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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Caserta e Sannio

Notizie o altro comunque inerente il comprensorio casertano-sannita, cioè le contigue provincie campane di Benevento e Caserta.

Giorgia Meloni e i suoi ‘alleati’: e se anche alla destra sovranista ‘piacciono’ gli omosessuali?

Belgio, il premier nazionalista Bart de Wever, alleato di Meloni, vuole legalizzare la GPA anche per gay e single.

Per riuscire a governare il partito conservatore N-Va si è alleato ai socialisti fiamminghi, ai liberali francofoni e ai cristiano-democratici.

Un premier di destra alleato di Giorgia Meloni che, soddisfatta da tale accordo, ha dichiarato di poter lavorare insieme per obiettivi comuni.

Solo che, se parliamo di GPA, mentre Giorgia l’ha reso reato universale, il governo De Wever ha regolamentato la maternità surrogata sia per le coppie gay sia per i single, inglobata nella categoria “questioni etiche”.

Verrà proibita “la maternità surrogata a scopo di lucro da parte della madre surrogata o di terzi, ossia che porterebbe ad un compenso economico superiore al rimborso delle spese ragionevoli relative alla gravidanza elencate nel futuro quadro giuridico”.

Inoltre i soggetti coinvolti in questa pratica dovranno essere sottoposti a supporto medico e terapia psicologica all’interno di centri di fertilità riconosciuti. Una destra che si allontana totalmente da quella attuale italiana.

Infatti, il paradosso sta proprio qui: una volta legalizzata la GPA in Belgio, una coppia italiana che dovesse decidere di andare in tale Paese per poterne usufruire, si troverà, di ritorno in Italia a essere condannata per reato universale, voluto proprio da Giorgia Meloni, che si è detta alleata del neo-governo belga.

Ennesima contraddizione tutta all’italiana, come quando viene elogiato Musk, padre, cristiano e con dei figli nati mediante la GPA.

Ad ogni modo, questa è la prova che i diritti civili non devono essere un tema di sinistra ma anche di destra, un tema di tutti.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. Doppio appuntamento letterario mercoledì 12 febbraio con ‘Liberalibri’

L’Associazione Liberalibri di Caserta, in collaborazione con il Patto per la Lettura e Caserta Città che Legge, organizza un doppio evento culturale di grande rilevanza filosofica e sociale.

Gli incontri, curati dal libraio Achille Callipo, vedranno protagonisti due autori e due saggi capaci di stimolare il dibattito pubblico su temi attuali e di grande interesse.

 

 

Primo incontro

Titolo: I piedi del mondo. Come le scarpe Nike hanno rivoluzionato l’immaginario globale.
Autore: Tommaso Ariemma, docente di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce
Data e ora: Mercoledì 12 febbraio 2025, ore 18:00; Luogo: Foyer superiore del Teatro Comunale Parravano, Caserta; Moderano: Avv. Gennaro Iannotti e il filosofo Pietro Sebastianelli.

Nel suo saggio, edito da LUISS University Press, Ariemma analizza il potere simbolico delle scarpe Nike, diventate un’icona globale e un punto di riferimento nella cultura di massa. Attraverso una riflessione estetica e sociale, il libro esplora il modo in cui questi oggetti di consumo abbiano ridefinito valori come il successo e l’identità, trasformandosi in strumenti di narrazione collettiva.

Secondo incontro

Titolo: Il valore della pena e l’imperdonabilità. Per la critica della ragione penale.
Autore: Giuseppe Ferraro, già professore di Filosofia Morale presso l’Università Federico II di Napoli;
Data e ora: Mercoledì 12 febbraio 2025, ore 19:30; Luogo: Vineria Pieretti, via Ricciardelli 31, Caserta; Moderano: Prof.ssa Luisa Todisco e Dott.ssa Grazia Coppola.iuseppe capece tar 110 Gricignano ambienta

Il saggio di Ferraro, pubblicato da Castelvecchi Editore, offre una riflessione critica sul concetto di pena e sulla sua applicazione nel sistema penale contemporaneo.

L’autore mette in discussione la proporzione tra delitto e punizione, spostando l’attenzione sulla dimensione del sentimento della pena e sul dolore individuale che essa comporta.

Propone una revisione del sistema carcerario che integri sicurezza e cura, coinvolgendo detenuti e polizia penitenziaria in un nuovo modello di responsabilizzazione.

