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Attualità

Nella splendida  cornice dell’Azienda “Porto di Mola” di  Galluccio presentato il libro “Il metodo Cilento” del giornalista Luciano Pignataro

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Da sinistra: Manuel Lombardi, il prof. Antonio Limone, la giornalista Antonella  D’Avanzo e il titolare dell’Azienda Porto di Mola, Antimo Esposito – 

Presentato nella splendida  cornice dell’Azienda “Porto di Mola” di  Galluccio il libro “Il metodo Cilento” del giornalista Luciano Pignataro. Interventi dei maggiori esperti di gastronomia della Campania

di Ferdinando Terlizzi 

Un sabato del Villaggio, quello del 16 scorso,  particolare, in un’atmosfera di beatitudine e di relax, a Galluccio, nel cuore delle produzioni di vini di alta nicchia e di olii fruttati e affumicati per palati d’eccezione, in quel “Porto di Mola”, struttura olearia e vinicola posta a poca distanza dal fiume Garigliano, area dove i Romani costruirono un importante porto e da cui frantoio e cantina prendono il nome. L’azienda Porto di Mola, tra l’altro, dà lavoro ad una cinquantina di persone nella landa agricola dell’alto casertano  ai confini di Campania e Lazio, tra il vulcano di Roccamonfina e i monti Aurunci, contribuendo alla scoperta dell’ elisir di lunga vita.

Pretesto “ufficiale” la presentazione del libro “Il metodo Cilento”, (edito da Mondadori), del giornalista enogastronomico de Il Mattino, Luciano Pignataro e con il contributo scientifico dell’oncologo di fama internazionale Giancarlo Vecchio, da poco scomparso a seguito di un incidente nel cuore di Napoli.

ANTONIO FALVO DIRETTORE COMMERCIALE

Ad introdurre l’evento, curato in ogni dettaglio, preceduto dalla proiezione di un video delle produzioni – dove campeggiava la scritta: “Fammi povero di legno ti farò ricco di olio” e “vignaioli per passione”,  è stata la responsabile delle comunicazioni dell’Azienda delle famiglie Esposito-Capuano, la giornalista Antonella D’Avanzo.

ARTURO ERBAGGIO, ENOLOGO

Ha preso quindi la parola Manuel Lombardi, (presidente Coldiretti Caserta), produttore in quel di Castel di Sasso del famoso “conciato romano”, il quale con molta passionalità ha detto tra l’altro che “siamo  in un territorio che va sempre più affermandosi per le “eccellenze” culinarie e che il marketing delle organizzazioni deve sempre più impegnarsi per far conoscere i nostri prodotti. Insegnare ai nostri figli a mangiare con il “metodo” Caserta,  che nel panierino della scuola debbono portare una merenda di pane casareccio ed una mela annurca. Che l’alimentazione e la terra sono indici della vita. Bella la sua chiosatura finale: “Pane e olio prodotto principe della dieta mediterranea”.

Molto emozionato per l’occasione, ma con la pacatezza del manager “navigato” nel suo porto, Antimo Esposito (titolare dell’azienda Porto di Mola) ha narrato in breve le origini delle attività aziendali in venti anni di interventi sul territorio.

Il progetto dell’Azienda Porto di Molo nasce da un’idea di Peppì Esposito e Antonio Capuano che nel 1988 cominciarono a lavorare su queste terre. Nel tempo Antimo Esposito, figlio di Peppì, seguendo le orme dei due fondatori, si è appassionato al progetto, perseguendolo con ardore e facendosi ispirare dalla ricerca e dal desiderio di creare vini sempre nuovi e di altissima qualità. Quel sogno e quelle aspirazioni iniziali sono oggi diventati una solida realtà che cresce ogni giorno prefissandosi obiettivi sempre più ambiziosi guidati dall’amore per l’enologia e l’agricoltura.

Antimo Esposito, titolare dell’Azienda, mentre attonito segue il filmato da lui commentato. 

Sono seguiti poi gli interventi del responsabile del frantoio, Antonio Capuano, (specialità l’olio affumicato per insalate rare); del direttore commerciale, Antonio Falvo, (con obiettivi di incremento dei mercati esteri); dell’enologo Arturo Erbaggio, (70 ettari di vigne da trasformare in pregiati vini) è stata poi la volta dell’estroso Gianfranco Iervolino (maestro pizzaiolo Pizzeria 450° di Pomigliano D’Arco), che per l’occasione ha fatto gustare delle tranche di pizza con olive di Itri, alici di Cetara e pomodori secchi (una vera squisitezza) e dell’ecclettico Giuseppe Daddio, (chef e direttore Scuola Dolce & Salato di Maddaloni), che ha preparato per tutti una zuppa di castagne e funghi di Roccamonfina con un dolce delicato servito in chiusura.

Giuseppe Daddio, (chef e direttore Scuola Dolce & Salato di Maddaloni) abbracciato da Antimo Esposito

Ha preso, quindi, la parola il  Prof. Antonio Limone (direttore generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno) il quale ha esordito nel dire che l’opera “magna” di Pignataro è un libro intelligente e che dietro il cibo c’è la filosofia della vita e che nell’adagio “cuoncio, cuoncio” coniato dall’Autore c’è il segreto della longevità e che la scoperta della “dieta mediterranea”, ha evidenziato che le morti per malattie cardiovascolari sono in diminuzione e  acquisire, quindi,  la cultura del mangiare sano per stare bene.  “C’è una grande richiesta di salute – ha concluso il prof. Limone – necessita una consapevolezza della tracciabilità, in questa      terra vulcanica compendio della Campania Felix ed un cambiamento con un cibo di qualità per stare meglio, cambiare per vivere meglio”.

IL DIRETTORE DI CRONACHE Ferdinando Terlizzi

Luciano Pignataro, autore del libro e ambasciatore della dieta mediterranea nel ringraziare tutti ha spiegato che Acciaroli, Pioppi, Vallo della Lucania: in queste piccole località esposte al sole cilentano si vive più a lungo che in qualsiasi altro posto del mondo. E il perché è da anni un giallo con mille indizi, indizi su cui si sono costruite mille ipotesi. Ci sono indizi alimentari, la famosa Dieta Mediterranea scoperta da un’équipe di medici americani più di sessant’anni fa, e ci sono indizi sociali, storici, antropologici. Un modello per una vita non solo lunga, ma soprattutto felice. Attingendo alla saggezza dei contadini, alle usanze e alle tradizioni del territorio.

 

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Il giornalista autore del libro Luciano Pignataro

 



(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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