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Caserta. ‘Splendor’, operai ‘cornuti e mazziati’: non vengono pagati, scioperano e vengono denunciati

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Non c’è niente di intoccabile, nulla di sacro, nemmeno un giorno di sciopero generale. Per signori e signorotti privati degli appalti, appropriatisi di lavori tempo fa affidati ad articolazioni interne di operatori economici pubblici, non ci sono prerogative e diritti che tengano e che possano far salva la classe lavoratrice; qualsiasi prospettiva che chiaramente non ponga al centro l’interesse aziendale diventa non solo inutile, ma anche fastidiosa, persino dannosa, anche se rappresenta magari la pacifica enunciazione di un principio che si credeva comune e socialmente consolidato.

Se il datore di lavoro non massimizza gli utili, anche se magari le criticità si rivelano minime o comunque insufficienti ad aprire un vero e proprio stato di crisi, ipoteticamente relative a una sola delle tante unità produttive gestite in appalto, dovrà essere chiaro, come lo è da tempo, che i costi saranno imputati ai lavoratori ed ogni altra rivendicazione verrà trattata alla stregua di un’inaccettabile minaccia al diritto di proprietà.

E’ in tale contesto che riportiamo, con immenso stupore, sbigottimento e rabbia, la sorte toccata, in data 11.10.2021 (data dello sciopero generale nazionale del sindacalismo conflittuale e di base), ai lavoratori iscritti alla USB Lavoro Privato presso “La Splendor”, ditta che fornisce servizi di pulizie in appalto, tra le altre aziende, alla società provinciale, a capitale pubblico, denominata GISEC S.p.A. gerente l’intero ciclo dei rifiuti urbani per tutto il territorio della provincia di Caserta, comprendente pertanto sia il trattamento dei medesimi, sia il loro stoccaggio in discariche, sotto la forma delle ormai obsolete ed inutilizzabili “eco-balle”.

I lavoratori de “La Splendor”, ditta titolare dell’appalto di un servizio che una volta era gestito da articolazioni interne di operatori economici pubblicisitici, purtroppo sin dalla data della loro assunzione si sono visti obbligati alla scelta conflittuale nelle relazioni aziendali: chiamati infatti a svolgere la funzione di sanificatori di un impianto industriale di trattamento dei rifiuti, si sono invece visti affibbiare l’insufficiente copertura giuridica fornita del contratto collettivo nazionale per il settore “Pulizie e Multiservizi”, come se i rischi ed i livelli di esposizione agli stessi nell’effettuazione delle mansioni, fossero i medesimi previsti per i condomini privati.

Poco numerosi (ne sono appena 11) ma assolutamente determinati hanno, negli anni, continuato a rivendicare l’applicazione dell’art. 8 del ccnl Fise-Assoambiente (contratto collettivo nazionale del settore igiene ambientale), forti anche del letterale testo normativo e pattizio prevedente appunto l’equiparazione (contrattuale e salariale) di quegli addetti chiamati a svolgere le funzioni in argomento su impianti industriali, alle figure dei dipendenti delle aziende proprie dell’Igiene Ambientale.

In questo contesto di costante conflittualità, sempre presente seppur con diverse intensità, i lavoratori sono però arrivati alla data dell’11.10.2021 con una condizione di oggettiva ed incontrovertibile ulteriore difficoltà rispetto alle usuali circostanze: di certo già in numerose altre occasioni essi avevano visto la data del pagamento dei propri stipendi slittare sempre più in là nel mese, ma in questo caso un intervento di pignoramento dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dei crediti vantati dalla stessa “La Splendor” verso la committente per presunti importi dovuti e non pagati, è stato subitaneamente adottato come strumento per riversare il peso di questa crisi sulle spalle dei lavoratori dell’appalto specifico, nonostante le condizioni di salute economico-finanziaria generali della stessa azienda ed ancora nonostante quella situazione debitoria non riguardasse minimamente i dipendenti.

Da quel momento, per ben due mesi, stante l’interruzione datoriale nei pagamenti delle retribuzioni, i lavoratori della ditta hanno sistematicamente cominciato a lavorare di fatto in forma completamente gratuita, consci di dover aspettare ancora un bel po’ prima di percepire il previo stipendio e che non sarebbero stati soddisfatti nemmeno con riferimento alla successiva mensilità.

Legati al posto di lavoro, investiti di una pubblica funzione considerata strumentale all’erogazione di un servizio pubblico essenziale che li ha incatenati, a queste donne ed a questi uomini è stato chiesto, anzi ordinato, di lavorare senza la prospettiva visibile di essere retribuiti, dovendo confidare nella buona sorte della risoluzione della questione debitoria insorta, come ci si affida all’astrologia.

Ed essi, costretti da una legge liberticida coma la l.146/1990, che impone di ingoiare il dissenso incanalando le forme di lotta in un mare di odiosa burocrazia, pure hanno dovuto prestare servizio senza salario, integrando figurativamente almeno uno dei presupposti principali di un istituto creduto abolito eppure evidentemente reviviscente: il lavoro servile.

