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Sanremo. Festival: Amadeus tenta il colpaccio riproponendo una ‘voce’ anni ’60?

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Un anno fa, al Festival di Sanremo 2021, su sollecitazione da parte di Amadeus, in pasto alle nuove generazioni fu gettata una ignara Orietta Berti. La cantante, infatti, non immaginava tutto ciò che ormai è storia. Vincitrice morale della kermesse sanremese e acclamazioni da parte dei giovani. Regina dei social e delle vendite. “Mille”, tormentone dell’estate appena trascorsa, rimarrà nella storia.

Amadeus ci riprova? Per Sanremo 2022 ha confezionato una locandina variegata atta a soddisfare tutto il pubblico, dal più giovane al più attempato? Ai posteri l’ardua sentenza. Il Direttore Artistico quest’anno ha puntato su alcuni nomi che fanno parte della leggenda della Musica Leggera Italiana.

Si parte da Rettore, classe 1955. Per lei questa sarà la quinta partecipazione al Festival, ennesimo tentativo di tornare “a galla” ostentando una serie di successi incisi tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80 e ultimi sprazzi di carriera risalenti alla metà degli anni ‘90. Rettore, a mio parere, rischia di rimanere intrappolata dai propri ricordi e il suo solito “clichè”: priva di originalità, spesso ripetuta, e perciò fastidiosa; quasi una frase fatta, stereotipata, abusata; concetto o giudizio ormai cristallizzato; comportamento, atteggiamento banale, scontato.

Classe 1944: milioni di dischi venduti. Ha segnato un’epoca Gianni Morandi che torna a Sanremo come big dopo averlo presentato nelle edizioni 2011 e 2012. Parteciperà per vincere per la settima volta, fregiandosi di una vittoria riportata nel 1987, con Umberto Tozzi e Enrico Ruggieri. Non avendo bisogno di presentazioni, il cantante emiliano avrà dalla sua parte i milioni di “followers” che spiano le sue pagine social. Sinceramente non mi attendo una esibizione con il botto.

“…Perdere l’amore… quando si fa sera…”: una canzone cantata dai più grandi nomi della scena musicale internazionale. Lara Fabian ne fece un gioiello difficile da scalfire. La più bella versione rimane e rimarrà nel tempo quella di Massimo Ranieri, classe 1951. La canzone, scartata dalla giuria giudicatrice qualche anno prima (proposta dal compianto Gianni Nazzaro) nel 1988 approda al Festival e sancisce la vittoria dell’ ”ex scugnizzo” della canzone italiana, da tempo dedito al teatro.

Massimo Ranieri per me rappresenta l’inossidabile della musica italiana. Possente, pulita, mai in eccesso: questa è la voce del ragazzo napoletano giudicato da tutti cantante e attore poliedrico e valente. Di Massimo, a Sanremo 2022, mi aspetto una esibizione memorabile.

E’ la cantante italiana ad aver vinto più edizioni del Festival di Sanremo: 1967, 1969, 1974. Ritenuta da molti critici, anche stranieri, come una delle migliori voci italiane, deve tutto alla estensione e alla sua potenza vocale. Iva Zanicchi, classe 1940. Ha partecipato 11 volte al Festival. Al culmine della sua carriera, ammaliata dal mondo televisivo, accetta di diventarne protagonista non già in veste di cantante ma come conduttrice. Poi fu irretita dalla politica. Per lei scrissero i più grandi autori e parolieri: italiani e non. Mi piace ricordare uno dei suoi più grandi successi: “Testarda io”. Il brano, scritto in portoghese dal grande Roberto Carlos, fu tradotto in italiano dal uno dei più validi autori italiani e cioè Cristiano Malgioglio.

A Sanremo 2002 mi piacerebbe rivederla finalmente protagonista, magari con un brano da esportare all’estero, come era solito accadere con i suoi grandi successi passati.

Bravo Amadeus. Anche stavolta regalerai momenti intrisi di passato ma pienamente ancorati al presente. Tra i quattro nomi poc’anzi presentati io rivolgo il mio pensiero e la mia preferenza per Iva Zanicchi. Se avesse pensato meno ai giochi televisivi… al Cavaliere… avrebbe offerto ancora canzoni preziose per chi la conosce e sa ascoltarla.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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