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Politica Italiana. Destra in evoluzione… e, con la grinta di sempre, ‘il Cavaliere’ vuol tornare al Senato

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La scure di B. sulla giustizia Governo: Moratti e Figliuolo.

Le DESTRE L’ex premier torna in Senato per cancellare la Spazzacorrotti, la squadra: Letizia alla Sanità e il generale con Salvini all’Immigrazione.

Vuole riprendersi quello che, a suo dire “illegittimamente”, gli è stato tolto. Cioè il seggio al Senato da cui fu cacciato con ignominia nel 2013 dopo la condanna per frode fiscale. Così Silvio Berlusconi, a quasi 86 anni, ha deciso: si candiderà alle prossime elezioni dopo essere stato riabilitato dalla giustizia italiana.

L’ipotesi era nell’aria da giorni ma il leader di Forza Italia l’ha ufficializzata ieri: “Penso che mi candiderò al Senato, così faremo tutti contenti, dopo aver ricevuto pressioni da tanti, anche fuori da Forza Italia” ha detto ai microfoni di Radio Anch’io. “È una questione di orgoglio”, ha detto ai suoi collaboratori. La notizia in poche ore ha fatto il giro di tutti i siti internazionali che hanno parlato del “ritorno” e della “rimonta” dell’ex premier condannato per frode fiscale. Berlusconi si candiderà capolista in cinque collegi proporzionali: sicuramente a Milano, Roma e Napoli, incerti gli altri due. Non è esclusa anche la corsa in un collegio uninominale, probabilmente quello che comprende Milano, San Giovanni e Monza, dove può contare sull’apporto dei tifosi della squadra locale di cui è proprietario.

Il leader di Forza Italia ha anche cercato di fare il padre nobile della coalizione dichiarandosi disponibile a vedere Giorgia Meloni alla presidenza del Consiglio in caso di vittoria del centrodestra: “Se sarà Giorgia, sono sicuro che si dimostrerà adeguata a questo difficile compito”. E proprio Meloni ieri ha cercato di tranquillizzare la stampa internazionale che da giorni la dipinge come un pericolo per la stabilità del Paese: la leader di Fratelli d’Italia ha registrato un video in tre lingue – spagnolo, francese e inglese – inviato ai giornalista della stampa estera in cui ha assicurato che, in caso di vittoria del centro-destra, l’Italia non perderebbe i fondi del Pnrr. Inoltre ha preso chiaramente le distanze dal fascismo: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”.

Poi Meloni ha chiarito che non cambierà la politica estera italiana restando solidamente nell’Ue e rivendicando il suo ruolo di presidente del gruppo europeo Conservatori e Riformisti: “La nostra collocazione nel campo occidentale è chiara e cristallina, come abbiamo dimostrato ancora una volta condannando senza se e senza ma la brutale aggressione russa all’Ucraina”. Un modo per rassicurare, ancora una volta, le cancellerie e i mercati internazionali.

Berlusconi non solo tornerà in Parlamento ma sogna anche la grande riforma della giustizia che, nei suoi anni di governo, non è riuscito a fare. Nel programma del centrodestra chiuso martedì sera e che sarà presentato dai leader la prossima settimana, Forza Italia infatti ha fatto inserire un capitolo dettagliato sulla riforma della giustizia.

Se nella prima bozza si parlava genericamente di “riforma del processo penale” e di “stop ai processi mediatici”, nel testo finale sono state specificate meglio le riforme da proporre: si punta “all’effettività del giusto processo” (riforma della coppia Alfano-Ghedini), allo “stop al processo mediatico” (nuovi bavagli per pm e giornalisti) e soprattutto alla “razionalizzazione dei riti alternativi e della prescrizione processuale”.

L’obiettivo, spiegano due dirigenti azzurri, è quello di superare la legge Cartabia sulla prescrizione (considerata troppo “giustizialista”) e quel che resta della Spazzacorrotti di Alfonso Bonafede per tornare alla cara vecchia ex Cirielli che la faceva scattare subito per molti reati dei colletti bianchi.

Torna anche un altro cavallo di battaglia degli anni d’oro del berlusconismo: la separazione delle carriere.

Chiuso il programma, il centrodestra può concentrarsi sulla compilazione delle liste da chiudere entro il 22 agosto e sui possibili ministri.

Meloni è concentrata sulla formazione del governo e ieri a Panorama ha parlato di “esecutivo politico” con “ministri tecnici”.

Nelle ultime ore sta emergendo il nome della vicepresidente della Regione Lombardia e assessore alla Sanità, Letizia Moratti: nei giorni scorsi ha annunciato la sua volontà di candidarsi in regione con una lista civica anche se il centrodestra non la dovesse sostenere.

Ma alla fine, dopo il voto, potrebbe rinunciare alla corsa in solitaria per non spaccare il centrodestra e accettare un ministero di peso a Roma: si parla di lei per sostituire Roberto Speranza alla Sanità in quota FdI, dicono due fonti parlamentari.

Altre figure legate alla pandemia torneranno in caso di vittoria del centrodestra. Il virologo Matteo Bassetti sul Corriere si è autocandidato come ministro della Salute: “Sono a disposizione, Speranza è stato un disastro: serve un infettivologo”.

Se così non sarà Bassetti potrebbe entrare in Parlamento: si parla di una sua candidatura con Lega o FdI (ma i meloniani smentiscono), ma Bassetti è corteggiato anche da Matteo Renzi. A

nche l’ex dg Rai Mauro Masi viene dato al Ministero della Cultura per sostituire Dario Franceschini.

L’obiettivo di Matteo Salvini, invece, è quello di portare con sé al Viminale Francesco Paolo Figliuolo, già commissario straordinario all’emergenza covid: vorrebbe nominarlo commissario straordinario all’immigrazione per far digerire al Colle il suo ritorno al Ministero dell’Interno.

Ieri però il centrodestra si è spaccato sulle regionali in Sicilia.

La Lega ha fatto fare un passo indietro al candidato Nino Minardo per sostenere la forzista Stefania Prestigiacomo.

Salvini poi ha sentito il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè e Prestigiacomo dando il suo via libera. Miccichè ha parlato di accordo fatto: “È lei la nostra candidata”.

Nel frattempo il governatore Nello Musumeci si è ritirato: “Basta al mercato nero dei nomi, trovatevi un altro”.

Se la candidatura di Prestigiacomo sembrava cosa fatta, in serata è arrivato lo stop di FdI: “Per noi il miglior candidato resta Musumeci – ha twittato Meloni – non sosterremo un candidato che saliva a bordo della Sea Watch col Pd”.

 

(Di Giacomo Salvini – Fonti: Fatto Quotidiano -Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

 

 

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