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Trianon Opera tra pupi, sceneggiata e Belcanto

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Il Maestro Roberto De Simone torna al Teatro Trianon Viviani con una colta riscrittura della tradizionale La Cantata dei pastori 

NAPOLI – Al Teatro Trianon Viviani giovedì 21 aprile è stato presentato in presenza Trianon Opera, il nuovo spettacolo del Maestro Roberto De Simone. L’incontro è stato trasmesso anche in diretta streaming sulla piattaforma Zoom.

La conferenza stampa si è tenuta nella sala teatrale, seguendo la normativa di igiene e sicurezza prescritta per l’emergenza sanitaria, con il rilievo della temperatura da parte di un addetto del teatro e l’uso indispensabile della mascherina

Marisa Laurito ha condotto con il suo modo sempre empatico e carico di allegria un incontro molto ricco di emozioni, anche dovute alla presenza dei numerosi artisti che vi hanno partecipato.

Trianon Opera di Roberto De Simone sarà rappresentata nello storico teatro di Forcella Tra pupi, sceneggiata e Belcanto, e vedrà in scena Davide Iodice  con la regia televisiva di Claudia De Toma e la direzione artistica di Marisa Laurito.

La celeberrima Cantata dei pastori rappresenta uno degli spunti principali di questo spettacolo.  In questo contesto è stata trascritta foneticamente ed è stata  accompagnata dalle arie dei sopranisti del Settecento.

La produzione di Trianon Opera, di Teatro Trianon Viviani in sinergia con Scabec e Campania Teatro Festival, verrà trasmessa su Rai5 a partire da venerdì 30 aprile alle ore 18  insieme con  RaiCultura in concomitanza della settimana di programmazione dedicata al Maestro De Simone.

Trianon Opera – Tra pupi, sceneggiata e Belcanto è uno spettacolo che segna il ritorno del Maestro De Simone dello storico teatro di Forcella, che nel dicembre 2002 aveva inaugurato il Teatro con la sua riscrittura melodrammatica di Eden teatro di Raffaele Viviani.

De Simone durante il suo intervento ha sottolineato che lo spettacolo … innanzitutto intende essere una esplorazione storica e antropologica sulla religiosità napoletana sia a livello colto gesuitico, sia a livello popolare, il tutto costruito su un … documento scritto che fa da cardine esplorativo: l’opera Il vero Lume tra le ombre – più nota come La Cantata dei pastori – del drammaturgo gesuitico Andrea Perrucci, stampata nel 1698 e rappresentata in prima esecuzione in quello stesso anno.

Roberto De Simone non è nuovo a questa riscrittura: nel 1974 aveva già allestito la Cantata dei Pastori al Teatro San Ferdinando, elaborando anche una versione televisiva nel 1977, che fu la prima produzione a colori della sede Rai di Napoli.

Negli anni l’opera popolare aveva avuto varie versioni interpretate da numerosi artisti in diversi contesti e teatri Napoletani

Ma Trianon Opera non presuppone una filologia revivalistica relativa al Natale – chiarisce De Simone – né una riproposizione come modello esemplare rispetto a un testo secolare, che oggi è uscito definitivamente dalla tradizione, spentasi circa nel 1970, quando non produsse più autentiche rappresentazioni devozionali: la mia riscrittura di brani dell’opera si vale di una trasposizione con l’Ipa (International phonetic alphabet, cioè l’Alfabeto fonetico internazionale) del testo perrucciano, secondo la storica pronuncia orale dell’italiano da parte degli attori di tradizione napoletana, rendendone quasi incomprensibile il significato verbale, come si addice a un testo sacro.

La parte musicale fa riferimento, fra l’altro, alla virtuosistica partecipazione dei celebri sopranisti evirati – aggiunge il Maestro – che, nel Settecento, devozionalmente, nel periodo natalizio, nelle chiese e nei teatri parrocchiali si esibivano per un vasto pubblico, sia pur differenziato culturalmente.

L’intervista è stata inframmezzata da arie di bravura, interpretate dal soprano Maria Grazia Schiavo, composte da Carmine Giordani o Giordano, Giovanni Battista Pergolesi, Domenico Cimarosa, Riccardo Broschi, Wolfgang Amadeus Mozart, Leonardo Vinci e anche Vincenzo Bellini, con un brano finale dello stesso De Simone, accompagnate dai solisti dell’orchestra la Nuova Polifonia diretti da Alessandro De Simone.