L’incontro presso la Vineria Pieretti segna l’avvio di un nuovo ciclo di eventi culturali, come evidenziato dalla titolare Armida Daniela Pieretti:

Sono molto emozionata per questo progetto. La mia vineria diventerà un luogo di incontro tra scrittori, filosofi, poeti e studiosi. Cultura e convivialità si fonderanno in un’esperienza unica”.

Dichiarazioni dell’Associazione Liberalibri

Vito Maria Benito Vozza, Presidente di Liberalibri:  “Con questi incontri vogliamo dimostrare che la cultura è un organismo vivo, capace di generare confronto, riflessione e condivisione. La lettura crea legami, sollecita domande e apre spazi di discussione. Siamo orgogliosi di offrire occasioni in cui il sapere si intreccia con la vita”.

Enzo De Rosa, Coordinatore Liberalibri: “La lettura è un’esperienza condivisa che stimola riflessioni autentiche. Affrontiamo temi profondi con l’obiettivo di rendere la cultura un momento di confronto aperto a tutti”.

Gli eventi sono organizzati da Achille Callipo e promossi dall’Associazione Liberalibri, nell’ambito delle attività del Patto per la Lettura.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Aversa. ‘Open Day’ riuscitissimo sabato 8 al Liceo Artistico IIS ‘Leonardo da Vinci’

Day 2025 al Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci di Aversa: un ponte tra passato e futuro.

Sognare di tornare nel proprio liceo dopo il diploma è  un desiderio che si è  avverato per i due protagonisti dell’ Open Day dell’ 8 febbraio 2025 al Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci di Aversa, diretto dalla dirigente scolastica, prof.ssa Margherita Montalbano.

La storia di Massimiliano Junior Ciullo e Armando Ibello, due ex studenti che, grazie all’ invito della prof.ssa Rosalba Corvino, responsabile dell’ orientamento in ingresso per il Liceo Artistico, hanno avuto l’ opportunità di condividere la loro esperienza con i futuri allievi.

Accompagnati dal loro ex docente di italiano, prof. Francesco Pio Ferreri, i due illustratori, oggi in formazione presso la Scuola Internazionale di Comix e già  autori di un portfolio di tutto rispetto,  hanno incantato il pubblico con una coinvolgente lezione di disegno e acquerello, conquistando applausi e ammirazione.

Talenti in mostra: il successo degli ex studenti

L’ Open Day di quest’ anno ha voluto sottolineare le opportunità universitarie e lavorative che il liceo offre ai suoi studenti. Dopo aver celebrato in passato talenti come la scultrice Rita Passarelli, il pittore Giovanni Merenda, il critico d’arte Vincenzo Pirozzi, il fotografo Salvatore Diana e l’ architetto Marco Gisonni, quest’ anno il palco è stato dedicato ai due illustratori, esempio concreto di come passione e impegno possano trasformarsi in una carriera di successo.

Letteratura e storia: la voce del Dipartimento di Lettere

L’ evento ha visto anche la partecipazione attiva del Dipartimento di Lettere: la prof.ssa Veronica Mele e gli studenti del corso C hanno dato vita a una lettura drammatizzata su Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nell’ ambito di un progetto realizzato in collaborazione con la Rete dei Licei della Provincia di Caserta e il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’ Università Vanvitelli, esplorando la tematica del Regno di Napoli angioino-aragonese.

Laboratori aperti e creatività senza confini

I visitatori hanno potuto immergersi nell’ atmosfera vibrante della scuola esplorando i laboratori di architettura, design, pittura, scultura, serigrafia, scenografia, calcografia e grafica. Nei porticati della sede centrale, gli studenti hanno raccontato le loro esperienze e mostrato le proprie creazioni artistiche, testimoniando la vivacità e il talento che animano il liceo.

Un viaggio tra arte, teatro e musica

L’ evento ha rievocato il successo delle passate edizioni, come la performance teatrale “Tutti i colori di Frida”, che aveva incantato il pubblico con una sfilata di moda a tema, organizzata durante la Settimana dello Studente. In quell’occasione, il noto artista Jenny Romano aveva incontrato gli studenti, regalando un momento unico con letture accompagnate da brani musicali eseguiti dagli stessi ragazzi.

La soddisfazione della dirigente e il riconoscimento ai talenti emergenti

Siamo già arrivati a un ottimo risultato  ha dichiarato la dirigente Margherita Montalbano e ci riteniamo pienamente soddisfatti del numero delle iscrizioni. Per questo, voglio ringraziare la Funzione Strumentale e la commissione orientamento, il mio staff, tutti i docenti e, soprattutto, gli studenti, instancabili veicolatori di creatività  e passione.

