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MANCO SOLO IO COME CANDIDATO AL COLLE: “CHIU’ NE  SIMME E CHIU’ BELLE PARIMME”… ( SIC!)  

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MANCO SOLO IO COME CANDIDATO AL COLLE: “CHIU’ NE  SIMME E CHIU’ BELLE PARIMME”... ( SIC!)  

Tutti al colle: Il grande assembramento

Candidati per ogni stagione

“Prima di Natale non ne voglio sentir parlare”, dice Enrico Letta. “È presto per pensarci”, gli fa eco Antonio Tajani. “Discuterne adesso sarebbe uno sgarbo nei confronti di Mattarella”, sostiene Luigi Di Maio. Eppure di Quirinale si parla, eccome. E più s’invoca il silenzio, più nel Palazzo se ne chiacchiera. Anche perché, tra la campagna vaccinale e il Recovery plan, di gossip politico è rimasto ben poco. “Di che spettegoliamo, sennò, seduti sulle sediole del cortile di Montecitorio…?”, si chiede, sornione, un deputato forzista. E giù chiacchiere, allora. Specie dopo l’ennesima esclusione, la terza, da parte di Sergio Mattarella di farsi eleggere per un nuovo mandato pro tempore. “Tra otto mesi il mio mandato termina. Io sono vecchio e finalmente potrò riposarmi”, ha detto due giorni fa durante una visita a una scuola.Parole su cui è saltato subito sopra Matteo Salvini, riproponendo l’elezione al Colle di Mario Draghi (che, ne scriviamo qui a fianco, ha definito “estremamente improprio” parlarne, ndr): però nasconde solo l’impazienza del leader della Lega di andare a votare al più presto, tra un anno, sperando nel frattempo di non essere stato detronizzato da Giorgia Meloni. Il sorpasso di Fdi al Carroccio sembra ormai alle porte e forse, se non si fosse legato mani e piedi a Draghi, Salvini andrebbe alle urne anche subito.

 

Le parole di Mattarella, però, convincono fino a un certo punto. Sono in molti nella maggioranza a pensare che di fronte a una situazione di stallo, con scrutini che vanno a vuoto, il presidente non possa tirarsi indietro.

L’altra ipotesi, invece, come auspicato da Salvini, è che a febbraio 2022 Mario Draghi consideri conclusa la sua missione a Palazzo Chigi e si renda disponibile per il Colle. Ma anche qui ci sono incognite. Prima fra tutte il fatto che, con la salita di Draghi al Colle, si andrebbe dritti alle elezioni anticipate, per la felicità di Lega e Fdi, ma non di Pd e Cinque Stelle. E tanto meno della truppa dei peones, che dovranno confrontarsi col taglio dei parlamentari (diventati 600). Così qualcuno ipotizza addirittura che l’esecutivo dell’ex presidente della Bce possa non essere l’ultimo della legislatura.

Altrimenti c’è la terza strada: Draghi resta premier e si elegge un nuovo capo dello Stato. E qui si spalanca il vaso di Pandora di tutti quelli – e quelle – che ambiscono alla carica. Che iniziano a spuntare ovunque. Tanto che sul Colle sembra essersi radunata una piccola folla immaginaria, un assembramento nemmeno troppo distanziato. Tutti lì, a sperare, e a dissimulare. Nessuno lo ammetterà mai apertamente, perché, come recita un vecchio adagio della politica, “al Quirinale non ci si candida, ma si viene candidati”. Così, per intuire le ambizioni di ognuno, bisogna far più attenzione ai silenzi che alle dichiarazioni. L’unico che finora l’ha escluso apertamente è Romano Prodi, cui ancora brucia il tradimento dei 101 dell’aprile 2013. “Non ho l’età”, ha detto il Professore, parafrasando Gigliola Cinquetti. Ma se glielo chiedesse in coro tutto il centrosinistra, sarà davvero così?

Da quelle parti, comunque, i candidati non mancano. Paolo Gentiloni e David Sassoli, per esempio, si tengono alla giusta distanza, ma ne sarebbero felicissimi. Così come onorato sarebbe Walter Veltroni. E così pure Giuliano Amato. Entrambi, rispetto agli altri, hanno il vantaggio di non essere al centro dell’agone politico (uno fa il giornalista-scrittore, l’altro è vicepresidente della Corte Costituzionale). Più si è invisibili meglio è, meno si è protagonisti dell’attuale fase politica e più si hanno frecce al proprio arco. Lo stesso Mattarella, quando Renzi estrasse il suo nome dal cilindro nel 2015, veniva da un passaggio alla Consulta.

