Autonomia Differenziata : Il Consiglio Regionale della Campania chiede un referendum abrogativo
Si tratta di una vera e propria rivoluzione democratica quella messa in campo dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca , che, nella giornata di ieri ,con 36 voti favorevoli e 9 contrari ha deliberato al Consiglio Regionale un referendum abrogativo dell’ autonomia differenziata.
Il disegno di legge ,varato dalla Camera e voluto dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli punta a riconoscere alle Regioni la possibilità di gestire tutte quelle materie che non sono di competenza esclusiva dello Stato, tra cui anche istruzione, sanità, commercio estero.
Ma dalle opposizioni l’accusa è di essere una riforma “spacca-Italia”, che finirà per favorire le Regioni del Nord, più ricche rispetto a quelle del Sud. da qui è partita l’ idea del referendum da parte della Regione Campania. ” Siamo molto preoccupati – ha dichiarato Vincenzo De Luca- dobbiamo assolutamente opporci a quella che ritengo una trappola mortale per l’ intero Sud-Italia Ma le preoccupazioni non riguardano solo il centrosinistra. Il governatore della Calabria, il forzista Roberto Occhiuto ha più volte espresso le sue perplessità sul ddl Calderoli approvato dagli alleati. “Il mio auspicio – è tornato a dire – è che Forza Italia non voti, in Consiglio dei ministri e in Parlamento, alcuna intesa con singole Regioni se prima non saranno interamente finanziati i Livelli essenziali di prestazione, e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud”, ha avvertito.
La richiesta referendaria verrà depositata dal presidente del Consiglio regionale campano, Gennaro Oliviero. In generale, il referendum abrogativo è disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione, che prevede possa essere indetto solo se lo richiedono mezzo milione di elettori o cinque Consigli regionali.
Presto alla Campania potrebbero aggiungersi altre quattro regioni ; Emilia Romagna , Puglia , Toscana e Sardegna che consentirebbero così di raggiungere il requisito costituzionale per l’indizione del referendum. Intanto 34 esponenti di diversi partiti, fra Pd, M5s, Avs, Italia Viva e +Europa, hanno depositato il testo del quesito refendario presso la Corte di Cassazione, che è chiamata a pronunciarsi sui requisiti di ammissibilità del referendum, a partire dalle firme raccolte e dall’idoneità della legge di cui si chiede la cancellazione.
In altre parole, il referendum è riconosciuto, al di là dell’esito, solo se si reca alle urne la maggioranza degli aventi diritto. La legge oggetto del quesito invece, verrà abrogata una volta ottenuta la maggioranza dei voti validamente espressi, cioè se il 50%+1 degli elettori avrà votato “Sì” all’abolizione della norma.
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