San Giovanni e Paolo, frazione dimenticata da Dio e dagli uomini: ‘tabula rasa’ da Peppone e Don Camillo
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Disservizi, incuria, abbandono totale nella verdeggiante frazione di Caiazzo.

Struttura aperta per pochi mesi e chiusa da circa un anno. Dozzine e dozzine di anni per costruirla: poi chiusa per anni.
Una frazione con l’ufficio anagrafe fantasma, antica promessa elettorale, trasformato in chiosco, crollato miseramente (perché privo di fondamenta) come un pollaio, ricostruito con una spesa di oltre 30 mila euro.
Chi progetto’ quell’opera? Chi era il direttore dei lavori? C’era tra questi, chi progettò e chi diresse i lavori dei loculi, che non riuscivano a contenere una bara, nel cimitero di Caiazzo?
Ufficio anagrafe mai aperto, trasformato in chiosco chiuso da anni. Nella frazione caiatina manca tutto.
Istituzioni, enti religiosi e non, negli anni hanno fatto tabula rasa: gli sparuti residenti “figli di nessuno”.
San Giovanni e Paolo, dal 1806 al 1809, ebbe la sua autonomia, diventando comune.
Ha avuto due scuole elementari, l’ufficio postale, una propria “università”- che eleggeva due eletti, che poi governavano gli altri Casali e Castelli, il Catasto ed i Pesi Reali distinti da Caiazzo.
Frazione che negli ultimi anni ha perso tutti i servizi. La frazione-gulag, frazione infernale, condannata a perenne penitenza dal Comune di Caiazzo e ora, pare, anche dalle istituzioni religiose.
Alcune processioni e soste cancellate, atteggiamento dispotico nei confronti dei residenti: risposte gelide, dopo la richiesta burocratica fatta a residenti, intenzionati ad organizzare eventi interessanti per l’intera comunità.
Mess alla porta! Negata la celebrazione della messa in memoria di San Pio, in occasione dell’anniversario della nascita (25 maggio) davanti alla statua del frate di Pietrelcina (nella foto).
Messa sempre celebrata dal precedente sacerdote, che non avrebbe negato la benedizione delle Palme, posizionate davanti alla statua di San Pio.
Ultimissima news: In occasione del festeggiamento dei 100 anni di una devota e mistica religiosa, amatissima da tutti i compaesani, notata l’assenza del Don, velocissimo nel celebrare la santa messa (in tempi record), chiudendo subito il portone della chiesa, aperta a giorni alterni, per un’ora soltanto!
Orologio del campanile guasto da anni. Rifiutato un tecnico proposto, non respinto da ex curati della parrocchia.
Chi vorrebbe entrare in chiesa, per recitare una preghiera, non può, perché trova la chiesa chiusa.
Curriculum in linea! Chiuso da 15 anni l’Istituto delle Suore Maestre Pie Venerini: per mancanza di bimbi, per volere della madre generale di Roma, per la liaison gate?
Abitazioni, terreno in paese e fondi agricoli con annesse masserie, perché sono state vendute?
Violato il testamento di Donna Laura Sangiovanni?
Le istituzioni, civili e non,offrono ai residenti, questi disservizi: Senza l’ufficio anagrafe, senza l’ufficio postale, senza lo spazzino, senza un vigile urbano, senza mezzi pubblici, con il semaforo guasto da oltre un mese (succede da anni), senza toponomastica.
Ora il paese è completamente abbandonato, senza l’ambulatorio medico, senza assistenza domiciliare integrata (la maggior parte degli abitanti appartengono alla terza età), senza metanizzazione, nonostante le condotte principali attraversino il ventre della frazione, con il centro storico barbaramente cementificato e in condizioni di incuria degrado assoluto.
Una giaculatoria infinita di “senza” – per San Giovanni e Paolo, frazione-fantasma di Caiazzo, dimenticata da Dio e dagli uomini.
Anche l’Enel per anni ci ha messo lo zampino: centinaia e centinaia, i black-out- registrati in ogni ora del giorno, che hanno bruciato i motori di lavatrici, frigoriferi ed altri elettrodomestici.
Gli abitanti della minuscola frazione, hanno di che lamentarsi: trattati come bestie. Cristo non si è fermato ad Eboli -ma qui- dichiara più di un residente: subite vessazioni da tutte le istituzioni.
Ignorati, umiliati, dimenticati, rapinati della dignità. Cittadini privati di tutto, negli anni scorsi pronti a chiedere la “secessione” da Caiazzo, per essere amministrati dal vicino comune di Ruviano.

Provocazioni nate dall’esasperazione dei residenti, per il totale abbandono del paese.
Sono rimasti sempre ciechi, sordi e sprezzanti verso le problematiche della frazione – accusa Rosaria S., residente nella frazione – da anni irrisolte- rinchiusi in un’ottusa miopia gestionale che mira solo ad interventi di facciata, incapaci persino di garantire l’ordinario. Adesso basta. Qui nella frazione, non funziona nulla.
E’ come vivere in un paese albanese! Siamo stufi, pronti alla battaglia. Naturalmente, con gli strumenti che la legge prevede.
(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)
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