Per questo il nome di Dario Franceschini, che spesso si fa, sembra stridere: parliamo di un ministro di peso dell’attuale governo e di un capocorrente nel Pd. E ancor di più stride il nome del segretario, Enrico Letta. Che fa, molla il partito per andare al Quirinale, a 55 anni? Improbabile. A distanze siderali sembra poi il nome di Massimo D’Alema.

Tutti questi nomi scontano però il fatto di essere diretta espressione del centrosinistra. Ma difficilmente Lega e Forza Italia, entrati nel governo Draghi anche per avere un ruolo nell’elezione del capo dello Stato, rinunceranno alla partita per fare da spettatori. E allora i giochi si complicano. Così non pare affatto peregrino il nome, tirato fuori ancora da Renzi, di Pier Ferdinando Casini. Che, secondo radio Transatlantico, è l’uomo dell’ex rottamatore per attrarre i voti lega-forzisti e spaccare il Pd.

Meno appeal, in tal senso, ha il nome di Gianni Letta che, seppur godendo di apprezzamento bipartisan, è considerato troppo targato Silvio Berlusconi. Il cui nome, tra l’altro, viene spesso buttato nella mischia dai forzisti, ma sembra più per dovere, visti anche i problemi di salute. Come potrebbe, del resto, un condannato e plurinquisito, l’uomo che per vent’anni ha diviso il Paese, ambire a tale carica? “Chi dice Berlusconi pensa a Elisabetta Casellati…”, si dice a Montecitorio. Ma pure qui le obiezioni non mancano. Lady Elisabeth in carriera ne ha combinate più di Carlo in Francia, dall’assunzione della figlia all’uso disinvolto dei voli di Stato (124 in 11 mesi) durante la pandemia. “Lei già si muove come un capo di Stato, ma è difficile che lo diventi davvero…”, sussurrano le malelingue (anche berlusconiane) del Palazzo.

Insomma, se si vuole vedere una donna al Quirinale, molte più chance ha la ministra della Giustizia ed ex presidente della Consulta Marta Cartabia, che avrebbe come principale sponsor l’attuale inquilino del Colle.

Ma nella grande vasca quirinalizia nuotano pure altri pesci. Come Marcello Pera, che da qualche tempo è tornato a mostrare il capino in tv e sui giornali, molto gradito all’area leghista dove sembra trovarsi benissimo tanto da esser diventato, si dice, uno degli spin doctor di Salvini. Poi l’ex Guardasigilli del governo Monti, Paola Severino, che dal suo scranno di vicepresidente della Luiss qualche ambizione la nutre. Infine, per parte pentastellata, qualcuno butta lì pure il nome di Giuseppe Conte. Anche se tirarlo in ballo sembra più una mossa di chi, nel M5S, se ne vorrebbe liberare invece di averlo alla guida del Movimento.

“Una scelta gravissima sulla pelle degli operai: sarà sciopero generale”

Alessandro Genovesi (Cgil)
“Il governo pensa di ridurre le tutele e i diritti conquistati dai lavoratori a colpi di decreto, generalizzando il massimo ribasso e liberalizzando totalmente il subappalto. Così si torna alla giungla dei cantieri, alle interferenze in cantiere, al pagamento a cottimo. Insomma, agli anni 50, quando la vita dei lavoratori non contava nulla. Il governo si assumerà la responsabilità di una rottura senza precedenti con le parti sociali”. Alessandro Genovesi, il segretario generale della Fillea Cgil che si occupa del settore delle costruzioni, non usa mezzi termine nel commentare la bozza sul dl Semplificazioni che il governo si appresta a portare in Consiglio dei ministri la prossima settimana.Genovesi, è un testo così peggiorativo?La semplificazione non è sinonimo di deregolamentazione, soprattutto quando va a colpire la legalità e la qualità del lavoro. Qualità intesa anche come sicurezza, prevenzione e certezza salariale. Altro che contrasto ai morti sul lavoro, altro che rigenerazione e riqualificazione, innovazione e qualità, altro che mobilità sostenibile.

Quali sono le norme che contestate?

La criticità più rilevante è quella relativa alla questione del limite del subappalto. Attualmente lo Sblocca-cantieri prevede che per l’assegnazione diretta, la procedura negoziata o con un bando di gara l’eventuale sub appalto non possa superare il 40%. Il nuovo decreto prevede, invece, che chi vincerà l’appalto non potrà cedere integralmente il lavoro. Tradotto significa che si potrà cedere in subappalto fino al 99,9% del lavoro. Ma con ponti e gallerie è pure peggio.

Cosa è previsto?

