Caiazzo. Querelato per diffamazione e assolto, va giù ‘a testa bassa’ lo storico Nicola Santacroce
Riportiamo di seguito, su espressa richiesta, e quindi responsabilità, del mittente, la versione integrale, cioè non epurata di alcune parole ritenute “sgradevoli” dal nostro corretture automatico, nota con la quale il noto scrittore e storico caiatino
Nicola Santacroce rende noto, non senza livore, di essere stato prima querelato (per diffamazione) e poi scagionato, a quanto è dato intendere, per aver esternato il desiderio di donare la propria biblioteca…
CAIAZZO DEVE SAPERE
Il 26 luglio 2022, giorno della festività di Sant’Anna, fui contattato dai Carabinieri di Ruviano, i quali mi comunicarono che era stata presentata alla Procura della Repubblica una querela contro di me.
Accompagnato dal mio avvocato, mi presentai subito in Caserma e appresi con grande sconcerto i motivi della querela.
Il reato imputatomi era di aver diffamato Ida Sorbo e Stefano Giaquinto nel momento in cui dichiaravo nella lettera del 24 settembre 2021, indirizzata al Presidente dell’Associazione Storica del Medio Volturno, la mia volontà a donare i libri della mia biblioteca a quel sodalizio.
Nella lettera io avrei riportato di aver chiesto al Comune di Caiazzo una libreria e mi sarei rivolto personalmente a Giaquinto per tale richiesta. Niente di più falso! Tutto inventato ad arte per farmi del male.
In detta missiva avevo semplicemente scritto che la libreria era stata richiesta dall’Associazione Storica del Caiatino e che, alla stessa, Stefano Giaquinto aveva fatto rispondere, tramite la delegata alla cultura, Ida Sorbo, figlia dell’ex sindaco che aveva fondato la Biblioteca comunale, che il Comune non disponeva di fondi.
Tengo a precisare che non avevo alcun titolo per chiedere personalmente l’acquisto di una libreria, in quanto non ero più socio dell’Associazione, ed anche se lo fossi stato, non mi sarei mai permesso di scavalcare la Presidenza, comportamento corretto che ho sempre mantenuto per oltre un quarto di secolo, quando ho ricoperto la doppia carica di tesoriere e bibliotecario.
Invece avevo semplicemente sollecitato oralmente la Presidente dell’Associazione Storica del Caiatino a chiedere al Comune l’acquisto di una libreria.
La cosa avvenne poi con lettera del 18 dicembre 2018. La richiesta era motivata dal fatto che la biblioteca dell’Associazione Storica era stata data in gestione al Comune all’atto della fondazione della Biblioteca comunale.
La richiesta di una libreria era dovuta ad una precisa necessità: in sede erano arrivati nel frattempo numerosi volumi da me procurati che meritavano una giusta collocazione, che ne avrebbe consentito la fruizione.
Mi sarei aspettato che da parte di Ida Sorbo ci sarebbe stato un minimo di sensibilità nel portare avanti l’istanza, non solo perché delegata alla cultura, ma anche perché figlia di chi aveva istituito la Biblioteca comunale e prima ancora era stato tra i fondatori dell’Associazione Storica del Caiatino, oltre a ricoprirne la carica di presidente.
Invece si preferì fare due murales, che pare siano costati a noi cittadini ben 8.000 euro.
Ed ora vengo alle considerazioni.
Dietro questa brutta storia c’è stata la regia dell’Intoccabile, il quale accecato da odio verso di me, di cui ignoro le motivazioni, e dal sadico piacere di farmi del male, si è affrettato a sollecitare Ida Sorbo e Stefano Giaquinto affinché mi querelassero.
Questi non aspettava altra occasione per farmela pagare, perché evidentemente dichiarato non suo elettore. Così entrambi sono corsi a Ruviano per querelarmi, manifestando tutta la loro MESCHINITÀ.
Mai un sindaco è arrivato a tanto!
Quarant’anni di impegno civile mi sono stati ripagati nel modo più VILE. Non ho mai preteso premi o attestati, come quando mi recai più volte a Roma a mie spese per recuperare i libri appartenuti al prof. Michelangelo de Pertis per la Biblioteca comunale, oltre quelli raccolti e selezionati nella Casina de Pertis.
