Cronologia di un delitto al giorno in Italia nel 2024, dall’archivio dell’autore Ferdinando Terlizzi
Un anno da incubo per la provincia di Caserta. Con ben 10 omicidi, il 2024 si chiude lasciando un macabro bilancio che fa riflettere sulle crescenti tensioni e sulla diffusione della violenza nella “Terra di Lavoro”.
Delitti senza castighi
Dai crimini efferati agli omicidi consumati tra le mura domestiche, il territorio casertano è stato teatro di una scia di sangue che non trova giustificazione né tregua.
I numeri tracciano un quadro allarmante. Una provincia che si risveglia sempre più spesso tra le sirene delle forze dell’ordine e i lamenti di famiglie distrutte.
La violenza, che dovrebbe rimanere fuori dalle nostre vite, spesso si annida tra le pareti delle case, laddove si pensa di essere al sicuro.
Famiglie lacerate da conflitti irrisolti, relazioni che si trasformano in tragedie, vite spezzate in un istante.
L’aumento degli omicidi, rispetto agli anni precedenti, segna un preoccupante trend che non può essere ignorato. La cronaca racconta storie di vendette personali, litigi fatali, regolamenti di conti e atti di disperazione. Uxoricidi, femminicidi, faide familiari: un’escalation di orrori che non lascia spazio all’indifferenza.
Il 2024, con il suo terribile bilancio, lancia un grido di allarme. Non bastano i dati delle forze dell’ordine, che pure lavorano instancabilmente per arginare il fenomeno, né le campagne di sensibilizzazione che tentano di educare a una cultura della non violenza. Ciò che serve è una riflessione profonda e azioni concrete per proteggere le vite umane, prevenire i conflitti e garantire sicurezza a una provincia che, troppo spesso, si riscopre vulnerabile e ferita.
LA LUNGA SCIA DI SANGUE DEL 2024
Un regolamento di conti: il 26enne Nebbia vittima di un agguato a Santa Maria Capua Vetere
Il 5 gennaio, dopo cinque giorni di agonia, è morto Emanuele Nebbia, 26enne vittima di un agguato a Capodanno al rione Iacp di Santa Maria Capua Vetere. Il giovane, colpito da un commando di killer, era stato ricoverato in ospedale e le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso. La squadra mobile di Caserta, con l’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, sta ancora indagando sull’omicidio, che potrebbe essere legato a un regolamento di conti. La vicenda potrebbe essere connessa anche alla protesta scatenata dal fratello di Emanuele, che stava cercando di ottenere un permesso dal carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Uccide la moglie e poi si suicida: Calvi Risorta piange una giovane mamma
Ester Palmieri, 38 anni, è stata uccisa dal marito Igor Moser, 46 anni, in un tragico episodio di femminicidio avvenuto il 11 gennaio. L’uomo ha accoltellato la donna, che poi è morta dissanguata. Dopo il delitto, Moser si è tolto la vita impiccandosi. I due avevano tre figli tra i 6 e i 10 anni, con i bambini che sono stati affidati temporaneamente a uno zio. La comunità di Calvi Risorta, in particolare la frazione di Petrulo da cui proveniva la donna, ha pianto quindi una sua giovane mamma col sindaco Giovanni Lombardi che espresse anche il suo cordoglio per la tragedia, condannando l’ennesimo caso di violenza di genere.
Colpito con una testa e picchiato con calci e pugni: 46enne morto dopo 5 giorni di agonia
Roberto Fusciello, 46 anni, è morto dopo cinque giorni di agonia nel Reparto di Rianimazione dell’ospedale civile di Sessa Aurunca. Il giovane operaio di Cellole, padre di due bambini, è stato vittima di una brutale aggressione il 14 gennaio scorso in Corso Freda, a Cellole. L’aggressore, Gianluca Sangiorgio, 44enne, lo ha colpito al volto con una testata, per poi continuare a picchiarlo con calci e pugni quando era già a terra. La rissa è scoppiata fuori da una sala scommesse, dopo una discussione tra i due. Sangiorgio è stato arrestato dai carabinieri grazie alle telecamere di videosorveglianza. Già noto alle forze dell’ordine, è stato identificato rapidamente.
Tragedia familiare a Gioia Sannitica: 19enne uccide il fratello e ne ferisce un altro
Il 14 febbraio, una tragedia ha sconvolto la comunità di Gioia Sannitica, con l’omicidio di Alessio Melillo, 24 anni, ucciso dal fratello minore Danilo, di 19 anni. La tragedia è avvenuta intorno alle 17, nella frazione Caselle, quando Danilo, che era solo in casa, ha aggredito Alessio, colpendolo a morte. Quando Giovanni, il fratello maggiore di 22 anni, è entrato in casa, ha trovato Alessio senza vita e, nel tentativo di intervenire, è stato ferito da Danilo con un coltello. Nonostante le gravi ferite, Giovanni è riuscito a fuggire e a chiedere aiuto. Le ricerche di Danilo hanno portato al suo arresto, e il giovane ha confessato l’omicidio, spiegando che il delitto era legato a vecchi dissidi familiari con il fratello maggiore. Il coltello usato per il delitto è stato trovato poco dopo.
Lite condominiale finisce in tragedia: 60enne ammazzato dal vicino a Parete
Il 13 aprile a Parete, nelle palazzine popolari di via 2 Agosto, un’ennesima lite condominiale è finita in tragedia. Sebastiano Tessitore, 60 anni, aveva parcheggiato la sua auto in uno spazio comune, davanti al garage del 74enne Armando Ortodosso, scatenando l’ira di quest’ultimo. Nonostante precedenti diverbi, Ortodosso ha preso la sua pistola, regolarmente detenuta, e ha sparato almeno tre colpi al 60enne mentre stava riparando il motore. Dopo il delitto, Ortodosso è rientrato in casa, ma è stato arrestato dai carabinieri. Le indagini hanno confermato che la lite era legata a un conflitto di vicinato per il posto auto, ma stavolta la situazione è degenerata in omicidio. La tragedia si è consumata in un contesto di frequenti conflitti tra i due, ma mai con un esito così drammatico.
Uccide il fratello dopo una lite: l’omicidio vicino ad un bar a Mondragone
Il 12 giugno è stato fermato Antonio Cennami, accusato di aver ucciso il fratello Luigi, 50enne di Mondragone, con un colpo di pistola al collo, che si è rivelato fatale. L’omicidio è avvenuto dopo una lite la sera precedente, l’11 giugno, nei pressi di un bar sulla Domiziana. Dopo il delitto, Antonio si è dato alla fuga, ma è stato rintracciato mentre vagava per la città. I carabinieri hanno ricostruito l’esatta dinamica, e ritrovarono l’arma sulla Provinciale. Il Riesame ha confermato il carcere.
Freddati a colpi di pistola i due fratelli Marrandino allo svincolo dell’Asse mediano
Il 15 giugno si è consumato un duplice omicidio nei pressi dello svincolo di Succivo della Nola-Villa Literno. Antonio Mangicapre, 43enne di San Cipriano d’Aversa, ha confessato – dopo alcuni giorni – di aver ucciso con diversi colpi di pistola i fratelli Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente di 39 e 29 anni, originari di Cesa. Secondo la sua versione, il delitto sarebbe avvenuto al culmine di una lite per questioni di viabilità, ma gli inquirenti stanno ancora indagando per fare piena chiarezza sul duplice delitto. I cellulari delle vittime e dell’assassino sono sotto sequestro per analizzare eventuali contatti precedenti.
Drammatico femminicidio a San Felice a Cancello: 24enne strangolata dal marito
Il 9 ottobre a San Felice a Cancello si è consumato un drammatico femminicidio. Eleonor Toci, 24enne albanese, è stata strangolata dal marito, Lulzim Toci, 30enne operaio agricolo, nella loro abitazione in via Caravaggio. Il delitto è avvenuto all’alba, verosimilmente mentre la donna dormiva. Dopo l’omicidio, Lulzim si è recato dalla cognata, ma il crimine è stato scoperto grazie a una videochiamata effettuata da uno dei figli della coppia, che ha mostrato il corpo della madre e rivelato: “Papà ha ucciso mamma.” Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Maddaloni. L’uomo, in stato di shock, ha confessato parzialmente davanti al pm Gaudino. Il 30enne è stato condotto in carcere a Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio aggravato.
Padre ucciso a coltellate e la fuga con 100mila euro in contanti
E’ durata una notte la fuga del 27enne cinese accusato di aver ucciso il padre 48enne Zhan Yingjiao a San Felice a Cancello. L’omicidio, avvenuto il 21 dicembre durante un litigio per futili motivi, ha visto il giovane colpire il padre con un coltello prima di scappare con l’auto di famiglia e 100mila euro in contanti. La madre, rientrata a casa, ha trovato il corpo e dato l’allarme. I carabinieri, con indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno rintracciato il presunto omicida in un comune vicino, bloccandolo con il denaro a bordo del veicolo.
Fonte: Casertanews
IN ITALIA TANTI DELITTI E MOLTI SUICIDI
Una donna originaria del Mali è accusata di aver ucciso il marito, 30enne come lei e suo connazionale. I due stavano litigando, perché l’uomo era spesso ubriaco e la moglie aveva paura potesse fare del male al loro bambino di due anni. Nel litigare, lei lo ha ferito all’inguine con un cacciavite. L’uomo è poi morto all’ospedale Di Maria di Avola. È successo a Pachino, in Sicilia.
Un detenuto di 27 anni di origine tunisina è morto ieri nel carcere di Piacenza, dove si trovava in isolamento dopo essere stato trasferito da Ferrara per un provvedimento disciplinare. Non si sa ancora se abbia avuto un incidente o se abbia provato a suicidarsi. «Questo evento segue un analogo fatto avvenuto a Modena, dove sempre un giovane detenuto straniero aveva tentato il suicidio e ora si trova ricoverato in coma» [Avv].
Il carcere napoletano di Secondigliano il 26 gennaio sarà Porta Santa per il Giubileo. Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Napoli Battaglia durante una visita ai detenuti, alla quale ha partecipato anche il conduttore tv Stefano De Martino, che «ha rincontrato un suo compagno d’infanzia proveniente da un contesto difficile che è in carcere a scontare la sua pena» [Borzillo, Avv].
«Svolta nelle indagini sulla morte dei due coniugi Luigi Gulisano, 79 anni, e Marisa Dessì, 82 anni, trovati privi di vita nella loro abitazione di via Ghibli a Cagliari il 5 dicembre scorso per un presunto avvelenamento: è stato fermato nella notte uno dei due figli, il 44enne Claudio Gulisano» [Ansa].
30 DICEMBRE 24
Giovedì Luigi Bonfiglio, 22 anni, era in casa con la fidanzata Stefania, 19 anni: durante una lite, l’ha presa a schiaffi, e picchiata. I vicini hanno chiamato i carabinieri: la giovane è stata portata in ospedale e ha denunciato il fidanzato. Ma suo padre, Roberto Guerrisi, 42 anni, vedendo la figlia tumefatta, ha cercato un chiarimento. Sabato mattina si è presentato a casa Bonfiglio – forse con un coltello –, ma inutilmente, perché è stato mandato via. Allora è tornato nel pomeriggio, questa volta accompagnato da un gruppo di parenti. Le due famiglie hanno preso a litigare, divise da un cancello, fino a che Rocco Modafferi, 58 anni, zio del giovane, ha sparato in faccia a Guerrisi, uccidendolo. È successo a Pontirolo, in provincia di Bergamo.
Dopo aver passato la serata nella discoteca Glass Globe, due gruppi di giovani, usciti fuori, hanno preso a litigare. Uno di loro ha ferito a morte, con almeno cinque coltellate, Moubakir Maati, 17 anni. Il corpo del ragazzo è stato trovato da un corriere e da due dipendenti di un supermercato Coop domenica all’alba, alle 5.40, vicino ad una fermata dell’autobus a Campi Bisenzio, nell’hinterland di Firenze.
Questa è la ricostruzione verosimile di quanto successo, ma le indagini sono in corso. Intanto, la discoteca dove è iniziata la lite è stata chiusa. Il ragazzo era nato in Italia, a Poggibonsi, da madre italiana e padre marocchino. Abitava a Certaldo e «giocava nella squadra juniores del Gambassi Terme, aveva rallentato con il calcio perché aveva trovato un lavoro, come aveva detto al suo allenatore»
29 DICEMBRE 24
Cristina Pugliese, 27 anni, calabrese, residente a Caldiero, Verona, domenica scorsa fu ritrovata morta in bagno, impiccata con il tubo flessibile della doccia. Il compagno ha raccontato alla polizia che si era impiccata. Loro non gli credettero fino in fondo, ora è indagato per omicidio. La Procura di Verona ha iscritto l’uomo per permettere la nomina di consulenti in vista dell’autopsia. Sono state già sentite alcune persone informate sui fatti ed è stato disposto il sequestro dell’abitazione [Mess].
Aveva una bambina di 5 anni.
3 dicembre 24
Un uomo di 44 anni, nato a La Spezia, internato nella casa circondariale locale in attesa di sentenza definitiva, si è impiccato nella sua cella il 12 novembre. Morto due giorni fa in ospedale, dopo una lunga agonia. È l’84° detenuto morto in Italia dell’anno 2024.
A Milano un ragazzino di 14 anni si è buttato sotto il treno della linea 1 della metropolitana, la rossa. La circolazione è stata interrotta per quattro ore tra le stazioni di Palestro e Pasteur.
2 dicembre 24
Gennaro Giordano, di anni 39, un lavoro in un centro commerciale di Torre Annunziata, il 2 dicembre dello scorso anno si tolse la vita lanciandosi nel vuoto. Prima di andarsene, lasciò cinque lettere alla famiglia. Ora il padre Armando accusa tre colleghi di averlo deriso perché omosessuale. La Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio.
1 dicembre 24
Il campanello suona a più riprese. È Ian. Lui urla, lo riconosce. Abita a pochi metri da casa sua. Ian gli chiede soldi di continuo. E anche questa volta. «Stasera niente spicci, non ne ho», risponde da dietro la porta Renzo Cristofori, 68 anni, netturbino. Decide di aprire lo stesso. Appena lo fa, viene aggredito. Una, due, cinque coltellate. Cristofori si accascia e muore per i colpi inferti da un ragazzo che ha problemi psichiatrici. Dovrebbe stare in una Rems. Invece abita serenamente a casa sua, è libero di uscire. E mercoledì scorso, quando è uscito, ha ucciso. Siamo a Caprarola, in provincia di Viterbo. Il giudice aveva dichiarato il 31enne Ian Patrick Sordo incapace di intendere e volere, ma socialmente pericoloso. Per questo l’unica strada era la detenzione in una struttura adeguata. Ma, per lui, 31 anni un posto in Rems non è stato mai trovato. E da psicopatico è diventato assassino.
È Alessio Lori, detto “Chiappa”, l’uomo trovato morto all’interno di un B&B in via Tripoli, nel quartiere Africano, a Roma. Il 33enne ha scelto di togliersi la vita con un colpo di pistola in fronte. E proprio vista la modalità e la vittima, i carabinieri e il pm Francesco Cascini, inizialmente avevano ipotizzato un omicidio, ma le indagini hanno portato a un’altra verità: un suicidio. Lori, braccio destro del boss Elvis Demce, era intrappolato in una spirale di vendette mancate. Condannato a 14 anni di carcere in primo grado per la sua partecipazione attiva nel traffico di droga, Lori aveva visto la pena ridotta in appello. Ma i guai non erano finiti: nell’estate del 2023, era stato nuovamente fermato per un caso legato allo spaccio. Nonostante i legami familiari con due pentiti di spicco, Fabrizio e Simone Capogna, Lori aveva perso ogni appoggio. Il suo passato da re dei reati di strada a Centocelle, fino alla gestione della piazza di spaccio di Tor Bella Monaca con Arben Zogu, non bastava più. Tra i motivi che hanno accelerato la discesa di Lori, spicca il piano per eliminare Giuseppe Molisso, figura centrale della camorra romana e ritenuto il mandante dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”.
29 novembre 24
Si allunga l’elenco dei suicidi nelle carceri italiane, già oltre quota ottanta nel 2024; e ad incrementarla è un caso verificatosi nella casa circondariale della Spezia. A perdere la vita è stato un uomo di 44 anni, spezzino, detenuto per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, in attesa di primo giudizio. Si era impiccato nella sua cella il 12 novembre scorso. Immediatamente soccorso, era stato portato in ospedale in fin di vita. Nel pomeriggio di ieri ha cessato di vivere.
Quest’anno si sono ammazzati 83 galeotti
e 7 secondini.
Una donna di 30 anni si è suicidata gettandosi dalla finestra del quinto piano dell’ospedale dove era stata portata insieme alla figlia di sette anni. La piccola era caduta dalla finestra della casa famiglia nel Catanzarese, ha riportato diversi traumi ma non sarebbe in pericolo di vita. La donna, dopo essere stata portata in ospedale insieme alla figlia, ha aperto una finestra e si è gettata nel vuoto. Mamma e figlia, originarie di un centro della Presila Catanzarese, erano ospiti della struttura da diverso tempo. Sulla caduta della bambina dalla finestra stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, che stanno proseguendo gli accertamenti per cercare di ricostruire quanto è accaduto [Cds].
27 novembre 24
Otello De Castris, pensionato di 93 anni, solito andare a fare la spesa con il deambulatore, e la moglie Luisa Trombetta, di 82, litigavano sempre più spesso. Durante un’accesa discussione lui perse il controllo. Afferrò la moglie per il collo e la strangolò. Così forte da graffiarla con le unghie. L’uomo poi chiamò la figlia: «Vieni subito, ho fatto una brutta cosa» (ieri mattina in un appartamento a due passi da mare, al 9 di via Di Vittorio a Terracina, in provincia di Latina).
È il centesimo femminicidio dell’anno.
26 novembre 24
Nikolin Nika, albanese di 42 anni, litigò con un suo connazionale di 62. I due erano in strada, all’altezza di un bar del paese, quando l’uomo di 62 anni prese un oggetto appuntito, forse un coltello, colpì Nika alla gola per tre volte e scappò. Mika cadde e morì dissanguato (ieri pomeriggio a Bettola, in provincia di Piacenza).
Carola Finatti, di anni 34 anni, ammalata di depressione post partum, già seguita da uno psicologo, prese la figlia Perla, di soli dieci mesi, e la affogò nella vasca da bagno. Poi tentò di ammazzarsi colpendosi al torace con un coltello da cucina. Fu il padre della bimba, Antonio Parrinello, di anni 36, tornato dal lavoro, ad accorgersi di tutto: provò a rianimare la bambina, poi chiamò i carabinieri (intorno alle 12.30 di ieri, in via Grazioli, a Nole Canavese, provincia di Torino).
La donna è stata portata all’ospedale Molinette di Torino in elicottero, in stato di choc. Si era procurata diversi tagli al collo, ai polsi e all’addome, i medici glieli hanno chiusi con dei punti di sutura. Il suo letto è piantonato dai militari.
Nella notte tra mercoledì e giovedì, a Poggioreale, Napoli, un altro detenuto suicida: era italiano, aveva 28 anni. Il quarto suicidio dell’anno in quell’istituto. L’82° in Italia.
Igor Sollai, 43 anni, in carcere con l’accusa di aver ammazzato la moglie Francesca e di averne occultato il cadavere, dopo oltre sei mesi in cui si era sempre dichiarato innocente, ha confessato. L’assassino è lui. Francesca Deidda, di 42 anni, era sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso. I suoi resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.
Ignazio Polizzi, 77 anni, un appartamento nel centro storico di Caltanissetta che divideva con il fratello e la sorella, malata e costretta a letto. Trovato morto all’alba di ieri – con profonde ferite alla testa – nel suo appartamento in via Lunetta, alla periferia est della città.
Biagio Lofrano, meccanico, di anni 40, dopo una lite con lo zio Ugo, di anni 74, che lavorava con lui in officina, afferrò un tubo di ferro, glielo dette in testa più volte e lo ammazzò. L’uomo ha confessato tutto, è stato arrestato e trasferito nel carcere di Paola (ieri mattina a Verbicaro, Cosenza).
21 novembre 24
«Ieri si è suicidato in galera l’81esimo detenuto dell’anno – un ventottenne, Ben Mahmood Mussa, tunisino, pizzaiolo, “disturbi mentali”, impiccato, a Marassi. Altri 131 sono morti “per altre cause”. Sette agenti penitenziari si sono ammazzati. E mancano ancora 41 giorni all’anno nuovo, in cui sarà festa tutto l’anno» [Sofri, Foglio].
20 novembre 24
Il falegname Arturo Panico, 71 anni, è stato trovato morto con profonde ferite alla testa nella sua falegnameria, dove a volte bivaccava. Aveva qualche precedente, problemi di droga e debiti, ma sembra che non fosse legato alla camorra. È successo a Napoli, nel quartiere di Ponticelli, in via dei Mosaici 40.
19 novembre 24
Ieri pomeriggio una donna di circa 30 anni è stata investita da un treno InterCity nei pressi della stazione di Codogno, in provincia di Lodi. Sembra che si sia voluta suicidare.
La circolazione dei treni tra Milano e Piacenza è stata sospesa per un po’, causando ritardi fino a due ore.
Ieri mattina in un appartamento nel centro del paese è stato trovato il corpo di una donna di 70 anni, accanto al figlio in condizioni gravissime. Sembra che l’uomo abbia ucciso la madre e poi abbia tentato di suicidarsi, ma le indagini sono ancora in corso. È successo a Cassina Valsassina, un paese di circa cinquecento abitanti in provincia di Lecco.
18 novembre 24
Verso le dieci di sera Edoardo Giovanbattista Austoni, 52 anni, è uscito a comprarsi una birra al minimarket sotto casa. Rientrato, ha fatto solo in tempo a dire alla compagna «chiama aiuto» prima di accasciarsi sul divano, dove è morto dissanguato. Aveva due piccole ferite, al sopracciglio e alla tibia, e fuori dal suo appartamento è stato ritrovato un coccio di bottiglia in una pozza di sangue: si pensa che l’uomo sia inciampato e si sia ferito da solo, ma il pm ha comunque aperto un’indagine per omicidio volontario a carico di ignoti. È successo ieri a Milano, in una corte a Quarto Oggiaro.
Austoni era figlio di un famoso urologo, ma «era finito a campare di sussidi e delle entrate versate alla donna [la sua compagna, ndr] dagli anziani che curava […]. La distanza ormai siderale con i suoi lussuosi appartamenti in centro o con la Ibiza dove vive il fratello Benedetto, o ancora con i quattro figli che il papà Edoardo aveva avuto dai suoi successivi due matrimoni. Proprio l’urologo, una sera di 18 anni fa, era entrato nelle cronache dalla parte sbagliata: centrato da cinque colpi di pistola mentre era al volante della sua Porsche Carrera, ferito da un sicario in scooter mai identificato. La vendetta di un paziente – si ipotizzò allora – deluso da una delle costose operazioni all’apparato genitale per cui Edoardo Austoni era diventato celebre e richiestissimo. Nel marzo 2007 il professore finì ai domiciliari per abuso d’ufficio e concussione: gli “oboli” che pretendeva, secondo l’accusa, per affilare il suo bisturi. Fu condannato a 6 anni e mezzo, Austoni senior, e morì di cancro una settimana prima del giudizio d’appello» [Pisa, Rep].
«Almeno otto persone sono state uccise e 17 sono state ferite sabato in un accoltellamento all’esterno di una scuola a Wuxi, una città vicino a Shanghai nella Cina orientale. Un uomo di 21 anni, sospettato di essere l’autore dell’attacco, è stato arrestato e sembra che avesse organizzato l’accoltellamento dopo non essersi diplomato a causa dei voti bassi ricevuti» [Post].
17 novembre 24
Tre persone sono state arrestate nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del 38enne indiano Singh Nardev, ucciso con un colpo di pistola in un casolare abbandonato a Ceglie del Campo, frazione di Bari, la sera del 31 maggio 2024. I fermati sono tre giovanissimi, tra i quali c’è un minorenne (all’epoca del delitto, due di loro non avevano ancora compiuto 18 anni). Secondo quanto spiegato dal procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis, avrebbero sparato contro un bersaglio umano per provare una pistola a salve, modificata, acquistata per 250 euro. Le misure cautelari sono state disposte dai gip su richiesta della Procura di Bari e della Procura dei minorenni. Le dichiarazioni dei connazionali della vittima, presenti sulla scena del delitto, insieme all’analisi dei filmati di sorveglianza della zona, hanno permesso agli investigatori di identificare i sospetti. Sarebbe stato il maggiorenne a premere il grilletto. Tutti i fermati hanno precedenti penali.