A coronare la giornata, la premiazione degli studenti delle scuole medie vincitori del Concorso artistico-letterario “Salviamo il Mondo”, giunto alla sua quinta edizione. Fotografia, disegno, fumetto e poesia sono state le categorie in gara, e a distinguersi sono stati gli alunni delle scuole De Curtis di Aversa, Pestalozzi Don Milani di Sant’Antimo, Cante di Giugliano e Don Giovanni Bosco di Trentola Ducenta. Il concorso è stato ideato e promosso dalle docenti Annamaria Cavaliere e Rosalba Corvino.

Un futuro ricco di opportunità

Al termine della giornata, la dirigente ha sottolineato con orgoglio anche il successo del Liceo Scientifico di Trentola, che fa parte dello stesso istituto, evidenziando come entrambi gli indirizzi abbiano già raggiunto un numero significativo di iscritti.

L’evento si è  concluso con la visita del Sindaco Francesco Matacena, accompagnato dalla consigliera Federica Turco e dall’ assessore Giglio. Il primo cittadino si è complimentato per  l’ eccellente lavoro svolto e ha proposto nuove iniziative per valorizzare ulteriormente l’ istituto, attraverso mostre ed eventi artistici che possano estendere il talento degli studenti anche fuori dalle aule.

Tra foto di rito e sorrisi, si è chiusa una giornata che ha saputo raccontare il passato, il presente e il futuro del Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci, una scuola che continua a ispirare e formare i talenti di domani.

FOTO

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Pareggio del Napoli con l’Udinese al Maradona. 1-1. Pagellina.

Il Napoli sblocca il risultato nel primo tempo con McTominay, ma dopo soli tre minuti l’Udinese risponde con una rete di Ekkelenkamp.

I partenopei accusano fatica fisica, come già si era visto nella partita con la Roma, in un febbraio dal calendario pesante.

Al contrario i friulani hanno dimostrato una fisicità prepotente, che ha di fatto risolto la partita al 40’ minuto.

Pagellina

Meret 6,5 – Non ha responsabilità del gol subito, in quanto aveva chiamato il pallone a Juan Jesus che non gliel’ha lasciato.

Di Lorenzo 6 –  Va in difficoltà come tutti. Bravo in un paio di occasioni dove ha evitato problemi a Meret

Rrahmani 6 – Deve sostenere la fisicità di Lucca, non riuscendoci. In affanno come tutti.

Juan Jesus 5,5 – Buon inizio dove imposta lanci precisi. Colossale sbaglio sul gol con Meret che gli chiama la palla.

Mazzocchi 5 – Corresponsabile del gol, perde lucidità e delude in tutta la partita.

Anguissa 5-  Ha giocato la sua peggior partita fino ad oggi. Inesistente.

Lobotka 5 – Tutta la partita in sofferenza, malgrado la buona volontà

McTominay 6,5 – Unico a “rimanere sveglio”, sbaglia un gol già fatto, ma poi porta un gol alla squadra.

David Neres 6 – Parte bene, al 23’ prima giocata per Politano. Inesistente nella ripresa.

Politano 5,5 – Parte bene. Inesistente nella ripresa

Lukaku 5 – Lento, senza vivacità, artificioso. Non opportuna la sua uscita.

Conte 6 – Una partita difficile. Cambi tardivi.

Il Napoli resta capolista con 55 punti, a +4 dall’Inter. Il campionato è lungo e i numeri sono azzurri!

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A Trieste, ricorre il giorno del ricordo, degli orrori titini o della umana intolleranza.

