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Oliviero Diliberto: “Il disastro al concorso per magistrati inizia con i guai dentro i licei”

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Oliviero Diliberto: “Il disastro al concorso per magistrati inizia con i guai dentro i licei”

EX MINISTRO – Oggi è preside di Giurisprudenza alla Sapienza: “All’università arrivano ragazzi con lacune formidabili. Elementari, medie e superiori da riformare”

DI ANTONELLO CAPORALE 

23 MAGGIO 2022

Punto, punto e virgola e punto e a capo. Davvero cervelli o piuttosto sinceri asinelli? Il concorso in magistratura si è appena consumato ed è successo il patatrac: dei 3.797 candidati presentatisi all’esame scritto solo 220 hanno diritto a provare l’orale. Bocciati la quasi totalità degli aspiranti giudici.

Non ci posso credere. Davvero è accaduto?

Vero, purtroppo. Oliviero Diliberto è stato ministro della Giustizia, oggi è preside di Giurisprudenza della Sapienza, la facoltà più forte in Italia, la 44esima nel mondo su 12 mila selezionate.

Li ricevo freschi di liceo, la materia che insegno (Istituzioni di diritto romano ndr) è studiata al primo anno di Giurisprudenza. Noto che non hanno cognizioni di base, che c’è un vuoto pneumatico e semantico, un deficit culturale profondo. Per dirle: quando accenno all’imperatore Costantino scruto volti incerti, di esuli in territorio nemico.

Non è che abbiamo spinto un po’ troppo in là l’autostima verso noi stessi? Il talento italiano, e bla bla bla bla…

I cervelli in fuga sono un fatto o pura fantasia?

Un fatto, sì.

Accogliamo nella mia università tanti ragazzi europei con il programma Erasmus. Sono più preparati i nostri. Ed è un secondo fatto.

Professor Diliberto, l’abbiamo conosciuta in Parlamento come un comunista dogmatico. Le note a verbale dei commissari d’esame riferiscono però di candidati che avranno fatto pure una buona università ma una pessima scuola media e anche elementare. Non conoscono la punteggiatura, non solo la natura delle obbligazioni. Non sanno cos’è la consecutio temporum, prima ancora di approfondire i caratteri di un decreto legge.

È certo che la qualità dell’istruzione pubblica fino ai diciotto anni è piena di vuoti. Se non ripariamo subito questa voragine…

L’università è senza colpa?

Nessuno può dirsi innocente, ma venga alla Sapienza. La preparazione media è alta. E ci sono delle controprove che statuiscono questa eccellenza didattica: i cinesi hanno scelto la nostra università e non quella di Berlino, per dire una tra le più prestigiose, per i loro corsi europei, le loro note di aggiornamento. Qualche motivo ci sarà.

Intanto registriamo questa debacle.

A occhio sembra anche a me.

Troppi asini, e troppi asini che vogliono fare addirittura i giudici. Già c’è l’enorme polemica sulla giustizia giusta, l’esercizio approssimato della legge, la ridotta misura dell’agire pubblico.

L’istruzione scolastica deve fare un salto di qualità. Elementari, medie e superiori da riformare. Bisogna qualificare la figura civile di quello che un tempo si chiamava maestro, di colui o colei che insegna. Il maestro aveva una reputazione pubblica formidabile. Ecco, oggi non più. Ed è dovuta a due concomitanti fattori: una preparazione alla didattica molto più modesta, figlia di un giudizio sul livello minimo della responsabilità sociale dell’insegnamento. E la retribuzione così bassa al punto che il reclutamento dei prof subisce sistematicamente l’allineamento verso il basso (in alcuni casi verso il molto basso).

I ragazzi che riceve in facoltà, quelli del primo anno, un po’ la spaventano?

Hanno lacune formidabili.

La ministra Cartabia ha appena annunciato un nuovo reclutamento straordinario per cinquecento giovani magistrati in luglio.

Bisognerebbe anche riparametrare le modalità della selezione.

Riparametrare. Cioè renderle più semplici, di facile accesso?

Non più semplici, magari un po’ più duttili. Immagino che i testi siano figli di una rigidità che esclude anche chi non è asino.

Il giudice Poniz, commissario d’esame, s’è messo le mani nei capelli. Riferisce che neanche la punteggiatura è rispettata, andare a capo è divenuto un problema. La grammatica pare scoglio insormontabile.

Ahia.

La giustizia italiana già è messa male.

Facciamo intanto uscire il meglio che c’è. Abbiamo bisogno delle energie vitali dei giovani.

Speriamo che studino però.

Speriamo che capiscano ciò che studiano. E speriamo che li si aiuti a comprendere.

Punto, punto e virgola e quando è necessario punto e a capo.

Ecco.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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