Un ruolo cruciale nella ricostruzione del movente è stato svolto dalle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, parente di uno dei tre arrestati, il quale avrebbe ricevuto un racconto diretto dell’accaduto.
15 Novembre 24
Una donna di 70 anni è stata trovata morta in una villetta sulla litoranea di Leporano (zona Saturo), in provincia di Taranto. Potrebbe trattarsi di un femminicidio, ma i carabinieri sono ancora al lavoro. La donna era in una pozza di sangue all’interno di una macchina parcheggiata nel cortile della casa, a pochi passi da pub e locali. I carabinieri sono arrivati sul posto dopo una telefonata anonima. Nell’appartamento in cui viveva la vittima ci sarebbe stata anche un’esplosione causata da una fuga di gas. Sono così intervenuti i vigili del fuoco per le operazioni di messa in sicurezza.
Sul posto è giunto anche il pubblico ministero di turno Salvatore Colella: gli investigatori stanno ora cercando di raccogliere informazioni anche dai vicini, per capire se qualcuno ha udito urla o notato movimenti sospetti.
Il mondo del cinema è scosso dalla morte improvvisa dell’attore Song Jae Rim, a soli 39 anni. Uno degli esponenti più acclamati dei K-Drama, secondo quanto riporta la polizia di Seongdong a Seoul, è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento nel distretto di Seongdong. Da alcune indiscrezioni raccolte dal sito coreano Soompi, a fianco al corpo dell’attore c’era una lettera di due pagine. I funzionari di polizia per ora non si sbilanciano, ma hanno dichiarato che al momento sul corpo non sono stari rilevati «segni di atti illeciti». Secondo le prima testimonianze raccolte dalla polizia, un amico dell’attore si è recato a casa sua per un pranzo, ma una volta lì ha trovato il ragazzo senza vita. I fan – già convinti dell’ipotesi suicidio – hanno anche sottolineato un altro dettaglio all’apparenza senza senso, ma che potrebbe essere utile alle indagini: sui social Song Jae Rim ormai non postava quasi più nulla.
14 Novembre 24
Song Jae Rim era nato nel 1985 e ha debuttato come attore nel film del 2009 Actresses. L’attore è apparsi in diversi K-drama televisivi tra cui Flower Boy Ramen Shop, Inspiring Generation, Two Weeks, Goodbye Mr. Black, Bad Girls, Our Gap-soon e Queen Woo. Al cinema invece è apparso in film come Grand Prix, The Suspect, Crazy Love, Yacha, Bait e Plop: A Man Who Lost His Business. L’ultimo impegno professionale risale al 13 ottobre scorso con la conclusione delle repliche dell’opera The Rose of Versailles.
13 Novembre 24
Il signor Fan, cinese di 62 anni, entrò con il suo Suv all’interno di una pista di atletica, dove decine di persone si stavano allenando. Tra loro anche donne e bambini. Con la sua auto, travolse tutti quelli che incontrò sulla sua traiettoria. Ne uccise 35 e ne ferì 46. Poi si autoinflisse gravi lesioni e finì in coma. Movente della tragedia, probabilmente, una disputa durante il divorzio (allo stadio di Zhuhai, nella provincia del Guangdong, in Cina).
12 novembre 24
Renato Caiafa, napoletano di 19 anni, era con Arcangelo Correra di 18 e altri due amici. In mano aveva una pistola. Una Beretta 9×21 che disse di aver trovato sopra la ruota di una macchina parcheggiata poco più in là. Disse che la stava maneggiando, che ci stava «giocando» quando all’improvviso partì un colpo. Il proiettile finì dritto nel capo di Arcangelo che cadde in terra. Caiaffa, prima di fuggire, caricò il corpo sul suo scooter e lo portò in ospedale. Si costituì solo qualche ora dopo, convinto dalla zia con la quale s’era confidato: «Non volevo, non volevo» (alle 5 di sabato mattina in piazzetta Sedil Capuano, a Napoli).
Se gli inquirenti sembrano credere al fatto che si sia trattato di un incidente, Caiafa è indagato per omicidio colposo: la storia dell’arma trovata non sembra convincerli. La procura ha disposto il fermo per detenzione e ricettazione della pistola. Il fratello di Caiafa, Luigi, venne ucciso a 17 anni da un poliziotto nel corso di un tentativo di rapina. Il papà Ciro morì pochi mesi dopo, il 31 dicembre 2020, ammazzato con diversi colpi di pistola per questioni legate allo spaccio di droga.
Paolo Tescari, veneto di 47 anni, aveva chiese una sigaretta a un ragazzo di 17. I due iniziarono a litigare quando il giovane tirò fuori una pistola e, con un sol colpo, lo uccise (a Temple, in Texas, dove Tescari viveva da 14 anni).
10 novembre 24
Una ragazzina di 15 anni, originaria del Nord, da qualche mese in Sicilia con la famiglia. Pare abbia avuto un’accesa discussione con un’altra ragazza, e che abbia lasciato la scuola prima della fine delle lezioni. Una volta a casa, si tolse la vita con la corda di un’altalena (ieri mattina, a Piazza Armerina, Enna).
La madre ha trovato il corpo al rientro dal lavoro, poco dopo le 13.30. La Procura ha ordinato di passare al setaccio cellulare e computer della ragazzina. Secondo i giornali, dietro ci sarebbe un caso di ricatto-porno.
6 novembre 24
Nelle prime ore di lunedì la polizia ha rinvenuto un corpo sulle rotaie della metro di Chalk Farm: era di Sarah Cunningham, 31 anni, della quale non si avevano notizie da sabato. La polizia ha detto che la morte «non è sospetta», cioè sembra un suicidio. È successo nel quartiere di Camden, a Londra.
Cunningham era una pittrice piuttosto famosa: nata a Nottingham, dipingeva quadri di grandi dimensioni che sono stati esposti in Germania, Canada e negli Stati Uniti • «Mi immagino in volo quando dipingo, scrutando la superficie, cercando luoghi in cui immergermi in profondità, atterrare o decollare».
Ristrutturando la casa appena comprata, la coppia di nuovi proprietari aveva notato una perdita proveniente dal tetto. Per capire quale fosse la causa, salirono nel sottotetto. Ci trovarono una corda appesa al soffitto e, in un ripostiglio, lo scheletro di un uomo: era di Aloïs Iffly, che nel 2009, all’età di 81 anni, era scomparso nel nulla. È successo lunedì a Erstroff, un paese di duecento abitanti nell’Est della Francia, non lontano dal confine con la Germania.
La moglie di Iffly aveva continuato a vivere nella casa fino al 2020, quando era morta e l’abitazione era stata messa in vendita.
5 novembre 24
Santo Romano, 19 anni, aveva incontrato gli amici Gaetano e Matteo e la fidanzata Simona davanti al comune, da dove poi si sarebbero diretti verso il lungomare di Napoli per passare la serata insieme. Uno di loro, forse lui stesso, pestò per sbaglio la scarpa di un ragazzo che, indispettito, si allontanò verso la sua Smart nera. Romano allora gli si avvicinò cercando di calmarlo, ma questo, in risposta, sparò un colpo di pistola che lo colpì all’addome (e un colpo al gomito di un altro ragazzo). Romano è morto poco dopo, circondato dagli amici che gli sorreggevano la testa. È successo nella notte tra venerdì e sabato in piazza Raffaele Capasso a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli.
Romano era il portiere della squadra di eccellenza del Micri di Pomigliano d’Arco, aveva un fratello più grande e viveva a Casoria. Sabato è stato arrestato un ragazzo di 17 anni del quartiere Barra di Napoli, Luigi, riconosciuto come il guidatore della Smart nera che si era allontanata dal luogo dell’omicidio. Il ragazzo ha prima negato ogni responsabilità, ma ieri ha ceduto e ha confessato l’omicidio (ma si cercano anche dei complici). A fine maggio era uscito dal carcere minorile, dove si trovava per resistenza a pubblico ufficiale e spaccio; ha detto di aver comprato la pistola in un campo rom di Scampia per 500 euro, e sembra che poco dopo l’omicidio abbia postato sui social una foto dove fa il gesto della pistola con la mano e abbia proseguito la serata a Chiaia. Suo padre, intervistato dal Tg1, si è profuso in scuse; il suo avvocato ha detto che il ragazzo ha reagito perché aggredito, e che ha problemi psichiatrici certificati • Il cantante napoletano Geolier ha scritto in una storia Instagram: «Facili omicidi. La Napoli che non vorrei. BASTA».
3 novembre 24
Melissa Russo, italo-brasiliana di 29 anni, che abitava in un appartamento al piano di sopra del night in cui lavorava come spogliarellista, partorì nel bagno di casa una neonata. Subito dopo provò a disfarsi della piccola gettandola nel water. Quando vide il suo piano fallire, chiamò le colleghe che erano al lavoro al piano di sotto. Queste chiamarono subito il 118. Al loro arrivo, i soccorsi trovarono la neonata, morta, incastrata nel water, con l’acqua che traboccava dalla tazza (alle 4.30 del mattino di ieri al civico 55 di via Borgo Padova, a Piove di Sacco, nel padovano).
29 Ottobre 24
Paolo Gamba, di 44 anni, uscito di galera dieci giorni fa, andò a vivere in casa di Marco Viti, 38 anni. Al culmine di una lite, probabilmente per questioni di droga, Gamba afferrò un coltello e colpì, più e più volte, il nuovo coinquilino. Poi chiamò la polizia: «Ho ucciso il ragazzo che abita con me». Si lasciò ammanettare e riportare in carcere (alle 15 di ieri pomeriggio al piano ammezzato del palazzo al civico 8/a in via dei Patrioti, a Borgo Loreto, quartiere periferico di Cremona).
Un senza dimora di 46 anni, nazionalità ucraina, venne ucciso con due colpi di pistola in petto sparati da un altro straniero (domenica sera per strada a Saronno, in provincia di Varese).
Un detenuto italiano di 50 anni, finito in carcere «per reati a grande riprovazione sociale e con fine pena fissato al 2030», tornò in cella e s’impiccò (nella Casa Circondariale di Prato).
È il 77esimo detenuto che si toglie la vita nel 2024.
28 ottobre 24
Sara Centelleghe, studentessa di 18 anni, era nel suo appartamento con un’amica. Parlavano di come festeggiare Halloween e il compleanno. Il 9 novembre Sara avrebbe compiuto 19 anni. Intorno all’1.15 l’amica scese per comprare da bere al distributore sotto casa, per fumare una sigaretta e per incontrare Jashandeep Badhan detto “Deep”. Un giovane di origini indiane di 19 anni che abitava due civici più in là. Forse voleva acquistare una busta di cocaina. Deep era alterato. Drogato, probabilmente. Non raggiunse l’amica ma si presentò a casa di Sara passando per i garage comunicanti. La porta era rotta. Quindi entrò. La trovò al letto. Discussero. Lui la picchiò. Afferrò un paio di forbici e la colpì. Dieci volte, quasi tutte al volto. Poi scappò giù per le scale lasciando impronte di sangue ovunque e raggiunse casa sua. All’1.18 l’amica, stufa di aspettare, tornò su. Trovò Sara in terra. Urlò, chiese aiuto. Un vicino si precipitò. Chiamarono il 118 ma all’arrivo dei sanitari Sara era già morta (la notte tra venerdì e sabato in un appartamento al civico 124 di via Nazionale a Costa Volpino, nell’alto Lago d’Iseo in provincia di Bergamo).
Ieri, nel frusinate, un operaio di 51 anni è stato arrestato dopo che ha aggredito a colpi di forbice la moglie, la suocera e la figlia di 14 anni.
Dritan Hakaj, albanese di 45 anni, si presentò in piena notte a casa dell’amante, una donna di 51 anni, albanese anche lei. Era ubriaco e non curante del fatto che in casa ci fossero il figlio di lei di 11 anni e il marito Walter Budri di 78, l’aggredì. Subito il marito afferrò la sua pistola, una Beretta calibro 22, e per difendere la donna, sparò. Hakaj fuggì per le scale, Budri prese l’ascensore. I due si rincontrarono al piano terra. Lì Budri sparò un colpo ma lo mancò. Poi ne sparò altri tre e lo uccise (alle 3 di sabato mattina in una palazzina in via Varese a Garbagnate Milanese).
27 ottobre 24
Un uomo di 77 anni, sempre dietro alla moglie, otto anni più giovane di lui ma malata, costretta a una vita difficile. Non ce la faceva più. Si avvicinò e la strangolò. Poi provò a seguirla, recidendosi le arterie di entrambe le braccia (nel tardo pomeriggio di giovedì, in via 4 Novembre, all’incrocio con via Fulgosio, a Matera).
I parenti si sono accorti di tutto. Ora è in ospedale piantonato dai carabinieri.
Nella mattina di ieri una ragazzina di 14 è caduta dal tetto di un palazzo di sette piani. Un coetaneo di lei è sotto inchiesta.
25 ottobre 24
Emanuele Tufano, 15 anni, figlio del titolare di una trattoria del Rione Sanità, studente all’istituto tecnico Della Porta, nel pomeriggio lavorava in un’officina meccanica a due passi dal locale dal padre. L’altra notte era in giro con due amici, di 17 e 14 anni – in tre sullo stesso motorino – quando si ritrovò sotto una pioggia di proiettili. Tutto fu rapidissimo. Più tardi, i carabinieri accorsi sul posto avrebbero trovato la carrozzeria delle auto e le vetrine dei negozi crivellate dai colpi, fatto che induce a pensare che siano state utilizzate più di una pistola, oppure un’arma automatica. I due amici caddero a terra: uno dei due si presentò al pronto soccorso ferito a un braccio, l’altro con escoriazioni al viso, ferite da coltello a una coscia e al sedere. Solo Emanuele non si rialzò più. Colpito alle spalle da una pallottola. I genitori, che si trovavano in vacanza a Ibiza, appena appresa la notizia fecero i bagagli e tornarono in città (nella notte tra mercoledì e giovedì, in via Carminiello al Mercato, traversa di corso Umberto, nel cuore di Napoli).
«Voci di strada, tutte da confermare, raccontano di un dissidio per il furto di un motorino finito con la morte della persona sbagliata» [Antonio Massari, Fatto]
Marito e moglie, sulla sessantina, lei infermiera, lui corriere per una ditta di spedizione. Insospettitisi per non averli visti da tempo in giro, i vicini chiamarono i carabinieri che fecero irruzione in casa loro. Lei era morta, uccisa con colpi d’arma da fuoco. Lui irreperibile. La Procura aprì un fascicolo per omicidio volontario (ieri mattina, in una villetta in strada Santa Lucia, a Madesano, diecimila anime, in provincia di Parma).
Emanuele Nannetti, 34 anni, di Valdera, provincia di Pisa. Faceva la corte a Flavia Mello Agonigi, 55 anni, cittadina brasiliana. Poiché lei gli si era negata, la uccise a coltellate, poi la gettò in una cisterna. (nella notte tra l’11 e il 12 ottobre, a Pontedera, Pisa).
24 ottobre 24
Il New York Times ha raccontato la storia di un ragazzo, Sewell Setzer, 14 anni, di Orlando, Florida, innamoratosi della voce di un chatbot, Character.Ai, e finito per suicidarsi. «La storia risale al febbraio di quest’anno, quando Sewell Setzer inizia a dialogare online con Daenerys Targaryen (il nome è preso da uno dei personaggi del Trono di Spade, ndr), un bot creato dall’Intelligenza Artificiale. Il ragazzo per mesi chatta online con questo personaggio, sviluppando con il sistema un attaccamento emotivo tale da farlo diventare a tutti gli effetti una relazione. Sewell sviluppa così una vita parallela, ma a casa nessuno si accorge delle ore passate davanti allo schermo dello smartphone a parlare e confidarsi con “Dany”, il nomignolo che il ragazzo ha affidato al bot. L’unico campanello d’allarme sono i voti a scuola che all’improvviso peggiorano e il suo isolamento dagli interessi, come la Formula Uno o dagli amici, con cui giocava ai videogiochi. Il ragazzo viene portato da un terapista, a cui però non racconta i suoi pensieri suicidi, come invece fa con il bot. “Dany” aveva cercato di dissuadere Sewell: “Non lascerò che ti faccia del male. Morirei se ti dovessi perdere” sono i messaggi trovati nelle chat. Sewell aveva risposto: “Allora moriremo assieme”. Dopo un ultimo dialogo la sera del 28 febbraio Sewell si è tolto la vita con la pistola del padre. “Mi mancherai sorellina”, le aveva scritto il ragazzo prima di togliersi la vita: “Mi mancherai anche tu, dolce fratello”, aveva replicato il bot» [Cecilia Mussi, Cds].
«Dopo la morte del giovane i genitori hanno scoperto le chat online e ora, scrive ancora il NYT, vogliono portare l’azienda dietro a “Deny” in tribunale. L’accusa è che la tecnologia usata dall’app è “pericolosa e non testata se viene messa in mano a dei bambini” e che può spingere gli utenti a consegnare alla macchina “i propri pensieri e sentimenti più privati, manipolandoli”. La madre del ragazzo si è detta “devastata da questa tragedia” e vuole parlarne per “mettere in guardia le famiglie dai pericoli di questa tecnologia ingannevole”» [Cecilia Mussi, Cds].
Franco Giordanella, 68 anni, ex impiegato, appassionato di scie e di viaggi, adescato su Badoo da una certa Patrizia. Lei si fece aprire la porta di casa. Cenarono assieme. Gli sciolse nel vino del sonnifero, quando lui chiuse gli occhi cominciò a frugargli la casa. Gli portò via le carte di credito, il cellulare e il portafogli. Nelle ore successive lei utilizzò le sue carte per 8 mila euro di spese di ogni genere, inclusi vestiti, parrucchiere e un iPhone 15 Pro e accessori da circa 1.500 euro. Peccato che il povero Giordanella fosse cardiopatico e fu trovato morto da un cugino e un amico un paio di giorni dopo. Sua nipote era molto preoccupata perché lo zio non rispondeva più al telefono (tra il 19 e il 21 settembre scorsi, nella casa di lui alla borgata Torresina, vicino a Primavalle, Roma).
Patrizia era in realtà Wandeley Peralta de la Cruz, domenicana, 47 anni. Già conosciuta dalle forze dell’ordine per rapine analoghe in diversi quartieri di Roma dal 2020 al maggio scorso, anche a Prati, condannata l’ultima volta a un anno e otto mesi di reclusione. Ora si trova in carcere a Rebibbia.
Giuseppe Caputo, 62 anni – dopo l’ennesimo litigio con i vicini, scoppiato per decidere a chi spettasse un posto auto sotto casa – salì nel suo appartamento, prese un coltello e colpì la nipote di 28 anni. La madre di lei, Giovanna Chinnici, 63 anni, si mise in mezzo per salvarla: colpita con tre o quattro fendenti. Portata all’ospedale di Desio in codice rosso. Morta di lì a qualche ora (ieri, attorno all’ora di pranzo, in una palazzina di due piani in via Magellano, a Nova Milanese).
23 ottobre 24
Giuseppe Lacarpia, 65 anni, il 6 ottobre aveva inseguito la moglie Maria Arcangela Turturo, 60 anni, le aveva incendiato la macchina e l’aveva infine aggredita a mani nude, premendole il petto così forte da causarne la morte, ore dopo, in ospedale. Ieri notte ha appeso un lenzuolo alle sbarre della sua cella e si è impiccato. È successo nel carcere di Bari.
La figlia Antonella (una delle quattro della coppia) ha commentato soddisfatta su Facebook: «Sono tutte le preghiere che abbiamo fatto per mamma». Lacarpia – che da anni picchiava la moglie – prendeva medicine per rallentare l’avanzare dell’Alzheimer e della demenza senile, ma secondo il gip non sono state le patologie a spingerlo all’omicidio. Aveva già provato a suicidarsi in passato.
22 Ottobre 24
Moussa Diarra, originario del Mali, 26 anni, in Italia da otto, era agitato, forse perché drogato (aveva precedenti). Si è gettato addosso alle vetrine di una tabaccheria, crepandone il vetro, e poi è uscito dalla stazione. Fuori c’erano dei poliziotti municipali, che si trovavano lì per un incidente tra due motorini: li ha aggrediti, e poi è scappato di nuovo dentro la stazione. Due ore dopo gli agenti della polizia ferroviaria lo hanno cercato per identificarlo, ma il giovane ha aggredito anche loro, con un coltello. Uno dei poliziotti gli ha sparato tre colpi al petto, e il giovane è morto. È successo ieri mattina, verso le sette, alla stazione Porta Nuova di Verona.
«Il suo nome figura tra gli ospiti della Ronda della Carità, unità di strada che offre pasti, docce, coperte e un tetto a centinaia di migranti che faticano tra le vigne della provincia e le fiere in città. “E lui un lavoro lo aveva, nei campi, anche se il padrone gli doveva ancora 300 euro di stipendio e i problemi coi documenti lo tormentavano”, ci spiega Alberto del Laboratorio Paratod@s, centro che supporta i migranti senza casa, anche a colpi di occupazioni di spazi abbandonati. “Moussa faceva attività qui e siamo tutti sconvolti. Forse ultimamente era depresso. Ma aveva 26 anni. C’era davvero bisogno di sparargli?”» [Pisa, Rep] • Matteo Salvini ha commentato su X: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà».
20 ottobre 24
Mario Furio, agente della polizia penitenziaria in pensione di 59 anni. Da anni tormentava Celeste Palmieri, l’ex moglie di 56, madre dei suoi cinque figli, tutti minori. Aveva un divieto di avvicinamento, con tanto di braccialetto elettronico, che però ignorava costantemente. Ieri mattina entrò in un supermercato dove la ex stava facendo la spesa. La segnalazione arrivò subito ai carabinieri ma non all’apparato della donna. Le forze dell’ordine la chiamarono al telefono. Lei disse loro di averlo visto uscire dal negozio. I carabinieri si precipitarono sul luogo. Arrivarono proprio mentre lui nel parcheggio le stava sparando. La colpì in testa. Poi entrò in macchina e, con la stessa arma, s’ammazzò. Lei morì poco dopo (ieri mattina, nel parcheggio dell’Eurospin di San Severo, in provincia di Foggia).
I servizi sociali avevano invitato più volte Celeste Palmieri a cambiare casa e a trasferirsi con i figli minori in una località protetta. Ma lei si era sempre rifiutata.
Un pensionato di 71 anni decise di farla finita e si gettò dal balcone al quinto piano della palazzina in cui abitava (ieri all’alba, in piazzale dei Caduti della Montagnola, a Roma).
18 ottobre 24
Laura Frosecchi, titolare di un forno, di 52 anni, sposata da 30 con Stefano. Madre di Gabriel e Christian. Zia acquisita di Mattia Scutti, 22 anni, figlio della sorella del marito. Questi, operaio agricolo alle prime armi ora disoccupato, con qualche disturbo di mente, era venuto tempo fa in possesso di una pistola. Armato, entrò nel panificio della zia e le sparò. Poi si barricò a casa sua, a pochi metri dal panificio. Chiamò la polizia. Minacciò il suicidio. Uscì grazie all’intervento di un negoziatore. Ma subito, ancora armato, scappò. Poco dopo si fece arrestare in un orto (poco prima delle 11 del mattino di ieri, al civico 132 di via Volterrana di Chiusano, frazione di San Casciano, alle porte di Firenze).
Eros Di Ronza, pregiudicato di 37 anni, assieme a un complice, rubò un motorino. Poi scassinò la serranda di un bar paninoteca. Il marito della titolare, Liu Chongbin, cinese di 49 anni, che abitava al piano di sopra, sentito l’allarme si precipitò nel locale. Con lui Shou Zhou, il nipote di 30 anni, armato di un paio forbici. Videro i malviventi. Uno riuscì a scappare. Sull’altro, Di Ronza, si avventò Shou Zhou. Lo colpì con le forbici. Venti volte. Al torace e all’addome. Anche quando ormai Di Ronza era a terra. In mano aveva alcuni nastri di «Gratta e vinci», bottino del furto. I due cinesi, che già avevano subito tre rapine, vennero arrestati (alle 5 del mattino di ieri, al 35 di viale Giovanni da Cermenate, alla periferia sud di Milano).