Cos’è in realtà la foiba di Basovizza, un buco nella roccia carsica, utilizzato per estrarre minerali, che la natura umana ha utilizzato per nascondere vigliaccamente le atrocità perpetrate. Dal pozzo doveva essere estratto carbone, ma non fu mai abbastanza produttivo e quindi dopo lo scavo venne ben presto abbandonato. Per Foiba si intende un inghiottitoio, che l’acqua ha eroso e scavato nel terreno carsico, spesso, quando sono abbastanza erosi collassano e danno luogo alle doline, degli avvallamenti del terreno più o meno grandi di cui il territorio triestino è costellato. La foiba di Basovizza si trova sul cosiddetto altipiano carsico triestino ed è parte dell’esigua provincia di Trieste, ridotta a seguito degli accordi di Osimo del 10 novembre 1975 tra i ministri degli affari esteri di Jugoslavia e Italia, con cui si fissarono in maniera definitiva i confini tra i due Paesi che nel Memorandum di Londra del 1954 pose fine al TLT, territorio libero triestino. Trieste nel 1954, fu separata dall’entroterra giuliano, comprendente Fiume e Pola annesso dalla ex Jugoslavia di Tito prima e diviso tra Croazia e Slovenia oggi. Perché la foiba di Basovizza riveste un carattere forte nel panorama politico italiano? Nelle foibe furono occultate centinaia di vittime a volte senza alcuna appartenenza politica, dell’epurazione titina, che avvenne nel 1945 prima che si delineassero le zone di influenza delle cosiddette zone A e B. I titini a Trieste come in tutta l’Istria, rastrellarono casa per casa gli oppositori politici e i possibili oppositori politici, quindi vennero deportati e in gran parte massacrati e interrati nei pozzi carsici non solo i collaboratori e i facente parte attiva del fascismo, ma anche chi non fascista avrebbe potuto generare in futuro un pensiero diverso da quello del dittatore jugoslavo. Chi erano queste persone: innanzitutto italiani, di diversa estrazione, poteva trattarsi di civili sospettati di collaborazionismo, ma anche, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, così come gli aderenti all’ex partito fascista, ma anche antifascisti non graditi. Particolarmente oculato fu il rastrellamento dei membri del Comitato di liberazione nazionale, perché rappresentavano l’ostacolo più duro alle mire annessionistiche di Tito. Ci sono anche casi di ritrovamenti di tedeschi e sloveni anticomunisti, nelle foibe andava buttato tutto quello che era o sarebbe stato un ostacolo per la Jugoslavia di Tito. Alla fine da calcoli fatti solo a Basovizza sarebbero stati infoibati circa duemila persone. Ricordiamo, che la guerra era già terminata, quindi una strage non di guerra. Chi realizzò materialmente queste efferatezze, la famigerata OZNA, polizia segreta del regime titino, che stilate le liste di proscrizione, delegavano agli organismi locali, l’esecuzione materiale dell’eccidio. Alcune date per ricordare, l’eccidio avvenne nel 1945, l’imboccatura del pozzo fu chiusa nel 1959, nel 1992 la foiba fu dichiarata Monumento Nazionale. Nel 1991, anno della dissoluzione jugoslava e dell’Unione Sovietica, a Basovizza si recò l’allora presidente della repubblica Francesco Cossiga, seguito due anni più tardi dal successore Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1992 aveva dichiarato il pozzo della miniera “monumento nazionale”. Dal 2007, il Sacrario di Basovizza è stato restaurato ed è ora attivo il Centro di Documentazione con tutte le informazioni relative alla Foiba e alla tragica storia di quegli anni oggi rappresenta il luogo della memoria per le famiglie di tutti gli infoibati e dei deportati, morti nei campi di concentramento dell’ex Jugoslavia. Di ieri la notizia della profanazione del monumento con scritte in sloveno, a testimoniare che l’orrore non è stato dimenticato, neppure dai sostenitori degli assassini. Sarebbe lugo sviscerare le reali deformazioni mentali o il perché della strage ai danni dei giuliano dalmati, ma purtroppo questa storia è molto simile a quella scritta nel ventennio fascista, nella conquista del Regno delle Due Sicilie da parte dei piemontesi, che sterminarono interi paesi solo per sospetto di collaborazione con i briganti, ma anche oggi dello sterminio dei palestinesi da parte di chi sulla propria pelle non ha imparato nulla. Di solito si dice ai posteri l’ardua sentenza, purtroppo la storia quella reale ci insegna che i posteri saranno sempre dei ciucci assatanati e affamati di sangue e le vittime sempre povera gente, che a volte per reclamare un po di dignità e una vita migliore finiscono per restare vittime di chi li taglieggia.

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Caserta. Vagavano ebbri con uno scooter rubato: gambiani bloccati e denunciati dai Carabinieri

Sono state le manovre pericolose e repentine poste in essere dal 33enne gambiano alla guida di uno scooter Piaggio Scarabeo, privo di targa, ad attirare l’attenzione dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caserta nel corso di un servizio di controllo del territorio nel centro cittadino.

L’uomo, che continuava la sua corsa zigzagando pericolosamente, è stato raggiunto dai militari e bloccato in sicurezza in via Nazzario Sauro, dove è stato identificato insieme al suo passeggero, un 20enne di origini tunisine in atto sottoposto all’obbligo di presentazione alla p.g. presso la Stazione Carabinieri di Caserta.

