“Macrico verde come nostra foresta Amazzonica”, un appello in sua difesa alla responsabilità per istituzioni e cittadini

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Una sala del Circolo Nazionale gremita e straripante ha segnalato l’interesse e il peso che la vertenza Macrico riveste per la cittadinanza ieri sera presso il Circolo Nazionale a piazza Dante di Caserta, a piú di venti anni dalla nascita del Comitato storico che ha promosso l’incontro “Macrico:l’ora della verità”. Un incontro aperto a tutti, associazioni, istituzioni e semplici cittadini. Più di cento persone hanno seguito con estrema concentrazione gli interventi, programmati e non, che sono stati proposti per illustrare le ragioni del risoluto contrasto al progetto che con le stesse modalità (assemblee pubbliche aperte alla città per un confronto con la cittadinanza sul futuro dell’area ex Macrico) di informazione dettagliata e approfondita viene in questi stessi giorni perseguita dalla Fondazione Casa Fratelli tutti. Maria Carmela Caiola e Sergio Tanzarella hanno coordinato gli interventi. Caiola con meticolosa minuziosità ha illustrato tavole in proiezione che hanno voluto fare chiarezza sulla effettiva area edificata destinata al recupero (circa 300 mc), che non corrisponde a quella sostenuta dalla Fondazione di 525 mc. La salvaguardia dell’area che trova nella destinazione urbanistica F2 l’unica opzione adeguata è stata sostenuta da un’ampio ventaglio di motivazioni, da quelle di ordine sanitario a quelle specificamente ambientali, da quelle di ordine urbanistico a quelle di garanzia della legalità diffusa. E le ragioni del no alla classificazione paventata F6, che puó prevedere la realizzazione di attrezzature scolastiche, religiose, culturali, sociali, assistenziali, amministrative, annonarie, per pubblici servizi quali uffici postali, sicurezza civile, ecc., ha trovato espressione negli interventi successivi di esponenti nazionali e locali di associazioni da sempre sostenitrici della mobilitazione animata dal Comitato: Carmela Buonomo anatomopatologa presso l’ospedale di Caserta e dirigente Medici per l’ambiente Caserta, Elia Calabrò Banca Etica, Renato Perillo Wwf Caserta, Maria Rosaria Iacono Italia Nostra, Pietro Di Lorenzo Associazione Francesco Durante, Dolores Peduto Green card Caserta, Mimmo Marzaioli Agende Rosse Campania. La relazione dettagliata e puntuale della dottoressa Buonomo ha ricevuto tutta l’attenzione della platea perchè era impossibile non restare colpiti, seppure già in parte resi consapevoli dallo stillicidio di notizie su sempre nuove vicende di ospedalizzazioni o mortalità per cancro, da una testimonianza esperta e professionale su quanto sia inconfutabile una relazione tra il netto aumento dei casi di malattie oncologiche, anche in fasce di età prima non rilevate, e la sovraesposizione ad agenti inquinanti molteplici presenti nell’aria circolante inquinata proveniente per ragioni di venti direzionali dalla città metropolitana di Napoli. Non trascurabili nemmeno i particolati PM10 e PM2,5 “garantiti” dall’attività estrattiva perdurante delle cave.

Dagli interrogativi sollevati dalla sala ne estrapoliamo due poi che ci sembrano concludenti in modo esemplificativo il senso che questo incontro ha aggiunto alla storia di resilienza collettiva decennale , come già scritto, nel panorama di attivismo civico della città e che provano a sollevare le domande essenziali: perché opporsi e come farlo.

Il primo quesito ha illuminato, grazie alla risposta di Sergio Tanzarella fondata su una documentata conoscenza della tradizione cristiana, la posizione consolidata della Chiesa cattolica in materia di riconoscimento della proprietà privata. Il diritto alla proprietà privata non è assoluto o intoccabile, come afferma lo stesso papa Francesco, ma va inteso nel piú vasto contesto del comune diritto dell’uso comune o sociale, alla destinazione universale dei beni. Proprio paradossalmente la Fondazione di partecipazione promossa dalla Diocesi per realizzare il processo di rigenerazione dell’area prende il nome “Casa Fratelli tutti”, come dichiarato nell’atto costitutivo, con un esplicito riferimento alla terza enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale, in continuità con la precedente «Laudato Sì», e dunque ci aspetteremmo il rigoroso rispetto del dettato di solidarietà dell’autentica tradizione cristiana, non declinato a spezzoni e subordinato a eventuali richiami utilitaristici ma attuato nel suo essere un umanesimo radicale.

Il secondo interrogativo proposto da Norma Naim, già consigliera comunale Speranza per Caserta, e’ stato anche un accorato invito a proseguire nell’impegno di arginare eventuali mire affaristiche nell’uso speculativo dei 33 ettari dell’area Macrico. Naim ha sollevato l’attenzione sull’esigenza di continuare con determinazione a raccogliere adesioni e consenso, come nel corso di questo riuscito primo incontro, della nuova era “Macrico verde come nostra Foresta Amazzonica”. Sarà urgente e necessario un lavoro paziente per comporre una campagna di informazione capillare e certosina che possa costruire una massa di cittadini consapevoli e reattivi ad un’idea di “un’altra città e’ possibile”, capaci anche di frapporsi tra i primi mezzi per i lavori e l’area verde, come accaduto al Parco del Meisino, polmone verde a nord est di Torino due mesi fa. Le forze di polizia hanno sgomberato l’area con giovani e anziani, una delle 12 aree protette del parco a rischio devastazione per fare posto a una cittadella dello sport, con spintoni e manganelli. Un progetto che spaventa i cittadini da 11 milioni e 500 Mila euro da fondi del PNRR. Il Macrico , secondo il Masterplan commissionato e presentato dalla Fondazione, ne prevede 180 di milioni di euro. I timori per le nubi che si addensano sul futuro del Macrico potrebbero essere piú che timori.

 

 

 

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