FRODI E BANCAROTTA: MAXI-SEQUESTRO DA 20 MILIONI IN CINQUE REGIONI

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La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha smascherato un complesso sistema di frodi che ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro e all’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare. L’operazione è stata condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta sotto la direzione del Procuratore Pierpaolo Bruni e del Procuratore Aggiunto Carmine Renzulli.

 

Le Accuse e i Reati Contestati

Le cinque persone coinvolte nell’indagine sono accusate di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio. Le investigazioni hanno rivelato un piano ben orchestrato, guidato dal principale indagato, che, in qualità di liquidatore di due società confidi legate alla Coldiretti, avrebbe svuotato il patrimonio aziendale delle società, conducendole al fallimento.

Questo sistema fraudolento ha causato gravi danni alle piccole e medie imprese agricole che, private delle garanzie fornite dai confidi, non hanno potuto far fronte ai debiti contratti. Le società, svuotate di ogni attivo, sono rimaste con debiti insostenibili e senza alcuna copertura nei confronti delle banche.

 

Il Modus Operandi Fraudolento

L’indagine ha ricostruito nei dettagli le modalità operative dei responsabili. In particolare, il principale indagato avrebbe utilizzato professionisti e prestanome per svalutare artificiosamente i patrimoni aziendali, cedendoli poi a società di sua proprietà o da lui controllate per valori inferiori a quelli di mercato.

Tali cessioni includevano beni immobili, conti correnti e polizze assicurative, e spesso avvenivano tramite società costituite ad hoc. Per complicare ulteriormente la tracciabilità dei beni, sono state create società con sede in paesi esteri, come Panama, al fine di occultare i reali beneficiari e ostacolare le indagini delle autorità.

 

Beni Sequestrati: Un Patrimonio Variegato

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro di un patrimonio significativo, che comprende:

25 immobili situati in diverse regioni italiane, tra cui Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia e Sicilia;

Numerose autovetture, incluse vetture storiche e di lusso;

Conti correnti bancari, polizze assicurative e partecipazioni societarie.

Il valore complessivo dei beni sequestrati, incluse le misure per equivalente, ammonta a circa 20 milioni di euro.

 

Le Indagini e il Ruolo della Coldiretti

Le indagini sono iniziate grazie a una denuncia presentata da membri del collegio sindacale della Coldiretti, che avevano rilevato irregolarità nella gestione delle due società confidi.

Attraverso analisi documentali, bancarie e tecniche di intercettazione, la Guardia di Finanza è riuscita a ricostruire i passaggi finanziari e societari che hanno portato al fallimento delle società. L’intervento ha permesso di far emergere una rete di operazioni fraudolente, confermando l’importanza della collaborazione tra istituzioni e organi di controllo

L’operazione rappresenta un importante passo nella lotta contro i crimini economici, evidenziando la necessità di vigilanza nella gestione dei fondi destinati alle imprese agricole. La gravità delle accuse e l’entità dei beni sequestrati sottolineano l’impegno della magistratura e delle forze dell’ordine nel contrastare pratiche illecite che minano il tessuto economico e sociale del Paese.

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