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D’Alema, il vero comunista: barche, vino, affari e baffi

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IL CASO

Armi&affari, così D’Alema mirava all’America Latina

IL “LEADER MAXIMO” – La vicenda riguarda la trattativa, rivelata da Sassate.it, tra Leonardo e Fincantieri e la Colombia, per la vendita di 4 navi da guerra, due sommergibili e 24 caccia M346, per totali 5 miliardi di euro

DI VINCENZO BISBIGLIA E LUIGI FRANCO
3 MARZO 2022

Non solo Colombia. Non ancora chiusa la vendita di navi e aerei da guerra al governo di Bogotà, il “consulente” Massimo D’Alema già guardava ad altri Paesi del Sudamerica. Lo dice proprio l’ex premier durante la call del 9 febbraio cui partecipa un consulente della Colombia e un’interprete. “Noi vorremmo collaborare – dice D’Alema, registrato – anche in altri Paesi dell’America Latina”. L’interlocutore risponde: “Noi abbiamo interessi in Argentina, Uruguay e Paraguay”. La vicenda riguarda la trattativa, rivelata da Sassate.it, tra Leonardo e Fincantieri e la Colombia, per la vendita di 4 navi da guerra, due sommergibili e 24 caccia M346, per totali 5 miliardi di euro. Affare, saltato, che doveva essere mediato dallo studio legale Robert Allen Law di Miami, indicato da D’Alema ai due broker italiani accreditati in Colombia. Questi a ottobre 2021, a un incontro della Fondazione Italianeuropei, presieduta da D’Alema, chiesero all’ex premier di entrare in contatto con i vertici delle due partecipate dello Stato italiano. E il 10 dicembre 2021 il “leader Maximo” aveva già ricevuto dalla “equipo” di lavoro colombiana informazioni su altri affari nel paese sudamericano, tra cui un business da 395 milioni di dollari su Porto Magdalena.

Il Fatto ora scopre l’esistenza di un no disclosure agreement tra Leonardo e lo studio Allen, cui sarebbe seguito, concluse le verifiche, un incarico di assistenza nella negoziazione con la Colombia, mai firmato. Eppure lo studio Allen ha ricevuto un documento di 15 pagine, intitolato “M-346 Fighter Attack to Colombian Air Force – Main Proposal”. Dalla società sostengono che non si tratti di una vera offerta, ma di un “un listino prezzi” e che per l’offerta ci sarebbe voluta l’autorizzazione dello Uama (Unità per le autorizzazioni delle armi). Secondo una fonte del Fatto, i rapporti con lo studio Allen erano gestiti da D’Alema. “Il documento fu inviato allo studio da noi, non attraverso D’Alema”, ribattono da Leonardo. Resta da capire perché D’Alema, non legato a Leonardo, fosse in possesso del documento. “Se dallo studio Allan l’han passato a D’Alema, problemi loro”, dicono da Leonardo. Il referente allo studio Allen era l’avvocato Umberto Bonavita, che compare anche in un memorandum of understanding tra Colombia e Fincantieri. Bonavita, contattato dal Fatto, non ha risposto alle nostre domande. Il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, invece ha spiegato di aver chiesto lumi al dg di Leonardo (e non al presidente, come erroneamente riferitoci ieri).

FONTE:

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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