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1957, Santa Maria Capua Vetere – Con un solo colpo al cuore  ucciso dal fratello della sua amante. Domani tutti i particolari su Cronache di Caserta –

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1957, Santa Maria Capua Vetere – Con un solo colpo al cuore  ucciso dal fratello della sua amante. La condanna a 25 anni di reclusione per omicidio.   La conferma in Cassazione.  

I processi di Cronache. Ferdinando Terlizzi  ricostruisce i retroscena del delitto e dei processi contro Giuseppe Di Monaco che nel 1957, a pochi passi dal Palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere, uccise Salvatore Fusco,  amante della sorella ex prostituta di bordello. Con il fidanzamento della donna, ritiratasi dal turpe mestiere  e promessa sposa di Giuseppe Di Monaco, il giovane perse la ‘mercede’ che riceveva dalla sorella quando si prostituiva. Al colmo dell’ira vibrò un colpo all’addome dell’avversario e fuggì. Accusò falsamente la sorella di avergli promesso 100 mila lire per l’uccisione del suo amante… ma non era vero. La Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere (Presidente, Prisco Palmieri; giudice a latere, Guido Tavassi; pubblico ministero, Adriano De Filippis; giudici popolari: Elisa Di Pietrantonio, Michel Del Vecchio, Rosa Di Francesco, Emma Manna, Giuseppe Santoro e Giuseppe Lerro; cancelliere, Domenico Aniello e ufficiale giudiziario, Giuseppe Girardi), emise una  condanna  a 26 anni di reclusione per omicidio. Il Procuratore Generale della Corte di Appello di Napoli De Nigris, preannunciava l’appello contro la sentenza  evidenziando che la causale dell’omicidio consumato dal Di Monaco era da considerarsi abietta e  che l’imputato uccise il Fusco amante della sorella spinto da odio derivante dalla preoccupazione di non poter continuare a sfruttare i guadagni ricavati fino ad allora dalla prostituzione della congiunta.  Nel 1962, a 5 anni dal delitto, la III sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ( Duilio Grassini, presidente; Corrado Di Salvo, giudice consigliere; procuratore generale, Rodolfo Gargiulo) condannava Giuseppe Di Monaco, in parziale riforme della sentenza di primo grado a 25 anni e mesi 8 di reclusione e a 3 anni di  colonia penale come chiesto dal Procuratore Generale. Gli avvocati impegnati nel processo furono: Guido Cortese, Mario Zarrelli e Carlo Cipullo. Tutti i particolari di questi processi nella 19esima puntata che sarà pubblicata Lunedì  7 marzo   in “Cronache di Caserta”.

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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