Ci sono voluti pochi istanti ai carabinieri per accorgersi che il 33enne alla guida, già noto alle forze dell’ordine, era ubriaco.

Tale condizione è stata subito verificata attraverso l’accertamento alcol test eseguito sul posto che ha rilevato, per lo stesso, un tasso alcolemico pari a 1,70 g/l.

Inoltre alla specifica richiesta di esibire i documenti dello scooter sul quale stavano viaggiando i due hanno fornito risposte evasive e contraddittorie.

È stato grazie ai riscontri effettuati attraverso il numero di telaio che i carabinieri sono riusciti a scoprire che il mezzo era stato denunciato dal proprietario quale oggetto di furto avvenuto a Napoli tra il 23 e il 24 gennaio scorso.

A quel punto è scattata, per entrambi, la denuncia in stato di libertà per ricettazione in concorso e per guida in stato di ebrezza alcolica per il gambiano alla guida.

Lo scooter Piaggio Scarabeo di colore rosso è stato sottoposto a sequestro in attesa di essere consegnato al legittimo proprietario.

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Arienzo. Carabinieri: il comandante della Legione Campania in visita alla stazione

Il Comandante della Legione Carabinieri “Campania”, Generale di Divisione Canio Giuseppe La Gala, nel pomeriggio di sabato ha fatto visita ai Carabinieri della Stazione di Arienzo, nel casertano.

L’alto ufficiale, giunto presso la caserma di piazza Nicola Valletta, nel centro del piccolo comune della valle di Suessola, è stato ricevuto dal comandante della Compagnia di Maddaloni, Capitano Federico Arrigo, dal comandante della Stazione, Maresciallo Maggiore Arnaldo Marino, e da una rappresentanza dei militari in forza a quel reparto.

Nel corso della visita il Generale La Gala, alla luce dei risultati operativi raggiunti da quel presidio dell’Arma, si è congratulato con i militari “per l’impegno profuso a sostegno di tutta la cittadinanza”.

Nel salutare personalmente tutti i Carabinieri presenti li ha esortati a continuare a fornire una risposta incisiva e costante nella lotta alla criminalità, intensificando nel contempo l’impegno nel prevenire e reprimere la commissione di reati come i furti in appartamento e le truffe agli anziani”.

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Caserta. Torna ‘Adopt a beach’: progetto WWF di monitoraggio inquinamento costiero

Continua il monitoraggio dei rifiuti sulle nostre spiagge nell’ambito del progetto internazionale del WWF, Adopt a beach.

Due spiagge casertane, a Mondragone e a Castel Volturno, sono state “adottate“ da un gruppo di volontari WWF che dallo scorso anno stanno conducendo un monitoraggio quali-quantitativo dei rifiuti. G

razie all’impegno del WWF Caserta, del WWF Young e delle Guardie Giurate WWF, domenica mattina si è aggiunto un ulteriore tassello alla conoscenza dell’inquinamento del nostro mare.

Sono stati infatti raccolti, su un ampio tratto di spiaggia i rifiuti, catalogati e contati: il risultato è stato di 4 sacconi di rifiuti, con una drammatica predominanza della plastica, ancora una volta “malefica regina” dell’inquinamento costiero.

Lo stesso lavoro era stato svolto nel medesimo luogo a settembre dello scorso anno e verrà ripetuto durante quest’anno.

I dati raccolti confluiranno in un database internazionale ( WWF Italia, Grecia, Turchia e Tunisia) per valutare lo stato di salute del Mediterraneo.

Tale progetto rientra nel più ampio filone delle attività di citizen sciense, il cui successo e la cui realizzazione dipendono in misura fondamentale dal contributo attivo e consapevole dei cittadini che diventano protagonisti di vere ricerche scientifiche sul campo, collaborando con le istituzioni accademiche a costruire conoscenza.

