi toni quelli usati da Giuseppe Conte: «Un segnale potentissimo, una grande ondata di partecipazione che ci ha portato alle 500 mila firme in pochissimi giorni contro la legge sull’autonomia differenziata». Secondo il presidente del Movimento 5 stelle, «i cittadini non si fanno ingannare e stanno aderendo in massa all’appello per l’abrogazione. Non vogliono vivere in un’Italia divisa, frammentata in tante regioni e in tutte le materie, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti al commercio. Hanno compreso che ci rimetteremmo tutti, nessuno escluso. Non ci fermeremo qui, è solo l’inizio».

Magi: «È solo l’antipasto della batosta che aspetta Meloni»

Il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha voluto porre l’accento sullo «straordinario afflusso» ai banchetti, come «risposta del Paese alla controriforma della destra». Per il numero uno dei Verdi Angelo Bonelli, c’è «una fortissima volontà popolare di bloccare questo spacca-Italia». Riccardo Magi di +Europa ha affermato: «In dieci giorni, tra firme cartacee e digitali, mezzo milione di italiani ha già detto no all’Autonomia differenziata, un successo incredibile che è solo l’antipasto della batosta che aspetta Giorgia Meloni quando i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi su questa riforma».

Leggi anche:

Open G.O.L. Impresa Sociale S.r.l.
Fondato da Enrico Mentana

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Autonomia Differenziata : Il Consiglio Regionale della Campania chiede un referendum abrogativo

Si tratta di una vera e propria rivoluzione democratica quella messa in campo dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca , che, nella giornata di ieri ,con 36 voti favorevoli e 9 contrari  ha deliberato al Consiglio Regionale un referendum abrogativo dell’ autonomia differenziata.

Il disegno di legge ,varato dalla Camera  e voluto dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli punta a riconoscere alle Regioni la possibilità di gestire tutte quelle materie che non sono di competenza esclusiva dello Stato, tra cui anche istruzione, sanità, commercio estero.

Ma dalle opposizioni l’accusa è di essere una riforma “spacca-Italia”, che finirà per favorire le Regioni del Nord, più ricche rispetto a quelle del Sud. da qui è partita l’ idea del referendum  da parte della Regione Campania.  ” Siamo molto preoccupati – ha dichiarato Vincenzo De Luca- dobbiamo assolutamente opporci a quella che ritengo una trappola mortale per l’ intero Sud-Italia  Ma le preoccupazioni non riguardano solo il centrosinistra. Il governatore della Calabria, il forzista Roberto Occhiuto ha più volte espresso le sue perplessità sul ddl Calderoli approvato dagli alleati. “Il mio auspicio – è tornato a dire – è che Forza Italia non voti, in Consiglio dei ministri e in Parlamento, alcuna intesa con singole Regioni se prima non saranno interamente finanziati i Livelli essenziali di prestazione, e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud”, ha avvertito.

La richiesta referendaria verrà depositata dal presidente del Consiglio regionale campano, Gennaro Oliviero. In generale, il referendum abrogativo è disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione, che prevede possa essere indetto solo se lo richiedono mezzo milione di elettori o cinque Consigli regionali.

Presto alla Campania potrebbero aggiungersi altre quattro regioni ; Emilia Romagna , Puglia , Toscana e Sardegna che consentirebbero così di raggiungere il requisito costituzionale per l’indizione del referendum.  Intanto  34 esponenti di diversi partiti, fra Pd, M5s, Avs, Italia Viva e +Europa, hanno depositato il testo del quesito refendario presso la Corte di Cassazione, che è chiamata a pronunciarsi sui requisiti di ammissibilità del referendum, a partire dalle firme raccolte e dall’idoneità della legge di cui si chiede la cancellazione.

In altre parole, il referendum è riconosciuto, al di là dell’esito, solo se si reca alle urne la maggioranza degli aventi diritto. La legge oggetto del quesito invece, verrà abrogata una volta ottenuta la maggioranza dei voti validamente espressi, cioè se il 50%+1 degli elettori avrà votato “Sì” all’abolizione della norma.

L’articolo Autonomia Differenziata : Il Consiglio Regionale della Campania chiede un referendum abrogativo proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Autonomia, Oliviero: “La Campania sarà la guida per altre regioni per il Referendum abrogativo” —-






Autonomia, Oliviero: “La Campania sarà la guida per altre regioni per il Referendum abrogativo”

—-

“La Regione Campania sarà la capofila per altre cinque Regioni d’Italia nel percorso che porterà al Referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. Questa legge, così com’è oggi, è una vergogna, siamo di fronte a un’Autonomia indifferenziata che lede i diritti dei cittadini del Sud Italia”. Così il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, eletto anche delegato – dagli altri membri del Consiglio – per portare la delibera a Roma. Sull’ammissibilità del Referendum, in ultima istanza, infatti, si dovrà pronunciare la Suprema corte di Cassazione. “Bisogna prima ridurre le disuguaglianze e poi si può parlare di autonomia – continua Oliviero – la Campania non parte dalle stesse basi delle regioni del Nord. Riduciamo i gap e poi ragioniamo”, conclude Oliviero.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)