Caiazzo. Nuovo lamento dalla frazione dei senza: adesso per l’orologio sempre più misterioso
L’orologio misterioso del campanile di San Giovanni e Paolo.
Gli abitanti della caratteristica frazione del Comune di Caiazzo non sanno più cosa fare.
Si sentono abbandonati e discriminati. Da Dio e da certi “uomini”.
Tanti, troppi i disservizi procurati dall’amministrazione retta dal sindaco-manager Giaquinto.
I residenti che volessero recarsi in chiesa, per pregare e chiedere al buon Dio di tenere in vita la frazione, non possono farlo tutti i giorni, perché la chiesa è aperta per circa un’ora il lunedì, mercoledì, venerdì e domenica.
All’apertura risicata, si aggiunge l’orologio misterioso del campanile, fermo da anni, le cui lancette, nell’ultimo mese sono state spostate 3 volte: 6:15, 6:45 e 6:30.
Sono stati gli extraterrestri a spostare le lancette dell’orologio, per dimostrarne la pseudo-funzione?
O forse trattasi “solo” di carente lubrificazione?
Anche per evitare danni seri alla centenaria macchina in bronzo, se sempre costretta in carica, ma senza avanzare nel tempo, sarebbe opportuno, contattare Michele Torre, che ha riparato più volte orologi dei campanili di San Giovanni e Paolo, Alvignano e Caiazzo.
Ma a chi rivolgersi? alla delegata che ha dimostrato di contare solo talvolta; ai vigili, che forse ancora si staranno lambiccando il cervello per risolvere il problema dei semafori, da mesi spenti e imbustati come monnezza; al sindaco che, a parte le solite ciarle ritenute propagandistiche, continua a dimostrare di contare meno di nulla, avendo raccontato troppe menzogne – che per buona memoria ci riserviamo di rielencare- ; al don, che molti definiscono burbero, scostante; o, piuttosto, alle pietre del selciato sempre più claudicante?!
Per buona memoria, intanto, riportiamo di seguito un ricco articolo sul re regli orologi da Torre -nomen in omen- Michele Torre.
Ecco a voi Michele Torre: il medico di orologi da torre e da campanile
E’ la macchina del tempo attraverso il tempo, viene da lontano e porta con se il fascino della storia, della sua evoluzione e delle scoperte che lo hanno migliorato nel corso dei secoli, senza mai stravolgerlo.
Parliamo dell’orologio, e miratamene dell’orologio meccanico, che continua a scandire ogni minuto del nostro progresso, senza danneggiare l’ambiente, senza emettere radiazioni, senza essere governato dall’energia magnetica, elettronica o chimica.
Il suo è un cuore meccanico e pulsa come il nostro- se si ferma c’è bisogno del suo intervento, l’intervento di Michele Torre, 56 anni, diploma in tasca di perito elettromeccanico, usato per una dozzina di anni nei porti di Castellammare di Stabia e Porto Marghera: l’unico artigiano, in tutto il centro sud, capace di far ripartire orologi da torre e da campanile.
Un vero maestro orologiaio, in grado di apportare qualsiasi riparazione o ricostruzione di parti mancanti o logore con attrezzature tradizionali d’epoca- che fanno bella mostra nel suo laboratorio – vivacizzato dai cinque amatissimi “figliocci”, cinque cani non trattati come bestie.
Tra i cinque a spiccare è Taricone, muscoloso e simpatico come l’attore casertano: Ninna, Camilla, Chicca e Tarichina (figlia di Taricone)- i nomi degli altri quattro zampe, parte integrante della famiglia.
Torre, un vero mago del settore, “guarisce” non solo orologi da torre e da campanile, ma anche quelli da tasca, elettromeccanici, a pendolo (con qualsiasi tipo di motrice), cronografi, calendari perpetui, da polso manuali, automatici-,con elaborazioni completamente artigianali, che garantiscono scheletrature e la ricostruzione di casse e quadranti, in modo perfetto. Operazioni fatte con grande passione.
“Da tasca o da campanile non c’è differenza -rileva Torre-la differenza è solo nelle proporzioni, anzi, spesso è più facile riparare un meccanismo da torre o campanile, che uno da polso“.
POCHI MINUTI PER LA DIAGNOSI
“Il Signore del Tempo”, che con la Reggia vanvitelliana porta alto il nome della provincia di Caserta, aggiusta, sostituisce, fa lui stesso i pezzi mancanti. E’ un tipo calmo, tranquillo, meticoloso: gli bastano pochi minuti per la “diagnosi”, che coincide ogni volta con il raddrizzarsi i folti baffi. Una sorta di rito che termina sempre con un divertito sorriso, quasi volesse dire “non c’è trippa per gatti”! Sono io il re degli orologi. E gli interventi (finora sempre andati a buon fine) gli danno ragione.
“E’ una sensazione difficile da descrivere -sottolinea il maestro- ridare vita a vecchi congegni, fermi da tempo immemore è bellissimo per me“.
La soddisfazione aumenta se viene a sapere che da anni nessuno è riuscito ad aggiustare il congegno.
“Spesso capita di arrivare sul ‘luogo del delitto’ dopo vari e disastrosi tentativi fatti per decenni purtroppo da gente improvvisata. Paradossalmente per me è una vera goduria, un gioco, una sfida, modestamente sempre vinta dal sottoscritto“.
Reduce dall’ennesima soddisfazione rivela: “La scorsa settimana, mi hanno chiamato da uno sperduto paesino per l’orologio del campanile. Erano trent’anni che non funzionava, che nessuno era riuscito a far ripartire, anzi, avevavano solo fatto danni. Un bel momento per me, un momento di gioia indescrivibile quella stampata sul volto dell’anziano prete e parte dei parrocchiani poi incontrati nell’unico bar del paese“.
Una overdose di congratulazioni ricevute
“Tante volte ho ricevuto manifestazioni di affetto da parte della gente”, specialmente nelle piccole comunità, dove la noia la fa da padrona: persone abituate al ritmo della giornata, ora e quarti d’ora attesi calcolati sulla base dei rintocchi scanditi, un’abitudine per molti anziani, ma anche un legame affettivo forte per quanti vivono da sempre nel cuore dei paesi e nelle zone rurali.
Gente che a Internet preferisce l’orologio del campanile funzionante. Un mestiere in estinzione, quello di Torre.
“Purtroppo nessuno vuole imparare e fare più questo mestiere, un mestiere affascinante, che va fatto con passione e pazienza, ma i giovani di oggi, non ne hanno – preferiscono la vita frenetica, il posto fisso – sono poco disposti a sacrificarsi. Mi auguro che qualcuno si appassioni a questo antico mestiere: nell’ultima riparazione, per la verità un giovane che ha assistito, mi è parso affascinato dai congegni – spero voglia imparare per davvero“.
Una vera e propria arte, che potrebbe scomparire completamente in questo terzo millennio!
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