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Carditello: cani affidati ad “educatore cinofilo” misteriosamente scomparsi

-CARDITELLO, Qualche anno fa, nel 2023, si è parlato dello scandalo di un canile lager a Casaluce, un allevamento, pensione, che deteneva cani abbandonati a loro stessi, in spazi angusti nonostante gli enormi sgambatoi esterni ai box, in pessime condizioni, denutriti, ammalati e cuccioli morti di stenti. Ora torna a galla una storia oscura che sembra collegata sempre al territorio di Casaluce. Ci sono testimonianze di diverse persone che si erano affidate a un “addestratore cinofilo”, almeno questo è ciò che lui si definiva, in realtà parliamo di un millantatore. Tali proprietari di cani, gli avevano chiesto un aiuto per risolvere delle difficoltà legate al comportamento dei loro cuccioli, per tentare di rieducarli, altri invece avevano lasciato a costui i loro amici a quattro zampe in pensione. Fin qui, tutto normale, se non fosse che molti di questi proprietari hanno lamentato l’incompetenza di questo soggetto mentre spillava loro 40 euro a lezione senza risolvere mai nulla, ma c’è di peggio….molti dei cani lasciati in pensione sarebbero misteriosamente scomparsi. C’è chi racconta del proprio Jack Russell dichiarando che tale “addestratore” avrebbe raccontato che il cane, dopo aver spezzato la chiusura di plastica della pettorina, sarebbe fuggito, riferendo che il cagnolino non avrebbe ascoltato il suo comando. Il proprietario ha anche confermato di essere a conoscenza di numerosi altri casi di “scomparsa” di cagnolini affidati allo stesso “educatore”. Un’altra donna, una volontaria, Anna, aveva affidato all’addestratore un cane problematico da rieducare, ma dopo circa due settimane, la donna viene chiamata perché il cane è scappato. Anna parla di una storia assolutamente poco credibile, e afferma anche lei di essere a conoscenza di altri smarrimenti. Federica, altra testimone, parla di ulteriori 6/7 casi di cani scomparsi dalla “pensione” che risalgono alla scorsa primavera. Cosa ancora più curiosa è che quest’individuo avrebbe lavorato e starebbe ancora lavorando presso un importante centro proprio a Casaluce, dove la gente lamenta non curanza, trascuratezza, molossoidi che non vivono in sicurezza. Le due storie sembrano collegate, quella del 2023 e quella che dal 2024 fino ad oggi, ancora si verifica. Ci chiediamo ma quel canile lager adibito a pensione, allevamento di oltre 400 cani in stato di maltrattamento fisico e psichico, non era stato chiuso? Sono solo coincidenze? Due strutture apparentemente simili. Ma dove sono finiti i cani che venivano affidati a questo signore che si appoggiava tra Carditello e un centro a Casaluce? Nulla ci fa sperare di ritrovarli, che siano fuggiti o meno, che siano forse stati addirittura venduti a terzi per fare soldi, che siano morti, questo non possiamo saperlo, sappiamo solo che, ancora una volta, lo Stato non interviene, restano solo parole, denunce inascoltate, perchè si parla di animali, di esseri innocenti, inermi, di cui nessuno si occupa e a cui non si dà importanza. Chiediamo che vengano approvate delle leggi che puniscano chi sfrutta e maltratta un animale nella stessa misura in cui la vittima può essere un bambino.

 

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Il Tatuaggio: da simbolo tribale a espressione personale

I tatuaggi hanno attraversato un’evoluzione straordinaria, tanto che da segni di ribellione sono oggi considerati come opere d’arte personale. Un tempo marchi tribali se non simboli criminali, oggi rappresentano una forma unica d’espressione personale.

L’esperienza di Daniele
In questo contesto, Daniele, un giovane barman casertano, appassionato di tatuaggi per il puro piacere estetico, offre una prospettiva affascinante su come questo fenomeno sia percepito oggi. Lui considera il tatuaggio non come un simbolo di ribellione o appartenenza, ma una scelta puramente estetica.

Zero dolore e solo piacere 

Con una soglia del dolore elevata, Daniele si serve degli aghi intrisi d’inchiostro per il semplice piacere di vedersi tatuato. La sua scelta di optare per una presenza dispari sul proprio corpo la giustifica unicamente per motivi scaramantici, un tocco personale alla sua collezione. I suoi tatuaggi riflettono così una tendenza crescente tra i giovani e pongono l’estetica sopra il significato; fanno si, insomma, che l’apparenza e l’individualità siano sempre più valorizzate diventando un mezzo per esprimere se stessi, senza necessariamente legarli a storie o simboli profondi.

Arte celebrata, ma non solo
Non è solo l’arte del tatuatore a essere celebrata, ma anche la decisione di chi sceglie di tatuarsi. In passato, i tatuaggi erano spesso associati a gruppi marginali o identità ribelli. Oggi, al contrario, rappresentano una tela su cui ognuno può dipingere la propria storia, o semplicemente decorare il proprio corpo. L’importanza di chi è tatuato emerge con forza, tanto che Daniele possa  mostrare il tatuaggio come una forma d’arte personale, un abbellimento del corpo che non necessita di un significato profondo per esistere.