Alla fine spero di avere coniugato poeticamente – conclude il Maestro De Simone –storia e metastoria, scrittura e oralità, religiosità ufficiale e cristianesimo popolare, ricchezza della tradizione e degradato vuoto della contemporaneità teatrale, musicale e cinematografica; tuttavia, le musiche e le immagini televisive del presente melodramma vanno considerate come allegorie medievali e metafore multisignificanti.

Una storia che vede Maria Vergine e Giuseppe, rispettivamente interpretati da Michele Imparato e Pino Mauro, alla ricerca di un riparo sicuro a Betlemme dove partorire il Bambin Gesù.

Il loro viaggio viene ostacolato dal demonio Belfegor (Rosario Toscano) con l’intento di impedire che il potere del Bene arrivi sulla Terra e dare all’umanità la possibiltà di redimersi dal peccato originale.

Allo stesso tempo la coppia viene protetta dalla spada di Gabriello Arcangelo (Veronica D’Elia). Sia l’Arcangelo che il demonio, durante la vicenda, fanno ricorso a vari travestimenti, mostrandosi l’uno come viandante e sibilla e l’altro come masnadiero e tavernaio.

A tali ben noti e sacri personaggi, se ne aggiungono altri di natura profana, come il vecchio pastore Armenzio (Antonio Buonomo) con il figlioletto Benino (Luca Lubrano), il pescatore Ruscellio (Biagio Musella), lo scrivano partenopeo Razzullo (Oscar Di Maio), inviato dall’imperatore a Betlemme per il censimento delle nascite. Proprio Razzullo spiega la particolarità di quest’Opera al tempo del covid-19: Ma mo, nfine arrivate, / a lu Trianon chiammate / pe’ misteriose vie / a recitare da nu munno a n’ato / sta Cantata / cu nu pubbrico assente in pandemia / senza siŝchi e senza sbattute ‘e mano / senza chi ce sente o ce vere / alla cecata, / cunzideranno chest’esibbizione / na partita a tressette cu lu muorto, / n’incontro ‘e boxe / senz’avversarie / addo chiavammo punie rint’a ll’aria / fino a mettere nderra / kappa-o l’avversario / cuntanno la vittoria.

Oltre agli attori, hanno contribuito alla complessa elaborazione di Trianon Opera i pupazzi di Flavia D’Aiello, le scenografie di Gennaro Vallifuoco, le scene dipinte di Raffaele De Maio. I costumi di Giusi Giustino, le luci di Gianluca Sacco. Elsa Evangelista è stata il maestro addetto alla produzione musicale.

In orchestra: Massimiliano Giordano Orsini e Ivan Cocchia (violini), Alfonso Avitabile (viola), Giovanni Sanarico (violoncello), Giancarlo Cascino (contrabasso), Gabriele Cassone (tromba), Giancarlo Palena e Gabriele Corsaro (fisarmoniche), Giancarlo Palena (bandoneon), Nunzio Reina (mandolino), Antonio Paliotti e Francesco Scelzo (chitarre). Il coro di voci bianche Calicanto è diretto da Silvana Noschese. Maestri sostituti Andrea Aymone, Colomba Capriglione e Maria Laudiero. Pittore realizzatore Alfonso Raiola. Direttore di scena Costantino Petrone. Assistente alla produzione Emanuele Sacchetti. Assistente scenografo Alfredo Vella. Assistente ai costumi Concetta Nappi. Responsabile audio del teatro Daniele Chessa. Attrezzeria per i costumi Chicca Ruocco. Trucco e parrucco Artimmagine. Sartoria Di Domenico Fortuna. Realizzazione scene Alovisi Attrezzeria. Casting dei ruoli di Benino e Maria Vergine Adele Gallo, Massimiliano Pacifico. Macchinista Pietro Meglio. Aiuto elettricista Antonio Minichini. Attrezzista Isidoro D’Amato. Sarta di scena Rosaria Scognamiglio. Service luci Emmedue. Coordinamento generale Giovanni Pinto. Direzione di produzione Daniela Riccio.

Fondazione Trianon Viviani piazza Vincenzo Calenda, 9 – 80139 Napoli tel. 081 2258285 / fax 081 0124472 teatrotrianon.org

(Fonte: Lo Speakers Corner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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