Quando finalmente, osservando ogni legge, ogni regolamento, ogni procedura, questi lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia ed aderire allo sciopero generale nazionale unitario delle forze sindacali conflittuali e di base, quando insomma hanno provveduto ad organizzare un presidio nello spazio antistante una sede aziendale, proclamando pubblicamente la propria condizione di operai ancora in attesa di percepire due mensilità di stipendio, eppure costretti dalla legge sugli scioperi nei S.P.E. a continuare a prestare servizio, pena l’imputazione di pesanti fattispecie di violazione penale, ebbene proprio allora “La Splendor” decideva di oltrepassare il confine della decenza, procedendo, nella medesima giornata di sciopero generale, alla formulazione di querela avverso i propri stessi dipendenti (tutti e 11), per aver fatto della propria condizione una pubblica questione e, di fatto, per non aver taciuto sulle morosità esistenti.

A coronamento di quanto sino ad ora rappresentato, sempre la ditta in parola diffidava quindi i lavoratori dal riprendere il servizio dalla data del 13.10.2021, pur senza licenziarli, lasciandoli in una sorta di stato di irrituale ed illegale sospensione.

Intendiamo precisare di essere consapevoli di aver assistito ad un atto estremo di “temerarietà” datoriale, veramente brutale, ingiustificato (se non dichiaratamente stupido), le cui conseguenze, crediamo, si ritorceranno principalmente contro i medesimi datori; ma allo stesso modo siamo convinti che non basti condannare il folklore reazionario di questo o quell’altro padrone senza che sia affrontato, politicamente, il nodo del materiale esercizio della libertà di sciopero.

Deve essere chiaro a tutti che, a nostro avviso, senza gli effetti della l.146/1990 questi lavoratori, come migliaia di altri, si sarebbero potuti tutelare in modo più ampio e di certo con maggiore tempestività all’atto dell’inadempienza salariale; senza la l.146/1990 questi lavoratori, come migliaia di altri in condizioni identiche o simili, avrebbero incrociato le braccia sin dalla prima omissione datoriale, evitando di dover tributare al padrone di turno ore di servizio regalate.

Alla luce di ciò perveniamo ad una, per noi inconfutabile, precisa conclusione, e cioè che le leggi e gli accordi collettivi con valore normativo che regolamentano il diritto di sciopero in Italia sono ad oggi tra i principali ostacoli all’apertura di ogni seria campagna di rivendicazione di diritti patrimoniali e non patrimoniali per la classe lavoratrice, costituendo una barriera, ad oggi rivelatasi invalicabile, alla rivisitazione con ottica migliorativa delle condizioni di lavoro tramite le azioni di conflittualità; è anche attraverso questi strumenti che il capitale oggi si è quasi del tutto liberato della legittima perniciosità dello sciopero, riuscendo a ridurre la stessa rilevanza sociale dei lavoratori.

Tali leggi, fungendo da elementi oggettivi di conservazione e forzatamente indicando alle organizzazioni dei lavoratori la strada della subalternità al capitale e della obbligatoria conciliazione, sottraggono milioni di lavoratori all’opzione strategica e potenzialmente decisiva della lotta di classe, di fatto relegando (nelle intenzioni) i sindacati al ruolo di inutili mediatori tra istanze sempre più spesso incompatibili tra loro, travolgendo inoltre lo stesso quantum di lesività collettiva di cui ogni sciopero, immanentemente, non può non essere portatore e pure ipocritamente garantito dalla Costituzione borghese.

Partendo dall’esempio particolare del fatto specifico tratto in argomento, bisognerà comunque riconoscere che queste produzioni normative sono enunciazioni di contenuto esplicitamente avverso agli interessi popolari e come tali dovrebbero costituire uno dei primi ostacoli da abbattere per quei soggetti che vogliano porsi l’obiettivo dell’avanzamento materiale nei rapporti di forze produttivi, oltre che il problema dell’autonomia di rappresentazione politica della classe lavoratrice.

Tutto ciò detto e considerato, ci uniamo naturalmente, complici e solidali, alle lavoratrici, ai lavoratori ed ai sindacalisti della struttura costituita presso “La Splendor”, contestando ogni risibile accusa e rilanciando la lotta sia sul piano della mobilitazione che della difesa legale.

Accanto all’attivazione dell’art. 4 del ccnl Pulizie e Multiservizi, in vista della probabile successione d’appalto come pure annunciato dalla ditta, come prima misura di mobilitazione permanente dei lavoratori della struttura è stato deciso il presidio permanente, dalle ore 5.00 del mattino, ogni giorno fino alla risoluzione della vertenza, all’ingresso dell’Impianto S.T.I.R. di Santa Maria Capua Vetere, al quale saremo presenti anche per scongiurare eventuali fenomeni di crumiraggio, verso cui coloro che scrivono non hanno alcuna forma di tolleranza e che intendono respingere con tutta la determinazione necessaria.

Riprendiamoci i posti di lavoro! Riconquistiamo il diritto di sciopero! Rispediamo al mittente le provocazioni e le minacce! Fino alla vittoria.

(Comunicato Stampa – Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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