Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta
AttualitàDal MondoDall'ItaliaTempo libero, sport, cultura, fede, salute, curiosità, eccetera.

Automobilismo. Formula Uno: quella dei cavalieri ‘senza macchia e senza paura’

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Molti piloti hanno scritto le gesta in pista con le loro vittorie, ma ci sono anche piloti che si sono fatti valere per il loro coraggio.

Ma cosa sono i cavalieri senza macchia né paura? Diamo qualche cenno storico…

Cavaliere senza macchia e senza paura è l’appellativo con cui era conosciuto il condottiero francese Pierre Terrayl di Bayard (1476-1524) celebre per le sue grandi imprese e noto nel nostro Paese come “il Baiardo”. Cavaliere senza macchia e senza paura è l’appellativo con cui era conosciuto il condottiero francese Pierre Terrayl di Bayard (1476-1524) celebre per le sue grandi imprese e noto nel nostro Paese come “il Baiardo”.

Attualmente la frase viene usata per indicare, generalmente in modo lievemente scherzoso, una persona integerrima, coraggiosa, praticamente perfetta.

Ma partiamo da lontano gli anni 30 pilota sicuramente impavido era Tazio Nuvolari il mantovano volante, famoso in vita dopo alcune vittorie al Nurburgring e non solo, amato /odiato da un certo Enzo Ferrari che però stravedeva per lui, la sua guida di traverso particolare aizzava le folle, un pazzo scatenato al volante che era capace di tutto rimontare anche da dietro per tagliare primo il traguardo.

Tra i vari piloti da menzionare, un altro italiano, Arturo Merzario, angelo custode o angelo salvatore di Nicky Lauda che al Gran Premio del Nurburgring salva il ferrarista da morte quasi certa contribuendo alla estrazione del corpo dell’austriaco, dalla Ferrari in fiamme parcheggiata di traverso lungo la pista tedesca.

Il salvataggio del pilota austriaco entrerà comunque nella storia e negli annali, il gesto di salvare una vita, gesto nobile, non esiste un qualcosa di paragonabile ad un’azione del genere.

Lo scontro con due vetture, la Ferrari avvolta dalle fiamme e Lauda imprigionato tra le lamiere. L’incidente di Nurburgring del 1 agosto 1976, che sfregiò per sempre Niki, ha contribuito a rafforzare il suo mito. A salvare la vita del pilota austriaco, allora campione del mondo in carica, fu Arturo Merzario. Ora che Lauda è scomparso, l’italiano ha ricordato alcuni particolari del loro rapporto da “nemici-amici”. Nel 1974 l’austriaco, “sponsorizzato” da Clay Regazzoni, aveva tolto il posto in Ferrari proprio a Merzario. “Gli salvai la vita e mi ringraziò solo trent’anni dopo – ha detto l’ex pilota dell’Alfa Romeo-. Nelle competizioni eravamo super nemici ma nel privato eravamo amici, quando mettevamo il casco era come se andassimo in guerra. Mi buttai tre volte fra le fiamme, lui si agitava e poi svenne”

Lauda cercò per anni di rimuovere l’incidente nella “famigerata” e maledetta curva Bergwerk, con la Ferrari lanciata a 230 chilometri all’ora che andò a sbattere a destra sulle protezioni della pista. Ma Merzario ricorda ancora bene quegli istanti. “Sì, riuscii ad estrarlo dall’abitacolo e a salvargli la vita”, ha detto Merzario. “Mi buttai tre volte fra le fiamme, Niki si agitava, non riuscivo a tirarlo fuori dall’abitacolo perché era ancora legato con le cinture, poi per fortuna svenne e riuscii a staccare le cinture, a trascinarlo fuori dalla macchina che bruciava”, ha detto il pilota italiano.

“Gli feci il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, arrivato alla curva di Bergwerk ho visto l’apocalisse: non avevo certo tempo per riflettere. C’era un essere umano in pericolo di vita e dovevo prendere una decisione fondamentale per la sua esistenza. E la presi scendendo dalla mia auto, buttandomi tra le fiamme per cercare di salvarlo e riuscendoci. Punto. L’avrei fatto per chiunque, per il migliore amico, per uno che mi stava sul cavolo o per un altro indifferente. Sono attimi particolari in cui si è uomini o non lo si è, tutto qui”.