«Di Ronza era padre di tre figli ancora piccoli. Vistosi tatuaggi sul volto e sul collo, la scritta “Odio” impressa sulla fronte come a farne un manifesto» [Guasco, Mess]. Arrestato più volte per reati di piccolo cabotaggio. L’ultima volta il 3 ottobre per il possesso di un coltello.
17 ottobre 24
Giovanni Salamone, 63 anni, e la moglie Patrizia Russo, di 53, si erano traferiti da un anno a Solero, nell’alessandrino. Entrambi siciliani di Agrigento erano saliti al Nord per il lavoro di lei. Aveva trovato un posto come insegnante di sostegno alle medie del paese. Estroversa e solare, era benvoluta da colleghi e ragazzi. Lui, più riservato, era sempre cordiale con tutti. I due erano tornati da pochi giorni dalla Sicilia, dov’erano andati per la campagna dell’olio. Sembravano sereni anche se lui si diceva depresso da qualche giorno perché non lavorava. Ieri mattina, dopo una notte passata in dormiveglia, si alzò all’alba. Andò in cucina e afferrò un coltello. Poi tornò in camera e lo piantò per sette volte nel corpo della moglie che dormiva. Infine chiamò in carabinieri: «Venite, l’ho uccisa. Ho fatto una cazzata». Increduli i vicini e il parroco. La coppia, sposata da 35 anni, ogni domenica andava a messa (alle 5 di mercoledì mattina in un appartamento in affitto di via Giovanni Cavoli, a Solero, a dieci chilometri da Alessandria).
Ne prossimi giorni gli inquirenti interrogheranno i due figli della coppia. Il più grande abita in Spagna, la sorella a Pisa.
Paul Lowe, fotoreporter britannico di 60 anni, famoso per aver documentato l’assedio di Sarajevo, venne ritrovato cadavere sulle montagne di San Gabriel, in California. A pugnalarlo al collo sarebbe stato il figlio Emir, di 19 anni (alle 15.28 di sabato scorso, a Mount Baldy Road, vicino alle cascate di Stoddard Canyon).
16 Ottobre 24
Manuel Mastrapietra, 31 anni, incensurato, di ritorno dal turno serale nel supermercato dove lavorava, colpito al cuore da una coltellata. Trovato riverso sull’asfalto dai carabinieri (poco prima delle tre di ieri notte, viale Romagna, a Rozzano, Milano).
Forse una rapina finita male. Poco prima di morire stava messaggiando con la fidanzata.
P.D., 44 anni, di origini pugliesi, finito dentro per droga, fine pena intorno al 2027. Si strangolò con i lacci delle scarpe nel letto della sua cella (a San Vittore).
11 Ottobre 24
Lulzim Toci, 30 anni, albanese, taglialegna e bracciante agricolo. Sposato, due figli. Lo descrivevano come un uomo dedito al lavoro e alla famiglia, in questo periodo impegnato nella raccolta delle castagne. Non si capisce perché, all’alba di mercoledì, abbia strangolato la moglie Eleonor, di anni 24, da poco trasferitasi in Italia. La uccise nel sonno, a mani nude, poi corse a casa del fratello, distante pochi metri dalla sua. Disse che la moglie aveva avuto un malore: «È stata morsa da un serpente». La cognata allora videochiamò i nipotini. I piccoli mostrarono alla zia il cadavere della loro mamma, riverso sul letto. Dissero: «È stato papà, l’ha uccisa lui». I carabinieri lo hanno trovato sull’uscio, lì stava aspettando, in stato confusionale (alle cinque di ieri mattina, al piano terra del civico di via Caravaggio 10, a San Felice a Cancello, provincia di Caserta).
15 ottobre 24
Maria Arcangela Turturo, 60 anni, era salita in auto e si era allontanata da casa. Il marito – Giuseppe Lacarpia, 65 anni, produttore di formaggi e allevatore di mucche – l’ha raggiunta, ha cosparso l’auto di benzina e le ha dato fuoco. Turturo è riuscita a trascinarsi fuori, ma l’uomo l’ha bloccata sull’asfalto inginocchiandosi sopra di lei e ha iniziato a comprimerle lo sterno con le mani. Quindici minuti della scena sono stati registrati con il telefono da una ragazza che passava di lì in macchina con il fidanzato: non sono scesi perché avevano paura che l’uomo fosse armato, gli urlavano «ma che fai, lasciala!». «Subito dopo sarebbe poi arrivata un’altra auto con a bordo degli altri ragazzi che avrebbero aiutato la vittima. “La aiutavano allontanandola dall’auto in fiamme, mentre l’uomo si avvicinava alla macchina ancora in fiamme e prende la borsetta della donna che era fuori dall’abitacolo […] e si mette sul ciglio della strada e non dice niente”. La stessa ragazza, poi, si sarebbe avvicinata alla donna per chiederle come stesse: “Mi ha detto frasi che non mi riesco a dimenticare: ‘Mi voleva togliere davanti!’, in dialetto”» [Delvecchio, Cds]. La donna è morta in ospedale, dopo essere riuscita a dire alla figlia: «Papà mi ha chiusa nella macchina in fiamme». È successo sabato a Gravina di Puglia.
«Il 65enne era stato in carcere, quasi 15 anni fa, con l’accusa di avere tentato di uccidere il figlio intervenuto per sedare una lite tra i genitori. […] Oggi [ieri ndr] avrebbe dovuto sottoporsi a una visita medica dopo il ricovero delle scorse settimane per problemi neurologici.“Mamma mi disse che sentiva che l’avrebbe uccisa”, ha messo a verbale una delle figlie della coppia. […] “Era violento, si ammazzavano di botte”» [Spagnolo, Rep] • «Una delle figlie della coppia, Antonia, ascoltata dagli investigatori come persona informata sui fatti, ha raccontato di atteggiamenti strani del padre nelle ore precedenti al femminicidio, che le hanno fatto pensare stesse già architettando l’omicidio. “Dovevamo andare ad una festa di famiglia – ha raccontato la donna – mio padre voleva andare con la sua macchina a tutti i costi, aveva detto a mia madre di andare insieme a fare un giro prima di venire alla festa, cosa che a mia madre era sembrata strana. Alla festa usciva in continuazione a controllare la macchina e ha aspettato che andasse via mio fratello per andarsene, forse perché abita sulla stessa via”» [Mangialardi, Lupo, Mess].
Ieri pomeriggio un poliziotto è uscito di casa – nel quartiere Lampanaro – per andare al lavoro, in questura a Crotone. Ha notato un’auto con a bordo tre uomini che l’ha insospettito: l’ha fermata per un controllo, anche se era in borghese. I passeggeri però lo hanno aggredito con spranghe e manganelli. Allora il poliziotto ha sparato: uno dei tre passeggeri, Francesco Chimirri, 44 anni, è morto sul colpo; gli altri due sono scappati. I familiari della vittima, accorsi sul posto, hanno iniziato subito a picchiare il poliziotto: solo l’arrivo dei carabinieri lo ha salvato dal linciaggio, ma adesso è in ospedale in gravi condizioni.
La vittima era un pizzaiolo con 156 mila follower su TikTok.
Due quindicenni avevano litigato e si erano picchiati, forse per una ragazza. Tornato a casa con un occhio pesto, uno dei due ragazzini ha trovato la madre e lo zio, Marcello De Angelis, 25 anni, ad aspettarlo. De Angelis si è arrabbiato per l’umiliazione subita dal nipote ed è subito andato a cercare il rivale del nipote: trovatolo, l’uomo e il ragazzo si sono picchiati. A questo punto è il secondo ragazzo a suscitare indignazione in un adulto: vedednolo ammaccato, suo padre – Manolo Colecchia, 45 anni – va sotto casa di De Angelis e lo chiama in strada. I toni si scaldano e Colecchia accoltella a morte De Angelis. È successo lunedì alle tre di notte passate, tra le case popolari dell’Alessandrino, quartiere della periferia est di Roma.
Alle 21 stava per partire la processione per la Madonna del Rosario, e le campane suonavano a festa. Beni Arshiaj, 37 anni, stava parcheggiando il furgone nella corte di casa sua. All’improvviso, è stato raggiunto da una pallottola alla testa, ed è morto. La polizia ha trovato il mezzo ancora in moto e uno dei due figli dell’uomo che era con il padre al momento dell’uccisione. È successo domenica sera alla periferia di Pisa, nella frazione Oratorio.
«Sui social il parroco scrive: “Al suono gioioso delle campane si è mischiato lo scoppio freddo di colpi mortali. Non abbiamo fatto la nostra processione stasera, e siamo tornati alle nostre case velocemente, frastornati, stupiti, incuriositi, spaventati”» [Leggo].
7 ottobre 24
Letizia Girolami, 72 anni, era scomparsa da sabato. Psicotearapeuta, viveva in un casolare con il marito, artista di origini canadesi. Ha detto della sparizione alla figlia, residente in Spagna, che ha avvertito la polizia. Ieri a mezzanotte è stato ritrovato il corpo di Girolami: era in un campo di proprietà dei due coniugi, con una vistosa ferita alla testa. È successo in provincia di Arezzo, a Foiano della Chiana.
Un giovane di 24 anni, cittadino marocchino senza fissa dimora, lunedì era stato arrestato per stalking a Bassano del Grappa: gironzolava in bici davanti alla casa della ragazza che lo aveva lasciato. Da giorni le telefonava continuamente, insultandola. Dopo quattro giorni in prigione, una guardia carceraria l’ha trovato impiccato alle sbarre della cella. È successo venerdì nel carcere «Del Papa» di Vicenza.
6 ottobre 24
Non ce l’ha fatta il 27enne Alessandro Cambuca, accoltellato all’alba di domenica in seguito a un litigio a Villaspeciosa, nella provincia di Sud Sardegna: troppo gravi le ferite, è morto in ospedale. L’aggressore è già stato fermato dalle forze dell’ordine. Cambuca lascia due figlie di 2 e 7 anni.
30 Settembre 24
R.B., 17 anni, origini albanesi. Arrivato nella Bassa mantovana con madre, padre, sorella maggiore (oggi incinta) da Altamura. Studente all’istituto tecnico, voleva fare l’elettricista, senza mai una nota sul registro. Una grande passione per le arti marziali miste, tanto che aveva trasformato il box auto di casa in una piccola palestra, con attrezzi, un tappetino, un manichino su cui esercitare prese e colpi, lasciando però un divano dove stendersi e appartarsi. Giovedì scorso passati in rassegna i profili di una serie di donne su un sito di incontri, contattò una certa Maria Campai, rumena, 42 anni, separata con due figli, e le dette appuntamento in una strada a Viadana, promettendo che l’avrebbe pagata. Si incontrarono. Lui la portò nel box auto, ebbero un rapporto sessuale. Poi lui la ammazzò di botte. Quindi trascinò il corpo in una villa disabitata e lo coprì con uno strato di foglie e arbusti. Tornò a casa, si industriò come poteva per pulire le macchie di sangue, poi andò in camera da letto e si chiuse la porta dietro le spalle (nella notte tra il 19 e il 20 settembre, a Viandana, nella pianura tra Mantova e Parma).
È stata la sorella di lei, Roxana, a mettersi sulle sue tracce e a denunciare la scomparsa. Ai carabinieri sono bastate due domande, lui è crollato subito: «Volevo vedere cosa si provava». I militari hanno scoperto che prima del delitto aveva cercato su internet «come uccidere una persona a mani nude» e «come far sparire un cadavere». Ora è rinchiuso nel carcere minorile Beccaria di Milano.
27 settembre 24
Candido Montini, 76 anni, ex vicesindaco di Garzeno, Como, titolare di un piccolo negozio di alimentari. Trovato morto ieri mattina nella sua casa di Catasco, a poca distanza dall’emporio. La gola tagliata. Sul corpo, i segni di diverse coltellate.
26 Settembre 24
Roberto Gleboni, 52 anni, operaio forestale, membro del direttivo provinciale della Fai-Cisl. Sposato, tre figli. Mai nessun precedente, ma un brutto rapporto con la moglie, Giusi Massetti, di anni 43, da cui si stava separando. Al culmine dell’ennesima lite con la consorte, andò a prendere la semiautomatica calibro 7.95, regolarmente detenuta, e le sparò un colpo, centrandola in pieno petto. Poi rivolse l’arma contro la figlia Martina, di anni 26, svegliata di soprassalto dalle urla che arrivano dalla cucina, e sparò anche a lei. A quel punto, capì che non poteva più fermarsi. Sparò al secondogenito, Sebastiano, 8 anni, colpendolo di striscio alla testa, e al terzogenito, Francesco, incurante del suo sguardo terrorizzato. Paolo Sanna, 57 anni, il proprietario del loro appartamento, che abitava al secondo piano della palazzina, sentiti gli spari, accorse per vedere cosa stesse succedendo. Gleboni sparò anche a lui, e lo lasciò agonizzante sul pianerottolo. Quindi uscì. Si mise a correre, e percorse così i 400 metri che separavano la propria casa da quella della madre, Maria Esterina, 86 anni, che stava facendo colazione. Fece fuoco e la colpì. Poi andò nella stanza da pranzo, puntò l’arma contro se stesso e si ammazzò (ieri mattina alle 6.40, in una palazzina di due piani di via Ichnusa, a Nuoro).
Gli unici due sopravvissuti: Sebastiano, il figlio più piccolo, ricoverato all’ospedale San Francesco; e Maria Esterina, l’anziana madre, ferita al collo, è grave ma non in pericolo di vita. La suocera, Carmela Massetti è arrivata di corsa sul luogo della strage. S’è accasciata in lacrime, disperata. Ha gridato più volte i nomi delle vittime, e ripetuto all’infinito: «Fiza mea, fizi mei». Figlia mia, figli mei.
25 settembre 24
Ben Alaya Abdelkader, 48 anni, operaio, da quest’estate aveva il divieto di avvicinarsi all’ex moglie, Roua Nabi, 34 anni, casalinga, che picchiava da quattro anni. Solito minacciarla con frasi del tipo «puttana, non sei capace a fare niente, non sai nemmeno tenere la casa in ordine, ti ammazzo, ti spacco la faccia», «faccio venire in Italia mio fratello così ti uccide». Affinché rispettasse il divieto, era obbligato a portare il braccialetto elettronico. Ma ieri notte è andato a casa della ex, ha preso un coltello da cucina e l’ha accoltellata al torace. Tra il cuore e il polmone. L’ha così uccisa, davanti ai loro due figli, una bambina di 12 anni e un bambino di 13. La piccola è corsa a chiedere aiuto ai vicini, l’altro ha inseguito il padre in strada e ha chiesto aiuto ai passanti. Entrambi di origine tunisina, i vicini li sentivano spesso litigare in arabo. Sembra che Abdelkader fosse contrario allo stile di vita occidentalizzato della ex moglie. È successo nel quartiere Barriera di Milano, alla periferia Nord di Torino.
Non è ancora chiaro perché il braccialetto elettronico dell’assassino non si sia attivato. «Pesa circa due etti, viene indossato come una cavigliera, è impermeabile e progettato per resistere fino a trenta metri di profondità. […] I dispositivi sono due: uno non rimovibile per lo stalker e l’altro per la vittima, che riceve un segnale di allarme qualora il suo aguzzino si avvicini entro i 500 metri. “Il problema è che aggancia un segnale Gps e dove non c’è campo può non funzionare, se la connessione è più debole si disconnette”» [Guasco, Mess]. In Italia ce ne sono 8.253 attivi.
Francesco, 75 anni, era stato operato alla testa. Ma da subito aveva iniziato a lamentare mal di testa e forti dolori, e perciò era stato ricoverato in osservazione, a soli quattro giorni dall’operazione. Ai dottori era sembrato molto agitato, e perciò gli hanno dato dei farmaci, tra i quali la promazina, che tra gli effetti collaterali ha «un aumento dell’istinto suicidario». Poche ore dopo, l’uomo si è buttato da una finestra del quarto dell’ospedale, ed è morto. I familiari hanno sporto una denuncia contro ignoti. È successo venerdì all’ospedale di Pozzuoli, in provincia di Napoli.
Un uomo di 56 anni è andato in ospedale, si è fermato nel cortile interno, ha preso la pistola di tasca e si è sparato alla gola. Nessuno ha visto la scena, ma i dottori e i pazienti nelle sale d’attesa hanno sentito lo sparo; i soccorsi sono stati inutili. È successo lunedì verso mezzogiorno a Bressanone, in Trentino Alto Adige.
24 Settembre 24
Ieri sera i medici dell’ospedale di Borgo Trento hanno dichiarato cerebralmente morto Andrea Feltre, 15 anni. Venerdì pomeriggio, dopo un litigio, sua madre Alessandra Spiazzi, 58 anni, gli aveva sparato, e poi si era suicidata. La donna soffriva di disturbi psichiatrici, ma negli ultimi tempi non era seguita da uno psicologo e aveva smesso di prendere le medicine. Era accaduto a Vago di Lavagno, in provincia di Verona.
Andrea faceva lo scout, andava all’oratorio, seguiva corsi di crossfit in palestra. Frequentava l’istituto Copernico Pasoli di Verona, dove oggi a mezzogiorno si osserverà un minuto di silenzio in sua memoria. Il padre di Andrea, Luciano, ha autorizzato la donazione degli organi del figlio.
Michele Lavopa, 21 anni, ha confessato di essere stato lui a sparare ad Antonella Lopez, 19 anni, morta in una discoteca sulla spiaggia di Molfetta nella notte tra sabato e domenica. Ha detto che voleva colpire non lei ma il suo fidanzato, Eugenio Palermiti, nipote di un boss locale di cui emula lo stile di vita. Qualche anno fa Palermiti aveva picchiato Lavopa per una rivalità amorosa, e aveva pubblicato il video su TikTok. Il rancore non era mai passato. Sabato notte, incontrandosi in discoteca, avevano discusso ancora. Lavopa ha detto che, vistosi accerchiato e pensando che il rivale stesse per estrarre a una pistola, ha deciso di anticiparlo, e perciò ha sparato.
Lavopa da minorenne era stato accusato di rapina; per giustificare il fatto di essere armato, ha detto: «ormai in discoteca non si va più tranquilli». Si è dovuto aspettare che confessasse, perché tra i ragazzi presenti all’omicidio nessuno lo aveva identificato, rilasciando «dichiarazioni omertose, nonostante la loro amica fosse deceduta». Per gli inquirenti sono «sostanzialmente dei bambini» [Sta].
Nel tardo pomeriggio di domenica, come ogni fine settimana, Nadia era andata a trovare la madre Loretta Levrini, di 80 anni, che soffriva di demenza, ma l’aveva trovata morta. I carabinieri avevano iniziato subito a cercare (anche con i droni) Lorenzo Carbone, 50 anni, il figlio disoccupato della vittima, che viveva con lei ma era irreperibile. Passato un giorno, ieri Carbone è tornato a casa di sua spontanea volontà, in piazza delle Rose, verso le 15.30. Lì ha trovato i giornalisti ad aspettarlo. Quando ha capito di essere di fronte al ricercato, il giornalista Fabio Giuffrida, inviato della trasmissione di Canale 5 Pomeriggio 5, ha chiamato il 112 (Carbine ha commentato «Eh, forse è meglio») in vivavoce, davanti alle telecamere che filmavano. Poi ha iniziato a fare domande a Colombo. L’uomo, asciugandosi gli occhi e la fronte con un fazzoletto, ha detto: che durante la notte era stato a Pavullo, senza dormire, «girando le strade a piedi» senza meta, che ogni tanto la madre lo faceva arrabbiare perché ripeteva sempre le stesse cose, che «d’istinto, l’ho strangolata. Prima ho provato con il cuscino, poi ho tolto la federa e ho provato con la federa, e dopo ho usato i nastrini, i lacci»; infine si è messo a piangere, senza aggiungere più nulla. Giuffrida in seguito ha detto che l’uomo si era presentato con un ombrellino e uno zaino, e di essere rimasto colpito dal fatto che Colombo sembrava avere paura non tanto di essere imprigionato, quanto di venire picchiato dai parenti. È successo a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena.
«La sera di sabato era sceso in strada a prendere la pizza per entrambi. Il massimo che ricordano i vicini sul suo conto è che “non salutava mai”. Altri non sarebbero nemmeno in grado di riconoscerlo, se non fosse che ormai è diventato famoso, suo malgrado. È certamente una persona semplice, anche se ha precisato di non essere in cura, e l’Ausl ha confermato che non risulta seguito per disturbi psichiatrici» [Fiorini, Sta].
23 settembre 24
Erano da poco passate le 23; in corso del Popolo una donna – Carmen, 50 anni, di origini colombiane – caminava parlando al telefono con il compagno Loris. All’improvviso un uomo le ha tappato la bocca da dietro, le ha dato tre pugni e le ha rubato lo zaino. La donna si è messa a urlare. Due uomini, Sebastiano e Giacomo, l’hanno sentita, e hanno deciso di inseguire il ladro. Una volta raggiunto, il ladro ha estratto un coltello: ha ferito Sebastiano a una gamba, e ucciso Giacomo. Il colpevole è un uomo senza fissa dimora di 38 anni di origine moldava. Subito dopo l’omicidio ha derubato un’altra persona, una turista giapponese, ferendola al viso con lo stesso coltello con cui aveva ucciso Giacomo. È stato messo in fuga da un cittadino albanese, che lo spaventa fingendosi un poliziotto. È successo venerdì sera a Mestre; ieri si sono tenuti i funerali della vittima.
Giacomo Gobbato aveva 26 anni, faceva il tatuatore. «Carmen, Loris e altri ragazzi del centro sociale Rivolta hanno condiviso anche le ore successive all’aggressione. “Siamo stati in commissariato e lì è successo qualcosa di incredibile – dice Loris –. Erano loro che confortavano noi. Quando è arrivata la notizia che Giacomo non ce l’aveva fatta ci tremavano le gambe ed eravamo devastati dai sensi di colpa, ma erano loro che ci facevano coraggio. In particolare la dolcissima Alice, che mi pare fosse la fidanzata di Giacomo. E poi dicono che i ragazzi dei centri sociali sono solo dei casinisti. Macché, sono buoni come il pane”» [Sciacca, Cds].
Antonella Lopez, 19 anni, era con gli amici al club sulla spiaggia Bahia Beach, per la serata «Hasta el Amanecer, fluo edition». Con lei il fidanzato Eugenio Palermiti, 20 anni – omonimo dello zio boss detto «U Nonn», di una famiglia criminale del quartiere barese Japigia – che qualche giorno prima aveva invaso il territorio presidiato da un gruppo rivale. Forse in conseguenza dello sgarbo, durante la serata è scoppiata una lite con un altro gruppo di giovani, che avevano con sé delle armi. Alcuni proiettili – almeno sei, di una mitraglietta o di un revolver – hanno ferito Lopez. in più punti: è morta dissanguata prima dell’arrivo dell’ambulanza. È successo alle 2.45 di domenica mattina a Molfetta, in provincia di Bari.
La ragazza era la nipote di Ivan Lopez, un criminale morto in un agguato sul lungomare di Bari nel 2021. Anche Paterniti, un ragazzo che gli faceva da autista (Francesco Crudele, 20 anni) e altri due ragazzi sono rimasti feriti, ma non in modo grave. Paterniti, trasferito all’ospedale di Bari, «ha dato in escandescenze e ha distrutto le suppellettili del reparto, tra cui un computer» [Mess]. «Qualche tempo fa entrò nella scuola che frequentava una sua fidanzatina. I docenti e i bidelli saltarono sulla sedia, per la paura. Perché Patermiti è qui? Eugenio entrò in classe, prese il telefono della ragazza e andò via. Doveva controllare chi le aveva scritto, raccontò agli amici. Gli avevano raccontato brutte cose. Da quel giorno lei ha preso ad amarlo ancora di più, ha scritto sui social. Nessuno, nemmeno a scuola, lo ha mai denunciato» [Foschini, Rep]. Sul profilo TikTok di Paterniti: Rolex, Audi a 200 all’ora, passamontagna, nomi dei traditori che si pentono e vanno dai carabinieri.
Verso le 17 è andata a trovare la madre di 80 anni, e l’ha trovata morta in casa. I carabinieri stanno cercando il figlio, 50 anni, disoccupato, che viveva con lei e da ieri non si trova. È successo a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena.
