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Formula per un delitto, la vera storia dell’omicidio che fece vomitare Ryan Gosling

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Formula per un delitto, la vera storia dell’omicidio che fece vomitare Ryan Gosling

Il caso Leopold e Loeb sconvolse la Chicago degli anni Trenta: il terribile omicidio perpetrato da due studenti annoiati divenne poi materiale per libri e film come Formula per un delitto

Formula per un delitto, la vera storia dell'omicidio che fece vomitare Ryan Gosling

Formula per un delitto è il film diretto da Barbet Schroeder che va in onda questa sera alle 21.00 su Iris. La pellicola è tratta da un vero fatto di cronaca nera che ha ispirato moltissime opere d’intrattenimento, non da ultimo Nodo alla gola di Alfred Hitchcock.

Formula per un delitto, la trama

Richard Haywood (Ryan Gosling) e Justin Pendleton (Michael Pitt) sono il perfetto esempio di “figli di papà”: ragazzini annoiati dalla vita, che pensano che il denaro possa curare o nascondere ogni cosa, alla ricerca di un’emozione estrema da vivere insieme. Decidono così di voler dimostrare di essere in grado di realizzare il delitto perfetto: per mesi si impegnano nella realizzazione del piano, cercando di stare attenti a qualsiasi dettaglio. Quando finalmente si sentono pronti, i due rapiscono una donna scelta del tutto a caso e la uccidono tramite strangolamento. Dopo aver compiuto l’atto i due non si fermano e creano delle prove utili a incastrare Ray Feathers (Chris Penn), assistente scolastico e spacciatore da cui si serve Richard. Tuttavia, nonostante i loro studi e la loro arroganza, i due assassini si sono lasciati dietro delle tracce che spingono la detective Cassie Mayweather (Sandra Bullock) e il suo partner Sam Kennedy (Ben Chaplin). Richard, coi soldi a coprirgli le spalle, ha un nuovo asso nella manica che potrebbe costare a Cassie il suo lavoro e la sua carriera.

Il fatto di cronaca che ha ispirato il film

Presentato in anteprima al Festival di Cannes nel 2002, Formula per un delitto si ispira a un vero fatto di cronaca che è passato alla storia con il nome de Il caso di Leopold e Loeb. Un caso che forse non è del tutto sconosciuto agli amanti della letteratura, dal momento che esso è stato raccontato dallo scrittore Meyer Levin nel romanzo true crime dal titolo Compulsion, edito in Italia da Adelphi, in cui l’autore cambia i nomi dei due assassini, ribattezzandoli Judd Steiner e Artie Straus, lasciando invariata però la vicenda, tanto che nell’edizione italiana del romanzo in copertina campeggiano proprio i volti dei veri Nathan Leopold e Richard Loeb. I due si conobbero a Chicago, durante l’adolescenza. Nathan Leopold era un ragazzo proveniente da una famiglia altoborghese, che nonostante la grande intelligenza aveva una fragilità fisica ed emotiva che lo portò ad avvicinarsi ancora di più a Richard Loeb, ricchissimo e provvisto di un fascino al quale Nathan, omosessuale represso, non seppe resistere. Loeb era quello appassionato di crimini ed efferatezze e fu probabilmente lui a insistere affinché Nathan lo seguisse più tardi nel suo proposito di compiere il delitto perfetto. Come si legge sul sito della Northwestern, i due studiarono per mesi ogni dettaglio per poter rapire una persona a caso, ucciderla e chiedere un riscatto, senza farsi arrestare. Affittarono una macchina, scrissero la lettera di riscatto con una macchina da scrivere dalla loro scuola e procedettero anche all’acquisto di componenti chimici utili a rendere irriconoscibile il volto della vittima designata.

La scelta ricadde sul giovane Bobby Franks, un ragazzino di quattordici anni di origini ebree come i due assassini. Nonostante la loro attenzione e il loro piano – che prevedeva anche bruciare i propri abiti e abbandonare il corpo del ragazzino ucciso quasi immediatamente – i due ragazzi vennero rintracciati quasi subito. Questo perché Nathan Loeb perse gli occhiali durante i tafferugli: si trattava di occhiali particolari, che nella Chicago degli anni Trenta utilizzavano solo in tre. Il ragazzo cercò di giustificarsi dicendo che aveva perso gli occhiali durante una seduta di bird watching, ma le sue parole così come gli alibi dei due crollarono e i due assassini vennero arrestati, mentre l’opinione pubblica inorridiva davanti al racconto di due ragazzi molto ricchi che avevano ucciso un bambino per noia e che non avevano mostrato alcun rimpianto, al punto da andare a mangiare un hot dog come se niente fosse dopo aver commesso il terribile fatto.Un omicidio terribile che non ha lasciato indifferente nemmeno l’attore Ryan Gosling, che nel film interpreta Richard. Come si legge sul sito dell’Internet Movie Data Base, infatti, l’attore in procinto di arrivare al cinema con il film su Barbie finì col dare di stomaco dopo aver concluso la scena dell’omicidio. Leonard e Loeb vennero graziati dalla pena di morte grazie al lavoro del loro avvocato difensore: vennero dunque condannati all’ergastolo. Loeb morì nel 1936 a seguito delle ferite riportate per mano di un compagno di cella. Leopold divenne invece un carcerato modello e durante la prigionia venne raggiunto da Levin, che gli chiese di aiutarlo a scrivere un romanzo sull’omicidio: nel 1956 Compulsion sarebbe arrivato nelle librerie. Leopold morì nel 1971 a 66 anni per un attacco di cuore, dopo aver ottenuto la libertà nel 1958, dopo trentatré anni di carcere, come si legge su Crime Library.

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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