E poi recuperai libri in un garage di Caserta appartenuti alla illustre famiglia Iadone di Dragoni, che hanno incrementato la biblioteca dell’Associazione Storica, ma depositati nella Biblioteca Comunale, come tutti i libri del sodalizio, e per questo fruibili da tutti.
Questi IGNOBILI “signori” avessero avuto almeno un minimo di accortezza e di rispetto per chi ha faticato volontariamente e tanto per Caiazzo!
La giustizia, in barba ai querelanti, il 24 gennaio 2023 ha disposto l’archiviazione del procedimento. I fatti si commentano da soli.
Ma non posso esimermi dal proseguire nelle considerazioni.
Caiazzo nella sua lunga storia amministrativa ha vantato sindaci dalle più disparate professioni (medici, veterinari, avvocati, la più frequente professione, notai, magistrati, agronomi), mai un geometra, anche se di questa categoria ci sono e ci sono stati dei professionisti caiatini di grande e non comune rispetto professionale e culturale.
Caiazzo ha avuto sindaci dello spessore di un Giuseppe Covelli, di un Ferdinando Foschi, di un Pietro Maturi (fondatore della Banca Mutua Popolare con sette filiali), di un Gioacchino Cautela (promotore assoluto della Ferrovia Alifana), di un Alfonso de Angelis (tra le altre cose istituì il premio scolastico e il mendicicomio per i poveri), di un Andrea de Angelis (diede corpo ai valori del Risorgimento con più manifestazioni ed atti concreti), di Bernardino e Stefano Bolognese (rispettivamente padre e figlio, quest’ultimo scienziato con importanti scoperte in fatto di medicina, oltre ad essere poliglotta), e di un Loreto Severino (magistrato, giurista, poeta e storico; che in qualità di presidente dell’INA CASA fece avere le case popolari), solo per citare i nomi più significativi.
Uomini che hanno profuso, come la storia personale di ognuno di essi ci ha dimostrato, tutte le loro energie finalizzate al bene e al progresso della nostra Caiazzo. Uomini istruiti e in alcuni casi colti, tanto da non aver bisogno che altri scrivessero per loro. Mai un familiare di questi illustri SINDACI ha preteso una strada o un largo con il proprio nome o un’epigrafe. Noblesse oblige!
Invece l’eccessiva autostima e il delirio di onnipotenza che ha Giaquinto di se stesso lo portarono anni orsono, ad affiggere due lapidi riportanti il suo nome: una per aver semplicemente cambiato Piazza Verdi in Piazza Santo Stefano e l’altra per aver realizzato la piazza a Cesarano. È arrivato finanche a richiedere una biografia per immagini: Gli anni di Stefano Giaquinto Sindaco, libro del quale non si conosce la tipografia che lo stampò e chi sostenne la spesa. Di questo Caiazzo aspetta spiegazioni.
Mai nella storia amministrativa caiatina un sindaco si è abbassato a querelare un cittadino e per di più per un motivo inesistente.
Conoscendo la sua indole, la meschinità non gli peserà sulla coscienza.
Stefano Giaquinto ancora una volta ha dimostrato di non essere un politico, perché i politici tentano in ogni modo di non inimicarsi i cittadini, anche quelli che gli stanno contro, trovando, all’occorrenza, sempre parole e modi concilianti. Lui invece ha fatto suo l’adagio di un vecchio signore che sosteneva il principio “chi non è con me è contro di me”.
Per non parlare della perdita della caserma dei Carabinieri. Istituita a Caiazzo nel 1807, grazie alle riforme napoleoniche come Gendarmeria, rimase con questo nome fino all’Unità d’Italia, quando cambiò in “Stazione dei Carabinieri di Caiazzo”.
Altre spiegazioni si attendono sulla infelice sorte del DECÓ.
Giaquinto deve il suo potere a chi lo sostiene e soprattutto a chi ha perso la memoria storica della propria famiglia.
Ed ora vengo al Giaquinto vendicatore.
Nella recente stesura del Piano Urbano Comunale, il cosiddetto PUC, una volta detto Piano Regolatore, lui ha fatto classificare “centro storico” via Cattabeni e il lato sinistro di via Latina, come mai era avvenuto negli anni passati. Per quanto riguarda quest’ultima strada non esiste una sola costruzione degna di essere considerata storica. Ovvero c’era in essa una volta l’antica caserma dei Carabinieri, ma sappiamo tutti la fine che ha fatto questo storico edificio.