Alla stessa ora a Modena, una signora a passeggio ha scorto il cadavere di una donna in un fossato, riverso in un metro d’acqua. Si pensa sia scivolata, ma si indaga.
Sabato mattina Simone Monteverdi, 22 anni, ha ucciso la nonna Andreina Canepa, 82 anni, con un paio di forbici; poi, alle 9.30, ha telefonato al 112 e ha detto «la nonna è morta ma io sto bene». I due vivevano insieme, soli: la signora soffriva d’Alzheimer, il giovane la accudiva; la madre e la sorella di Monteverdi non abitavano più con i due. È successo a Chiavari, in una casa di corso Lavagna.
Da inizio anno, nelle carceri italiane si sono suicidati 69 detenuti (di cui solo due sono donne). Nel 2023 si sono uccisi in 49, nel 2022 in 61. Età media: 40 anni circa. La regione con più morti (nove) è la Campania. I numeri vengono dal report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà [Villari, Foglio].
In Congo sono stati liberati 600 detenuti dalla famigerata prigione di Makala, nella capitale Kinshasa. È un tentativo di allentarne l’affollamento: c’è posto per 1.500 persone, ma i rinchiusi sono 12 mila, dei quali 300 minorenni. A inizio mese, nella repressione di una ribellione, erano morti 129 detenuti.
22 settembre 24
Il corpo di una donna di 58 anni, Alessandra Spiazzi, fu rinvenuto senza vita in una villetta a due piani: era stata uccisa a colpi di arma da fuoco. Accanto a lei, agonizzante, c’era il figlio di 15 anni, anche lui raggiunto dai proiettili. Subito venne interrogato dai carabinieri Luciano Feltre, 60 anni, il marito della vittima e padre del ferito: ma gli inquirenti si convinsero che era estraneo al delitto. E che quindi la tragedia familiare era ancora un vero e proprio giallo. Si apprese che il figlio forse era stato colpito perché, nel tentativo di difendere la madre, si era frapposto tra lei e l’assassino. Questo particolare venne però smentito dagli investigatori, che addirittura ipotizzarono che fosse stata la madre a sparare al figliolo, e a essersi tolta la vita subito dopo. Ora il ragazzo è ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale veronese di Borgo Trento. Rimane oscuro il movente del delitto. È successo ieri pomeriggio in via Galilei a Vago di Lavagno (Verona).
20 settembre 24
Un ex militare della Marina di 74 anni, Gian Paolo Bregante, da tempo era tormentato: la moglie non voleva prendere i farmaci che le sarebbero serviti per combattere la depressione. Ieri alle 13, decise di farla finita e uccise la consorte Cristina Marini, 72 anni, con un colpo di pistola. Poi afferrò il telefono, chiamò i carabinieri e si fece arrestare. Nel frattempo sul posto era giunto il figlio della coppia. È successo ieri mattina poco prima delle 13 in un appartamento in via Antica Romana, a Sestri Levante. Bregante, ora in congedo, fu comandante di nave.
Il 31 marzo scorso Rocco Marotta, biellese, 44 anni, veniva travolto dall’auto guidata dal fidanzato della figlia, Carmine Manzo, di anni 29. la vittima si opponeva alla relazione e non aveva accettato che la ragazza fosse rimasta incinta. Di qui la reazione del fidanzato, il quale però raccontò che in realtà era stato Marotta ad assalirlo e lui era fuggito in macchina travolgendolo senza volere. Il giudice non aveva creduto a questa versione e Manzo era stato incriminato per lesioni gravissime. Ieri Marotta è deceduto e l’accusa dovrebbe trasformarsi in omicidio preterintenzionale.
19 settembre 24
Susanna Recchia, igienista dentale di 45 anni, madre di tre figli. Affetta da forte depressione dovuta all’ex compagno che la lasciò, a un’amica morta in un incidente, a una figlia, la più piccola, epilettica. Devastata dalla sofferenza, scrisse una lettera di cinque pagine. Nero su bianco, annunciava la volontà di ammazzarsi. Assieme all’ultimogenita salì sulla sua Tiguan e guidò sino al fiume. Poi, con la piccola in braccio, si immerse in acqua, si lasciò trascinare della piena finché entrambe non annegarono. Furono ritrovate 48 ore dopo, ancora abbracciate, su un isolotto naturale del fiume (scomparse venerdì dalla loro casa di Miane, in provincia di Treviso, ritrovate domenica nel fiume Piave, a valle di Vidor. A 15 chilometri dalla loro abitazione).
Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità relativi al 2021-2022, quasi il 7 per cento degli italiani, uomini e donne, soffre di depressione [Cappelli, Rep]. Nel 2021 in Europa si sono tolte la vita 47.346 persone [Vilari, Foglio].
Corrado Finale, 19 anni, e un suo amico di 18, tornando a casa in scooter, vennero investiti da un’auto. Corrado morì poco dopo. L’amico riportò solo qualche ferita. Si pensò a un incidente finché il ragazzo di 18 anni non svelò alle forze dell’ordine che alla guida dell’auto c’era un ragazzo con il quale aveva litigato poco prima (all’alba a Marano, in provincia di Napoli).
Il terzo ragazzo è stato sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.
15 settembre 24
Maria Daniela Icaza, direttrice del Litoral, il più grande penitenziario dell’Equador, morì ammazzata in un agguato. Venne freddata mentre era in macchina (nella notte, a Guayaquil).
Solo nove giorni fa era stato ucciso il direttore di una prigione nella provincia amazzonica di Sucumbios, Alex Guevara.
12 settembre 24
Da sabato la sua compagna Elisa non gli rispondeva al telefono, allora verso mezzogiorno è andato a cercarla a casa dei genitori di lei, dai quali Elisa era in visita da qualche giorno. I vicini lo hanno sentito gridare «Aiuto!». Ha trovato i corpi di Elisa e dei suoi genitori in giardino, morti da almeno due giorni. Enrico Scoccia, 69 anni, ha sparato alla moglie Maristella Paffarini, 66 anni, impiegata in prefettura, e alla figlia Elisa, 39 anni, cameriera in un ristorante della zona. Poi si è suicidato. Ha usato un fucile da caccia. I corpi erano nel giardino del casolare dove viveva con la moglie – il cui corpo giaceva su un lettino prendisole -, circondato da ulivi e terreni coltivati, a cui si accede solo tramite una strada sterrata. La figlia non viveva con i genitori, ma li andava a trovare spesso, teneva ancora dei vestiti nella casa d’infanzia. Pare che l’uomo fosse molto depresso; aveva lavorato alla Galleria Nazionale dell’Umbria ma era in pensione, era appassionato di cavalli e di caccia al cinghiale, i vicini lo hanno descritto come «molto gentile». È successo ieri a Fratticiola Selvatica, frazione di seicento abitanti, venti chilometri a nord di Perugia.
Enzo Giardi, 78 anni, bancario in pensione, da tempo accudiva la moglie Piera Ebe Bertini, 77 anni, malata di Alzheimer, nella loro casa di via Lolli. Erano le 13 quando, mentre le faceva il bagno, l’ha affogata nell’acqua della vasca. Giardi ha poi chiamato i carabinieri ammettendo il gesto: ha detto che temeva per il destino della moglie quando lui fosse morto. È successo ieri a Ravenna, nel quartiere di Borgo San Rocco.
Jarol Bernaola, 28 anni, peruviano, ha notato la sua ex ragazza insieme al nuovo compagno e altre persone ed è scoppiata una lite. Andres Sergio Siguas Nunez, 36 anni, lo ha accoltellato per sei volte. Bernaola si è trascinato per un po’ in strada fino ad accasciarsi, morto. Nunez si è cambiato i vestiti, è caduto di faccia sull’asfalto e si è rifugiato al bar Twin’s con la faccia spaccata e coperta di sangue. Lì lo hanno trovato i carabinieri, fradicio di pioggia. È successo nella notte tra domenica e lunedì, nei pressi della stazione Termini, a Roma.
Nel 2006 Vitalina Balani, 72 anni, fu trovata morta nel suo appartamento di Bologna; il commercialista Andrea Rossi, 61 anni, aveva dilapidato due milioni di euro che le aveva affidato la donna, e venne accusato di averla uccisa: sta ancora scontando l’ergastolo. Il caso è stato riaperto, a diciotto anni dall’omicidio. L’anatomopatologo Mauro Bacci, studiando le foto dei ristagni di sangue sul braccio della vittima, ha potuto posticipare la morte di Balani di otto ore, cioè in un momento del 14 luglio 2006 in cui Rossi – che si è sempre dichiarato innocente – si trovava con dei clienti.
Francesca Ferrigno, 64 anni, è stata uccisa dal figlio Filippo Tinnirello, 43 anni, che si è costituito. È successo ieri sera a Gela, in provincia di Caltanissetta.
Una coppia passeggiava in via Coppino poco dopo mezzanotte, quando ha notato un uomo finito contro la vetrina di un negozio di sistemi elettronici navali. Era stato investito da un’auto. È stato portato all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore, dove è morto: si chiamava Said Malkoun, aveva 47 anni, viveva di espedienti per strada. Poco prima di morire aveva rubato la borsa a Cinzia Dal Pino, 65 anni, titolare di uno stabilimento balneare, che per vendetta lo aveva poi investito con il suo suv: i carabinieri l’hanno arrestata. È successo ieri nel quartiere Darsena, a Viareggio.
9 settembre 24
Ezio Di Levrano, 54 anni, autista di pullman originario di Brindisi, litigava spesso con la moglie Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, brasiliana: così hanno riferito i vicini. Sabato notte, alle due, durante l’ennesima lite l’uomo ha accoltellato all’addome la moglie con un coltello a serramanico, davanti ai figli. Il maggiore, di 14 anni, è subito corso in strada per chiedere aiuto, non prima di aver detto ai fratelli rimasti in casa: «mettete uno specchio sotto il naso della mamma per vedere se è ancora viva, poi correte e venite via». In casa sono rimasti il fratello minore di sei anni e la sorella di 13 anni, che ha tentato di tamponare le ferite della madre fino all’arrivo dell’eliambulanza. La donna è morta poco dopo all’ospedale ad Ancona. Di Levrano intanto si era nascosto tra i cespugli del vicino campo da calcetto. C’era ancora buio, ma il cane di famiglia è riuscito a trovarlo: davanti ai carabinieri l’uomo si è inginocchiato e ha offerto i polsi alle manette. «I tre ragazzi vengono ospitati dai vicini di casa, in via Trieste 9. Sono traumatizzati, non una sola lacrima dai loro occhi pietrificati. Il più piccolo, seduto sul divano, continua a ripetere: “Cinque coltellate, cinque coltellate, cinque coltellate” […] nel giardino dell’abitazione restava parcheggiata la Peugeot di Di Levrano, panni di bambini stesi al sole e un monopattino accanto a una scopa. I sigilli sul portone d’accesso. In quella casa la famiglia era arrivata in primavera, dopo aver vissuto per alcuni mesi a Calcinelli, insieme ai nonni paterni dei ragazzi. Quegli stessi nonni, due 80enni, che nel cuore della notte sono arrivati a Saltara per portare via i tre nipoti» [Sinibaldi, Mess]. È successo a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro Urbino.
Di Levrano nel 2004 era stato arrestato per droga, più volte aveva minacciato la moglie di portarle via i figli se lei lo avesse lasciato, il 2 settembre l’aveva denunciata per abbandono del tetto coniugale. La donna aveva raccontato ai carabinieri dei maltrattamenti, era stata avviata la procedura «codice rosso» – che accelera molto le procedure giudiziarie per aiutare le vittime di violenza –, ma non aveva voluto denunciare il marito.
La polizia ha ricevuto una telefonata anonima e ha trovato un uomo di 30 anni, di origine tunisina, abbandonato morto sul lungomare, con la gola tagliata. È successo sabato in viale Dorhn, a Napoli.
Camillo Esposito, 29 anni, precedenti per rapina e porto abusivo d’armi, alle undici di sera era in via Ghisleri nel negozio «Hair design luxury Ciro Morvillo barber shop» (così dice l’insegna che sovrasta la serranda; accanto c’è un negozio che vende sigarette elettroniche, «Svapo»). Un uomo con il volto coperto è entrato nel salone al piano strada, ha sparato dodici colpi a Esposito, uccidendolo, ed è scappato sull’auto del complice che lo stava aspettando fuori. Illesi il barbiere e una terza persona presente. È successo sabato sera a Scampia, Napoli.
8 settembre 24
Lei, giapponese di 17 anni, entrò in un centro commerciale. Salì all’ultimo piano. Da lì si lanciò nel vuoto. Anziché sul marciapiede, piombò su una passante di 32 anni. Morte entrambe (sabato a Yokohama, in Giappone).
Nel 2023, in Giappone, 513 studenti si sono ammazzati per «problemi scolastici».
3 settembre24
Fabio C. dette una festa nella villetta di famiglia. Una cena con amici, parenti per brindare ai suoi 51 anni. Una «famiglia felice» la sua. Era tornato da poco dalle vacanze con la moglie Daniela, di 49 anni, e i figli Riccardo, 17 anni, e Lorenzo, 12, entrambi appassionati di sport e ottimi studenti. Dopo la festa andarono tutti a dormire. Non Riccardo. Lui andò in cucina e prese un coltello. Uno di quelli con la lama lunga. Entrò nella cameretta del fratello più piccolo, Lorenzo, e lo pugnalò. Una, due, dieci volte. Urla. I genitori si precipitarono nella stanza. Riccardo accoltellò anche loro. Il padre e poi la madre. Infine chiamò i carabinieri. Li attese fuori, in mutande. Il coltello insanguinato, sul marciapiede. S’inventò che il padre aveva ucciso la madre e il fratello. Che lo aveva ammazzato per vendicarli. Nessuno gli credette. Dopo ore, la confessione. «Mi opprimevano. Non mi capivano» (all’una della notte di domenica, in via Anzio a Paderno Dugnano, nel milanese).
Impossibile non pensare a Benno Neumair che nel 2021 strangolò i genitori con una corda di arrampicata, ad Erika e Omar che vent’anni prima uccisero la mamma e il fratellino di lei, a Pietro Maso che nel 1991 ammazzò i suoi per ottenere l’eredità. Il 43 per cento degli omicidi avviene tra le mura domestiche.
2 settembre 24
«Aiuto! Mi hanno accoltellata!». È stata lei stessa a dare l’allarme con un’ultima disperata telefonata al 112 poco prima dell’una della scorsa notte. Poi l’hanno trovata a terra in via Castegnate, a Terno d’Isola, nella zona occidentale della provincia di Bergamo. Immersa in un lago di sangue e con profonde ferite al torace e alla schiena, che nelle ore successive ne hanno provocato il decesso. La vittima dell’omicidio è Sharon Verzeni, 33 anni, studi da estetista ma che lavorava al bar-pasticceria «Vanilla» di Brembate. Era originaria di Bottanuco, a pochi chilometri da Terno, dove la sua famiglia è molto conosciuta perché il padre Bruno ha lavorato per molti anni all’anagrafe comunale. La donna viveva però da qualche anno in paese con il compagno. Aveva un fratello, Christopher, e una sorella, Melody. Il padre Bruno e la madre Maria Teresa Previtali erano in vacanza.
Cinque anni fa un altro accoltellamento si era verificato in un condominio della stessa via, con la vittima, Maurizio Canavesi, che era poi morta dopo un mese in ospedale. Per quell’omicidio è stato condannato un suo amico, Sergio Ubbiali.
31 luglio 24
È di Gianfranco Bonzi, il portiere 59enne di un stabile in via Borgonuovo, nel quartiere Brera, scomparso da Milano dal 23 marzo scorso, il cadavere scoperto da alcuni pescatori nel fiume Adda lo scorso 22 giugno a Crotta d’Adda, nel Cremonese. L’identificazione del corpo è stata fatta attraverso gli esami del dna. Le indagini della Procura di Cremona sono condotte dai carabinieri. L’ipotesi è quella del gesto volontario. L’uomo sarebbe stato vittima di una «truffa romantica» da parte di qualcuno che si spacciava per la popstar britannica Dua Lipa, utilizzando un profilo social falso.
In un momento di disperazione, stava per lanciarsi nel vuoto da un’altezza di 20 metri. Una 22enne russa, residente a Como, è stata salvata dagli agenti della polizia di Stato. L’intervento provvidenziale della pattuglia domenica pomeriggio a Camerlata, quartiere del capoluogo lariano, in piazzale Fisac.
30 luglio 24
Giuseppe Pietralito, trentenne di Siracusa, stava scontando da due anni una pena per spaccio; in carcere lavorava, faceva la spesa per gli altri detenuti e il portantino. Due giorni fa, dopo aver manomesso la porta della cella per ritardare i soccorsi, si è suicidato stringendosi un lenzuolo intorno al collo. Aveva detto ai suoi avvocati: «Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me»; aveva una figlia adolescente, si scambiava delle lettere con una donna fuori. Sarebbe tornato libero nel 2026 (nel carcere di Rebibbia, a Roma).
Se in carcere si lavora e si studia, la probabilità di tornare a delinquere una volta liberi crolla dal 70 per cento al 2 per cento [Avvenire].
25 luglio 24
- Un uomo di 38 anni, Gabriele Zolezzi, è morto inghiottito dalle sabbie mobili di un lago artificiale creato un secolo fa nell’entroterra del Tigullio. Molti cartelli di divieto di balneazione avvertivano del pericolo
21 luglio 24
È stato ritrovato il corpo di Francesca Deidda, 42 anni, scomparsa a maggio da San Sperate (Cagliari). Era a pezzi in un borsone da calcio nero, abbandonato vicino alla boscaglia ai bordi della strada statale, a settanta chilometri dal paese dove abitava; era coperto a malapena da foglie e terra. Il marito Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni, già incarcerato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, continua a dire che non è stato lui.
18 luglio 24
Martedì notte una cameriera è entrata nella camera 502 del lussuoso hotel Grand Hyatt Erawan di Bangkok, che era chiusa a chiave dall’interno, e ha trovato sei persone morte. La stanza era stata prenotata da Sherine Chong, 56 anni, doppia cittadinanza (vietnamita e statunitense). La donna lunedì sera aveva invitato in albergo cinque vietnamiti, due donne e tre uomini di mezza età. Si era fatta portare del cibo e del tè, che aveva voluto preparare da sola, rifiutando l’aiuto dal cameriere del servizio in camera. Sui bicchieri e sulla teiera sono state trovate tracce di cianuro, così come nei corpi delle vittime; il cibo era intatto, ancora nei piatti. La killer-suicida aveva un debito di 280 mila dollari con i suoi invitati, accumulato a causa di investimenti immobiliari mal gestiti.
17 luglio 24
Franco Campagnari, venditore ambulante di dolciumi, di 67 anni, si presentò a casa del primogenito Marco, di 47, con un possibile acquirente. Il padre, che s’era trasferito in un’altra abitazione con la nuova famiglia, voleva vendere la villetta per godersi la vecchiaia. Il figlio però – che in passato aveva avuto problemi di salute – non ne voleva sapere. Rimasti soli in cucina, iniziarono a litigare. Marco, in preda alla rabbia, afferrò un coltello e colpì più e più volte il padre al collo. Poi prese un martello e gli fracassò la testa (ieri, in una villetta in via Tonol a Lazise, comune veronese affacciato sul Garda).
12 luglio 2024
È stato trovato, dopo una caccia all’uomo durata ore, l’uomo di 26 anni, Kyle Clifford, che ha colpito con una balestra tre donne, uccidendole, a Bushey, non lontano da Londra. È stato fermato in un cimitero. Adesso si trova in ospedale. Il sovrintendente capo della polizia Jon Simpson aveva parlato di tre «orribili omicidi mirati» avvenuti nell’Hertfordshire. Le tre vittime sono la moglie e le figlie di John Hunt, popolare commentatore sportivo della Bbc: avevano 61, 25 e 28 anni, ha aggiunto Simpson in conferenza stampa, spiegando che per ucciderle è stata usata appunto «una balestra», ma «potrebbero anche essere state usate altre armi» [Cds]
10 luglio 24
L’autopsia su Lorenza Vezzosi, 56 anni, ha rivelato che la donna è morta accoltellata. Il suo corpo era stato ritrovato insieme a quello dell’ex marito Stefano del Re, operatore sanitario di 56 anni, in un’auto finita nel Po. Avevano due figli adolescenti, erano divorziati ma abitavano ancora insieme a Santarcangelo (Rimini). In casa sono state trovate tracce di sangue.
Emanuele Montefusco, 48 anni, detto Zamberletto, stava vendendo rotoli di carta in strada, impilati su un tavolino di plastica al riparo di un ombrellone, quando gli hanno sparato, uccidendolo. Aveva precedenti per spaccio ed era fratello di un pregiudicato legato alla camorra (ieri mattina nel quartiere Ponticelli, Napoli).
Vincenzo Beniamino Marongiu, 52 anni, è entrato in un bar, ha comprato un caffè d’asporto e all’uscita ha trovato due uomini armati ad aspettarlo. Ha provato a scappare ma è stato freddato con un colpo di pistola. Viveva sotto sorveglianza speciale: in passato era stato a capo di una banda che trafficava droga, armi, reperti antichi e gioielli (ieri ad Arzana, Nuoro).
9 luglio 24
Igor Sollai, camionista di 42 anni, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie Francesca Deidda, coetanea, che lavorava in un call center e a maggio è sparita nel nulla. Si è dichiarato innocente, ha detto che la moglie se n’è andata perché voleva prendersi una pausa di riflessione, ma i carabinieri credono che fosse lui a mandare messaggi dal telefono della donna per tranquillizzare i familiari e gli amici sulla sua assenza (ieri a San Sperate, Cagliari).
Erica Boldi, 26 anni, ieri è stata ritrovata morta e senza abiti in un canale in aperta campagna. Sabato notte i residenti della zona avevano sentito il rumore di un’auto che ripartiva a gran velocità. Si esclude il suicido, continuano le indagini (a Vigasio, Verona) [Leggo].
8 luglio 24
Negli ultimi sei mesi in Ciociaria (Lazio) si sono contati ventidue suicidi di giovani tra i 16 e i 30 anni, che in dialetto frosinate sono detti uttri. «“Un paese ci vuole”, scriveva Pavese. Ma un paese non c’è più. Ed è rimasto solo “il gusto di andarsene via”. Non è vero che le campane hanno ancora un suono distinto. In Ciociaria molte chiese sono chiuse. Così come gli oratori, e le partite domenicali post-messa tra bambini e non: finite. L’arbitro ha fischiato tre volte almeno dieci anni fa. Non è vero che si cammina sui sampietrini. Cioè sì, ma spesso da soli. E non senza fiatone per via dell’età. Dal 2013 a oggi – annota l’Istat – da Frosinone e provincia se ne sono andati quasi 25mila ragazzi. (…) Non è vero che le montagne liberano dai pensieri, se nessun pensiero è in grado di far aggrappare un ciociaro a quelle montagne. Chi ce la fa, se ne va. Chi non ce la fa, diventa almeno vittima di “spaesamento”» [Boezi, Giornale].
7 luglio 24
Graziana Todaro, 40 anni, portò il figlio Manuel, di cinque, sul tetto del condominio di cinque piani dove abitavano. Lì lo prese in braccio, e si lanciò nel vuoto. Morti sul colpo. Nelle tasche di lei, che soffriva di depressione, dei biglietti d’addio (ieri in via della Piante, zona Celle, a Rimini)
Stefano Del Re e Lorena Vezzosi, ex coniugi di 53 e 51 anni, vennero trovati morti a bordo della loro Nissan, inghiottita dalle acque del Po (alle 3 di ieri mattina, a Casalmaggiore, in provincia di Cremona).
Le autorità non escludono che si tratti di un omicidio-suicidio. L’ipotesi vuole che l’uomo abbia ammazzato l’ex: sul corpo ci sono segni di violenze, l’avrebbe caricata in macchina e poi si sarebbe suicidato lanciandosi nel fiume. «Ma proprio mentre l’auto comincia ad andare a fondo, dalle telecamere si vede spuntare il braccio di lui dal finestrino, come a chiedere aiuto». Di certo per ora c’è solo che i due che avevano due figli, che si erano separati a dicembre e che giovedì erano andati a cena insieme e avevano litigato [Zaniboni, Mess].
