L’angolo letterario, Vincenzo Restivo consiglia “L’estate che sciolse ogni cosa” di T.McDaniel
Tiffany McDaniel ci regala un romanzo di formazione di grande impatto emotivo dove la lingua diventa un’intermediaria instancabile tra la retorica della prosa e la sintesi poetica. Perché qui, per ovvie ragioni, il limite è labile se si prende in considerazione che la rottura delle infrastrutture metriche sia oramai insita e accolta.
È il primo libro che leggo di questa scrittrice e non sarà nemmeno l’ultimo. Un amico mi ha detto “ leggilo che è il plus dei romanzi di formazione “. Ed io l’ho comprato subito e l’ho letto, nelle mie pause notturne, con la tisana calda a coccolarmi è il gatto a farmi le fusa.
Ed è tutto qui, proprio nella lingua, il segreto del successo di questo testo, un distopismo onirico che ti spiazza e ti afferra in una morsa dolce.
È la storia di Fielding e della sua famiglia, che accolgono in casa loro, Sal, un ragazzino nero di tredici anni il quale racconta di essere il diavolo in persona.
Ma quanto può essere sottile il limite tra quello che si dice essere bene e quel male al quale anni di retorica Cristiana ci ha abituati?
E quanto può davvero essere male un ragazzino che dice di essere un angelo caduto che ha solo perso le sue ali?
In un gioco di specchi e sovrastrutture si snodano le vicende corali di personaggi alla Carroll, visionari, poetici nel loro paradosso.
Io, assieme a loro, ho pianto.
Copertina
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