È stata del tutto abrogata la percentuale minima e massima di esternalizzione dell’appalto per le opere specializzate in cantiere. Così altro che sicurezza, ne crolleranno 100 di ponti…

Il rischio è di un’apertura agli illeciti?

È un ritorno di fatto ai peggiori Anni 50, quando l’edilizia era caratterizzata dal cottimo. Prevedere il massimo ribasso generalizzato e la liberalizzazione dei sub appalti nei giorni in cui si contano i morti sul lavoro è inaccettabile. Stiamo tornando verso cantieri dove ci saranno centinaia di operai di svariate società senza controlli sulla sicurezza. Eppure l’Italia dovrebbe diventare un Paese con più qualità, innovazione e verde.

Un ritorno indietro che stride con il Piano nazionale di ripresa e resilienza…

Anche la piramide di Cheope è stata un’opera, a suo modo, green, costruita senza inquinare. Ma sono morti 25 mila schiavi per costruirla. Con questo decreto, il governo dimostra che i 200 milioni di euro previsti dal Pnrr per grandi e piccole opere andranno a modernizzare il Paese, ma a discapito della salute e della vita dei lavoratori.

Cosa chiedete al governo?

Con gli altri sindacati di settore, Feneal Uil e Filca Cisl, siamo sempre stati impegnati a proporre semplificazioni e miglioramenti amministrativi e tecnici, perché siamo i primi interessati a creare buona e stabile occupazione. Ma se il governo non ci ascolterà e inserirà la liberalizzazione dei subappalti in decreto sarà mobilitazione immediata e sciopero generale.

VENERDì 21 MAGGIO 2021
Clamoroso
Nel 2011 i ricoveri dei giovani tra i 12 e i 18 anni all’Ospedale Bambino Gesù di Roma per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non, erano stati 12. Nel 2020 si è superata la quota di 300 [Arcovio, Mess].In prima pagina
• Alle due di notte, ora locale, corrispondente alle una italiane, è entrato in vigore il cessate-il-fuoco tra Hamas e Israele. A Gaza, a Gerusalemme est e in Cisgiordania i palestinesi sono scesi in piazza a festeggiare quella che considerano una vittoria
• In Antartide si è staccato l’iceberg più grande del mondo. Ha le dimensioni del Molise
• Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Sostegni bis: un pacchetto di aiuti da 40 miliardi, 17 a imprese e professioni, quattro per i lavoratori e le fasce in difficoltà. Ci sono anche 100 milioni per Alitalia
• La proposta di Letta: una dote per i diciottenni, pagata da 1% più ricco. Ma Draghi frena
• Si sono dimessi i due leghisti del Copasir: l’on. Volpi, che era presidente, e il senatore Arrigoni. Ora Salvini vuole che si dimettano tutti gli altri componenti del Comitato. Una mossa per non lasciare subito la presidenza alla Meloni
• A Bruxelles si è trovato l’accordo per il certificato vaccinale che permetterà di viaggiare liberamente tra i paesi dell’Unione europea. Si chiamerà Eu Digital certificate Covid-19
• Bruxelles ha firmato un nuovo contratto con Pfizer-BioNTech per la fornitura di 1,8 miliardi di vaccini (ma l’Ungheria se n’è tirata fuori)
• I morti di Covid ieri sono stati 164. I ricoverati in terapia intensiva sono 1.544 (-99). Il tasso di positività è salito al 2,3%. Le persone vaccinate sono 9.433.663 (il 15,82% della popolazione)
• I genitori e la sorella di Matteo Renzi saranno processati per reati fiscali
• I medici di Maradona sono accusati di omicidio volontario
• Un nuovo caso Floyd, la Associated Press ha pubblicato un video del 2019 in cui si vedono dei poliziotti vessare e uccidere un afro-americano in Louisiana
• È morto in Nigeria Abubakar Shekau, il capo di Boko Haram. Si sarebbe fatto saltare in aria con una bomba per non farsi catturare
• Zhang Yiming, l’uomo più ricco della Cina, ha annunciato le dimissioni dalla guida di ByteDance, la società proprietaria di TikTok
• Il fondo americano Oaktree compra il 30% dell’Inter per 275 milioni di euro (e tra tre anni potrebbe prendersela tutta)
• Federica Pellegrini vince l’argento nei 200 stile libero agli Europei di Budapest
• Vendrame vince allo sprint la dodicesima tappa del Giro d’Italia. Bernal resta in rosa
• Le due Ferrari sono state le più veloci nelle prove libere del Gran Premio di Montecarlo. Terzo Hamilton
• Saranno la tiratrice a volo Jessica Rossi e il ciclista Elia Viviani i portabandiera italiani ai Giochi di Tokyo
• Il poeta Giancarlo Majorino è morto a 93 anni un’ora e mezzo prima che il Consiglio dei ministri gli riconoscesse la pensione che spetta ai cittadini illustri in difficoltàTitoli
Corriere della Sera: Draghi: 40 miliardi per il futuro
la Repubblica: Tassa sull’eredità / Il no di Draghi a Letta
La Stampa: Crescita, la frusta di Draghi
Il Sole 24 Ore: Sostegni bis, ecco le nuove misure / Fondo perduto, aiuti per 15,5 miliardi
Avvenire: Sostegno al futuro
Il Messaggero: Licenziamenti, alt fino ad agosto
Il Giornale: Ossessione patrimoniale
Leggo: 40 miliardi per ripartire
Qn: Draghi boccia la nuova tassa del Pd
Il Fatto: Il governo dei ricchi: «Oggi i dà e non si prende»
Libero: La verità sulla sfida tra Salvini e Meloni
La Verità: Letta vuole tassarci, Draghi lo umilia
Il Mattino: Licenziamenti, alt ad agosto / Il pass per i viaggi in Europa
il Quotidiano del Sud: Lo Stato ritrovato
il manifesto: La tregua promessa
Domani: La scommessa di Draghi nella strettoia tra debito, inflazione e crescita