Pierangelo Romagnollo, 84 anni, al culmine di una ennesima lite con il figlio adottivo Ailton, di 40, afferrò una spranga di ferro e lo ammazzò (nel giardino di casa, in via Petrarca, a Roletto, provincia di Torino)
5 luglio 24
Manuela Petrangeli, fisioterapista di cinquant’anni, uscì dal lavoro assieme a una collega per andare a prendere il figlio, nove anni, a scuola. Lo aveva appena chiamato: «Amore, vengo a prenderti». Dopo pochi passi, Gianluca Molinaro, 52, suo ex compagno e padre del bambino, le sparò dalla sua Smart con un fucile a canne mozze. La colpì al braccio. Lei tentò di ripararsi dietro un’auto, ma lui sparò di nuovo e questa volta l’ammazzò. I due si erano lasciati tre anni fa, ma lui non accettava la separazione. Poco dopo Molinaro chiamò Debora Notari, un’altra sua ex, madre della sua primogenita. Lei, nonostante i pessimi rapporti dovuti ad anni di maltrattamenti e di alimenti non pagati, lo convinse a costituirsi (ieri alle 13.50, in via degli Orseolo, a Roma).
«Era ubriaco. Biascicava. Sono rimasta al telefono con lui finché non mi ha passato un carabiniere. Io lo avevo denunciato perché mi picchiava ma dopo il carcere sapevo che aveva seguito dei percorsi e fatto dei progressi. Non so come dirlo a mia figlia. Un conto è avere un padre stronzo, un altro è avere un padre assassino» (Debora Notari).
Dopo un litigio Benito Mirelli, 59 anni, attese che il fratello Annibale, di 65, andasse a dormire. Poi, forse ubriaco, afferrò un’ascia e lo colpì più volte all’addome e lo decapitò. Infine prese la testa e la lanciò dal balconcino di casa. Il tonfo allarmò il vicino del piano di sopra che s’affacciò e chiamò i carabinieri (nella tarda serata di mercoledì, in via Piano, a Pannarano, provincia di Benevento).
Ieri sono morti tre detenuti. Tutti e tre si sono impiccati nelle loro celle. Il primo è un egiziano di 19 anni, aveva già tentato il suicidio il 27 giugno nel carcere di Pavia. Il secondo è un uomo di 35 anni,nella notte tra il 1° e il 2 luglio si è stretto un lenzuolo al collo nella casa circondariale di Livorno: era in galera da soli 20 giorni. Il terzo è un ragazzo di 20 anni che s’è impiccato ieri nel carcere fiorentino di Sollicciano. Dopo il suicidio si è scatenata la protesta dei detenuti, che hanno appiccato il fuoco nella struttura. Di recente avevano presentato un esposto in Procura per lamentare «la presenza di cimici e la mancanza di acqua».
Il numero di detenuti che si sono tolti la vita da inizio anno è così arrivato a 52
Vincenza Saracino, 50 anni, originaria di Molfetta, da anni viveva con il marito Fabio a Treviso, e assieme gestivano il sexy-shop De Sade di Preganziol, poco fuori dalla città. Sparita nel nulla nel pomeriggio di martedì, quando si allontanò dal negozio in sella alla sua bici elettrica. Ventiquattro ore dopo il suo corpo senza vita fu rinvenuto, con una profonda ferita alla gola (in un casolare abbandonato di via Maleviste, nella campagne attorno a Treviso).
3 luglio 24
Le analisi della polizia scientifica sulla fascetta di plastica da elettricista che ha provocato lo strangolamento di Angelo Onorato non hanno rivelato altri dna oltre al suo e a quello dei soccorritori Prende sempre più corpo l’ipotesi che l’imprenditore palermitano di 55 anni, marito dell’eurodeputata Francesca Donato, si sia suicidato. Era stato trovato senza vita all’interno del suo suv nel pomeriggio del 25 maggio [Avv].
Il sudafricano Jacques Freitag, ex campione del mondo di salto in alto, è stato trovato morto con ferite da arma da fuoco. Freitag, oro al Mondiale di Parigi nel 2003, aveva 42 anni ed era scomparso da circa due settimane. Il suo corpo era nell’erba vicino a un cimitero a Pretoria. La polizia sta trattando il caso come omicidio. In passato, nel 2007, l’atleta era stato arrestato per possesso di droga ed era stato ritenuto responsabile di un incidente stradale [CdS].
3 luglio 24
Fernando Monte, 82 anni, dopo una lite per un nonnulla fu colpito alla testa con un telefonino dal badante moldavo, Josan Victor, di anni 36. Trovato morto in casa dalla figlia, appena rientrata dal mare (l’altro giorno, attorno all’ora di pranzo, a Castrignano dei Greci, in Salento).
Un giovane di 21 anni si impiccò nella doccia della sua cella. Avrebbe terminato di scontare la pena fra tre anni (domenica sera, nel carcere di Paola, nel Cosentino).
«A Favignana, nell’arcipelago delle Egadi, è stato trovato venerdì senza vita in un bosco vicino al carcere, appeso a una pianta, un sovrintendente di 55 anni che da oltre cinque mesi prestava servizio presso l’Ufficio matricola dell’istituto di pena dell’isola e da un mese era in malattia […] Le aggressioni agli agenti si sono moltiplicate nelle ultime settimane: un altro caso è avvenuto al Cotugno e Lorusso di Torino, dove un recluso di 20 anni ha preso per il collo un addetto alla sorveglianza, che ora è ricoverato in ospedale. Proteste e rivolte anche al Minorile di Casal del Marmo, alle porte di Roma: alcuni reclusi hanno scavalcato la recinzione del cortile d’aria per raggiungere il campo sportivo e raggiungere altri detenuti giovani con i quali ingaggiare una rissa: sono volati calci e pugni che hanno colpito gli agenti intervenuti per sedare lo scontro. E, ancora, nel carcere di Teramo, il personale addetto alla sorveglianza ha rinvenuto, nascosti sotto un biliardino, diversi coltelli dalle lame lunghe, sassi e altri oggetti» [Avv].
2 luglio 24
Un giovane americano, studente universitario, 20 anni, arrivato a Roma mercoledì per frequentare un corso estivo in un ateneo privato. La sera stessa del suo arrivo in Italia tentò un approccio con i suoi compagni di stanza, quelli lo respinsero e pretesero di farsi assegnare un’altra stanza. Il giorno dopo, i professori non lo videro arrivare a lezione e andarono a cercarlo. Fu trovato morto, impiccato ai tubi del bagno, la porta era chiusa a chiave dall’interno (giovedì mattina, nella Casa Bonus Pastor di via Aurelia 208, nella zona del Vaticano).
28 giugno 24
Lui, 17 anni, rincasò all’alba. Ad aspettarlo c’era Maria Teresa Flores Chavez, infermiera di 65 anni, la nonna con la quale viveva. Da tempo i loro rapporti erano tesi. Lei, costretta a fare due lavori, era furiosa perché lui passava le notti a gozzovigliare. I due litigarono. Lui la strangolò. Lei tentò di difendersi ma alla fine morì soffocata. Il ragazzo, spaventato, chiamò i soccorsi: «Nonna non si sveglia». Interrogato, s’inventò la storia di un ladro che, però, faceva acqua da tutte le parti. Dopo ore la confessione (all’alba di lunedì, nelle case popolari di via Niccolò da Tolentino a Firenze).
Il cadavere di Nicolas Matias Del Rio, argentino di 40 anni scomparso il 22 maggio, è stato trovato il 25 giugno dai carabinieri nei pressi di Arcidosso, Grosseto. L’uomo, stando alle prime ricostruzioni, era un corriere di borse di lusso e sarebbe stato ucciso per rubargli un carico di borse Gucci da 500mila euro. La procura di Grosseto ha aperto un’indagine per omicidio volontario e sequestro di persona. Accusati tre uomini, arrestati nei giorni scorsi perché indagati per rapina e danneggiamenti: uno originario dell’Albania e due della Turchia.
24 giugno 24
A Fano, Giuseppe Ricci, detto Giorgio, di 75 anni, e sua moglie Luisa Marconi, di 70, sono stati ritrovati cadaveri in casa. Lui, riverso sul letto, con la testa fracassata. Lei, in soggiorno, con la testa rivolta verso il pavimento, probabilmente strangolata. A dare l’allarme, il figlio Luca che abita al piano di sopra. L’uomo, 40 anni, rigetta ogni accusa ma gli inquirenti continuano ad indagare anche perché la casa dei genitori è stata battuta all’asta proprio per coprire i suoi debiti (nella notte di ieri al secondo piano di via Fanella 127 a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino).
Un uomo e una donna parcheggiarono a margine delle rotaie di una ferrovia. Si chiusero in auto e tentarono di uccidersi con il gas di scarico. Non riuscendo a morire, attesero il passaggio di un treno e s’ammazzarono gettandosi sotto al convoglio (attorno alle 13 tra Montirone e San Zeno Naviglio, nel bresciano).
24 giugno 24
Alessandro Sacchi, 80 anni, e la moglie Serenella Mugnai, 72, sposati da una vita, mai avuto figli. Negli ultimi tempi lei si era ammalata di Alzheimer, lui ormai era del tutto logorato. Pensò allora di andare a prendere la calibro 7,65, regolarmente detenuta. Fu sufficiente un solo colpo, poi andò dai vicini e raccontò tutto. Attese in silenzio l’arrivo della polizia (ad Arezzo, nella notte sopra venerdì).
Un ragazzo di quindici anni, origini straniere. Ucciso a coltellate. Gli inquirenti stanno seguendo la pista di una possibile lite tra baby gang (ieri, in un parco pubblico di Pescara).
23 giugno 24
Luciano Hellies, di anni 77, e la moglie Ignazia, 59, da tempo ai ferri corti, ormai vivevano come separati in casa. Lei era appena rientrata a casa, ed era scoppiata l’ennesima discussione. «Mi ha riso in faccia e non ci ho visto più», disse poi il signor Hellies. Gli agenti lo trovarono in cucina, in mano un coltello da cucina, il cadavere di lei riverso per terra in una pozza di sangue (alle 11 di giovedì sera, pochi minuti dopo la fine di Italia-Spagna, un appartamento di Cagliari, in via Podgora, palazzo di edilizia popolare, rione San Michele).
Avevano quattro figlie. Una di loro, quella sera, ha ricevuto una telefonata. «Vieni subito. Ho ammazzato mamma».
21 giugno 24
Alcuni giostrai, che stavano preparando una fiera per una festa patronale, s’azzuffarono fra loro per futili motivi. Durante la rissa qualcuno sparò e un Alberto Fiori, 75 anni, venne gravemente ferito. Portato d’urgenza in ospedale, morì dopo poche ore (mercoledì sera, a Villafranca di Verona).
Un detenuto di 20 anni s’impiccò nella sua cella con un cappio rudimentale (ieri mattina, alle 11.30, nel carcere di Novara).
È il 44º suicida in carcere in meno di sei mesi.
20 giugno 24
Il generale Claudio Graziano, 70 anni, presidente di Fincantieri, dall’aprile dello scorso anno profondamente depresso per la morte della moglie Marisa Lanucara. L’altra sera le scrisse un biglietto d’amore («Ho perso la strada»), si stese sul letto e si uccise con un colpo di pistola in testa. A ritrovarlo cadavere fu un carabiniere della sua scorta, che aveva la seconda chiave dell’appartamento (domenica sera nella sua casa, in via Sant’Erasmo, nel centro storico di Roma) [Vedi Obituaries].
Un 51enne con seri problemi psichici, prese una pistola che non poteva più detenere a causa della sua instabilità mentale e uccise la mamma di 73 anni. Poi si barricò in casa. I carabinieri tentarono di convincerlo ad arrendersi ma, dopo due ore di trattative, si sparò (nel tardo pomeriggio di ieri a Senigallia, in provincia di Ancona).
17 giugno 24
Marco Marrandino, stimato avvocato di Cesa, 40 anni da compiere fra pochi giorni, e il fratello minore Claudio, imprenditore edile di 29, stavano tornando a casa su una Bmw bianca. In strada però vennero affiancati e bloccati da una Golf grigia con a bordo un operaio di 53 anni. I tre iniziarono a discutere animatamente, pare per un immobile andato all’asta. L’operaio tirò fuori una pistola e freddò Claudio, che era ancora in macchina, seduto sul lato del passeggero, la cintura ancora allacciata. Marco tentò la fuga, ma venne colpito e ucciso anche lui. L’operaio tentò la fuga, ma incrociò una pattuglia dei carabinieri che poco dopo lo arrestò (sabato, dieci minuti prima delle 14, a Orta di Atella, Caserta).
Andrea Tidu, 27 anni, litigò con la madre Maria Dolores Cannas, di 57. La discussione degenerò, lui afferrò un coltello, lo conficcò nella schiena della mamma che cadde in terra, e poi scappò. Il padre, che si trovava in un’altra stanza, chiamò i soccorsi, ma per Maria Dolores non c’era più niente da fare. Il figlio venne arrestato poco dopo. Lo trovarono a 150 metri da casa, in stato confusionale (alle 16 di ieri, in una casa di via Monte Genia a Sinnai, nell’hinterland di Cagliari).
Bartolo Pio Notarangelo, 36 anni, cognato di Andrea Quitadamo, collaboratore di giustizia come suo fratello maggiore Antonio, freddato a fucilate (domenica mattina a Mattinata, in provincia di Foggia).
Notarangelo era cugino di Angelo Notarangelo, ex capo dell’omonimo clan di Vieste ucciso in un agguato messo a segno nel gennaio 2015.
Mario Carotenuto, tossicodipendente di 35 anni, venne ritrovato cadavere in strada, il corpo martoriato da diverse coltellate (intorno alle 3 di sabato notte ad Angri, nel salernitano).
Giuseppe Santoleri, detenuto di 74 anni, condannato a 18 per l’omicidio dell’ex moglie, si soffocò nel letto della sua cella (sabato nel carcere di Sassari)
16 giugno 24
Fratelli uccisi nel Casertano, l’ipotesi: uccisi dopo una lite. Un operaio di 53 anni sospettato degli omicidi Marco e Claudio Marrandino, due fratelli di 39 e 29 anni, sono stati uccisi ieri sull’Asse Mediano: i carabinieri hanno fermato un operaio di 53 anni e lo hanno portato in caserma per interrogarlo; ci sarebbe una lite alla base del duplice omicidio.
I fratelli Marco e Claudio Marrandino
È un operaio di 53 anni l’uomo fermato poiché sospettato di essere l’autore del duplice omicidio di Marco e Claudio Marrandino, i due fratelli di 39 e 29 anni uccisi ieri a colpi di pistola sull’Asse Mediano, nel Casertano. L’operaio, fermato dai carabinieri, è stato portato in caserma per essere interrogato: secondo le prime risultanze investigative, alla base del duplice omicidio si sarebbero futili motivi, probabilmente una lite; non si sarebbe trattato, dunque, di un agguato maturato nell’ambito della criminalità organizzata.
Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente avvocato e imprenditore edile, originari di Cesa, non avevano precedenti penali. Marco, inoltre, nel 2014 era stato anche presidente del Consiglio comunale proprio a Cesa.
La dinamica del duplice omicidio
L’omicidio dei fratelli Marrandino si è consumato nella tarda mattinata di ieri, sabato 15 giugno 2024, sull’Asse Mediano, all’altezza dello svincolo Nola-Villa Literno, nel territorio di Orta di Atella, in provincia di Caserta. I due fratelli si trovavano su un suv bianco Bmw quando sono stati sorpresi dai proiettili: Claudio, il più giovane dei fratelli, è stato attinto mortalmente all’interno dell’abitacolo, dove è stato ritrovato; Marco, invece, ha tentato la fuga, dal momento che il suo cadavere è stato rinvenuto sull’asfalto, a pochi metri dall’automobile.
I fatti sono avvenuti in via Domiziana, in un’area di sosta nei pressi di un bar. Secondo una prima ricostruzione, Antonio Cennami, 54 anni, di Mondragone, al culmine di una lite avrebbe ucciso con un colpo di pistola calibro 9 il fratello Luigi, 50 anni, quindi sarebbe fuggito a bordo di uno scooter.
Antonio Cennami, 54 anni, e il fratello Luigi, di 50, stavano litigando nei pressi di un bar quando il primo, furioso, afferrò una pistola e sparò al collo del secondo, che cadde morto in terra. Antonio salì sul suo scooter per tentare la fuga ma venne fermato dalle forze dell’ordine (martedì in via Domiziana, in un’area di sosta nei pressi di un bar, a Mondragone, nel Casertano).
Lui, un tunisino di 29 anni con problemi psichici, era uscito di casa dopo aver litigato con i suoi. Tornò solo a tarda notte quando la sua famiglia, i Zaouali, dormiva. In mano, uno straccio imbevuto di benzina col quale diede fuoco alla porta di casa e se ne andò. In pochi minuti le fiamme divamparono in tutta la casa. La mamma Mariam, 55 anni, morì per le ustioni. Il padre Kamel, 57 anni, e le due sorelle Sameh, di 24, e Oumaima, di 19, vennero ricoverati in rianimazione. Lui venne arrestato (alle 2.30 di ieri notte, in piazza dell’Unità a Vittoria, in provincia di Ragusa).
12 giugno 24
Nella notte tra lunedì e ieri Andrea Paltrinieri si presentò al comando dei carabinieri di via Pico della Mirandola a Modena con il cadavere della moglie, Anna Sviridenko di 40 anni, chiuso nel bagagliaio del furgone. Ammise subito di averla uccisa e poi non disse più una parola. L’uomo, un ingegnere di 48 anni modenese, venne arrestato per omicidio volontario aggravato. Il corpo rannicchiatoì della donna aveva la testa avvolta in un sacchetto di plastica, col quale probabilmente era stata strangolata. Poche ore prima i giudici di Innsbruck avevano stabilito che i bimbi di 2 e 3 anni, pur con affido condiviso, avrebbero vissuto con la madre, in Austria. L’omicidio sarebbe avvenuto nel momento in cui la donna si trovava a Modena per portare i bambini nella residenza austriaca.
11 giugno 24
Alessandro Dell’Uomo, guardia giurata, aveva preso servizio sabato sera a Veroli, Frosinone. Rincasando dopo una notte di lavoro, trovò sulla stradina che portava a casa sua le auto dei suoi parenti, con cui già non andava d’accordo. Messosi a litigare, tirò fuori la pistola e fece fuoco. Il primo colpo raggiunse il pensionato Silvio Scaccia, 75 anni, suo zio, mentre gli altri ferirono suo cugino, il figlio della vittima, Mariano, 47 anni, avvocato. In pochi minuti arrivarono i carabinieri e le ambulanze. Silvio morto, Mariano in sala operatoria: la prognosi è riservata, ma non in pericolo di vita. Dell’Uomo si allontanò a piedi tra i campi con la pistola: da casa lo chiamarono e lo convinsero a costituirsi (ieri, Castelmassimo di Veroli, nelle campagne del Frusinate).
Riccardo Stefani, 41 anni, originario del Biellese, pregiudicato, noto alcolista. Era andato a trovare la nipote, sul pianerottolo incrociò un tale Ilirjan Minaj, 61 anni, albanese, sposato con una figlia, e prese a litigare. La discussione degenerò in un attimo. Lui allora tirò fuori un coltello, e lo pugnalò a morte (in un condominio a Bibbiano, Reggio Emilia).
Quando, all’una di notte, l’omicida è stato portato fuori dal palazzo dai carabinieri, la vedova e la figlia, con una trentina di persone, hanno tentato di linciarlo.
9 giugno 24
Raffaele Franco Di Lelio, 88 anni, rimasto vedovo da qualche anno, descritto da tutti come una persona tranquillissima. Rimasto solo, aveva deciso di frazionare la sua casa e, per racimolare un po’ di soldi, di affittare la parte di sopra a una Todoriva Gergana Kaltcheva, bulgara, di anni 66. La quale, mollato il compagno che aveva all’inizio, intrecciò una relazione proprio con il signor Franco. Gli faceva anche le pulizie e i lavori domestici. Sembrava tutto tranquillo. Finché lui, afferrata una Ruger calibro 38 regolarmente detenuta, sparò due colpi contro di lei, poi rivolse l’arma contro se stesso (tra le 17 e le 18 di giovedì, in una villetta in via Tronto, a Nettuno, Roma).
La signora delle pulizie ha trovato i cadaveri riversi a terra il giorno dopo.
7 giugno 24
Un romeno di 31 anni, in carcere perché da ubriaco accoltellò un barista, rientrato in cella s’impiccò (domenica, all’istituto penale di Santa Maria Maggiore di Venezia).
- M., ladruncolo extracomunitario di 23 anni, da un mese recluso in carcere, tentò d’ammazzarsi impiccandosi. Gli agenti penitenziari lo trasportano immediatamente in ospedale. Morì nel reparto di rianimazione dopo un’agonia di 48 ore (nella notte di venerdì nel carcere di Uta a Cagliari. Poi, domenica mattina, in ospedale).
Maria Nugara, 54 anni, originaria della provincia di Caltanissetta, e il figlio Giuseppe Morreale, di 29, vennero ritrovati cadaveri in casa. Ad ucciderli fu Calogero Ricotta, compagno della donna di 63 anni (martedì scorso in una villetta a Cambridge Road a Ugley, un paese nell’Essex, a circa un’ora da Londra).
3 giugno 24
Michele Lanfranchi, un giovane di 19 anni, precedenti per spaccio e per reati contro il patrimonio. Trovato morto a Messina, conuna pistola nella sua mano destra, un bossolo calibro 7.65 accanto al corpo. Il cadavere era riverso in una pozza di sangue.
Fabio Piga, 36 anni, ex carabiniere, ucciso con una coltellata al petto. Arrestato il presunto autore del delitto Yari Fa, 19 anni, personaggio già noto alle forze dell’ordine (poco prima delle 3.30, al Donegal, un pub in pieno centro a Cagliari).
2 giugno 24
Giada Zanola, 34 anni, e Andrea Favero, di 39, avevano deciso mesi fa di vivere da separati in casa per il bene del loro figlio di tre anni. Il loro rapporto era in crisi da tempo e lei s’era innamorata di un altro uomo. Un rapporto che non voleva nascondere tant’è che mostrò all’ex le foto e le chat che scambiava con il nuovo compagno. Ma Favero, ancora innamorato, non resse il colpo. Dopo giorni di liti, in cui lui le mise persino le mani alla gola, lei scappò di casa a piedi. Lui la raggiunse in auto all’altezza di un cavalcavia che attraversava l’autostrada. Lei salì in macchina. Continuarono a litigare. Scesero, lui la malmenò, lei tentò di difendersi. Alla fine lui la gettò di sotto. Il corpo di lei venne poi straziato da auto e camion in transito (nella notte tra martedì e mercoledì da un cavalcavia della A4, all’altezza di Vigonza, nel padovano).
È la 18esima vittima di femminicidio in questo 2024, la terza a maggio.
Una ragazza di vent’anni, in attesa di essere visitata in un pronto soccorso, denunciò d’essere stata violentata da un altro paziente, un ucraino di 28 anni che stava smaltendo i postumi di una sbornia, che si trovava su una barella vicino alla sua. Dopo meno di 24 ore la giovane, ricoverata nel reparto di ginecologia, aprì una finestra e si gettò dal quarto piano dell’ospedale (alle 20.30 del 28 maggio, all’ospedale di Vizzolo Predabissi, nel Milanese).
30 maggio 24
Quattro rapinatori s’intrufolarono in una abitazione. Il proprietario P. F, macellaio di 50 anni, li sorprese e ne accoltellò due. La fuga di uno dei due feriti s’interruppe in ospedale. I complici, nel tentativo di salvargli la vita, lo scaricarono nel piazzale antistante ma ormai era troppo tardi. Si chiamava Alfio Stancampiano e aveva 30 anni. Poco dopo anche il secondo ladro ferito si fece ricoverare in un altro ospedale (ieri alla periferia di Reggio Calabria)
Il macellaio è stato arrestato con l’accusa di omicidio.
