San Michele, la villa più rappresentativa di Capri
Costruita sopra uno sperone roccioso ad Anacapri, Villa San Michele è uno dei luoghi più iconici e rappresentativi dell’isola di Capri.
La sua esistenza è legata alle affascinanti vicissitudini del medico svedese Axel Munthe che fu l’artefice della sua realizzazione agli inizi del Novecento.
Nativo della piccola cittadina svedese di Oscarshamm, si laureò in medicina nel 1880 dopo aver studiato a Uppsala, a Montpellier e a Parigi.
Divenne rapidamente celebre, esercitando la sua professione a Roma e a Parigi, ma accorrendo anche dove vi fosse bisogno, come durante il 1884 quando Napoli fu colpita da un’epidemia di colera. Un’esperienza che lo colpì profondamente e che lo portò a scrivere “Lettere da una città dolente”, che gli conferì anche una certa fama di scrittore.
Divento medico personale della famiglia reale e amico personale del re Gustavo V.
Munthe era stato a Capri per la prima volta a 18 anni: l’isola fu un amore a prima vista.
Per cui, quando vi ritornò nel 1885, vi arrivò con il preciso intento di acquisire una dimora.
La scelta cadde su un vecchio fabbricato di Anacapri, di proprietà di un falegname, costruito a 327 metri di altezza, nel luogo in cui un tempo vi era una cappella medievale dedicata al culto di San Michele e ancora prima un tempietto romano.
Oltre alla villa acquistò anche la parte di montagna fin sopra al diroccato castello Barbarossa, per preservarne la naturale bellezza.
La realizzazione della villa e il suo continuo perfezionamento accompagnò tutta l’esistenza di Axel Munthe, che ne fece un resoconto romanzato, “La Storia di San Michele”, pubblicato per la prima volta a Londra nel 1929 e successivamente tradotto in molte lingue, diventando bestseller in molti paesi e consacrando per sempre la fama di scrittore del medico svedese.
Il punto in cui sorge la villa gode di un panorama strabiliante verso la parte bassa di Capri e la prospiciente Punta Campanella, una sorta di sguardo su un mito eterno.
Influenzato dal neoclassicismo e dal simbolismo della sua epoca, Axel Munthe realizzò una dimora che univa lo stile caprese a quello di una domus romana in rivisitazione moderna. Per la costruzione chiamò i migliori muratori e artigiani disponibili.
“La mia casa sarà aperta al vento e alle voci del mare – come un tempio greco – e luce, luce, luce ovunque” scrisse Axel Munthe nel suo libro La storia di San Michele.
E così fu. Ambienti con mobilio e oggetti ricercati, contrasti tra il bianco e il nero, un cortile interno, un passaggio diretto verso un grande giardino dal sapore monastico affacciato su uno dei più bei panorami del mondo.
Nel punto estremo, dopo aver percorso per tutta la sua lunghezza l’affascinante viale dei cipressi, una sfinge egizia poggiata sulla balaustra accanto alla cappella medievale sembra voler respirare l’aria del mare.
Non è l’unico reperto archeologico presente nella villa. Ogni viaggio del medico diventava arricchimento, oltre che per sé stesso, di opere d’arte di pregio per la villa: oggetti di arte sacra, mobili settecenteschi, sculture romane tra cui una testa di medusa e un busto dell’imperatore Tiberio, un lampadario siciliano, solo per citarne alcuni.
Fiori e piante di ogni genere popolano l’elegante giardino: gigli africani, melograni caucasici, pini italiani, ortensie giapponesi, un raro mirto australiano, una betulla svedese.
Era in quel giardino che, tempo permettendo, Axel Munthe pranzava e cenava con i suoi ospiti.
Lo scultore svedese Carl Milles scrisse che la pergola della villa era la più bella espressione dell’infinito che avesse mai visto, lontana dai rumori e dal chiacchiericcio dell’isola.
Axel Munthe visse ad Anacapri per ben 56 anni, ritirandosi alla fine per problemi di vista nell’ultima dimora in cui si spense a 92 anni, quella del suo amico, Gustavo V re di Svezia.
Oggi Villa San Michele è di proprietà del Consolato di Svezia a Capri ed è un museo aperto al pubblico, gestito da una fondazione.
Non si può visitare Capri senza visitare Villa San Michele, custode dello spirito del tempo in cui Axel Munthe visse sull’isola.
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