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INDAGATO

Liguria, il caso del verbale del figlio di Spinelli: “Toti ci chiedeva finanziamenti illeciti”. Poi fa correggere: “Soldi leciti”

IL FIGLIO DELL’ARMATORE – La frase. Spinelli jr. Nel verbale dinanzi al pm accusa il governatore. Poi la nota: “Volevo dire leciti”

DI MARCO GRASSO

18 MAGGIO 2024

La bomba viene sganciata lunedì. Verso la fine dell’interrogatorio, Roberto Spinelli, rimarca come fosse Giovanni Toti a cercare continuamente il padre Aldo, quasi mai il contrario. Accadeva spesso sotto “campagna elettorale”, dice, e per descrivere il tenore delle promesse fatte dal governatore Spinelli utilizza più di una volta il termine “sceneggiate”. Il pm Luca Monteverde, a quel punto, chiede di essere più preciso: “Ma perché faceva queste sceneggiate? Voleva del denaro?”. Spinelli junior, incalzato dal magistrato, risponde così: “Perché voleva finanziamenti illeciti”.

È una risposta netta, una frase che, all’apparenza, sembrerebbe la conferma di che stanno cercando gli inquirenti: la dimostrazione che le donazioni elettorali di Aldo Spinelli, abitudine che gli era stata sconsigliata in ogni modo dal figlio (“Gli avevo detto che non ne volevo più sapere, perché non volevo finire sui giornali o in un’aula di tribunale”), sarebbero cioè state legate a favori. Davanti a quella risposta, infatti, il pm sembra essere molto soddisfatto: “Va bene, basta”. A quattro giorni da quell’interrogatorio, però, arriva il colpo di scena: Spinelli, attraverso il suo avvocato Andrea Vernazza, smentisce quel passaggio. “Con la presente – scrive l’imprenditore in una comunicazione ufficiale depositata ieri in cancelleria – nego di aver utilizzato l’aggettivo ‘illeciti’, e ritengo, come ho fatto, di aver detto ‘leciti’”. Un incidente simile, a memoria degli addetti ai lavori, ha davvero pochi precedenti. È probabile che il giallo terrà banco anche nei prossimi giorni ed quasi è scontato che, a questo punto, la Procura provveda a una verifica delle fonoregistrazioni, per capire se si è trattato davvero di un errore ed escludere l’ipotesi che si tratti invece di un ripensamento tattico. Va rilevato, infatti, che la trascrizione del verbale, fino a quel momento, non era stata contestata dagli altri presenti: il pm Luca Monteverde, la giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni e il cancelliere. Di certo c’è che la precisazione stravolge il senso di quel verbale e, in modo rocambolesco, alleggerisce anche la posizione del governatore, che sarà sentito dai magistrati nelle prossime due settimane. Sui tempi della convocazione ieri il procuratore capo Nicola Piacente è stato tranchant, rispondendo indirettamente alle polemiche sui tempi troppo lunghi e le anticipazioni della strategia difensiva di Toti (agli arresti domiciliari) veicolate sui giornali attraverso il suo entourage: “Il pm non è tenuto a sentire l’indagato in questa fase, ma l’indagato può fare spontanee dichiarazioni al Riesame, oppure presentare una memori”. Come dire, codice alla mano, in questa fase spetta al pubblico il ministero decidere se e quando sentire il governatore.

Ma torniamo al mistero dell’interrogatorio “frainteso”. Roberto Spinelli esordisce negando ogni addebito: “Io non ho mai dato in cambio per chiedere o favori o niente…”. “Non ho mai dato?…”, domanda il giudice. “Non ho mai dato finanziamenti illeciti, non ho mai promesso …”. Il padre Aldo, dice, era “diventato difficile da gestire: “Gli avevo intimato di non fare più finanziamenti (…) ma lui mi dribblava”. I pm gli chiedono dell’incontro del primo settembre 2021 sullo yacht: “Non mi ricordo, però sicuramente l’ha chiamato Toti mio padre in quell’incontro. Non è che mio padre il primo di settembre si sveglia di chiamare Toti. Siamo appena tornati dalle vacanze e ho in testa Toti? È Toti che l’ha chiamato perché aveva la scadenza elettorale”. Sul casinò e i soggiorni a Montecarlo pagati da Aldo Spinelli al presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, Roberto dice di non aver saputo che pagava tutto il padre. Mentre invece racconta di essere stato informato, ma solo successivamente, dei 13.200 euro dati per il matrimonio della figlia di Signorini, definiti “una cosa grave”: “Io gli ho fatto un mazzo tanto, non posso dire le parolacce, mi ha detto: ‘No, no, me li ridà’”. I pm contestano tuttavia a Spinelli junior due episodi che mostrerebbero come l’imprenditore avesse provato a finanziare Toti senza esporsi in prima persona: una cena elettorale organizzata da Toti che Roberto Spinelli avrebbe cercato di pagare attraverso un collaboratore, per non far figurare la società Punta dell’Olmo, e l’interessamento per un finanziamento attraverso un fondo azionario con cui socio degli Spinelli. “Io ho fatto legge – precisa – e ho studiato negli Usa, non posso chiedere a un fondo di schermarmi. Sarei come mio padre, sarei uno scemo totale, mi scusi. Non faccio una roba del genere perché so già la risposta, mi prendono per scemi quelli di Londra. Ho chiesto di autorizzarmi sperando che non mi autorizzassero”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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