5 dicembre Giornata mondiale del Suolo, i dati per Caserta e Provincia sono inquietanti per consumo di suolo
La FAO ha sostenuto la costituzione ufficiale della Giornata Mondiale del Suolo come piattaforma globale di sensibilizzazione fin dal 2014. Il suolo è infatti una delle risorse naturali più preziose e vulnerabili, di valore primario per la regolazione dei cicli idrici, il sostegno alla biodiversità e la mitigazione del cambiamento climatico. In occasione della Giornata mondiale del 5 dicembre riceviamo e pubblichiamo il seguente “APPELLO AI SINDACI DEL CASERTANO PER CONTRASTARE IL CONSUMO DI SUOLO” promosso dall’Associazione Città Paesaggio che segnala con grande preoccupazione e dati alla mano la grave aggressione a spese del suolo nei territori di Caserta, Maddaloni, Marcianise, Sessa Aurunca, Villa Literno e Castel Volturno.
“Il 5 dicembre ricorre la Giornata mondiale del Suolo, che quest’anno la FAO ha dedicato al tema “Misurare, Monitorare, Gestire”, per sottolineare l’importanza dei dati e delle informazioni nella gestione sostenibile del territorio. L’Associazione Città Paesaggio, nel quadro delle iniziative promosse dal Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio”, ha avviato in provincia di Caserta una campagna di sensibilizzazione sulle conseguenze del suo incontrollato consumo.
“Stiamo parlando di una risorsa essenziale per contrastare il cambiamento climatico – afferma il presidente Nicola Sorbo -. Grazie ai suoi servizi ecosistemici, il suolo libero è in grado di garantire lo stoccaggio e il sequestro di carbonio, la qualità degli habitat, la produzione agricola, la produzione di legname, l’impollinazione, la regolazione del microclima, la rimozione di particolato e ozono, la protezione dall’erosione, la regolazione del regime idrologico, la disponibilità e la purificazione dell’acqua. Si tratta di un obiettivo ormai non più rinviabile, tanto da essere auspicato dalle Nazioni Unite con l’Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile, e dall’Unione Europea, che il 24 giugno scorso ha approvato il Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law)”.
Secondo Nicola Sorbo “l’emergenza ambientale si sta evidenziando in tutta la sua gravità anche in provincia di Caserta. Si continuano a costruire immobili da destinare ad attività produttive, nonostante siano già tanti i capannoni industriali abbandonati o mai occupati. Per non parlare del pullulare di costruzioni residenziali nelle zone rurali, prive di alcuna connessione con le attività agricole. È urgente un cambio di rotta, prescritto anche dalla nuova legge urbanistica che la Regione Campania ha approvato con l’obiettivo di contrastare proprio il consumo di suolo. Non dimentichiamo che ogni ettaro di terreno libero assorbe circa 90 tonnellate di carbonio, è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua e, se coltivato, può sfamare 6 persone per un anno”.
In proposito, Carolina Tagliafierro afferma: “Il consumo di suolo non costituisce soltanto un danno sotto il profilo ecosistemico, ma lo è anche sotto quello economico-finanziario. Se, nella pianificazione territoriale e nella scelta degli interventi di trasformazione del suolo, vengono considerati non già i soli costi e benefici economici ma i costi ed i benefici sociali, emerge con chiarezza il valore dei servizi ecosistemici che la collettività perde per ogni unità di suolo libero persa. Prendiamo, ad esempio, proprio i dati diffusi nel 2023 dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo in Italia . Nel solo comune di Caserta, nel periodo 2006-2022, abbiamo consumato 58,45 ettari di suolo libero, che, utilizzando specifiche metodologie di valutazione, si stima equivalgano a una perdita di servizi ecosistemici del valore economico di circa 57 milioni di euro”.
I dati che l’Associazione Città Paesaggio ha estrapolato dalle rielaborazioni del Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio” sui dati originali ISPRA (2023) mostrano una situazione allarmante. Emblematico è il caso di Maddaloni dove, nel periodo 2006-2022, la quantità di suolo consumato è stata di 160,46 ettari, con una perdita di servizi ecosistemici di circa 211 milioni di euro. A contendere il triste primato sono Villa Literno, dove risultano consumati 120,83 ettari di suolo e una perdita di servizi ecosistemici pari a oltre 160 milioni di euro, e Marcianise, dove sono stati consumati 105,14 ettari, con una perdita di oltre 170 milioni di euro. Altri comuni particolarmente investiti dalla colata di cemento sono stati, nello stesso periodo: Sessa Aurunca, che ha consumato 105,1 9 ettari; Gricignano di Aversa, 88, 73 ettari; Castel Volturno, 86,95 ettari; San Tammaro, 64,87 ettari; Vitulazio, 52,36 ettari; Carinaro, 51,09 ettari; Cancello e Arnone, 48,61 ettari; Grazzanise, 46,93 ettari; Mondragone, 42,56 ettari; Teverola, 40,12 ettari; Cellole, 38,41 ettari; Pastorano, 37,45 ettari; Capua, 32,26 ettari; Francolise, 30,50 ettari; Valle di Maddaloni, 30,14 ettari; Pignataro Maggiore, 22,97 ettari.
Il fenomeno interessa anche i piccoli centri delle aree interne, nonostante un significativo decremento demografico. Ad Alife il consumo di suolo è stato, sempre nel periodo 2006-2022, di 47,69 ettari, con una perdita di servizi ecosistemici pari a 55.730.400 euro; a Presenzano il suolo consumato è stato di 36,33 ettari e a Rocca d’Evandro di 24,69 ettari, mentre sulle colline di Caiazzo si è registrato il primato nella zona, con una quantità di suolo consumato di 16,87 ettari e una perdita equivalente di circa 20 milioni di euro.
“L’urbanizzazione selvaggia sta facendo pagare un prezzo troppo alto ai cittadini, addirittura con crolli di edifici, come è accaduto di recente nel centro urbano di Orta di Atella – aggiunge Mena Moretta – Per il Macrico, grande area nel centro urbano di Caserta, il Comitato Macrico Verde si batte da anni contro la minaccia che incombe sull’ultimo polmone verde della città, viste le resistenze a rendere inedificabile l’area”.
A fronte di un quadro così allarmante, l’Associazione Città Paesaggio ha invitato i Comuni a dotarsi quanto prima di un bilancio sociale/bilancio di sostenibilità/bilancio ambientale; un bilancio dove siano riportati in termini di passivo i costi del consumo delle risorse ambientali e in termini di attivo i benefici per la collettività connessi ad iniziative di protezione ambientale e sviluppo sostenibile. Un bilancio rivolto al futuro delle nostre Comunità”.
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