Da Pago Veiano (BN) a Castel Campagnano (CE) l’inchiesta sui rifiuti che ha portato a tre arresti, compreso il sindaco sannita
Sembra incentrata proprio sul comune di Castel Campagnano
l’inchiesta che, attraversando anche l’irpinia, è per ora focalizzata sul Comune di Pago Veiano, in provincia di Benevento, ove ha suscitato particolare scalpore il triplice arresto operato nelle scorse settimane, su mandato della Procura di Santa Maria C. Vetere, dagli agenti della Guardia di FInanza Piedimonte Matese che, con la doppia accusa di corruzione e turbativa d’asta, hanno proceduto all’arresto del sindaco Mauro De Ieso, di un suo fidato tecnico nonché di un imprenditore di Dugenta (BN).
L’indagine, a quanto trapelato, inizialmente svolta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Aldo Policastro, in relazione ad un’ipotesi di frode in pubbliche forniture nel servizio Igiene Urbana del Comune di Castel Campagnano (CE) da parte di GIEMME Ambiente srl., sarebbe stata poi estesa a due lucrosi appalti, per il rifacimento di una strada provinciale e la costruzione di una scuola elementare, per un totale di circa cinque milioni di euro.
Tornando al primo filone d’indagini, l’impresa si sarebbe aggiudicato il relativo appalto sulla scorta dì un’offerta comprensiva di impiego e utilizzo automezzi a basso impatto ambientale e altre attività che, però, in concreto non risultavano in possesso né nella disponibilità di GEMMEE e che non venivano utilizzati per il servizio appaltato.
L’attività investigativa avrebbe consentito di appurare che un rappresentante di ‘Irpina Global Service”, impresa di Cervinara, in provincia di Avellino, cui GIEMME si sarebbe rivolta per il noleggio degli automezzi, ha riferito che GIEMME aveva poi fatto sapere di non essere più interessata ai relativo noleggio – seppure l’utilizzo di tali automezzi fosse stato esplicitamente inserito nell’offerta per l’aggiudicazione dell’appalto.
Sulla scorta di tale ipotesi delittuosa, l’ufficio di Procura inizialmente interessato intraprendeva attività di intercettazione telefonica, ambientale e telematica.
Le acquisizioni di tali attività captative consentivano di appurare che GIEMME Ambiente srl, formalmente rappresentata da F. G. era di fatto amministrata e gestita dal fratello, F. M., attuale indagato, e dalla moglie B. D.
Il medesimo F. M. titolare anche formalmente di F. srl, di fatto, poi, gestiva anche Costruzioni T. srl, legalmente rappresentata da M. A.
Agli arresti domiciliari con l’accusa, a vario titolo, di corruzione e turbativa di gara, sono quindo finite tre persone: Mauro De Ieso, 54 anni, sindaco di Pago Veiano – prontamente sospeso dal prefetto, Michele Formichella, 50 anni, di Dugenta, e Luigi Rito Pennucci, 59 anni, di Benevento, arrestati e posti ai domiciliari dalla guardia di finanza, Tenenza di Piedimonte Matese.
L’operazione, attuata nella mattinata di mercoledì 27 luglio 2022, rappresenta uno stralcio dell’indagine che a fine anno 2020 era stata scandita da una serie di perquisizioni su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
Per conseguenza, nel mirino degli inquirenti sono finite, in particolare, due gare: una relativa alla realizzazione di una scuola, l’altra di una strada, ma non possono escludersi altre eclatanti iniziative, compreso il totale scagionamento dei vari inquisiti.
Di seguito il comunicato del 27 luglio
Nella mattinata odierna, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un Sindaco di un Comune della Provincia di Benevento, di un imprenditore edile e di un tecnico di fiducia del Sindaco e dell’imprenditore, raggiunti da gravi indizi di colpevolezza in ordine alla commissione di più delitti di corruzione e turbata libertà degli recanti, volti ad agevolare e consentire l’aggiudicazione in favore di imprese riconducibili allo stesso imprenditore di due gare di appalto del valore complessivo di euro 5.000.000,00, relative alla realizzazione di una scuola elementare e al rifacimento di una strada provinciale.
Le attività di indagine, intraprese inizialmente presso la Procura della Repubblica di Santa Mafia Capua Vetere e poi trasmesse per competenza a questo Ufficio, si articolavano in lunghe e complesse attività di intercettazione, servizi di o.c.p. da parte della polizia giudiziaria operante, e acquisizioni documentali.
Il compendio probatorio raccolto e condiviso dal GIP nell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale oggi eseguita consentiva di acquisire gravi indizi in ordine all’intercessione del Sindaco con i componenti delle commissioni di gara, allo stato non individuati, al fine di consentire l’aggiudicazione a società riconducibili allo stesso imprenditore dei più importanti lavori pubblici da svolgersi nel territorio comunale, con l’ausilio del tecnico di fiducia per la predisposizione della documentazione amministrativa.
In particolare, l’attività di agevolazione dell’imprenditore iniziava con l’ individuazione dei lavori da aggiudicare prima ancora della formale pubblicazione del bando di gara, proseguendo con la turbativa della gara ed il continuo confrontarsi tra loro anche per i dettagli più trascurabili, al fine di eliminare i concorrenti.
L’accordo criminoso contemplava la corresponsione al Sindaco e al tecnico di fiducia di un corrispettivo, per una somma non inferiore ad euro 90.000,00, il “prezzo corruttivo”, per favorire l’imprenditore nell’aggiudicazione di gare, nonostante le società allo stesso riconducibili fossero prive dei necessari requisiti professionali di partecipazione alla gara con la corresponsione anche a commissari di gara, non ancora identificati, di una somma compresa tra 4000.00 e 5000,00 euro ciascuno.
Inoltre, l’accordo non si concludeva neanche con l’aggiudicazione, ma proseguiva nella fase successiva, quella della impugnativa da parte del concorrente davanti al TAR, così moritorandone lo sviluppo.
Con riferimento all’esecuzione dei lavori per la scuola elementare, la direzione dei lavori veniva affidata proprio al tecnico di fiducia del Sindaco, cosi come preventivato dagli indagati prima ancora della pubblicazione del bando di gara, incidendo l’accordo corruttivo anche sul regolare svolgimento della relativa gara. Il tenore perentorio delle espressioni utilizzate consente di ravvisare un vero e proprio modus operandi da parte del Sindaco, determinato nel pretendere il pagamento della propria tangente nell’ambito di ogni gara di appalto, quale compenso per il coordinamento tra il suo tecnico di fiducia e le commissioni di gara, sulle quali esercitano la loro influenza.
Tali circostanze evidenziano non solo la gravità dei fatti, ma anche una certa abitualità tipica di chi è dedito a “gestire” le gare e ad orientarle a proprio piacimento, preordinandone l’aggiudicazione anche prima della pubblicazione, come di fatto è avvenuto per la gara relativa ai lavori della scuola.
La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.
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