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Aniello Sdino, il ricordo

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Uomo semplice, si votò alla regola laica di San Francesco: una lapide e l’intitolazione della sala giovani per ricordare Aniello Sdino

di Stanislao Scognamiglio

SANT’ANASTASIA | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI A un anno dal decesso, alle 10.30 di domenica 1 maggio, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova, officiata dai Frati Minori Conventuali, si è tenuto un rito funebre in suffragio di Aniello Sdino.

In occasione del primo anniversario dalla sua scomparsa, i frati della comunità minoritica anastasiana, hanno voluto tramandare il suo ricordo intitolando al suo nome una delle sale del piano terra del convento di Sant’Antonio.

Pertanto, subito dopo la celebrazione della Santa Messa, presieduta da padre Roberto Sdino, figlio del compianto Aniello, in molti, giovanissimi, adolescenti, giovani e adulti, si sono portati nel chiostro per inaugurare la sala destinata all’uso dei partecipanti ai gruppi di vita francescana (Araldini e GiFra).

Alla presenza della vedova Anna Maria Paciolla, delle figlie Carla, Maryanne, Tonia, di altri familiari e di quanti lo hanno conosciuto e amato, è stata scoperta la targa posta a lato dell’ingresso e benedetta la “sala giovani”.

È stato questo un grande riconoscimento a un uomo che, oltre a dedicarsi alla propria famiglia, con lo stesso impegno e dedizione, ha saputo e voluto riservare gran parte della sua vita comunità civile e alla gioventù francescana in particolare.

Aniello Sdino, persona umile e di buon cuore, infatti, può senz’altro dirsi una figura poliedrica:

  • operaio alla FAG, attivista sindacale, ha partecipato alle attività tese alla salvaguardi dei diritti dei lavoratori;
  • militante di partito di sinistra, è stato impegnato nella crescita civile e sociale del comune in cui ha vissuto. È stato tanto stimato dai locali avversari politici, al punto di essere più volte invitato dal direttivo del partito di maggioranza a esprimere il suo parere su alcune questini di particolare interesse;
  • attore teatrale e cantante, ha calcato le scene con compagnie amatoriali;
  • cattolico praticante, scegliendo di seguire l’esempio di San Francesco, ha aderito alla spiritualità francescana. Terziario francescano, ha svolto l’attività di catechista dei ragazzi che si apprestavano a ricevere la Prima Comunione e quella di animatore degli Araldini e della Gioventù Francescana. Coadiuvato alla moglie, per ben venti anni, tanti bambini e giovani hanno trovato in lui una figura paterna. La … sua devozione verso Gesù e San Francesco non lo hanno mai distolto nel donarsi ai ragazzi, anche durante la pandemia … ingenerata dal Covid 19.

Ha, di fatto, continuato a svolgere la sua attività di catechista leggendo favole ai più piccoli in streaming. Verso la metà dell’anno 2021, nonostante venisse colpito da una gravissima malattia: leucemia mieloide acuta. Sempre gioviale, allentate le restrittive misura sanitarie anticontagio, ha voluto mantenere il diretto contatto con i suoi ragazzi.

L’aggravarsi della malattia l’ha portato via al mondo Terreno, … lasciando un gran vuoto, non solo nella comunità religiosa di cui faceva parte ma nell’intera cittadinanza anastasiana, il paese con lui ha perso uno dei suoi figli migliori.

Militante politico, aveva abbracciato con entusiamo la regola laica francescana. Animo semplice, parlando al suo unico figlio maschio soleva dire: San Francesco ha preso te e non me.

Di seguito, la toccante lettera ideale scritta da suo figlio Roberto:

Ed è passato un anno da quando sei per sempre Babbo. E insieme alla tua/nostra seconda famiglia, la comunità parrocchiale abbiamo deciso che tu, possa ancora dire e fare la tua parte, attraverso l’intitolazione a tuo nome di una sala che i giovani useranno per “incontrarsi”. Tu che sei stato sempre Babbo, sin da giovane, e poi dei tuoi fratelli, dell’arte della canzone e del teatro che tanto amavi e poi dei compagni operai, Si forse non tutti sanno del tuo impegno  nei sindacati, uomo di sinistra che ha saputo poi coniugare il tutto alla luce del Vangelo, prima nel mondo del lavoro, poi una volta in pensione, dedicando te stesso ai più giovani della parrocchia, formando generazioni, per circa un ventennio! Zio Aniello così i ragazzi ti chiamano ancora, ma più che zio erinun babbo, dolce, comprensivo e anche severo quando ci voleva. Hai speso la tua vita per ognuno, fino alla fine, nonostante la tua malattia, sei voluto restare accanto ai bambini leggendo favole online, mediante social! Adesso il tuo nome è impresso nella pietra, ma ciò che mi inorgoglisce di più è che il tuo nome sia impresso nel cuore di uomini e donne di domani che hanno saputo cogliere il tuo insegnamento, ovvero la via di Gesù attraverso S.Francesco. Sei per sempre Babbo, e grazie per tutto ciò che sei stato!

Tuo figlio Robb

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L’articolo Aniello Sdino, il ricordo proviene da Lo Speakers Corner.

(Fonte: Lo Speakers Corner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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