Effimero, ma non troppo

La bravura del tatuatore, il design, e l’intenzione estetica si intrecciano, dando vita a opere che parlano di chi le porta, in un mondo dove l’apparenza ha un peso crescente e i tatuaggi un modo per distinguersi e raccontare se stessi. Non è più solo una questione di ribellione o appartenenza, ma di pura estetica e autodefinizione.

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In 3000 annunci funebri la storia di una città!

Il linguaggio è identità” – questo deve aver pensato Federico Albano Leoni, filologo e docente di glottologia alla Federico II di Napoli, quando ha iniziato una singolare collezione, quella che raccoglie i manifesti funebri affissi in Campania e particolarmente a Napoli.

“Mi appassionai anni fa a leggere i manifesti funebri – racconta Albano Leoni – e ho cominciato a fotografarli, indagando sul significato profondo di definizioni e soprannomi che, in realtà, non erano rivolti a tutti, ma alla gente del vicolo, del rione”.

Ad esempio – continua il linguista – una mattina vidi nella zona di Montesanto, un manifesto con la scritta “è morta Maria detta Maria dint è fnstell’”. Chiesi informazioni e una donna mi disse che la vecchietta viveva sola in un ‘basso’ con due piccole finestre e che lei stava sempre lì a guardare la gente che passava. ‘E noi la chiamavamo Maria dint è fnstell’ “.

È la prima volta che viene pensata un’operazione tanto atipica, ossia quella di voler ricostruire storia e identità di un territorio, nonché il rapporto tra storia e vissuto della gente, attraverso la pubblicazione necrologica.

Così si può comprendere l’importanza che ebbe per i partenopei la storica impresa delle 4 giornate di Napoli, quanto il popolo di ribellò ai Tedeschi e li cacciò dalla città. In particolare, Leoni ricorda un annuncio in cui si comunicava la morte di Gennaro, figlio della Partigiana Maddalena Cerasuolo, eroina del tempo.

Secondo il professore la scrittura di questi documenti presenta “spesso ortografie selvagge, estranee alla stessa lingua napoletana. Una parola come ‘o sringar identifica l’uomo che nella vita va nelle case a fare le iniezioni, conosciuto da tutti per il suo mestiere e descritto dunque con questa strana parola che ha solo una vocale”.

Questa testimonianza linguistica può chiarire quanto la lingua napoletana sia diventata dialetto nel suo progressivo “spocarsi”, perdendo l’ortodossia grammaticale originaria, che ne fecero la lingua dell’antico Regno delle Due Sicilie.

La raccolta si fregia di oltre 3000 manifesti, tutti raccolti in Campania e particolarmente a Napoli; ne troviamo il motivo ancora in queste parole del linguista: “I manifesti funebri si trovano ovviamente in tutta Italia, ma solo a Napoli succede che quando muore Maria viene definita ‘a purtuallar’ (venditrice di portogalli, cioè le arance – ndr), il suo mestiere con il quale tutti la identificavano. Questo caratterizza Napoli e altre zone a leopardo della Campania, ad esempio Ischia è piena di questi manifesti, mentre a Capri non ce ne sono. E poi emerge anche la forte presenza femminile nella gerarchia familiare: solo qui si mette ‘morto Giovanni Esposito vedovo di…” e il nome della moglie. In genere succede il contrario”.

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SERVIZI ANTIDROGA DEI CARABINIERI. PUSHER SMASCHERATO GRAZIE AL FIUTO DI LUNA.

Il 25enne di San Felice a Cancello, già noto alle forze dell’ordine per la commissione di reati in materia di stupefacenti, nel corso di una perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di 3 involucri in plastica contenente hashish utile al confezionamento di numerose dosi.

Alcune segnalazioni, pervenute nei giorni scorsi alla Compagnia Carabinieri di Maddaloni, riguardanti un continuo e sospetto viavai di giovani da una delle abitazioni di via fosse iacp, a San Felice a Cancello, nel casertano, hanno indotto i militari della Sezione Operativa ad organizzare un mirato servizio antidroga.

L’accesso all’appartamento attenzionato dai carabinieri è avvenuto nella serata di ieri con il supporto delle unità del Nucleo Cinofili Carabinieri di Sarno.

