Alto Casertano. Consorzi, Bonifica e tributi: balzello illegale se manca un reale beneficio
È incostituzionale imporre il contributo, se non ci sono benefici.
I residenti dell’alto casertano, esasperati per la tassa di bonifica. Consorzi di bonifica, carrozzoni politici, che da decenni, sottraggono ngiustamente risorse a proprietari terrieri, senza dare alcun beneficio.
Secondo la giurisprudenza esistente nel settore e secondo una sentenza emessa il 14 ottobre 1996 dalla Corte di Cassazione, “i contributi ai Consorzi di Bonifica, sono dovuti per i fondi agricoli, purché essi ne traggano un beneficio, che può essere diretto o indiretto, ma non generico”.
È necessario che il vantaggio sia esistente, non fantomatico. Il beneficio deve essere diretto e specifico, conseguito o conseguibile, a causa della bonifica e cioè tradursi in qualità del fondo.
“Alle latitudini dell’alto casertano non sono mai stati fatti tanti interventi di bonifica del terreno, sistemate strade o fatte opere idrauliche e, quindi, non usufruendo di alcun servizio da parte di tale ente denunceremo con una azione di classe il Consorzio“conclude un arrabbiatissimo agricoltore.
Le non opportune modifiche del piano di zonizzazione che la Regione potrebbe approntare per “salvaguardare” i Consorzi, non scoraggiano per niente i proprietari di fondi, arciconvinti di mettere fine al pagamento.
“Basta succhiarci il sangue, è una tassa-balzello, una tassa illegale, non ho mai visto l’acqua, opere di bonifica, strade sistemate, fosse pulite” – racconta il proprietario di un fondo agricolo.
Con Sentenza (188/2018) la Corte Costituzionale si è pronunciata sul caso di una cartella di pagamento, notificata a un agricoltore, che non aveva goduto di alcun beneficio dall’ente, ed ha confermato che il contributo consortile,non è dovuto senza la presenza di un beneficio per il fondo.
Per migliaia di utenti i benefici sono inesistenti. E quindi i ricorsi decisamente proponibili: meditate, gente… meditate…
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