Caiazzo: ‘feste, festini e… sporca’: lettera aperta al sindaco ed ai suoi 3-4 sostenitori
Mi rivolgo tramite vostro al sindaco di Caiazzo ed ai suoi consueti accompagnatori, cioè alle 3-4 persone sempre pronte a sostenerlo ed affiancarlo nelle varie iniziative, che evidentemente si preoccupano meno di lui del degrado in cui la città versa o peggio è relegata negli ultimi anni (altrimenti è presumibile che lo solleciterebbero, se non per un drastico cambiamento, almeno per risolvere problemi quotidiani peraltro elementari, come quelli, sotto gli occhi di tutti, che mi accingo a mostrare perché di fronte a tanto schifo non servono parole, ma fatti cioè non chiacchere ma azioni, concrete, tempestive e tangibli.
Soprattuto nell’imminenza di un prolungato periodo di inziative, annunciate proprio dal sindaco, mi pare incredibile che si possa invitare la gente perfino la sera in un paese senza neanche un gabinetto pubblico, neanche nel parcheggio pubblico dove per conseguenza molte persone, di ambo i sessi, sono costrette ad accovacciarsi fra le auto per espletare bisogni impellenti, piccoli e grandi, o magari se urgenti per le scale o in ascensore, ma anche quando i bar sono aperti, guarda caso di solito i servizi igienici risultano guasti.
Peggio ancora intorno al duomo, dove spesso il fetore è più eloquente di qualunque commento, e tutti sanno perché, come accanto alla fontanina di portavetere, soprattutto la sera, in parte nascosti dall’ormai immancabile monnezza. Il fetore però resta e spesso col venticello si propaga verso le vicine panchine
Per non dire della sporcizia, non solo nei vicoli, ma anche lungo le strade principali, dove la pulizia è un vago ricordo e una disinfestazione radicale credo risalga ai tempi del compianto Maresciallo Raffaele Santabarbara: ovvio che zecche, blatte, pantegane e topi spadroneggino un po’ ovunqe, soprattutto sotto le piante dei giardinetti e in fondo ai vicoletti disabitati dove, in difetto di residenti, nessuno pulisce mai.
Già, perché ormai sono solo un vago ricordo gli operatori ecologici comunali, tutto promossi a impiegati o deceduti senza ricambio ma preferendo pagare altri perché non facciano quasi niente e del resto meglio non potrebbero così come sono “organizzati” anzi è “attrezzato” l’unico che si vede passare la mattina nel centro con un carrettino decisamente inadatto, le ruotine del quale neanche consetirebbero di affrontare i vicoli; talvolta, ma molto raramente, passano in due ma attezzati forse anche peggio, almeno stando ai risultati, cioè allo stato in cui versano un po’ tutti i vicoli del paese che i forestieri vedono solo da lontano.
Peggio forse a Porta vetere e lungo le varie diramazioni con marciapiedi dalla pavimentazione dissestata, dal passaggio pedonale (e per disabili) ostruito da lampioni e bidoni della spazzatura, caditoie ostruite e pertanto scivolose, aiuole aride, perché evidentemente mai innaffiate, tranne qualcuna curata da privati, ma comunque cadenti, letteralmente, cioè prossime a cadere, spaccate un po’ ovunque, come perfino il marciapiedi nei pressi del bar, dove il peggio, cioè le cadute, vengono “sventate” impedendo il passaggio, occupato da qualche grossa “fioriera”.
Questo addirittura da anni, con buona pace di tutti, cioè senza che nessuno sembri preoccparsene, come se non fossero problemi degli attuali “amministratori” che, intanto, invitano la gente a venire e, magari, a rompersi l’osso del collo, inciampando, non solo “fuori le mura” ma perfino nei pressi del municipio.
Scrivo questo e invio diverse foto eloquenti auspicando un rigurgito di orgoglio del sindaco e di chiunque altro “amministra” il comune, peraltro facendosi pagare, sembra ormai tutti, un comodo introito mensile , per far che non è dato sapere, a prescindere dalle frequenti ma, generalmente, sempre vane passerelle.
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