Quando il 24enne ha aperto la porta ha subito mostrato una calma apparente rispondendo alle specifiche e dirette domande poste dai carabinieri, che non era in possesso di stupefacenti.

Le sue risposte non hanno convinto i militari, ma soprattutto non sono bastate a fermare il cane carabiniere Luna.

Appena entrata nell’appartamento, grazie al suo infallibile fiuto, si è subito diretta in camera da letto fermandosi proprio all’altezza di uno dei cassetti del comodino posto a lato del letto.

Sono bastati pochi istanti al suo conduttore per rinvenire al suo interno i tre involucri in plastica, singolarmente confezionati e risultati contenere hashish utile al confezionamento di numerose dosi. Insieme allo stupefacente i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato anche la somma in contanti pari a 1800,00 euro suddivisi in banconote di vario taglio e ritenuto provento dell’attività illecita.

Il 24enne, accompagnato in caserma, è stato denunciato in stato di libertà. Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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DANNI AL PATRIMONIO CULTURALE E REALIZZAZIONE DI OPERE ILLECITE. I CARABINIERI DENUNCIANO DUE PERSONE.

Due persone, ritenute responsabili di reati in danno del patrimonio culturale, realizzazione di opere illecite e in assenza di autorizzazione, sono state denunciate in stato di libertà nella mattinata odierna dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli.

Gli immediati accertamenti eseguiti dai militari dell’Arma nell’ambito del monitoraggio dei monumenti nella provincia di Caserta con il supporto di funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, hanno consentito di accertare l’avvenuta realizzazione, a vario titolo da parte dei denunciati, di opere illecite sul Campanile e Arco dell’Annunziata della città normanna, facenti parte del complesso monumentale “della Real Casa dell’Annunziata” – bene tutelato ai sensi del codice dei beni culturali. Tali realizzazioni, consistenti nell’installazione abusiva di luminarie ed addobbi vari, sono risultante, peraltro, non compatibili con il carattere storico dell’edificio.

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De Rosa confermato presidente della Provincia di Caserta: il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Di Monaco

Di Francesco Carissimo

Marcello De Rosa resta alla guida della Provincia di Caserta. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso presentato da Gaetano Di Monaco, confermando la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania che gli aveva dato ragione. Con questa sentenza, il presidente De Rosa consolida la sua posizione in attesa della trattazione del merito del ricorso, prevista per i prossimi mesi.
Il ricorso e la difesa di De Rosa
Il ricorso di Di Monaco, sostenuto dall’avvocato Antonio Nardone, contestava la validità della sua nomina e chiedeva il riconoscimento della sua pretesa di subentrare alla guida della Provincia. Di Monaco aveva impugnato l’atto amministrativo, ma il Comune di Caserta non si è costituito in giudizio. Anche Marcello De Rosa, difeso dall’avvocato Fabrizio Perla, ha ribadito la legittimità della sua posizione.
Il Consiglio di Stato ha esaminato il caso e ha sottolineato come l’interesse pubblico alla continuità amministrativa sia prevalente. Infatti, De Rosa ha ricoperto la carica di vicepresidente sin dal decreto presidenziale del 28 novembre 2024 e ha continuato a svolgere il suo incarico con regolarità, adottando numerosi provvedimenti, come documentato agli atti. La decisione, pertanto, si fonda sul fatto che De Rosa ha agito con continuità e nel rispetto degli obblighi istituzionali.
La decisione e le sue implicazioni
La sentenza del Consiglio di Stato ha inoltre sottolineato che la trattazione del merito del ricorso sarà a breve, in quanto la data fissata dal TAR per la discussione si avvicina. Per questa ragione, il Consiglio ha respinto l’appello di Di Monaco, rimandando la questione al TAR Campania per l’analisi approfondita dei temi legali sollevati dalle parti in causa.
Con il ricorso respinto, De Rosa potrà continuare a svolgere le sue funzioni di presidente, almeno fino a quando non si pronuncerà il TAR sulla questione. La decisione del Consiglio di Stato prevede anche la compensazione delle spese legali della fase cautelare, esentando le parti da ulteriori oneri economici in questa fase preliminare.
La sentenza, pronunciata il 6 febbraio 2025, ha visto la partecipazione del collegio presieduto dal magistrato Michele Corradino, con i consiglieri Stefania Santoleri, Giovanni Tulumello, Angelo Roberto Cerroni ed Enzo Bernardini. Il prossimo passo sarà l’udienza davanti al TAR per una valutazione più approfondita della vicenda.

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