A cura di Lara Crinò, 27 maggio 2023
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È meglio accettare quel che la vita ci assegna, quel che essa ci pone come problema e compito, perché sfuggirvi potrebbe essere molto peggio. È l’ultima lezione di Carl Gustav Jung, quella che vi presentiamo sulla copertina di Robinson in edicola oggi con Repubblica. Raccolte dall’allieva e assistente di tutta la vita Aniela Jaffé e trascritte nel volume In dialogo con Carl Gustav Jung (ora edito da Bollati Boringhieri, con la prefazione di Luigi Zoja), le riflessioni del grande psichiatra svizzero ci invitano a vivere la vita liberandola dalle nevrosi e dalla menzogna: “Oggi posso dire: sono rimasto fedele a me stesso, ho fatto quel che potevo secondo scienza e coscienza. Se sia stato giusto o meno, questo non lo so. Soffrire è stato, in un modo o nell’altro, inevitabile. Ma io voglio soffrire per cose che mi appartengono davvero”. Uno psicoanalista di oggi, Vittorio Lingiardi, ci spiega nelle pagine successive perché leggere ancora le sue opere, e come comprendere il suo metodo di analisi, più alchemico che scientifico. A seguire, come sempre, troverete le recensioni delle novità in libreria e il ritratto di un autore da riscoprire: Luigi Magnani in un ritratto di Bruno Quaranta. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci su Instagram (@robinson_repubblica), Twitter (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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A tutto bookclub: dopo il successo di Jane Eyre, il gruppo di lettura L’isola di Robinson, a cura di Francesca Tamburini, sceglie la nuova lettura del mese. Abbiamo sempre vissuto nel castello, considerato uno dei capolavori di Shirley Jackson, è stato scelto dalla community dei lettori: Jackson, nata nel 1916 a San Francisco e scomparsa nel 1965, venerata da Stephen King che la considera la sua maestra, si è imposta su Gustave Flaubert ed Edith Wharton. Nota alla Gen Z anche per la serie Netflix de L’incubo di Hill House, tratto da uno dei suoi romanzi gotici, è autrice di storie sconvolgenti e disturbanti. Come quella di Mary Katherine e di sua sorella Costance, che vivono recluse in una grande casa nella quale sei anni prima sono morti, probabilmente avvelenati mentre erano a tavola, tutti gli altri componenti della famiglia. Ne parliamo nelle pagine dedicate a TikTok, dove troverete anche le migliori recensioni dei lettori a Jane Eyre di Charlotte Brontë. Ecco il link per iscriversi al bookclub: https://t.me/lisoladicescaerobinson.
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Pamela June Crook, Weekend of 7th and 8th of March (2020-2021)
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Milioni di visualizzazioni dei suoi video su TikTok. Folla da stadio ogni volta che visita una scuola. Un libro, La fisica che ci piace che è ormai un testo cult per migliaia e migliaia di studenti. Vincenzo Schettini, il professore più amato d’Italia, è il protagonista delle nostre pagine Festival. Schettini sarà la “stella” della rassegna Aqua. La filosofia del mare la cui prima edizione si svolge a Jesolo dal 3 al 29 giugno. Ma ci occupiamo anche di La grande invasione di Ivrea, con un testo scritto per noi da Andrés Montero, autore cileno e uno dei massimi scrittori contemporanei dell’America Latina. Infine, oltre alle tradizionali segnalazioni della rassegne da ogni parte d’Italia, ci occupiamo del Festival del giornalismo di Ronchi dei Legionari con 200 ospiti e un tema dominante: la libertà di stampa. A scrivere per noi, il fondatore e presidente dell’Associazione Leali della Notizie, Luca Perrino, organizzatore della kermesse.
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Michelangelo Pistoletto, Ragno del Terzo Paradiso (2010), Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale, Milano
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Il 25 giugno prossimo compie 90 anni ed è più attivo che mai. Michelangelo Pistoletto intanto si sdoppia con due mostre in contemporanea: al Palazzo Reale di Milano e al Chiostro del Bramante di Roma. Ma sarà festeggiato anche in autunno al Castello di Rivoli, oltre che a Biella, ovviamente, nella sua “Cittadellarte”. E la Venere degli stracci resta la sua creazione più profetica e la sua divinità tutelare: “È diventata il simbolo del nostro mondo che crea stracci, rifiuti, plastiche, ma nel 1967, quando l’ho realizzata, eravamo lontani dall’invasione di oggi – racconta a Fiorella Minervino, nell’intervista esclusiva su Robinson – La Venere è l’ideale di bellezza eterna, amore, procreazione. Ne ho trovata una piccola in cemento, una copia da Thorvaldsen, ripresa dai classici greci, romani, dall’800; lei abbraccia gli stracci, i vestiti smessi con le tracce di chi le indossava, sono il passato eterno e il presente in continuo mutare in chi la guarda”.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Makiko Toyofuku per Ti aspetterò (Mondadori)
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Si chiama Ti aspetterò, è stato scritto e illustrato da Makiko Toyofuku ed è uno splendido esempio della forza, leggerezza e delicatezza della produzione per l’infanzia che viene dal Giappone. La storia è quella di una bambina che dimentica la sua pecorella giocattolo su una panchina, ed è narrata tutta dal punto di vista del dolce animaletto che attende il ritorno della sua amica in carne e ossa. Come ci svela una bravissima autrice bestseller italiana che vive a Tokyo e ama tanto quel Paese: Laura Imai Messina. Non perdete il suo racconto, nel nostro spazio dedicato ai libri per ragazze e ragazze.
