PRONTO SOCCORSO DI CASERTA : UN GIORNO DI “ORDINARIA FOLLIA”
Caserta-Sabato 23 Novembre in mattinata , mio malgrado , sono stata costretta a ricorrere al Pronto Soccorso della mia città causa improvviso malessere , lo “spettacolo” che mi trovo davanti è sconcertante tanto da risuonarmi in mente la frase : “lasciate ogni speranza voi che entrate”.Mentre mi trasportavano su una lettiga mi passano davanti agli occhi nella sala accettazione pazienti in attesa di essere visitati con catetere vescicale e sacca piena di urine e sangue in “bella” vista mentre girovagano alla ricerca di un posto dove sedersi . Uno degli infermieri ,abbastanza seccato , mi chiede di sfilarmi il giubbino , sebbene a causa di un violento attacco di vertigini e vomito incessante , non riuscissi assolutamente a fare alcun movimento.Vengo poi trasportata in una saletta attigua all’accettazione dove c’erano ulteriori pazienti privi di assistenza continuativa , intanto un’infermiera , invece di preoccuparsi delle nostre condizioni , ha premura di aprire la finestra lasciandoci nel bel mezzo di una fredda corrente d’aria . Finalmente, dopo qualche ora ,vengo sottoposta ad ulteriori esami. Da sottolineare , inoltre, che nella mia flebo non c’era alcun farmaco che mi aiutasse a riprendermi .Nel pomeriggio il medico di turno mi invita a “ togliere il disturbo”, dimettendomi. Scaricata su una sedia a rotelle che a fatica ho raggiunto con le mie residue forze , vengo prelevata dai miei familiari ,che da soli pur avendo una certa età ,provvedono a rimettermi in auto per raggiungere casa. Al di là del lieto fine , la vera tragedia di un’ infelice accoglienza alla quale, a quanto pare, si viene sistematicamente sottoposti , mi ha spinto a pormi una domanda : “ un cittadino che ha bisogno di cure mediche a chi deve rivolgersi nella speranza di non essere abbandonato a se stesso in un corridoio di ospedale ? “. E’ questo ciò che mi fa rabbrividire ,si sente spesso di aggressioni ai danni di personale medico ed infermieristico da parte di pazienti poco pazienti , e ovviamente siamo i primi a difendere chi ne resta ingiustamente vittima , questo nel rispetto dei camici bianchi , ma quando è un paziente a subire un’ ingiustizia ci aspetteremmo il medesimo rispetto. Alla fine di questa spiacevole odissea ,ciò che mi sento di fare è invitare chi di dovere ad evitare sprechi di danaro dei cittadini in futili convegni sullo stato dell’assistenza sanitaria , appalti e subappalti di strutture di dubbia utilità e occuparsi, invece , di offrire alla collettività un’ accoglienza e assistenza che sia degna di un pronto soccorso di un paese civile. Il malato ha diritto ad essere degnamente curato e se ciò non avviene credo che dirigenti ed operatori sanitari a tutti i livelli farebbero bene a cambiare mestiere aprendo magari una tabaccheria.
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