“La fortuna di Niki non fu quella di averlo estratto dalla macchina in fiamme e aver impedito di morire arso vivo come era capitato a Roger Williamson nel Gp d’Olanda del 1973. La sua fortuna fu che gli feci il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, come avevo imparato da militare a Napoli. Quando arrivò il medico mi disse che senza quell’operazione, durata due minuti, sarebbe entrato in coma e sarebbe morto”, ha raccontato l’ex pilota.

Altor pilota impavido certamente quel Gilles Villeneuve che i tifosi ferraristi non hanno mai dimenticato il suo gettare il cuore oltre l’ostacolo sempre dell’aviatore che nell’annata 1979 fece spettacolo con la sua Ferrari non è passato nè inosservato nè tantomeno dimenticato.

Il pilota canadese perderà la vita a Zolder in Belgio anno 1982, 5 maggio il suo ultimo giro prima del tragico volo con Jochen Mass, con i giornalisti che si sono divertiti passateci il termine ad alimentare la rivalità interna dopo lo smacco di Imola con Pironi. Di certo tra i piloti più coraggiosi Villeneuve, mai visti in F1 anzi sicuramente il più coraggioso, Alain Prost 4 volte campione del mondo rilascio la seguente dichiarazione sul pilota canadese “Noi piloti di F1 siamo tutti professionisti ma il vero pilota per me era uno solo Gilles Villeneuve”.

Ma impavidi talvolta lo sono i leoni della CEA nome non casuale che nell’anno 1989 salvano la vita  a Berger che in pista ad Imola alla guida della sua Ferrari si schianta al Tamburello, la rossa diviene rosso fuoco immediatamente nel senso letterale del termine, l’austriaco sarà salvato dagli addetti ai lavori, miracolato e trasportato in Ospedale, se la caverà con qualche ustione e un grosso spavento.

Il 23 aprile 1989 a Imola, col salvataggio di Gerhard Berger, estratto dalla sua Ferrari in fiamme, si compì il primo miracolo dell’era moderna. Intervento, spegnimento e salvataggio del pilota. Da esserne orgogliosi.

E pensare che i Leoni furono ribattezzati così dopo un altro drammatico incidente. A Monza, 1978, al via della gara ci fu una carambola che coinvolse 11 piloti, con la Lotus di Peterson a fuoco e i Leoni nelle fiamme a estrarlo. La stampa li ribattezzò così e da allora tutte le volte che c’è un uomo in rosso è per antonomasia un Leone della Cea non sempre purtroppo c’è stato il lieto fine d’altronde la F1 è e rimane uno sport pericoloso.

Tra i cavalieri impavidi senza nè macchia nè paura Ayrton Senna col suo salvataggio ad Erick Comas in Belgio a SPA Francoschamps, ferma la sua macchina la McLaren in mezzo alla pista e soccorre, presta il primo soccorso al pilota su Ligier che dopo l’impatto a muro aveva perso i sensi, il contributo del pilota brasiliano si rivelò utile anzi decisivo nelle operazioni di salvataggio.

Tra gli ultimi cavalieri impavidi il sempre forte ed aggressivo M. Schumacher su Ferrari 7 volte campione del mondo con la rossa, ora ridotto purtroppo ad un vegetale.

Tra i piloti coraggiosi certamente anche Mika Hakkinen, l’attuale macina record Lewis Hamilton ed il giovane leone olandese unico che sta impensierendo l’anglo caraibico pilota in vetta al Mondiale di F1 su Red Bull con un leone sul casco, ossia Max Verstappen.

 

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Teleradio News

tel. (+39) 0823 862832; 333 148 1414 - 393 2714042 - 334 539 2935; mail to: info@tr-news.it - info@teleradio-news.it - http://teleradionews.info - web: www.tr-news.it - htps://www.teleradio-news.it e vari siti web collegati