In via Cattabeni, fatta eccezione per palazzo Ponsillo (già Faraone) e palazzo Maturi, le restanti abitazioni non sono minimamente classificabili storiche. La spiegazione di questo provvedimento sta nel fatto che in dette strade Giaquinto sembra non raccogliere voti.
Quindi la punizione sarebbe consistita nel far ricorrere ognuno ad una opposizione che solo un tecnico avrebbe potuto redigere.
Giaquinto postò non troppo tempo fa, con enorme soddisfazione, fotografie con Berlusconi e con Salvini. Il primo, in una intervista di poco precedente la guerra in Ucraina, definì Putin una persona “rispettosa degli altri”, “profondamente liberale”, “veramente democratico” e altre baggianate, cui era abituato l’ex cavaliere, tanto da renderlo fiero dell’amicizia che lo legava al sanguinario dittatore (il governo attuale, memore anche di queste dichiarazioni, gli sta dedicando un aeroporto di Milano e un francobollo).
Il secondo, invece, orgogliosamente indossò una T-shirt con impresso il volto di Putin, cosa che gli fu rinfacciata pubblicamente da un sindaco polacco in diretta televisiva.
Quindi Giaquinto si è identificato con questi soggetti, espressione della mala politica italiana.
Tra i due partiti ha scelto quello più conveniente per lui, la Lega, di cui Zinzi l’ha nominato vice-commissario provinciale, il partito che va contro il Meridione in tutti i modi.
Il partito che, tra l’altro, ha voluto l’autonomia differenziata e per questo va contro le Regioni del Sud.
A Giaquinto tutto questo non interessa pur di raggiungere i suoi scopi.
Il Comune di Caiazzo avrebbe debiti per milioni di euro, che hanno causato un aumento vertiginoso delle utenze. Caiazzo aspetta di sapere sempre da Giaquinto come sia stato possibile arrivare a debiti di tali proporzioni, che impoverisce i redditi familiari.
Tuttavia lui continua ad ostentare eleganza e benessere economico, guidando Mercedes di grosse cilindrate.
Oltre all’impoverimento economico, Caiazzo si è immiserita anche sotto l’aspetto sociale e culturale nel ventennio giaquintiano, basti vedere a chi sono state intestate alcune strade. Un paese abbandonato a se stesso, è giusto che sia stato candidato a “Capitale della cultura 2027”? Giaquinto ha idea di quali requisiti debba avere un Comune per pretendere una candidatura del genere? È mai stato in una delle città che se lo sono visto attribuire? Una autentica pagliacciata!
L’avete sentito sabato 9 novembre nel TG 3 nel presentare la candidatura di Caiazzo? Il tono era quello di aver imparato a memoria l’intervento, senza alcun riferimento alla città e al suo passato, al contrario degli altri SINDACI delle città candidate.
Richiamo alla vostra attenzione che il cameraman non ha fatto vedere quasi niente della nostra città. Le poche immagini riprendevano qualche edificio in alto. Chiedetevi il perché.
Poi la risposta è arrivata: Caiazzo non è tra le dieci finaliste. Una messa in scena per dimostrare che lui ha a cuore Caiazzo, tralasciando i problemi seri.
Non aggiungo altro, scusatemi se sono stato prolisso, oltretutto non potevo tacere su tanta VIGLIACCHERIA nei miei confronti.
Per ovvi motivi non ho potuto fare i nomi di tutti gli autori della MESCHINITÀ, tra cui quello del disturbato mentale che ha fatto pervenire a Caiazzo la notizia della mia donazione di libri.
Come pure, per ovvi motivi, non ho potuto soffermarmi su tutta la mala gestione comunale di Giaquinto, sulla quale sto raccogliendo da anni notizie, non escluse le esternazioni scritte non molto tempo fa all’indirizzo di una signora, in cui si evidenzia tutta la sua approssimazione scolastica.
Notizie che riporterò in un memoriale, allo scopo di evitare che qualche futuro, scellerato e poco istruito amministratore (ormai la strada è stata spianata) ignaro di tante nefandezze, proponga una via e magari un mezzo busto di marmo o di bronzo alla memoria di tanta INIQUITÀ.
Concludo esprimendo ai tre “compagni di merenda” tutto il mio disprezzo. Il resto non lo scrivo ma lo penso.
Chiedo scusa ai miei concittadini per il ritardo, che non è dipeso solo dalla mia volontà.
Caiazzo, 25 febbraio 2025 – Nicola Santacroce.
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