Se c’è un piatto legato alla memoria, nella mia famiglia, è proprio il pancotto di papà.
Mio padre non era mai ai fornelli, era sempre molto attento alla cucina, era lui a fare la spesa, ma per il resto ci pensava mia madre a cucinare.
Lei non è mai stata cuoca per passione, ma lo era per dovere o per necessità, papà invece era un buongustaio e la materia prima la cercava lui.
Era stato macellaio e verduraio, poi diventato agricoltore, a mia madre non mancava mai nulla, in pratica. Solo qualche volta a prendere le redini in cucina era mio padre, ed era quando si trattava di fare il pancotto.
Ecco la sua ricetta:
Ingredienti
- pane raffermo del tipo casereccio
- avanzi di minestra bollita, immancabile la cicoria, ma se erano avanzate delle cime di rapa scoppiettate le aggiungeva
- fagioli Borlotti
- peperoncino piccante
- olio extra vergine di oliva
Procedimento
In una capace pentola univa alla minestra il pane raffermo tagliato grossolanamente con le mani, aggiungeva dei fagioli, un bel peperoncino piccante a pezzettini ed un po’ di acqua.
Lasciava sobbollire il tutto per qualche minuto e poi, in una bella scodella di coccio, un abbondante giro di olio di oliva a completare il tutto.
Spesso lo preparava per gli amici che lo apprezzavano molto e lo accompagnavano con un buon bicchiere di vino rosso.
Un piatto povero ma ricco di calore umano. Papà non c ‘è più, ma ogni volta che avanza la minestra ritorna a tavola con noi.
Antonella Dell’Orto, biologa contadina
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