28 maggio 24
Johnny Wactor, attore statunitense, noto per il ruolo di Brando Corbin in General Hospital, era con un collega quando vide tre malviventi che tentavano di rubare la marmitta catalitica della sua automobile e uno di questi gli sparò. Trasportato d’urgenza in ospedale, morì qualche ora dopo. Aveva 37 anni (alle 3.25 di sabato, tra Pico Boulevard e Hope Street, a Los Angeles)
Adamo Sardella, 55 anni, e sua cognata – moglie di un fratello defunto – Irene Margherito, di 47, si incontrarono per strada. Lui era accompagnato da un familiare, lei dal compagno. Presero a litigare. Lei rientrò in auto. Lui le si piazzò davanti, tirò fuori una pistola e sparò più colpi. Un proiettile infranse il vetro anteriore destro e finì nella testa di lei. Morta dopo 24 ore di agonia. Aveva due figli (nel primo pomeriggio di domenica a Mesagne, nel brindisino).
Sardella, arrestato, è in carcere. Denunciato anche il compagno di lei. In macchina aveva una katana, una spada giapponese.
27 maggio 24
Angelo Onorato, 56 anni, siciliano di Palermo, architetto e proprietario di un negozio di arredamento, marito dell’eurodeputata della Dc Francesca Donato. Aveva detto alla famiglia di avere un appuntamento con una persona a Capaci. La moglie, non vedendolo tornare, provò a mandargli un messaggio e a telefonargli. Visto che non rispondeva, attivò il localizzatore gps, vide che si trovava lungo la bretella che corre parallela all’autostrada a porta verso l’aeroporto e andò a vedere. Lo trovò lì, seduto al posto del guidatore nel suo suv, con una fascetta di plastica stretta intorno al collo. Sulla camicia, una chiazza di sangue (sabato, nel primo pomeriggio, in via Minutilla, a Palermo).
Onorato aveva lasciato una lettera in cui diceva che, se gli fosse successo qualcosa, bisognava chiedere al suo avvocato. Il legale, un tributarista, è stato sentito ieri dalla polizia • «Oggi in serata dovrebbe svolgersi l’autopsia che potrebbe dare qualche risposta in più. Il medico legale che ha visto per primo il cadavere del 56enne, trovato dal lato del guidatore con la cintura di sicurezza allacciata, ha negato che sul cadavere ci fossero segni di violenza. Come sembrano mancare elementi che possano far pensare a una colluttazione o a una qualunque reazione della vittima a una aggressione. Difficile ipotizzare però che il professionista, sorpreso da dietro da chi si trovava con lui in auto, possa essere rimasto inerte mentre l’assassino gli stringeva la fascetta alla gola. Sulla camicia Onorato aveva una chiazza di sangue, probabilmente provocata dai violenti colpi di tosse e dai conati di vomito che accompagnano il soffocamento» [CdS].
Fabio Carinco, 43 anni, si recò a casa di Rachele Covino, 81, vedova, due figli. Sfondata la porta a calci, aggredì la signora e la ammazzò di botte. Poi prese a vagare senza meta per le strade del paese, completamente nudo, inveendo contro i passanti (sabato pomeriggio, al piano terra di una casa in via Sergente Padovano, a San Giovanni Rotondo, il paese di padre Pio).
Ieri mattina un pescatore ha trovato il corpicino di una bambina tra gli scogli di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, vicino agli imbarcaderi dei traghetti in partenza per la Sicilia. Il cadavere della piccola, probabilmente partorita da poco, era all’interno di una busta di blastica, a sua volta contenuta in uno zaino. Aveva ancora il cordone ombelicale attaccato.
Una donna straniera.
26 maggio 24
Franco Anelli, avvocato, docente di diritto, magnifico rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, avrebbe compiuto 61 anni tra poco più di un mese. Figura di altissimo profilo del mondo cattolico. Era rientrato da poco del suo appartamento al sesto piano di un palazzo, dopo la giornata di lavoro. Dopo un aperitivo in casa, mentre la donna che viveva con lui si apprestava a preparare la cena, disse: «Vado di sopra. Devo fare delle telefonate». Rimasto solo, mandò un ultimo messaggio agli amici e ai colleghi più stretti: «Il gioco è finito. Game over». Poi aprì la finestra, salì sul ballatoio e si gettò di sotto (tra le 21 e le 22 di giovedì sera, in un edificio vicino al Castello Sforzesco, a Milano).
Anelli era malato da tempo, anche se la sua patologia era in gestione e non destava preoccupazione. L’ex rettore Lorenzo Ornaghi e il direttore generale Paolo Nusiner, molto commossi, sono stati a casa di Anelli. L’Università gli ha dedicato una messa in ogni sede dell’Università: a Milano, Roma, Piacenza, Brescia e Cremona. Per avvisare della tragedia l’anziana madre è stato inviato un sacerdote psicologo direttamente dal Vaticano. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio: un atto pro forma in vista dell’autopsia, dell’analisi del traffico telefonico e per consentire agli inquirenti di fugare qualsiasi ombra. Ancora non c’è una data per i funerali.
«L’isola di San Servolo, dove c’era il manicomio maschile di Venezia, mi aveva fortemente turbato, ma anche conquistato. La vedevo dalla Serenissima. Se ne stava lì, placida e lucente. Vicinissima e lontanissima, come in un miraggio. Misteriosa e seducente, come un’isola delle sirene: richiamo oscuro, ispirazione e stimolo a stravaganti trasgressioni sessuali. Un bel giorno di agosto, forse di mattina, stavo passando in barca con una ragazza. Un ricoverato mi fece segno di avvicinarmi all’inferriata. Io rallentai la vogata alla valesana. “Paronsin” mi disse “ghe par vita questa”. Lanciava occhiate ardenti alle gambe della mia amica. Io le feci cenno di allargare le cosce. Il matto, con lo sguardo smarrito nell’oscura perdizione dei sensi, sbavando se lo menò. D’improvviso fui colto da uno stordimento, barcollavo sullo s’ciopon non per il moto ondoso, ma come trasportato fuori dalla realtà. Eccitato e già in erezione, mi allontanai ingordo di vizi e perversioni, ansioso di piantare il remo in secca e tuffarmi sulla mona dolce e salata come l’acqua della laguna, assetato di certezze e ritorni alla realtà» (Tinto Brass, Una passione libera).
24 maggio 24
A casa sua non ci sarebbe potuto andare perché era accusato di maltrattamenti in famiglia. Picchiava Saida Hammouda, la moglie di 44 anni, cittadina italiana da due anni, e la figlia di 13. Accusava la piccola di non rispettare le regole, e la madre di non essere abbastanza severa. E lei, un mese fa, decise di dire basta. Lo lasciò e lo denunciò. Ma lui, Hichem Ben Fattoum, un operaio edile di origini tunisine di 51 anni, violò quel provvedimento. Entrò in casa e, senza lasciarle il tempo di difendersi, la accoltellò e la uccise con dieci fendenti all’addome. Poi, con la stessa arma, s’ammazzò (ieri, in un’abitazione di Riccò del Golfo, nello spezzino).
I due avevano anche un figlio di 16 anni.
Luca Agostino, 41 anni, si presentò sotto casa di Armando Tortolani, imprenditore di 42, per una resa dei conti dovuta a vecchi dissapori. La lite degenerò, Agostino afferrò un coltello che aveva con sé e uccise Tortolani, colpendolo più e più volte all’addome (alle 19.30 di domenica, in via Pacitti a Villa Latina, in provincia di Frosinone).
Lei, una filippina di 28 anni, lavorava come donna delle pulizie su una nave da crociera. Era incinta ma non lo disse a nessuno. Partorì il suo bambino, forse, con l’aiuto di un altro membro dell’equipaggio con cui condivideva la cabina. Poi tornò immediatamente al lavoro. Il piccolo, dopo due giorni di vita ancora senza nome, morì di stenti. Lei, in stato di choc, venne arrestata (ieri, sulla nave da crociera Silver Whisper in navigazione al largo dell’Argentario).
Alfredo Nocerino, pizzaiolo di 60 anni, scese nello stesso garage in cui ritrovò il figlio Vincenzo e la sua fidanzata iraniana Vida Shahvalad cadaveri. Entrò in auto, la accese e si lasciò morire respirando i gas di scarico. Nello stesso modo in cui persero la vita in due ragazzi di 20 e 21 anni, due mesi fa. Loro, però, in macchina si erano appartati per fare l’amore.
21 Maggio 24
D.V., 57 anni, operatore ecologico, dipendente della partecipata delle pulizie del Comune di Venezia. Separato, con un figlio di vent’anni, si era innamorato di una collega e aveva vissuto con lei per tre-quattro anni a Mestre. Da quando lei aveva deciso di lasciarlo, non era più lo stesso uomo. «Gera in busa», dicono in dialetto i colleghi: letteralmente, in depressione. L’altro giorno, preso dalla gelosia chiese di incontrarla. Litigarono. La picchiò. Le strinse le mani al collo finché lei non implorò pietà. «Sto soffocando, non respiro, portami all’ospedale». Si fermò e la accompagnò in ospedale. Poi tornò a casa, lasciò un biglietto d’addio e si impiccò (martedì, a Mestre).
I funerali di D.V. saranno celebrati lunedì alle 15 nella chiesa di Noale e la salma riposerà a Briana, la frazione in cui era nato e cresciuto.
12 Maggio 24
Marco Manfrinati, ex avvocato di 40 anni, attese l’ex moglie Lavinia, 37 anni, Limido sotto lo studio del padre geologo in cui lei lavorava. Con un coltello la sfregiò al volto. Sentite le urla, il padre di lei, Fabio Limido, 71 anni, corse in strada per proteggere la figlia con il suo corpo. Manfrinati colpì anche lui al volto e a una mano. Limido andò in arresto cardiocircolatorio e morì poco dopo in ospedale. La figlia Lavinia subì un intervento chirurgico e Mafrinati, che era già stato rinviato a giudizio per stalking, finì in galera (ieri in tarda mattinata in via Ciro Menotti a Varese).
Fausto Baiguera, 69 anni, al culmine dell’ennesima lite con il coinquilino Julio Antonio Rosario Santos, afferrò un oggetto appuntito e glielo diede in testa. Poi trascinò il cadavere in strada e lo abbandonò sul marciapiede (ieri mattina, intorno alle 5, in via Cremona a Pavia).
6 Maggio 24
Laura Lupo, 62 anni, sposata, due figli, da una vita in servizio nei vigili urbani di Palermo. All’alba afferrò la pistola d’ordinanza calibro nove, la puntò contro il marito Pietro Delia, commercialista, quattro anni più di lei, e fece fuoco quattro volte. Poi rivolse la pistola contro di sé colpendosi di striscio al collo, forse per errore, e un istane dopo, mirando alla testa. Fu ritrovata con la pistola ancora in mano riversa a terra in cucina a poca distanza dal cadavere del marito (tra le 6.30 e le 7 di sabato mattina, a Palermo).
Silvia Comello, friulana di Reana del Rojale, 42 anni. Aveva per amante uno Stefano Iurigh, 43 anni, manutentore nei cantieri navali. Dopo un feroce litigio, gli si scagliò addosso impugnando un paio di forbici. Lui tentò di reagire, come raccontano i segni sulle braccia e sulle mani, ma la Comello era una furia. Lo colpì più volte alla testa, sul collo, al petto. Iurigh crollò a terra, ferito a morte. Era ancora agonizzante quando lei gli gettò in faccia dell’acido. Poi fuggì per le strade del paese in stato di choc. Chiamò i carabinieri: «Sono stata io, l’ho ammazzato. Satana me lo ha ordinato». La trovarono sconvolta, in strada, con i vestiti imbrattati di sangue (alle 21.30 di sabato sera, nell’appartamento di lui, al secondo piano di un palazzo di via Roma, a Bicinicco, Udine).
6 Maggio 24
Muhammad Wakar, pakistano di 34 anni, e Manneh Nafugi, gambiano di 19, erano ospiti in un centro di accoglienza. Giorni fa, lavandosi le mani, Muhammad fece finire schizzi di sapone nella pentola dove cuoceva il riso di Manneh. I due litigarono, si insultarono ognuno nella propria lingua, finché un operatore non li divise. L’altro giorno però Muhammad afferrò una catena, la fece roteare a mo’ di lazo e colpì più volte la testa di Manneh che morì poche ore dopo (la sera dello scorso 30 aprile a Canelli, in provincia di Asti).
2 Maggio 24
Michael Boschetto, 32 anni, un passato di problemi legati alla tossicodipendenza, tanto che era stato recentemente in una struttura di recupero. Ammazzò un vicino di casa, Giacomo Friso, 33 anni, con una coltellata a un fianco. Poi tentò la fuga. I carabinieri lo trovarono seminascosto in una siepe (nella notte sopra sabato, a Villafranca Padovana, Padova).
28 aprile 24
Johnny Sulejmanovic, 18 anni, zingaro bosniaco. Abituato a dormire nel suo Fiat Ducato. L’altra notte si svegliò di soprassalto, sentiva che qualcuno stava sfondando i finestrini del furgone. La moglie, incinta, riuscì a scappare fuori dal finestrino. Lui fu raggiunto al torace da tre proiettili. Gli agenti arrivarono sul posto intorno alle 3.30 del mattino. Lo trovarono agonizzante, a terra, accanto al furgone parcheggiato sul bordo della strada. Sull’asfalto, pezzi di vetro e diversi bossoli calibro 7.65. Quando lo caricarono in ambulanza, era già in condizioni disperate. Morto poco dopo l’arrivo al Policlinico (nella notte tra giovedì e venerdì, in via Varsavia, tra Linate e Porta Vittoria, alla periferia di Milano).
Si pensa a un regolamento di conti.
26 aprile 24
Lunedì mattina a Yukon, in Oklahoma, un bambino di 10 anni si svegliò e trovò la mamma, il papà e i suoi tre fratelli morti. Erano riversi in pozze di sangue. La sera prima, mentre dormiva, il padre ammazzò a colpi di pistola prima la moglie e poi i tre figli maggiori. Infine si sparò. Il piccolo, in stato di shock, è stato ricoverato.
23 aprile 24
Domenico Massari, detenuto di 58 anni, in gattabuia per aver ammazzato la ex moglie con cinque colpi di pistola durante una serata karaoke in uno stabilimento balneare a Savona. Da quattro mesi lo avevano messo in cella assieme a tale Antonio Magrini, 68 anni, nome storico della mala milanese, dentro per questioni di droga. In tutto quel tempo non erano mai stati segnalati liti o diverbi. Alla direzione del carcere non risultano domande di incompatibilità. Eppure, l’altra notte, dopo una discussione su cosa guardare in tivù, Massari colpì in testa Magrini con il palo di una scopa, poi lo strangolò con la cintura di un accappatoio (alle 22.30 di venerdì, nel carcere di Opera, alle porte di Milano).
Pierluigi Beghetto, 53 anni, sposato, due figli, apicoltore, assessore comunale. Litigò con un vicino di casa, tale Luciano Biffi, per sciocchi motivi di vicinato. Quello allora lo aggredì la strada, gli piantò addosso un falcetto da giardiniere e gli tagliò la gola (nella mattina di ieri, in via Stoppani, a Esino Lario, paesino montano, 750 abitanti, a quasi mille metri di altezza, sopra Lecco).
21 Aprile 24
Una lite condominiale finita in tragedia. Due uomini – uno di 60, l’altro di 74 anni – si misero a discutere nel parcheggio interno del loro palazzo, proprio per questioni legate ai posti auto. La discussione si fece animata, finché il più vecchio tirò fuori una pistola calibro 9 e lo ammazzò. Quindi, tra le urla di disperazione dei presenti, l’omicida tornò a casa propria, mentre i testimoni chiamavano i carabinieri (a Parete, nel Casertano).
14 aprile 24
Ahmed E., irregolare egiziano, 42 anni, in carcere a Pavia per aver violentato un’anziana lo scorso 27 settembre a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Alla vigilia di Pasqua aveva tentato di impiccarsi nella sua cella usando il cavo di un televisore. Lo portarono all’ospedale San Matteo in condizioni disperate. È morto ieri, dopo due settimane di agonia.
La signora aveva 89 anni. Era uscita di notte per andare in farmacia.
12 Aprile 24
Dexter Reed, afroamericano di 26 anni, venne fermato da alcuni agenti in borghese perché guidava senza cintura. Durante il controllo qualcosa andò male perché, poco dopo, la polizia gli sparò addosso 96 colpi di pistola in soli 42 secondi. Secondo gli agenti è stato il giovane, che s’era rifiutato di scendere dall’auto, a sparare per primo (il 21 marzo a Chicago)
Le immagini riprese dalla bodycam di un agente, diffuse solo ora, hanno scatenato la rabbia della famiglia di Dexter e della comunità afroamericana della città, che ha cercato di assalire la stazione di polizia.
10 Aprile 24
Una donna di 29 anni, cittadina francese, è stata trovata morta da alcuni passanti che curiosavano tra i ruderi di una ex chiesa diroccata che si trova nella frazione di Equilivaz, tra Aosta e Courmayeur, in un villaggio disabitato da anni di cui restano soltanto le rovine di alcuni edifici. Il cadavere era rannicchiato in posizione fetale, vicino a una parete. «Sembrava stesse dormendo». Sull’addome, i segni di ferite violente. In attesa dell’autopsia, che verrà effettuata domani, si rafforza la pista della morte violenta.
«I carabinieri, coordinati dal pm Manlio D’Ambrosi, sono alla ricerca di un uomo che — secondo alcuni testimoni — era con lei: la scorsa settimana, infatti, è stata notata una coppia a bordo di un furgone bordeaux fermo nel parcheggio all’inizio del sentiero per il villaggio abbandonato. I militari hanno acquisito e visionato le immagini delle telecamere installate sulla strada» [Enrico Marcoz, CdS].
Roberto Iuliano, 78 anni, ex poliziotto in pensione, con un solo colpo di pistola ammazzò sé stesso e la moglie Nadia, di anni 74, per una vita artigiana nel settore del tessile (la settimana scorsa, in una villetta a Gallarate, nel Varesotto).
È stato il figlio, venerdì sera, a trovare i cadaveri. Il delitto potrebbe risalire a qualche giorno prima.
Luca Michele Iannello, di anni 24, ammazzò lo zio, Davide Conforto, informatico, di anni 62, utilizzando un grosso coltello da cucina. Lo colpì una volta sola, colpo secco alla gala, quello si accasciò sul pavimento in un lago di sangue. Solo dopo alcune ore l’assassino telefonò al 112: «Venite ad arrestarmi. Ho ucciso mio zio» (nella tarda serata di sabato, al piano terra di una villetta in via Masoni, a Poggiridenti, Sondrio).
7 aprile 24
Kyriaki Griva, giovane donna greca di 28 anni, era andata dalla polizia per denunciare l’ex fidanzato, ossessionato da lei. Appena uscita dal commissariato se lo trovò davanti, telefonò alla polizia per chiedere di essere accompagnata a casa ma si sentì rispondere: «La pattuglia non è un taxi». Morta pugnalata alla schiena (il 31 marzo, alla periferia nord di Atene).
Un romeno di 41 anni, dopo una lite, scaraventò la sua fidanzata dalla finestra al quarto piano di un palazzo abbandonato. Poi chiamò i soccorsi. Ma lei Angelina Cristiane De Souza Soarez, italo-brasiliana di 41 anni, era già morta (alle 5 di ieri mattina in via Fasan a Ostia).
4 Aprile 24
Un ragazzino di 12 anni, all’inizio della seconda ora di scuola, tirò fuori un piccolo revolver rubato a uno zio e sparò. Uccise con due colpi un compagno di classe e ferì due bambine. Poi infilò l’arma in tasca e uscì. Percorse a piedi quattro chilometri prima d’essere fermato dalla polizia. Il ragazzo – non imputabile per via della tenera età – venne affidato ai servizi sociali (ieri mattina alle 9.08 ora locale, le 8.08 ora italiana, in un istituto di Vantaa, quarta cittadina del Paese e quasi un sobborgo di Helsinki, in Finlandia).
Non erano passate 48 ore dal suo arresto che un 32enne riuscì a trovare il modo per impiccarsi (martedì notte, nel carcere di Cagliari)
È il trentaduesimo suicidio del 2024 nelle carceri italiane.
3 aprile 24
Raffaele «Lello» Capriati, nipote dello storico boss di Bari vecchia, Antonio – quello del caso Decaro-Emiliano –, durante un agguato, venne raggiunto da quattro colpi di pistola (ieri sera, tra le 21.30 e le 22, nel quartiere Torre a Mare, una volta piccolo borgo di pescatori a sud di Bari).
Lello Capriati era uscito di galera nel 2022, dopo 17 anni dietro le sbarre per la morte di Michele Fazio, un ragazzo di 16 anni, vittima innocente di mafia.
Lui, 83 anni, malato terminale, prese una vecchia pistola e, dopo aver scritto una lettera d’addio insieme alla moglie, di 78, le sparò in testa. Poi puntò l’arma verso la sua tempia e sparò di nuovo (venerdì pomeriggio in via Ariccia, a Cecchina, in provincia di Albano).
Bruno Cartechini, 86 anni, stanco di vedere la moglie malata sofferente, la uccise con un colpo di pistola. Poi tentò, invano, di togliersi la vita sparandosi all’addome (verso le 6.45 di ieri, in una palazzina in contrada Macina a Corridonia in provincia di Macerata).
1 aprile 24
Un uomo di nazionalità nigeriana, con problemi psichici, litigò con la moglie di 49 anni. In preda alla rabbia afferrò un coltello e, con un solo fendente, la uccise (alle 14.30 di ieri in un appartamento al secondo piano di un edificio di via Donizetti, a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo)
Eddie Congiu, 19 anni, instabile, al culmine dell’ennesima lite in casa prese un coltello e sterminò la famiglia: il padre Erminio, 61 anni, la madre Annalisa, di 58, il fratello Giuseppe, di 34. Poi infierì su una delle sorelle, Valentina, 35 anni. La prese bastonate. Lei si salvò perché si finse morta, l’altra sorella perché non era in casa (Martedì sera a Hohentengen, in Germania. I Congiù erano emigrati dalla Sardegna alla Germania 37 anni fa).
28 Marzo 24
Roberto Parisi, 41 anni, e suo nipote Antonio Iannetti, di 29, si incontrarono in macchina per riappacificarsi. I due litigavano da mesi, da quando lo zio si era fidanzato con la ex di suo nipote. La discussione però prese una piega violenta. Iannetti tirò fuori un coltello a serramanico e colpì più e più volte lo zio al petto, al braccio, al collo. Poi scese dall’auto e se ne andò. Parisi, agonizzante, aprì la portiera e s’accasciò sull’asfalto. Alcuni passanti lo notarono, chiamarono i soccorsi ma nulla poterono fare per salvarlo. Iannetti andò a costituirsi poco dopo (nella notte tra lunedì e martedì, in via don Luigi Sturzo a Cesano Boscone, nel Milanese).
D.R., 50 anni, entrò in macchina, inzuppò i suoi vestiti di benzina e si diede fuoco. La moglie di 42 anni, che lo stava lasciando, e la figlia di 13 tentarono di salvarlo. Lui morì poche ore dopo. Ricoverate per ustioni mamma e figlia (ieri alle 6 del mattino, sotto la casa di famiglia in via Giacomo Puccini a Golasecca, in provincia di Varese)
26 marzo 24
Alvaro Nuñez Sanchez, 31 anni, detenuto per il tentato omicidio del padre, dichiarato incapace di intendere e di volere in quanto schizofrenico e paranoico, era in attesa di essere trasferito in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Dopo l’ennesimo rinvio, prese un lenzuolo, lo legò intorno alle sbarre della cella e s’impiccò (domenica sera intorno alle 20.30 nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino).
Sempre ieri, nel carcere minorile di Palermo, dei ragazzi hanno ingerito le pile del telecomando. Uno di loro ha ingoiato la scheda della tv. Poi hanno dato fuoco alla cella. «Secondo l’ultimo rapporto dell’associazione Antigone, dei sessantamila carcerati di oggi (solo due anni fa erano oltre tremila in meno), il quaranta per cento è sottoposto a cure psichiatriche (il trenta per cento è tossicodipendente). Chissà che ne direbbe Franco Basaglia, nei giorni in cui celebriamo i cent’anni dalla nascita, lui che impegnò la vita a chiudere i manicomi, a vederli riaperti nelle patrie galere» [Feltri, Sta].
25 Marzo 24
Ieri a Carmiano in provincia di Lecce un uomo di 87 anni è stato ucciso con una coltellata al cuore durante una lite in famiglia. Indagini in corso.
