25 aprile: da un convegno le considerazioni di Enrico D’Agostino per propagare Pace e non Guerra
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Dopo la commovente cerimonia di traslazione delle spoglie del giovane Maestro Nicola Giano dal Cimitero militare di Francoforte sul Meno, Germania, al Cimitero di Ruviano il 2 Novembre 2018, ogni anno la famiglia e i soci della sezione di Alvignanello Ruviano depongono un omaggio floreale alla tomba del giovane soldato, testimone della crudeltà della Guerra.
Come un tempo, grazie alla volontà e alla dedizione dei cittadini parenti di reduci e caduti in guerra, si sono ripristinate le sezioni ANCR del comprensorio come Caiazzo, Squille, Alvignanello e Villa S. Croce, le quali, con rinnovata energia e con la partecipazione di tanti giovani, vogliono tramandare e ricordare cosa l’uomo può fare di brutto con la guerra e cosa significhi la pace oggi.
Grande partecipazione all’evento organizzato dalla sezione di Alvignanello Ruviano dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, in collaborazione con la Proloco Raiano e l’Associazione Storica del Caiatino patrocinato dal Comune di Ruviano.
Di notevole spessore gli interventi del professore Aldo Cervo, Michele Russo, Pasquale De Filippo, Enrico D’Agostino e Mariagrazia Giano, i quali, dopo i saluti del Sindaco di Ruviano Angelo Coppola e del presidente della locale Pro Loco, Pasquale Di Meo, hanno affrontato il tema della Pace possibile.
La storia del nostro concittadino Sergente Maggiore Nicola Giano è una delle tantissime storie drammatiche del nostro passato, dei nostri soldati e del loro desiderio di pace. Grazie alle testimonianze dei reduci abbiamo potuto sapere che in guerra preferivano sparare in aria pur di non uccidere, molti preferirono essere fatti prigionieri pur di non entrare in una guerra civile che li portava ad uccidere i propri fratelli, per poi morire nei campi di concentramento proprio come il maestro Nicola Giano.
Nelle sue drammatiche lettere ai familiari scriveva: “cosa darei per risentire il profumo del pane della mia terra, cosa darei per sentire il profumo della Pace”.
Noi conosciamo il desiderio di Pace? Conosciamo il desiderio del profumo del pane?
Forse no, perché non abbiamo vissuto una guerra, il pane sulle nostre tavole non è mai mancato, anzi spesso viene sprecato…
Spesso giudichiamo con facilità gli eventi del passato, ancora facciamo distinzione tra morti, forse perché presi da compiacenze attuali di comodo, da posizioni politiche che ancora oggi tendono a dividere e portare il mondo di nuovo verso nuove guerre.
Il popolo può fare cose che ai potenti non piacciono: Portare la Pace. Cosa darei e cosa farei oggi per realizzare quel desiderio di pace?
Questa è stata la riflessione finale del convegno e la domanda che dovremmo fare ai nostri cuori ogni giorno della nostra vita per poter fermare le guerre che ancora oggi insanguinano la nostra Terra con vittime innocenti come allora.
Il 25 aprile ne abbiamo l’occasione: riconosciamo tutte le tragedie, riconosciamo che l’uomo debba trovare la pace prima in se stesso?!
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