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Ruviano. L’esteso e variegato bosco ‘delle coste’: sagace esposizione dello storico Michele Russo

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Oggi vi parlo del bosco delle Coste a Ruviano.
Esso, un tempo detto bosco di Raiano, occupa la parte nord occidentale del territorio comunale.
Nel XVIII secolo era all’interno della “Reale Caccia della Spinosa” che comprendeva i boschi di Raiano e Alvignano.
Nella carta di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni del 1784, detta delle Reali Cacce, sono individuati i siti posti in Terra di Lavoro e tra essi compaiono la Caccia della Spinosa (nei territori di Alvignano e Ruviano), le Reali Fagianerie (Garzano e Piana di Monte Verna), Montegrande (territori di Caiazzo, Castel di Sasso e Piana di Monte Verna), Selva nuova (nei territori di Caiazzo e Castel Campagnano) (1).
La Reale Caccia di Caiazzo fu uno dei rinomati siti reali borbonici di Terra di Lavoro la cui gestione era affidata all’intendente di Caserta.
Al suo interno si producevano grani, granone, legumi, vino e olio e possedeva una grande fagianeria decantata anche dal canonico Carlo Celano nel suo “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli”.
Per anni fu una fattoria di primissimo livello, nel 1765 Antonio Pinzani, che dirigeva la struttura, contava 835 unità di animali selvatici sparsi nei tre grandi boschi compresi nella Reale Caccia, ovvero Selva Nova, Selva Spinosa e Monte Grande.
Nel 1797 il canonico Giustiniani scriveva che “Caiazzo è circondato da caccie Reali, come quella della Faggianaria, del bosco della Spinosa, della Selva Nuova e di Montegrande, ove vi sono de caprj, cinghiali, lupi, volpi, lepri, e similmente molti volatili” (2).
Il canonico Trutta nel 1776 annotava che “è stata poi costrutta di fresco una superbissima strada dalla Real Villa di Caferta per lo Monte di S. Leucio fino a Cajazza, anzi fino al Real Bosco della Spinosa per comodo delle fue cacce” (3 ) mentre il canonico Giustiniani precisava che “La caccia della Spinosa è nel bosco di Rajano, la quale è formata da molti colli, ed è di assai estensione” (4).
Agli inizi del XIX secolo nei boschi di Raiano era accertata la presenza “in piccola quantità di cinghiali, capre (caprioli), tassi, istrici, martore, ricci, faine, gatti selvaggi, lupi, volpi e lepri; i volatili presenti erano pernici, torquati (merli dl collare), cuculi e luccheri (luccherino)” (5).
Nel 1842 veniva scritto che Il fiume Volturno “lasciando a destra Latina, Dragoni ed Alvignano, va a bagnare alla sinistra, la selva di S. Simeone, ed alla destra quella della Spinosa (rinomatissima per i numerosi ciguali, lepri e caprioli, che rinserrava una volta, come caccia riservata della Real-Dinastia felicemente regnante)” (6) a testimoniare che già in quel tempo la fauna era diminuita a causa della caccia di frodo che gli abitanti dei dintorni facevano.
Tutto questo per testimoniare l’importanza che il bosco delle Coste rivestiva in passato per la diversificata fauna che conteneva tanto da essere scelta come Reale Caccia.
Questo aspetto va considerato nel promuovere un territorio incontaminato che insieme ai boschi di San Vincenzo, di Alvignanello e di Ruviano posti nella parte sud del territorio comunale rappresenta una ricchezza inespressa che va valorizzata.
Riguardo a quello che resta della Real Caccia della Spinosa al netto del disboscamento, le cese, intervenuto dal XVIII al XX secolo, che è comunque cospicuo, suddiviso tra le proprietà comunali di Ruviano e Alvignano oltre a porzioni private (gli ex beni feudali un tempo del Duca di Laurenzana e del Marchese di Caiazzo nonché a piccole parti ecclesiali) ognuna con nomi diversi.
La viabilità attuale contempla un ampio periplo dato da via San Domenico, via San Marco, via Sagliutella, via Sfilatore e via Scoccilli e da strade interne al bosco la più estesa delle quali da via San Domenico lo taglia orizzontalmente per quasi tutta la sua larghezza nei territori di Ruviano ed Alvignano tanto da poter immaginare anche per il bosco delle Coste, così come è stato fatto per quello di San Vincenzo, la realizzazione di percorsi natura di ampia lunghezza.
Nella prima immagine ho riportato lo stralcio cella cartografia di Rizzi Zannoni con l’aggiunta di disegni di animali presenti nel bosco presi da un disegno dello stesso periodo.

Nella cartografia borbonica in rilievo di inizio XIX secolo, riportata nella seconda immagine, è interessante notare il crinale dei colli su cui insiste il bosco.
In essa si osservano la fontana dello schiavo e quella delle zecche a sud del bosco e la casina della lupara a nord, proprio sul crinale.
Nella foto aerea in immagine tre ho riportato la linea di confine tra i comuni di Ruviano e Alvignano che taglia a metà il bosco. A destra c’è il bosco delle Coste in territorio di Ruviano e a sinistra il bosco della Spinosa in territorio di Alvignano che di fatto sono un unico grande corpo boschivo.
Un polmone verde che va salvaguardato e utilizzato per migliorare l’offerta turistica locale.
NOTE
  • 1) S. Conti, Alcune note sui Siti Reali in Terra di Lavoro, in La Terra di Lavoro nella storia. Dalla Cartografia al vedutismo, 2012.
  • 2) Dizionario geografico-ragionato del regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani, Volume III, 1797
  • 3) Dissertazioni istoriche delle antichità alifane scritte dal canonico arciprete Gianfrancesco Trutta e dedicate a’ suoi amici, 1776
  • 4) Dizionario geografico-ragionato del regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani, Volume VII, 1804
  • 5) P. IADONE, Statistica del Circondario di Caiazzo, ms.
  • 6) Breve monografia di Cajazzo nella provincia di Terra di Lavoro raccolta ed illustrata con note per Giovanni Sannicola da Venafro, 1842.

(Michele RussoNews archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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