Castel di Sasso. Operaio folgorato mentre lavorava: il giudice rinvia gli atti al PM
Atti al Pubblico Ministero. Questa la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari, dottoressa Maria Pasqualina Gaudiano.
Genercità del capo d’imputazione e difetto di notifica della richiesta di rinvio a giudizio e dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del Pubblico Ministero sammaritano: accolte le richieste degli avvocati Raffaele (nella foto) e Gaetano Crisileo che difendono l’imprenditore agricolo D’Angelo Aniello, 62 anni di Santa Maria Capua Vetere.
D’Angelo, nella sua qualità di datore di lavoro, per presunta colpa consistita nell’inosservanza delle norme per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro, avrebbe causato la morte di un suo operaio agricolo Ferraro Salvatore. Dunque omicidio colposo per infortunio sul lavoro.
Ferraro Salvatore, a quanto contestato dalla Procura, pare fosse stato assunto regolarmente, e perdeva la vita durante la raccolta di ciliegie in un frutteto di proprietà del D’Angelo Aniello, nelle campagne di Castel di Sasso, intento a salire su una scala, urtando contro i cavi elettrici.
Perciò rimaneva folgorato e perdeva la vita, avendo fatto la scala da conduttore elettrico.
Chiamati i soccorsi non potevano fare altro che constatare la morte dell’operaio.
La Procura della Repubblica ha contestato a D’Angelo Aniello anche la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro perché non avrebbe tenuto conto delle sue capacità lavorative e delle sue condizioni di salute e di sicurezza, non essendo stato informato sui rischi lavorativi e del luogo in cui operava ovvero su come andava utilizzata in sicurezza la scala in alluminio e sui rischi di natura elettrica in cui poteva incorrere né era stato dotato di idonei dispositivi di prevenzione.
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