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Avezzano (AQ). Continua la tradizionale produzione vinicola grazie alla Cantina ‘del Fucino’

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Un plauso al presidente Lorenzo Savina.

Nei secoli passati, le attività delle popolazioni della Marsica erano quasi esclusivamente quelle della pesca nel lago del Fucino, della coltivazione dei terreni situati intorno al lago, e della pastorizia legata al fenomeno della transumanza.

Una delle attività connesse con l’agricoltura (e molto diffusa nella zona attorno al Fucino, quando c’era ancora il lago) era certamente la vendemmia.

Vigneti dovevano essercene in abbondanza lungo le coste del lago, stando almeno alle dichiarazioni risultanti dai documenti d’archivio e dalle memorie dei viaggiatori stranieri che venivano a visitare l’Abruzzo.

Con lo scopo di regolare proprio i variabili livelli del lago del Fucino, tra il 41 e il 52 d.C. Claudio fece costruire una maestosa opera: sei cuniculi di servizio inclinati e trentadue pozzi, salvaguardando così i paesi ripuari dalle inondazioni e bonificando i terreni fucensi rendendoli coltivabili.

Grazie ad essi, le acque del lago defluirono attraverso il ventre del monte Salviano dal territorio di Avezzano lungo la galleria sotterranea di quasi sei chilometri fino a confluire nel fiume Liri sul versante opposto della montagna, sotto il borgo antico di Capistrello.

Durante le invasioni barbariche il canale principale, non più mantenuto si ostruì definitivamente.

Secoli dopo, a cominciare dal 1854, Alessandro Torlonia realizzò un nuovo canale lungo oltre 6 chilometri ricalcando, in buona parte l’emissario claudiano.

Nel 1902 l’opera idraulica è stata inclusa tra i monumenti nazionali italiani; l’area dei cunicoli rappresenta un sito d’interesse archeologico e speleologico, dotato di un parco, inaugurato nel giugno del 1977 col fine di tutelare e valorizzare l’intera opera.

Non è da meravigliarsi, dunque, se prima del terribile terremoto del 1915, ogni casa di Paterno, compresa l’Abbazia, aveva una cantina sotterranea per la lavorazione e la conservazione del vino e lungo la strada principale, che passava in mezzo al paese in direzione Avezzano: nello spazio di cento metri c’erano ben tre cantine pubbliche, che vendevano il vino ai numerosi acquirenti, provenienti dai diversi paesi della Marsica.

A ciò si aggiunga l’esistenza dell’Arco di Paterno, stazione di sosta lungo la Tiburtina Valeria, molto nota nell’antichità per il vino che veniva servito, dove i viandanti sostavano prima di continuare il loro viaggio verso L’Aquila o verso Sulmona.

Dopo quanto detto, allorchè si incominciò a parlare dell’ubicazione della Cantina Sociale, promossa dall’Ente per la Valorizzazione del Fucino, non fu difficile scegliere Paterno come sede più adatta, sia per la sua posizione centrale facilmente e comodamente raggiungibile, sia, soprattutto, per la sua tradizionale e innegabile vocazione vinicola.

Il prosciugamento del Fucino, nella seconda metà del 1800, con il conseguente abbassamento della mitezza del clima; il passaggio dell’autostrada A 25, nella seconda metà del 1900, che ha sottratto alla coltivazione della vite la parte migliore dei terreni collinari, non hanno compromesso definitivamente l’approvvigionamento e la lavorazione delle uve, anzi, hanno sollecitato gli amministratori a trovare nuove soluzioni.

Non tutti sanno, però, che la Cantina del Fucino, può vantare un patrimonio storico e culturale niente affatto trascurabile.

La vera ricchezza locale risiede nell’agricoltura, favorita dal prosciugamento del lago, dalla posizione assolata, dalla mitezza del clima e dalla fertilità del terreno.

Come testimoniato da numerosi scritti di epoca romana, le terre di Paterno, sono sempre state ricche di uliveti, frutteti, e soprattutto vigneti, dunque la tradizione vinicola è ben radicata nel territorio.

Già dal 1958 la Cantina del Fucino poteva contare su un impianto di circa 16.000 ettolitri, che unito a una forte passione, che spingeva i primi soci fondatori, la portarono a divenire un fulgido esempio come anche l’entroterra del territorio abruzzese poteva dare molto a chi ne apprezzasse i doni della terra.

La realtà della Cantina rispecchia appieno quelli che sono i riflessi della terra in cui nasce: un misto di passato e di presente, di agricoltura e tecnologia, racchiudendo nel vino prodotto, i sapori, gli odori e le tradizioni del luogo.

Nel 2008 i cinquant’anni di storia dell’attività, di cooperazione e di forte legame con il territorio, il tutto celebrato e festeggiato con la grande novità Montepulciano d’Abruzzo Scabino, etichetta prodotta e invecchiata appositamente per l’evento. Ad ottobre 2009, raggiuge un altro traguardo quello della Certificazione ISO 9001:2008.

Oggi la Cantina del Fucino è una solida realtà, aperta alle sfide derivanti dalle nuove tecniche di lavorazione, ma soprattutto dai gusti sempre più esigenti e raffinati dei consumatori, sempre al passo con i tempi, senza mai restare indietro: la Cantina ha seguito le evoluzioni che man mano si sono avute nel mondo enologico sia dal punto di vista tecnico-produttivo che commerciale.

Nonostante la crisi economica-finanziaria in atto, vanta una discreta fetta di mercato, grazie all’ottimo rapporto qualità-prezzo.

I vini prodotti che hanno concorso a competizioni Nazionali e internazionali, si sono sempre classificati in ottime posizioni, da ricordare lo Scabino 2006 I classificato al “II, confronto enogastronomico Abruzzo-Emilia Romagna-Toscana”, Montepulciano d’Abruzzo Noemo premiato con il Diploma di Gran Menzione al Vinitaly 2011, Cerasuolo d’Abruzzo “Fonte Vecchia” premiato con la Medaglia di Bronzo al Vinitaly 2015: questi sono soltanto alcuni dei riconoscimenti ottenuti.

Ogni informazione relativa alla Cantina e ai prodotti commercializzati è visionabile sul sito www.cantinafucino.it.

Un vero plauso va al presidente della cantina del fucino, Lorenzo Savina, che riferisce:

”Oggi è un vero peccato che si sia perso l’artigianato: un grande motore per l’economia locale e non solo.

E noi nel nostro piccolo cerchiamo di mantenere la tradizione producendo i nostri vini“.

(Di Lorena Fantauzzi– Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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