Reati fiscali, un altro processo per mamma e babbo Renzi

Imputati – Rinviata a giudizio anche la sorella Matilde
Ieri Tiziano Renzi, Laura Bovoli e Matilde Renzi, padre, madre e sorella dell’ex premier Matteo Renzi, sono stati rinviati a giudizio per l’accusa di dichiarazione fraudolenta con uso di fatture per operazioni parzialmente inesistenti, e dichiarazione infedele dei redditi percepiti, intorno alla condizione della società Eventi6 srl di Rignano sull’Arno. “Chiederemo la riunione di questo filone – dice l’avvocato Federico Bagattini – al procedimento principale”. Si riferisce al processo per il fallimento della cooperativa di servizi di volantinaggio Marmodiv, e a quelli delle coop Delivery Service Italia e Europe Service, che inizierà il 1° giugno davanti al Tribunale di Firenze. Le due inchieste infatti sono connesse perché secondo le indagini dei pm fiorentini, Eventi 6 avrebbe documentato false passività per 5,5 milioni di euro evadendo imposte per 1,2 milioni, frutto di operazioni illecite scaturite dai rapporti dei coniugi Renzi con Marmodiv.La tesi inquirente di quest’ultimo rinvio a giudizio, relativo solo alla società Eventi6, è che i coniugi Renzi avrebbero usato Marmodiv e le altre cooperative di cui sarebbero stati amministratori di fatto per aumentare il volume di affari di Eventi6, la società di cui la signora Bovoli era legale rappresentante, Tiziano Renzi amministratore di fatto e Matilde Renzi legale rappresentante solo per l’anno 2018. Nel dettaglio, i passivi fittizi sarebbero stati indicati nelle dichiarazioni dei redditi tra il 2016 e il 2018, che per i pm furono viziate dalla contabilizzazione di dieci fatture emesse da Marmodiv verso Eventi 6 nel 2017 e nel 2018. Tali fatture per il pm erano “gonfiate” (sovrafatturate) in quanto relative a prestazioni finte.La srl si sarebbe formalmente avvalsa dei servizi della cooperativa Marmodiv, che sarebbe stata usata per gestire la manodopera per conto della Eventi 6 e si sarebbe accollata tutti gli oneri previdenziali, contributivi e fiscali. E le fatture contestate avrebbero determinato lo scarico per Eventi 6 di costi di manodopera quando invece – sottolineano gli inquirenti – si trattava del costo di lavoro dipendente fatto sostenere sotto mentite spoglie a Marmodiv, la coop andata in bancarotta. I diversi meccanismi irregolari avrebbero permesso ai titolari di Eventi 6 di evadere pagamento di imposte e Iva. I tre congiunti Renzi sono accusati in concorso della violazione dell’articolo 2 del decreto legislativo n. 74/2000 che punisce chi “al fine di evadere le imposte…, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi passivi fittizi”. È contestato anche l’articolo 4 dello stesso decreto legislativo n. 74/2000 sui reati tributari. Punisce chi “al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto indica in una delle dichiarazioni annuali (…) elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti”. La prima udienza sarà il 7 marzo 2022. Se dovesse essere accolta la richiesta dell’avvocato Bagattini, il processo verrebbe riunito a quello Marmodiv. 



(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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