Omicidio in centro a l’Aquila. La vittima è Teodoro Ullasci, 59 anni, originario della Sardegna trovato morto venerdì pomeriggio, colpito da un calcio al fianco e da un violento pugno che lo hanno lasciato esanime. Due giovani, entrambi con precedenti, sono stati fermati dalla polizia. Dovranno rispondere di omicidio preterintenzionale con annessa rapina pluriaggravata.
Khalid Lakhrouti, marocchino di 43 anni, deceduto il 10 febbraio a Salassa, Torino. L’ex moglie, il fratello e lo zio della vittima, imam di Cuorgnè, avevano detto alla polizia che era morto di overdose. Erano stati invece loro a soffocarlo con un cuscino durante un esorcismo.
24 Marzo 24
Un detenuto di 29 anni, arrivato in Italia dal Mali. Già ricoverato in ospedale la settimana scorsa, perché da giorni si rifiutava di mangiare. Rientrato in cella, ha continuato a rifiutare il cibo ed è morto (nella casa circondariale di Poggioreale, Napoli).
Nella prigione di Torre del Gallo, a Pavia, un galeotto italiano di 40 anni ha tentato di impiccarsi, ma è stato salvato dai compagni di cella, che hanno subito dato l’allarme.
22 marzo 24
Konstantin Koltsov, 42 anni, ex giocatore bielorusso di hockey su ghiaccio e fidanzato della tennista n. 2 al mondo, Aryna Sabalenka di 25, si lanciò dal balcone di una camera dall’albergo che i due condividevano (intorno alla mezzanotte tra lunedì e martedì al St. Regis Bal Harbour Resort, 9703 Collins Avenue di Miami)
Koltsov lascia tre figli avuti dalla prima moglie Julia. La tennista bielorussa, scrive TennisChannel, sarà comunque in campo per il torneo di Miami, ma non rilascerà dichiarazioni.
19 marzo 24
Yu Yang, 36 anni, cinese. Gelosissimo, non sopportava il fatto che la moglie Xuemei Li, 37 anni, cinese, facesse la massaggiatrice. La ammazzò a coltellate sotto gli occhi della figlioletta di 5 anni. Il fendente inferto nel costato, sotto il petto, le è stato fatale (alle 23,30 di sabato, in un appartamento al terzo piano del condominio di via Livilla, al Quadraro, popolosa periferia a est di Roma).
Albano Galati, 57 anni, problemi psichici, senza un’occupazione stabile, rimasto disoccupato dopo che gli era scaduto l’ultimo contratto da netturbino. Una ex moglie polacca, Aneta Danelczyk, sette anni meno di lui. Si erano conosciuti in Svizzera. Lei per amore si era trasferita in Italia e gli aveva dato cinque figli, tre maschi e due femmine. Al culmine di un violentissimo litigio lui la colpì tre volte con un coltello da cucina a lama lunga. Una vicina, sentite le urla disperate della donna, accorse sul posto. Il signor Albano allora colpì anche lei. Poi andò in commissariato e si costituì (sabato pomeriggio, in via Corvaglia, nella zona popolare di Taurisano, Lecce).
La ex moglie è morta dissanguata. La vicina è ferita, ma se la caverà. Lui è in carcere.
18 marzo 24
Petru Tataru, giovane moldavo di 19 anni, venne accoltellato in mezzo a una strada. Prima un colpo all’addome, poi un altro all’inguine. Una volta a terra il suo aggressore gli portò via soldi e cellulari. All’arrivo del 118 era già morto (intorno alla mezzanotte tra mercoledì e giovedì, in via Forlì a Firenze).
Fermato un nordafricano, già denunciato nei giorni scorsi per altre rapine.
14 Marzo 24
Salvatore Coppola, ingegnere, finito sotto protezione provvisoria perché 15 anni fa accusò boss, colletti bianchi e svelò affari loschi, era in macchina nel parcheggio di un centro commerciale a pochi metri dal suo ufficio quando venne freddato da due colpi di pistola sparati in pieno volto (martedì nel quartiere di Napoli San Giovanni a Teduccio).
Un detenuto di etnia rom, nel giorno del suo ventesimo compleanno, s’impiccò (l’altro ieri, in una cella nel carcere di Teramo)
Dall’inizio dell’anno sono 27 i suicidi in ambito carcerario. Si sono tolti la vita 24 detenuti e 3 agenti della Polizia penitenziaria.
13 marzo 24
Jordan Tinti, trapper brianzolo di 26 anni, condannato a 4 anni per aver rubato una bici e deriso un nigeriano, è stato ritrovato dalle guardie del carcere di Pavia a penzoloni con un cappio al collo (nella sua cella, tra lunedì 11 e martedì 12 marzo).
Noto con il nome di Jordan Jeffrey Baby, era finito prima alla casa circondariale di Monza, poi, per varie tensioni con i detenuti africani, era stato trasferito nella sezione «protetti» a Pavia. Lì, secondo il legale, avrebbe denunciato violenze e abusi. Dopo la condanna per rapina, con l’aggravante dell’odio razziale, Jordan era passato in una comunità di recupero da dove, una decina di giorni fa, era stato espulso perché trovato in possesso di un cellulare e di un pacchetto di sigarette.
14 Marzo 24
Quattro amici albanesi, tutti tra i 22 e i 25 anni, se ne stavano tranquilli a bere una birra seduti al tavolino di un locale quando furono raggiunti da una banda di connazionali, loro rivali sulla piazza della droga e della prostituzione. I nuovi venuti li apostrofarono con frasi minacciose. Uno di loro, allora, rispose tirando fuori una pistola calibro 22 e aprì il fuoco. Gli avventori del bar, terrorizzati, si nascosero sotto i tavoli, poi se la dettero a gambe. Alcune ragazze, alla vista del sangue, rimasero sotto choc Alla fine quattro dei giovani arrivati per attaccare rissa furono trovati stesi a terra. Uno di loro, colpito al collo e al torace, apparve fin da subito in gravi condizioni: dichiarato morto dopo venti minuti di massaggio cardiaco. Gli altri, feriti alle gambe e al torace, furono ricoverati in ospedale. Chi poteva fuggì a piedi, dileguandosi tra le strade della movida (sabato sera, poco prima delle 19.30, davanti allo Shake Bar di via Aldo Moro, a Frosinone).
La polizia ha arrestato Mikea Zaka, 23 anni, delinquente abituale che gravita negli ambienti dello spaccio nelle case popolari del Casermone. Lo hanno interrogato per ore. Lui dice: «Ho sparato per difendermi». Sostiene che quelli lo volessero picchiare per via di una donna contesa, una pista che questura e procura per ora sono restie ad avvalorare. Nel frattempo, preoccupano le condizioni dei tre feriti: uno è stato portato in ambulanza allo Spaziani di Frosinone, da lì all’Umberto I di Roma, versa in condizioni disperate. Un altro è stato operato allo Spaziani: un proiettile gli ha procurato la frattura di una gamba. Più lievi le condizioni del quarto ferito. Domani mattina in Prefettura si riunisce il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Jasmeen Kaur, origini indiane, 16 anni. Studentessa del corso di pasticceria di un centro di formazione professionale gestito dai salesiani a Savigliano, in provincia di Cuneo. Nel giorno della Festa della Donna ha raggiunto il ponte sul fiume Maira che unisce Savigliano a Monasterolo. Ha lasciato poche parole, scritte a penna nella sua lingua, accanto al suo zainetto. «Non ce la faccio più, perdonatemi». Poi si è buttata di sotto.
10 marzo 24
Akhyad Sulaev, 50 anni, ceceno, ex campione di boxe e karate, sposato con quattro figli di 18, 14, 12 e 11 anni. Arrivato in Piemonte nel 2015 grazie ai corridoi umanitari. Ancora non parlava bene la lingua, non si era mai integrato, ogni tanto si arrabattava lavorando come muratore. Molto devoto ad Allah. Molto violento con i membri della sua famiglia. Non sopportava di vedere che le donne della sua famiglia era più in gamba di lui. Non sopportava che la moglie avesse trovato un posto da lavapiatti. Non sopportava che la figlia più grande, Makka, classe 2005, frequentasse con buoni risultati il liceo scientifico, avesse preso una borsa di studio e lavorasse come cameriera. Così, trovatosi per l’ennesima volta senza lavoro, tornò a casa e pretese che la moglie lasciasse il suo posto. Litigarono, lui prese a picchiarla. Quando Makka si intromise per proteggere la madre, lui la rincorse fino nella sua camera e riempì di botte pure lei. Makka allora andò in cucina, tirò fuori un coltello da un cassetto e lo colpì due volte, prima all’addome, poi alla schiena. L’uomo scivolò a terra, agonizzante, sul pavimento del salotto. Lei attese l’arrivo dei carabinieri senza muoversi, la schiena schiacciata contro una parete, in stato di choc (venerdì sera, in un appartamento al primo piano della palazzina di via San Giovanni, a Nizza Monferrato, Asti).
3 marzo 24
Thomas Kingston, marito di Lady Gabriella Windsor e cugino acquisito del Re d’Inghilterra, si è tolto la vita con un colpo di pistola alla nuca. L’uomo era stato ritrovato nella sua casa di campagna il 25 febbraio. All’inizio Buckingham Palace ne aveva annunciato la morte improvvisa senza però specificarne la causa [oggi.it].
«I carabinieri di Novara hanno notificato un’ordinanza di custodia in carcere a Stefano Emilio Garini, 62 anni, per i reati di omicidio doloso, distruzione e soppressione di cadavere, truffa aggravata, autoriciclaggio e falsità ideologica. L’uomo è accusato di avere ucciso la madre Liliana Agnani, classe 1933, il 18 maggio 2022 nei boschi del Ticino, a San Martino di Trecate (Novara) e seppellito poi il corpo tra gli alberi. Aveva poi continuato a percepire la pensione e l’assegno di invalidità della mamma» [Mess].
«Dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati, aveva dato una versione dei fatti con molte zone d’ombra, alla quale gli inquirenti non hanno creduto anche se lui nei giorni successivi alla scomparsa aveva fatto dire anche una messa per lei mostrandosi addolorato. Negli ultimi mesi i carabinieri hanno verificato i suoi movimenti, arrivando anche a stabilire che l’anziana è morta il 18 maggio 2022, ultimo giorno in cui la badante l’aveva vista. L’inchiesta era poi partita l’11 ottobre dello stesso anno, quando un boscaiolo aveva notato un femore tra la vegetazione del Ticino. Gli scavi avevano portato alla luce alcune vertebre e un pezzo di mandibola. Non c’erano il teschio e le ossa del bacino».
1 Marzo 24
Alberto Pittarello, operaio di 39 anni, si nascose nella rimessa della casa della suocera. Lì aspettò che Sandra Buratin, la moglie di 41 anni che lo aveva lasciato poche settimane prima, uscisse di casa. Quando la vide la colpì con un coltello da caccia lama 15. Tanti erano i colpi che lei non riuscì neanche a difendersi. Cadde in terra, il torace trafitto da venti coltellate. A ritrovarla cadavere poche ore dopo la madre che, alla vista del sangue, accusò un malore. Pittarello fuggì a bordo di un furgone che finì inabissato nelle acque di un fiume in piena (ieri mattina a Bovolenta, nel padovano).
Non è chiaro se l’uomo sia ancora in fuga o se sia morto annegato nel furgone.
27 Febbraio 24
Vittorio Pescaglini, 56 anni, attese in macchina che Anna Maria Ferreira, la moglie brasiliana dalla quale si stava separando, uscisse dall’albergo. Quando la vide, scese dall’auto e le diede con insistenza di coltello. Cadavere in strada tra decine di passanti (ieri pomeriggio, intorno alle 18, in via Cesare Battisti a Barga, in provincia di Lucca).
Oggi i due avevano appuntamento in comune per firmare la separazione consensuale.
Simone Uras, tossicodipendente di anni 44, chiuse le grida con la madre Maria Atzeni, di anni 77, strangolandola (sabato sera nell’abitazione di famiglia in via Tiziano a San Gavino, sud della Sardegna).
Aaron Bushnell, 25 anni, aviatore dell’aeronautica militare statunitense in servizio in Texas, si piazzò davanti all’ambasciata israeliana di Washington e si diede fuoco al grido di «Palestina libera», e anche di «Non sarò più complice di un genocidio». Soccorso, è morto in meno di 24 ore (domenica sera).
A dicembre un uomo si era dato fuoco davanti al consolato israeliano di Atlanta, nello stato americano della Georgia.
Lui, 37 anni, freddato in mezzo a una strada per un regolamento di conti. L’altro, un suo amico di 29, con due proiettili nello stomaco. Ricoverato in gravissime condizioni (ieri in una traversa di via XXVII Maggio a Palermo).
26 febbraio 24
Roberto Di Falco, 38 anni, colpito da un proiettile al culmine di una rissa, trasportato di corsa in ospedale e morto poco dopo. Dalle prime indiscrezioni pare si trattasse di una spedizione punitiva contro il titolare di un autosalone che ha poi reagito all’aggressione. Il complice è invece fuggito dopo il fatto (davanti a una concessionaria di auto nel quartiere commerciale di Villaggio Mosè, ad Agrigento).
24 febbraio 24
Jason Lee Maccani, americano di 36 anni, era in un magazzino quando alcuni agenti sono entrati con le pistole spianate. Hanno chiesto a Maccani di mettere le mani in alto ma lui ha camminato con le mani chiuse, tenendo in mano un oggetto che la polizia credeva fosse un cacciavite. A quel punto gli spari. Maccani è morto. In mano aveva una forchetta di plastica (il 3 febbraio a Los Angeles)
23 febbraio 24
Ciro Gargiulo, pregiudicato di 60 anni, era in aperta campagna tra Casola di Napoli e Lettere, sui monti Lattari, nella costiera Sorrentina, quando in un agguato di camorra è stato freddato con una fucilata.
Kagney Linn Karter, pornostar di 36 anni, suicida il 15 febbraio: «Lottava da tempo con problemi di salute mentale», dicono gli amici. «Nel porno dal 2008, una delle attrici più prolifiche degli ultimi anni: più di 30 nomination tra AVN, XBIZ e XRCO, ha vinto premi in nove occasioni. Da alcuni anni si era ritirata, insegnava fitness in una palestra dove teneva corsi di pole dance. Per i funerali gli amici hanno lanciato una colletta su GoFundMe. Obiettivo: raccogliere ottomila euro. Al momento ne sono stati messi insieme seimila»
20 Febbraio 24
Danilo Melillo, 19 anni, stava litigando con il fratello maggiore Alessio di 24, con il quale non andava d’accordo da tempo. Furioso, Danilo andò in cucina, afferrò un coltello con la lama da 25 centimetri e colpì più volte il fratello fino a ucciderlo. Un terzo fratello, Giovanni, di 22 anni, intervenuto per dividerli, si beccò una coltellata in pieno volto ma, nonostante la ferita profonda, riuscì ha chiamare i soccorsi. Danilo venne arrestato poco dopo nei boschi che circondavano la loro casa (nel pomeriggio del 14 febbraio a Gioia Sannitica, nel casertano).
Ieri mattina, attorno alle 10.30, una donna è scesa alla fermata della metro B Colosseo a Roma. Ha aspettato l’arrivo del treno e, un istante prima che il convoglio entrasse in stazione, s’è lanciata sui binari. Morta sul colpo.
15 febbraio 24
Aperto il processo per l’omicidio di Patrizia Vella Lombardi. Nell’aula della Corte di assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ieri mattina, l’unico imputato, il figlio Francesco Plumitallo, è apparso assente e con lo sguardo perso nel vuoto. Il 29enne, reo confesso, il 14 novembre avrebbe strangolato la donna, una casalinga di 54 anni, mentre era in cucina a preparare la colazione.
Al suo fianco, gli avvocati difensori Raffaele e Gaetano Crisileo; mentre a sostenere l’accusa c’era il pm Giacomo Urbano. Attraverso un patteggiamento probatorio, le parti hanno concordato l’allegazione al fascicolo per il dibattimento di tutti gli atti raccolti nella fase delle indagini preliminari: dalle cartelle cliniche dell’imputato fino alla perizia psichiatrica, in cui il consulente d’ufficio, lo psichiatra Raffaele Sperandeo, assistito dalla psicologa forense Alessandra Perna, ha accertato la sua «incapacità di intendere e di volere al momento della commissione del reato». Il patteggiamento probatorio lascerebbe supporre che esista tra la difesa e il pm un’uniformità di vedute sui risultati emersi nella fase investigativa. Ora, però, il futuro di Francesco è nelle mani del presidente Roberto Donatiello, del giudice a latere Honorè Dessi e dei sei giudici popolari. L’udienza è stata aggiornata al 18 marzo: se la Corte dovesse accogliere gli esiti della perizia, disposta dal gip Alessandra Grammatica in un incidente probatorio, il 29enne si avvierebbe verso l’impunibilità e per lui potrebbe essere disposto il trasferimento in una “Rems”, struttura di accoglienza per persone affette da disturbi mentali e socialmente pericolose, dove potrebbe essere sorvegliato e curato. In caso contrario, la Corte potrebbe richiedere altri approfondimenti, come una seconda perizia, e i tempi del processo si allungherebbero.
Per Francesco è stata formulata l’ipotesi di omicidio volontario pluriaggravato dai legami di parentela, reato che non contempla il patteggiamento. Intanto, resta in carcere, tenuto in isolamento in un reparto speciale del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, dov’è controllato a vista dagli agenti, in quanto ha già tentato una volta il suicidio, ingerendo del detersivo. Prima del 14 novembre, Plumitallo era seguito dall’Unità di salute mentale di Marcianise; ha un passato lastricato da alterazioni del comportamento, scatti d’ira, fenomeni di autolesionismo.
15 Febbraio 24
Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, e Désirée Amato, di 22, s’erano lasciati da una settimana. L’altra notte tentarono un riavvicinamento e lui si fermò a dormire a casa di lei. Nel pomeriggio però i due ripresero a litigare. Le urla si fecero sempre più forti e lui probabilmente la minacciò con una pistola. Preoccupate la mamma Nicoletta Zomparelli, 49 anni, e la sorella di Désirée, Renée Amato, di 19, intervennero per dividerli. Désirée fuggì in bagno ma Cristian sparò sia alla mamma e che alla sorella e poi fuggì. Per strada telefonò a uno zio, un ex carabiniere in pensione, confessando i delitti. L’uomo convinse il nipote a raggiungerlo a casa sua per farlo costituire. Quando le forze dell’ordine arrivarono a casa di Désirée trovarono i due cadaveri e la giovane, ancora sotto shock, chiusa in bagno (ieri pomeriggio a Cisterna di Latina).
13 Febbraio 24
Giovanni Barreca, muratore a giornata di 54 anni, rientrato in Sicilia da Novara nel 2019, sposato con tre figli. Si definiva «soldato di Dio». Già adepto di una setta evangelica, si era via via allontanato dalla sua comunità, sprofondando in un fanatismo sempre più cupo. I suoi profili social erano zeppi di messaggi a sfondo religioso: salmi, preghiere, passi della Bibbia, non c’era spazio per altre riflessioni, né per post di argomento diverso. Su Facebook citava spesso Roberto Amatulli, parrucchiere barese auto-proclamatosi pastore, guaritore ed esorcista che afferma di essere in grado di scacciare il demonio e curare malattie gravi (partito dalla Puglia, ma con un certo seguito in Sicilia). «Avevo paura di lui» ha raccontato una vicina di casa. «Diceva che i gatti sono il diavolo. Una volta spense la luce di una madonnina che avevo nel mio giardino, perché diceva che esisteva solo Dio». Alle tre di sabato notte, telefonò ai carabinieri: «Venite a prendermi, ho ucciso la mia famiglia». I militari corsero sul posto e trovarono la figlia più grande, 17 anni, pietrificata dalla paura. «Hanno fatto un esorcismo per scacciare il demonio». Kevin ed Emanuel, i due figli di 16 e 5 anni, erano strangolati, nella loro cameretta. Il più grande, che dal padre aveva imparato a imbalsamare gli uccelli, legato con una catena: i vigili del fuoco hanno dovuto tagliarla per poter rimuovere il corpo. Ai carabinieri servirono diverse ore di ricerche per trovare i resti di Antonella Salamone, la moglie, di 41 anni. Erano seppelliti in giardino, coperti da uno strato di pochi centimetri di terra. Il corpo era stato bruciato, forse nella convinzione che il fuoco potesse purificarlo dal male (in una villetta di tre piani, a una manciata di minuti dal centro di Altavilla Milicia, in campagna, a venti chilometri da Palermo).
Barreca è stato arrestato assieme a due complici, una coppia di palermitani, frequentatori dei suoi raduni mistici. Sono accusati di omicidio volontario e soppressione di cadavere. La ragazza è stata trasferita in una località protetta e assistita dagli psicologici. È rimasta nella villetta per 36 ore, dopo il delitto. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe assistito al massacro della sua famiglia. Nella meno drammatica avrebbe compreso ciò che stava accadendo senza poter fare nulla. Forse è stata drogata. Il padre potrebbe averla risparmiata, lei che considerava la figlia prediletta, perché convinto che il demonio dimorasse solo nei suoi fratelli, i due maschi.
Harpal Singh, camionista di 59 anni, origini indiane, sposato con tre figli, residente a Gonzaga, Mantova. Molto rispettato nella sua comunità per aver fondato il tempio sikh di Novellara, Reggio Emilia. Stava caricando della merce nella zona industriale di Prato quando fu aggredito da due pachistani di 30 e 22 anni, che lo ammazzarono a coltellate (venerdì sera, fuori da una ditta cinese in via Copernico, a Seano di Carmignano, Prato).
I due sono stati arrestati 24 ore dopo il delitto su un treno che li portava da Milano a Torino. Addosso avevano diecimila euro in contanti e il cellulare della vittima. Pare fossero suoi collaboratori.
11 Febbraio 24
Pasquale Pinto, 54 anni, ex guardia giurata, s’affacciò alla finestra della sua abitazione e cominciò a sparare. Poi si barricò in casa e ingurgitò qualcosa che lo ammazzò. Quando le forze dell’ordine entrarono in casa, trovarono il cadavere della moglie, Eva Kaminska, polacca di 45 anni. Pinto l’aveva uccisa con una coltellata alla gola poco prima d’affacciarsi alla finestra. La coppia aveva tre figli che non erano in casa (ieri mattina a San Giovanni a Teduccio, quartiere della periferia est di Napoli).
8 Febbraio 24
Santina Delai, pensionata di 78 anni, ritrovata cadavere in casa con uno straccio legato al collo, lo stesso che al mattino presto aveva usato per le pulizie. L’ipotesi: una rapina finita in omicidio (ieri in un’abitazione di Puegnago sul Garda, nel bresciano).
7 Febbraio 24
Pamela Codardini, 35 anni, originaria di Favaro Veneto, quartiere alle porte di Mestre, si trasferì in Messico 12 anni fa insieme al primo marito, il cuoco friulano Alex Bertoli. Sulla costa pacifica, aprirono il loro ristorante italiano La Dolce vita. Nel maggio del 2013 Bertoli, che aveva 28 anni, fu sequestrato, colpito a bastonate e bruciato vivo. Dopo l’omicidio, rimasto avvolto nel mistero, Pamela decise di restare in Messico. Sposò Juan Yair Valdez Ruiz detto “el Yayo”, narcotrafficante del cartello di Los Medina di 29 anni, con cui fece due figli e aprì il negozio Mr Green The Smoke Shop. L’altro giorno alcuni membri di una gang entrarono nella tabaccheria e spararono diversi colpi contro Yayo. Poco dopo s’accorsero della presenza di Pamela nel retro e, per non lasciare testimoni, freddarono pure lei.
5 Febbraio 24
Ousmane Sylla, 22 anni, arrivato in Italia dalla Guinea. Da pochi giorni ospite del centro per migranti di Ponte Galeria di Roma, dopo l’incendio del cpr di Trapani Milio del 22 gennaio scorso. Sentiva la nostalgia per il suo Paese, era triste e piangeva spesso. Lo hanno impiccato con un lenzuolo a una grata (intorno alle 6 di ieri mattina).
