‘Caso Mollicone’: mera resa per una verita non trovata o forse non abbastanza cercata?
Alla ricerca della verità:
Il Corsivaccio (di Ferdinando Terlizzi)
Il tema centrale è la verità!
Una verità che per cercarla non sono bastiti 150 testimoni, 152 udienze e 21 anni di indagini. Ma quale verità?
La verità dell’accusa, quella della difesa, quella dell’opinione pubblica Mi domando qual è la verità?
Forse è meglio quella verità “del non sapere”.
Ricordo una frase lapidaria un giorno in una intervista a Giovanni Leone ( uno dei difensori del dottor Aurelio Tafuri autore di un efferato omicidio dal cui processo ho tratto il mio libro “Sesso, woyeurismo e follia omicida”) in risposta ad una precisa domanda sulla verità processuale.
Leone dopo aver spiegato che esistevano le diverse verità delle parti (difesa, accusa, opinione pubblica) mi freddò: ”La verità… è inafferabile!”-
Mi è venuto in mente questo passaggio – l’altro giorno – quando scrivevo il pezzo sulla sentenza del processo Mollicone.
Mi è molto piaciuto, l’incipit del pezzo dell’inviato de Il Mattino, Valeria Di Corrado: “…Per la giustizia italiana a uccidere Serena Mollicone non è stata la famiglia Mottola, ma per la piazza “gli assassini sono loro”.
Tutto si è dissolto come neve al sole in una sole frase: “il fatto non sussiste” (ma, ahinoi, la morta si)!
(di Ferdinando Terlizzi – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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