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Per festeggiare i suoi 50 anni, il teatro Elfo Puccini
di Milano riporta in scena Il vizio dell’arte, uno dei suoi capolavori. Nelle pagine degli Spettacoli, Anna Bandettini ha intervistato il grande drammaturgo inglese Alan Bennett. A 89 anni, l’autore di esilaranti e feroci commedie per la tv, il teatro e il cinema, di sketch e racconti, confessa che non va più a teatro e scrive meno di prima. Ma mentre spiega come nacque, nel 2009, lo spettacolo ora in scena in Italia, rivela una passione intatta per il palcoscenico. E dichiara che l’ironia, più che una scelta, è un tratto inevitabile della sua scrittura. Dietro l’ironia c’è anche rabbia “Lo spero”, risponde.
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Giancarlo Barbati; con cappello e occhiali diventa Giancane in un disegno
di Zerocalcare
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Anche se ancora non conoscete Giancane e il suo nuovo album Tutto male, presto entrerà nelle vostre case. Via Zerocalcare. Perché nella nuova serie, Questo mondo non mi renderà cattivo (dal 9 giugno su Netflix) lancerà indicibili tormentoni quali “Voglio morire”. Ma cosa c’entra Giancane con il fumetto? Moltissimo. È stato lui a chiedere a Zerocalcare un video animato per il suo pezzo Ipocondria. E da lì iniziò tutto: Zerocalcare si inventò un modo di fare i cartoni animati da solo, poi, quando il gioco iniziò a diventare serio, chiamò Giancane per la colonna sonora di Strappare lungo i bordi e, oggi, anche per quella della nuova serie. A sua volta Giancane ha coinvolto un disegnatore per ogni brano dell’album in uscita, e ovviamente c’è anche Zerocalcare. Nell’intervista con Luca Valtorta, in anteprima, anche tutte le novità sulle canzoni scelte da Zerocalcare per la serie.
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Alfonso Berardinelli in un disegno di Riccardo Mannelli
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L’infanzia romana in una famiglia operaia, gli studi con Giacomo Debenedetti, l’amicizia con Hans Magnus Enzensberger. Per Straparlando di questa settimana, Antonio Gnoli ha intervistato Alfonso Berardinelli. Critico letterario eterodosso, refrattario al politicamente corretto e all’unanimismo culturale, fresco vincitore del premio De Sanctis con il suo saggio Un secolo dentro l’altro, Berardinelli confessa passioni e idiosincrasie: “Attacco i grandi, consapevole di non fargli neppure il solletico. Calvino è un perfetto scrittore minore e Pasolini un grande scrittore fallito. Ma sono figure su cui non smetto di riflettere”.
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A Macondo “piovve per quattro anni, undici mesi e due giorni”. Una pioggia traditrice, che a volte cessava, e allora tutti si atteggiavano con “una faccia di convalescente per festeggiare la spiovuta, ma ben presto si abituarono a interpretare le pause come annunci di rincrudimento”. La più celebre delle città inesistenti, l’invenzione fantastica di Gabriel García Márquez in Cent’anni di solitudine, era cresciuta, da villaggio a cittadina, civile, attrezzata: ma le piogge la disfecero. “Si disselciava il cielo con tempeste di strepito, e il Nord mandava uragani che sguarnirono tetti e sfondarono pareti, e sradicarono le ultime ceppate delle piantagioni”. Soprattutto, “la pioggia scombinava ogni cosa, e nelle macchine più aride spuntavano fiori tra gli ingranaggi se non venivano lubrificati ogni tre giorni, e si ossidavano i fili dei broccati e nascevano filetti di zafferano sulla roba bagnata. L’atmosfera era così umida che i pesci sarebbero potuti entrare dalle porte e uscire dalle finestre, nuotando nell’aria delle stanze”. Se ne andarono tutti, tranne Aureliano Buendía e pochi familiari, pensando di essere solo personaggi di un romanzo immaginario.
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