«I compagni di Ousmane […] hanno atteso che la Scientifica ieri mattina finisse il sopralluogo. Non appena la morgue ha portato via il corpo, intorno alle undici, hanno dato il via al finimondo: sono stati incendiati coperte e materassi. Quindi all’arrivo dei vigili del fuoco, protetti da carabinieri e polizia che hanno fatto loro da scudo, è stato lanciato di tutto. I migranti, perlopiù maghrebini, hanno sradicato pezzi di cemento e mattoni dalle pareti ed è iniziata la fitta sassaiola, condita di bottiglie di plastica riempite di urina. Cinquanta stranieri sono riusciti a lasciare gli alloggi dirigendosi verso l’area centrale del Centro dove ci sono uffici e infermeria. “Noi carabinieri eravamo in cinque a fronteggiarli sulle prime” sottolinea Antonio Nicolosi, segretario generale Unarma, il sindacato dei carabinieri […] Schierati anche i poliziotti in tenuta antisommossa, per fare tornare la calma sono stati utilizzati i lacrimogeni. Ma dopo un primo round, la tensione è riesplosa nel pomeriggio. E qualcuno degli ospiti è riuscito persino a scavalcare con tecniche da Parkour le cancellate e a raggiungere il polmone e l’area dove sono i primi uffici, compreso quello degli stessi carabinieri. Sono state sfondate le vetrate, divelti gli scaffali, scardinati gli armadietti dove erano riposti zaini e portafogli, che sono stati rubati insieme con una ricetrasmittente. Motivo per cui è scattata una maxi perquisizione all’interno della struttura, mentre fuori a garantire la sicurezza del Cpr e impedire fughe clamorose erano schierate sette squadre del Reparto mobile di polizia, oltre 150 agenti. Il bilancio dei disordini, ieri sera, dava conto di due carabinieri […] lievemente feriti, uno alla caviglia (slogatura) e uno contuso per una sassata ricevuta al polpaccio, medicati sul posto e poi trasferiti a titolo precauzionale all’ospedale Sant’Eugenio. Un militare dell’Esercito, di quelli che si trovano solitamente nel perimetro di sicurezza posteriore alle sezioni, è stato portato in codice giallo all’Aurelia Hospital. La direzione del Centro stava valutando la possibilità di un trasferimento di parte degli ospiti» [Alessia Marani, Mess].
4 febbraio 24
Andrea Bossi, 26 anni, carpentiere in un’officina di Fagnano Olona, fu ammazzato in casa sua a colpi di coltello (nella notte tra venerdì e sabato, in via Mascheroni, a Cariate, Varese).
«A trovare il corpo senza vita del giovane è stato il padre Tino, che nella tarda mattinata di sabato si è presentato nella casa del figlio al secondo piano del civico 1. Era preoccupato: da diverse ore non gli rispondeva al telefono. Aprendo la porta, l’uomo si è trovato davanti un vero e proprio film dell’orrore. Il ragazzo era riverso a terra nel salotto, in una pozza di sangue e con la gola tagliata» [Federica Zaniboni, Mess].
28 gennaio 24
Caryl Menghetti, 45 anni, ex estetista, originaria di Vercelli, figlia di giostrai, era stata all’ospedale di Treviglio per una visita psichiatrica. Stava male: era agitata, aveva le allucinazioni. I medici le aveva prescritto dei farmaci e l’avevano subito dimessa. Il marito, Diego Rota, falegname, 55 anni, l’aveva riaccompagnata a casa. Sembrava tutto a posto. Quella stessa sera, invece, lei lo ammazzò colpendolo con almeno dieci coltellate all’addome e al collo. La loro bambina, 5 anni, non si accorse di nulla (giovedì, intorno alle 23.30, nella camera da letto della loro villetta in via Cascina Lombarda, a Martinengo, nella Bassa bergamasca).
Sul suo profilo Facebook, vi è ancora come immagine profilo una foto di lei con il pancione, scattata quando era incinta della bimba, e una insieme al marito con la scritta «L’amore conta» [Federica Zaniboni, Mess].
Un detenuto di 35 anni, originario di San Giovanni Rotondo, ha legato un lenzuolo a un’inferriata e s’è impiccato (ieri, nel carcere di Foggia).
Nei primi 26 giorni del 2024 sono già 11 i suicidi in carcere.
26 Gennaio 24
Jeton Bislimi, macedone di 34 anni, in galera per aver ferito la moglie con dieci coltellate, approfittò dell’ora d’aria per scrivere un biglietto d’addio. Poi, in bagno, s’impiccò (nel carcere di Castrogno di Teramo).
24 Gennaio 24
Gaetano Menzo, imprenditore edile di 48 anni, tornò a casa per pranzo. Litigò con Matteo, di anni 22, uno dei tre figli. Matteo lo prerse a coltellate. Uscito di casa, l’assassino vagò per la città e alla fine venne fermato dalle forze dell’ordine (in un appartamento a Enna).
23 gennaio 24
Vincenzo Carnicelli, di anni 63 anni, pizzaiolo di professione, discusse con la moglie, Annalisa Rizzo, di 20 anni più giovane e impiegata di banca, dalla quale si stava separando. La lite degenerò. Lui afferrò in cucina un coltello dalla lunga lama, andò in camera da letto e la colpì più volte. Poi, con la stessa arma, s’ammazzò. A ritrovarli cadavere i genitori di Annalisa: preoccupati dal fatto che nessuno rispondeva al telefono, andarono a casa loro. Nell’altra stanza trovarono la nipote di 13 anni che ancora dormiva. La portarono via prima che potesse vedere lo scempio perpetrato dal padre (ieri mattina in un’abitazione di via Gaetano Donizetti, Agropoli, nel salernitano).
Manuel Millefanti, 43 anni con piccoli precedenti penali, venne aggredito in piena notte. Chiamò la mamma per aiuto ma la mamma al suo arrivo lo trovò cadavere nel salotto di casa, il petto trafitto da una coltellata (poco prima delle 4.40 del mattino di lunedì in una villetta di via Marconi a Oltrona di San Mamette, nel comasco).
Ieri sera le forze dell’ordine hanno fermato un sospettato.
Un detenuto di 36 anni, con un fine pena a breve termine, andò in un bagno, s’infilò un cappio al collo e s’impiccò (nel carcere di Poggioreale a Napoli).
Margin Wojciechowski, il senzatetto polacco di 43 anni trovato morto venerdì scorso in una zona boschiva alla periferia di Venaria Reale, nel Torinese, è stato ucciso con cinque colpi di pistola e non con cinque-sette coltellate come ipotizzato in un primo momento.
Raffaele Cinque, 50 anni, già noto alle forze dell’ordine, vicino agli ambienti camorristici del clan Contini, aprì la porta di casa ai suoi carnefici, persone delle quali evidentemente doveva fidarsi. Solo quando vide che gli veniva puntata in faccia una pistola calibro 7,65, Cinque capì che quegli ospiti erano arrivati per ucciderlo. Mentre veniva ferito in diverse parti del corpo tentò una fuga disperata. Raggiunse la cucina. Uscì sul balcone e si lanciò nel vuoto (nel cuore della notte sopra domenica, in via dello Scirocco, Napoli).
Margin Wojciechowski, detto Marco, barbone polacco di 43 anni, fu colpito con sette coltellate al petto, alla schiena e al polpaccio sinistro. Agonizzante, fece in tempo a telefonare al proprietario di una cascina della zona: «Sto male, devo andare in ospedale». Poi spirò (venerdì, in una baracca di fortuna incastrata tra le sponde dello Stura e i binari della Torino-Ceres, dietro lo stabilimento della Magneti Marelli).
È Dedja Bledar l’uomo trovato morto ieri mattina in un bosco di Paderno del Grappa (Treviso). Il corpo è stato scoperto da un conoscente che lo stava cercando: era poco distante dall’auto, una Mercedes bianca, abbandonata in un sentiero. Bledar, 39 anni, di origine albanese, viveva ad Asolo e lavorava in una pizzeria di Borso del Grappa. Sposato, lascia la moglie e una bambina piccola. Da un primo esame sul cadavere si sono notate molte e profonde ferite di arma da taglio alla testa e al torace.
Noah David Shapiro, 28 anni, americano, rampollo di una ricca dinastia di ebrei newyorkesi, nel novembre scorso fu trovato morto in una rimessa nei pressi di piazza Fonteiana, a Roma, quartiere Monteverde. All’inizio si era pensato a un suicidio, ma è stato trovato inginocchiato sul pavimento e la posizione insolita ha fatto sollevare qualche sospetto all’avvocato di famiglia. La Procura ha aperto un’inchiesta per occultamento di cadavere. Noah era arrivato nella capitale dieci anni fa come studente Poi aveva cominciato a lavorare saltuariamente, soprattutto nei ristoranti. Abitava con altri tre giovani in un appartamento poco lontano dal luogo dove è stato trovato morto.
21 gennaio 24
Daniele Maiorino, 58 anni, di Prato. Desideroso di impossessarsi della villetta del cognato, Alessio Cini, 57 anni, tecnico tessile, lo aggredì, afferrò una spranga e lo colpì brutalmente alla testa e al torace. Poi, mentre quello era ancora vivo, seppur incosciente, lo cosparse di benzina e appiccò il fuoco (tra le 5.52 e le 5.59 dell’8 gennaio, in una villetta tri-familiare ad Agliana, località sperduta tra i vivai del Pistoiese).
Scrive il Mess: «Le telecamere dei vivai hanno carpito […] il bagliore delle fiamme che stavano consumando il corpo della vittima. Altri approfondimenti, questa volta di tipo patrimoniali, “hanno consentito di individuare il probabile movente” spiega la Procura “rinvenibile in una situazione reddituale difficile per l’indagato, ed in una aspettativa ereditaria che dalla morte di Alessio Cini sarebbe derivata e di cui avrebbe potuto indirettamente beneficiare”. Ma c’è di più. Le intercettazioni ambientali nell’auto del cognato avrebbero raccolto dei suoi soliloqui ad alta voce nei quali l’uomo “ricostruiva i momenti dell’aggressione alla vittima, le modalità della stessa, la causa mortale prodotta da tale aggressione, l’immagine del sangue, l’abbruciamento”. Accuse respinte però da Maiorino. Secondo il suo difensore, l’avvocato Katia Dottore Giachino, “il movente è inverosimile” e le intercettazioni direbbero tutt’altro».
19 Gennaio 24
Aissam Fardou e Said Souhil, due marocchini di 33 e 48 anni, erano nell’officina in cui lavoravano quando iniziarono a litigare per soldi. Said, che i denari avrebbe dovuto riceverli, s’infuriò, afferrò un cacciavite e lo infilzò per due volte nella schiena di Aissam. Poi, pentito, caricò di peso Aissam in auto e lo portò nell’appartamento che condividevano da tempo. Disperato, chiese al titolare della pizzeria sotto casa di chiamare i soccorsi ma gli strappò il telefono di mano e urlò: «Venite, l’ho ucciso. Gli ho dato due cacciavitate». Aissan morì in ospedale, un’ora dopo l’aggressione. Said venne arrestato (ieri mattina alle 10.30 in un’officina di via Marino a Fizzonasco nel milanese. Poi nella loro casa al civico 62 di via Pavese a Rozzano)
18 Gennaio 24
Maria Antonietta Panico, 42 anni, candidata alle elezioni provinciali nella lista del futuro presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, non dava notizie di sé da due giorni. La figlia di 16 anni, preoccupata, diede al papà la chiavi della casa della mamma per vedere se era tutto a posto. Lui entrò e trovò l’ex morta nel suo letto macchiato di sangue. Qualche tempo fa la donna denunciò il suo ultimo compagno (ieri mattina verso le 11 in un appartamento nel tranquillo quartiere residenziale della Bolghera, zona ospedale Santa Chiara, a Trento).
17 gennaio 24
Alle due del pomeriggio di ieri Giovanna Pedretti, 59 anni, sposata, una figlia, titolare di una pizzeria a Sant’Angelo Lodigiano, fu trovata morta su una sponda del Lambro. Era arrivata sul posto con la sua Panda beige. Gli investigatori pensano a un caso di suicidio.
Scrive Rep: «La donna è la titolare col marito della pizzeria “Le Vignole”, nei giorni scorsi al centro di accese polemiche per i dubbi sull’autenticità di una recensione sul suo locale su Tripadvisor. E ora ci si interroga se su questo drammatico gesto possano aver pesato l’odio social e le accuse, forse fondate forse no, sul fatto che volesse farsi solo pubblicità. Il caso è diventato mediatico nei giorni scorsi. Un cliente che si sarebbe lamentato di aver mangiato in un tavolo a fianco di persone omosessuali e disabili. E la ristoratrice che su Instagram aveva mostrato lo “screenshot” della recensione: “Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay”. “Non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e il ragazzo in carrozzina mangiava con difficoltà. Mi spiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più”. Sotto, la sua dura risposta: “Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole”, con l’invito a non tornare più nella pizzeria. Il post reso pubblico da alcuni media aveva ricevuto il plauso della ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, ma nei giorni successivi sui social era stata messa in dubbio l’autenticità della recensione, al punto che qualcuno ha parlato di operazione di marketing spacciata per difesa di gay e disabili e sono spuntate decine di messaggi di insulti e critiche. La stessa ristoratrice, intervistata dal Tg3, aveva risposto in modo evasivo, imbarazzata, ammettendo la possibilità di essere caduta in un non meglio specificato “tranello”. Da paladina antidiscriminazione a bugiarda a caccia di pubblicità il passo è stato breve. Ma la pizzeria le Vignole, 13 tavoli, è molto attenta al sociale e dal 2020 promuove iniziative di solidarietà come la pizza sospesa per persone povere e disabili. La gente del posto la ricorda “sempre pieno” e fatica a pensare che dietro ci fosse una manovra di puro marketing».
Francesco Bacchi, 20 anni, colpito a calci e pugni davanti a un locale. Andrea Cangemi, 20 anni, con cui pare avesse litigato, lo aveva aspettato fuori per dargliele assieme a un gruppo di amici. Trasferito all’ospedale di Partinico con un’ambulanza del 118, morto poco dopo l’arrivo al pronto soccorso (nella notte tra sabato e domenica, attorno alle tre, fuori dalla discoteca Medusa, in via Palermo, a Balestrate, Palermo).
Alexandru Ivan, 14 anni, origini rumene, studente della scuola media Domenico Savio, borgata Finocchio. Si trovava con il compagno della madre, Tiberiu Maciuca e altre quattro persone, alcune armate di mazze da baseball. Due zingari gli spararono da un’auto in corsa. Colpito da due proiettili, all’addome e a una gamba. Morto in pochi istanti per un’emorragia interna (sabato notte, attorno alle 3, nel parcheggio della stazione di Pantano, capolinea della metro C, alla periferia est della Capitale).
«I due assassini sono già stati identificati: appartengono ai clan malavitosi attivi nella zona. Gruppi che gestiscono lo spaccio di droga, il gioco d’azzardo nei numerosi bar aperti per tutta la notte fra Borghesiana e Rocca Cencia, e la prostituzione. Alle 23.30 di quella sera i due ceffi, spalleggiati da una terza persona, avevano aggredito Tiberiu Maciuca nell’Esse Café di via Letoianni. Una rissa condita da un mix di alcol, rabbia, vecchi screzi, e non si esclude conti in sospeso nel mondo della droga. “Botte per uno sguardo di troppo”, minimizza lo zio Ionut, con una versione che cozza però con la ricostruzione dei carabinieri. “Eravamo andati al bar per comprare il vino da portare a una festa di compleanno”, avrebbe detto Maciuca, ma anche sulle sue parole c’è più di un punto interrogativo. Dalle telecamere del locale si capisce chiaramente che l’uomo, 40 anni, qualche precedente per furto, aveva avuto la peggio. Tre ore e mezzo più tardi Maciuca era stato contattato da uno dei due ras del quartiere. “Vediamoci alla stazione, dobbiamo parlare”. Un ordine, non un invito. Maciuca però aveva capito l’antifona e si è presentato con quattro amici, più il figliastro» [Rinaldo Frignani, CdS].
14 Gennaio 24
Igor Moser, boscaiolo di 45 anni, si presentò a casa dell’ex compagna Ester Palmieri, estetista di 37 anni e madre dei suoi tre figli di 10, 8 e 5 anni. I due discussero perché lui non accettava la separazione. La lite degenerò. Lui afferrò un coltello e colpì più e più volte la donna fino ad ucciderla. Poi se ne andò nella soffitta di casa, dove s’impiccò (ieri mattina intorno alle 14.30 prima a casa di lei a Montalbiano, poi a casa di lui a Molina di Fiemme, in Trentino).
Non ce l’ha fatta la donna di 65 anni accoltellata dal marito nel pomeriggio di mercoledì in un appartamento di via Galluppi, nel quartiere di Borgo Filadelfia a Torino. È morta ieri sera all’ospedale delle Molinette, dov’era ricoverata in prognosi riservata. Arrestato il marito di 70 anni.
Ultime sul delitto in Trentino. «Per uccidere l’ex compagna Ester Palmieri, Igor Moser ha utilizzato un coltello da caccia. L’uomo, di 45 anni, ha colpito la 37enne con un fendente al collo, recidendo in un solo colpo sia l’arteria carotide, sia la vena giugulare. La conferma è arrivata dai primi riscontri dell’autopsia effettuata sul corpo della donna. Il fatto che l’uomo si sia portato il coltello da casa confermerebbe la tesi degli inquirenti, secondo cui il delitto è stato premeditato» [Sta].
12 Gennaio 24
Giulia Lavatura Truninger, 41 anni, insegnante con gravi problemi di depressione e mamma di Wendy Timò, una bimba di sei. Disperata per le continue violenze di suo padre che la perseguitava («Non lo voglio vedere, non voglio frequentarlo. Non mi sembra di chiedere tanto. Niente ordinanza restrittiva, perché non ho video delle brutte violenze domestiche»), scrisse un messaggio d’addio sui social. Poi prese la sua piccola, andò sul ponteggio dell’appartamento dove abitava, al nono piano, e si gettò di sotto trascinando con sé anche il cane, una barboncina. La piccola – che poco prima aveva urlato: «No, mamma. No, mamma» – e il cane morirono sul colpo, lei si salvò grazie a una rete del cantiere che ne attutì la caduta, venne ricoverata in gravi condizioni e arrestata. Il marito e padre della piccola, che era in casa, non s’accorse di nulla (intorno alle 7 di ieri in via Dradi, una strada a ridosso del centro di Ravenna).
Stefano Rotondi, 41 anni, prima uccise a coltellate la madre, Teresa Sartori di 81 anni, nella sua camera da letto, e poi s’impiccò in un’altra stanza (ieri un appartamento al quarto piano di un condominio in via Fratelli Cervi a Saronno)
8 gennaio 24
Roberta Bartacchi, 26 anni, salentina di Ugento, operaia in un calzaturificio, da tempo in cura da uno psichiatra, la mattina dell’Epifania fu trovata impiccata a Casarano, in una casa presa in affitto per avvicinarsi al posto di lavoro. Per ammazzarsi la giovane utilizzò una sciarpa del Casarano calcio, squadra di cui il suo compagno, 35 anni, era grande tifoso.
Suicidio? Omicidio? Ancora non si capisce. Il fidanzato, attivo in ambienti ultrà, già noto alle forze dell’ordine, è stato portato in caserma e interrogato. Stando alle ultime notizie la sera prima della morte di Roberta lei e lui avrebbero litigato.
Matteo Concetti, 23 anni, di Fermo, fisico da culturista, anche lui in cura da uno psichiatra, messo in isolamento per aver aggredito un secondino a colpi di sedia, si impiccò nel bagno della cella con il lenzuolo della branda (venerdì, nel penitenziario Montacuto, ad Ancona).
Omar Edgar Nedelko, 24 anni, rumeno, già noto alle forze dell’ordine, assieme a un connazionale andò a passare la serata in casa di Delia Zarniscu, 58 anni, anche lei rumena, vedova di un ragioniere siciliano, da tempo in difficoltà economiche. I tre cenarono assieme. Bevettero. Lui probabilmente si era anche drogato. Quando Nedelko cominciò ad allungare le mani sulla signora Delia, quella si scocciò e li buttò entrambi fuori di casa. Fu questo rifiuto ad innescare qualcosa nella mente di lui. Mentre l’amico se ne tornava a casa, lui raggiunse un’altra sua amica – Maria Rus, rumena anche lei, 54 anni, separata, sempre al verde, costretta a vivere di espedienti. Bussò, si fece aprire e le entrò in casa. I due rimasero assieme per 40 minuti e fecero l’amore: ancora non è chiaro se si trattò di un rapporto consensuale o di violenza. A un certo punto, suggestionato dall’alcol e dalla droga, lui divenne violento. Massacrò di botte la poveretta, adagiò il corpo su una poltrona e le dette fuoco. Le telecamere fuori dal palazzo lo ripresero con i pantaloni ancora slacciati, mentre si avvicinava a una finestra e usava la torcia del cellulare per guardare il cadavere divorato dalle fiamme. Dopodiché decise di vendicarsi anche della prima donna. Animato da una furia bestiale, sfondò la porta, aggredì la signora Zarniscu. Le spaccò in testa tutto quel che trovava in casa: oggetti, suppellettili, persino una stufetta. Un gruppo di romeni, sentite le grida della donna che cercava di difendersi, corse sul posto. Uno dei connazionali dell’assassino, un ragazzo di 20 anni, lo obbligò a chiamare i soccorsi (ormai inutili). All’arrivo dei militari fu il testimone ventenne a dire tutta la verità. L’assassino, invece, non pronunciò una parola (nella notte tra giovedì e venerdì, in vicolo Avenia, poi in via Vinci, a Naro, 7 mila anime, in provincia di Agrigento).
Il giovane è stato arrestato per duplice omicidio e vilipendio di cadavere: ora si trova in carcere ad Agrigento. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le due donne saranno sepolte oggi. A Naro sarà proclamato il lutto cittadino.
Poco prima delle 8, alcuni cacciatori hanno chiamato i soccorsi dopo essersi accorti di un’automobile ferma con il motore acceso, sulla sponda del lago di Massaciuccoli, nella zona tra via della Bonifica e via della Palude, vicino a Viareggio. All’interno del veicolo è stato trovato un uomo di 40 anni che si era tolto la vita [R.I., Mess].
Uno spacciatore tunisino di 25 anni fu colpito con numerose coltellate durante un regolamento di conti. Tentò di difendersi in tutti i modi: sul luogo del delitto furono trovati cocci di bottiglia e molto sangue. Ma lui era da solo, gli aggressori in tanti: un fendente al torace gli fu fatale (nella notte tra venerdì e sabato, a Pisa, sotto i portici dell’edificio delle Poste).
8 Gennaio 24
Ruslan Donca, muratore moldavo di 44 anni residente a Viterbo, era nella piazza del suo quartiere con il fratello. I due iniziarono a litigare animatamente. A un certo punto la polizia intervenne per sedare gli animi. Ruslan se ne tornò a casa, il fratello invece rimase in piazza. Poco dopo essere rientrato Ruslan venne accoltellato in bagno dai suoi coinquilini. Questi chiamarono le forze dell’ordine per denunciare un suicidio. All’inizio gli inquirenti erano certi che a conficcarsi il coltello nell’addome fosse stata la vittima stessa. La mancanza di un movente però li portò a indagare più a fondo finché le versioni dei coinquilini iniziarono a non combaciare più (martedì sera a Viterbo).
4 Gennaio 24
Giulio Camilli, 74 anni, conosciuto in paese come «Capelli impicciati», dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo afferrò una padella tra gli utensili in cucina e con forza la sbatté ripetutamente sul capo della moglie, Rosa D’Ascenzo, di 72, con la quale era solito litigare. Poi caricò il cadavere in auto e guidò tra viottoli sterrati fino a raggiungere l’ospedale. Ai medici disse: «È caduta dalle scale». I dottori però non gli credettero e chiamarono le forze dell’ordine che lo arrestarono (la sera di martedì in un casolare sgangherato e fatiscente, nelle campagne intorno al Monte Soratte, a 50 chilometri da Roma).
È il primo femminicidio dell’anno. Ieri nel napoletano un uomo ha ferito la ex mentre teneva il figlio in braccio. Allertati dall’attuale compagno della donna, i carabinieri hanno arrestato l’uomo in flagranza di reato. In provincia di Teramo Nicola Dell’Orso, 70 anni, ha tentato di uccidere la moglie Giovanna Di Bonaventura, di 64 anni con un fucile ma dopo che l’arma s’è inceppata la donna è riuscita a disarmarlo e fuggire [Mess].
2 gennaio 24
(FONTE: ARCHIVIO PERSONALE DEL GIORNALISTA FERDINANDO TERLIZZI – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)